Reporter Junior - luglio 2013

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Portavamo i calzoni corti

igio di oggi I bambini di ieri e gli uomini in gr

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era una volta, trenta o quaranta anni fa, un gruppo di amici. Il più piccolo aveva otto anni, il più grande dodici. Scuole diverse naturalmente, sogni uguali e voglia di giocare che scorreva nelle vene. Partite interminabili, giocate fino allo stremo, anzi fino al richiamo materno che, dal balcone di casa, annunciava l’orario e il triplice fischio finale. Ci si divertiva, rincorrendosi sulla strada o – quando si era fortunati e svegli a tal punto da arrivare per primi – sul campetto in terra, pietre e vetro davanti alla chiesa del quartiere. Il campo d’asfalto aveva strisce improbabili disegnate pazientemente con la pietra di gesso trovata nel cantiere vicino. Quattro grosse pietre erano posizionate, dopo avere contato i passi per la distanza regolare, per sostituire i pali delle porte che non c’erano. Il pallone era quasi sempre in plastica, quello di cuoio arrivava qualche volta. Il più delle volte lo si lasciava a casa, al riparo protettivo per paura di perderlo o rigarlo irrimediabilmente. La leva calcistica di quegli anni si sbucciava le ginocchia. A terra sull’asfalto o sul brecciolino si vedeva il sangue. Bastava la saliva sputata sulla mano per disinfettare la ferita e ripartire rincorrendo un altro gol. Pantaloncini corti, ma non quelli sportivi; stoffa, se non addirittura lana. Anche a quadrettoni modello scozzese. A quel tempo ci si sentiva liberi, ma liberi come ci si sente anche oggi, a otto e dodici anni. Forse, oggi, sono meno liberi i genitori. Forse oggi le preoccupazioni, le paure, le angosce, caricano le ansie degli adulti che poi le riversano sui figli. Una volta, a quel tempo, le partite di calcio erano interminabili perché si voleva allungare il tempo della felicità e, allo stesso tempo, spostare più avanti l’asticella dell’arrivo, della vittoria ad ogni costo. Anche i bambini di oggi – ne sono certo – allungherebbero la loro partita per strada. Forse, all’inizio, prenderebbero per folle il bambino di un tempo con i capelli grigi di oggi. Subito dopo, ne sono certo, inizierebbero a rincorrere la palla e a non finire mai. La partita la si vince arrivando a dieci e poi a quindici, poi vince il primo che segna e poi non vale e si continua. Per ore, senza paura, senza il fiatone. Felici! La gioia della libertà si può provare ad ogni età e la si è vissuta in ogni epoca. Trenta o quarant’anni fa, ci si guardava in faccia. Si condividevano i giocattoli accuratamente curati e che dovevano durare almeno un anno intero; da Natale a Natale. La stessa scuola ha un ricordo particolare. Sembra quasi di udirne i suoni e percepirne gli odori. Una sola maestra, una sola persona che, negli anni delle elementari, ti seguiva passo passo e ti indicava già una prima strada. Classi numerose, compagni e compagne che ricordi ancora. Molti nomi e cognomi, una foto in posa per segnare l’anno scolastico impettiti nei grembiuli neri d’ordinanza. Le materie le stesse, con l’eccezione di quelle più moderne che hanno “rivoluzionato” programmi didattici e business editoriali. La scuola di Ortigia, sul lungomare di levante, la ricordo accogliente e protettiva. La merenda nel forno vicino, quello della commare di famiglia che ti favoriva col pane appena sfornato. Olio, sale e origano, anche se a volte profumava di mortadella o della frittata preparata al

Di Prospero Dente

mattino prima di uscire. Qualcuno ha scritto che “il ricordo è una forma di incontro”. Credo sia vero. Tornare indietro con la mente aiuta a toccare ancora quel pallone, sentire le voci degli amici e della tua squadra. La voce di suor Immacolata, vestita di nero e severa ma non per questo spauracchio dei pischelli di un tempo. Le volevamo bene, l’ascoltavamo e assorbivamo consigli e rimproveri. Una maestra importante per tutti noi. Tanto importante che il suo nome è stato evocato più volte quando i metodi didattici delle nuove leve, a noi genitori, non c’hanno convinto molto. Trenta o quarant’anni fa, mancavano i computer, i video giochi, gli i-pad, gli i-phone. Insieme alle infinite partite di calcio, giocate a qualsiasi temperatura e nonostante le pozzanghere, si provava a mettere in moto la fantasia ludica da strada. Così, con un occhio al balcone di casa per scongiurare qualsiasi errore alla vista materna, ci si nascondeva dietro colonne, sotto le auto parcheggiate, dentro cantieri chiusi, magari dalla parte opposta del palazzo che per trovarti passava anche mezz’ora. E poi c’era la trinca, giocata saltando con un piede dentro i quadrati numerati disegnati per terra. Ognuno di noi sceglieva la pietra giusta (la migliore era quella piatta venuta fuori dal solito cantiere e da uno dei tanti mattoni forati spaccati) per arrivare a guadagnare più punti. Anche queste erano partite infinite, contestazioni continue sulla linea sfiorata o mancata dal lancio sulla casella vincente. Qualche volte ci si arrabbiava pure, addirittura veniva decretata la sospensione dell’incontro per impossibilità dei contendenti. Ma l’indomani si era di nuovo davanti alla casella numero uno pronti per un’altra sfida. La nostra, con il passare degli anni, era una ricerca continua di divertimento, di novità. Così, riuniti nel garage dell’amico, si costruivano i carrittuli. Tutti in legno e con i cuscinetti riciclati a fare da ruote; poi giù, nel rumore infernale di quel missile senza freni dove accovacciarsi per la discesa sconnessa. Dovrebbero riscoprire i carrittuli. Dovrebbero provare il brivido incosciente della discesa con poco asfalto. Dovrebbero poter imparare a frenare guidando con i piedi e indirizzando bene per non sbattere sul muro. Un gioco didattico, come tutti gli altri di quel tempo. Libertà da sentire dentro, possibilità di ricordare quella volta che ti sbucciasti il ginocchio rovinando anche i pantaloni corti. Avere ancora il fiato che ti regge per dieci, venti e tanti gol ancora. Avere la voglia di disegnare a terra le linee con il gesso e accorgersi che non sono così diritte come si sperava ed essere preso in giro per questo. Aspettare il fine settimana per un paghetta che non si chiedeva mai. Prima duecento lire, poi cinquecento e dopo ancora mille. Le giostre vicino al campo scuola. La domenica con gli amici sull’autoscontro o sulla ruota oppure al tiro a segno o magari a tirare palline da ping pong provando a centrare la vaschetta con il pesciolino rosso. Anche i giochi vanno ricordati. Gli amici e i compagni di squadra delle interminabili partite vanno ricordati. L’odore del pallone e del gesso, dei cuscinetti o dell’autoscontro, della mia scuola e dei quaderni pieni di ricerche incollate con il vinavil e poi rilegate alla fine dell’anno. C’era una volta un gruppo di amici…che nel ricordo si sono incontrati di nuovo.

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Basta non accondiscendere troppo, rimanare fermi nei divieti, evitare comportamenti controversi e la difficoltĂ del mestiere di mamma e papĂ potrĂ superarsi con progressiva semplicita. La pedagogista clinica siracusana Letizia Lampo ci dispensa in due decaloghi alcune perle per affrontare in maniera costruttiva il rapporto con i nostri figli

Manuale di a z n e v i v v a r sop Guida pratica alla genitorialitĂ

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di Mascia Quadarella

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a genitorialità è una funzione complessa, vuoi per le grandi responsabilità che comporta, sia perché riesce a stravolgere, alla velocità della luce, convinzioni astratte sui processi educativi che si avevano prima di confrontarsi con i piccoli o grandi problemi quotidiani con i figli . Spesso, quando le reazioni dei destinatari dei nostri input educazionali sono l’opposto di quanto ci si aspettava, come un contadino deluso che non riesce a cogliere i frutti di quella che definiva “la semina” buona, si entra in crisi, si viene assaliti da sensi di colpa, che conducono ad atteggiamenti compensativi sbagliati, ci si sente inadeguati mettendo a repentaglio la stabilità della famiglia e di tutte quelle relazioni personali che attorno al “nucleo si sviluppano” e da cui dipendono. A volte per niente, si entra in circoli viziosi, dai quali bisogna uscire in tempo, prima che si trasformino in trappole infernali , dentro le quali si può evitare di incagliarsi attenendosi ad alcuni principi generali, che abbiamo chiesto di illustrarci ad una giovane ed in gamba pedagogista clinica siracusana, Letizia Lampo, che ha tracciato una sorta di vademecum “salva mamma e papà”, una vera e propria tavola di comandamenti dai quali non scostarsi troppo per contribuire a creare adulti del domani sicuri, consapevoli e soprattutto socievoli e non eccessivamente individualisti, come molti bambini di oggi sono diventati, invasi da una società fatta sempre di più di rapporti più virtuali che reali.” Un bambino che nasce è una storia a se – premette la dottoressa Lampo-. E’ un individuo con le sue caratteristiche, il suo temperamento, i suoi bisogni e le sue singolari esigenza. Anche noi genitori siamo lo stesso. Ci prepariamo a vivere tale ruolo portandoci dietro ciascuna le proprie vicende e le proprie esperienze. Di entrambi i punti dovremmo, da subito, imparare e trarre vantaggio. Ciascuno di voi sta vivendo, nel suo incontro con la genitorialità, un’esperienza che non sarà mai paragonabile con quella di nessun altro, né con la propria famiglia d’origine, né con quella di un vicino di casa o un compagno di studi. Prenderne coscienza potrebbe aiutarci a riconoscerci competenti , forse gli unici, nella relazione con il nostro bambino”. In sintesi non paragonare mai la propria storia con il vissuto di altri soggetti, poiché anche se la trama è pressappoco la stessa per tutti , i protagonisti sono diversi e il copione in continua evoluzione. L’esperta sottolinea che “la fascia di età tra i 0 e i 6 anni , è l’età magica dell’infanzia. In questo periodo si immagazzinano tutte quelle informazioni base sulla “vita”. E’ qui che i genitori giocano un ruolo fondamentale quello dell’accompagnamento. “Consapevole che non si potrà mai scrivere un decalogo del perfetto genitore (anche perché ogni genitore lo è per vocazione)potremmo invece affrontare alcune tematiche che, incastrate nella buone o nelle cattive abitudini di genitori e bambini, possono farci evitare di cadere in situazioni difficili da “sbrogliare”. Se poi pensiamo, anche, a quanto le generazioni più giovani stiano cambiando sulla base di un mondo sociale in rapidissima trasformazione, forse qualche “chicca” ci aiuterebbe a riflettere sulle risorse in nostro possesso” . Alcuni dei consigli , potrebbero suonare come banali e scontati a molti, ma spesso è proprio l’eccessivo lassismo di fronte a comportamenti tenuti sotto considerazione che porta a situazioni difficili , che si trascineranno per tanto tempo. “Probabilmente, ogni voce di questi due decaloghi avrà- anticipa la nostra pedagogista- fatto pensare i “moderni” genitori. Alcune saranno per questi più facilmente accettabili, altre fortemente discutibili. Ma poco importa. Nessuno di questi punti mira, in realtà, a rivelarsi come assolutamente veritiera o detentrice di chissà quale universalità. Se esse si mascherano di “regole” è in nome del fatto che le regole esistono per essere confrontate con la realtà e, nella consapevolezza, se serve, superate! Ma se solo queste saranno servite a porre nella condizione di “genitori” riflessivi sul proprio ruolo, allora avranno assunto un compito importante: restituire alla nuova generazione di genitori quel tempo per “inventarsi” madri e padri nuovi, decisamente diversi da quello che hanno avuto nella loro esperienza ma “idonei” al bambino in carne ed ossa, che hanno la gioia e la responsabilità di crescere ed educare”.

