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[Verbale B]: Verbale manoscritto della riunione del Gran Consiglio del fascismo del 25 luglio 1943

II V ER BA LI DELL A R IUNIONE DEL GR AN CONSIGLIO DEL FASCISMO DEL 25 LUGLIO 1943

TR ASCR IZIONI

Si pubblica la semplice trascrizione dei testi di cui si presentano le riproduzioni, precisando che gli interventi redazionali sono stati ridotti al minimo. Si è ritenuto utile mantenere la scansione delle pagine per facilitare l’individuazione del testo nelle riproduzioni. Sono state anche segnalate le correzioni, escludendo gli interventi sui refusi e riportando le parole e le frasi cancellate nell’originale, quando è stato possibile decifrarli.

Hanno curato la trascrizione dei testi le dott.sse Serena Falletta, Maria Idria Gurgo e Stefania Guzzo della Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio.

verbali*

[verbale a] aPPunti a matita Presi da luigi federzoni durante l’ultima seduta del gran Consiglio del 25 luglio 1943**

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[In alto a destra del foglio:] Mussolini Badoglio propose la delega Non fu permessa l’occupazione della Tunisia con l’armistizio Solo azione logistica fu esercitata da Mussolini Ammiragli non possono comandare a terra (Bronte, Pantelleria, Augusta) Solo Stalin e Mikado sono obbediti se ordinano di morire sul posto Stato maggiore garantiva Sardegna Difesa Sicilia troppo affidata a elementi del luogo, che avevano il caos alle spalle Propag. ingl. valuta molto gli avversari cosa utile tanto nella vittoria come nella sconfitta. Credeva alla strenua difesa della Sicilia. Migliaia d’ufficiali in borghese ai traghetti. 1 solo fucilato per ordine suo: capo manipolo della Milmart1 Accoglienze della popolaz. agli Inglesi Guerra o pace? Resa a discrezione o resistenza a oltranza? Mai una guerra fu popolare 530,000 disertori nel 1915-18

* arChivio Centrale dello stato, Carte Federzoni, fasc.: «Gran Consiglio del fascismo»

** Testo manoscritto di pp. 8, numerate da 1 a 7. 1 Milizia marittima di artiglieria

154 Verbali della riunione del Gran Consiglio del fascismo del 25 luglio 1943

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In Etiopia troppo pochi morti Inghilterra fa la guerra all’Italia, non al Fascismo Attacco alla Sicilia Marina non interverrà perché 1 sola grande nave disponibile Se attacco alla Sardegna, avremo 3 grandi navi da impegnare De Bono [riga cancellata: Farinacci chiede intervento di Ambrosio] Muss Apparecchi tedeschi distrutti a terra 400-500 apparecchi disponibili Farinacci Venga Ambrosio. I tedeschi non sono bene accolti De Vecchi Tedeschi che dicevano “macaroni”

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Educaz. della gioventù Quesiti Bottai Dalla tua relazione desumo che non ci sono le condizioni per resistere con onore Difetto del sistema di comando Grandi Polverelli per fatto personale Ciano E’ stata la Germania che ha voluto e provocato la guerra, che M. ha cercato di evitare. L’It. non fu avvertita prima né dell’attacco alla Francia né di quello alla Russia

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Farinacci altro o.d.g. Muss. difende il Partito Federzoni “Non è la camicia nera, ma le masse travestite con l’uniforme” Svalutazione del Partito? “Alibi” offerto ai tiepidi “Guerra fascista” – Statistiche E’ la Nazione che fa la guerra Tutte le guerre non popolari? “Elites”

Trascrizioni – Verbale A 155

Il Regime è riuscito a quasi tutto fuorché nella preparazione della guerra Leggi distruttive dell’Esercito Antiborghesia E’ stata respinta l’adesione spontanea del popolo Ricostituire il fronte nazionale non è distruggere il Partito Statuto? Spirito Vecchi partiti? Assemblee – Senato – Corporazioni E’ stato modificato più volte Dunque? Solo col blocco spirituale delle forze si può vincere o almeno cedere con onore

