L’ULTIMA FALANGE La battaglia di Pidna e il confronto/scontro tra la formazione macedone e la legione romana Una viva narrazione dell’evoluzione della fanteria dell’antichità, passo passo, dalla falange oplitica a quella macedone, fino alla superiore legione manipolare romana.
Resista ognuno ben piantato sulle gambe al suolo, mordendosi le labbra con i denti, nascondendo le cosce, gli stinchi, il petto e gli omeri entro la pancia d’uno scudo immenso; l’asta possente stringa nella destra e l’agiti, muova tremendo sul capo il cimiero... (Tirteo, VIII, 21-26)
Narra Plutarco che, quando vide la falange macedone schierarsi di fronte a sé, nella piana di Pidna, il Console romano Lucio Emilio Paolo ne rimase agghiacciato: «Di fronte alla saldezza dei loro scudi affiancati e alla violenza dell’urto un brivido di paura corse per le sue vene; ebbe l’impressione di non aver mai veduto spettacolo più terrificante di quello, e spesso, ancora molto tempo dopo, ricordava l’emozione provata a quella apparizione...».
Altro che Tirteo e la sua poetica, deve aver pensato il colto Generale romano, appartenente al raffinato clan filoellenico degli Scipioni. E si badi bene, non stiamo parlando di uno dei tanti Comandanti politici che Roma poneva alla testa delle proprie legioni, o di un giovane aristocratico più a proprio agio nel Foro che sul campo di battaglia. Paolo era un veterano ultrasessantenne, già Tribuno militare verso la fine della Guerra Annibalica, e poi Legato contro le coriacee tribù iberiche e liguri. Cosa può, allora, aver riempito di timore questo aspro e duro reduce, tanto da scioccarlo per i pochi anni (sarebbe morto nel 160 a.C.) che ancora gli restavano da vivere? IL C OZZO D EGLI S CUDI, L E L ANCE S PEZZATE: L’EVOLUZIONE DELLA FALANGE OPLITICA Eppure non era certo la prima volta che i Romani si scontravano con la falange macedone. Da Pirro ad Antioco III, lo strumento militare che aveva portato il grande Alessandro a dominare il mondo era stato spesso incontrato, e sconfitto, dai legionari. La legione stessa era d’altra parte un’evoluzione (raffinata) dell’originale tattica oplitica ellenica. Quest’ultima affondava le sue radici molto indietro nel tempo. Omero, nell’«Iliade», accanto al combattimento feroce ma ritualizzato tra i suoi eroi-guerrieri, ci offre anche descrizioni di combattimenti di massa («E intorno ai due Aiaci s’orA sinistra. Il poeta greco Omero, vissuto nell’VIII secolo a.C. Nell’«Iliade» cantò per primo, accanto ai duelli tra i guerrieri-eroi della guerra di Troia, gli scontri tra falangi di opliti della sua epoca. In apertura. Combattimento tra opliti raffigurato su un’anfora del 650 circa a.C..
SPECIALE - 112