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Uno sguardo ai “Sì”

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Uno sguardo ai “NO” o, comunque, adoperare parole 1. Non dire bugie ai nostri bambini plesse per le loro menti. Non fare veraci per spiegare anche cose com o di mantenere. Non costringerli a grad in mo promesse che non sarem mentirci a loro volta. o in attività programmate da noi 2. Non impegnare tutto il loro temp quella di un adulto li costringe a adulti. La loro “agenda” come fosse di crescita, li stordisce e velocizza i temp loro ai ti ritmi che non sono adat itivi personali. Li costringe a fare eccessivamente i loro meccanismi cogn te. Anche della noia. È impornien di re valo il re tutto senza riconosce dare a loro la possibilità di per tante non privare i bambini della noia , come gestirsela! ssero vole mai sem o, rla scegliere come attraversa che potrebbero fare i ità attiv le 3. Non fare in nome loro tutte quel di vedere adulti intervenire nel bambini da soli. Capita molto spesso l’intelligenza e le doti del bambirisolvere una questione che anima cerchiamo di evitare ai nostri figli i, zion inten iori no. Animati dalle migl di intervenire nella risoluzione sforzi e fatiche. Invece, non è mai il caso rdare il raggiungimento di un dei loro problemi che potrebbero rigua di un oggetto di fantasia. ione oggetto posto in un’altura o la realizzaz do rivelano di non avere quan solo aiuto loro in Guardateli e giungete più strategie. ionali che coinvolgono i bambini. 4. Non entrate nelle questioni relaz itto, se piange per un torto suSe il tuo bambino litiga o vive un confl pagnetto, un fratellino o un com un con ne razio bito o se vive una frust lto”. Lascia che sia lui ad “adu gruppetto di amici non intervenire da e giusta. Il tuo intervento zion solu la re trova a e approcciare la dinamica a degli altri e di essere tezz all’al potrebbe confermargli di non essere nel conflitto, il bambino trova sempre più debole. Di solito, stando ta… adul equilibri inimmaginabili per la mente rtengono al vivere colletappa che e norm e le rego 5. Non manipolate e spazio condiviso. Il unqu qual in tivo, sia in famiglia, che a scuola che ci sono. Gli infondono una inconbambino deve sapere che le regole dubbi sul mantenere o meno una sapevole sicurezza. Non abbiate mai il massimo della serietà. La regocon ttare rispe a norma e, sempre, fatel sapere fin dove deve spingerper la serve al bambino per avere confini, dove potrebbe condurlo dere pren com per lo picco si. È ancora troppo desideri. Probabilmente suoi dei le il soddisfacimento immediato e tota la vita gli da o che che cose le picco le re ezza a non sapere più appr potrebbe conquistarsi da sé. ner in una qualsiasi scelta edu6. Non entrate in conflitto con il part ha bisogno di una linea comcativa o comportamentale. Il bambino relaziona agli adulti significativi, portamentale congruente quando si ono rivelare faglie o disarmonie padre o madre che sia. Queste non poss crei nel bambino l’immagine di senza che ciascuna incongruenza non bile. Ricordate quanta forza ipola un universo affettivo facilmente man ta può divenire un vulcano ques e com e bino bam emotiva possiede un ni a manifestare in alcuni inseg gli ingovernabile senza qualcuno che bino non può trovarsi due mescasi, ma a controllare in altri. E il bam che si intacca sono la sicurezza Ciò saggi, spesso opposti davanti a sé.

e l’autostima del bambino. 7. Non affidare per troppo tempo il bambino nelle mani di “tate artificiali” quali televisioni, giochi elettronic i, computer. Al di là del fatto che non tutti i programmi ed i giochi prop osti sono adatti ad un bambino di così tenera età, l’eccessivo tempo trascorso davanti allo schermo del televisore o del computer non è mai complice di una crescita globale e arricchente del tuo bambino. Spesso lo costringono a crearsi un mondo altrettanto artificiale e, comunque, lo sottraggono dai giochi corporei o fantastici coi suoi compagni o con bambini “in carne ed ossa”. Non lasciarli mai soli davanti alla tv o al com puter. I materiali visionati non sono mai controllabili a pieno. Il bam bino può fare zapping in tua assenza o cambiare indirizzo internet con grande facilità. Oppure, semplicemente, potrebbe aver bisogno di una tua spiegazione. E questa non gli deve mancare. 8. Non temere le frustrazioni che il tuo bambino potrebbe incontrare, anche in tua assenza. Ricorda che non è possibile proteggere il tuo bambino da tutto quello che potrebbe incontrare, in termini negativi, nella sua vita. Non puoi immagin are neanche di farlo vivere in una grande campana di vetro. Neppure in questa tenera età. Il bambino deve poter credere nelle sue forze e sperimentare tutte quelle “forze” che si potrebbero frapporre tra lui e la realizzazione della propria volontà. Alcune volte per dimostrare a se stesso di possedere la forza per contrastarle. Altre volte per accettarle pacificamente. Anche da adulto, non si troverà davanti solo quello che avrebbe in desiderio di incontrare… Non devi illuderlo. 9. Non eccedere nell’acquisto di rega li e giochi, soprattutto per compensare altro tipo di mancanze. Vivia mo in una società che ci ruba tantissimo tempo da trascorrere coi nost ri figli e questo nutre potentissimi sensi di colpa nei confronti dei nostri bimbi. Non cadiamo nell’errore, però, di risarcire il bambino con regali e doni in quantità eccessiva. E non permettiamo neanche che questi rega li arrivino per soddisfare qualche loro capriccio o manipolazione affet tiva. Essere adulto significa anche veicolare un messaggio di trasparenza nelle relazioni con gli altri. Non insegnare loro che un bene materiale può “acquistare” un affetto. Non ci crederebbero neanche loro a lungo andare… e te lo rinfaccerebbero presto! Un regalo deve avere un sens o ed una qualità intrinseca. 10. Non entrare in relazione “alla pari” con i tuoi bambini, non renderti manipolabile, non alterare le tue scelte per “accontentare” qualcosa di ampliamente discutibile. Rico rda che tu sei il genitore e non un semplice amico… o meglio, essere genitore richiede un qualcosa in più rispetto alla relazione amicale che i bambini potrebbero intrecciare con “qualunque” persona incontrino nella loro vita. Di mamma e papà hanno un reale ed urgente bisogno perché sono loro a fare da ponte, per il bambino, a tutte le doti e le risor se personali in termini affettivi e realizzativi. Vi porteranno con loro, sempre, come esempi di amore e di sicurezza, come emblemi di volontà e di resistenze interiore. Se un domani potrà tenere duro nella vita sarà perché gli avrai insegnato che c’è qualcosa di più grande di te nella tua interiorità…

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di Mascia Quadarella

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a scelta del pediatra è fondamentale. E’ a questo professionista che ci si dovrà rivolgere fino all’adolescenza per salvaguardare la salute dei nostri figli. Subito dopo la nascita, basterà recarsi all’ASP, muniti di codice fiscale, che funge da tessera sanitaria, verificare l’elenco dei medici con posti disponibili per i nuovi assistiti e iscriversi. Dopo l’assegnazione formale, si contatterà il medico e si fisserà l’appuntamento per la prima visita del nostro piccolo. “ La scelta del pediatra è spesso dettata dal rapporto con il territorio, da amicizie o dai parenti – spiega il dottore Salvatore Patania, segretario provinciale della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP). Inoltre, dato che l' età media dei pediatri è di 50 anni, spesso il pediatra è stato il medico curante di uno dei due genitori. Pertanto la scelta è determinata da molti fattori e non da uno solo”. Quindi, nella scelta spesso la componente dell’esperienza personale è fondamentale. La caratteristica principale di un buon pediatra- specifica il medico- è quella di avere una grande apertura ai rapporti umani e anche delle ottime qualità psicologiche, solo cosi riesce a creare con i genitori del piccolo paziente quell’ alleanza terapeutica

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che è necessaria per consentire il raggiungimento di obiettivi di salute importanti per il corretto sviluppo psicofisico del bambino. Le mamme alla prima esperienza vanno rassicurate, informate e gli deve essere data la massima disponibilità. i 10 punti del profilo del pediatra sono :empatia, conoscenza, preparazione, capacità d'interpretare i bisogni, usare un linguaggio adeguato, capacità di comunicare in maniera semplice, dare le giuste priorità ai bisogni delle famiglie, esserne confidente e consulente”. Spesso può bastare una febbriciattola, un pianto prolungato difficilmente interpretabile, a generare il panico nei neo genitori che devono sentirsi “ autorizzati” a interpellare il medico senza nutrire la sensazione di “aver disturbato per niente. Come precisa lo stesso Patania “Dato che il pediatra vede il bambino sin dai primi giorni e conosce la famiglia in un momento topico, che è quello dell'arrivo del figlio/a, ha i il compito e il dovere di insegnare ai 2 genitori a gestire le piccole difficoltà che si possono presentare, nel corso della primissima infanzia e dei primi anni. Ciò non esclude che una disponibilità telefonica costante conferisce alla nuova famiglia la tranquillità necessaria per superare le difficoltà”. “Inoltre, il medico non deve mai rifiutare la visita domiciliare, ciò non esclude che comunque è tenuto a raccogliere anche telefonicamente una buona anamnesi, capire le reali condizioni e valutare se il paziente merita un a visita domiciliare e l' urgenza con cui


Il dottore Salvatore Patania, segretario provinciale della Federazione Italiana Medici Pediatri, ci spiega le tappe importanti della salute dei nuovi arrivati. Dalla scelta del professionista, allo svezzamento, alle vaccinazioni. Per non restare delusi viene tracciato anche l’identikit del buon pediatra. Parola d’ordine empatia questa va effettuata”. Insieme al medico, poi, si deciderà, in base alle condizioni di salute del bambino, la cadenza delle visite da effettuare. Sicuramente con il passare del tempo non saranno ravvicinate come durante i primi mesi di vita.” Anche sull’ accesso alle cure pediatriche si può dare un minimo di schema, ma non si può generalizzare .Nei primi 2 anni la cadenza deve essere trimestrale , dai tre ai sei anni può essere ogni 4-6 mesi. Dopo i 6 anni se non vi sono patologie la cadenza può essere semestrale. Ciò non toglie che i cronici vanno visti mensilmente o anche ogni 15 giorni e che nel corso delle epidemie influenzali invernali ci si vede anche più spesso. Questo non significa che bisogna andare sempre dal medico per qualsiasi banalità in quanto cosi si toglie tempo prezioso a patologie che necessitano di maggiori attenzione e dedizione. I bilanci di salute previsti nell' ACN ( accordo collettivo nazionale ) di pediatria dovrebbero essere a : 1-3-6-12-18-24-36-66- mesi 10 anni - 12 anni e 14 anni. Queste costituiscono già delle tappe importanti e fondamentali per valutare il corretto sviluppo del bambino, ma di volta in volta sono poi implementati da successivi controlli sulla base dei bisogni specifici del singolo”. Molti genitori si chiedono se usare farmaci tradizionali o medicinali omeopatici per far fronte alle patologie dei propri figli. ”Sull' omeopatia- afferma Patania- la mia opinione è personale e non rappresentativa dell' intera categoria, da neofita ho tentato di approcciare questa disciplina visto il largo utilizzo che la popolazione generale fa di questi rimedi, nonostante ciò continuo a restare leggermente scettico e penso possa essere utilizzata solo per patologie non gravi. Cosa diversa è la fitoterapia che ha un suo spazio nella terapia di alcune patologie dell' infanzia”. Altro grande tarlo per i genitori è lo svezzamento dei neonati .”Lo svezzamento –precisa Patania- ha dei punti cardinali e delle tappe ma anche queste devono essere modulate per il singolo bambino e non si possono dare le stesse indicazioni a tutti . Cosa diversa è ad esempio il bambino allattato al seno e quello allattato artificialmente e inoltre dipende anche da condizioni familiari e territoriali, le abitudini di una famiglia extracomunitaria o di una famiglia italiana sono ad esempio diverse. Una volta mi è capitato di avere una coppia di genitori brasiliani che tornati dal loro paese dopo un breve periodo di vacanza mi hanno confidato di avere svezzato il loro bambino di 6 mesi con i fagioli in quanto da loro è consuetudine adoperare queste proteine magari meno costose delle proteine animali. Altra tappa importante è costituita dalle vaccinazioni contro le principali malattie esantematiche. ”Per quanto riguarda le malattie esantematiche in Sicilia grazie all' adozione di un calendario vaccinale completo e molto all' avanguardia abbiamo quasi del tutto debellato le malattie della prima infanzia, che prima imperversavano tanto che ormai non abbiamo più epidemie di malattie esantematiche, ma casi sporadici spesso importati da altre regioni. Invece nell’ ultimo decennio sono di molto aumentate le patologie più di pertinenza neurologica e neuropsichiatrica, abbiamo assistito ad un aumento dei casi di Autismo, di disagio adolescenziale, di DSA disturbi specifici dello sviluppo e dell’ apprendimento. Questo anche per una maggiore attenzione che oggi viene prestata ai segni di allarme di queste patologie e anche per lo sviluppo della Medicina d’ iniziativa che vede nei bilanci di salute un momento importante di valutazione dello stato di salute generale dl bambino. Un altro settore della patologia che ha visto un incremento e quello delle patologie allergiche sia respiratorie che alimentari e questo è certamente imputabile alla qualità dell’ aria e dei cibi che ormai sono sempre più industrializzati e più ricchi di prodotti conservanti”.

