Il Segreto delle ombre

Page 1

BLU
Serie
Gabriella Pirola

Editor: Patrizia Ceccarelli

Coordinamento redazionale: Emanuele Ramini

Autrice: Gabriella Pirola

Illustratrice: Alessia Trunfio

Approfondimenti e schede didattiche: Gabriella Pirola

Coordinamento grafico: Mauro Aquilanti

Team grafico: Raffaella De Luca

I Edizione 2023

Ristampa 7 6 5 4 3 2 1 0 2029 2028 2027 2026 2025 2024 2023

Tutti i diritti sono riservati

© 2023

Raffaello Libri S.p.A. Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN)

www.ilmulinoavento.it www.daileggiamo.it

Printed in Italy

È assolutamente vietata la riproduzione totale o parziale di questo libro senza il permesso scritto dei titolari del copyright.

L’Editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti.

www.facebook.com/GRUPPORAFFAELLO

Gabriella Pirola

Illustrazioni di Alessia Trunfio

A Fil, Jack, Adele e a tutti i bambini che ho accompagnato lungo le vie delle fiabe

Qualcosa non quadra...

Da qualche notte, Lucia si svegliava con la strana sensazione che nella sua stanza ci fosse qualcuno. Si metteva a sedere sul letto, col cuore che batteva un po’ più del solito, stringeva la sua bambola per farsi coraggio e si guardava intorno, nella penombra. Tutto era immobile, silenzioso; la casa intera sembrava addormentata.

Eppure, quella notte qualcuno aveva riso. Lucia ci avrebbe giurato. Una risatina leggera e soffocata…

Un sogno?

Una volta la mamma le aveva detto che certi sogni non amano restare nel mondo dei sogni; hanno una voglia matta di intrufolarsi nella realtà e ne inventano di tutti i colori: ci sussurrano all’orecchio le loro parole per una notte intera ed entrano nei nostri pensieri così da non farsi dimenticare; oppure tornano, notte dopo notte, come un compagno di giochi, e sono contenti quando li riconosciamo.

5

Altri sogni, invece, si affacciano alla nostra fantasia in pieno giorno, in modo tanto prepotente da sembrare veri.

Lucia credeva alle parole della mamma: spesso le era capitato di sognare anche durante il giorno, mentre giocava da sola nella sua cameretta o guardava le nuvole che si rincorrevano nel cielo. I pensieri diventavano leggeri e si trasformavano in storie fantastiche, le orecchie smettevano di sentire i suoni esterni e gli occhi restavano incantati.

Di notte, però, era ancora meglio: i sogni diventavano più vivi, assomigliavano a dei film, e a Lucia piaceva molto incontrare i suoi preferiti. C’era per esempio il sogno dell’altalena, un’altalena diversa da quella dei giardinetti, sempre occupata da bambini che non le permettevano mai di salire o che la facevano scendere dopo pochi istanti, quando ancora non si era spinta abbastanza lontano da terra. L’altalena del sogno sembrava fatta di niente, non poggiava su un prato, ma era sospesa nell’aria, era sempre libera e la faceva volare in alto, più in alto, leggera e felice.

Poi c’era il sogno dei gatti, che Lucia amava in modo speciale: in quelle notti magiche nasceva una gran quantità di micetti morbidi e pelosi, teneri batuffoli che si accoccolavano tra le sue braccia per farsi accarezzare o che si strofinavano facendo le fusa.

6

È vero, a volte c’erano anche i sogni bui, di boschi fitti, di occhi nascosti, di streghe che aspettano bambini smarriti… Che brividi in quelle notti! Che risvegli improvvisi, col cuore in gola! E che corse a piedi nudi verso la stanza di mamma e papà!

Per fortuna nel lettone non c’era posto per gli incubi, soffiati via dalle parole, dal respiro e dall’odore buono della mamma. Lucia si rannicchiava vicino a lei e si sentiva al sicuro da tutti gli orchi del mondo.

Quella notte, però, non era stato un brutto sogno a svegliarla. Nessuna strega era apparsa per divorarla, nessun mostro era uscito all’improvviso da un cespuglio, nessun lupo l’aveva inseguita ululando. Semplicemente, Lucia aveva sentito una risatina sommessa, una risatina che le era parsa proprio vera.

Anche la notte prima, a pensarci bene, c’era stato qualcosa di indefinibile, come un tocco leggero, una carezza impalpabile, un movimento delicato…

Lucia accese la lampada sul comodino. Strano: le pareva di aver appoggiato una caramella vicino alla sveglia la sera prima, ma non c’era nessuna caramella.

“L’avrò dimenticata in cucina, oppure me la sarò mangiata” pensò. Le rimase però dentro il dubbio.

Spense la luce, si rimise sotto le coperte e si addormentò. Nessun sogno amico arrivò a trovarla.

7

La mattina dopo, il sole entrò allegro dalle fessure della tapparella.

Lucia sbatté gli occhi e sbadigliò stiracchiandosi.

La mamma preparava già la colazione e il papà, come al solito, era in ritardo e non trovava qualcosa.

– Dove sarà finita la mia cravatta? – brontolava.

È sullo schienale della poltrona, come sempre, ma devi averci appoggiato sopra la coperta ieri sera. Ecco, tieni – rispose la mamma con dolcezza.

Lucia corse giù per le scale. Il papà la prese in braccio al volo, le diede un bacetto pungendole un po’ il viso con la sua guancia ruvida e scappò in ufficio. – Buona giornata! – gli augurarono insieme lei e la mamma mentre il papà salutava con la mano e saliva in macchina.

