Raffaele Merone | Portfolio Architecture & Engineering

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PASSION

TIME

WORK DESIGN ARCHITECTURE E N G I N E E R I N G

P O RT F O L I O

Raffaele Merone Via Torregaveta 110 Bacoli (NA) 80070, Italia



RAF FAELE M ERO N E

Curriculum Vitae | 2020

CONOSCENZE LINGUISTICHE Italiano - Madrelingua. Inglese - Livello B1 scritto e parlato.

CONOSCENZE INFORMATICHE Modellazione e programmazione tour virtuali interattivi - Unreal Engine Fotomodellazione e fotogrammetria - Agisoft Metashape, Cloud Compare, Recap Modellazione tridimensionale e parametrica - Autocad 3D, Rhinoceros + Grasshopper. Modellazione BIM - Revit Architecture Disegno tecnico vettoriale - Autocad Grafica - Adobe Photoshop, Adobe InDesign, Adobe Illustrator Elaborazione testi e fogli elettronici - MS Office (Word, Excel, Power Point, Project).

ESPERIENZE PROFESSIONALI Febbraio - Marzo 2020 Università degli Studi di Napoli Federico II Tirocinio Elaborazione dei dati di acquisizione di campagna e gestione dei modelli 3D finalizzati alla creazione di un sistema conoscitivo del caso campione individuato per lo sviluppo dell’elaborato di tesi

DATI ANAGRAFICI Nato a Napoli, Italia, 30/11/1994 Residente in Via Torregaveta 110, 80070, Bacoli (NA) Tel: +39 3318568190 Mail: raffaele_merone@libero.it

ISTRUZIONE E FORMAZIONE Settembre 2013 - Luglio 2020 Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Ingegneria Edile-Architettura: 110/110 e Lode con menzione speciale della commissione. Università degli Studi di Napoli Federico II, Scuola Politecnica e delle Scienze di Base, Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale.

Dicembre 2018 Coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione dei lavori. (D. Lgs. 81/2008 e s.m.i.) Centro Formazione e Sicurezza (NA) presso Università degli Studi di Napoli Federico II.

Settembre 2008 - Luglio 2013 Diploma di Maturità Scientifica: - 87 /100 I.S.I.S. Istituto Superioe Industriale Statale, Quarto (NA).

CAPACITÀ RELAZIONALI E LAVORATIVE Capacità di gestione di situazioni di stress Flessibilità Coordinazione dei gruppi di lavoro Capacità di problem solving Forte senso del dovere ed etica del lavoro Capacità di comunicazione

Luglio 2019 Enereco S.p.a. Supporto progettazione e disegno tecnico Preparazione elaborati per la partecipazione a gare d’appalto. Marzo - Aprile 2017 Università degli Studi di Napoli Federico II Collaborazione al progetto di ricerca Rilievo scanner 3D e progetto di fruizione e conoscenza del complesso archeologico delle “Terme di Via Terracina” Aprile 2016 Università degli Studi di Napoli Federico II Università degli Studi di Salerno Tutor nell’ambito del Workshop “Fermarsi a Disegnare”

CONCORSI Luglio 2020 “Piscina Mirabilis - An Art Making Device” - Gruppo di Lavoro Concorso di Idee “ReUse The Roman Ruin”, Reuse Italy Dicembre 2019 Terzo Classificato - “Bauli 1919|2019” Rebranding del Comune di Bacoli in occasione del centenario amministrativo Aprile 2018 Primo Classificato - “Mater Matera” - Gruppo di lavoro Concorso di idee “Matera city of culture, a Museum for the ancient city”, Instaura Novembre 2016 Primo Classificato - “SECONDigliano CHANCE” - Gruppo di lavoro Referendum Online di Urban-Promogiovani8.


