LANZAROTTO MALOCELLO DALL'ITLIA ALLE CANARIE

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dall'Italia alle Canarie

dal loro peccato". Da questo passo emergono due elementi per l'individuazione del futuro Purgatorio: questi due elementi sono la possibilità di un riscatto dei peccati dopo la morte e l'importanza della preghiera da parte dei vivi per i defunti, il cui destino così muterebbe. Nel Nuovo Testamento questa possibilità di riscatto si trova in tre punti, rispettivamente nel Vangelo di Matteo (12.31-32), in quello di Luca (16.19-26) e quindi in un passo della prima epistola di san Paolo ai Corinzi. (I Corinzi 3.11-15). E queste realtà del Nuovo Testamento pare che debbano avere necessariamente delle premesse nel Vecchio Testamento. Da qui l'importanza di quel passo di Giuda Maccabeo per l'elaborazione del "pensiero Purgatorio". Ma torniamo al Paradiso terrestre. Vi è un testo fondamentale, Navigatio Sancti Brendani, scritto riferibile alla metà del X secolo, che contribuisce a spostare il Paradiso terrestre da Oriente a Occidente. San Brendano si mette per mare, per l'Atlantico, alla ricerca del paradiso. In questa sua navigazione egli s'imbatte, passando di isola in isola, nell'Inferno - lì bestie e un fiume di sangue - quindi nel Paradiso delle delizie, ovvero con le Isole Fortunate e alla fine nel Paradiso terrestre. Malgrado la Navigatio Sancti Brendani fosse stata attaccata come apocrifa, l'opera ebbe grande successo e notevole diffusione. Proprio a testimonianza della diffusione vi è un grande numero di manoscritti. La Navigatio più antica in volgare risale al XIV secolo e si tratta di una copia toscana di un originale veneto. Vi è inoltre da aggiungere che nel XIV secolo v'è un copioso fiorire di carte geografiche, quelle ad esempio di Marin Sanudo. Così leggenda e realtà finiscono con l'intrecciarsi; e con i mappamondi e i portolani ecco che proprio dalle parti delle Isole Canarie verranno collocate le cosiddette "Isole fortunate di san Brendano", notizia questa che emerge nel mappamondo di Hereford del 1276 (oggi custodito nella Cattedrale di Hereford): "Fortunate lnsulae sex sunt Insulae St. Brendani". E una notizia analoga campeggerà nel mappamondo catalano della biblioteca estense, questo risalente all'anno 1375. In questo caso l'iscrizione sarà "Fortunarum Insulae sive Sancti Brendani". Ora, visto il tanto argomentare su quanto vi era (o vi poteva essere) al di là delle Colonne d'Ercole, risultava difficile concepire Luoghi che se da una parte potevano risultare "certi" geograficamente parlando, non potevano non essere descritti "anche" con quel fantastico medievale - summa

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