Riflesso n°8

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SOMMARIO DIRETTORE RESPONSABILE Mario Timio VICEDIRETTORE Carlo Timio REDAZIONE Alessio Proietti, Noemi Furiani, Giulio Siena, Alessia Mencaroni, Roberto Gagliardi La Gala, Walter Leti, Elisabetta Bardelli, Marilena Badolato HANNO COLLABORATO Marco Zuccaccia, Alessandro Biscarini, Italo Profice, Marco Servili, Elisa Giglio, Eleonoroa Zeroli, Laura Patricia Barberi, Rita Valletti, Giacomo Calzoni, Maddalena Mommi, Viola Angotti, Nicola Palumbo EDITORE Ass. Media Eventi REGISTRAZIONE Tribunale di Perugia n. 35 del 9/12/2011 IMPAGINAZIONE E STAMPA Tipografia Metastasio Palazzo di Assisi – Perugia RINGRAZIAMENTI Antonio Morabito, Arnaldo Caprai, Andrea Cernicchi, Luca Beatrice, Loredana Muzzi, Fabio Melelli

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Marzo/Aprile

DISTRIBUZIONE Regione Umbria e Principato di Monaco

ARCHITETTURA ARTE TERRITORIO

ECONOMIA

Anno 2 - n.2

CONTATTI direzione@riflesso.info editore@riflesso.info artdirector@riflesso.info info@riflesso.info

EDITORIALE

5 La cultura del buon cibo in Umbria 7 Principato di Monaco Lettera dell’Ambasciatore d’Italia 8 Lettere al Direttore

SOCIETÀ

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APPUNTAMENTI

18 10 Spring Happy List Consigli per lo Shopping di Primavera 12 Eventi VII del Festival internazionale del giornalismo a Perugia 14 L’arte è un romanzo: una mostra curata da Luca Beatrice 16 Eventi Riflesso Choco - Happy hour 18 Agenda Marzo / Aprile 2013 18 Weekend News Proposte per tre Weekend creativi all’insegna di un’Umbria tutta da scoprire COPERTINA Riflesso Umbria Marzo - Aprile 2013

PUBBLICITÁ commerciale@riflesso.info SITO WEB www.riflesso.info Riflesso Umbria

Art Foto Lab

22 Arti e Mestieri L’Azienda dolciaria Muzzi 24 Green Economy Energy manager: il tecnico del risparmio energetico

L’immagine della copertina è stata scattata a Bevagna, reputata la città più vivibile d’Italia, recentemente insignita, dal ministro per gli Affari regionali, il Turismo e lo Sport, anche del prestigioso riconoscimento di una delle 21 città “Gioielli d’Italia”.

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34 Personaggio Intervista a Arnaldo Caprai 36 10 anni di Miss Francesca Testasecca, Martina Tinozzi 38 Vip in Umbria Mario Draghi punta su Città della Pieve 40 Parla l’Esperto La nuova patente europea

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26 Borghi Repubblica di Cospaia 28 Residenze Storiche Palazzo Cesi ad Acquasparta 30 Contemporaneità e Design Primato umbro per il social housing e il social design 32 Arte I pittori dell’”Italia unita” a Perugia: Domenico Bruschi e Andrea Brugnoli

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TEMPO LIBERO

42 Concorso Fotografico Architettura contemporanea in Umbria 44 Cinema Film d’autore in Umbria: Benigni, Sordi e Argento 45 Enoteca Il Sagrantino di Montefalco 46 Giri del Gusto Erbe spontanee commestibili 48 Selezione Libri

SPECIAL EVENT

MOSTRA: L’ARTE è UN ROMANZO A Cura Di Luca Beatrice

segue a pag.

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Non di Michelangelo, NON DI DONATELLO, ma il davide piÙ bello é quello di noemi! Affettuosi auguri alla nostra esperta di storia dell’arte!


EDITORIALE

LA CULTURA DEL BUON CIBO IN UMBRIA mario timio

I

n Umbria ovunque si sente profumo di cultura enogastronomica. É un profumo che emana da antiche civiltà e da emergenti stili di vita, dal contado come dai grandi centri, dalla cucina di campagna come dai cucinotti di suntuose ville, dal ristorantino di periferia come dal locale gourmand. Certo, occorre imparare a gustare tale profumo, a creare un’educazione che insegni il bello e lo diffonda. É un sapere, quello culinario umbro, che va sostenuto e legato alla storia di una terra millenaria che ha fatto dell’accoglienza, dell’ospitalità e del buon vivere il proprio viatico. Nel passato disquisire di cucina sembrava cadere nella banalizzazione, o al massimo equivaleva a rivolgersi solo agli addetti al lavoro. Appariva impossibile indirizzarsi con intelligenza a un pubblico diversificato, poiché la cultura culinaria non si presentava né efficace, né persuasiva al di fuori di ristretti circoli elitari e accademici. Mancava insomma l’integrazione nella vita della società e, come argomenta la filosofa Martha Nussbaum, “mancava la capacità di sintonizzarsi con l’esperienza di un vasto numero di persone, convinte che questa integrazione fosse stata impossibile”. Oggi tutto è cambiato, anzi capovolto. Si è convinti che la cultura possa incrementare la crescita economica se non ignora fattori come la fantasia, l’indipendenza mentale, l’etica, la storia, la responsabilità sociale. Fattori che inseriti nella cultura culinaria restituiscono quella fragranza che rappresentava l’ingrediente basale di quei piatti che hanno fatto la storia dei nostri ter-

ritori. E così si assiste ad un proliferare di manifestazioni culinarie – di diverso livello di presentabilità –, di talk-show televisivi, di articoli e di riviste in cui l’argomento cibo la fa da padrone. Senza parlare dei libri di cucina che inondano le nostre librerie. Ce ne è uno recente che si inserisce nella politica seguita da questa rivista che punta sulla filosofia e cultura umbra del gusto (vedi l’attenta rubrica di Marilena Badolato), dal titolo: “Il gusto come esperienza. Saggio di filosofia ed estetica del cibo” di Nicola Perullo. Ma la cultura culinaria non deve rimanere nei libri o essere appannaggio di pochi specialisti. Deve essere diffusa con ogni mezzo, non solo con le iniziative del singolo, ma essenzialmente con il veicolo delle istituzioni. Se queste non fanno proprio l’assunto che favorire la diffusione e l’esportazione dei prodotti agricoli equivale ad accrescere l’economia, si perde una grossa occasione di espansione sociale e lavorativa. E forse mai come in questo settore la rivoluzione culturale innalza il Pil. Le istituzioni non debbono fare riferimento a Socrate che nel Fedone sentenziava: “Ti pare che un vero filosofo o politico possa curarsi di piaceri come quello del mangiare e bere?”, ma piuttosto metabolizzare l’affermazione di Aristotele: “Il gusto è un senso acutissimo perché crea un contatto non distante, ma intimo tra il soggetto che conosce e l’oggetto della sua conoscenza”. Tradurre questo aforisma nelle varie lingue, potrebbe già essere parte del business di esportazione dei prodotti enogastronomici dell’Umbria. 5


PRINCIPATO DI MONACO

continuo la mia adesione al progetto editoriale Riflesso, ormai diventato un appuntamento bimestrale anche nel territorio monegasco. Credo fortemente nella comunicazione e nel ruolo strategico che i mass media possono giocare nella promozione a tutto tondo. In questo caso si tratterebbe di esaltare il territorio umbro, le sue numerose aziende di elevata qualità e di lusso e le straordinarie bellezze che caratterizzano la vostra Regione. Nel mese di aprile Perugia diventerà il centro della comunicazione a livello globale, grazie al Festival Internazionale del Giornalismo. Sicuramente una buona occasione per far conoscere ulteriormente l’Umbria, promuovendo magari gli aspetti meno noti e gli angoli più nascosti. Sulla scia dell’evento di promozione del territorio umbro, organizzato qualche mese fa a Montecarlo, è necessario che le aziende umbre guardino al di là dei propri confini nazionali per farsi apprezzare all’estero. Sicuramente nel territorio monegasco c’è ampio spazio per eccellenza, lusso, originalità e creatività. Si deve solo avere la capacità e la forza di voler affermarsi sui mercati stranieri con impegno costante, continuativo e convinto. Abbiamo già registrato iniziative di successo di imprenditori umbri che si sono dimostrati lungimiranti nell’aver creduto in iniziative messe in campo per far conoscere ciò che di bello e unico la vostra terra riesce a creare. Stiamo portando avanti una serie di eventi promozionali a Montecarlo per facilitare l’inserimento delle aziende italiane, ed entrare così a far parte di questo circuito internazionale unico per visibilità, notorietà e opportunità.

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LETTERE AL DIRETTORE

Caro Direttore, nel complimentarmi con la vostra rivista dai contorni culturali, storici, architettonici, turistici e culinari regionali, di cui in Umbria sentivamo la mancanza, mi sfugge il significato della presenza ripetuta dell’editoriale dell’Ambasciatore d’Italia nel Principato di Monaco. Qual è il legame - se mai ci fosse - tra l’Umbria e la realtà monegasca? Marco F. Caro Marco, Riflesso ha l’ambizione di veicolare aspetti culturali, storici, naturalistici, enogastronomici non solo nella nostra Regione, ma anche fuori dai confini italiani. Ci è capitata l’occasione di esportarli a Montecarlo e noi non ce la siamo fatta sfuggire. Per vari motivi. Intanto il Principato è una vetrina “godibile” non solo dai monegaschi, ma anche da una vasta schiera di visitatori provenienti da ogni parte del mondo. E poi, intorno e con il veicolo della rivista stiamo costruendo una rete di meeting volti ad esporre e pubblicizzare quanto di meglio e di bello l’Umbria offre al mondo intero.

