L ettere al Direttore In relazione a quanto riportato nell’articolo di Antonio Taglialatela “La terminologia militare nella certificazione internazionale JFLT”, pubblicato sul numero 4/2013 di Rivista Militare, si ritengono opportune le seguenti precisazioni, anche per arricchire il pregevole contributo dell’Autore sulla certificazione JFLT. • Il JFLT non è un test NATO, come riportato nel titolo e nel corpo dell’articolo, ma il test interforze italiano, sviluppato in ambito nazionale per le esigenze delle Forze Armate e dei Corpi armati dello Stato. Il JFLT è un test di proficiency, cioè un test che mira a “fotografare” le abilità linguistiche di un candidato in qualsiasi momento, senza necessariamente aver frequentato un corso (a differenza dell’achievement test). Altri Paesi dell’alleanza atlantica, per accertare i livelli di conoscenza delle lingue estere, hanno sviluppato e adottato altri modelli di certificazione linguistica comunque rispondenti, come il JFLT, alle specifiche e ai descriptors dello STANAG NTG/6001 (4a ed.), documento di riferimento della NATO. Lo STANAG 6001 definisce le linee guida e non è assolutamente prescrittivo ma, piuttosto, descrittivo. Il compito del BILC, cui si fa riferimento nell’articolo, è di aiutare nell’interpretazione e nell’implementazione delle best practice. Ogni Paese, infatti, adotta la modalità testologica che ritiene opportuna (mono o multi level test, a risposta multipla o aperta). • La terminologia militare è parte integrante delle prove del JFLT, in maniera sostanziale nello speaking e nel writing. • Equiparare il livello 2 a B1/B2 del CEFR è impreciso e riduttivo. Le corrispondenze tra le varie scale di conoscenze linguistiche non sono equivalenti. Ad oggi, sono in atto diversi progetti di studio di comparazione dei molteplici sistemi di valutazione linguistica. • In sede di certificazione, il candidato che non supera lo sbarramento, attualmente previsto al livello SLP 1 dalla Direttiva SMD FORM 004, termina l’esame con il giudizio “non qualificato” e non conserverà, pertanto, alcun SLP eventualmente posseduto, sia esso in corso della validità triennale o scaduto. • Infine, appare opportuno sottolineare come lo STANAG 6001 abbia costantemente ricercato approfondimenti ed aggiornamenti. Se il testo è rimasto pressoché identico, le edizioni successive, con annessi specifici, hanno introdotto, ad esempio e già citato nell’articolo, l’interpretation document con l’edizione 2 del 2002. L’edizione 3 del 2008 ha introdotto i livelli plus che vengono attribuiti quando il candidato non raggiunge la piena consistenza delle abilità previste per il livello superiore. L’edizione 4, infine, sottolinea nella prefazione che i citati livelli sono facoltativi e lascia alle singole nazioni la prerogativa di utilizzarli nelle certificazioni. Nella fattispecie, ancorché ancora non previsti in ambito job requirements NATO, i livelli plus sono stati introdotti dall’ultima serie di varianti alla direttiva SMD FORM 004 e costituiscono, da settembre 2013, specifico punteggio SLP attribuito al personale della difesa a seguito di certificazione linguistica. Chiarire quanto precede agli attenti lettori di questa prestigiosa rivista permetterà loro di meglio porre a fuoco questi importanti aspetti relativi alla conoscenza linguistica e alla sua certificazione. Approfittando di questa opportunità, desidero ricordare al lettore che conoscere le lingue, almeno l’inglese, assicura la possibilità di esplicitare e valorizzare in qualunque contesto (oserei dire con effetto moltiplicatore), le abilità professionali e le capacità operative possedute. Infine, vorrei ricordare che il sito www.slee.it è ricco di altre preziose informazioni sulla formazione linguistica e sul testing. Generale di brigata Gianfranco Di Luzio Comandante della Scuola Lingue Estere dell’Esercito Ringraziamo il Generale Di Luzio per la sua precisazione che inaugura la rubrica della posta al Direttore. Gli spunti sopra elencati consentiranno di focalizzare meglio importanti aspetti relativi alla conoscenza linguistica e alla sua certificazione. La Rivista Militare è sempre lieta di ospitare considerazioni e apporti di pensiero che contribuiscano ad arricchire il dibattito sui temi della difesa. L’invito è a scriverci con franchezza le vostre impressioni, i commenti e i punti di vista alternativi. Su ogni numero selezioneremo le lettere più interessanti che saranno pubblicate in questo spazio. L’indirizzo è riv.mil@tiscali.it. Felice De Leo Direttore Rivista Militare
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