Il lettore di pensieri

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Dove scopro che sono un eroe

B

– uongiorno, signorino! – mi dice l’infermiera per svegliarmi, mentre mi infila un termometro in un orecchio. Per un attimo ho creduto che fosse la stessa di ieri sera, invece è un’altra, ma devono essersi passate la voce. Si sveglia anche mia madre e chiede cosa succederà oggi. Come se non fosse già successo abbastanza ieri. Cosa vuole, un colpo di scena al giorno? L’infermiera le spiega che i dottori vogliono ripetere alcuni esami, ma che domani sarò dimesso. Sempre che vada tutto bene. Odio quando parlano di me come se non ci fossi, come se quello che accade non mi riguardasse. Mi fanno di nuovo la Tac, cioè mi infilano in un tubo e mi ordinano di stare immobile, trattenere il respiro e poi respirare di nuovo, aprire e chiudere gli occhi, cosa che mi fa sentire un perfetto imbecille. Poi mi portano in un ambulatorio, dove mi tempestano di domande su come mi sento, se ho vomito, mal di testa, nausea o capogiri. Niente 14


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