Caro Direttore, noto con disappunto che vengono costantemente omessi nella vostra rivista argomenti di sanità e di scuola, in un momento in cui la gente “soffre” della loro disfunzione e vorrebbe conoscere qualcosa di più da fonte neutra, autorevole e non autoreferenziale come la vostra. E’ una scelta di campo? Giulia D. Cara Giulia, nella sua domanda, che anche altri lettori di Riflesso ci pongono, c’è l’essenza della filosofia del nostro periodico. Già nell’editoriale del primo numero spiegammo che non vogliamo addentraci nel paludoso percorso della politica, essendo il nostro target il mettere in vetrina le cose belle ed inedite dell’Umbria. E poiché la sanità e la scuola inevitabilmente conducono verso la politica con tutte le deformazioni e distorsioni ad essa connessa, finora ci siamo astenuti dal parlarne. Ma non è detto che nel futuro non si possa derogare dagli iniziali intenti.

è possibile sottoporre al Direttore Responsabile quesiti, curiosità e chiedere informazioni, pareri, opinioni e altro. Scrivete all’indirizzo di posta elettronica: direzione@riflesso.info 8


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VINO Torgiano Rosso Riserva DOCG FRECCIA DEGLI SCACCHI TERRE MARGARITELLI Miralduolo di Torgiano (Pg) www.terremargaritelli.com

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Vestito in pizzo SoAllure Corso Cavour 58 Corso Cavour, 58 - Perugia (Pg)

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CUSCINI PARIGI IL FIOCCO - HOME & CHIC DESIGN Borgo XX Giugno, 50 - Perugia (Pg)

3 ABITO LIU JO JUNIOR 8-16 ANNI VIA VINCI 244 Via Leonardo Da Vinci, 244 Mantignana (Pg) www.viavinci244.com

Spring Happy List Consigli per lo Shopping di primavera

LA SPA PIÚ GRANDE DELL’UMBRIA BORGOBRUFA SPA RESORT Via del Colle, 38 Brufa di Torgiano (Pg) www.borgobrufa.it

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T-SHIRT IN SETA E COREANA IN RETE TWIN-SET SIMONA BARBIERI COMPANY STORE Via del Conservificio, 77 - Bastia Umbra (Pg)

7

Stola in lino con applicazione di pelle rettile Claudio Cutuli Via Pian dei Molini 1/A, Bevagna (PG) www.claudiocutuli.com

8 ORECCHINI SODINI BIJOUX BIJOUX NASSI Via Oberdan, 45 - Perugia (Pg)


A EVENTI

VII EDIZIONE PER IL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL GIORNALISMO A PERUGIA La manifestazione rappresenta ormai un brand credibile e solido che pone l’Umbria al centro della comunicazione mondiale CARLO TIMIO

O

rmai il format è consolidato. Altrimenti non sarebbe arrivato alla sua settima edizione. È il Festival Internazionale del Giornalismo, bellez-

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za! Cavallo vincente non si cambia. Così dal 24 al 28 aprile 2013 Perugia tornerà di nuovo a fregiarsi del titolo di capitale dei media su scala globale. Un successo annunciato. Ma perché? Perché Arianna Ciccone e Christopher Potter, i due ideatori di questa inedita manifestazione, sono riusciti ad anticipare i tempi, puntando tutto su due aspetti focali: la piattaforma 2.0 e la partecipazione diretta del pubblico. Un evento che non si cala dall’alto, ma al contrario fa perno sulla base, su un’ampia community costituita da cittadini, volontari, studenti e professionisti del mestiere. Una piramide capovolta insomma. La parola d’ordine è lo scambio continuo di idee, suggerimenti, vedute e prospettive analizzate da angolazioni diverse e distinte. Un processo di osmosi genuino, sano, democratico e partecipato. “Quest’anno più che mai – spiegano gli organizzatori –, la novità è che molti speaker stranieri ci chiedono di poter partecipare. Il festival ormai è un brand credibile e solido. Un luogo di incontro e di social networking di livello internazionale. L’unico grande evento su giornalismo e informazione con accesso gratuito.

Non esiste al mondo un format del genere, quelli esistenti e tra più noti, come ‘Wan’ e ‘PaidContent’ prevedono fee di ingresso che tendono ad escludere più che ad includere”. Anche nella pubblicizzazione del festival viene utilizzata la rete, i social network, il web senza i quali questo evento non esisterebbe. Una manifestazione organizzata da outsider a tutti i livelli, dal basso e che coinvolge il bacino di utenza online anche per l’organizzazione degli eventi. Il tutto al di fuori dei grandi poteri, delle lobby o delle reti di sistema. La location dell’evento contribuisce anche a promuovere il territorio umbro e il suo capoluogo. Ma anche in questo caso, l’originalità della manifestazione rompe gli schemi, sovrapponendosi all’uso di metodi tradizionali, ormai vetusti e non sempre efficaci. Ribaltando quelli che sono i canali standardizzati dell’informazione, questo festival promuove l’Umbria con modalità molto innovative che, per certi aspetti, sfuggono alle dinamiche tradizionali. Non sono mancate neanche proposte per esportare il format in altre realtà o luoghi, ma – sostengono gli organizzatori – “questo festival nasce a Perugia e qui rimarrà. Non c’è piazza storica migliore per ospitare l’evento. Manifestazioni satellite non ci interessano, ci concentriamo sull’edizione annuale che richiede notevoli dosi di lucidità, impegno ed energie”. Si parla quindi tanto e sempre di web, comunicazione via web, piattaforme 2.0. Ma la carta stampata, che fine farà?: “La carta a nostro avviso col tempo scomparirà anche perché sta cambiando l’esperienza di lettura delle nuove generazioni. La tecnologia mobile sarà una nuova profonda media disruption”. Insomma, un festival in grado di stare al passo con i tempi, intercettando e anticipando quello che

sembra essere un processo ormai inarrestabile e incontrovertibile: il passaggio inevitabile dalla carta stampata all’uso esclusivo delle tecnologie informatiche. Noi rimaniamo in attesa.

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EVENTI

L’ARTE È UN ROMANZO: UNA MOSTRA CURATA DA LUCA BEATRICE TRA PAROLE E IMMAGINI CARLO TIMIO

Pittura, fotografia, sculture, illustrazioni, oggetti di design di architetti di fama internazionale: una sintesi di linguaggi espressivi riassunti in una mostra che porta la firma di Luca Beatrice. Un critico d’arte contemporanea, curatore di rassegne e mostre a livello interazionale, tra cui il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2009, la Triennale di Milano e La Città Visibile al Salone Internazionale del Libro di Torino. La mostra “L’arte è un romanzo. La straordinaria storia delle parole che diventano immagini”, è un’iniziativa promossa dal Comune di Perugia e dalla Regione dell’Umbria, in collaborazione con il Festival Internazionale del Giornalismo (Perugia, 24-28 aprile 2013), e i Circoli dei lettori della città di Perugia e di Torino. Il periodo di esposizione a Palazzo della Penna (Perugia) avrà inizio il 24 aprile e durerà fino al prossimo 1 settembre. L’originalità e la 14

creatività del curatore sono state trasferite in questa inedita mostra incentrata sull’intreccio tra l’universo della scrittura e il mondo dell’arte contemporanea. Il percorso espositivo è costituito da oltre 60 opere di artisti italiani e stranieri, contrassegnate da una spiccata eterogeneità di linguaggi, ognuno con un proprio significato intrinseco e con una modalità di comunicazione avvolgente. “Il legame tra i molteplici linguaggi espressivi – afferma Luca Beatrice – sta nella passione per i libri, intesi come oggetti, interpretati come successione di parole o descritti attraverso i volti dei loro autori. L’obbiettivo era quello di dare una forma alla parola scritta, consistenza materica a un’idea. Abbiamo cercato opere che rendessero al meglio questa difficile ‘trasformazione’, attraverso un’interpretazione originale e accattivante”. L’unicità

della mostra è anche suggellata da un processo di partecipazione con il pubblico il quale assume un ruolo attivo, segnalando, attraverso il sito del Circolo dei Lettori di Perugia (www. perugiacircolodeilettori.it) e i social network (facebook, twitter, pinterest), i libri del Novecento considerati i più meritevoli di essere letti. “Abbiamo immaginato – afferma il curatore Beatrice – una conversazione allargata con tutte le persone che vogliono aiutarci nel selezionare alcuni libri ‘immancabili’, che poi

verranno esposti all’interno della mostra”. Per entrare nello specifico, L’arte è un romanzo segue un percorso ideale che colpisce, coinvolge ed emoziona perché riesce a mettere insieme le diverse arti. Dalle differenti interpretazioni dell’idea del libro alla fantascienza, per arrivare al libro di viaggio, inteso nello spirito “on the road”. Il percorso continua con il romanzo d’amore e di sesso e i disegni di Valentina fino ad arrivare a un omaggio al mondo dell’infanzia.

