Il Mago di Oz - ESTRATTO

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I CLASSICI

I CLA

Lyman Frank Baum

Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE,­GRATUITO, fuori commercio. Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d).

Lo Spaventapasseri, il Taglialegna di Latta, il Leone Codardo e infine il Mago di Oz sono personaggi particolari. Insieme a essi la piccola Dorothy si trova involontariamente immersa in avventure da sogno, in ambienti meravigliosi e fuori dal comune. Dorothy lotta, giorno dopo giorno, contro nemici imprevedibili e riesce a superare, grazie all’aiuto dei suoi singolari amici e di Streghe benefiche, difficoltà che a prima vista sembrano insormontabili. Una fiaba senza tempo, un libro che non può mancare nella biblioteca di ogni ragazzo.

Il libro è dotato di approfondimenti online su www.raffaellodigitale.it

E 7,50

Il Mago di Oz

Lyman Frank Baum è uno scrittore americano nato nel 1856 e morto nel 1919. È stato giornalista e ha pubblicato numerosi racconti per ragazzi. “Il Mago di Oz”, il suo capolavoro, oggi è noto in tutto il mondo.

I CLASSICI

Lyman Frank Baum

Il Mago di Oz Una fiaba senza tempo, l’importanza della fantasia



IL MULINO A VENTO

IL MULINO A VENTO Per volare con la fantasia

IL MULINO A VENTO

IL MULINO A VENTO Collana di narrativa per ragazzi


Editor: Paola Valente Redazione: Emanuele Ramini Approfondimenti e schede didattiche: Giovanna Marchegiani Ufficio stampa: Salvatore Passaretta Team grafico: Letizia Favillo 1a Edizione 2007 Ristampa 7 6 5 4 3 2

2019 2018 2017 2016 2015 2014 2013

Tutti i diritti sono riservati © 2007 Raffaello Libri Srl Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.raffaelloeditrice.it www.grupporaffaello.it e-mail: info@ilmulinoavento.it http://www.ilmulinoavento.it Printed in Italy

www.facebook.com/RaffaelloEditrice

È assolutamente vietata la riproduzione totale o parziale di ­questo libro senza il permesso scritto dei titolari del copyright.


Lyman Frank Baum

Il Mago di Oz

Traduzione e adattamento di

Emanuela Tarascio Illustrazioni di

Sonia Cattaneo



Il ciclone D orothy viveva al centro delle grandi praterie del Kansas con lo zio Henry, che possedeva una fattoria, e la zia Em, sua moglie. La loro casa era piccola perché si era dovuto trasportare da una grande distanza il legno necessario per costruirla. C’erano quattro pareti, un pavimento e un tetto che formavano una stanza; questa stanza conteneva una stufa arrugginita, una credenza per i piatti, un tavolo, tre o quattro sedie ed i letti. Lo zio Henry e la zia Em avevano un gran letto in un angolo e Dorothy un lettino nel lato opposto. Non c’era alcun solaio e neanche una cantina, a parte un piccolo buco scavato nel terreno, chiamato “cantina per cicloni”, dove la famiglia poteva rifugiarsi se si fosse scatenato uno di quei potenti uragani capace di distruggere qualunque edificio sul suo cammino. Lo si poteva raggiungere attraverso una botola in mezzo al pavimento, da cui partiva una scala che conduceva al piccolo e buio rifugio.

