› ECONOMIA CIRCOLARE E ARCHITETTURA
La terra cruda è un materiale molto più semplice della pietra ma che incorpora, insieme a un principio di contatto con la Terra, il tempo geologico di formazione del materiale e la grande quantità di lavoro necessaria per la costruzione. Dato che incorpora in modo tangibile grande energia, credo che l’utilizzo di questo materiale sia ricco di implicazioni artistiche ed estetiche. Come descrive la sua esperienza di progettista e costruttore? Con il cimitero a Batschuns ho avuto la piena consapevolezza del potenziale simbolico-evocativo della terra cruda. In particolare, la costruzione posta all’ingresso del cimitero è una camera con pareti in terra cruda che dà l’idea di entrare in una cavità del terreno. Credo che la combinazione del materiale con uno spazio di questo tipo abbia implicazioni simboliche molto forti e molto dirette. Percepirle, come del resto percepire il concetto di small circle non avviene a livello razionale ma, di solito e con grande forza, a livello emotivo. La terra cruda è un prodotto dell’erosione, e l’erosione è l’elemento fondamentale che ha disegnato la superficie del pianeta e i luoghi in cui viviamo che, in un certo senso, sono un’enorme scultura. La terra è fatta di sabbia, argilla, rocce e fango ed è il risultato di una mutazione continua. L’erosione è la forza che segna il mutamento, e attraverso la terra è percettibile a livello emozionale. Anche i cittadini di Batschuns, inizialmente scettici circa l’impiego di questo materiale non convenzionale, si sono infine identificati profondamente con l’opera. Louis Kahn diceva che anche in un materiale risiede una vocazione implicita. È un discorso che vale anche per la terra? Dal mio punto di vista è fondamentale avere l’opportunità di applicare o riscoprire tecniche di costruzione, anche perché queste sono profondamente riferite al contesto sociale, economico, e culturale. Lo scenario cambia molto in base al contesto, ai mezzi di produzione, all’economia. Duecento anni fa, prima dell’era industriale, costruire in terra cruda era comune a tutte le regioni d’Europa, con realizzazioni di un alto livello qualitativo. Con l’industrializzazione tutto è cambiato, è iniziato l’inurbamento della popolazione, si sono perse le conoscenze del passato e, mentre si investiva nello sviluppo industriale di semilavorati che viaggiavano su strade e ferrovie, si smarriva il contatto con la terra. Alla fine, se le tecnologie industriali, come acciaio o cemento, si sono ampiamente sviluppate, non c’è più stato alcuno sviluppo nelle tecnologie pre-industriali che – rimaste a povera gente che costruiva come poteva edifici spesso ai limiti dell’abitabilità – hanno finito per dequalificarsi completa[ 28 ]
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Herzog & De Meuron, Ricola Krautenzentrum, Laufen Il nuovo Centro Erbe Ricola, nei pressi dello stabilimento di Laufen in Svizzera, progettato da Herzog & De Meuron con la consulenza di Martin Rauch, si caratterizza per la massiccia facciata in terra battuta. Lunga 100 m, alta 11; la facciata si compone di 670 elementi prefabbricati di terra battuta, del peso variabile da 4 a 6 tonnellate. I materiali per la costruzione provengono dal sito estrattivo di Laufen, limitrofi al nuovo edificio. La sostenibilità del Centro Ricola è data dal riscaldamento ecocompatibile e dalla facciata in argilla pressata, materiale che favorisce l’equilibrio tra calore e umidità. Degne di nota le finestre circolari di 6 m di diametro (foto Markus Bühler-Rasom, Zurich, ©Ricola Ag, Laufen).
mente. Oggi, se nei Paesi in via di sviluppo la terra cruda è un materiale economico e alla portata di tutti, credo che il suo impiego in Europa – dato il costo del lavoro (e costruire in terra cruda richiede molto lavoro) – sia un’applicazione di “alta gamma”, il cui valore va arricchito da un’elevata qualità architettonica ed estetica. È senz’altro necessario trovare un percorso moderno per la costruzione e lo sviluppo di tecniche per
l’utilizzo di terra cruda nelle costruzioni. Da cosa è partito il suo interesse per le costruzioni in terra cruda, considerando anche che la sua ricerca parte dalle Alpi austriache dove questa tecnica non fa certo parte della tradizione locale? Ho iniziato a studiare la creta come scultore, e ad approfondirne progressivamente le qualità tecnologiche e strutturali, in particolare tutti i processi e le lavorazioni che