La mostra Titolo L’arte è un romanzo. La straordinaria storia delle parole che diventano immagini A cura di Luca Beatrice Dove Perugia, Palazzo della Penna, via Podiani, 11 Quando 24 aprile – 1 settembre 2013 Promotori Comune di Perugia, Regione dell’Umbria Orario di apertura Lunedì / domenica, 10.00-13.30 / 15.00-18.00 Catalogo It/ingl, Silvana Editoriale, Milano. A cura di Luca Beatrice Informazioni +39 075 5716233 Stampa Alice Cammisuli | press@lucabeatrice.com | +39 392 4531497

Artisti presenti Pilar Albarracìn, Franco Albini, Maddalena Ambrosio, Maurizio Arcangeli, Stefano Arienti, Dino Buzzati, Alessandra Baldoni, Nanni Balestrini, Sandro Becchetti, Bertozzi&Casoni, Sauro Cardinali, Achille Castiglioni, Elisabetta Catalano, Guglielmo Achille Cavellini, Joe Colombo, Guglielmo Castelli, Sarah Ciracì, Clegg&Guttmann, Guido Crepax, Mario Dellavedova, Cerith Wyn Evans, Lawrence Ferlinghetti, Gianni Berengo Gardin, Alberto Giacometti, Giuliano Giuman, Meri Gorni, Ryan Heshka, Candida Höfer, Emilio Isgrò, Alfredo Jaar, Carlo Jacono, Massimo Kaufmann, Richard Kern, Joseph Kosuth, Maria Lai, Ketty La Rocca, Nicus Lucà, Milo Manara, Vico Magistretti, Masbedo, Fabio Mauri, Bruno Munari, Zoran Music, Maurizio Nannucci, Ugo Nespolo, Shirin Neshat, Lori Nix, Dennis Oppenheim, Claudio Parmiggiani, Giulio Paolini, Claudio Parmiggiani, Tullio Pericoli, Marco Petrus, Hugo Pratt, Nicolas Rule, Salvo, Maurizio Savini, Ettore Sottsass, Emilio Tadini, Marco Tamburro, Karel Thole, Ben Vautier, Vedovamazzei, Walter Valentini, Giuseppe Veneziano, Andy Warhol.


EVENTI RIFLESSO

RISTORANTE TIPICO UMBRO - PIZZERIA

CHOCO-HAPPY HOUR. Un evento realizzato presso la Casa del Cioccolato Perugina: l’unico posto al mondo dove l’amore per il cioccolato si fonde con la bravura del Maestro Cioccolatiere nel creare delle piccole opere d’arte persoNalizzate

Via del Serraglio, 2 CORCIANO (Pg)

Tel. 075 6978946 - Cell. 334 7178439


AGENDA

LA VOSTRA AGENZIA DI FIDUCIA PER:

a cura di RITA VALLETTI RESTAURO DELLA PALA DI PACIANO DI LUCA SIGNORELLI 1 - 15 marzo Galleria Nazionale dell’Umbria Perugia (Pg)

RISATE&RISOTTI 6^ EDIZIONE KERMESSE COMICO-CULINARIA 8 marzo - 1 aprile Orvieto (Tr)

CONCERTO DI PRIMAVERA 23 marzo Teatro della Concordia Monte Castello di Vibio (Pg)

1813 VERDI WAGNER 2013 STAGIONE AMICI DELLA MUSICA 10 marzo - 29 novembre Foligno (Pg)

BEVAGNA SI FA UNICA UNA CITTÀ, UN PATRIMONIO 1 marzo - 31 agosto Bevagna (Pg)

TEATRO CON DARIO FO E FRANCA RAME 15 - 21 marzo Libera Università Alcatraz Gubbio, Santa Cristina (Pg)

www.gallerianazionaleumbria.it

www.teatropiccolo.it

www.sistemamuseo.it

www.risaterisotti.it

* VIAGGI DI NOZZE / LISTE NOZZE * VIAGGI DI GRUPPO * VIAGGI INCENTIVES * VACANZE PER FAMIGLIA * VIAGGI DI STUDIO * BIGLIETTERIA AEREA IATA E LOW COST * BIGLIETTERIA MARITTIMA

www.amicimusicafoligno.it

www.alcatraz.it

www.cdcnet.net

L’ANIMA DI HEGEL E LE MUCCHE DEL WISCONSIN GUIDA ALL’ASCOLTO DI L. SARACCA 17 marzo - 19 maggio Auditorium Marianum (Pg)

MUSEOinCONTATTO 2013 PAGINE APERTE SULLA CITTÀ 2 marzo - 28 aprile Narni (Tr)

PIU’ ARTE PER TUTTI 19 marzo - 30 aprile CIAC - Centro Italiano Arte Contemporanea Foligno (Pg)

PERCORSI D’INVERNO 2 marzo - 14 aprile Città di Castello e Alta Valle del Tevere (Pg)

www.sistemamuseo.it

TEATRO MANCINELLI MOLLY 23 marzo Orvieto (Tr)

www.teatromancinelli.com NONsoloLIRICA 2013 6 marzo - 8 maggio Biblioteca Luigi Fumi, sala Eufonica Orvieto (Tr)

www.bibliotecaorvieto.it 18

www.sistemamuseo.it

www.centroitalianoartecontemporanea.com

aperti anche il sabato pomeriggio!

IL DOCENO ALLA CORTE DEI VITELLI E DEI BUFALINI CRISTOFORO GHERARDI 7 aprile Città di Castello (Pg)

www.cdcnet.net

FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL GIORNALISMO 24 - 28 aprile Perugia (Pg)

www.festivaldelgiornalismo.com

VIA MARIO ANGELONI 68 - 06124 PERUGIA TEL. 075 5003300 FAX 075 5003222 email: info@perusiaviaggi.it CONSULTATE IL NOSTRO SITO INTERNET: www.perusiaviaggi.it


Weekend News

TODI / 06 - 07 aprile

Marzo e Aprile: i mesi della rinascita. La primavera umbra svela le piccole gemme del territorio, i resort immersi nei parchi secolari, così come le intime osterie dei piccoli borghi, passando per gli eventi più charmant di cinema e giornalismo. Umbria: una regione che si conferma ogni giorno sempre più consapevole del suo patrimonio Green LAURA PATRICIA BARBERI

SPELLO / 02 - 03 marzo

Come ogni primavera, i prestigiosi palazzi di Todi, tornano ad ospitare dal 30 Marzo al 7 Aprile la Rassegna Antiquaria d’Italia, una tra le più antiche mostre del settore. La manifestazione, nata sotto l’egida della qualità, si configura come un raffinato viaggio nell’arte del passato che conduce collezionisti, esperti, ma anche semplici appassionati, in un affascinante percorso a ritroso nel tempo tra stili ed epoche. www.rassegnaantiquariaditalia.it. Per una pausa spa e benessere visitate la suggestiva cornice dell’Hotel

delle Terme San Faustino, a ridosso del più antico tratto della Via Flaminia, a pochi chilometri da Todi. A disposizione dei clienti la piscina esterna collocata nel parco ecologico che circonda l’edificio. www.sanfaustino.it.

Prima di ripartire da Todi fate capolino al Ristorante Antica Fonte del Resort San Pietro Sopra le Acque: una gemma di Arte, storia e spiritualità, antico convento dei Frati Cappuccini. Inserito in un bosco secolare, grazie a un meticoloso restauro il luogo ha mantenuto il suo fascino di edificio religioso. La cucina è diretta da un giovane chef, Simone Ragni, che propone i cibi della tradizione umbra elaborati con materie prime genuine e con un ottimo rapporto qualità/ prezzo. www.sanpietroresort.com.

PERUGIA / 27 - 28 aprile

Spello è incastonato nella natura e amorevolmente “abbracciato” dalla cinta muraria di epoca romanica. Forse per questi e altri motivi è stata scelta come location per il “Festival Cinema Spello” che si tiene dal 1-3 Marzo. Il festival dà spazio alle professioni del cinema che lavorano “dietro le quinte” ma che sono indispensabili per la re20

alizzazione di un film. www. festivalcinemaspello.com. Per l’occasione potreste alloggiare alle porte della città al resort Buonanotte Barbanera accolto in un’antica canonica del XIV secolo. La cucina è messa a disposizione dei clienti. www.buonanottebarbanera.it. La cena più goliardica è invece all’Osteria del Buchetto, luogo raccolto, in-

timo e caldo. Il locale si trova al piano terra di un’antica abitazione lungo Via Cappuccini adiacente l’Arco Romano e a pochi passi dalla terrazza naturale del Belvedere. Nel periodo estivo, si può mangiare all’aperto godendo a pieno dell’arte e del silenzio che circonda questo affascinante palcoscenico naturale. www.osteriadelbuchetto.it.

La fine di aprile a Perugia è un turbinio di colori e profumi grazie a un grande evento apprezzato in tutto il mondo: il Festival Internazionale del Giornalismo (24-28 Aprile). Cinque giorni densi di incontri, oltre 200 eventi a ingresso libero e più di 450 speaker da tutto il mondo per discutere di giornalismo, attualità

e problemi dell’informazione. Quest’anno alla settima edizione sono previsti appuntamenti sulle prossime frontiere del giornalismo, dall’uso delle piattaforme social al senso dei blog, web-tv e talk show. Dopo esservi immersi nelle strade del centro storico spostatevi verso l’intimo e raccolto Cinema Zenith, ubicato nel “Borgo Bello” della città (www.cinemazenith.it). Prima della proiezione, deliziate il vostro palato con le cucina del ristorante Nadir situato sotto il cinema. 50 coperti, decorato con gusto vintage grazie alla copiosa memorabilia del cinema. Dietro ogni piatto servito si

cela la forte filosofia culinaria dell’eco-cuoca Francesca Taticchi. Come vuole la tendenza di oggi, i prodotti impiegati sono rigorosamente a kilometro zero. Non perdete l’occasione di assaggiare la crostata di farina di segale e zucchero di canna con cioccolato, pere e cannella. www.ristorantenadir.it

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ARTI E MESTIERI

L’azienda dolciaria Muzzi, un successo che dura da oltre 200 anni MARIO TIMIO

C

hi dice Muzzi non solo dice pasticceria a Foligno, ma evoca un brand che ormai fa scuola in Italia e all’estero. Tre stabilimenti, tre marchi, 280 dipendenti e 70 agenti che lavorano per tutta l’Italia. Non è poco per una pasticceria di “appena” 213 anni, iniziata nel 1795 in un piccolo laboratorio dolciario nel centro storico di Foligno, ove Mastro Tommaso di Filippo Muzzi si specializzava nella produzione dei “Minuta”, confetti con cuore d’anice. Dopo una breve interruzione, la tradizione dolciaria si è potenziata agli albori del XX secolo producendo