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L'importanza della scuola dell'infanzia di Mascia Quadarella

La scuola dell’infanzia, più comunemente conosciuta come “asilo”, rappresenta per i bambini, dai 3 anni in su, il primo volo dal nido familiare, l’apertura al mondo. Un passo importante, sebbene il distacco possa configurarsi come traumatico più per i genitori che per i piccoli, che ci spiega un’insegnante siracusana.

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l primo importante passo “Fuori di Casa”, per i bambini di tre anni, è costituito dall’ingresso alla scuola dell’Infanzia, più comunemente chiamata “asilo” . Un vero e proprio momento di distacco, dalla mamma, dalla nonna, da tutte quelle figure familiari che fino al fatidico momento erano state gli unici riferimenti esistenziali. Un momento clou, a volte sofferto con tanto di lacrimoni o affrontato con il sorriso dell’avventura, per aprirsi al mondo . Alla realtà sociale, fatta di “sconosciuti”, con i quali entrare in relazione. Le maestre ed i compagnetti di classe, con i quali imparare attraverso un’interazione non manipolata dai genitori a vivere nella condivisione, ad abbandonare un micro-cosmo individualista per avviarsi verso l’autonomia emotiva e pratica. Le molteplici funzioni della scuola dell’infanzia

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ci vengono spiegate da Maria Calleri, insegnante del IV Istituto Comprensivo Giovanni Verga di Siracusa.“La scuola dell'infanzia è l’anello più importante dell’ intero sistema scolastico. E’ il luogo che rafforza l’identità personale, l’autonomia e le competenze dei bambini, lo spazio ideale in cui si realizza la più forte ed armoniosa integrazione sociale e culturale, dove si apprende nella condivisione, dove si sviluppo il senso di sé e il valore degli altri – afferma la maestra Calleri-.Le finalità educative principali sono legate all’IDENTITA’, all’AUTONOMIA, alle COMPETENZE, mentre le dimensioni dello sviluppo sono relative alla sfera COGNITIVA, AFFETTIVA, SOCIALE e si attuano tramite i campi di esperienza: il sé e l'altro – il corpo e il movimento - le cose, il tempo, la natura - messaggi, forme e media - i discorsi e le parole – lo spazio, l’ordine, la misura. La scuola dell’infanzia deve condurre il bambino a possedere curiosità, sicurezza, stima di sé, a imparare a gestire e controllare le emozioni, ad interagire e aprirsi al “nuovo” e al “diverso” interiorizzando i valori legati al rispetto per l’altro. E’ compito della scuola dell’infanzia, ancora, consolidare le abilità linguistiche, motorie, percettive, sensoriali, intellettive- precisa l’insegnante-. Con il fare e con l’agire, il bambino diventa protagonista ed interprete attivo della costruzione del suo sapere, del percorso della sua storia scolastica che affonda le radici nell’anello più importante. Importantissimo il clima relazionale che si crea nell’interazione con gli altri e con l’ambiente e che dovrà rappresentare il luogo ideale in cui il bambino riesce ad esprimere bisogni, potenzialità, capacità, interessi. La parola-chiave che imprime la giusta fisionomia alla scuola dell’infanzia è il “gioco”. Il gioco- ci ricorda - rappresenta lo strumento ideale per entrare in comunicazione con l’universo-bambino. Attraverso il gioco si riesce a conoscere il bambino, a comprenderlo, a prenderlo per mano e condurlo verso il pieno inserimento nel contesto che lo circonda. Attraverso il gioco, il bambino migliora le sue capacità intellettive, diventa padrone di sé, impara a rispettare regole di comportamento. Per i bambini più piccoli, il gioco diventa esplorazione della realtà e li aiuta a gestire e affrontare le emozioni come l’odio, il rancore, l’ansia, l’aggressività, l’amore. Il gioco simbolico, invece, aiuta lo sviluppo dell’intelligenza, il “far finta che…” porta i bambini a comprendere i comportamenti delle persone che li circondano e ad identificarsi con alcune figure del mondo degli adulti. Il gioco nei bambini si spinge al di là del semplice divertimento essendo essenziale per il loro equilibrio e benessere psicofisico. Il bambino di oggi è un essere soggetto di diritti, una persona con potenzialità, capacità e disponibilità alla relazione e alla conoscenza. Siamo davanti ad un bambino che richiede, con forza e decisione, responsabilità, attenzione e ascolto da parte dei docenti, della comunità e dell’intero sistema scolastico - conclude l’insegnante -.

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Cosa mettere nello zainetto dell’asilo?

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n modo piacevole di preparare il vostro bambino al gran giorno, sicuramente è lo shopping che lo precede. Acquistate il corredo dell’asilo insieme ai vostri figli. Lasciategli scegliere lo zainetto e l’astuccio coordinato. I loro personaggi preferiti li faranno sentire meno “soli” nell’affrontare questa magica e temuta esperienza. Sicuramente bisognerà acquistare almeno tre grembiulini (colori e fantasie variano a seconda dell’istituto frequentato, basterà informarsi prima in segreteria o con le maestre). Una spugna per asciugare le manine ed una tovaglietta per la colazione , preferibNecessario anche un cambio completo da lasciare in caso di emergenza nell’armadietto, in modo da evitare che gli effetti di “inconvenienti imbarazzanti” si trascinino fino in classe. Una borraccina o una bottiglietta d’acqua. Un succo di frutta, a piacere, nei brick di cartone. Una merendina non deperibile. Per lo stato di conservazione delle stesse, tenete in considerazione il clima della vostra città. Evitata le coperture di cioccolata quando fa caldo. Si scioglierebbe lasciando a bocca asciutta il piccolo. Servirà anche un pacchetto di fazzolettini di carta. Un album da disegno e colori, anche se la vera lista della spesa vi sarà consegnata dagli insegnanti. Certamente e non sarà mai materiale sprecato, si chiederanno diversi kit di colori, presumibilmente da 24, pastelli a matita, altrettanti a cera. I colori a spirito dovranno essere di tipo lavabile. Gomme e accessori colorati e dalle forme stravaganti potranno essere pretesto di socializzazione con i compagnetti, ma anche di scontri per accaparrarseli. Ricordate di lasciare i vostri recapiti telefonici e dei familiari reperibili e di fare un elenco di cibi, alimenti e prodotti , a cui i vostri bambini sono allergici. Se dovete somministrare dei farmaci ad un determinato orario ai vostri figli , concordate la vostra “incursione” con le maestre, visto che oramai a scuola il personale non è autorizzato a farlo al posto vostro, come avveniva un tempo.


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Q

Made in China?

NO GRAZIE

uando si acquista un gioco per i nostri piccoli, forse, l’unico accorgimento che prendiamo in termini di sicurezza, nell’immediato, è quello di constatare che non presenti piccole parti removibili che il piccolo potrebbe ingerire e non abbia bordature acuminate. Invece, dietro un apparente perfezione estetica, potrebbero celarsi delle insidie per la salute, derivanti dai materiali che vengono utilizzati per realizzare i giocattoli. In Italia, ormai, sono all’ordine del giorno, infatti, i sequestri da parte della Guardia di Finanza di giochi, prevalentemente provenienti dalla Cina, con il marchio CE contraffatto, che sono una pericolosa concentrazioni di sostanze nocive per l’organismo e che in barba ad ogni prescrizione normativa vengono posti in vendita , a prezzi competitivi e di conseguenza allettanti. Tracce pesanti di nichel sono state trovate in vernici utilizzate per le carrozzerie dei modellini di vari veicoli, o le carenature di armi finte. Il limite di tolleranza per gli ftalati, agenti che contribuiscono a rendere maggiormente elastica la plastica e quindi plasmabile, dovrebbe essere dello 0,1%, mentre tanti pupazzetti di gomma o vinile presentano tassi ben superiori di tali agenti chimici, fino al 15%. Si tratta di figure di personaggi famosi, di quelle che si usano in particolare per rendere gioioso il bagnetto dei più piccoli, degli animaletti della fattoria, che specie i bimbi soggetti a dentizione mettono spesso in bocca, inconsapevoli, come tanti genitori, delle conseguenze che ne potrebbero avere. Difficile anche in questo caso identificarli, anche perché le case produttrici spesso “clandestine” o di paesi non comunitari, omettono dolosamente di denunciarle. Bisogna quindi affidarsi a marchi conosciuti ed evitare di acquistare sulle bancarelle degli ambulanti. Anche i palloncini in lattice e le facce e i corpi di bamboline, deliziose da vedere, potrebbero contenerli. Non lasciarsi, dunque, tentare dal risparmio quando si decide di fare un piccolo dono ai propri figli. Meglio aspettare di avere qualche soldo in più da spendere ed acquistare articoli sicuri. Altro aspetto da non trascurare riguarda il surriscaldamento dei giochi elettronici made in China, per i quali viene utilizzata energia cinetica superiore a quella consentita, e che diventano vere e proprie “bombe ad orologeria” pronte ad esplodere tra le mani o sul volto di chi li manipola. Anche il materiale da cancelleria e la posateria per i più piccoli possono contenere prodotti dannosi. Assicurarsi dunque della composizione di gomme, pennarelli, borraccine, bicchieri e cucchiaini e forchettine con cui si alimentano i bambini. In quest’ultimo caso, preferire quelle di forma ridotta ed in acciaio dalle forme arrotondate. L’attenzione deve essere massima , dunque, e bandire questi acquisti. Le sostanze sopraelencate , oltre ad essere cancerogene, possono produrre per il protrarsi del loro utilizzo, problemi di carattere respiratorio, endocrino, agli apparati urinari ma anche allergie.

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I misteri

della fede

Ecco come spiegarli ai bambini di Mascia Quadarella

La Chiesa non ha mai smesso di essere punto di riferimento della comunità sia per gli adulti che per i più piccoli. Intervista a Padre Santino Fortunato, che nella sua Parrocchia dedica molte attività ai bambini.

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on basta, spesso, una vita per comprendere i misteri dell’esistenza umana. Alcune risposte vengono spesso dalla fede, qualsiasi sia il credo professato. In Italia la Religione ufficiale , di Stato, è quella Cattolica, la Bibbia ed il Vangelo offrono grandi spunti di riflessione anche su problemi senza tempo e attraverso racconti e parabole insegnano ai più piccoli la vita nella comunità e valori importanti come la carità, la fratellanza, la condivisione, l’accettazione della morte, intesa come passaggio a miglior vita. Come rendere “masticabili” anche ai bimbi della fascia di età che va dai tre ai 6 anni, più recettiva ma delicata sotto il profilo psicologico, lo abbiamo chiesto a Padre Santino Fortunato, Parroco della Chiesa "Maria Madre di Dio", presso l’Arcidiocesi di Siracusa, nonché docente presso Istituto Superiore di Scienze Religiose "S. Metodio" - Siracusa e Professore presso Università degli Studi di Catania.

