un’eventuale resa. Ultimata la guerra in Balcania e rientrati in Patria, ridotti a un terzo dopo i duri combattimenti sostenuti sulle aspre montagne del Montenegro, dell’Erzegovina, della Bosnia e del Sangiaccato, chiedevano unanimi l’onore di difendere il suolo natale, emuli di quanti si immolarono all’Italia e al dovere, tramandando ai posteri le leggendarie virtù guerriere della stirpe - Iugoslavia, 8 settembre 1943 - Italia, 25 aprile 1945”. Nel 1964 il “Garibaldi” si trasformò in reggimento corazzato, riunendo l’11° battaglione bersaglieri e il 13° battaglione carri. Con la ristrutturazione dell’Esercito il nome del reggimento è passato all’8° Brigata meccanizzata, mentre la gloriosa Bandiera è passata in consegna all’11° bersaglieri che ha pure mantenuto la cravatta rossa. Dovendo poi assegnare all’11° un nome di località, come fatto per tutti i battaglioni bersaglieri, lo Stato Maggiore dell’Esercito ritenne opportuno chiamarlo “Caprera”, a ricordo dell’isola tanto cara all’“Eroe dei due mondi”. Dopo questi brevi accenni alla storia dell’11° bersaglieri e del 182° “Garibaldi” è possibile descrivere lo stemma del reparto. Lo scudo è abbassato al capo onorevole d’oro, a ricordo della massima ricompensa al Valor Militare concessa alla Bandiera, e reca nel quartier franco, di nero e di rosso, un leone armato d’oro passante, simbolo trasparente del Montenegro dove più rifulse l’eroismo del “Garibaldi”. Lo scudo, tutto d’azzurro, colore indicativo del valor militare, è diviso in due partiture da una banda di porpora (2) caricata di tre ruote d’argento, allusione al colore tradizionale dei bersaglieri, alla specialità
347