STORIA DELLE DOTTRINE MILITARI

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In epoca imperiale questo strumento tende ulteriormente a dilatarsi, con un sempre più frequente e massiccio ricorso al mercenariato: già con Augusto - il primo imperatore romano - la forza effettiva dell 'esercito ammonta, in pace, a circa duecentom il a unità che si rivelano ben presto insufficienti per coprire l'enorme estensione dei confini in continuo aumento. Da Co~tantino (imperatore dal 306) in poi , il cittadino non è più soldato e il magistrato non è più ufficiale come una volta quando il ••questore» (tesoriere), l' ••edile» (assessore ai lavori pubblici) , il ••pretore» (giudice) si trasformavano, in guerra, in comandanti di unità o in uffièiali di Stato Maggiore. Al servizio di guardia dell'imperatore provvedono i ••palatini», succeduti ormai agli antichi ••pretoriani>• il che significa appunto che il palazzo ha definitivamente sostituito la tenda da campo. Essendo però ora impossibile per l'erario sostenere l'onere economico di una così grande massa di armati, l'esercito si scinde in due aliquote: stanziale e di manovra. La prima è costituita di •<limitanei ••, reclutati prevalentemente sul luogo del bisogno, a poco prezzo , e la seconda, più efficiente , è formata di ••comitatenses •• ed è tenuta ammassata in punti arretrati da dove può intervenire con tempestività (manovra per linee interne). Con ciò , tuttavia, l'esercito perde la sua caratteristica essenziale che è la mobilità; i legionari di ventano intrasferibi li mentre l'organizzazione viene sempre più utilizzata in compiti non istituzionali (co struzione di opere pubbliche , riscossione dell e im poste , ecc.). Per Roma è l'inizio della fine ché , quan do i barbari (gli stranieri dei Romani) cominceranno a premere simultaneamente su tutti i confini , essa non sarà più in grado di esprimere una forza militare adeguata alle esigenze di difesa, nonostante non manchino i tentativi , sempre inefficaci, di riesumare i vecchi schemi. Il servizio militare. Nella Roma.. antica solo i cittadini di diritto, vale a dire i benestanti , prestano servizio militare, considerato più un privilegio che un dovere: questo perché i Romani ritengono che soltanto la volontà di conservare un patrimonio spinga ad atti di valore. L'esercito non ha carattere permanente, ma si costituisce di volta in volta secondo le necessità, in genere mediante chiamata regolare (contingente prestabil ito di fanti e cavalieri che ogni tribù ha l'obbligo

di fornire) , talvolta con levata in massa e, se del caso, con reclutamento straordinario di volontari. La maggior parte dei cittadini mi lita in fanteria pesante - inquadrata nella cosiddetta legione che è lo strumento fondamentale del l'esercito romano di tutti i tempi- mentre prestano servizio in cavalleria , almeno inizialmente, solo i capi delle grandi famiglie ( «gens .. ) ed i loro più stretti congiunti (ogni cavaliere conduce seco, in guerra, due fanti scelti come serventi). Il gettito dell a leva aumenta però continuamente , in relazione al crescere de lle tribù, e, ai tempi più o meno di Alessandro il macedone, Roma può già di sporre, con la sola mobi li tazione urbana, di circa quarantamila uomini. In epoca repubblicana , invece, il reclutamento appare più perfezionato , anche se quella che oggi si definisce la forza bilanciata- ovvero la media giornaliera degli effettivi - è ancora stabilita per centuria. Infatti, gli obblighi militari possono ormai considerarsi individuali perché nessuno ha diritto di voto o può adire a cariche pubbliche senza aver fatto parte della milizia per un certo numero di anni che varia in relazione ai privilegi cui ciascuno tende: per chi vuole iniziare una carriera pubblica , la ferma minima è di dieci anni. Di leva si è a diciassette anni e anche dopo il congedo- al cavaliere viene accordato in forma solenne nel «foro•• (la piazza) - si può essere richiamati fino a quarantacinque ann i (juniores). Appena arruolato il coscritto presta il giuramento, che è un atto sacro cu i non si può sottrarre pena la morte. Ma la recluta, prima di divenire milite, è sottoposta ad un tirocinio d'istruzione (alcuni mesi) durante il quale viene addestrata in tutte le discipline. Ai tempi di Mario, per militare in cavalleria e in alcune legioni (le prime) è richiesto anche un minimo di statura. Il servizio, in izialmente gratuito, com incia ad essere retribuito all'epoca di Fu rio Camillo - il conquistatore di Vejo (396 a. C.)- che introduce per la pri ma vo lta un compenso (stipendium) al fine di non far gravare le spese di guerra sui familiari dei soldati. Le liste di leva sono praticamente compilate dai «censori .. (addetti all'anagrafe tributaria e al buon costume) nel momento in cui iscrivono i cittadini alle diverse classi sociali. Il rancio è frugale, duro è l'addestramento, severa la discip lina; è comunque abitud ine che a mez zog iorno i so ldati ripo sino.


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