Il sole

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Questi sono i fatti principali che si sono osservati fino ad ora. Essi invitano a qualche riflessione e necessitano di spiegazioni. 1° Come `e possibile, con l’aiuto di uno spettroscopio, studiare le protuberanze in assenza di eclissi? Gli astronomi avevano inutilmente utilizzato molti altri metodi; hanno tentato con piccoli diaframmi per eliminare dai loro cannocchiali tutta le luce estranea; hanno impiegato allo stesso scopo vetri colorati; ma non sono mai riusciti a intravedere nulla, mentre lo spettroscopio ha portato al primo colpo di successo insperato. Il motivo `e molto semplice, ed `e stato gi` a presentato da Arago. Questo grande astronomo mostr`o che per vedere le protuberanze, bastava diminuire la luce del cielo in modo da renderla pi` u debole di quella delle protuberanze stesse. ` cos`ı, disse, che si riesce a vedere le stelle in pieno giorno; i cannocchiali indeboliscono la luce dell’atmosfera, E poich´e amplificano la porzione di cielo che si trova nel campo, senza ingrandire le stelle che non hanno diametro apparente. Questo `e il ruolo dello spettroscopio nella circostanza in questione. Disperde e allarga in una banda molto diffusa la luce dell’atmosfera terrestre e dell’atmosfera solare, senza poter disperdere il piccolo numero di raggi semplici che compongono lo spettro della protuberanza. Queste conservano quindi tutta la loro intensit` a, ` quanto si osserva anche nello studio degli altri corpi celesti. Una stella mentre le altre risultano indebolite. E di sesta o settima grandezza, il cui spettro `e discontinuo, `e assai pi` u facile da osservare delle stelle gialle di terza p quarta grandezza. Analogamente, le righe delle nebulose planetarie brillano con vivacit`a nel campo dello spettroscopio, e il loro splendore `e confrontabile a quello di una candela, sebbene queste nebulose non siano pi` u visibili delle stelle di nona grandezza! ` sorprendente che gli astronomi non abbiano fatto prima una tale scoperta, poich´e, con un buon spettroE scopio, l’osservazione `e molto facile, e per compierla con successo `e necessario solo adattare lo strumento al cannocchiale. Ecco uno dei fatti che mostrano che, in fisica, non ci si deve lasciar sviare dalle proprie ricerche dagli insuccessi degli altri. Qualche astronomo, avendo usato strumenti alquanto imperfetti, come si `e riconosciuto dopo, avevano ottenuto solo risultati negativi, ed `e questo che ha impedito di fare questa scoperta cos`ı facile. Dobbiamo, tuttavia, aggiungere che, senza le osservazioni fatte durante l’eclissi, non si sarebbe ben compreso questo metodo i risultati che ne sono derivati. 2° Bisogna pure sottolineare che la scoperta attuale ci fa solo conoscere la natura delle protuberanze e dello strato rosato di cui fanno parte; ma l’esistenza di questo strato era perfettamente constatata dagli archi a forma di falce che si erano visti attorno alla Luna del 1842. Bessel, osservando un’eclissi anulare a Koenisberg, aveva visto il bordo della Luna circondato da un cerchio rosso. Il colore stesso delle protuberanze e le relazioni numerose che esse hanno con gli archi rosati, provavano che questi due fenomeni dipendevano l’uno dall’altro, e che la loro natura era identica. Infine, le fotografie prese nel 1860 da M. de la Rue e da noi mostravano questa identit` a in modo irrefutabile. 3° Era naturale cercare le relazioni che esistono tra le protuberanze e le macchie; `e quanto abbiamo fatto studiando le variazioni della riga C, variazioni che ci permettono di determinare tutti i punti del disco in cui si trovano le protuberanze. Abbiamo potuto constatare che esse sono assai numerose e molto intense nelle vicinanze delle macchie, e soprattutto nelle facole e nelle code che le seguono; non abbiamo esaminato alcuna facola sul bordo solare, senza trovarla accompagnata da protuberanze molto intense e molto alte. Le nostre osservazioni provano pure che i diversi punti del Sole sono lontani dall’aver spettri identici, come si era creduto sinora. Ma queste osservazioni sono molto complesse, tanto pi` u che, per uno stesso punto del Sole, le variazioni dello spettro sono continue; tutto quello che si pu`o fare `e constatare queste differenze senza poterle studiare in modo preciso e dettagliato. 4° Studiando la corona durante l’eclissi del 1868, si era trovato uno spettro continuo. Forse gli osservatori non erano ben preparati a questa difficile osservazione. Durante l’eclissi del 7 agosto, gli Americano hanno constatato che la luce della corona, analizzata allo spettroscopio, mostra qualche riga isolata di cui la principale e pi` u brillante coincide con quella delle nostre aurore boreali. Questo fatto richiede una conferma, ed `e assai importante perch´e se ne faccia oggetto di studi speciali nelle prossime eclissi. Sebbene si sia riusciti a vedere le protuberanze in pieno giorno, le eclissi saranno sempre molto utili, soprattutto per lo studio dettagliato delle loro forme. Ci si limita, infatti, a disegnare le loro immagini rosse, senza poter ottenere quelle gialle, blu e violette. Inoltre, il vetro rosso assorbe gli altri colori e modifica il contorno delle protuberanze. Sar` a quindi interessante, nelle prossime eclissi, disegnarle simultaneamente con i due procedimenti, per farne uno studio comparato.

7.5

Conclusioni relative all’atmosfera solare

Abbiamo gi` a formulato le principali conclusioni che derivano dalle osservazioni ottiche e fotografiche. Possiamo ora farci un’idea esatta dell’atmosfera che avvolge il Sole. 1° Oltre il limite apparente del disco solare, esiste un’atmosfera trasparente, ma che possiede un notevole potere di assorbimento in grado di fermare una parte dei raggi solari. 2° Questa atmosfera non ha dappertutto la stessa altezza; essa raggiunge il suo massimo all’equatore e nella regione delle macchie; diviene minima ai poli. 87


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