“CHE COS'È UN ARCHITETTO? Questa è la domanda più difficile. È uno strano mestiere, in cui si mescolano arte e scienza. Cosa voglia dire questo è difficile spiegarlo se non si entra nel dettaglio: se si segue la nascita di un progetto, ci si accorge che, oltre all’arte e alla scienza, ci sono molti altri elementi che concorrono alla sua realizzazione, perchè in fondo fare l’architetto significa costruire, manipolare la materia. Se così si può dire, l’architettura è la più contaminata tra le arti, sia in positivo sia in negativo: è contaminata dalla vita, dal denaro, come è ben noto, dagli aspetti tecnologici, pratici, organizzativi. Ma è anche contaminata dal dialogo con la gente e dalle sue necessità che, oltre a condizionarla, la alimentano. Ma chi ha detto che un’arte non deve essere condizionata? Al

contrario,

sono

assolutamente

convinto

che

i

condizionamenti, che poi sono la regolatezza di cui si parla questa sera, siano i benvenuti: solo gli sciocchi credono che per essere creativi si debba essere liberi, mentre in realtà occorre essere disciplinati, muoversi in un gioco di regole strette, per poi divertirsi ogni tanto a sovvertirle. Quella dell’architetto, quindi è una figura piuttosto complessa che deve fare una sintesi, e questa sintesi è certamente opera d’arte, nel senso nobile della parola, ma anche qualcosa di assolutamente normale: è il prodotto di una fusione tra pensiero e azione.”

Renzo Piano, La responsabilità dell’architetto, 2014


INDICE RILIEVO E MODELLAZIONE MATERIALE PER LA FRUIZIONE E LA CONOSCENZA IMMATERIALE.

IL CASO DELLA PISCINA MIRABILIS

Tesi di Laurea Magistrale in Ingegneria Edile - Architettura

01

COMPLESSO UNIVERSITARIO PROGETTO COPERTURA E ADEGUAMENTO CAMPO SPORTIVO Progetto nell’ambito del corso di Architettura Tecnica III

02

VILLA TORTORA BRAYDA PROGETTO DI RESTAURO Progetto nell’ambito del corso di Restauro Architettonico

03

WOOD LIBRARY PROGETTO BIBLIOTECA E AUDITORIUM Progetto nell’ambito del Corso di Architettura e Composizione Architettonica III

04

MATER MATERA MUSEO DI ARTE CONTEMPORANEA Primo classificato al concorso di idee “Matera city of culture, a Museum for the ancient city”

05

DALLA MATITA ALLA FOTOGRAFIA MEMORIE DI ARCHITETTURA E DI SPAZIO VISSUTO

06


RILIEVO E MODELLAZIONE MATERIALE PER LA FRUIZIONE E LA CONOSCENZA IMMATERIALE.

IL CASO DELLA PISCINA MIRABILIS. PA R T N E R S H I P

Tesi di Laurea Magistrale in Ingegneria Edile - Architettura

01

La Tesi ha come oggetto lo studio e la modellazione materiale del più grande serbatoio a destinazione d’uso prevalente militare d’epoca romana, la Piscina Mirabilis. L’obiettivo che ci si pone è quello di progettare un sistema di fruizione e di conoscenza digitale volto alla valorizzazione del sistema acquedottistico augusteo nel suo complesso, focalizzando poi l’attenzione sul serbatoio terminale. A tal fine si è dimostrato necessario studiare e approfondire il funzionamento degli acquedotti romani e nello specifico analizzare nel dettaglio le tracce archeologiche dell’Aqua Augusta Campaniae. In merito a queste ultime, le operazioni di analisi vedranno una prima fase di studio di quello che è lo stato dell’arte sulla conoscenza delle stesse e, una seconda fase che vede l’avanzamento di ipotesi in merito l’eventuale ricostruzione e funzionamento del sistema acquedottistico campano. Tali ipotesi vengono avanzate a valle di analisi multidisciplinari che coinvolgono l’idraulica, l’analisi spaziale, e la modellazione tridimensionale. Essendo l’obiettivo finale della tesi quello di promuovere un sistema di fruizione dei siti all’utenza degli stessi, l’output, vedrà l’interfacciarsi di più tecnologie, quindi più strumenti. Questi ultimi, nello specifico vedranno l’utilizzo di della realtà aumentata per la fruizione delle tracce del sistema acquedottistico, mentre per il serbatoio terminale, Piscina Mirabilis, la volontà iniziale, che è poi stata raggiunta, è quella di creare un prototipo di più attraente fruizione, esso ha quindi un altro approccio, quello dei serious game, quindi un gioco che va a simulare il funzionamento dell’infrastruttura romana, con possibilità di fruizione in realtà virtuale sia immersiva che parzialmente immersiva. La scelta di utilizzare tali strumenti è dettata dalla volontà di proporre strumenti complementari alle visite in situ dei siti archeologiche che, talvolta quando gli strumenti di comunicazione e di fruizione sono obsoleti o addirittura assenti, si dimostrano come esperienze fini a se stesse.



