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Giorgio Alleva

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Giuseppe De Rita

Giuseppe De Rita

PREFAZIONE

GIORGIO ALLEVA

Presidente ISTAT

Questo Report rappresenta un passo importante verso lo sviluppo di un approccio completo per l’analisi di una malattia importante come il diabete, la cui prevalenza è destinata a crescere nel tempo, e la cui prevenzione e cura sono strettamente legate agli stili di vita. L’elemento centrale che sostiene questa riflessione è che gli stili di vita non sono solamente il frutto di scelte individuali ma anche il risultato di scelte “collettive”, ovvero del modo in cui i luoghi in cui viviamo sono organizzati. Considerare le diverse dimensioni della qualità della vita nelle città, luogo in cui la maggior parte della popolazione italiana vive e/o lavora, è perciò un’operazione straordinariamente importante che trova particolare ragion d’essere in una realtà vasta e articolata come quella dell’area metropolitana di Roma. Progettare una politica per la città significa in primo luogo prevedere azioni e governance orientate all’incremento della qualità urbana, cioè iniziative che rendano le nostre città posti del “buon vivere”, quindi del vivere sano, sfruttando anche tutte le possibilità offerte dalle nuove tecnologie (si pensi alle cosiddette smart cities). I temi da analizzare sono numerosi, e complesse le relazioni e i nessi causali da individuare. Vi è senz’altro bisogno di modelli interpretativi e strumenti di analisi in grado di tenere conto di tutti gli elementi in gioco e delle loro interazioni dirette e indirette. Tuttavia, la possibilità di produrre evidenze affidabili che possano tradursi in policy adeguate è soprattutto legata alla disponibilità di un’informazione ampia e di qualità sui diversi fenomeni che si vogliono indagare. Così come passa dall’informazione statistica la capacità di monitorare la qualità delle politiche che vengono attuate e le scelte dei cittadini.

L’Istat nello svolgere la sua funzione di documentazione del paese reale nelle sue differenze e nelle sue particolarità è da sempre attento ai diversi aspetti della “questione urbana”, che spaziano dall’analisi delle forme insediative, alle caratteristiche dello sviluppo economico dei territori, agli aspetti ambientali e sociali. L’Istat è impegnato su queste tematiche con una serie di progetti, tra loro interconnessi, per consentire in primo luogo ai cittadini e agli amministratori l’accesso a un ampio set di informazioni statistiche su scala territoriale utile al governo locale dei fenomeni. Desidero sottolineare che la tendenza ad accrescere la responsabilità e l’autonomia delle autorità locali ha contribuito a rendere sempre più importante il nostro compito di descrivere e monitorare le realtà dei comuni, e di produrre informazione statistica capace di raccontare il territorio e rendere partecipi i cittadini dei processi di crescita delle loro comunità. Nel riconoscere la centralità della “questione urbana”, tuttavia, siamo anche consapevoli della necessità di uno sforzo innovativo di misurazione dei territori, dal punto di vista sia del dettaglio territoriale sia della tempestività dell’informazione. Vanno in questa direzione le prospettive di realizzazione del censimento permanente della popolazione; dell’in-

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tegrazione del sistema delle attuali statistiche economiche e demo-sociali con diverse fonti amministrative; di realizzazione del Registro delle unità geografiche e territoriali che incorporerà la geo-referenziazione degli individui, delle famiglie e delle unità economiche, e costituirà un’infrastruttura statistica attraverso la quale “proiettare” il complesso delle informazioni socio-economiche e ambientali sui territori. Le informazioni del territorio potranno essere arricchite con archivi satellite, big data e altre informazioni utili a descrivere il contesto territoriale di riferimento e ad aumentare la tempestività delle informazioni disponibili. Affinché noi possiamo continuare a svolgere il nostro compito per favorire scelte consapevoli di amministratori e cittadini è importante che si instauri un dialogo con tutti i soggetti in grado di esprimere le esigenze conoscitive del territorio e con gli utilizzatori di questi dati. Auspico quindi che questo Rapporto possa continuare a rappresentare un momento di incontro e di sintesi per tutti coloro che intendono contribuire alla conoscenza del diabete e alla lotta contro questa malattia.

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