STORIA DELLE DOTTRINE MILITARI

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per colonne distinte. In ogn i caso, è uno spettacolo impressionante per l'enorme massa di armati che, a detta del solito Erodoto, prosciugano addirittura i fiumi alloro passaggio. Non si deve tuttavia dimenticare che l'esercito persiano è di solito seguito ne i suoi spostamenti da una moltitudine di donne e di servi i quali, in verità , lo appesantiscono assai e ne limitano alquanto la possibilità di manovra. Per quanto poi Persepol i - la residenza deg li Achemenidi - sia contornata da una duplice cinta di mura, la fortificazione non è in genere molto sviluppata tra i Persiani, anche perché non conviene loro che i popoli assoggettati, sempre pronti a ribellarsi, si creino forti centri di resistenza. D'altra parte, considerata l'estensione dell'impero, l'unica vera garanzia di sicurezza può risiedere solo sul la forza dell'esercito. Le tecniche ossidionali sono invece varie ed evo lute: quell a preferita consiste tuttavia nell'elevare terrapieni contro le mura da espugnare, fino ad annul lare l'ostaco lo. Molto frequente è inoltre l'uso del le mine e delle contromine, tecnica questa che i Persiani hanno appreso dai Lidi e dagli Egizi, e che consiste nel lo scavare una galleria sotto le opere avversarie per farle cro llare. In definitiva, il punto di forza fondamentale dello strumento mil itare persiano si può considerare la potenza del numero, mentre l'elemento primario di debolezza è dato dalla scarsa coesione delle forze, troppo eterogenee perché si possano mantenere salde di fronte ad un nemico veramente deciso ancorché esiguo. E con uno strumento di tali caratteristiche il prin cipio basilare dell'arte mi litare persiana non può che essere quello della massa, intesa essenzialmente come superiorità numerica schiacciante che tutto travolge senza bisogno di fantasia . l Cines i.

Quando muore Confucio (479 a. C.) - il grande fi losofo orientale che apre un'epoca nuova nella storia del pensiero umano- esistono in Cina una dozzina di grossi Stati ed altrettanti principati minori, praticamente autonomi anche se in teoria soggetti all'autorità centrale del «Figlio del Cielo •• il quale però la esercita di fatto solo su una ristretta porzione di territorio. Sono i cosiddetti Stati Guerrieri, i più potenti dei quali si sviluppano poi ulteriormente, a spese di

quel li minori, e si pongono in lotta fra loro finché, nel 221 a. C., l'intero paese viene unificato dal primo <<Imperatore Universale•• (Scih - Huang- Ti). Resta così delimitato un periodo particolarmente importante della storia militare cinese , caratterizzato da un lento e continuo processo dl concentrazione del potere politico nelle mani di un sempre più ristretto numero di governanti, processo favorito anche dal progresso tecnologico che consente di produrre il ferro, prima raro e costoso, a basso prezzo, permettendo agli Stati più forti di iniziare quella che si definirebbe oggi una corsa agli armamenti attraverso lanazionalizzazione delle fonderie. Ed è in quest'epoca dinamica che gl i Stati ne cessitano di urgenti soluzion i pratiche ai loro problemi di espansione e di difesa per cui anche il pensiero militare trova le condizioni ideali di sviluppo, tant'è che prende forma il più antico trattato di operazioni bel liche: <d'arte della_guerra•• di Sun Zu , che merita un doveroso riconoscimento. Conviene tuttavia che la trattazione di questa opera fondamentale:...._ che ha avuto un'enorme importanza nella formazione del moderno pensiero mi litare, specie orientale - sia preceduta da una sia pur sommaria illustrazione degli ordinamenti e delle tecn iche di guerra dell'epoca. · Fino al cinquecento a. C. la guerra è condotta in Cina da eserciti privati costituiti dai membri del la nobiltà cui è devoluto anche l'onere di fornire gli armamenti, i mezzi di trasporto , le fanterie ed il personale dei servizi, in proporzione all'importanza dei loro possedimenti. L'ordinamento è quindi del tipo feudale : gli eserciti si costituiscono occasionalmente, si combatte solo in alcune stag ioni e la plebe (contadina) partecipa alle battagli e con compiti ausiliari. Ogni signore locale ha un proprio esercito , diverso per entità , struttura , armamento e mezzi dagli altri coi quali pur si unisce per partecipare alle campagne intraprese dal comune sovrano. L'armamento fondamentale è il carro da guerra (elemento d'urto), trainato da quattro cavalli , nel quale trovano posto un cocchiere , un lanciere ed un arciere (nobile) . La caval leria è pressoché sconosciuta e la fanteria· (elemento·sussidiario) dispone di scudi (di cuoio o di bambù intrecciati), è protetta da giacche imbottite ed è armata di corte spade , pugnali e rozze lance (mai usate come armi da getto). L'arco (composito, di origine tartara) è riservato ai nobili.


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