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delizie di zucchero e cioccolata e sfornando dolcezze di pasticceria. I prodotti sono tutti realizzati artigianalmente con ingredienti e materie prima altamente selezionate. Uova di pasqua e un grosso assortimento di cioccolata, tra cui quella profumata al fiore di bach, al peperoncino, alla camomilla, al sale e poi energetiche e afrodisiache, vengono prodotti da oltre 50 anni. Attualmente l’antica pasticceria trova in Loredana la manager moderna che coniuga mirabilmente la storia familiare con le esigenze del mercato. “Ho ereditato la passione per la pasticceria da mio marito, Tommaso Muzzi, che mi ha coinvolta in prima persona, sebbene fossi consapevole che era

in tre punti focali: prestigio, novità e qualità. Per inciso, i nostri prodotti fanno bene un lavoro molto alla salute e stiamo molto attenti all’aspetduro. Con il tempo mi sono to sanitario”. In aggiunta l’azienda organizappassionata anch’io, e sono riuscita a za anche il servizio di catering che opera sia comunicare tale passione a tutti e tre i miei in Italia che all’estero essendo organizzati e figli. Con il tempo ci siamo espansi, acqui- attrezzati per andare anche lontano. Un’altra sendo due importanti marchi italiani: Borsari caratteristica di Muzzi è la specializzazione e Cova. L’esigenza di allargarci da un punto per il packaging. Con estro e fantasia giovadi vista strutturale è dipesa dal fatto che la nile si riesce ad intercettare i colori più di richiesta per i panettoni che venivano fatti a moda e i nuovi gusti della gente e a trasferirli Foligno, superava la produzione. Così fu rile- sui prodotti, anche con l’ausilio di fotografi vata un’azienda del Veneto, a Baia Polesine, e designer. Ovviamente l’azienda è presenla patria del Panettone. Oggi lì lavorano 220 te anche all’estero in 30 paesi, ma in questo persone e si riescono a promomento più che mai si durre 8.000 panettoncini in sente forte la necessità di un’ora grazie a dei macchisuperare i confini nazioDai panettoni alla nari altamente tecnologici. nali. È un’esigenza grande cioccolata passando La produzione oggi avviene e indispensabile. Per poter per la pasticceria da tè. Il marchio in tre stabilimenti e con tre essere un’azienda con un crea prodotti noti marchi.: Muzzi, Cova e Borminimo di risultato occorper il packaging, sari. Questo crea una triplire insistere con l’estero. per il design, ma cazione del lavoro dato che “Noi facciamo tutte le fiere soprattutto SALUTARI E vanno preparati per esempio del settore – continua la DI QUALITà tre depliant per ogni festivisignora Loredana – , Parità e in tre diverse lingue. Lo gi, Londra, Dubai, Berlino. standard qualitativo tuttavia riesce sempre Ma il nostro servizio per l’estero vale soltanad essere particolarmente elevato anche gra- to il 10 per cento del nostro fatturato. Nel zie alla suddivisione produttiva che permette complesso, andiamo molto forte in Europa, di produrre panettone, pandoro e colomba a nei paesi del nord, in Australia, in Canada e Baia Polesine, mentre a Foligno il cioccolato in altre nazioni ove è elevata la presenza di e la pasticceria da tè. “La ricerca, l’innova- italiani. Siamo tuttavia sempre alla ricerca di zione e l’uso di nuove tecnologie sono fon- nuovi mercati esteri. Oggi il nostro obiettidamentali in questo settore” chiosa Loredana, vo primario è quello di entrare sul mercato che continua sostenendo con orgoglio che cinese, sebbene sia molto difficile, ma ce la “l’azienda Muzzi ha il suo motto suddiviso stiamo mettendo tutta”. 23


GREEN ECONOMY

ENERGY MANAGER: IL TECNICO DEL RISPARMIO ENERGETICO L’Umbria è una delle cinque regioni italiani che ha provveduto ad istituire l’energy manager, una figura introdotta nel 1982, con il compito di ottimizzare il bilancio energetico delle aziende pubbliche e private che superino un certo consumo annuo

ne Italiana per l’uso Razionale dell’Energia) che, oltre a rendere disponibili informazioni di particolare interesse per il ruolo professionale, si occupa di acquisire le comunicazioni annuali di nomina degli Energy Manager, realizzare, gestire e pubblicare il relativo elenco, attivare campagne per sensibilizzare i soggetti obbligati alle nomine e assistere all’elaborazione di circolari esplicative. Proprio dall’elenco annuale pubblicato dalla F.I.R.E. emerge l’assoluto disinteresse della pubblica amministrazione, o, se vogliamo, della politica locale nei confronti di un ruolo di fondamentale supporto alle strategie energetiche che tale figura potrebbe offrire. Dal “Libro degli Energy Manager” della F.I.R.E. relativo alle comunicazioni pervenute nel 2011 si evince che hanno provveduto alla

nomina dell’Energy Manager solo 133 enti territoriali tra comuni (94), province (34) e regioni (5). Fra queste ultime una lieta sorpresa: l’Umbria. Da un’analisi più approfondita dei dati disponibili appare la fotografia di una situazione drammatica: su un bacino di enti soggetti all’obbligo pari a 1191, solo 133 sono state le nomine del 2011, cioè solo l’11% del totale. Per concludere non sarà inutile elencare le aziende che, per i loro processi produttivi particolarmente energivori, sono tenute a ricorrere all’Energy Manager: alimentari, alluminio, carta, cemento, chimica, ceramica, conciario, farmaceutica, lavorazione del marmo, meccanica, plastica, siderurgia e tessile. Nel settore del terziario le categorie più interessate ad avere un energy manager sono: sanità, ipermercati, alberghi e uffici.

WALTER LETI

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’Energy Manager è una figura professionale a elevato profilo, il cui compito è ottimizzare il bilancio energetico delle aziende, sia pubbliche che private, che superino un determinato consumo energetico annuo. Questa professionalità, anche se tuttora scarsamente conosciuta, è stata introdotta da oltre trent’anni con la legge 328 del 1982 per diventare obbligatoria e sanzionabile nel 1991, con la legge 10, per tutti quei soggetti (privati o pubblici) i cui consumi superino una certa soglia in funzione del settore. Più precisamente sono obbligate a dotarsi di questo professionista le aziende del settore industriale che nell’anno precedente abbiano consumato più di 10.000 tonnellate equivalenti di petrolio e tutti i soggetti operanti nel settore civile e trasporti che ne abbiano consumato più di mille. Per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni la soglia dei 1000 TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio) si raggiunge mediamente nei comuni con una popolazione media attorno ai 10.000 abitanti. In Italia il coordinamento degli Energy Manager è mantenuto dalla F.I.R.E. (Federazio-

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BORGHI

REPUBBLICA DI COSPAIA: UNA STORIA DI LIBERTÀ Le vicende di quella che fu la più piccola repubblica del mondo, tra fortuna, emancipazione, tabacco e contrabbando ALESSIO PROIETTI

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n errore nel tracciamento del confine tra Stato della Chiesa e Repubblica di Firenze generò una striscia di terra di nessuno; nel mezzo c’era Cospaia, un villaggio con meno di 100 famiglie. Né governanti a cui obbedire, né leggi da rispettare, né tasse da pagare. Inizia così la storia della repubblica più piccola del mondo. Era il 1441 quando papa Eugenio IV consegnò a Firenze il terri-

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torio di Sansepolcro come pegno per i 25.000 fiorini d’oro che Cosimo dei Medici gli aveva prestato. Vennero così costituite due distinte commissioni per tracciare i nuovi confini; esse presero come linea di delimitazione il torrente Rio. Non considerarono però un piccolo dettaglio: erano due i torrenti chiamati Rio, che scendendo verso il Tevere avvolgevano il colle di Cospaia. I fiorentini presero come ri-

ferimento quello posto più a nord ed i delegati dello Stato della Chiesa quello più a sud. Poco ci misero gli abitanti del villaggio a comprendere il malinteso ed a proclamare “Cospaia libera!” I due Stati, resisi conto dell’errore, rinunciarono ad una contesa per un lembo di terra di appena 330 ettari che i cospaiesi invece, seppero ben sfruttare. Nel 1484 la libera Repubblica di Cospaia fu riconosciuta ufficialmente e si dotò di una propria bandiera. Non vi era nessun esercito che la difendesse e per risolvere le questioni amministrative era sufficiente un consiglio composto da anziani e capifamiglia. Gli abitanti godevano di un benessere economico fuori dal normale: non essendoci tasse e dazi, la rendita sui terreni era netta da spese. Riuscirono a mantenersi in buoni rapporti con i vicini San Giustino e Borgo del Santo Sepolcro e senza dare troppo nell’occhio trascorsero il primo secolo d’indipendenza. Nel 1574 la fortuna passò nuovamente da quelle parti, o più precisamente, fu spedita dalla Francia. Il cardinale Niccolò

Tornabuoni inviò da Parigi al parente Alfonso, vescovo di Sansepolcro, i semi di una pianta medicinale: il tabacco. Prese velocemente piede questa coltivazione, insieme al vizio per il fumo; esso si diffuse al punto tale che molti governi vietarono la coltivazione e vi era la scomunica papale per chi ne faceva uso. Gli introiti economici generati dal tabacco erano talmente evidenti che nel 1724 la scomunica del papa contro i fumatori venne revocata. Nel frattempo a Cospaia, nessun divieto entrò mai in vigore, così da divenire la “capitale del tabacco” in Italia. Le vicende della repubblica, divenuta nota terra di contrabbando, si conclusero quando nel 1826 fu assorbita dallo Stato Pontificio. Una vicenda lunga quattro secoli, nata tra fiumi e sfociata nel fiuto per il fumo. Una storia di libertà che oggi viene regolarmente ripercorsa tra i vicoli del borgo nell’ultimo weekend di giugno, in cui si sente riecheggiare il motto ed unica legge di quella che fu la più piccola repubblica del mondo: “Perpetua et firma libertas”. 27