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(Intervallo) Bastianini – Frattura fra Naz. e Partito Bignardi Galbiati - Armamento puerile Tringali – Contro o.d.g. Grandi Biggini – Niente ritorno allo Statuto Mussolini – Se l’ordine del giorno Grandi fosse approvato, domani io riporterei al Re la delega. Qualora egli la riprendesse, io considererei finito il mio compito Scorza – Difesa del Partito. Attacca lo Stato Maggiore. Presenta 2 ord. del giorno De Bono – Difesa dei generali Mussolini – Commissione centrale di avanzamento è presieduta dal Principe De Stefani – Spiega sua adesione all’ordine del giorno Grandi. Problema di Roma. Offriamo a duce la possibilità di un indirizzo elastico Farinacci illustra suo ordine del giorno Frattari si associa a Scorza Alfieri Solo adesso la Germania comincia a intendere l’importanza del fattore mediterraneo. Non possono darci molti mezzi

2 Gli appunti sono presi sul verso di un foglio che riporta la seconda pagina dattiloscritta dell’Ordine del giorno Grandi, che qui si pubblica dopo il Verbale B.

156 Verbali della riunione del Gran Consiglio del fascismo del 25 luglio 1943

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Suardo spiega perché aveva firmato l’o.d.g. Grandi. Propone di concentrarsi sull’o.d.g. Scorza Polverelli non vuole la critica al Partito. Dato che il Duce non accetta l’o.d.g. Grandi, egli (mussoliniano [proteste di Bastianini]) non lo voterà Ciano afferma che o.d.g. non vuole indebolire né il Regime né, meno che mai, il Duce. Gran Consiglio offerse Corona d’Etiopia e di Albania al Re, il quale è chiamato ad essere compartecipe ecc. De Marsico combatte l’o.d.g. Scorza. Ne cita i discorsi, rivolti agli Italiani. Così il discorso Gentile. La Nazione deve avere un interprete, al di là del Partito, non contro il Partito: il Re. Scorza insiste Albini Sconfitte hanno creato sfiducia. Situazione interna è buona, ma delicata Difficoltà dei viveri. I mezzi?? Cianetti ha firmato o.d.g. Grandi, perché c’è l’accenno al ripristino delle funzioni degli organi ecc. L’accenno al Re voleva dire riaccostamento della Corona alla condotta della guerra. I generali dicono che non c’è più nulla da fare. Si associa a Suardo per o.d.g. Scorza

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Bottai mantiene sua firma all’o.d.g. Grandi. Tutti siamo stati per la resistenza fin da principio. Ma ci vogliono i mezzi contro le riforme accennate da Scorza. Tutta la nazione deve essere chiamata. Ripristino delle funzioni costituzion[ali]: divario fra lo stato di fatto e lo stato di diritto. Applicare le leggi! Rivolgiamo al Monarca l’invito di partecipare visibilmente alla lotta. Se ritirassi mia firma, mostrerei di averla data senza discernimento. Acerbo fa minute osservazioni circa mancato funzionamento degli organi costituzionali Grandi si associa a Bottai. E’ stata la documentazione del Duce che ci ha fatto dubitare della resistenza. Legge l’o.d.g. originario. Il Partito non è solo Scorza. Nessuno ha pensato a dare pubblicità all’eventuale approvazione dell’o.d.g. Ricorda il proclama reale del 10 novembre 1917, datato dal Quartiere Generale. 8 Vogliamo che il Re parli e sia in linea con i suoi soldati. Il Duce ci ha posti in una

3 Gli appunti sono presi sul verso della prima pagina dattiloscritta dell’Ordine del giorno Grandi.

Trascrizioni – Verbale A

situazione imbarazzante. Nostro o.d.g. non ha nessuna intenzione subdola. Scorza risponde a Bottai, e rivendica il diritto di parlare in nome del Partito 157

[pagina manoscritta non numerata]

No Scorza, Biggini, Polverelli, Tringali, Frattari, Farinacci, Galbiati, Buffarini

Si De Bono, De Vecchi, Grandi, De Martino, Acerbo, Pareschi, Cianetti, Federzoni, Balella, Bignardi, Gottardi, De Stefani, Rossoni, Bottai, Marinelli, Alfieri, Ciano, Bastianini Ast[enuto] Suardo

[verbale b]

verbale manosCritto della riunione del gran Consiglio del fasCismo del 25 luglio 1943*1·

[foglio manoscritto non numerato]

Sono presenti tutti i componenti del Gran Consiglio: Mussolini, De Bono, De Vecchi, Suardo, Grandi, Scorza, De Marsico, Acerbo, Biggini, Pareschi, Federzoni, Bottai, De Stefani, Ciano, Alfieri, Farinacci, Buffarini, Bastianini, Albini, Rossoni, Galbiati, Polverelli, Tringali, Balella, Frattari, Cianetti, Marinelli.