#P I S C I N A M I R A B I L I S

| Fruizione e conoscenza immateriale L’obiettivo dello strumento che vuole realizzarsi è quello di fornire all’utente un processo di discretizzazione degli elementi costruttivi e tecnologici dell’infrastruttura romana. Il fruitore ha la possibilità di esplorare il modello, visualizzarne gli elementi e, quindi, prenderne consapevolezza e ha la possibilità di interrogare richiedendo, e non ricevendo passivamente, ulteriori informazioni a riguardo. Talvolta, utilizzare tali tecnologie molto avanzate può portare l’utente a confondere la visita virtuale con quella fisica, in situ, dove quest’ultima, permane chiaramente insostituibile. Per evitare che ciò avvenga deve essere, pertanto, studiata un’appropriata rappresentazione, quindi un adeguato linguaggio di comunicazione. A tal proposito, si prendono come riferimento le opere di Edoardo Tresoldi, il quale realizza fisicamente sculture/architetture al fine di ricostruire la forma, perduta, dell’architettura, ormai divenuta rovina. Le opere di Tresoldi sono focalizzate su siti archeologici in cui allo stato di abbandono segue un nuovo stato di assenza di materia. Piscina Mirabilis non ha fortunatamente raggiunto un nuovo stato di assenza di materia; esso ha vissuto e continua a vivere lo stato fisico della rovina, è dunque fruibile nella sua essenza. Tuttavia, il fruitore difficilmente riesce a cogliere tale essenza. Essendo lo strumento che si vuole realizzare complementare alla visita, si sceglie di mescolare il linguaggio comunicativo di Tresoldi con la realtà virtuale. Nello specifico si andrebbe a invertire quello che è il concept dell’artista, ossia si decide di privare il modello digitale della sua materialità, il visitatore visualizzerà e interagirà solo con la forma, con i volumi, con la geometria della Piscina Mirabilis, in quanto questa è ancora fruibile fisicamente. Atteggiamento diverso sarà, invece, rivolto all’effettiva materia assente del serbatoio, l’acqua, che sarà rappresentata materialmente.La sintesi della visita digitale con quella fisica, in questo modo, consente una lettura sistemica e completa della rovina.

#Workflow Strumentale


#Vista Serious Game - Serbatoio in condizione di regime

#Vista Serious Game - Simulazione sollevamento acqua stoccata


#P I S C I N A M I R A B I L I S | Interferenze materiali/immateriali

“Soltanto la sera, quando i rumori del traffico e i richiami degli ambulanti finalmente si acquietavano, era possibile udire il cupo rombo sotterraneo dell’acqua che cadeva. E per apprezzare appieno la maestosità del bacino bisognava inoltrarsi nel cortile, aprire la stretta porticina di legno e scendere alcuni scalini. Il soffitto a volta era sostenuto da quarantotto colonne, ciascuna alta più di quindici metri, gran parte dei quali, però immersi nell’acqua. L’eco dell’acqua si riversava nell’interno era comunque tale da far rabbrividire. L’ingegnere era capace di starsene lì per ore, immerso nei suoi pensieri. La percussione della gettata non era per le sue orecchie una specie di ruggito continuo e noioso, ma aveva il suono di un gigantesco organo idraulico: rappresentava cioé la musica della civiltà” Robert Harris, Pompei 79 d.C. Venti ore alla Catastrofe, p. 25-26 (2003), Mondadori