RESIDENZE STORICHE

Palazzo Cesi ad Acquasparta, da dimora principesca ad istituzione scientifica Il palazzo ospitò la prestigiosa Accademia dei Lincei, prima istituzione mondiale di ricerca scientifica GIULIO SIENA

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rimo personaggio di rilievo della famiglia originaria di Cesi, trapiantatasi a Roma, fu Pietro (1422-1477), avvocato concistoriale e senatore capitolino. Nel ‘500 i Cesi emersero nelle gerarchie giuridiche, militari ed ecclesiastiche consolidando il potere anche grazie ad un’accorta politica matrimoniale stretta con le illustri famiglie degli Orsini, Colonna, Caetani. Presto sorse il desiderio di alzare nella capitale prestigiose residenze per

esprimere lo status sociale conquistato. Così fece il Cardinale Paolo Emilio presso San Pietro a Roma e Angelo in via degli Acquasparta, avvalendosi di architetti e pittori quali Carlo Maderno, Longhi, Parmigianino. Ugualmente per le cappelle funerarie nelle autorevoli chie-

se di S. Maria della Pace, S. Maria Maggiore, del Gesù convocarono maestri come Antonio da Sangallo, Rosso Fiorentino, Simone Mosca. La residenza certamente più elegante è quella di Acquasparta, centro di un feudo ottenuto nel 1540 da Pier Luigi Farnese. Innalzato su volontà del Cardinale Federico Aquitani Cesi, venne eseguita dall’allievo del Vignola Guidetti al quale successe il milanese Bianchi che concluse i lavori nel 1579. Federico il Linceo (1585-1630), fondatore dell’istituto scientifico “Accademia dei Lincei”, nel 1603 si trasferì in questo palazzo ducale per fuggire dai “molesti negozi” di Roma, convinto di trovare la quiete adatta all’organizzazione collegiale del lavoro accademico per il suo programma di ricerche scientifiche inaugurato a Roma. Federico amò moltissimo questa terra e la sua dimora che gli permisero, con la contemplazione della natura e l’aiuto del microscopio di Galilei, di condurre importanti studi di zoologia e botanica. La prestigiosa Accademia dei Lincei sorse, per la coscienza dell’autonomia della ricerca scientifica avulsa da poteri poli-

tici o religiosi, come fenomeno nuovo, alto e distinto. II palazzo fu alzato nell’area occupata da un’ antica rocca. Severo è il fronte prospettante la piazza caratterizzato da un grande portale e robusti avancorpi bugnati; all’interno si apre verso il giardino un’elegante loggia rinascimentale mentre nel cortile antistante si trova l’orto botanico. Notevoli le decorazioni delle sale, con la celebrazione pittorica della famiglia attribuita a Lombardelli, trionfi ed allegorie attinte alle vite di Plutarco e alle metamorfosi di Ovidio. Spicca lo stendardo con l’emblema dell’Accademia, ovvero la lince contornata da una corona d’alloro, simbolo della ricerca scientifica e della proverbiale acutezza di vista, chiaro invito a non fermarsi alle apparenze sensibili della realtà. Federico fece inoltre dipingere un’illuminante epigrafe all’ingresso della sala delle riunioni in cui esprime il suo testamento spirituale, l’idea di un rinnovamento culturale basato su profonde convinzioni di ordine etico ed epistemologico. Disabitato per lungo tempo, fu acquistato nel 1964 dall’Università degli Studi di Perugia.

Palazzo Cesi è un posto ideale per l’Accademia - come sostenne Federico il LInceo - in una lettera a Galileo Galilei, suo intimo amico e socio: Dopo alcune disgressioni di piccoli viaggi me ne son venuto a trattenermi in Acquasparta, si per sodisfattione di questi miei sudditi, come anco per fuggir alquanto le distrattioni Romane e goder di filosofico e salubre diporto.

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CONTEMPORANEITÁ E DESIGN

PRIMATO UMBRO PER IL SOCIAL HOUSING E IL SOCIAL DESIGN ALESSIA MENCARONI

lia, invece, ha attecchito con maggiore diffi- pubblico attrezzato, con un quinto edificio di coltà dovuta in gran parte alla tendenza delle 4 piani, fuori schema e diversamente organizfamiglie italiane all’acquisto dei propri beni zato. Ogni alloggio è dotato di ampia terrazza e tetto-giardino, autorimesimmobili. Ma è negli anni sa al coperto e doppi serviSettanta, in un’area all’imGià negli anni ‘70 zi. A più di quaranta anni mediata periferia di Terni, l’Umbria percorreva la dal processo di partecipache nasce l’idea del Nuovo strada del progetto zione che diede origine al Villaggio Matteotti, riconocondiviso con il progetto di De Carlo, si possciuto come il primo esemsocial housing e sono riscontrare due posipio italiano di programin tempi più recenti zioni critiche contrapposte ha riconosciuto in ma costruttivo all’insegna maniera ufficiale il nell’ambito delle valutaziodell’attiva “partecipazione” valore del social ni: la prima valuta l’opera dell’utenza. Un gruppo quadesign assegnandogli positivamente, essenziallificato di esperti urbanisti, un premio patrocinato mente per il processo che architetti e sociologi, dopo da ADI ( Associazione l’ha generata, la seconda aver incontrato e rilevato le Italiana Design) la ritiene deludente, ricoeffettive esigenze dei diretti noscendone i valori archiinteressati, propone ai futuri assegnatari delle case un catalogo con una tettonici ma attribuendoli solamente all’estro gamma di possibili soluzioni (45 tipologie al- del progettista. Il vero interesse, però, non è ternative). Il Nuovo Villaggio, che prevedeva quello di determinare a chi possano essere at840 alloggi su una superficie di circa 20 ettari, tribuiti i valori intrinseci del progetto, quanto dopo la realizzazione del primo lotto com- piuttosto quello di comprendere in che misura prensivo di 240 appartamenti – causa l’one- questa esperienza, comunque unica in Italia, rosità del progetto – venne interrotto. La parte abbia avuto dei risvolti positivi dal punto di realizzata consta di quattro corpi di fabbrica, vista sociale creando “spazi significativi” per separati da percorrenze e circondati da verde coloro i quali li avrebbero abitati.

Nuovo Villaggio Matteotti - Progetto di De Carlo

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ell’era dei social-channel, socialnetwork, social card e via dicendo, è doveroso parlare del fenomeno architettonico del social housing e del riconoscimento del valore del social design. Proprio in Umbria si vantano due primati importanti in materia: il progetto del Villaggio Matteotti a Terni dell’architetto Giancarlo De Carlo e il premio per il social design nato nella prima edizione della manifestazione perugina di Festarch ed assegnato al designer Paolo Ulian. Il social housing è definito dal suo comitato

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di coordinamento europeo come “un insieme di alloggi e servizi, di azioni e strumenti per un’utenza che non riesce a soddisfare il proprio bisogno abitativo sul mercato, per ragioni economiche o per assenza di un’offerta adeguata; un insieme che favorisca la formazione di un contesto abitativo e sociale dignitoso, al fine di rafforzare la propria condizione abitativa e sociale”. Quello del social housing è un fenomeno ormai già diffuso su scala europea, soprattutto in Olanda e Gran Bretagna, che si espande a partire dai primi anni ’90. In Ita31


ARTE

I PITTORI DELL’ “ITALIA UNITA” A PERUGIA: DOMENICO BRUSCHI E ANNIBALE BRUGNOLI Piazza Italia e i suoi palazzi istituzionali, luoghi perugini simbolo dell’Unità d’Italia NOEMI FURIANI

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n clima post – unitario fu giocoforza per ciascuna città ricercare, all’interno della neonata nazione italiana, una propria fisionomia culturale. Durante i moti risorgimentali a Perugia era stata abbattuta la Rocca Paolina, simbolo del potere papale; sulle sue rovine la creazione della nuova piazza Italia e degli edifici circostanti assunse un valore emblematico per la nuova realtà storica. Furono qui sistemati i palazzi della Provincia e della Prefettura, quello della Banca d’Italia, il primo edificio di abitazioni in condominio e il palazzo di Ferdinando Cesaroni homo novus, rappresentante della ricca borghesia imprenditoriale. Altrettanto emblematiche sono le decorazioni di questi edifici che impegnarono i protagonisti della pittura perugina di fine secolo. Così, per esempio, alla Provincia e alla Prefettura

Domenico Bruschi, sala del consiglio, palazzo della Provincia di Perugia. 32

lavorarono, tra il 1871 ed il ’75, Tassi, Bruschi e Mariano Piervittori. L’esecuzione della parte più importante degli affreschi nei due palazzi simbolo del nuovo potere costituito era toccata a Domenico Bruschi; gli venne affidata alla Provincia la decorazione della sala del consiglio (Allegorie delle principali città dell’Umbria) e alla Prefettura quella del salone dei ricevimenti (Allegoria della Fama ed i più illustri perugini nel campo delle arti delle scienze e della guerra), opere che inaugurarono a Perugia la decorazione tardo ottocentesca a grandi figure. Il linguaggio del perugino infarcito di memorie puriste, retorica umbertina, spunti desunti dal verismo morelliano e dal prezioso simbolismo preraffaellita, si era affinato soprattutto durante la sua lunga permanenza a Roma dove, determinante, fu l’influenza di

Annibale Brugnoli, “Caduta della Rocca Paolina”