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Come iniziare i bambini alla religione? L’alfabetizzazione religiosa trova la sua più credibile emittente e sorgente nella famiglia. Con il battesimo, i genitori ed i padrini scelgono di accompagnare, nelle diverse fasi della crescita, i bambini per i quali hanno chiesto il primo dei sacramenti. Insegnare loro a pregare e parlare di Dio, testimoniandolo con i fatti e non a parole, è il mezzo più efficace per proporre un itinerario di fede da maturare e vivere nella “libertà di scelte mature, consapevoli e libere”. Il bambino, quando sarà più grande, dovrà decidere autonomamente se aderire alla proposta di fede dei genitori; a questi ultimi il compito primario ed essenziale di educare i propri figli in senso cristiano nel rispetto dei valori e dei cammini proposti dal Vangelo. Come far comprendere i misteri della vita e della morte (ad esempio di un nonno) ai più piccoli? Non possiamo far comprendere agli altri ciò che non abbiamo maturato per primi. Cosa dovremmo comprendere? Dovremmo maturare che per i cristiani la morte non ha mai l’ultima parola. Essa è, invece, la prima parola della vita, della vita eterna che un giorno potremo vivere in pienezza d’amore nella pace del Signore. È legittimo vivere nel dolore la perdita di un caro, ma non è ammissibile la disperazione! Per i cristiani dopo la morte terrena c’è una speranza grande, quella della vita eterna e della risurrezione. Se ci ancoriamo con fede a questa promessa di Dio, che si è già realizzata in Cristo Gesù, anche il dolore più grande si può gestire e metabolizzare con serenità. I nostri bambini devono essere educati anche alla sofferenza che la vita, di tanto in tanto, ci riserva; non dobbiamo mai esorcizzare il rischio del dolore e la certezza della morte fisica ma, di contro, dovremmo educarli ad aprire il cuore alla speranza della “vita per sempre con Dio”, l’unica vita in cui niente è tolto ma tutto ci viene restituito per grazia e per misericordia Lei che vive a contatto con i bambini ci racconti come spiega le figure cristiane più importanti. La proposta di certi testimoni della fede cristiana va sempre narrata con semplicità. I bambini di oggi sono molto ricettivi ed intelligenti. Spesso mi servo anche di storielle per far comprendere meglio alcuni aspetti importanti che mi preme sottolineare. A volte utilizzo degli audiovisivi. Altre volte mi servo di attività manuali o di dinamiche di gruppo che aiutano a rendere più esperienziale la catechesi. Che attività si svolgono nelle Chiese di Oggi per far avvicinare i piccoli alla fede con la loro tipica “leggerezza”. Nelle diverse parrocchie sono presenti tanti gruppi ed associazioni che offrono interessanti itinerari di fede. Ad esempio l’Azione Cat-

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tolica propone un cammino di fede già per i bambini di tre anni. Cresce, comunque, il numero delle comunità parrocchiali che si stanno attivando per garantire un cammino di fede anche ai bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni. Come spiegare ai piccoli chi sono i preti e chi sono le suore e la loro funzione? I preti e le suore sono dei cristiani, come tutti gli altri, che hanno scelto di servire il Signore, rispondendo ad una sua particolare “chiamata”. Ci sono cristiani che vengono “chiamati” ad essere padri e madri, mogli e mariti, architetti o medici, pittori o idraulici e via dicendo… Con la sua chiamata, Dio ci chiede di mettere a buon frutto i nostri migliori talenti per vivere in pienezza la nostra esistenza. Essere preti oggi vuol dire assicurare i sacramenti a tutti i fedeli cristiani, preoccuparsi ed occuparsi responsabilmente della crescita spirituale di ogni membro della comunità di fede. Il prete dovrebbe essere maestro di preghiera e testimone fedele di una fede ardente, di una speranza che mai delude e di una carità sempre operosa. Le suore sono sempre dedite alla preghiera e sostenute dalla preghiera stessa trovano forza per compiere tante buone opere: ci sono delle suore che annunciano la parola, altre che si occupano instancabilmente di poveri ed ammalati ecc.. Tracci i 10 comandamenti con linguaggio infantile A bambini piccolissimi, come quelli a cui fa riferimento lei, sarebbe meglio non proporre i 10 comandamenti attraverso una trasposizione linguistica. Magari sarebbe più utile una forma più positiva e propositiva del tipo: 1. Io sono Dio e sono sempre con te, non dimenticarlo mai! E sai perche sono sempre con te? Perché ti voglio tanto bene… ti amo da morire!!! 2. Quando mi chiami io renderò tutto più bello… 3. Io ti penso sempre ma… anche tu ricordati di me… soprattutto quando ti invito alla mia festa! 4. Io amo tuo papà e tua mamma… proprio come te! Dobbiamo sempre volergli bene… 5. La vità è la cosa più bella che abbiamo! 6. Anche il nostro corpo è bellissimo perché, con esso, possiamo fare tante cose belle ed utili 7. Siamo sempre contenti per quello che abbiamo… 8. Noi siamo “veri” e per questo diciamo sempre la verità e non ci piacciono le bugie! 9. Siamo felici se altre famiglie sono felici…. 10. Siamo felici se gli altri sono felici.


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n o c a l o v a t A e t u l a s e o t s gu L

a frenesia dei ritmi quotidiani, negli ultimi 20 anni, ha destabilizzato gli assetti familiari, sovvertendo anche gli equilibri alimentari, appannaggio di tre generazioni fa. Se un tempo la tavola era luogo di aggregazione e confronto, oggi viene disertata da diversi componenti del nucleo, spesso fuori per la pausa pranzo, o costretti a consumare, proprio per carenza di tempo, cibo precotto, o comunque veloce da preparare. Non si dà, purtroppo, più importanza alla qualità ed alle proprietà nutritive dei cibi che ingurgitiamo, spesso solo per sedare i morsi della fame, piuttosto che per il gusto di mangiare. Un piacere che stiamo, purtroppo, negando anche ai nostri bambini,sempre più spesso portatori di disturbi alimentari, nei loro estremi, dall’inappetenza all’obesità. E’ necessario pertanto rieducarci prima al gusto e regolarizzare i pasti, tornando a farli ritornare un rituale nella vita di ogni giorno.” l’Italia è tra i paesi con le più alte

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percentuali di bambini a rischio obesità, la prevalenza è del 22,9% per il sovrappeso e del 11,1% per l’obesità, purtroppo, questo dato aumenta percentualmente al sud e, nella fattispecie, la Sicilia si attesta intorno una percentuale di bambini in sovrappeso ed obesi <al 33% e <al 40% - ci spiega la dottoressa Giuseppina Catinello, siracusana, Consigliere Nazionale e Rappresentante regionale dell'Associazione di categoria ANDID (Associazione Nazionale Dietisti) - . La causa principale è da ascrivere alla vita sedentaria alla qualità della dieta che indirizza anche verso l’acquisto di cibo ad alta densità energetica che poi si correla anche ad un minore costo che ne incentiva l’acquisto (specie in questi ultimi periodi di crisi economica) e le abitudini alimentari scorrette che versano su frequenze di consumo quotidiane e ripetute di queste tipologie di cibo ritenute molto spesso una sorta di gratificazione che si sostituisce ad altre non economicamente sostenibili.


La frenesia dei nostri tempi ha destabilizzato anche le abitudini alimentari. Bambini e genitori devono riappropriarsi del gusto di stare a tavola e consumare cibi qualitativamente buoni.

Come educare al meglio i nostri bambini al cibo, dunque? La componente esperienziale è fondamentale, assaggiare, odorare, suscita ricordo ed emozioni che magari restano relegate nei cassetti della mente e al momento opportuno è il bambino stesso che sarà in grado di riaprirli, ma questo non deve essere una delega al post. Educare un bambino significa anche vedere una tavola apparecchiata con la presenza di tutti i tipi di alimenti preparati in pietanze che la colorano ai vari pasti, educarlo al fatto che sedersi a tavola ai pasti principali, specie a colazione, non sia una perdita di tempo è un buon inizio e questo compito è sicuramente demandato alla famiglia che deve cercare di conservare al meglio piccole regole alle quali si aggiungono quelle sane legate ad una scelta consapevole di quello che si propone a tutti i componenti giorno dopo giorno, nel rispetto di una condivisione dello stesso pasto piena e totale. La scuola deve poi continuare il percorso educativo con i programmi dedicati a progetti specifici che devono essere curati da esperti in materia al fine di guidare e sostenere il lavoro degli insegnanti e contemplando, al tempo stesso, la partecipazione attiva dei genitori. Quali i comportamenti scorretti a tavola da evitare? Il comportamento a tavola è molto spesso il risultato finale di cattive abitudini osservate ai pasti precedenti, mangiare poco o non mangiare può tradursi in una spasmodica voglia di accelerare i tempi del pasto con il risultato di un maggior consumo delle quantità di un singolo alimento o di tutte le pietanze del pasto stesso oppure, nella maggioranza dei casi, di un consumo preliminare di qualsiasi cosa possa sedare la fame se ancora non è pronto a tavola. Osservare le regole di una buona colazione, seguita magari da un piccolo spuntino e poi ai pasti principali un pasto misto che contempli la presenza di tutti i principi nutritivi è già una buona partenza nella costruzione delle buone abitudini alimentari Dilemma Fast Food : si e quanto , o No e perché? La crisi sembra non toccare le grandi catene di fast-food dove l’accesso è favorito da un invito dei prezzi alla portata di qualsiasi tasca ed è frequente vedere nei fast food la presenza di bambini che festeggiano ricorrenze varie, certo è che l’ambiente condiziona fortemente le scelte alimentari e le abitudini scorrette. Oggi è fondamentale apparire e dimostrare di poter essere alla stregua della moda e di modelli che potrebbero essere evitati, specie nell’infanzia. Un bambino che festeggia uno dei tanti compleanni si aspetta un regalo dai compagni e non si preoccupa di certo di cosa offrirà loro da mangiare. Una festa di compleanno può essere programmata con qualche ora di gioco ed un piccolo spuntino, senza le tante articolazioni che alla fine sono la soddisfazione di un piacere genitoriale, non parlando poi delle porzioni che vengono proposte e che sono uniformate a quantità maggiori dei normali fabbisogni perché molto spesso omologate ad uno standard di prezzo. Sicuramente non incoraggerei i genitori verso una tale scelta, ma la sostenibilità di voler adottare modelli più salutari dipende anche dal programmare azioni coordinate e condivise tra enti, istituzioni e realtà locali capaci di indirizzare verso una scelta più critica e consapevole

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Quale il limite consentito di dolci? Più di un limite consentito è più corretto parlare di un giusto utilizzo degli zuccheri semplici e dei grassi che si ritrovano, oltre che nei dolci in genere, in moltissimi “alimenti per l’infanzia” quali succhi di frutta, merendine, yogurt, biscotti. E’ chiaro che in un contesto di equilibrio alimentare e nutrizionale nessun alimento “dolce” può essere imputato (ricordiamoci sempre che il bambino è in fase di crescita), il problema sta nel fatto che molto spesso i genitori sono confusi dai messaggi pubblicitari, dai consigli che provengono dalla famiglia stessa e dalle specifiche indicazioni dei professionisti del settore, questo accumulo di informazioni si traducono a volte in personali interpretazioni che possono allontanare di più dagli obiettivi e dai buoni propositi dai quali si era partiti.

Dottoressa, approfittiamo di lei, tracci dei prototipi di colazione, pranzo, merenda e cena, dai quali pur variando non discostarsi troppo. Colazione: Per un bambino in età scolare cominciare la giornata con una tazza di latte e cacao o orzo associata ad una fetta di pane e marmellata è già un buon inizio, non demonizzerei l’uso dei biscotti se contemplati in una frequenza di consumo alternata ad altre scelte di colazione settimanali che potrebbero anche prevedere l’uso di colazioni salate come ad esempio pane e formaggio. Pranzo: deve contemplare la presenza di carboidrati complessi quali pasta, pane, riso secondo preferenza personale, una porzione di secondo piatto in base all’età del bambino, verdure od ortaggi magari opportunamente preparati assieme alle altre pietanze per favorirne l’assunzione, poco sale, una generosa quantità di olio extra vergine di oliva ed una porzione o comunque una piccola quantità di frutta di stagione per incentivarne il consumo. Merenda: Frutta fresca o yogurt con frutta o un piccolo gelato con frutta possono essere proposti a merenda come anche un pezzetto di pizza preparata in casa o il semplice pane bruschettato condito con il nostro buon olio extra vergine di oliva. Cena: può essere impostata sulla falsa riga del pranzo ma in porzioni più ridotte e magari alternata alla preparazione dei legumi. La frutta non deve mancare anche sottoforma di geli o budini fatti in casa. La dieta mediterranea, associata all’abitudine all’esercizio fisico. è un modello nutrizionale che ben risponde ai requisiti di un’assunzione equilibrata di nutrienti e di soddisfazione del palato che e soprattutto per i nostri bambini.