#A Q U A A U G U S TA C A M PA N I A E | I Campi Flegrei

“Pietro Fabris, Veduta del Golfo di Pozzuoli, 1768”

“William Turner, Lake Avernus: Aenas and the Cumaen Sybil, 1814

L’Aqua Augusta Campaniae costituisce una grande opera antica le cui sorgenti, situate fra le montagne dell’Appennino, sono tuttora utilizzate per l’approvvigionamento idrico della città di Napoli. Lo scopo principale dell’antico acquedotto era di rifornire l’area flegrea, con il porto mercantile di Pozzuoli, il porto militare della Flotta del Tirreno, posto dapprima all’Averno ed al Lucrino e successivamente a Miseno, i numerosi stabilimenti termali e le ville nobiliari. Lo sviluppo dell’asse principale era di 105 km, e di almeno 135 km con le diramazioni; ciò lo rendeva il più lungo acquedotto romano dell’epoca e l’unico a servire numerose città. Per quanto riguarda specificamente il tratto relativo ai Campi Flegrei,a valle della Crypta Neapolitana prevede un tracciato che percorre la conca di Fuorigrotta alla base delle pendici Est e Nord, transita in prossimità di Agnano, per Bagnoli, il M.Olibano, Pozzuoli, costeggia l’Averno da E a N, lascia una diramazione per Cuma, completa il circuito dell’Averno fino al M. delle Ginestre, poi per Lucrino, Baia e i Fondi di Baia raggiunge la Piscina Mirabile, e presumibilmente prosegue fino alla Grotta Dragonara.



COMPLESSO UNIVERSITARIO PROGETTO COPERTURA E ADEGUAMENTO CAMPO SPORTIVO Progetto nell’ambito del corso di Architettura Tecnica III

CONCEPT

Team Work: Raffaele Merone Martina Tomeo Maura Linguiti Raffaella di Donato Antonio Roffo Pietropaolo Annunziata

02

L’intervento nasce dall’esigenza di riqualificare l’area adibita a campi sportivi presente all’interno del complesso universitario di Monte Sant’Angelo dell’Università Federico II di Napoli. Il polo di Monte è una delle strutture universitarie più grandi e articolate dell’Ateneo, la prima della città progettata per essere un vero campus, nel quale vivere l’università a tempo pieno. L’area dei campi sportivi, realizzata sulla base del progetto originario negli anni ’90, si trova a Ovest del campus nell’edificio 8. In particolare vi sono un campo da basket, posto al di sopra dell’ “Aula Quadrifoglio” che può ospitare fino a 800 studenti, e un’area gioco al cui piano inferiore è stato realizzato un blocco spogliatoio. Tra le problematiche riscontrate in seguito ai numerosi sopralluoghi è possibile segnalare l’assenza di un blocco destinato all’accoglienza, mancanza di isolamento acustico e carenza di servizi destinati a rendere il polo sportivo fruibile dal collettivo studentesco. Altro problema signifativo è la mancata regimentazione delle acque meteoriche. Il progetto è quindi volto in primis alla realizzazione di una nuova copertura. Il concept progettuale nasce da esigenze funzionali, tecnologiche e formali. La copertura e la sua forma tendenziosa si presenta come un forte segno architettonico che fa emergere il polo sportivo all’interno del complesso volumetrico caratterizzante il polo universitario, segnodi spazio restituito alla comunità accademica. Le soluzioni tecnologiche prevedono una copertura leggera sospesa tramite tiranti in acciaio su colonne in acciaio e calcestruzzo, la scelta di separare la nuova struttura dalla preesistente è dettata dall’esigenza di non gravare eccessivamente sulle già provate strutture sottostanti. Al fine di rivalutare l’intero complesso si prevede la realizzazione di un nuovo blocco destinato alle attività ricettive e di distribuzione dei flussi, l’adeguamento tecnologico, formale e funzionale degli spogliatoi e del campo sportivo nonchè la realizzazione di nuovi ambienti destinati a locali tecnici e ad altre funzioni legate allo svolgimento di quelle principali.