Nino Costa, a cui negli anni tardi si sovrapporrà quella di Böcklin, di De Carolis e del conterraneo Brugnoli. Proprio agli albori dell’ultimo decennio del secolo il pittore che infatti s’impose a Perugia per la qualità del proprio lavoro fu Annibale Brugnoli che si accaparrò almeno due delle commissioni più importanti che la città offriva. Affrescò il salone della Banca Commerciale dove, partendo da un episodio che illustra i Riti sacrificali alla dea Cupra, in dieci scene che sintetizzano la storia di Perugia attraverso i secoli, Brugnoli giunge a illustrare un momento della cronaca mondana contemporanea: Il ballo in onore di Umberto I in visita ufficiale alla città. In quest’ultimo episodio, ancor più che negli altri, il pittore ebbe modo di mostrare non solo la propria conoscenza del quadro storico italiano ma anche quella della più mondana pittura pompier francese che aveva avuto modo di studiare a Parigi. Brugnoli presto abbandonerà del tutto le tematiche storiche proprie della pittura romantica e si lascerà sedurre da quelle più sensuali e decorative, oltre che dalle linee fluenti, dello stile liberty. Proprio i suoi affreschi di palazzo Cesaroni in piazza Italia segnano la penetrazione del nuovo linguaggio in Umbria. Qui il pittore, popolò i cieli delle numerose stanze a lui affidate con tutti i motivi cari al nuovo gusto. Pavoni, palmette, veli e nastri hanno la meglio sui motivi della decorazione tardo ottocentesca che, se pur ancora presenti, sono ora ingentiliti dal nuovo cifrario. Le figure femminili della Danza delle ore, rappresentate in un turbinio di chiome e di veli sul soffitto del salone dei ricevimenti, sono come agitate dal vento del nuovo gusto. In questa stessa sala, Bruschi dipinse gli specchi, parte integrante della decorazione dell’intero ambiente. I dipinti mostrano l’artista ancora estraneo al rinnovamento proposto dal collega Brugnoli. Ma all’alba del nuovo secolo lo stesso Bruschi, chiamato a prestare la propria opera nella villa di Lavinia Baldelli Bombelli, sembra ormai aver assimilato la lezione di Brugnoli e, ammorbidendo i contorni e rendendo più fluide le linee, apre anche lui il proprio linguaggio al liberty ormai imperante.

Annibale Brugnoli, “Danza delle ore”

Domenico Bruschi, “Allegoria dell’Umbria”

Domenico Bruschi, “Allegorie delle principali città dell’Umbria”

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PERSONAGGIO

ARNALDO CAPRAI, DAL TESSILE AL VINO ATTRAVERSO I BRACCIALETTI CRUCIANI E LA GREEN REVOLUTION a cura di CARLO TIMIO

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a storia del ricamo, dei merletti e di pezzi preziosi di arredamento per la casa con il marchio Arnaldo Caprai – un vero prodotto made in Italy – nasce e si sviluppa a partire dal 1970, quando il Gruppo Tessile Caprai comincia a prendere forma, anche con importanti investimenti tecnologici. Contestualmente vengono acquistati alcuni ettari di terreno a Montefalco con l’obiettivo di condurre un’azienda agricola e di produrre vino: rigorosamente Sagrantino. Cavaliere Caprai, la sua attività da imprenditore nasce nel settore del tessile, per poi orientarsi anche verso il comparto vitivinicolo. Che rapporto esiste tra questi due ambiti? “Il trait d’union è la passione. Quella passione che mi ha spinto ad investire nella produzione tessile prima e poi, nel 1971, in quella vitivinicola. L’eccellenza, la qualità e la voglia di dare seguito e continuità alla storia d’impresa sono stati gli elementi trainanti”. Come nasce l’idea di valorizzare il vitigno autoctono Sagrantino, anche con investimenti nel campo della ricerca e innovazione? “La ricerca e la sperimentazione sono alla base dell’innovazione di qualsiasi processo. La passione per il territorio in cui vivo ha tro-

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vato naturale espressione nella valorizzazione di un vitigno autoctono dalle sorprendenti qualità produttive. La dedizione e la tenacia della mia famiglia hanno permesso la realizzazione di un bellissimo sogno che è tutt’ora in continua evoluzione”. Che effetto le fa sapere che questo vino oggi è apprezzato in tutto il mondo, sicuramente anche grazie al suo contribuito? “Grande orgoglio! Quest’anno abbiamo ricevuto il prestigioso riconoscimento dalla rivista americana WineEnthusiast come Cantina Europea dell’anno. È una attribuzione di merito che corona gli sforzi e l’impegno di oltre 40 anni di lavoro. Ma non è un punto d’arrivo, bensì un punto di partenza per inseguire nuovi e ambiziosi traguardi su cui stiamo già lavorando. Uno fra tutti: essere i promotori della ri-

voluzione green del nostro territorio grazie all’introduzione del protocollo di produzione Montefalco 2015: the new green revolution”. Torniamo al mondo del tessile. Merletti, braccialetti e cashmere. Una triade che sta avendo molto successo sia in Italia che all’estero. Come si intrecciano queste tre tipologie di prodotti? “Merletti, braccialetti e cashmere sono legati all’amore per il territorio, la tradizione e la cultura uniti alla produzione, tutta, orgogliosamente, italiana. È questo il segno distintivo dei nostri prodotti e del successo che li contraddistingue in tutto il mondo. Il made in Italy è, infatti, qualità, ricerca, eccellenza e volontà di produrre al meglio che si possa fare e le aziende del Gruppo sono proprio questo”. Grazie ai suoi beni di pregio, il marchio Caprai oggi è associato al territorio umbro, ricco di cultura e tradizioni. Come considera questo connubio tra prodotti e territorio? “È sicuramente un connubio fondamentale. Oltre alla mia passione personale, sono di sicuro l’Umbria, il contesto ambientale e natura ineguagliabile, insieme a quello storicoarchitettonico in cui vivo e in cui operano

le mie maestranze ad ispirare i vari progetti intrapresi”. Nel corso della sua carriera ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti sia nazionali che internazionali. Li considera dei traguardi o dei punti di partenza? “Ogni premio è un traguardo raggiunto grazie al grande lavoro e alla capacità di tutta famiglia, di mia moglie Fiorella, di mio figlio Marco, che segue con dedizione e professionalità la cantina, di mio figlio Luca, che si occupa della Cruciani e quindi della maglieria in cashmere e dei braccialetti conosciuti oramai in tutto il mondo e di Arianna che è un aiuto importante per l’azienda tessile e collabora allo sviluppo del gruppo. Per me, alla soglia degli ottant’anni, i premi non sono un punto di partenza ma lo sono per i miei figli ed oggi sono molto orgoglioso del fatto che anche loro, nei propri settori di competenza, hanno raggiunto grandi traguardi importanti. Data la vivacità che caratterizza la sua importante attività imprenditoriale, che progetti ha in cantiere per il futuro? “Per il futuro stiamo pianificando un’espansione all’estero per tutte e tre le aziende del Gruppo Caprai senza dimenticare la nostra Italia!” 35


2009:

10 ANNI DI MISS

continua la rubrica

“10

MARTINA TINOZZI

anni di miss umbria” all’insegna di storie raccontate

in prima persona da chi ha vissuto l’esperienza di miss italia con i suoi sogni,

le aspettative e le curiositá, affrontando una sana competizione con lo spirito e il coraggio di mettterci la propria faccia

2010:

FRANCESCA TESTASECCA

Come sei arrivata alle selezioni di miss Umbria? “Ho iniziato a lavorare come modella da quando avevo 16 anni, dopo vari concorsi e sfilate, alcuni amici da tempo mi spingevano a provare quest’esperienza, e così al termine degli studi mi sono decisa a partecipare al concorso”. Cosa ricordi di quell’esperienza? “Dopo mesi di studio per conseguire la maturità ricordo la stanchezza, ma anche tante emozioni soprattutto nel giorno dell’elezione di Miss Umbria, che si tenne a Foligno, città in cui sono nata. Per non parlare poi dell’immensa emozione di Salsomaggiore. In una notte mi è cambiata la vita”. Di cosa ti occupi oggi? “Dopo l’elezione di Miss Italia ho lavorato in giro per l’Italia e all’estero. Oggi studio recitazione dopo aver girato un film l’estate scorsa. Mi sono dedicata al cinema, intraprendendo la carriera d’attrice”.

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Quali sono i tre oggetti che hai nel comodino? “Ammetto di essere una persona molto ordinata, tengo solo l’indispensabile. Attualmente tengo solo il cellulare ed un libro di dizione italiana”. Dolce o salato? “Assolutamente dolce...aimè!” Casual o elegante? “Dipende dalle occasioni. Amo l’eleganza anche se mi trovo a mio agio con entrambi gli stili”. L’ultimo libro che hai letto? “Il libro intitolato ‘Amore liquido’ di un noto sociologo Zygmunt Bauman”. Qual è il tuo sogno nel cassetto? “Ovviamente., amando il cinema, mi piacerebbe molto diventare un attrice”.

Come sei arrivata alle selezioni di miss Umbria? “Sin da piccola sognavo di partecipare a questo concorso. Ricordo ancora quando mio nonno, guardando una delle tante edizioni, mi disse: ‘Un giorno anche tu sarai lì!’ Ricordo con amore i suoi occhi, pieni di soddisfazione solo al pensiero di vedermi là. Ed io ho mantenuto questa promessa. La mia avventura inizia nella primavera del 2009. E sono certa che da lassù, lui ha incrociato le dita per me”. Cosa ricordi di quell’esperienza? “Ricordo milioni di sensazioni, di emozioni. Inizialmente la curiosità di vivere un ‘mondo’ nuovo. Ricordo la gioia provata nel condividere questa esperienza con ragazze che sono diventate parte della mia vita nei 24 giorni in cui sono stata a Salsomaggiore. Ricordo la soddisfazione provata nel rivedermi in televisione o in qualche settimanale. Ricordo la stanchezza.