Fin da piccoli bisogna preservare la pelle, bene prezioso di difesa del nostro organismo, che va protetto dalle esposizioni “dannose”. Nella borsa da spiaggia non deve mancare la crema solare, che deve avere un fattore di protezione e la consistenza adeguati al proprio fototipo. I bambini vanno protetti ripetutamente e con formulazioni non fluide.

. . . e l o s l a i t n e Att " a i c u r che "b F

amiglie al mare. Fin da piccolissimi è importante preservare la pelle, bene prezioso del nostro corpo, spesso trascurato, nonostante la sua funzione basilare nella difesa dell’organismo. Per questo è fondamentale proteggersi. Ci insegna come farlo il dottor Marco Farina, esperto in dermatologia preventiva e medicina estetica, che ci illustra anche gli effetti a lungo termine di una “cattiva “ esposizione. “La sensazione diffusa è che negli ultimi anni le reazioni acute da esposizione al sole, come l’eritema o le dermatiti foto indotte, siano aumentate – premette il medico- . In effetti, le ragioni di questo fenomeno sono da ricercare oltre all’aspetto puramente riferibile alla quantità di radiazioni che arrivano sulla crosta terrestre, al cambio progressivo delle nostre abitudini di vita.I tempi che le persone hanno a disposizione da dedicare al mare non sono più quelli di una volta; si cerca di comprimere e sfruttare fino in fondo i tempi a disposizione. La conseguenza è che la nostra pelle si trova ad essere esposta ad una quantità di radiazioni eccessive, pur non essendo “pronta” a potere contrastarne gli effetti.Le conseguenze possono essere suddivise in acute e croniche – specifica, mettendoci in guardia -. Quelle acute

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sono rappresentate dalle ustioni di vario grado, che possono portare ad esempio alla comparsa del semplice eritema (rossore diffuso e persistente), fino alla formazione di bolle, che si risolvono generalmente nel giro di 3-7 giorni. A tal proposito è bene sottolineare che la cosiddetta “spellatura”, che molti considerano un fatto quasi normale, è in realtà il segno chiaro che si è andati oltre la capacità di auto protezione della pelle.Ma le conseguenze più temibili, per noi medici, - continua il dottor Farina- sono quelle che si manifestano a distanza di anni, provocate da ripetuti episodi di “scottature” nell’arco di tutta la vita, in particolar modo nell’infanzia e nell’adolescenza, soprattutto nei soggetti più chiari di carnagione. Esse sono rappresentate dallo sviluppo di tumori cutanei, di cui il melanoma rappresenta l’esempio più conosciuto. Dunque, possiamo dare alcuni suggerimenti: il primo è di usare il buon senso e cioè di permettere alla nostra pelle di sviluppare gradualmente le difese naturali di cui essa dispone. Quindi ci si esporrà iniziando da piccole dosi ed aumentando gradualmente, preferibilmente evitando le ore più centrali della giornata. A seguito di ripetute esposizioni, l’abbronzatura ci proteggerà dall’effetto lesivo delle radiazioni nei confronti del danno


alle cellule cutanee.Per i soggetti che hanno una carnagione chiara e il massimo della abbronzatura che riescono ad ottenere è un colorito rosso o dorato (che va via in una settimana), si consiglia l’utilizzo di creme con alto fattore di protezione: 30 o meglio 50+; anche in virtù del fatto che, dopo un bagno o semplicemente sudando, la capacità protettiva delle creme si riduce drasticamente. Anche per i bambini si consigliano creme ad alto fattore di protezione e con una buona capacità di permanenza sulla pelle; le ragioni sono legate al fatto che i bambini tendenzialmente stanno al sole più degli adulti, mentre giocano per esempio, ed hanno meno la percezione del calore del sole sulla pelle. Quindi, sono da evitare per i più piccoli le formulazioni a spray o troppo fluide; inoltre, nella scelta della crema, ci si deve orientare verso una formulazione più semplice possibile a base di filtri minerali e non chimici, per il rischio di reazioni allergiche a questi ultimi. Lungimirante , il dottor Farina, da uno sguardo oltre, e ricorda che se non protetti fin da bambini si rischia di portarsi dietro un bagaglio di inestetismi in età adulta derivanti dalla mancata protezione “Altro aspetto da considerare – avvisa- in un mondo dove l’estetica riveste un ruolo sempre più importante, è la prevenzione dell’invecchiamento cutaneo. L’invecchiamento della pelle è legato per il 30% al cosiddetto chronoaging (età biologica), e per ben il 70% al photoaging (invecchiamento legato alla esposizione al sole). La considerazione che viene naturale è che proteggere la pelle significa iniziare a fare una vera e propria terapia preventiva nei confronti di tutti quei segni legati all’invecchiamento della pelle come rughe, macchie, perdita di tono ed elasticità. Mi piace ricordare alle utenti che mi chiedono un consiglio per una crema anti-età, che la crema a schermo solare è la prima e più efficace crema che contrasta i segni dell’invecchiamento, a differenza di molte creme ben più costose che promettono quello che spesso non possono mantenere”.

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a v i r r a o i d Od

o s u r t n i l'

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elicatissima fase della vita familiare, “a tre”, l’annuncio dell’arrivo del fratellino o la sorellina al primogenito/a, specie se quest’ultimo è ancora molto piccolo, sotto i 4 anni e presenta, dunque, una sensibilità maggiore verso i cambiamenti ed una resistenza fisiologica alla condivisione. Se all’inizio il pancione “della mamma” suscita curiosità, tenerezza e quindi coccole nel bambino, che fino ad allora è stato il sovrano indiscusso delle attenzioni dei genitori e dei nonni, una volta messo al mondo “l’intruso” la situazione, quasi sempre, precipita e si trasforma in una tragedia per tutti i protagonisti coinvolti. La nascita di un bambino rappresenta una fonte di stress , di per se stesso, che mette in crisi gli equilibri di una coppia, e che intacca la psicologia di chi si sente espropriato del ruolo primario che fin lì ha avuto. Per questo è fondamentale “abituare” il primogenito alla nuova presenza in modo graduale e non impositivo. Bisogna farlo sentire “grande”, ma non pretenderne la maturità, da subito. Il ruolo di “maggiore” si comprenderà più in là, quando si metabolizzerà la “concorrenza” e non si percepirà più come particolarmente “sleale”,ad armi impari. D’altronde accudire il neonato, comporta di fatto la limitazione del tempo che prima mamma e papà e parentela concentravano, con picchi di eccesso, sul primo bambino, e non c’è da stupirsi se questi darà segni di regressione: la ripresa dello ciuccio,

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l’enuresi notturna (la pipì a letto), il rifiuto dei cibi solidi ed una propensione all’allattamento, sebbene lo svezzamento sia avvenuto da tempo, i capricci per dormire nel lettone o la messa in scena di comportamenti atti a riconquistare le attenzioni degli adulti. Molti pedagogisti consigliano di coinvolgere come in un gioco i grandi nella gestione dei nuovi arrivati, per rendere meno sgraditi gli ospiti. Allestire insieme la cameretta, dipingendo insieme le pareti, decorandole con i disegnini del primogenito, stimolando “l’accoglienza”. Fare sentire il bambino più grande “utile”, importante”. Lasciargli tenere in sicurezza il piccolo, dargli da mangiare, “responsabilizzarlo” senza però soffocarlo. Usare il verbo al condizionale “potresti per favore guardare il fratellino mentre io cucino”, e non di sicuro redarguirlo se qualcosa va storto durante la propria assenza, attribuendogli ad esempio le colpe se il piccolo si fa male o piange. Stare, comunque, attenti ad azioni ”lesive” che il maggiore, sentendosi in qualche modo “trascurato,” potrebbe avere per rivalsa nei confronti del neonato: morsi, schiaffi o richieste di rispedirlo al mittente, o di abbandonarlo in qualche angolo recondito della terra sono assai frequenti e dettati dalla “gelosia”. Uno stato d’animo che deve essere contenuto, con piccoli accorgimenti che no ne scatenino gli effetti deleteri. Anche se sembra assurdo, economicamente parlando, se il caso lo detta comprate due giocattoli uguali e prima di passare i vecchi giochi del più gran-


Solo in pochi casi i primogeniti affrontano con gioia l’arrivo di un neonato. Nella maggior parte dei casi, il fratellino o la sorellina vengono percepiti come “concorrenti” da stracciare e rimandare al mittente. Per contrastare il disagio degli “espugnati”, bisogna armarsi di attenzioni e pazienza.

de al piccolo, chiedetegli il permesso, spiegandogli che ormai non è adatto alla sua età e che lo sostituirete con giochi più belli. Stessa cosa dicasi per copertine e vestitini. Complimentatevi con il bambino osservandone insieme le sue evoluzioni, anche fisiche, con frasi che non facciano vivere come una sconfitta il naturale processo della crescita, che non dimezzerà l’amore dei familiari. Non spazientitevi se lo stato delle cose durerà più del tempo preventivato. Ogni bambino ha i suoi tempi e spetta ai genitori adeguarsi. Soprattutto non sottovalutate i segnali di disagi che i bambini vi lanciano. Ci sono bambini che celano i propri sentimenti e si chiudono in silenzi che sono richieste celate di aiuto. Anzi è proprio l’introversione che si prolunga per oltre 6 mesi che vi dovrà fare valutare l’ipotesi di farvi seguire da un professionista, che vi accompagni fino al superamento dei problemi. D’altronde ogni bambino chiede soltanto di essere rassicurato ed è per questo che bisogna dedicare a lui maggior tempo possibile, magari trascurando la gestione della casa o approfittando del sonnellino dei più piccoli. Non bisogna anche se stremati perdere il gusto di fare e giocare con il più grande e di fargli perdere le abitudini fino all’evento di disturbo acquisite, come ad esempio andare a passeggio o al parco il pomeriggio. E’ richiesto sicuramente un grande sforzo di organizzazione. Evitate,comunque, di far coincidere l’inserimento al nido o all’asilo del bambino maggiore, perché potrebbe essere letto come il tentativo di “toglierselo” dai piedi per dare spazio al piccolo e nel caso il grande abbia già una propria vita all’esterno delle mura domestiche, al suo rientro dimostrategli quanto avete sentito la sua mancanza e ricopritelo di baci ed abbracci. L’amore anche in questo caso rappresenta la ricetta “salvavita”.

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k i p s Ai h s i l ing

mondo l e d i v a i h c raniere Le lingue stanza di iniziare presto L’import

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n una società multirazziale come quella contemporanea, in cui le chiavi per il successo in campo lavorativo sono mobilità e multilinguismo, che consentono di spendere il proprio bagaglio culturale e professionale all’estero, spesso più generoso di opportunità , favorendo altresì i processi di integrazione, è fondamentale arricchire fin da piccoli il curriculum dei nostri figli con lo studio di almeno una lingua straniera. Ricerche scientifiche dimostrano chiaramente che il cervello dei bambini , in particolare da 0 a 8 anni, ha una capacità di recepimento informazioni elevatissima, tanto da essere considerata una spugna, che una volta diventati adulti rilascerà all’esigenza le informazioni immagazzinate negli anni. Da qui l’esigenza di iniziare i bambini alla conoscenza di una lingua diversa da quella madre in questa fascia di età, sfruttando per i più piccoli metodi ludici, che li coinvolgano senza farli sentire “costretti” in un’ aula asettica, dove un insegnante “protocollare” impone l’acquisizione di dati. In tal senso negli ultimi anni sono nati diversi corsi, tessuti addosso ai bambini, che usano anche forme teatrali che rendono quasi “automatica” la conversazione. Inoltre, in questa fascia di età, le immagini più che le lettere sono fondamentali. Per chi non volesse “delegare” ad un professionista l’istruzione del proprio figlio e cimentarsi nell’insegnamento “casalingo” si potrebbe avvalere ad esempio di cartoni animati in lingua originale e sottotitoli, facilmente reperibili in commercio, o ancora di libricini illustrati con parole scritte a caratteri cubitali con annessa pronuncia che si imprimono facilmente nella memoria. Secondo gli esperti, però, sarebbe più produttivo non costringere i bambini ad una traduzione simultanea dei vocaboli, piuttosto efficace , invece, risulta comunicare di sana pianta nella lingua prescelta, in modo da favorire la scorrevolezza del linguaggio. In buona sostanza devono abituarsi a pensare in lingua straniera, come avviene per i bambini che hanno genitori di nazionalità diverse e riescono a parlare, quasi magicamente, in ambedue le lingue. In merito alla “spendibilità” delle lingue straniere, dal rapporto ” Cifre chiave dell'insegnamento delle lingue a scuola in Europa – 2012” emerge che nei 27 Stati membri, più la Croazia, l'Islanda, il Liechtenstein, la Norvegia e la Turchia, la lingua più studiata nei paesi di origini non anglosassoni, ma parlata pressappoco in tutto il mondo, è quella Inglese, seguita a grande distanza dal francese, lo spagnolo, il tedesco e il russo. Nella scuola secondaria di primo grado ed in quella di secondo grado di formazione generale, la percentuale di studenti che studiano l'inglese supera il 90%.

