20 agosto 1982: partenza da Taranto della Fregata « Perseo » con a bordo il « nucleo avanzato» del Contingente italiano della forza di pace destinato a Beirut. 21 agosto 1982: salpano da Brindisi le navi trasporto deffa Marina Militare 11 Grado» e « Caorle» e il traghetto civile « Buona Speranza » con a bordo i Bersaglieri del battaglione « Governolo», un reparto di Carabinieri, elementi di reparti /ogistici ed elementi del battaglione 11 S. Marco» destinati a Beirut; tali unità costituiscono il Contingente militare di pace italiano deffa Forza Multinazionale. 23 agosto 1982: il « nucleo avanzato » imbarcato suffa nave « Perseo » giunge nel porto di Beirut. 26 agosto 1982: /e navi militari «Caorle» e « Grado» e il traghetto civile « Buona Speranza » giungono nel porto di Beirut e iniziano le operazioni di sbarco (la nave 11 Caorle» e il traghetto 11 Buona Spe ranza» erano giunte nella mattinata mentre fa nave « Grado» giungeva a Beirut nel tardo pomeriggio). 11 settembre 1982: il Contingente italiano parte da Beirut per rientrare in Patria, avendo completato la sua missione prevista dal «Piano Habib ». Il rientro avviene con aerei deff'Aeronautica Militare. l mezzi e i materiali rientreranno a Genova con le navi « Caorle» e « Buona Speranza».
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Origine del problema I l 6 giugno 1982 i carri israeliani attraversano il confine libanese dando inizio all'operazione «Pace in Galilea» .volta a neutralizzare. le formazioni palestinesi dell'OLP che vanno assumendo sempre più la configurazione di una Struttura militare bèn definita. Se ad una prima analisi l'operazione «Pace in Galilea» appare come un'azione limitata, ben presto la realtà dei fatti fa comprendere che ci si trova di fronte ad un vero e proprio conflitto: isolata Beirut, 40.000 israeliani stringono progressivamente l'accerchiamento sino a raggiungere la «linea verde» che da dieci anni divide l'abitato in due. Tra la linea ed il mare vi sono più di 10.000 palestinesi, 3.000 siriani e mezzo milione di civili; ad est si trovano i cristiani maroniti. Fare previsioni sulla conclusioné dell'assedio è praticamente i mpossibile: le armi e le munizioni ammassate a Beirut possono far continuare i combattimentiforse ancora per un mese. Iniziano a questo punto gli sforzi della diplomazia internazionale uolti alla ricerca di un compromesso per evitare un genocidio ed ulteriori distruzioni. Le trattative condotte con ritmo serrato dal rappresentante personale del Presidente degli Stati Uniti hanno successo quando Israele consente che i combattenti assediati a Beirut ovest vengano evacuati sotto il controllo di una forza multinazionale. Si prospetta la etJentualità che l'Italia ne entri a far parte. Il Ministro della Difesa dispone l'approntamento degli uomini e dei mezzi che potrebbero venire impiegati. L'accordo viene raggiunto. È quasi ferragosto quando inizia l'operazione «Libano 1 ».
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