RIVISTA MILITARE 2016 N.1

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PORTA CLAUSA Anche detta Inter Aggere o Querquetulana, la Porta Chiusa venne costruita, quasi certamente, in epoca onoriana (393-423 d.C.), a controllo della via Viminalis, tra i Castra Praetoria e l’area descritta da molti storici come Vivarium (ovvero recinto destinato alle bestie utilizzate nei giochi con animali, le Venationes). Si tratta di una porta a un solo fornice, largo m 3,14, e rivestita in travertino. Al di sopra erano presenti sei finestre arcuate, atte a dare luce alla camera di manovra della saracinesca e sormontate da una grossa cornice modanata. Il fornice della porta venne tamponato con muratura mista, probabilmente nel XV secolo. Oggi, seppur in ottimo stato di conservazione, è alquanto difficile visitarla perché incastonata nella zona di rispetto di edifici pubblici.

COSTRUZIONE DEI CASTRA PRAETORIA Lunghi circa 440 metri (lato orientale e lato occidentale) e larghi 380 metri (lato settentrionale e lato meridionale), i Castra Praetoria riproducevano la forma caratteristica di un accampamento militare romano: avevano pianta rettangolare con angoli arrotondati per garantire una migliore difesa e quattro porte che si aprivano in corrispondenza dei due assi viari principali, la via Principalis (cardo massimo) e la via Praetoria (decumano massimo). I Castra Praetoria erano strategicamente collocati nella parte nordorientale dell’Urbe, su un’estremità relativamente pianeggiante del colle Esquilino, tra le importanti arterie stradali della via Viminalis (attuale via Tiburtina) e della via Collina (oggi via Nomentana). La zona antistante il lato occidentale dei Castra Praetoria, all’esterno dell’accampamento, era destinata a “Piazza d’Armi” 90

A sinistra nel riquadro Porta Chiusa presso Castro Pretorio e mura adiacenti Sotto Posizione dei Castra Praetoria in relazione al Palatino e alle Mura Serviane

dei Pretoriani o “Campus Cohortium Praetoriarum”. Tale area si estendeva fino al confine con l’antico aggere serviano e, come l’accampamento stesso, era delimitata lateralmente dalle vie Collina e Viminalis che uscivano dalla città attraverso le omonime porte. Il muro del Castro, spesso m 2,30 per quasi tutta la sua lunghezza, era formato da laterizi di colore rosso-scuro (larghi cm 24 ca.) che costituivano un paramento murario alto m 3,30 coronato da una cornice decorativa di quattro mattoni sagomati. L’accampamento era munito di torri, ma non si ha conoscenza del loro numero esatto. A oggi se ne vedono solo tre: due si trovano lungo il muro orientale (il lato rivolto verso il Policlinico Umberto I), mentre l’altra è inglobata in una delle torri aurelianee. Le torri tiberiane, probabilmente, non avevano specifiche funzioni difensive in quanto sporgenti di soli cm 30 dalla fronte esterna. Nella parte interna dell’accampamento, era presente una serie ininterrotta di camere addossate alla muratura, dette Contubernia; questi ambienti, m 90 sui lati lunghi e m 75 su quelli corti, erano realizzati in opera reticolata di tufo, intonacati e dipinti, coperti a volta e pavimentati in mosaico bianco e nero o in basoli. Il piano di copertura, che aveva anche funzione di cammino di ronda, era formato da diversi strati di cocciopesto, opus spicatum e completato con mosaico nero. Alcune delle tessere di questo mosaico sono ancora visibili nella parte interna dell’attuale Caserma Castro Pretorio presso l’angolo Nord-Est. IL CONTUBERNIUM Il Contubernium era la più piccola unità militare dell’Esercito romano, costituita da otto uomini che condividevano lo stesso alloggio ed erano ricompensati o puniti insieme; per estensione il termine Contubernium passò a indicare anche l’unità abitaRivista Militare


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