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subtropicale. Le peliti sono alternate ad argille massive contenenti a loro volta rari molluschi e vegetali. La formazione è attribuita al Pliocene inferiore e medio e si ritiene originata in un ambiente marino profondo. I pesci fossili sono composti da forme marine costiere e di mare aperto, con specie di mare poco profondo, per un totale di 37 famiglie e 44 generi. Sono stati rinvenuti anche resti di anfibi, insetti, vegetali e le conchiglie dell’argonauta, un cefalopode ancora oggi vivente. Una limitata esemplificazione dei campioni estratti è esposta nel municipio di Poggio Berni. In prossimità del percorso si trova un museo all’aperto dedicato al sito paleontologico, il Parco della Cava, inaugurato nel 2000. Gli argomenti, trattati su pannelli e installazioni utilizzando in modo creativo gli impianti abbandonati per la lavorazione degli inerti, riguardano la geologia, la stratigrafia, l’evoluzione e i pesci fossili. Da Poggio Berni il Parco è raggiungibile al termine di via Guado Marecchia, all’altezza della zona artigianale S. Andrea. Il bordo del canale è interessato da una vegetazione varia. Ai cespuglieti si alternano zone a prato, canneti e nuclei boschivi. Nel periodo primaverile i prati e le zone aperte espongono numerose orchidee. Notevole è la diversità faunistica offerta da questo tratto fluviale. Gli uccelli, in particolare le specie legate agli ecosistemi acquatici, sono ampiamente rappresentati. La fauna più appariscente è data dai trampolieri: aironi, garzette, nitticore, tarabusini, cavalieri d’italia e limicoli in genere, uccelli che frequentano per la ricerca di nutrimento gli ambienti palustri e il greto del fiume, parte dei quali si riproduce in zona. Comune e nidificante è anche il gruccione, una specie facilmente avvistabile, dal piumaggio sgargiante. Cospicuo anche il contingente di uccelli migratori e svernanti ospitati dal Marecchia. 38

L’ittiofauna del Marecchia annovera quattro specie di interesse comunitario: il cobite comune, la lasca, il barbo e il barbo canino. In vista di Ponte Verucchio, oltrepassiamo la traversa artificiale a valle della quale inizia in modo sensibile lo sprofondamento dell’alveo. Il sito è oggi al centro di una discussione per un suo possibile utilizzo a fini di produzione di energia elettrica. Il termine del percorso è posto sulla strada per Saiano, presso l’estremo sinistro del ponte, raggiungibile dopo avere superato le arcate.


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