E la nostalgia per la mia famiglia e le mie abitudini”. Di cosa ti occupi oggi? “Oggi mi dedico a ciò che è il mondo della moda: sfilate, servizi fotografici ed eventi. Una vita in movimento. Ma colma di emozioni e soddisfazioni”. Quali sono i tre oggetti che hai nel comodino? “Allora vediamo un po’, un libro, una crema per le mani e la foto della mia vita: la mia famiglia”. Dolce o salato? “Purtroppo o per fortuna, dolce. Sono una delle poche cose a cui non riesco a dir di no”. Casual o elegante? “Preferisco la comodità. Vesto solitamente casual. Ma ci sono giorni in cui mi piace vestire elegante”. L’ultimo libro che hai letto? “Con te e senza di te” scritto da Osho. Un libro molto interessante, nel quale si analizza il tema dell’amore affrontato in tutte le sue forme”. Qual è il tuo sogno nel cassetto? “Il mio sogno nel cassetto? Credo non si possa desiderare altro che vivere in assoluta serenità con chi è importante nella propria vita”.

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VIP IN UMBRIA

Città della Pieve ELEONORA ZEROLI

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MARIO DRAGHI PUNTA SU CITTÀ DELLA PIEVE PER DEDICARSI AL RELAX, FAMIGLIA E SPORT 38

6 luglio 2012: alla vigilia delle olimpia- Draghi si ritira per dedicarsi al relax, alla di londinesi Mario Draghi, governatore famiglia (nella stessa cittadina è convolato della Banca Centrale europea, fa tremare a nozze il figlio Giacomo) ed allo sport. La i mercati finanziari internazionali con le sue cittadina umbra di circa 7000 abitanti, domiparole: “Nell’ambito del nostro mandato, la nante la Val di Chiana e circondata da mura Bce è pronta a fare tutto quello che serve per trecentesche è infatti il suo piccolo angolo di preservare l’euro. E, credetemi, sarà abbastan- paradiso dove può ritirarsi per dedicarsi alla za”, parole pronunciate con un sorriso sulle sua passione per il jogging ed il trekking. Il labbra che gli sono valse il titolo di “uomo piccolo borgo di Città della Pieve, oltre ad dell’anno” da parte del prestigioso quotidiano aver adottato “l’uomo dell’anno”, ha dato i londinese Financial Times. Lo stesso Mario natali ad uno pei più importanti pittori del Draghi che, da governatore della Banca d’Ita- Rinascimento italiano, Pietro Vannucci, detlia, si distinse per sobrietà to il “Perugino”. Il Perugino preferendo alle auto blu fu l’iniziatore di un nuovo Come il pittore Pietro i treni intercity ed i voli modo di dipingere, caratteVannucci, detto il low-cost e che, da diretrizzato da purezza formale, “Perugino”, anche il tore generale del Tesoro, serena misura nelle compogovernatore della affidò importanti incarisizioni, disegno ben definiBanca Centrale europea, grazie al suo chi ad una generazione di to ed elegante, personaggi talento, ha saputo ventenni e trentenni che liberati dalle caratteristiche tendere all’alto, tra il ‘95 e il 2000 contenterrene ed investiti di un’aria restando con i piedi ne il debito pubblico, fece angelica ed eterea. Un’arte incollati nella terra entrare l’Italia nell’euro fatta di armonie e silenzi, umbra e smantellò lo Stato imcolori pastello e prospettive prenditore. Roger Cohen, studiate che creano un equipenna del New York Times, lo descrive così: librio ideale. Insomma un “rivoluzionario si“Mai fretta, sempre sicuro, maestro del pas- lenzioso” dell’arte così come Mario Draghi lo saggio breve e della verticalizzazione, rovina è oggi nel mondo della finanza? Di sicuro in della Germania, un fantasista che colpisce il entrambi i casi si tratta di uomini che, grazie bersaglio con precisione”. Il carattere mite ma al loro talento, hanno saputo tendere all’alto, deciso si rispecchia nella scelta di Città del- restando con i piedi incollati a terra.. la terra la Pieve come il luogo nel quale, dal 2010, umbra. 39


PARLA L’ESPERTO

La Nuova Patente Europea Dal gennaio 2013 la patente di guida diventa europea attraverso un processo normativo uniforme che conduce al rilascio in tutti gli stati dell’UE di un documento uguale nel supporto materiale e nei requisiti per conseguirlo Elisabetta Bardelli

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al 19 gennaio 2013 è in vigore la nuova disciplina in materia di patenti di guida, introdotta con il decreto legislativo 18 aprile 2011, n. 59, modificato dal decreto legislativo 16 gennaio 2013, n. 2. La riforma, che dà attuazione alle direttive comunitarie 2006/126/CE e 2009/113/CE, è volta a migliorare il livello della sicurezza stradale, attraverso una più attenta formazione dei conducenti e degli stessi esaminatori. La patente diventa europea, attraverso un processo di uniformazione normativa che porta al rilascio, in tutti gli stati dell’Unione, di un documento uguale, non soltanto nel supporto materiale, ma anche nei requisiti richiesti per

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conseguirlo. Cambiano i limiti di età per i vari documenti di guida, che diventano 15, con l’introduzione di sottocategorie che consentono di condurre solo alcuni veicoli della categoria principale. Tra le novità è da segnalare la soppressione del cosiddetto patentino per i motocicli, sostituito dalla patente AM, che potrà essere conseguita in Italia a 14 anni, ma che abilita alla guida su tutto il territorio UE solo al compimento dei 16 anni; la stessa età è prevista per il rilascio della patente A1, che consente la guida di moto 125, mentre per le moto fino a 35 Kw è necessaria la patente A2, riservata ai maggiorenni; la patente A, che abilita alla guida di tutte le moto, senza limitazioni, potrà essere conseguita a 20 anni, ma solo se si è già in possesso della patente A2 da almeno due anni, altrimenti è necessario attendere il compimento dei 24 anni. Dal punto di vista sanzionatorio, la riforma punisce non solo chi guida senza patente, ma anche chi conduce un veicolo senza aver conseguito la corrispondente patente di guida, ossia con un documento di categoria inferiore rispetto a quella richiesta dalla legge. La riforma, tuttavia, riguarda soltanto i nuovi conducenti. Le patenti rilasciate entro il 18 gennaio 2013 conservano infatti la loro efficacia ed abilitano i loro titolari alla conduzione degli stessi veicoli previsti al tempo del rilascio.


CONCORSO FOTOGRAFICO

TEMA 1 “LE PIAZZE UMBRE” TOP SELECTION LA GIURIA Singoli elementi si uniscono e divengono assieme. Colore, materia, stile, tradizione e persone si fondono nella piazza. La giuria apprezza l’intuizione creativa e decreta come vincitore del primo tema lo scatto inviato da Cristina Mauri (dalla provincia di Como)

VINCITRICE GUBBIO - PIAZZA GRANDE by CRISTINA MAURI

SPOLETO - PIAZZA DEL DUOMO by PAOLO CORRADINI

UNA FOTO IN UMBRIA per la Rivista Riflesso

Continua il Concorso fotografico RISCATTO, ideato dalla Rivista Riflesso il cui tema riguarderà questa volta specificatamente l’architettura del nostro tempo. Il Concorso è volto ad individuare e divulgare immagini inedite, rappresentative e valorizzanti il Territorio umbro, permettendo di mettere in mostra le abilità e la creatività di fotografi ed appassionati di fotografia. Il Concorso avrà durata annuale e si svolgerà in sei tappe tematiche durante tutto il 2013. Ogni due mesi, in corrispondenza dell’uscita della Rivista Riflesso, verrà reso noto il nuovo tema del Concorso. Il secondo tema è: “Architettura contemporanea in Umbria.” I partecipanti dovranno inviare le foto con cui concorrere (massimo 2), rigorosamente originali ed inedite, entro il 20 aprile 2013, effettuando la registrazione e caricando l’immagine seguendo le indicazioni riportate nel sito web: www.riflesso.info

PERUGIA - PIAZZA IV NOVEMBRE by MAURO CRISTARELLA

PACIANO - PIAZZA DELLA REPUBBLICA by ILARIO BALESTRO

TODI - PIAZZA DEL POPOLO by GIUSEPPINA BALLICU

Il Concorso è aperto a fotografi di qualsiasi livello, anche non residenti in Umbria, ed è gratuito. Un’apposita giuria valuterà le foto pervenute, selezionando le migliori e decretando lo scatto vincitore. I risultati saranno resi noti attraverso la pubblicazione sia nella Rivista Riflesso in formato cartaceo che nel sito web. Durante la procedura di registrazione e download online, saranno richiesti, oltre ai dati identificativi dell’autore, anche alcuni dettagli tecnici (luogo, tipo di obiettivo, modello macchina fotografica, ecc.) relativi allo scatto effettuato. Le immagini, per esigenze editoriali, dovranno avere uno sviluppo verticale. Non saranno prese in considerazione foto con sviluppo orizzontale. Ulteriori informazioni sono presenti nella sezione “Art Foto Lab” del sito web: www.riflesso.info

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ENOTECA

CINEMA

RIA: B M U ORE IN T U A NTO ’ E D G R M A L I F RDI E O S , I N BENIG GIACOMO CALZONI

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con immensa soddisfazione che annunciamo la nascita di una nuova rubrica interamente dedicata al cinema. Ma non al cinema tout-court o a quello che settimanalmente è presente nelle nostre sale cinematografiche: bensì quello che descrive il binomio Regione Umbria - mondo della settima arte. Di volta in volta verranno analizzati un titolo, un regista, un film o anche solamente un attore. Una ricerca approfondita sull’argomento ha portato a galla notizie, curiosità ed aneddoti che molti non si sarebbero mai immaginati. Se ormai è nota la collaborazione di Roberto Benigni con gli studi di Papigno, situati in una frazione del comune di Terni (oggi momentaneamente chiusi), nei quali ha

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effettuato le riprese dei celeberrimi “La vita è bella” e “Pinocchio”, forse non tutti sanno che la nostra Regione ha rappresentato nel tempo un crocevia di personaggi ed artisti di altissimo spessore. Qualche nome? Da Alberto Sordi a Mickey Rourke, passando per Andrej Tarkovkij e Peter Sellers; persino il maestro del brivido Dario Argento ha girato nel cimitero monumentale di Perugia una sequenza del suo capolavoro “Profondo rosso”. Oppure Orson Welles, indiscutibilmente uno dei più grandi registi della storia del cinema: esistono testimonianze di alcune riprese effettuate all’interno della Rocca Paolina, tra il 1949 e il 1952, per il film “Otello”. Un fatto, questo, che non può che renderci ulteriormente fieri del bellissimo territorio in cui viviamo. Insomma, l’argomento è decisamente ricco e stimolante, e siamo certi che molte notizie non mancheranno di sorprendervi piacevolmente. In attesa di darvi appuntamento al prossimo numero per iniziare il nostro viaggio all’interno del Cinema in Umbria, non possiamo che consigliarvi un imprescindibile testo interamente dedicato a questo tema: “L’Umbria nel cinema – Tra demonio e santità” (Gramma Edizioni, 2005) del giornalista e critico cinematografico perugino Fabio Melelli.

