Ora, dopo la morte di Pellegrino Rossi e la conseguente fuga di Pio IX, non si vuole più abbandonare gli Stati della Chiesa, finché non sventoli sul Campidoglio la bandiera dell’Italia unita, ma intanto cominciano ad affacciarsi i gravi problemi della logistica, del come mantenersi e del come vestirsi. Le richieste al comune di Forlì non hanno alcun buon risultato e Garibaldi porta la sua Legione a Cesena. Qui i legionari sembrano ad un testimonio oculare, non certamente tenero (il canonico Salli), una “masnada di assassini, meno i Lancieri del Masina che, oltre a sembrare bei giovani, paiono anche ben vestiti e di bell’effetto”. Da Cesena la Legione si porta a Cattolica mentre Garibaldi e Masina si recano a Roma per trattare col governo provvisorio, il famoso Triumvirato. Questo tergiversa un po’ e finalmente, il 22 dicembre 1848, accoglie la Legione in servizio, a patto che Garibaldi assuma il grado di Tenente Colonnello, che la forza non sia superiore a quella di un battaglione e che vada a stabilirsi lontana da Roma, a ... Porto San Giorgio! La forza dei lancieri a quest’epoca risulta leggermente aumentata di qualche uomo fino ad un totale di 45, formando uno squadrone su due plotoni. Masina ha fatto fare per il suo squadrone uno stendardo tricolore, tipico delle bandiere garibaldine, senza stemmi, quadra-
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Pietro Bruzzesi, nato a Civitavecchia nel 1832. Ha fatto la campagna del 1860 nelle “Guide a cavallo”.
Luigi Daccò, nato a Marcignago (Pavia) nel 1838. Ha fatto le campagne del 1859 e del 1860 nelle “Guide a cavallo” e del 1862.
Pietro Fiorentini, nato a Verona nel 1825. Ha fatto la campagna del 1860 nelle “Guide a cavallo”.
Maria Stefano Cervetto, nato a Genova nel 1839. Ha fatto la campagna del 1860 nelle “Guide a cavallo”.