piazzato da una struttura architravata in ferro, è considerato tutt’oggi un capolavoro di ingegneria. Mentre Prevallo, 575 mt s.l.m., è, attualmente, un insediamento sloveno del comune di Postúmia. Fin dall’antichità è stato il principale valico naturale di collegamento tra Lubiana, dalla conca di Postúmia e la pianura padana, attraverso la valle del fiume Vipacco. Da Prevallo passò nel 490 d.C. Teodorico con i suoi Ostrogoti. La leggenda vuole che sia salito sul vicino Monte Nanos per vedere i suoi futuri possedimenti. Da allora il rilievo prese anche il nome di Monte Re. Nel settembre 1943 nel territorio goriziano operava la Divisione di fanteria «Torino» comandata dal Generale Bruno Malaguti, alle dipendenze del XXIV Corpo d’Armata, comandato dal Generale Zannini. I Quadri principali della Grande Unità erano: il
Sopra e a destra. Nell’ordine: il Comandante della Divisione «Torino», Generale Bruno Malaguti e il suo Capo di Stato Maggiore, Tenente Colonnello in s.SM Domenico Spoliti, quando ancora era nel grado di Maggiore.
gnerebbe dedicare una pagina di storia affinchè il loro sacrificio sia d’esempio alle giovani generazioni e non sia cancellato dal trascorrere del tempo. Tra questi appare significativo ricordare quanto è avvenuto nella Venezia Giulia e in particolare presso il ponte di Salcano e in località Prevallo ove i Comandanti, in simbiosi con i gregari, diedero prova di compattezza e di onore militare. I POSTI DI SBARRAMENTO DEL PONTE DI SALCANO E DI PREVALLO Il ponte di Salcano venne edificato nei pressi di Gorizia (allora sotto l’Impero Austroungarico) per consentire il passaggio sul fiume Isonzo della linea ferroviaria Jesenice-Trieste, inaugurata nel 1906, che faceva parte del complesso della ferrovia Transalpina: un secondo collegamento ferroviario tra Trieste e il resto dell’Austria, alternativo alla linea Meridionale. Distrutto durante il primo conflitto mondiale dalle truppe austriache in ritirata e ricostruito durante il periodo fascista, dopo un breve periodo in cui fu temporaneamente rim-
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Capo di Stato Maggiore, Tenente Colonnello s.SM Domenico Spoliti, il Comandante la fanteria divisionale, Generale di Brigata Arnaldo Pavan, il Comandante dell’81° reggimento fanteria, Colonnello Vincenzo Longo, infine il Comandante dell’82° reggimento fanteria, Colonnello Giovanni Gatta. Nel periodo antecedente all’armistizio la Divisione aveva svolto un’intensa attività operativa contro i partigiani slavi. Dalla relazione per la «Commissione per l’esame del Comportamento», istituita dal Ministero della Difesa nel dopoguerra per valutare l’atteg-