Il Duce apre l’adunanza dichiarando che essa è stata determinata da una richiesta del gruppo di oratori, designati dal Segretario del Partito per i rapporti alle gerarchie del fascismo da tenere nei capoluoghi di Regione e che il Segretario del Partito stesso gli conduceva il 16 del c.m., onde potessero manifestare a lui direttamente considerazioni ed apprezzamenti sulla situazione in corso. Poi inizia un’esposizione documentata dei precedenti dell’attuale situazione. Legge una lettera indirizzatagli nel maggio del 1940 dal Maresciallo Badoglio, con la quale lo stesso Badoglio gli proponeva che lo stesso Duce si facesse delegare dal Sovrano il Comando Supremo delle Forze Armate in caso di guerra, e adduceva, in appoggio alla proposta, il fatto che S.M. non aveva mai esercitato se non nominalmente il Comando stesso. Dichiara che d’altra parte

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egli medesimo esplicò soltanto un’azione direttiva nel campo logistico. Circa le varie fasi degli avvenimenti dalla ritirata di El Alamein allo sgombro di gran parte della Sicilia comunica dati parziali, senza offrire una visione d’assieme. Dichiara che la situazione dell’Africa Settentrionale sarebbe stata ben diversa qualora l’occupazione della Tunisia fosse stata permessa quando fu stipulato l’armistizio con la Francia.

* Testo manoscritto di fogli 31 di cui 22 numerati e 8 non numerati, il primo dei quali è incollato al foglio 10.

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Accenna agli errori strategici di Rommel, tattico ammirevole, ma incapace di considerare il problema strategico. Si dilunga sulla capitolazione di Pantelleria riferendo le circostanze per le quali può dirsi che essa fu arbitrariamente proposta dall’Ammiraglio Pavesi, che prospettò una condizione di cose infinitamente più grave, per gli assaliti, di quanto non fosse in realtà. L’esperienza ha dimostrato, per un divario inevitabile fra la mentalità marinara e quella dei combattenti terrestri, che gli ammiragli non possono tenere il comando a terra. Ciò che è accaduto poi ad Augusta ne è la conferma. La difesa della Sicilia era affidata in prima linea a divisioni costiere composte di elementi locali, come era parimenti formata di essi la

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Divisione Aosta. Dietro questa unità costituita da siciliani era il caos sociale determinato dalla sospensione di tutti i servizi pubblici, dalla distruzione di infinite abitazioni, dalla mancanza di viveri e dal conseguente errare di forse un milione e mezzo di persone datesi alla campagna per mancanza di ogni risorsa. Nella Sicilia sud-orientale il primo cedimento fu determinato dagli elementi della Marina. La speranza che nella difesa del suolo della Patria potesse determinarsi una resistenza finalmente efficace fu delusa. E’ importante notare che la stessa propaganda inglese, la quale valuta molto gli avversari perché ciò le giova tanto in caso di vittoria quanto in caso di sconfitta, e che già aveva riconosciuto lo strenuo valore di molte unità italiane nella campagna tunisina, manifestava la sua sorpresa per la mancanza di un’efficace resistenza da parte di nostri reparti nel suolo siciliano. Del resto soltanto il Maresciallo Stalin e il Mikado sono obbediti se ordinano di morire sul posto. Intanto migliaia di ufficiali in borghese si sono affollati ai traghetti dello Stretto di Messina. Dei tanti che hanno abbandonato il posto, uno solo è stato fucilato, un capo manipolo della Milmart, per ordine suo. Le ac

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coglienze delle popolazioni siciliane agli inglesi sono state abbastanza favorevoli, ma esse si accorgeranno presto del peso dell’occupazione, anche per la requisizione di tutte le riserve di derrate. Quanto alle cause dello stato d’animo degli italiani bisogna notare che mai una guerra fu popolare. Nella guerra 1915-18 vi furono 530.000 disertori, ciò che potrebbe fino ad un certo punto dare ragione dell’amnistia nittiana. Nella campagna etiopica

