RIVISTA MILITARE 2016 N.1

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G

di Flavio Russo*

llii studi studi matematici matematici e le le inveninvenzioni meccaniche di Erone sono ancora oggi ampiamente presenti nel nostro contesto scientifico-tecnico, a partire dalla nota formula trigonometrica per la trilaterazione agli attuatori dei cancelli meccanizzati, dal distributore automatico di bevande al contachilometri sul cruscotto, per citare solo i più utilizzati. Difficile inquadrare cronologicamente la sua esistenza e soltanto di recente si è concluso, in base alla descrizione di un’eclissi lunare da lui fatta, che visse nel primo secolo d.C., all’interno dell’ImpeModello in grandezza naturale di una cheiroballistra ricoro romano. Assurdo, pertanto, imstruita dall’autore per la Torre Medievale di Telese Terme maginare che un cervello del genere restasse avulso dal settore militare, in quello scorcio storico impegnato nel suo più poderoso sforzo di aggregazione territoriale. Del resto pu- Il testo è in greco e già dal nome re la sua cheiroballistra suggerisce una coincidente datazione essendo tan- dato all’arma traspare la sua connoto diversa dalla catapulta (denominazione che all’epoca designava una sor- tazione peculiare: la miniaturizzaziota di balestra) descritta da Vitruvio poco meno di un secolo prima, che diffi- ne della più poderosa artiglieria nevrobalistica dell’antichità, più nota cilmente sarebbe sfuggita alla sua menzione qualora anteriore. Ribattezzata in latino manuballista si differenziò perciò anche figuratamente come balista palintona, diversa per dalla più antica, peraltro utilizzata già da oltre due secoli, e nota per la sua architettura e per modalità di lancio somiglianza formale e letalità funzionale col soprannome di “scorpione”. La dalla tradizionale eutitona affine alnuova arma andava reputata, invece, una sorta di balista in miniatura o più l’anzidetta catapulta. esattamente una balista manesca, una lancia-dardi di ridotto ingombro ma A fugare qualsiasi residuo dubbio al di straordinarie prestazioni, conservando della più antica soltanto il proietto. riguardo, rendendo esplicita e chiara Ovvio concludere che l’invenzione di Erone subito si impose nell’armamen- l’esposizione, contribuiscono i disegni to delle legioni, giustificando per la sua riscontrata validità il meticoloso trat- dell’intera componentistica, redatti, la tato che il grande scienziato le dedicò, fortunosamente pervenutoci, sebbe- prima volta nella Storia, in assonomene in parte mutilo, in appena quattro copie, disperse in varie biblioteche eu- tria esplosa e debitamente quotata. ropee, delle quali la più nota è il Codex Parisinus Inter Supplementa Greca L’accennata mutilazione, identica nei 607, presso la Biblioteca Nazionale di Parigi, manoscritto che contiene pu- quattro codici, ne certifica la comune origine di copie altomedievali, eseguire, ai fogli 56r e 58v, le raffigurazioni delle componenti dell’arma. te te perciò in qualche Abbazia da miti monaci mo amanuensi, ignoranti di greco e di d armamenti, che sicuramente non ebbero eb il minimo sentore della cosa a cui cu si riferissero quei disegni, che aggr graziarono con degli sgargianti colori, e quelle lettere che con pazienza cop piarono. Difficile immaginare, infatti, c identificandoli per quel che erano che n li avrebbero distrutti! non A Assodato che l’arma di Erone restav pur sempre una lancia-dardi, perva Alcuni reperti in ferro del II-III sec. a.C.: il supché definì balista, sia pure a mano, porto per matasse appartiene ad una cheirobaluna macchina che invece scagliava listra mentre la barra arcuata ad una balista palle di pietra? In cosa consisteva 94 94

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