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16 giugno 2011
ENERGIA NUCLEARE | Col 55,4% di affluenza alle urne, gli italiani seguono i grandi stati nella politica energetica “pulita”
Finalmente il nucleare fuori dall’Italia LE POSITIVE RIPERCUSSIONI DELL’ADDIO AL NUCLEARE RICADONO ANCHE SUI TITOLI QUOTATI IN BORSA RELATIVI ALLE ENERGIE RINNOVABILI. RIMANE IL PROBLEMA DELL’ENERGIA, ACQUISTATA DALLA VICINA FRANCIA. MA DA ORA IN POI, IL FUTURO ENERGETICO SEMBRA INDIRIZZARSI VERSO FONTI RIUTILIZZABILI ED ECOLOGICHE
S
icuramente condizionati dalla recente cronaca, gli italiani hanno espresso parere negativo sulla possibilità di investire sul nucleare e sulla costruzione di nuove centrali sul territorio. La paura di incidenti e di catastrofi e la mancanza di valide soluzioni circa lo smaltimento delle scorie nucleari hanno pesato in modo decisivo sulle opinioni degli elettori, per nulla convinti che questa fosse la soluzione ottimale ai problemi energetici mondiali. D’altro canto, se davvero lo
fosse, perché i Paesi più industrializzati non investirebbero in tale settore, l’America ad esempio; oppure perché Stati come la Germania e la Svizzera hanno detto no se si tratta di una risorsa sicura, redditizia ed a basso impatto ambientale? Già nel 1987, a poco più di un anno dalla tragedia di Chernobyl, gli elettori decretarono con una maggioranza dell’80% il no assoluto alle centrali nucleari in Italia e da allora sembra che niente abbia fatto cambiare loro idea. Niente centrali, niente
scorie e niente radiazioni: questo hanno scelto gli italiani, convinti invece che si debba guardare ed investire su un futuro fatto di energie rinnovabili e sull’efficienza energetica. Puntare sul fotovoltaico, sull’eolico e sulla riqualificazione energetica degli edifici significa produrre la stessa quantità di elettricità che sarebbe prodotta da tre centrali, ma a rischio zero. Se questa sia stata la scelta giusta lo scopriremo in seguito. Per ora godiamoci i risultati. Monica Ventura
AVEVANO DETTO | Affermazione choc di alcuni noti scienziati italiani
Chernobyl non esiste A nche dopo la “Nessun disastro nucleare come conseguenza dell’esplosione di Chernobyl”. Un’affermazione che a primo impatto sembra tanto assurda quanto azzardata è invece una tesi sostenuta da illustri scienziati italiani. “Non esistono pericoli – afferma Arrigo Cigna, tecnico nucleare torinese dell’Enea ed esperto di radioprotezione - . I morti conseguenti a Chernobyl sono stati massimo trecento ma ciò rientra
nell’ordine naturale delle cose, la radioattività non c’entra nulla”. “La pericolosità del sarcofago di Chernobyl – prosegue Antonio Madonna, tecnico italiano dell’Anpa – riguarda solo i lavoratori della centrale, non la popolazione esterna, né tanto meno l’Europa”. Ancora Franco Battaglia, professore di chimica e fisica all’Università di Roma 3: “Chernobyl serve solo a coprire grossi problemi sanitari”. C’è da credergli?
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