La Città Spontanea

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QUADRO CONOSCITIVO

IL SISTEMA PRODUTTIVO AGRICOLO

L’insediamento nel territorio Palagianese ha da sempre privilegiato le aree vicine a una falda freatica poiché, insieme ai nuclei abitativi, nascevano le prime forme di organizzazione agricola territoriale tese a sfruttare al meglio le acque defluenti da fonti spontanee, dalle lame e dalle gravine, per irrorare terrazzamenti, orti e giardini. Il paesaggio agrario inizia a strutturarsi in epoca neolitica nelle aree intorno al Mar Piccolo, in particolare nel territorio immediatamente a Nord Ovest della città tarantina: in luoghi caratterizzati da fertilità dei suoli e facilità di accesso a fonti idriche. L’entroterra e le aree più interne furono invece coinvolte da queste trasformazioni in un secondo momento, in esse la pastorizia ed in genere l’allevamento ebbero, probabilmente, un peso molto maggiore rispetto ai siti litoranei, dove si sviluppò la cerealicoltura. L’introduzione delle pratiche viticolturali nel Tarantino si deve, probabilmente, ai coloni spartani che fondarono la città greca. “Della viticoltura di epoca coloniale sappiamo molto poco, ma è molto probabile che essa rivestisse un ruolo molto importante all’interno delle tante aziende medio-piccole che costellavano la chora tarantina nei secoli V-III a.C. La bontà del vino prodotto lungo il Galeso e sul colle Aulone

Coltivazioni legnose agrarie (elaborazione su dati IPRES) 1

era, ancora nei primi secoli dell’Impero, rinomata e ricorre di frequente nei testi classici.”1. Nel corso del Tardoantico, seppur la cerealicoltura era la coltura principale del Tarantino, a seguito della perdita per l’impero delle tradizionali aree fornitrici di grano, l’Africa del Nord e l’Egitto, si va affermando sempre più un modello policulturale insieme a forme di pastorizia transumante. La crescita del commercio e dell’economia mercantilizzata, privilegiarono le produzioni agricole di grano, olio e vino fino alla crisi tardomedievale che vide la riduzione delle ultime a favore di cereali e del pascolo. Tra sei e settecento vastissime aree furono nuovamente convertite a vigneti e uliveti, a partire dalla metà del XVIII sec. si incrementò la commercializzazione dell’olio tarantino e la viticoltura conobbe un’espansione progressiva e irreversibile. Nacquero così una miriade di micro-aziende che colonizzarono l’intero territorio fino alla fascia dunale, fornite di pozzi e cisterne e caratterizzate dalla presenza di strutture quali masserie e trappeti.

Seminativi (elaborazione su dati IPRES)

P.P.T.R. Elaborato 5.8 scheda ambito Arco Ionico Tarantino 51


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