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Tuo fratello maggiore è più intelligente di te? Ecco perchè... Ti senti meno brillante di tuo fratello maggiore? Hai ragione (ma non è colpa tua!): a confermarlo è una ricerca che, analizzando 250 mila QI, ha scoperto che la causa è educativa, non biologica.

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primogeniti, nella media, sono più intelligenti. Un ricercatore dell'Università di Oslo dimostra che questa non è un'opinione, ma un fatto appurato. Peter Kristensen, questo il nome del ricercatore (tra l'altro, secondogenito), ha analizzato i test di intelligenza condotti su un campione di 250 mila maschi tra i 18 e i 20 anni e ha verificato che il valore dei QI diminuiscono con il diminuire dell'ordine di nascita: secondo quella ricerca, i primogeniti hanno in media un grado di intelligenza di 2,3 punti maggiore rispetto ai fratelli più giovani. I primogeniti hanno, nella media, un QI di 2,3 punti più alto rispetto al secondogenito. Il QI è un "misuratore dell'intelligenza" introdotto all'inizio del '900 ed è stato molto utilizzato in passato: oggi viene ritenuto un sistema di valutazione troppo limitato. La colpa è dei genitori I figli minori sono dunque meno dotati? Il punto non è questo: Kristensen sostiene che non è l'ordine di nascita a fare la differenza, bensì l'ordine educativo scelto dai genitori, che privilegiano i figli nati prima, dedicando loro un investimento maggiore di tempo, cure e attenzioni. I dati analizzati lo dimostrano: i figli nati per secondi ma cresciuti come primogeniti, per esempio perché il fratello maggiore era morto da piccolo, risultano avere quoziente intellettivo più alto. Lo stesso

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accade nel caso di terzogeniti con entrambi i fratelli maggiori deceduti, e in questo caso il loro QI medio risulta addirittura più alto di quello di un primogenito. A fare la differenza è, quindi, l'essere "educati da primogeniti". Il divario educativo si accentua nel caso di famiglie numerose, dove la differenza di QI tra il primo e l'ultimo figlio è di ben 2,9 punti. I valori del QI decrescono con l'ordine di nascita (i punti neri); se il secondogenito perde il fratello maggiore (azzurro), il suo QI è più alto. Se un terzogenito perde i suoi 2 fratelli maggiori, il suo QI arriva a superare il livello di un primogenito (viola). Eccezioni alla regola Per fortuna non sempre solo i figli più grandi si godono il meglio dell'educazione famigliare. C'è anche chi, ultima di 5 figli, già all'età di 2 anni ha suscitato addirittura l'interesse del "Mensa", associazione internazionale che riunisce le persone con più alto QI. La bimba, inglese, si chiama Georgia: all'apparenza è una bambina come tutte le altre, ma il suo quoziente di intelligenza è di 152, pari a quello del fisico Stephen Hawking. A due anni sapeva contare, distinguere le sfumature di colore, imaparava una seconda lingua... Nel suo caso, però, pare che le minori attenzioni dei genitori siano state sostituite da quelle dei fratelli maggiori, che l'hanno fatta crescere in un ambiente decisamente molto stimolante.


Eccovi un test di Logica 1) Individua la parola da scartare, in quanto di significato non affine alle altre: a) ripulsa b) abnegazione c) diniego d) rigetto e) bocciatura 2) Quale numero va escluso, nella seguente successione? 5 8 15 18 21 25 28 35 … 3) Trova la risposta corretta: Tutti i corridori sono tenaci. Nessuna persona tenace è superba. - Significa che: a) Alcuni superbi sono tenaci b) Nessun corridore è tenace c) Nessun corridore è superbo d) Alcuni superbi sono corridori 4) Sostituisci ai punti interrogativi i 2 numeri che completano la successione: (2, 11, 22) (4,13 ?) (6, ?, 30) 5) Individua la parola che ha significato diverso rispetto alle altre della serie: a) refrattario b) recalcitrante c) riluttante d) proclive e) riottoso 6) Come continua la successione? 7 21 36 52 ? 7) “Se farai come ti dico, andrà tutto bene.” – Alla luce di tale affermazione, è certamente corretta anche una (ed una sola) delle seguenti. Quale? a) Se non farai come ti dico, non potrà che andar male; b) Purtroppo la cosa non è andata bene, è evidente che non hai fatto come ti avevo suggerito; c) Se avessi seguito il mio consiglio, forse le cose non sarebbero andate come speravi, ma nemmeno troppo male; d) La cosa è andata bene me ne compiaccio, perché questo significa che hai fatto esattamente come ti avevo indicato. 8 ) Quale lettera deve seguire, a rigore di logica: BEHM? 9) Se ORO = 42 e RAME = 33, a cose è uguale MARMO? 10) Quale dei seguenti termini va scartato? a) Ocarina b) Clarinetto c) Mandolino d) Sassofono e) Zampogna

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11) “Non sono poi così certo che egli abbia omesso di dire la verità.” – È un’affermazione che equivale a dire: a) Egli ha certamente detto la verità b) Egli potrebbe aver detto la verità c) Egli potrebbe aver mentito d) Egli ha certamente mentito 12) Come dovrebbe continuare la successione: 2 4 9 20 43 ? a) 86 b) 88 c) 90 d) 92 13) Qual è il numero successivo della serie seguente? 2 3 8 63 ? a) 125 b) 126 c) 504 d) 3968 14) Leggi ciò che segue e rispondi al quesito: Tutti gli scandinavi sono educati. Conosco John da poco, ma non smette di sorprendermi per la sua educazione. John deve essere scandinavo - Il precedente: a) È un paradosso b) È un ragionamento corretto c) È un ragionamento induttivo d) È un ragionamento scorretto e) È un ragionamento valido solo formalmente 15) Leggi ciò che segue e rispondi al quesito: In questi giorni sto lavorando con un collega giapponese, ed è un grande lavoratore; anche un mio amico, per lavoro, ha spesso a che fare con giapponesi e mi assicura che sono dei grandi lavoratori; due anni fa sono stato un mese in Giappone per lavoro, e i giapponesi che ho conosciuto lì non fanno eccezione alla regola; dunque tutti i giapponesi sono dei grandi lavoratori. - Il precedente è un ragionamento: a) scorretto b) induttivo c) azzardato d) deduttivo e) inconfutabile fonte: www.testdilogica.it

==> SOLUZIONI COMMENTATE: 1) Sebbene le abilità verbali rientrino nella logica solo in un’accezione ampia, anche su questo è bene essere attrezzati quando si prepara un test di logica. La verifica delle competenze lessicali è ormai presente, in effetti, in molti test di logica. La risposta corretta è la b): abnegazione significa infatti “dedizione”, “spirito di sacrificio”, e non ha dunque relazione con gli atri termini, che sono invece sinonimi di rifiuto. 2) Va escluso 21, senza il quale la serie ha un andamento regolare, in quanto ciascun elemento si ottiene dal precedente sommando alternativamente 3 e 7. 3) Solo la risposta c) segue chiaramente dalle due premesse (per approfondire i sillo-

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gismi puoi leggere, tra gli altri, il mio articolo sui Sillogimi e falsi sillogismi). 4) Osserva con attenzione le relazioni esistenti tra gli elementi all’interno delle parentesi, ma anche tra i termini che occupano la stessa posizione in ciascun gruppo di tre. Sussistono le seguenti relazioni: il secondo elemento di ciascun gruppo si ottiene dal primo sommando 9; limitando l’osservazione al primo gruppo, il terzo elemento è il doppio del secondo. Si può verificare che queste relazioni sono sufficienti a completare l’intera seria, inserendo “15” come elemento centrale del terzo gruppo; in tal caso abbiamo, infatti, che 15 è 6+9, e del resto è la metà di 30. A questo punto inseriremo 26 come terzo elemento del secondo gruppo, verificando che valgono le stesse relazioni. Una ulteriore conferma delle regolarità osservate può essere ricavata isolando le serie degli elementi che occupano la medesima posizione nei tre gruppi. Abbiamo, infatti, la serie 2, 4, 6, dei primi elementi (aritmetica di ragione 2); la serie 11, 13, 15 formata dai secondi elementi (ancora aritmetica, di ragione 2); e, infine, la serie 22, 26, 30 formata dagli elementi che si trovano in terza posizione in ciascun gruppo (che è aritmetica di ragione 4; vedi anche il mio articolo introduttivo alle serie numeriche). 5) Proclive, risposta d), ha un significato in linea di massima opposto rispetto agli altri termini in elenco. 6) Ciascun termine della successione si ottiene dal precedente aggiungendo prima 14, poi 15, 16 ecc. La successione proseguirà pertanto con il numero 69. 7) Presta attenzione alle proprietà dell’implicazione. Alcuni semplici ragionamenti ci permetteranno di individuare la soluzione corretta, che è la b). Infatti, l ’implicazione stabilisce che se farai come ti dico, allora le cose andranno certamente bene; cioè non è possibile che facendo come io ti dico, le cose possano non andare bene. Questo sarebbe già sufficiente a rispondere correttamente, ma è utile vedere perché le altre risposte vanno scartate. In particolare: • Il fatto che facendo come io ti dico le cose andranno sicuramente bene, non implica che se farai diversamente da come ti ho detto le cose andranno certamente male. La risposta a) pertanto non è dimostrata: in linea di principio la possibilità che anche facendo diversamente da come ti ho detto, non debba andare necessariamente male, resta aperta; • Rimane non dimostrata d): infatti non è detto che tutto vada bene solo se farai come ti ho detto; • In positivo, dunque, sola la b) è esatta, cioè è del tutto corretto dedurre che “non hai fatto come ti avevo suggerito” dal fatto che la “la cosa non è andata bene”, in quanto come sappiamo se avessi fatto come ti avevo detto, sarebbe senza ombra di dubbio andata bene. 8 ) La successione continua con P. Infatti, tra ciascuna lettera e quella successiva si saltano 2 lettere. 9) Associa a ciascuna lettera il numero corrispondente alla posizione che occupa nell’alfabeto, e procedi poi sommando il valore delle lettere che formano ciascuna parola per ottenere il risultato. La risposta è dunque 52. 10) Escluderemo mandolino, che è il solo strumento a corda, mentre tutti gli altri sono strumenti a fiato. 11) “Non sono poi così certo che egli abbia omesso di dire” = egli potrebbe non aver omesso di dire, e dunque potrebbe aver detto, la verità. La risposta corretta è perciò la b). 12) Ciascun termine si ottiene dal precedente moltiplicandolo per due e aggiungendo quindi 1, poi 2, 3 ecc. Il successore sarà pertanto 23*2+4, cioè 90. 13) Si eleva al quadro e si sottrae 1; la serie continua pertanto con 3968, che è infatti 63 alla seconda, meno 1. Risposta d). 14) E’ un ragionamento scorretto; non è valido nemmeno da un punto di vista strettamente formale, perché chiaramente il fatto che tutti gli scandinavi siano educati, non implica in alcun modo che siano educati soltanto gli scandinavi. In altre parole, alla luce delle premesse (cioè le prime due proposizioni), nulla proibisce che John sia educato, e tuttavia non scandinavo. 15) Un ragionamento come quello proposto è induttivo, perché ricava una conclusione universale a partire da una serie di premesse particolari. Siamo giunti alla fine. Spero che tu abbia trovato interessanti questi test di logica con soluzioni.



