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CONCLUSIONI

CONCLUSIONI

Questa tesi è un esempio di come determinati avvenimenti ritenuti inaspettati, possano al contrario rivelarsi quasi scontati dopo la loro realizzazione. La politica ha sempre avuto a che fare con il potere e troppo spesso diversi dittatori l’hanno sfruttata per raggiungere i propri obiettivi, a qualunque costo. È successo con Stalin, è successo con Hitler. Entrambi avevano la sensazione, ancora troppo radicata nell’Europa di allora, di poter risolvere la maggior parte dei problemi con la guerra e l’uso della forza, peraltro non solo contro soldati nemici ma anche nei confronti di semplici civili. L’ambizione di Haushofer, cioè un’alleanza a lungo termine tra la Germania e l’Unione Sovietica, credo che avrebbe diviso in modo troppo brutale il sistema internazionale della politica. Difficilmente si sarebbe riusciti a controbilanciare le forze russo-tedesche concentrate nel territorio eurasiatico, effettivamente ricco di risorse e quindi comunque adatto per governare. Le teorie di Mackinder appaiono invece non più razionali, ma più ragionevoli: l’equilibrio di potenza sarebbe stato raggiunto in un modo più convenzionale, meno fondato sugli aspetti razziali e più su quelli geografici e ideologici. Il teorico inglese, tra le altre cose, peccò d’ingenuità sottostimando la potenza della bomba atomica e le capacità dei missili e dei mezzi militari d’aviazione. Va comunque considerato che nel mondo globalizzato di oggi e generalmente democratizzato, difficilmente si potrebbe sottoscrivere un protocollo segreto come quello russo-tedesco senza precedenti avvisaglie e in modo effettivamente discreto. La maggior parte delle autorità statali del sistema politico attuale riprende i principi della democrazia, tra cui anche quello secondo il quale le democrazie tendono a non fare la guerra tra loro. Possiamo quindi concludere che, visti i cambiamenti del sistema internazionale dal secondo dopoguerra ad oggi, le alleanze tra Stati verranno ancora strette, ma in ambiti diversi da quelli della cooperazione per una guerra d’aggressione, dal momento che ciò costerebbe la reazione degli altri Stati anche solo minimamente rispettosi delle consuetudini del diritto internazionale.

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