Tornarono in cucina.

Sul tavolo era già pronta una tazza di latte. Lucia cominciò a spezzettarci dentro i biscotti.

La mamma la guardò. Di solito Lucia infilava la mano nella scatola di latta, osservava ogni biscotto, sceglieva quelli a forma di stella e li faceva scivolare lungo il manico del cucchiaio fin nella tazza, senza mai smettere di chiacchierare. Quel mattino invece se ne stava lì tutta seria e silenziosa.

– Come siamo pensierose, stamattina!

Lucia alzò lo sguardo.

8

– Non ho dormito tanto bene – borbottò.

– Brutti sogni?

– No, strani rumori.

– Avrai sentito papà che russava o Macchianera che rincorreva un topino in cortile.

Lucia alzò le spalle.

– Forse – disse, e si sforzò di non pensare più ai rumori notturni.

Mentre la mamma sciacquava le tazze, Lucia si asciugò con la manica i baffi di latte agli angoli della bocca, poi si alzò e si diresse verso il bagno.

Arrivata davanti al lavandino, allungò la mano per prendere lo spazzolino da denti e… per poco non rimase stecchita dallo spavento! Guardò con la massima attenzione, ma allo specchio c’era la solita immagine della bambina che Lucia ben conosceva, con i capelli biondi, ricci e scompigliati e qualche traccia di latte sulle labbra.

Avvicinò il viso allo specchio finché il suo fiato non appannò la superficie lucida: non c’erano dubbi, era proprio lei.

Ma allora perché poco prima le era sembrato di vedere un’altra faccia riflessa nello specchio, la faccia di una bambina che le somigliava molto, ma aveva capelli e occhi scuri?

– Mi sa che guardo troppa televisione! – sbuffò.

9

Si toccò la fronte, la sentì fresca.

– Boh, non mi sembra di avere la febbre. Forse ha ragione la mamma quando dice che ho molta immaginazione.

Finì di lavarsi i denti e la faccia, sbirciando ogni tanto nello specchio, all’improvviso, come per sorprendere eventuali intrusi. Non vedendo niente di strano, decise di andare a vestirsi.

Non le riuscì di trovare il nastro rosso con cui si raccoglieva i capelli, così scese in cucina, prese un elastico e si legò i riccioli in un codino.

– Ciao mami! Io vado. Sì, l’ho presa la merenda… e anche la felpa, se dovessi avere freddo…

Chissà poi perché avrebbe dovuto sentire freddo, in quella bella giornata di fine giugno! Ma ogni tanto le mamme ansiose vanno accontentate, per rassicurarle e non farle stare in pena.

Il pulmino del Comune le sfrecciò davanti mentre usciva di casa.

– Accidenti! – brontolò la bambina, – anche oggi Annibale è in anticipo. E così me la dovrò fare a piedi.

Imbronciata, si sistemò lo zainetto sulle spalle e si incamminò.

Era mercoledì, giorno di piscina. L’incontro era previsto presso il Centro Sportivo, che si trovava proprio dietro al boschetto.

11

Per far prima, Lucia decise di attraversarlo seguendo un sentierino sterrato tra i cespugli. Canticchiava a bassa voce e saltellava contenta quando, a un tratto, le parve di sentire uno scricchiolio, come di un ramo spezzato.

Lucia si girò, ma il sentiero era completamente vuoto. Con un’alzata di spalle tornò a camminare, poi si fermò raggelata: non c’erano dubbi, qualcuno alle sue spalle stava soffocando una risatina.

Vieni fuori, brutta antipatica, lo so che sei nascosta dietro i cespugli! – urlò con quanto fiato aveva in gola. – Non mi fai paura! – gridò agitando i pugni chiusi in direzione del verde.

Ma nulla si mosse tra le foglie.

Lucia attese solo un momento, poi si girò di scatto e … corse via come il vento fino alla cancellata rossa dove il gruppo dei compagni si stava già radunando.

– Ciao Lucia! – la salutò Martino.

Ciao! Ciao! – fecero gli altri.

Ehi, ma come sei rossa! Hai corso?

Lucia faticò a riprendere fiato, lanciò un’occhiata al boschetto che si era lasciata alle spalle e sentì un brivido, ma davanti ai suoi amici non voleva passare per una fifona, perciò si sforzò di sorridere ed esclamò:

– Non volevo perdermi neppure un tuffo! Forza, entriamo!

12

GabriellaPirola Ilsegretodelleombre

ISBN978-88-472-4081-0

Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d).

copia di SAGGIO-CAMPIONE, GRATUITO, fuori commercio.

Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte è da considerarsi

E se un giorno la tua ombra prendesse vita e ti proponesse un viaggio affascinante?

È ciò che accade a Lucia, che sarà accompagnata da Ombretta in un mondo misterioso, popolato da strane creature: l’Orco del Pozzo, che ruba i sogni degli altri, la Donna-Ragno, che imprigiona nella sua tela chi soffre talmente tanto da aver perso il piacere di vivere, il Guardiano del Monte, la Bimba-Serpente e il Vulcano Rabbioso. Un romanzo fantasy sulle emozioni umane.

Gabriella Pirola vive a Monza. Ha sempre detto che da grande avrebbe fatto la cantastorie e pare abbia già cominciato…

Consigliato a partire dai 9 anni

Il libro continua online su daileggiamo.it

€ 8,50

Serie BLU
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.