Sportivi da sempre

Tante discipline e impianti da rifare

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rmai sono cresciuti. Spingi i tuoi figli a muoversi, a fare sport, limita il numero di ore passato davanti alla TV o davanti al computer. Questa l’esigenza primaria per i genitori di bambini tra i 7 e i 12 anni. Una crescita continua che esige attenzione e rispetto. Siracusa può sicuramente definirsi una città sportiva. Gli impianti, anche se in attesa di un maquillage necessario dopo tanti anni di attività, riescono ad offrire alternative valide per i più piccoli. Calcio, tennis, ma anche basket, pallamano, pattinaggio, pallanuoto, nuoto e scherma, sembrano essere gli sport di maggiore richiamo per i campioncini in erba. E se il calcio resta il fenomeno sociale più diffuso e praticato, ormai anche da tante bambine, ecco farsi largo altre discipline patrimonio sportivo di questa città. Scudetti e coppe vinte, oltre agli atleti che hanno fatto la storia in azzurro, servono da richiamo per riempire ancora oggi il campo di atletica “Pippo Di Natale” o la Cittadella dello Sport “Concetto Lo Bello”. Sul parquet il fascino del tricolore vinto richiama molti giovanissimi nella pallamano. Progetti portati avanti con passione dall’Albatro, trovano linfa vitale in tutti i quartieri cittadini. Mantiene il proprio entusiasmo il basket e la pallavolo, sport scolastico per antonomasia, riesce ancora a mischiare ragazzi e ragazze. Incremento nella vicina piscina “Paolo Caldarella”. Il Circolo Canottieri Ortigia e le altre società presenti, hanno aumentato il numero degli iscritti. Il nuoto torna ad essere sport praticato con assiduità e le famiglie si affidano nuovamente con grande fiducia alla scuola siracusana che, nel tempo, ha plasmato diversi campioni. La pallanuoto, con l’arrivo di nuove società sul palcoscenico locale, la 7 scogli su tutte, ha ricreato grande interesse attorno ad una disciplina che, in questo momento, ha il Commissario tecnico della Nazionale italiana, Sandro Campagna, e due siracusani in azzurro: Valentino Gallo, mancino del Posillipo, e Christian Napolitano, centroboa dell’Ortigia. Insomma, sport e crescita. Un binomio inossidabile per creare gli uomini di domani attraverso i sacrifici, le regole e l’impegno costante. Siracusa è una città sportiva che dallo sport può avere ancora tanto. Promozione del territorio e cultura positiva per la classe dirigente di domani. Adesso si attendono altri interventi per migliorare le strutture esistenti e, magari, la creazione di altre. Si dovrebbe guardare soprattutto ai quartieri provando così a decentrare lo sport e renderlo mezzo educativo e aggregativo per tutti indistintamente.

Un parco per quartiere

Più giardinetti per la città dei piccoli Sono spazi verdi, isole rilassanti per grandi ma, soprattutto, per i bambini. Le città li misurano in metri quadrati e i giornali economici li utilizzano come metro per giudicare la qualità della vita di intere aree abitate. Sono i parchi giochi pubblici, attrezzati dalle amministrazioni comunali per offrire ai più piccoli spazi sicuri dove giocare e muovere la fantasia. A Siracusa ce ne sono diversi e, nonostante intemperie e appalti di ripristino frenati qui e là, riescono a dare riferimento alle famiglie. Dai marinaretti ai piazza Adda, da piazza san Giovanni a via Ozanam, giostrine e panchine provano a resistere agli attacchi dei nuovi vandali annoiati. Restano anche le distrazione e le manchevolezze di chi amministra la città. Il simbolo della Città dei bambini violata, resta il parco Robinson di bosco Minniti. Un’area grande potenzialmente polmone verde della città, abbandonata al degrado e al tempo. La palestra non esiste più, la copertura strappata e dilaniata dalle intemperie non è stata più ripristinata. Per i bambini della zona un’occasione perduta per basket, pallavolo e calcetto al coperto. Tutto intorno l’abbozzo di una rinascita guidata da piccoli interventi mal programmati che non hanno, ancora, offerto una visione complessiva dell’enorme spazio a disposizione. Eppure, nella città dei bambini, i parchi giochi dovrebbero essere una priorità. Soprattutto in una città che ha asfaltato e cementificato troppe zone. I parchi gioco restano, così, l’isola gioiosa di una spensieratezza cercata e voluta da tutti i bambini. Da pochi mesi, grazie a progetti regionali dedicati all’utilizzo dei disoccupati, i giardinetti cittadini si sono rifatti, in parte, il look. Tappetini gommati per la sicurezza dei più piccoli e giochi rimodernati che danno l’impressione di uno spazio più vivibile. Forse, come per ogni cosa, si poteva fare di più. I progetti sono rimasti limitati a poche aree, quelle più centrali. Sono rimasti fuori i giardinetti della periferia, aree della città che esigono e meritano pari trattamento e identica considerazione. Via Ozanam viene lasciata alla buona volontà di alcuni volontari, del Robinson abbiamo detto, anche nella zona di via Torino-via Palermo si fa quel che si può. I parchi gioco, comunque, oltre ad essere il luogo ideale per scaricare freschezza ed energie, sono la cartina tornasole del grado di civiltà di ogni popolo. I nuovi annoiati vandali spesso non rispettano i più piccoli, costringendoli come già avvenuto all’astinenza da altalena, e la propria città. La vogliono sporca e rotta, così, un po’ per noia. Nonostante sia bellissimo spingere i propri figli sull’altalena.

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a s u c a r i S Real insieme

e r a t s r e p e n o i s a un'occ

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a scuola calcio FC Real Siracusa A.S.D. nasce ufficialmente il 12 aprile 2010 da un progetto della persona che diventerà il suo Presidente, Greco Sebastiano, che fin dall’inizio la gestisce dal punto di vista organizzativo, coadiuvato dall’esperienza del suo responsabile tecnico, sig. Osvaldo Amodeo, e da un team di allenatori e tecnici qualificati costantemente impegnati nell’obiettivo comune di portare il bambino a vivere lo sport divertendosi. Nel suo primo anno di attività, stagione 2010/2011, la scuola calcio ha partecipato ai campionati FIGC e a molti Tornei nazionali e internazionali con 8 squadre nelle categorie primi calci, pulcini ed esordienti, raggiungendo risultati degni di rilievo in tutte le categorie e diventando subito un forte punto di riferimento del panorama calcistico cittadino, malgrado la concorrenza di società sportive che vantano diversi anni di attività. La società svolge l’attività sportiva del calcio dilettantistico in quanto si ritiene che tale attività costituisca una via di aggregazione per i giovani, dove i valori educativi dello sport hanno un ruolo non solo nell'attività sportiva, ma anche al di fuori di essa, e cercando di dar loro un “passatempo positivo” per evitare che siano attratti da fenomeni di devianze sociali e nel contempo inculcare valori fondamentali quali: la lealtà, la sportività, il concetto di sconfitta, il rispetto delle regole e soprattutto dell’avversario. L’associazione pertanto si prefigge di: • curare non solo la formazione sportiva, ma anche i vari aspetti di relazione con gli altri; • orientare i partecipanti nella pratica dello sport affinché lo stesso diventi non una necessità voluta dai genitori o dal contesto sociale, ma un vero e proprio stile di vita e di benessere; • raggiungere obiettivi di tipo relazionale quali la socializzazione, moderazione dell'aggressività, superamento della timidezza, rispetto degli altri, ricerca della sicurezza e dell'autocontrollo;

di Lino Russo

• attivare la collaborazione con soggetti che si occupano di giovani in condizioni di disagio. Il percorso di crescita sportiva non riguarda soltanto i nostri atleti ma anche i genitori, cercando di coinvolgerli in prima persona; stiamo anche cercando di rafforzare i rapporti di rispetto con le altre società, facendo in modo che ogni competizione sportiva possa essere una festa, un’occasione per stare insieme divertendoci nello sport. Sappiamo che si tratta di un percorso difficile, ma siamo convinti che perseverando nella nostra linea prima o poi tutto ciò non resterà solo un’utopia. La società, dopo una breve parentesi estiva, riparte a ritmo serrato già alla fine di agosto, cominciando con gli allenamenti per le categorie agonistiche e ai primi di settembre con l’attività calcistica di base. Partecipa a tutti i campionati FIGC, ma riesce comunque ad essere presente ai Tornei più prestigiosi che si tengono in tutto il territorio nazionale. Ogni categoria svolge gli allenamenti dalle 3 alle 4 volte a settimana, seguendo una programmazione mirata per ognuna di esse. In data 29-31 marzo 2013, in occasione del Torneo Football Cup tenutosi a Firenze, un osservatore dell’Udinese mi ha prospettato l’opportunità di organizzare in data 17-21 giugno 2013 un Camp estivo con l’Udinese Calcio e contestualmente l’affiliazione per la stagione 2013/2014. La notizia è stata accolta favorevolmente da tutto il consiglio direttivo e dai soci della società Real Siracusa, nonché dai ragazzi e dai genitori che, entusiasti, hanno dato la loro adesione. Nel frattempo è nata una seria collaborazione con il Centro Sociale Enzo Grasso, di cui la prima squadra è iscritta al Campionato di Promozione e per la stagione 2013/2014 i nostri atleti migliori della categoria Allievi, diventati Juniores, saranno inseriti nell’organico della squadra Enzo Grasso. Uno dei nostri obiettivi futuri è quello di portare un serio lustro al calcio siracusano. Saluto e ringrazio di cuore tutti i miei collaboratori e tutte le società sportive che come noi hanno una fortissima passione per lo sport.

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spicuglialucia@libero.it

Lucia Spicuglia Ballet


Danza movimento terapia

Il corpo al centro del benessere La disciplina “catartica” si sta diffondendo anche in Sicilia. Una vera propria terapia che favorisce la percezione di spazio e tempo attraverso il proprio corpo, anche per i bambini a partire dai tre anni.

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asce in ambito psichiatrico, favorisce il benessere di tutte le fasce d’età dai 3 ai 99 anni, con effetti positivi amplificati nei bambini ed adolescenti. Disciplina “catartica”, espressivo-relazionale, che “cura”, attraverso l’uso del proprio corpo, la mente e di conseguenza l’anima. E’ la danzamovimentoterapia, che negli ultimi anni sta diffondesi anche in Sicilia, grazie al lavoro ed alla formazione dell'Associazione Professionale Italiana Danzamovimentoterapia (APID). “Il movimento, il libero movimento del proprio corpo, senza schemi e passi predefiniti, infatti non è necessario essere abili ballerini, a fare da protagonista in questi piacevoli “setting”che possono essere collettivi od individuali, in base agli obiettivi che si vogliono raggiungere – spiega la dottoressa Antonella Pappalardo, pedagogista specializzata in questo metodo a Catania . E’ necessario che i bambini più piccoli siano già capaci di comprendere le consegne da parte del conduttore, che normalmente struttura la seduta in più fasi. Le fasi iniziali e finali, contrassegnate preferibilmente da dei rituali operativi da mantenere immutati , come la musica di sottofondo, che non ha un genere predefinito. Poi ci si addentra nell’attività propria, fatta di esercizi, “coreografie spontanee” e nel caso dei bambini di gioco. Una sorta di immersione graduale, al pari di quelle subacquee, nelle profondità del proprio essere per poi riemergere. Lo spazio dove si agisce deve essere ampio e liberato da ogni elemento di arredo che possa creare impaccio- continua la danzamovimentoterapeuta-. Per i bambini preferisco utilizzare le percussioni per dare ritmo ai movimenti. Immaginando una seduta tipo, proporrei il gioco dello stop, che scandisce gli arresti e le partenze, sulla falsariga del gioco delle belle statuine in voga tra le bambine di un tempo. Bello anche il gioco dello specchio, che ha una grande valenza psicologica. Emulerebbero i miei movimenti e gli altri i loro . L’obiettivo è attivare il corpo nella sua globalità ed individualità , ponendo anche le basi per la socializzazione ed integrazione nel gruppo. Tanti gli effetti benefici: la presa di coscienza del proprio corpo, la percezione dello spazio e del tempo , della propria “chine sfera”, quella intima esistenziale, stimolo delle capacità socio-relazionale , confronto, sblocco delle timidezze , superamento delle chiusure, e scarico delle tensioni”. Per raggiungere dei risultati ottimali il percorso minimo è di tre mesi. Secondo il tariffario dell’associazione , una seduta individuale della durata di circa un’ora ha il costo di 30 euro, che si dimezza in caso di piccoli gruppi.

