suoi aspetti volta a volta epici. tragici. com ici , tristi ed umani ad un tempo. Vi sono colti con immediatezza uomini ed eventi, momenti banali e momenti divenuti 1n seguito storici, in un quadro altamente realistico e convincente. l disegni e le fotografie puntualizzano e sottolineano molti di quest1aspetti, ed eternano i personaggi. «Il nipote del commendatore"; i ponti militari in uso nel1 915; gli Italiani soldati in quegli anni lontani e gli uomini che li comandavano: il Santuario di San Grado di Merna diroccato dall'artiglieria, ed il granatiere ,,ferito leggero••: immagini di vita delle retrovie. ad un tempo comiche ed ammonitrici; istantaee di guerra tragiche nella loro crudele evidenza. «1915-1919» è un'opera intensa. ricca di insegnamenti, che sintetizza mirabilmente il conflitto in cui il nostro popolo, la nostra società. tra gli oltre 600.000 caduti perse più di 22.000 giovani Ufficiali di complemento: il che significa che ogni ploton_e di morti ebbe alla testa il proprio comandante. Seconda classificata al Premio Bagutta 1965, l'opera è stata stampata in tre edizioni.
Po d1Piacenza, g iugno 1915. Eserc1taZJon~ finale di ponueri pnma di partire per il fronte.
(1965- editore Longanesi - Milano) (1993- ecjitore Mursia- Milano) Dal titolo scarno e «Cronologico» si comprende che l'opera è dedicata al primo, indimenticabile im patto dell'autore con la vita di guerra. la 1 a Guerra Mondiale. La genesi del lavoro, un·a volta di più, è singolare. L'editore. nella presentazione del libro, la tratteggia così: «Un diario e molte lettere narrano le vicende di venti amici dal1915 al1919. Nel destino che trascinò allora l'Italia in guerra ebbe la sua parte un'impetuosa volontà di giovani, e tra loro molti universitari milanesi: così i nostri protagonisti venivano quasi tutti dal Politecnico e dall'Ateneo pavese, e pagarono uno scotto sanguinoso, nove morti su venti, per tacere dei feriti. L'autore del diario porta un nome caro agli Italiani, Paolo Caccia Dominioni di Sillavengo, che trascorse più di un decennio nel deserto africano per raccogliere i caduti ed onorarli di sedi degne. Già assai noto come scrittore, in questo nuovo volume pubblica il diario, fermato nell'aprile 191 9, quattro anni dopo l'apertura. Ancora cinque anni e l'autore, giovane ingegnere architetto in partenza, chiamato oltremare dal lavoro. riuniva al diario la corrispondenza del fratello caduto e degli amici, ne faceva un pacco. lo sigillava e lo metteva sottoch1ave. Ma mezzo secolo dopo l'inizio della cronaca, aprile 1965, il pacco è riaperto e si trasforma in libro. Ora i lettori riudranno la stessa voce: non quella del missionario cinquantenne isolato nel deserto, ma del diciottenne che asserisce di arruolarsi (lo stesso giorno in cui è dichiarata la guerra) perché atterrito dagli esami dopo colpevole negligenza. Lo si ritrova a ventidue anni, appoggiato al bastone. tra le sabbie libiche. mal guarito da un congelamento riportato in una trincea alpina, altrettanto impaziente di lasciare l'uniforme quanto lo era stato, prima, di raggiungere il fronte, come se la guerra fosse un'esperienza preziosa da non lasciar sfuggire...». Sotto ìl profilo editoriale queste brevi note sono complete, anche se non vi appare, e non poteva essere diversamente, il filo conduttore. lo sp1rito del diario. Che si può riassumere in uno spontaneo sforzo del diarista di fissare la realtà della guerra nei
191 5. Fanti del 139° reggimento rafforzano ret1colat1 sotto 11 Sabot1no.
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Ponte di barche costruito sotto il fuoco a Colussa d ' lsonzo. 11 5 g1ugno 191 5. dalla 4• compagnia pontieri.
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