IL RACCONTO DI UN SOPRAVVISSUTO È un reduce di Cefalonia il Sergente Maggiore in congedo Saverio Perrone, nato a Tricarico, Distretto Militare di Potenza, il 6 gennaio 1922. Appartenente al r Reggimento artiglieda controaerei del capoluogo campano, era inquadrato nel 3o gruppo da 75/27 comandato dal Tenente Colonnello Cesare Fiandini e la sua batteria, la 2a, era quella del Capitano Amedeo Arpaia. Dall5 al22 settembre 1943 combatté n ell'isola ionica, vivendo personalmente tutti quei tragici eventi. Tornato in Italia nel 1945, ha deciso di vivere nel paese d el suo Comandante di batteria, trucidato dopo i combattimenti, cercando di alleviare il dolore dei parenti. È una persona sensibile, discreta e riservata. Avverte il rammarico di essere stato privato di tanti Comandanti e Commilitoni, gente operosa e degna come lui. Mentre una lacrima, una sola, sfuggita al suo controllo gli solca il ruvido viso segnato dal tempo, il suo sguardo si allontana come a raggiungere una lontana dimensione, immagini indelebili racchiuse nella mente. Comincia, cosi, a raccontare.
L'IMPREVISTO CHE SALVÒ LA MIA VITA Nei primi giomi del maggio 1940, il 3° Gruppo del 2° Reggimento di Artiglieria controaerei, di stanza a Napoli nella Caserma Armando Diaz, cui appartengo, nella batteria del Capitano Amedeo Arpaia, viene assegnato, quale unità complementare, alla Divisione di Fanteria «Acqui», nell'isola greca di Cefalonia. All'epoca dei fatti, rivesto il grado di Sergente Maggiore. · Nel doloroso giorno dell'8 settembre 1943, il Generale Antonio Gandin, Comandante della Divisione, dopo un penoso travaglio, ci indica la via del dovere ponendosi alla testa della sua unità, contro la Divisione «Stella alpina». Dopo gli scontri, protrattisi per una settimana e oltre, la reazione avversaria ci porta a patire rappresaglie inaudite, che non trovano precedenti nella storia degli Eserciti occidentali. Con il mio reparto partecipo alle seguenti battaglie: Argostoli (15 settembre), Kardakata (16-17-18 settembre), Capo Munta (19 settembre), Dilinata (21 e 22 settembre). Nella tarda mattinata del22 settembre, a causa della sproporzione dei mezzi, la resistenza è spezzata e la Divisione «Acqui» si arrende al nemico impietoso. Ci troviamo a ridosso di Argostoli (località Gragnas) e la mia batteria è ancora schierata sia pure su due soli pezzi. Tuttavia, il Capitano Arpaia rimane imperterrito al centro dello schieramento. Gli aerei si sono allontanati dopo averci massacrati, per giorni, dall'alba al tramonto, per tutta la durata delle operazioni. Avvertiamo solo saltuarie scariche di mitra, non lontano da noi, che individuiamo lungo il Vallone di Santa Barbara e alla nostra destra (castello veneziano). La colonna, proveniente dal Vallone di Santa Barbara, ha raggiunto il ponte sulla laguna argostoliota, mentre il mio Capitano si accorge di essere rimasto solo, giacché tutto il nostro schieramento ha cessato di lottare. Riesce ad avere dal telefonista Bruno Paone da Maida, una sola linea rimasta e parla con il Maggiore che comanda i reparti di marina a terra (pare si chiami Barone ), che laconicamente lo accorrenta sulla situazione, disponendo la resa perché nulla è rimasto più in piedi. Ma i tedeschi sono già nei pressi del caposaldo e noi, in camiciola e pantaloncini, ordinati e a fronte alta die tro al nostro Comandante di batteria, che ci ha guidati per 3 anni e 3 m esi, sia-
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