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Make love

Manuale d’amore

educazione sessuale, in attesa di un suo inserimento strutturato nei programmi scolastici, viene affidata alle istituzioni sanitarie e associazioni con progetti ad hoc. È quanto fatto in provincia di Siracusa grazie alla collaborazione tra Asp e Pionieri della Croce Rossa locale. Si è iniziato presso il Liceo Classico Gargallo, Istituto Commerciale Principe di Napoli, Geometra di Siracusa e Liceo Classico di Avola l'attività di educazione alla sessualità nelle scuole superiori organizzata dai Giovani CRI di Siracusa. Dichiarano gli organizzatori: "in collaborazione con l'Asp di Siracusa, attraverso le unità operative di Educazione alla salute, Aids e Sert, e con le associazioni di volontariato Ama, Amici malati Aids onlus, Alnaids, Arcigay, la CRI ha proiettato un filmato e mostrato il corretto utilizzo del preservativo. In Germania, un libro che ha venduto oltre 200mila copie in pochi mesi, è stato adottato come testo di studio nelle scuole. In Italia è stato da poco pubblicato da “L’ippocampo edizioni” e promette di far discutere. “Make love” è un manuale di educazione sessuale scritto da una sessuologa, Ann-Marlene Henning, e da una giornalista freelance, Tina Bremer-Olszewski, entrambe tedesche. A corredo del testo numerose foto intime di coppie eterosessuali e omosessuali realizzate dalla coreana Heji Shin. Il libro racconta il sesso senza vergogna, con un linguaggio sobrio, attraverso un apparato di note di carattere scientifico e antropologico, partendo dal presupposto che viviamo in un’epoca di invasione pornografica – in rete, alla televisione, nelle riviste – ma di sessualità ne sappiamo davvero poco. “Make love”, pensato per adolescenti che si avvicinano al sesso per la prima volta, contiene indicazioni – anche pratiche, con esercizi da fare da soli o in compagnia – su come conoscersi e avventurarsi nel mondo del godimento. Il messaggio di fondo è che nominare in modo appropriato il sesso e tutto quel che gli ruota attorno serve ad aumentare la consapevolezza di sé e degli altri e la capacità di gestire desideri, impulsi, situazioni. Si parte con indicazioni su come baciare (“Non si deve mai avere la lingua rigida, fare troppa saliva e l’elica, ruotando come una furia nella bocca dell’altro”) e su come gestire la cosiddetta prima volta, con consigli su come viverla e farla vivere al meglio, senza che si trasformi in violenza. Più volte viene ripetuta l’indicazione che si deve dire di sì solo quando se ne ha voglia e che non ci si deve mai sentire forzati: il “no” è sempre legittimo e deve essere rispettato, anche se arriva all’improvviso. Il libro contiene spiegazioni sui diversi orientamenti sessuali, omosessualità, bisessualità, eterosessualità, con un paragrafo dedicato anche a pratiche come il travestitismo e alla questione della transessualità. Ha poi un focus sulle malattie a trasmissione sessuale come Aids/Hiv, epatite b, herpes genitale, papillomavirus, sifilide, gonorrea e sulle tipologie di anticoncezionali ormonali e a barriera, come il preservativo maschile e femminile. Quest’ultimo, il “Femidom“, è “l’unico contraccettivo che protegge dalle malattie a trasmissione sessuale nei rapporti se l’uomo non vuole usare il condom”. Il manuale si spinge oltre e offre una dettagliata panoramica sull’orgasmo maschile e femminile. Di quest’ultimo rivela che si tratta non solo di una questione mentale, come vorrebbe la vulgata da bar dello sport, ma soprattutto “di nervi”. Infatti, oltre ad articolarsi in fasi, esattamente come quello maschile, l’orgasmo femminile passa dal nervo pudendo “che porta la felicità alla vulva” e dal nervo pelvico “che provvede a un piacere più interno”, interessando “la prostata femminile (zona G)”.

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Villa del Tellaro

Mix di cultura e gastronomia

di Lino Russo

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Associazione Escursioni Iblee onlus, nasce con l’obiettivo di valorizzare le risorse, culturali, ambientali e agricole del territorioIbleo e della città di Noto in particolare. I principali progetti sui cui l’Associazione opera sono la Fattoria Didattica “ Villa del Tellaro” ed il Centro di Archeologia sperimentale “Eloria tempe”. I due progetti si occupano di didattica coniugando Beni culturali, agricoltura, gastronomia e tradizioni locali. “La Fattoria Didattica – ci spiega il presidente Sebastiano Adornò si rivolge principalmente alle scuole del territorio, ma negli anni ha incontrato l’interesse di turisti internazionali ed anche quello del terzo settore tanto che meritiamo ormai a pieno titolo l’appellativo di Fattoria didattica. Uno dei nostri fiori all’occhiello è la valorizzazione del Pane degli Iblei, il tradizionale pane di grano duro, lavorato con i metodi e gli attrezzi tradizionali, insieme a scacce, vota vota, e m’panate. L’attività gastronomica oltre a trasmettere i metodi tradizionali mira a far vivere il contesto culturale in cui le attività sono nate accompagnando i gesti con aneddoti , preghiere, filastrocche e canti del lavoro in un contesto agricolo curati da Alfonso Lapira Educatore ed esperto di canti e tradizioni popolari. Altri percorsi sono legati al mandorlo, l’ulivo, il vino , il carrubo

tutti prodotti tipici del nostro territorio. Altro esperimento è quello legato alle erbe officinali, abbiamo realizzato un piccolo orto botanico con essenze tipiche del territorio usate anche dai romani, per preparare ricette romane con riferimento alla adiacente Villa Romana , la cui visita viene inserita nelle nostre attività laboratoriali” Intanto cresce di anno in anno l’interesse per le attività del Centro di archeologia sperimentale diretto dalla dott. ssa Laura Falesi,con laboratori in cui si sperimenta la riproduzione di vasi in ceramica, mosaici romani, la simulazione di scavo archeologico e la sperimentazione delle tecniche quotidiane dell’uomo preistorico all’interno del piccolo villaggio preistorico realizzato nel centro.“ Un esperimento interessante lo abbiamo realizzato quest’anno insieme all’archeotecnico Alfio Tomaselli- continua Adornò- ovvero “Un pranzo neolitico”, in cui siamo riusciti a coniugare l’aspetto gastronomico anche in ambito preistorico. In questi anni abbiamo intrecciato rapporti con diverse istituzioni del territorio, visto che l’Azienda Foreste Demaniali della Regione siciliana che ci ha consentito di realizzare i nostri Campi estivi all’interno della straordinaria Riserva naturale di Vendicari. Il Parco archeologico “Noto e comuni limitrofi” con cui abbiamo sottoscritto un protocollo per la pulizia e la manutenzione dei sentieri all’interno di alcuni siti archeologici. E ancora interagiamo con la Casa circondariale di Noto, con cui abbiamo realizzato alcuni progetti di integrazione sociale , occupandoci della pulitura dei siti archeologici e di attività didattiche con le scuole del territorio. Il Comune di Noto che ci ha affidato anche per quest’anno la realizzazione del Festival “La Notte di Giufà”, che si occupa di musica, teatro e gastronomia partendo dalla figura internazionale di Giufà , saggio sciocco attraverso cui di anno in anno esploriamo tradizioni culturali dei paesi che sia affacciano sulle sponde del mediterraneo. Vogliamo proseguire su questa strada e anche con il Gruppo di azione Locale (GAL) Eloro, dovremmo realizzare e promuovere una serie di percorsi in cui agricoltura, gastronomia e territorio si intersecano. La nostra Fattoria didattica aderisce alla Rete regionale delle Fattorie Educative, ed alla Rete regionale delle Fattorie Sociali. Abbiamo davanti a noi innumerevoli sfide il nostro sogno è quello di valorizzare i prodotti agricoli del nostro territorio, con il coinvolgimento di soggetti svantaggiati, facendo in modo che l’agricoltura racconti anche della straordinaria bellezza del territorio in cui viviamo”.

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Sicurezza stradale cidenti Come evitare gli in

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al ciclomotore alle smart car provando a conoscere regole di comportamento e rispetto per la vita: la propria e quella degli altri. In poche parole, la sicurezza stradale che a volte appare come una sconosciuta. Anche in provincia di Siracusa si prova a confezionare percorsi che preparino gli automobilisti di domani. Sul territorio è aumentato l’uso delle due ruote e, da qualche anno a questa parte, le piccole automobiline hanno fatto la loro comparsa sulle strade. Troppo lungo, però, l’elenco degli incidenti; le cause sono le più disparate ma si prova a prevenire attraverso programmi ad hoc e ricorso a corsi intensivi di educazione stradale. Il fattore umano è responsabile di circa il 90% dei sinistri", avvertono i carabinieri. "Basta poco per compromettere la propria sicurezza e quella altrui: essere troppo stanchi e disattenti, euforici, indecisi, eccessivamente competitivi, sopravvalutare le proprie e l'altrui capacità, guidare sotto l'effetto dell'alcool o di sostanze stupefacenti". Per gli automobilisti, gli accorgimenti consigliati sono: "allacciate le cinture di sicurezza; rispettate i limiti di velocità compatibilmente alla strada, alle condizioni atmosferiche, alla sicurezza e alle possibilità tecniche della vostra auto. Mostrate maggiore cautela nei centri abitati e in prossimità degli stessi; rispettate la distanza di sicurezza con gli altri veicoli; davanti alle strisce pedonali rallentate e date la precedenza ai passanti; rispettate le norme di precedenza; non arrestate l'autoveicolo in prossimità di curve o in condizioni di scarsa visibilità senza azionare gli opportuni segnali luminosi e visivi". Di notte occhio agli incroci Di notte, "guidate con particolare prudenza in prossimità degli incroci, soprattutto quando i semafori non sono funzionanti". Per il trasporto di bambini "fino ad otto anni di età, utilizzate un seggiolino anteriore o posteriore, costruito e allestito sull'auto secondo le normative di sicurezza previste per legge. I bambini di età inferiore a tre anni possono essere trasportati sul seggiolino omologato, anteriore o posteriore, oppure accompagnati da un passeggero, di età non inferiore a 16 anni, trattenuto da apposite cinture di sicurezza e seduto sul sedile posteriore". Tra le altre regole da seguire, "rallentate sempre agli incroci, anche se vi spetta

la precedenza; fermatevi -continuano i carabinieri- se dovete parlare al cellulare mentre guidate; effettuate il sorpasso soltanto nei casi di completa visibilità e se la manovra non costituisce pericolo o intralcio per gli altri utenti. Il conducente che viene sorpassato deve sempre agevolare la manovra senza produrre intralci; mantenete l'auto in buone condizioni di efficienza ed effettuate i controlli periodici previsti o anticipateli, se del caso, in base allo stato della macchina e al chilometraggio percorso; circolate con tutti i documenti in regola (carta di circolazione, assicurazione, patente di guida, bollino anti-inquinamento quando previsto)". Consigli anche chi viaggia in moto Quanto ai motociclisti, "le due ruote fanno pensare ad una maggiore libertà di movimento, ma soprattutto in città aumentano il rischio di cadere vittima di incidenti, sia per le manovre azzardate dei motociclisti sia per le imprudenze compiute dagli automobilisti. Sicuramente -si legge nel sito dell'Arma- il motociclista si trova in una posizione di maggiore vulnerabilità. E' quindi necessario guidare con maggiore prudenza per aumentare i margini di sicurezza ed evitare di essere coinvolti in incidenti oppure di cadere o scivolare sull'asfalto. La guida di moto e scooter non è facile, richiede grande abilità e riflessi pronti". In questo caso, tra la regole da seguire "indossate sempre il casco che, in caso di caduta, salva dai danni alla testa (negli incidenti seri, l'80% dei guidatori di moto e ciclomotori, che non portano il casco, batte la testa e questo vale per tutte le età). I caschi omologati non limitano la visibilità o la possibilità di udire segnali sonori, ma anzi mantengono un angolo visuale di almeno 210° e attutiscono anche il rumore del vento e del motore permettendo di discernere meglio i suoni; nella circolazione bisogna non solo vedere, ma farsi vedere dai conducenti degli altri veicoli; evitate di sbucare a grande velocità da incroci o da angoli a scarsa visibilità senza rispettare le precedenze; rispettate le norme sul sorpasso compiendolo sempre a sinistra e mai a destra".

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