Trascrizioni – Verbale B 161

ci furono pochi, troppo pochi morti: ad ogni modo è da ricordare il momento di depressione causato dall’episodio di Debenguinà. La guerra attuale, poi, ha ragioni e caratteri che non possono essere facilmente compresi dal popolo. Per giudicare la situazione attuale bisogna tener presente che l’Inghilterra fa la guerra all’Italia, non al fascismo. Quanto ai coefficienti del riuscito sbarco in Sicilia taluno potrà domandare perché la Marina non intervenne. In quel momento una sola nave da 35.000 tonnellate era disponibile alla Spezia e le due corazzate “risuolate” non saranno pronte a Taranto che verso la fine del mese. Se avverrà l’attacco alla Sardegna avremo tre grandi navi di battaglia

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da impegnare nel combattimento. Ora bisogna che il Gran Consiglio del fascismo si pronunci sul quesito: - Guerra o pace? Resa a discrezione o resistenza ad oltranza? Aperta la discussione De Bono rivolge alcune domande sull’efficienza delle forze attualmente disponibili, particolarmente aeree. Mussolini sono stati ordinati 4000 nuovi apparecchi. Dalla Germania ne verranno 2000, dei quali 500 dovrebbero essere in Italia entro il mese, 100 di questi sono distrutti a terra. In conclusione, ora, fra apparecchi da combattimento e apparecchi scuola abbiamo un totale di 2100 unità: in realtà efficienti, 400-500. Farinacci domanda che sia invitato ad intervenire all’adunanza, per fornire dati tecnici precisi il Capo di S.M. Generale Ambrosio. Osserva che i soldati tedeschi in Italia non sono bene accolti e cita un episodio in prova. De Vecchi ribatte di aver assistito ad un episodio che dimostra l’opposto: alcuni soldati tedeschi in treno dicevano “macaroni” agli italiani1. Parla poi della

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deficiente educazione patriottica della gioventù che si presenta alle armi, come una delle cause dell’attuale crisi. Pone alcuni quesiti di ordine militare. Bottai dichiara che, date le sue esperienze militari di comandi di reparti di carattere

1 In questo punto nel testo è inserito un segno di richiamo a forma di croce e tra la p. 5 e la p. 6 è collocato l’intervento di De Vecchi scritto di mano da Federzoni, che si pubblica in calce al Verbale B.

162 Verbali della riunione del Gran Consiglio del fascismo del 25 luglio 1943

subalterno, non entrerà in disquisizioni di carattere tecnico. Egli, politico, si atterrà nel sommo contesto politico a tali considerazioni di carattere, appunto, politico. E queste sono: 1° che egli non crede alla ipotesi prospettata dal Duce, secondo considerazioni da questi riferite allo Stato Maggiore, che il nemico, nella prosecuzione della lotta contro l’Italia, non attaccherà direttamente il Continente, preferendo seguire orientamenti di più vasto raggio strategico, quali in particolar modo la marcia in direzione dei Balcani; perché, se è vero che questa sarebbe militarmente più redditizia, è innegabile che il nemico non saprà resistere alla tentazione politica di una occupazione totale dell’Italia, ivi compresa Roma; 2° data questa sua convinzione, egli ne detrae che la risposta al quesito dal Duce posta2 l’abbia egli stesso data, poiché le cifre prospettate sull’entità e la dislocazione delle forze necessarie a parare l’attacco,

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dimostrano l’impossibilità di una resistenza tecnica efficiente; le speranze, di lui Bottai, come è da ritenere degli altri, hanno ricevuto, proprio dall’esposizione del Duce, la mazzata definitiva; 3° che i documenti dal Duce letti a riprova della inesecuzione di suoi ordini circa l’apprestamento di questa o quella arma, di questo o quell’apparecchio difensivo, dimostrano la inefficienza della organizzazione del nostro Comando Supremo, dove l’elemento politico non ha avuto e non ha, a quel che il Duce stesso ha detto, il necessario prestigio, per imporre le sue decisioni; dunque, c’è nel nostro organismo di comando militare un tarlo, che ne impedisce il pieno rendimento e funzionamento. Grandi legge il seguente ordine del giorno:3

Quest’ordine del giorno è sottoscritto dai seguenti membri del Gran Consiglio: De Bono, De Vecchi ecc.ecc.

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2 Così nel manoscritto. 3 Seguono queste parole cancellate: «sottoscritto da venti…» l’ultima parola è illeggibile. Segue il termine «incastro» ad indicare il punto di inserimento dell’ordine del giorno Grandi. 4 Il foglio, numerato, è bianco.