# C O M P L E S S O U N I V E R S I TA R I O | Architettura | Ingegneria | Tecnologia


VILLA TORTORA BRAYDA PROGETTO DI RESTAURO Progetto nell’ambito del corso di Restauro Architettonico

Team Work: Raffaele Merone Gaia Vioto Chiara Furno Mariarosaria Alaia

03 La residenza, nel suo aspetto e nella sua estensione, è frutto di una secolare stratificazione. L’anno di costruzione della villa si fa risalire agli inizi del 1700. Il primo approccio con l’opera consiste in un accurata ricognizione, ovvero, una valutazione delle sue peculiarità, dei suoi aspetti dimensionali e formali. La conoscenza del fabbricato è un processo di tipo sistemico, in continuo aggiornamento anche con le informazioni provenienti dall’analisi storica che giustificano e motivano lo stato attuale dei luoghi. Le modalità di rilievo geometrica e materica, insieme, portano ad una conoscenza approfondita del manufatto, che pone le basi per la successiva fase di analisi per quanto riguarda l’individuazione dei dissesti e le modalità di intervento. Al fine di comprendere il comportamento statico dell’edificio oggetto di studio e i meccanismi di dissesti che possono innescarsi nella struttura è essenziale andare ad indagare gli interventi precedentemente effettuati e eseguire una profonda analisi del quadro fessurativo e delle tracce di ogni alta problematica attualmente presente. Si è, pertanto, seguito il seguente ordine logico: Lesioni→ Dissesti→ Cause→ Interventi Gli interventi di consolidamento, hanno tutti l’obiettivo di conservare il manufatto, ma soprattutto di conservare il funzionamento strutturale, dove questo sia recuperabile senza dover perdere il bene stesso. Inoltre, al fine di conservare al meglio l’originalità del manufatto sono stati ridotti al minimo interventi di demolizione – ricostruzione o demolizione – sostituzione. In accordo con le moderne teorie del restauro, si è deciso di rifunzionalizzare il manufatto oggetto di studio, al fine di garantirne, tramite l’utilizzazione, la vita. La nuova destinazione d’uso, secondo l’approccio critico al restauro, deve avere una funzione sociale, in modo da aumentarne il plusvalore per la società. Allo stesso tempo, si è cercata una utilizzazione non troppo lontana da quella originaria, al fine di son stravolgere la composizione dell’edificio, quella ludico - ricettiva.


# V I L L A T O R T O R A B R AY D A | Conoscenza | Consolidamento | Restauro


WOOD LIBRARY PROGETTO BIBLIOTECA E AUDITORIUM Progetto nell’ambito del corso di Architettura e Composizione Architettonica III

CONCEPT

Team Work: Raffaele Merone Dante Marranzini

04

L’area in questione è situata nel quartiere di Soccavo in una zona prettamente residenziale. Il lotto è confinato a nord con un’area adibita a mercato rionale, ad ovest con edifici residenziali, a est con edifici adibiti ad attività commerciali, mentre a Sud il lotto da sulla viabilità principale. Malgrado l’area in questione attualmente versa in stato d’abbandono, negli anni duemila essa era adibita all’attività mercatale. Queste informazioni sono state fondamentali ai fini della definizione del concept progettuale. Si vuole attribuire a tale spazio non solo la funzione di biobliteca di quartiere, ma soprattutto quella di luogo aperto e vivibile dalla comunità 24h senza restrizioni di orario. Allo stesso tempo si è scelto di fare che tutto ciò potesse permettere anche il collegamento con l’area mercatale, oggi posta a nord. Altra analisi che è stata affrontata è quella inerente alle tipologie edilizia e alla destinazione d’uso degli edifici circostanti. Da qui l’esigenza di creare degli spazi introversi nei confronti delle residenze, ottenuti mediante il posizionamento di un blocco che occupasse tutta la lunghezza del lotto ma che non richiedesse una grande quantità di aperture verso l’esterno, e le poche realizzate potessero essere localizzate in corrispondenza di locali, le cui attività non siano pregiudicate da problemi di introspezione. Altro tema sviluppato riguarda l’importanza del fronte strada, ciò è dovuto alla conformazione urbanistica dell’area posta a chiusura dell’asse viario, per farlo viene collocato un volume di chiusura dell’asse stesso. L’architettura di questo riprendere le medesime caratteristiche formali degli edifici attigui. Gli altri blocchi invece veranno rivestiti interamente in legno, tema cardine dell’architettura concepita, la scelta deriva dalla tradizione locale, stretamente legata alla produzione e all’artigianato ligneo. La distribuzione funzionale degli spazi è l’operazione conclusiva della fase di analisi sul contesto urbano e sull’ottimizzazione dell’esposizione s solare sulle attività che si svolgeranno all’interno degli ambienti. I tre volumi saraanno separati in alzato ma collegati internamente dal basamento che assolve numerose funzioni, quella di collegamento funzionale, quella di piazza e spazio sociale e infine quella di collegamento tra la viabilità prinicpale e quella secondaria.


