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PER UNA SINISTRA DIFFUSA Roberto Ongaro
L
a sinistra, che si è comodamente definita “nel bosco”, dal partito che si considerava egemone di essa, il PD, non è stata con i pugni in tasca e da tempo frequenta altre collocazioni. In un mondo fatto di associazioni, comitati, volontariato, emerge la centralità di una sinistra diffusa, concentrata nel ‘fare’ ed espressione immediata dei bisogni più urgenti di un territorio o di un ceto sociale in sofferenza. In questo mettersi al servizio a favore di una politica delle cose, emergono le richieste radicali di cambiamento sociale che chiedono risposta e che un tempo ricevevano la proposta politica della sinistra di partito. Altra sinistra indifferenziata si trova nei cortei, nell’impegno per la pace, per la fine delle discriminazioni, negli scioperi contro il progressivo impoverimento della
popolazione, nelle richieste immediate di giustizia, nella difesa dell’ambiente, contro il degrado climatico e per la sopravvivenza della specie. È questa una sinistra del fare e del sentire che ha poca rappresentanza politica, ma nei fatti è già una nuova sinistra a rete che trova raccordi e collegamenti privi della pregiudiziale partitica e che mettono insieme una delle caratteristiche più belle che la sinistra ha portato all’interno della politica dell’amministrare, ovvero la comunanza e condivisione cementata dai problemi comuni e dalla volontà di cambiare la società. Questa nuova accezione della sinistra trova già importanti sperimentazioni che sono diventate soggetti politici. Mi riferisco in particolare al lavoro di Sinistra Futura per la Federazione della Sinistra sarda, un movimento che in due anni ha saputo creare una rete che parte dalle comunità locali. Questa realtà politica