IL SAGRANTINO DI MONTEFALCO, UN’UVA ANTICA CHE ANCORA MANTIENE UN’AUREA DI MISTERO MARCO SERVILI

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a cultura enologica è strettamente legata al territorio di Montefalco, piccolo centro nel cuore dell’Umbria, situato sui colli tra Foligno e Spoleto, dove nasce un vino unico, di lungo affinamento: il “Sagrantino di Montefalco” o “Montefalco Sagrantino”, ottenuto dall’omonimo vitigno autoctono. Il “Sagrantino” è un’uva antica, con una certa aurea di mistero legata alla sua origine, dove le ipotesi risultano essere suggestive ma tutt’altro che comprovate. Secondo alcuni studiosi ne danno testimonianza Plinio il Vecchio nella sua “Historia Naturalis” (libro XIV) ed alcuni documenti del ‘500: quali un ordine da parte di un mercante ebreo di Trevi e uno scritto del giurista assisano Bartolomeo Nuti (1598). Secondo altri, invece può essere giunto a Montefalco tra il 1300 e 1400 portato dai frati francescani di ritorno dall’Asia minore che l’utilizzavano nelle Sacre Cerimonie (da qui l’origine del nome “Sagrantino”). La zona di produzione del “Sagrantino” comprende l’intero territorio del Comune di Montefalco e parte del territorio dei Comuni di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell’Umbria tutti nelle sue parti collinari (habitat ottimale) e grazie agli eccellenti risultati ottenuti dai produttori, nell’anno 1992 ha ottenuto l’importante riconoscimento della Denominazione d’Origine Controllata e Garantita (D.O.C.G.). Il vino “Sagrantino”

viene prodotto sia nella tipologia “secco”, che nella tipologia “passito”, con un invecchiamento di almeno trentatrè mesi, di cui almeno 12 mesi in botti di rovere – per la sola tipologia “secco” – e con un ulteriore periodo di affinamento in bottiglia di almeno 4 mesi. Tutto ciò, rende il “Sagrantino” (“secco” e “passito”) un vino di una grande complessità sensoriale sia alla vista, che all’olfatto ed al gusto. Il colore è di un rosso rubino intenso, impenetrabile, fitto che con il tempo si evolve al granato e dove le tonalità più cupe sono proprie del “Passito”. All’olfatto è fine, intenso, con profumi che ricordano more mature, prugna secca, mirtilli e ribes nero che con l’affinamento evolvono in profumi eterei, minerali, speziati di liquirizia, cannella, chiodi di garofano, rosa appassita, pepe che ben si fondono con lievi note di vaniglia, diventando più intensi e ancora più ampi con note di confettura di more, anice stellato e floreali di viola e ciclamino nel “Passito”. Infine, al gusto è astringente, caldo, con una buona sapidità, robusto quasi austero, di grande stoffa con una lunga persistenza; per poi divenire abboccato, avvolgente quasi vellutato, sontuoso con una persistenza gusto olfattiva infinita nel “passito”. I migliori abbinamenti si hanno con grandi arrosti - in particolar modo cinghiale, beccacce e lepre - e con i formaggi piccanti e stagionati. Tradizionalmente, Il “Sagrantino Passito” viene degustato insieme all’arrosto di agnello. 45


GIRI DEL GUSTO

ERBE SPONTANEE COMMESTIBILI: LA NOSTRA PASSEGGIATA NEL PIATTO Marilena Badolato

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rbe salutari, spontanee commestibili, vergine di oliva, che arricchisce questi piatti erbe rustiche, per insaporire e arricchire poveri regalando ancor più fisionomia e gudi gusto piatti insignificanti o per dona- sto umbri. Loro donano la loro personalità, re conforto, ricordo, memoria. Queste erbe si quel pizzico di sapore in bocca, che ci fa riraccolgono in luoghi precisi, sono posti co- flettere su quanto sia preziosa la nostra terra, muni, poveri, essenziali, ancora incontamina- su quanto ci regali da millenni la natura e sul ti. Regalano gusto e stupore ritrovato a zuppe, valore di tali risorse spontanee e commestia passate, a minestroni, a bili. E la tecnica di grandi creme. Li colorano di buochef diventa allora ancella “Non è poca dottrina no, non certo di coloranti, del gusto, perché gli “effetti saper mitigare l’amaro regalano aromi, non certo speciali” si creano, si cerdi alcuna erba col sapore né amaro, artificiali: colori e aromi di cano, si raccolgono a terra né acuto di alcune terra, di luoghi, di piogge, e non si montano sui piatti. altre, facendo di di sole. Insieme ad altre, in Facciamoci allora, ora che tutte insieme un armonica composizione e le giornate sono più miti, componimento calibrate con arte e scienza, una passeggiata sui nostri sì soave, che ne creano la misticanza, quel prati e radure selvagge, che assaggerìa a sazietà” fantasioso accostamenil periodo tra fine febbraio […] Pietro L’Aretino to tanto cantato da Pietro e fine aprile, comunque ai l’Aretino, una sinfonia di primi tepori, è il momento colori e sapori nelle nostre variopinte insala- migliore per gustare queste erbe proprio per il te. E alcune di loro sono ottime anche lessate loro sapore, dopo che le temperature invernali con i loro sapori quasi indefiniti, ma di bontà: ne hanno mitigato l’amaro che le contraddidall’amarognolo al più dolce, dal quasi agretto stingue. Cogliamo i nostri fiori eduli- come la al più gentile. Questo sono le erbe spontanee. Bellis perennis, la margheritina- per colorare Con i nostri cereali più salubri come farro e le nostre insalatine di erbe dai magici nomi – orzo e con i legumi storici – roveja, cicerchia, borragine, pimpinella, ginestrella, crespigno, lenticchia, cece rosso, fagiolina – si sposano caccialepre, tarassaco, cicorietta, portulaca – a meraviglia creando gustose preparazioni, e al ritorno riproponiamo la nostra passeggiaovviamente con un filo del nostro olio extra ta nel piatto.

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SELEZIONE LIBRI a cura di Italo Profice Fabiola Gravina narra la storia di Giulia, una sposa tradita alla vigilia delle nozze. Questa triste sorpresa spinge la protagonista a cercare nuovi orizzonti, nuovi stimoli. Si trasferisce a New York dove trova un lavoro gratificante e ricomincia a vivere serenamente, fino a quando l’improvvisa scomparsa della madre la costringe a tornare a Perugia. In seguito ad una enigmatica lettera scritta dalla madre prima di morire, Giulia indagherà sul suo passato, iniziando un travagliato percorso di analisi interiore che la porterà a riflettere sui suoi errori e sul difficile rapporto che aveva con la madre. Riscoprirà così nuovi e più profondi sentimenti per la vita e per le persone a lei care. Il tempo che credevo di aver perso è scritto sottoforma di diario ed è edito da 0111 Edizioni.

Monica Serra racconta un’incredibile avventura ambientata nell’anno del Signore 1201, quando la Sicilia era un’isola densa di cultura araba. Nelle antiche architetture di una misteriosa abbazia si susseguono tradimenti, colpi di scena ma anche intrepide imprese e prove di vera amicizia. Nel romanzo passionale ed avvincente Palermo fa da sfondo all’incredibile vicenda di Federico e Yassar, un cristiano cresciuto tra gli arabi ed un musulmano legati da una profonda amicizia. Il primo diventerà re, il secondo un soldato leale che lotterà al suo fianco fino all’ultimo respiro. Il soffio del vento, ovvero l’ultimo respiro di un uomo che lotterà strenuamente per la grande impresa, non smetterà mai di anelare al coronamento di un grande sogno: l’unione di due grandi civiltà sotto un unico impero. Morlacchi editore.

Andrea Sambucari ci consiglia su come vivere al meglio il precariato e la disoccupazione. Il Sambucario è dedicato specialmente ai più giovani che, oggi più che mai, si trovano a dover affrontare una debilitante e deprimente stasi occupazionale. L’autore ci racconta gli ultimi quattro anni della sua vita trascorsi tra la disoccupazione ed il precariato con uno stile semplice ed efficace. Le difficoltà del mondo del lavoro che ha dovuto affrontare lo hanno segnato. Da questa esperienza nasce questo diario che ci istruisce su quali siano le strategie migliori per fronteggiare gli eventi negativi. Solo la fiducia nel domani, l’ottimismo ed il dinamismo possono portarci a scalare queste difficoltà. Edizioni Futura.


S p o l e t o

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F o l i g n o

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T e r n i

Spoleto Corso Garibaldi, 50 - tel. 0743.49.837 - Foligno Corso Cavour, 26 - tel. 0742.352.267 - Terni Corso Vecchio, 7 - tel. 0744.408.111 www.tomasinifrancia.it - amministrazione@tomasinifrancia.it


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