Naturale

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Il territorio della provincia di Rimini è uno scrigno. Va scoperto e non deluderà. Tanti conoscono Rimini per la spiaggia e il mare ma non tutti sanno di quel suo territorio a ridosso della riviera che è, dal punto di vista naturalistico, degno di essere percorso, anche senza citare storia, monumenti e arte. Parliamo di Natura. Se lo farete, a piedi, a cavallo, in bicicletta, ne rimarrete soddisfatti per la sorpresa e lo stupore che scaturirà in voi, grazie alla bellezza del paesaggio, alla gradevolezza dei suoi profili, all’infinitezza dei suoi orizzonti, alla ricchezza di inflorescenze, di varietà arboree e faunistiche, per il godimento di chi ama il bird-watching. Due le vallate principali, affiancate da alcune valli minori ma non per fascinazione. Una è la vallata del fiume Marecchia, o meglio “della Marecchia”, come viene chiamata. È magnifica, con i suoi crinali boschivi, le rupi, adatte alle arrampicate, il fiume che vanta spiagge, vasti acciottolati, macchie di arbusti a pelo d’acqua e flutti pronti ad accogliere i canoisti, e con le montagne a dominare l’orizzonte, dove si può praticare l’arrampicata libera o si può partire per il volo col deltaplano e dove abbondano la roverella, il cerro, i castagni e i lecci. Nel primo millennio queste ultime erano meno boschive e dilavate da torrenti che si riversavano nel Marecchia, dall’alveo larghissimo e con tanto di isolotti, da spingere i romani a chiamarlo Maricula, cioè piccolo mare. Se ne può avere un’idea dagli sfondi dei quadri dipinti dai grandi maestri che passarono di qui per raggiungere le corti dei loro committenti, tra cui Piero della Francesca e Leonardo da Vinci. L’altra valle è quella creata dal fiume Conca, ampia e attraente per la dolcezza dei suoi pendii, ricoperti di geometrici vigneti, con diramazioni che si celano allo sguardo e conducono il viandante verso prati e rilievi boschivi. Qui si nascondono anche i castagneti, vecchi ma fruttiferi, tanto da regalare in autunno inoltrato frutti dal gusto prezioso. La piccola vallata del Ventena offre schegge di fulgente bellezza, mentre quella del Marano si mostra nella sua rigogliosa esplosione di verde, con macchie che sono importanti biotipi residui di antiche cortine e in specchi lacustri anche aperti alla pesca. Se si ha voglia di cercare, camminando con attenzione, ovunque nelle vallate, si incontrano le monumentali piante ultracentenarie da cui si può carpire energia, nonché una flora spontanea vigorosa e inflorescenze tanto rare quanto affascinanti. Orchidee, ginestre, rose canine e un’infinità di altre specie, attraggono e profumano il vostro cammino. Ogni nostra area collinare e montana sa come conquistare il visitatore, dal più pigro al più spericolato, purché abbia il desiderio di conoscerla con un minimo di interesse. Ed è quello che con questa guida desideriamo stimolare. 5


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