RIVISTA MILITARE 2013 N.2

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Rivista Militare

Tab. 3 Fatti d’Arme Il primo reggimento di Bersaglieri a schierarsi in Tunisia fu il 10°, arrivato a novembre del ’42 dopo lo sbarco degli americani in Nord Africa. La sua prima brillante azione risale al 2 dicembre 1942, quando reparti del XVI battaglione catturano un folto gruppo di paracadutisti inglesi e americani del Colonnello Raff. Disarticolato e assegnato a più unità venne di nuovo impegnato duramente a Kef-Zilia, a sud-est di Capo Serrat, all’alba del 26 febbraio 1943. Su questa posizione cadde il Tenente Francesco La Fata, più volte colpito e decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare. I bersaglieri si ritrovarono con i fianchi e le spalle scoperti su posizioni che i tedeschi di Barentin avevano abbandonato. A titolo di difesa poi i tedeschi in ritirata avevano minato e posto trappole su tutti i sentieri. Ferito il Comandante del XXXIV battaglione, che aveva il compito più grave, il Comandante del reggimento (Tenente Colonnello Latini), facendo perno sulle posizioni di Kef el Rai raggiunte dal XXXV battaglione, riprendeva l’attacco il 27, riuscendo a occupare Kef-Zilia e a mantenerne il possesso nonostante i reiterati contrattacchi del nemico, costretto a un disordinato arretramento. A titolo di riconoscimento il Generale Manteuffel volle personalmente consegnare la Croce di Ferro Germanica al Comandante del reggimento. Dopo aver contrastato tenacemente l’avanzata nemica, il 10° poté tuttavia raggiungere, attraverso la boscaglia a nord della valle Sedjenane, la nuova linea di difesa. Qui, i superstiti, riuniti in un solo battaglione, continuarono a battersi con la Divisione corazzata «Manteuffel», finché non furono raggiunti dai Bersaglieri del 5° reggimento, provenienti dalla 1a Armata, e dai Fanti di Marina del battaglione «Grado», già impegnato nel settore della Divisione «Superga». Ridotto a una sola compagnia fucilieri, rientrò in Sicilia ove si ricompose con i Battaglioni XXXV, LXXIII e LXXIV e si impegnò in una strenua lotta nella zona di Agrigento riuscendo temporaneamente ad arrestare le forze avversarie. Memorie del Maggiore Mario Romagnoli alla resa dei resti del 5° e del 10° reggimento Bersaglieri «La resa fu degna delle nostre tradizioni. Il nemico (truppe americane) inviò un parlamentare con bandiera bianca, accompagnato da un Ufficiale tedesco con l’ordine di resa emanato dal Comandante della piazza di Biserta. Ero in posizione con i superstiti di due reggimenti, circa 600 uomini, su di una piccola quota. Il parlamentare mi invitò ad andare da lui. Rifiutai. Se voleva parlarmi doveva venire lui da me. Venne. Mi intimò la resa mostrandomi l’ordine del Generale Comandante la piazza di Diserta. Rifiutai la resa incondizionata ed esposi le mie condizioni. Il parlamentare se ne andò. Riunii i Bersaglieri, feci loro un breve discorso. Lacerai la Bandiera, dopo averla fatta baciare agli Ufficiali e ne distribuii un pezzetto ciascuno. Il parlamentare tornò. Quanto avevo richiesto fu concesso. Potei far distruggere le armi. Entrammo nelle file nemiche in perfetto ordine: 4 motociclisti, la mia macchina con l’Aiutante Maggiore, Tenente Ercolani, e il Cappellano. Una colonna di camion miei, nascosti e salvati dall’offensiva nemica, con tutti i Bersaglieri, fiancheggiata dai miei motociclisti. Così, in un deserto africano sfilai alla testa dei miei Bersaglieri davanti ai nemici che, irrigiditi sull’attenti, presentarono le armi. Raggiunsi il campo di concentramento di Mateur, i miei Bersaglieri furono posti in un recinto isolato e poterono provvedere al servizio di ordine e vettovagliamento con i miei Ufficiali. Un Generale americano mi espresse il suo compiacimento per l’ordine e la disciplina dei miei uomini. Dopo tre giorni fummo divisi. Così finì la guerra tunisina sul fronte di Biserta». 13 maggio 1943. Concessione della Medaglia di Bronzo al Valor Militare al 10° reggimento Bersaglieri Per sei giorni consecutivi, pur essendo consapevole delle proprie inferiorità di mezzi, resisteva ai reiterati attacchi di forze preponderanti, riuscendo, con sanguinosi sacrifici, ad arrestarne l’aggressività. Manifestatasi la crisi, raccoglieva i valorosi superstiti e indomito si impegnava in strenua lotta fino all’esaurimento di ogni mezzo di offesa, tenendo in grande onore il prestigio delle Armi Italiane. Sicilia (AG) 10-16 luglio 1943. Sciolto a seguito dell’Armistizio del 1943, non è stato più ricostituito.

Il Pinelawn Memorial Park, dove riposano le 53 vittime della «SS Benjamin Contee».

nella 5a Panzerarmee tedesca, cadde probabilmente prigioniero al termine della Battaglia di Tunisi (2 aprile - 13 maggio 1943) con la definitiva capitolazione della 5a Panzerarmee. Trasferito negli Stati Uniti morì prigioniero presso Fort Como il 24 agosto del 1943 all’età di 33 anni e fu traslato successivamente nel luogo di sepoltura attuale. In tabella 3 alcuni dei fatti d’arme del 10° reggimento Bersaglieri, le memorie dell’ultimo Comandante di reggimento al momento della resa del 5° e 10° reggimento Bersaglieri e la motivazione della concessio-


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