# W O O D L I B R A R Y | Architettura | Spazio | ComunitĂ | Tradizione


MATER MATERA MUSEO DI ARTE CONTEMPORANEA PRIMO CLASSIFICATO al concorso di idee “Matera city of culture, a Museum for the ancient city”

Team Work: Raffaele Merone Marco Rossitti Michelangelo Pastore Gaia Vioto Raffaella di Donato

05 Il progetto per il Polo Culturale MATER MATERA (Museo, Arte, Tradizione, Esperienza, Ricordi) vuole abbracciare in chiave contemporanea la matrice compositiva dello scavo, centrale nella tradizione costruttiva materana rupestre come atto di manipolazione della materia, orientato alla conformazione degli spazi domestici. L’intero spazio museale può essere quindi interpretato come il risultato di un’operazione di scavo della massa che, attraverso tagli, solchi e cavità configura uno spazio poroso in cui la dialettica vuoto/pieno trova nella luce zenitale il motivo principale della composizione. Il lavoro sulla massa conforma il progetto sia per quel che riguarda la volumetria esterna, dando luogo ai solchi che conducono alla piazza sopraelevata, che l’interno, dove vengono a configurarsi differenti tipologie di vuoti, dotati di una propria natura compositiva e formale, derivante dalle modalità con cui lo scavo si relaziona con la materia. In questo modo tanto gli spazi interno quanto quelli esterni del museo si configurano come una combinazione di “cavità”, “concavità” e “fori”, che rendono il tema dello scavo un chiaro segno progettuale, senza cadere nella monotonia e nell’ossessività. La “cavità”, ossia l’ idea di spazio prodotto da uno scavo nella massa, senza alcuna relazione con il bordo e lo spazio esterno, emerge con forza nell’auditorium, in cui persino le sedute costituiscono il prodotto della sottrazione, a sottolineare la “totalità” della soluzione progettuale, o ancora nelle sale espositive, dove l’articolazione spaziale delle pareti e delle coperture, nonché i salti di quota, rimandano alla tipologia della “grotta materana”.


# M A T E R M A T E R A | Museo | Arte | Tradizione | Esperienza | Ricordi


DALLA MATITA ALLA FOTOGRAFIA MEMORIE DI ARCHITETTURA E DI SPAZIO VISSUTO

06 “Così come un pensiero può essere trasportato in parole, le idee possono essere rese visibili in un disegno per produrre pensieri visuali ed inoltre stimolare l’immaginazione. Una volta che ciò che è visto o immaginato è reso visibile in un disegno, questa immagine prende vita essa stessa e comunica graficamente”. Drawing. A creative process, Jhon Wiley and Sons inc., New Yoek 1990.

“È necessario sentirsi coinvolti in quello che si ritaglia attraverso il mirino (...). Fotografare è riconoscere nello stesso istante e in una frazione di secondo un fatto e l’organizzazione rigorosa delle forme percepite visualmente che esprimono e significano quel fatto. È mettere sulla stessa linea di mira la testa, l’occhio e il cuore. È un modo di vivere....” Henri Cartier-Bresson.







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