Ragazza di vento - Estratto

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– Tanto parlerai! Nessuno mi resiste – minaccia, sventolando davanti al mio naso l’indice carico di anelli fino all’unghia smaltata di nero. – Ci credo: strazi – mi scappa detto. Lei ride: le piace esagerare. Invece a me trattenermi. Alle nostre spalle, c’è l’Istituto Byron, incolore e severo; un contenitore più vuoto di quelli della raccolta differenziata che in città stenta. Il portone viene chiuso con un colpo secco, i ragazzi riempiono ogni spazio della piazza. Sobbalzo per il colpo e noto sopra di me un luccichio rotondo, forse pulviscolo di luce. – Piazza Martiri della Libertà… – mormoro. – Già; qui, libertà zero, ma i martiri ci sono eccome… Osserviamo le file di studenti che si accalcano nella speranza di conquistare un posto sull’unico autobus. Altri si fanno recuperare controvoglia da genitori dalle facce buie. Gli adulti sono più spenti dei figli, più di una centrale elettrica in black-out. Ma il mondo è tutto così? È tutto qui? Ho la gola allacciata e pensieri che raschiano. Li ingoio come le parole e le emozioni. Hanno sapori amari: di caffè, rape, cicoria, tè verde. 8


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