331
L’YMCA e la nuova concezione del tempo libero in trincea di Lauro Rossi «E’ così allegra la guerra. Ci si ferisce, ci si azzoppa, ci si massacra, ci si deruba, ci si saccheggia, ci si viola e ci si ammazza, in una apoteosi»
L’
L. Febvre
arrivo degli americani in Europa, nel 1917, portò indubbiamente nuova linfa alle forze dell’Intesa. La guerra, secondo i presupposti di democrazia e giustizia sociale avanzati da Wilson, assunse connotati sempre più dichiaratamente politico ideologici1. Di questo clima sentiva di poter trarre giovamento anche l’Italia, che il peso del conflitto cominciava a fiaccare (e non c’era stata ancora Caporetto). Questo almeno l’auspicio di buona parte dell’opinione pubblica, preoccupata anche della propaganda per la pace che sembrava farsi più incisiva. «Gli Stati Uniti, lontani 4000 miglia dall’Europa combattente; gli Stati Uniti, che sembravano avere un solo interesse, quello della pace e della neutralità, avendo alla testa il più convinto pacifista, dopo lungo indugio, che aggiunge valore al loro atto, si sono ad un tratto schierati coi popoli civili nella grande lotta per la giustizia, e hanno dichiarato la guerra alla Germania, che calpesta tutte le leggi dell’umanità»2. 1 «E’ una cosa spaventevole gettare questo grande, pacifico popolo in guerra, nella più terribile e disastrosa di tutte le guerre, che sembra mettere in giuoco la stessa civiltà. Ma il diritto è più prezioso della pace; e noi dobbiamo combattere per le cose che abbiamo sempre tanto amate, per la democrazia, per il diritto di coloro che sono governati di far sentire la loro voce ai propri governi, per i diritti e le libertà delle piccole nazioni, per il dominio universale del diritto da parte di un’intesa di popoli liberi, che dia pace e sicurezza a tutte le nazioni e renda alfine libero tutto il mondo. A tale compito dobbiamo dedicare le nostre vite e i nostri beni». Con queste parole il presidente Woodrow Wilson si presentava al Congresso il 2 aprile 1917 per richiedere la dichiarazione dello stato di guerra. Cfr. Allan Nevins, Henry Steele Commager, Storia degli Stati Uniti, Torino, Einaudi, 1964, p. 428. Vedi anche Discorsi del presidente W. Wilson, Roma, Tip. E. Pinci, 1919. 2 Cfr. Unione generale degli Insegnanti italiani per la Guerra nazionale, Comitato Lombardo, La propaganda contro la guerra e l’intervento degli Stati Uniti d’America, [Milano,