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LA TESSITURA

Già nel Paleolitico, per ripararsi dal freddo, donne e uomini vestivano con le pelli degli animali uccisi. Quando iniziarono ad addomesticare le pecore, però, si accorsero che questi animali potevano offrire loro la lana per fabbricare vestiti. Impararono a tosarle, cioè a tagliare loro il pelo, e a tirare delicatamente con le dita i fiocchi di lana ottenuti. Arrotolandoli attorno al fuso, poi, ottenevano dei lunghi fili che, intrecciati tra loro, creavano una calda pezza di stoffa. Inizialmente questo procedimento veniva fatto a mano, poi si resero conto che serviva un nuovo attrezzo con cui tessere e costruirono i primi telai.

I fili venivano legati alla parte alta del telaio in legno e mantenuti tesi da pesi in argilla. Questi venivano intrecciati con un unico filo posto in orizzontale, che passava sopra e sotto i fili disposti in verticale, grazie all’utilizzo di una spola, cioè un pezzettino di legno che permetteva di muovere meglio il filo. Durante il Neolitico, le persone capirono che potevano realizzare stoffe anche con fibre ricavate da alcune piante, come la canapa, il cotone e il lino.

Dentro LE PAROLE

Fuso: strumento per filare a mano. Scrivi sotto ogni immagine il termine esatto.

Comprendo IL TESTO

Indica con una X solo le frasi vere e correggi le frasi sbagliate sul quaderno.

I popoli del Neolitico non sentivano freddo Le pecore venivano tosate, cioè lavate. Il fuso aiutava a creare il filo per la tessitura. Per muoverlo meglio, il filo era legato alla spola. Le stoffe venivano realizzate solo con la lana.

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