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Dorothy, stando in piedi sulla porta e guardandosi intorno, poteva vedere soltanto la grande e grigia prateria, nient’altro. Né un albero, né una casa rompevano l’ampia distesa della pianura che si incontrava col cielo in ogni direzione. Il sole aveva bruciato la terra arata, facendola diventare una massa grigia e screpolata. Neppure l’erba era verde, perché il sole aveva bruciato le punte dei lunghi steli fino a renderli dello stesso colore grigio che si vedeva ovunque. Una volta la casa era stata dipinta, ma il sole aveva staccato la vernice e la pioggia l’aveva lavata via, così ora la casa era grigia e smorta come tutto quanto il resto. Quando la zia Em si era trasferita nel Kansas, era giovane e graziosa. Ma il sole e il vento avevano cambiato anche lei. Avevano spento la luminosità dei suoi occhi e scolorito guance e labbra, diventate grigie anch’esse. Era magra e smunta e non sorrideva più, ora. Quando Dorothy, che era un’orfana, andò a vivere nella fattoria, la zia Em rimase così colpita dalla risata spontanea della ragazzina da gridare felice e premersi la mano sul cuore ogni volta che l’allegra voce di Dorothy raggiungeva le sue orecchie. Anche adesso continuava a guardarla, sempre meravigliandosi che la ragazzina trovasse

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qualcosa di cui ridere. Lo zio Henry non rideva mai. Lavorava sodo dalla mattina alla sera e non conosceva la gioia. Anche lui grigio, dalla lunga barba ai rozzi stivali, aveva un’aria severa e solenne e parlava raramente. Chi faceva ridere Dorothy era Totò, un cagnolino nero dal lungo pelo di seta e due occhietti neri che sprizzavano allegria ai lati del suo buffo nasino. Totò giocava in continuazione; Dorothy si divertiva con lui e gli voleva molto bene. Quel giorno però non stavano giocando. Dal lontano nord si sentiva il sordo ululato del vento e Dorothy vedeva l’erba curvarsi e ondeggiare all’arrivo della tempesta. Lo zio Henry, che stava seduto sulla soglia della porta, si alzò improvvisamente in piedi. - Sta arrivando un ciclone, Em! - esclamò. - Vado ad occuparmi del bestiame. E corse verso le stalle dov’erano mucche e cavalli. La zia Em si affacciò alla porta. Un’occhiata bastò per capire che il pericolo era vicino. - Presto, Dorothy! - gridò. - Corri in cantina! Totò saltò giù dalle braccia di Dorothy e si nascose sotto il letto. La ragazzina si mise a cercarlo e alla fine lo afferrò. Stava per seguire la zia nel rifugio

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quando, con un grande ululato, il vento scosse la casa così forte che Dorothy perse l’equilibrio e cadde seduta sul pavimento. Allora accadde una cosa strana. La casa girò su se stessa due o tre volte e lentamente si alzò in aria. A Dorothy pareva di andare in mongolfiera. I venti del nord e del sud si erano incontrati dove si trovava la casa e ne fecero il centro esatto del ciclone. La grande pressione la innalzò molto in alto; lì rimase e fu trasportata lontano per miglia e miglia come una piuma. Era molto buio e il vento fischiava orribilmente, ma Dorothy trovò il viaggio assai agevole, poiché le sembrava di essere dondolata dolcemente come un bimbo nella culla. Passarono le ore e Dorothy si sentiva molto sola. Il vento urlava così forte intorno a lei da farla diventare quasi sorda. Dapprima si era chiesta se non sarebbe stata fatta a pezzi quando la casa fosse ricaduta a terra, ma poi strisciò fino al suo lettino e vi si stese; Totò si sdraiò accanto a lei. Nonostante l’oscillare della casa e l’ululare del vento, Dorothy chiuse gli occhi e si addormentò profondamente.

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Lo Spaventapasseri, il Taglialegna di Latta, il Leone Codardo e infine il Mago di Oz sono personaggi particolari. Insieme a essi la piccola Dorothy si trova involontariamente immersa in avventure da sogno, in ambienti meravigliosi e fuori dal comune. Dorothy lotta, giorno dopo giorno, contro nemici imprevedibili e riesce a superare, grazie all’aiuto dei suoi singolari amici e di Streghe benefiche, difficoltà che a prima vista sembrano insormontabili. Una fiaba senza tempo, un libro che non può mancare nella biblioteca di ogni ragazzo.

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