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Prefazione

La proficua collaborazione tra l’Istat e la IBDO Foundation prosegue anche per questa edizione del Rapporto e costituisce una opportunità per offrire al paese analisi statistiche aggiornate, caratterizzate da elevato valore scientifico e robustezza metodologica, sulla diffusione del diabete nella popolazione. I dati delle indagini campionarie presso le famiglie e dei decessi e cause di morte consentono di approfondire sia gli aspetti epidemiologici della malattia, sia le caratteristiche demografiche, sociali e territoriali delle persone che ne sono affette. L’analisi dei trend permette, inoltre, di misurare quest’anno i primi effetti della crisi pandemica, particolarmente negativi per gli uomini e per i residenti nelle aree del paese più colpite dal virus, che mostrano un’accelerazione nell’aumento della prevalenza di persone affette da diabete e un incremento significativo della mortalità per diabete, dopo anni in cui la tendenza generale era di segno opposto.

Oggi, in Italia, si contano quasi 3,9 milioni di persone che convivono con il diabete, un milione in più rispetto al 2010. Questa patologia si associa spesso ad altre: si stima infatti che oltre l’80% delle persone con diabete devono fare i conti anche con altre malattie croniche, con implicazioni sul sistema sanitario e sul sistema di welfare. Il carico sulle famiglie per soddisfare i bisogni assistenziali delle persone che convivono con la malattia e l’impatto sulla qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari sono molto importanti.

Negli anni della pandemia, la patologia diabetica ha comportato complicanze per molte persone, con un aumento significativo della fragilità degli individui e un aumento del rischio di decesso. Nel primo anno (2020) si sono registrati oltre 97 mila decessi, il 13% del totale, in cui il diabete è presente come causa iniziale o come concausa. L’incremento rispetto al 2010 è stato del 33% e molto significativo (+25%) anche rispetto al 2019. Gli ultimi dati di mortalità per causa, diffusi di recente, testimoniano le notevoli evidenze del legame tra Sars Cov 2 e diabete, rendendo sempre più urgente la messa in campo di interventi per prevenire e contrastare la diffusione della malattia.

La ricchezza informativa delle fonti Istat permette di arricchire le analisi sulle implicazioni della patologia diabetica durante e dopo la pandemia da Covid-19 anche con valutazioni sulle disuguaglianze fra pazienti per titolo di studio e risorse economiche familiari, ricorso ai servizi sanitari ambulatoriali (visite mediche e accertamenti diagnostici) e le rinunce a queste prestazioni, pur in presenza di una necessità. I dati permettono di esplorare le dimensioni della qualità della vita delle persone con diabete, e descrivono i cambiamenti negli anni recenti del giudizio sulla soddisfazione della vita nel suo complesso e su singoli ambiti della quotidianità.

In una prospettiva di aumento dei bisogni di cura espressi da una popolazione che invecchia e al tempo stesso di crescenti vincoli di risorse, la quantificazione dell’impatto sulla salute dei cittadini delle diverse determinanti sociali e della loro interazione attraverso dati e modelli è un’attività cruciale per definire politiche appropriate. In questo quadro, il compito della statistica ufficiale è quello di produrre e diffondere informazioni e analisi che favoriscano i processi decisionali di tutti i soggetti della società, in primis dei decisori pubblici. A sostegno di questa produzione vi è un’intensa attività di ricerca metodologica, per mettere a punto soluzioni che garantiscano la qualità dell’informazione, e di ricerca tematica, per fornire strumenti utili alla comprensione dei fenomeni analizzati.

Ulteriori elementi di conoscenza sul diabete potranno scaturire da nuove fonti informative su cui l’Istat sta investendo. Nel medio periodo sarà possibile disporre di una base dati longitudinale sulle persone che in occasione delle indagini campionarie sulle famiglie hanno dichiarato di soffrire di diabete e, seguendole negli anni successivi alla rilevazione, potremo misurare il rischio di ospedalizzazione e mortalità, corredandolo di molte altre variabili di contesto che permetteranno di comprendere i diversi aspetti multidimensionali della malattia.

In un’ottica di più lungo periodo, il Sistema Integrato dei Registri (SIR) dell’Istat, costituito da registri su indivi- dui, redditi, istruzione e formazione, disabilità, e il Censimento permanente della popolazione che rende possibile costruire indici di vulnerabilità sociale e materiale a livello comunale e sub-comunale, potranno essere interconnessi con le basi dati relative ai flussi sanitari.

L’integrazione di questi dati offrirebbe enormi potenzialità informative, per ricostruire la storia sanitaria dei pazienti diabetici e metterla in relazione con informazioni sociodemografiche ed economiche sulle persone, e comprendere più a fondo cause e aspetti delle diseguaglianze sociali nella salute, per garantire, attraverso politiche mirate, una maggiore equità.

Perché questo accada occorre una governance delle informazioni statistiche, anche in considerazione delle numerose implicazioni etiche derivanti dall’interconnessione di dati individuali, e di un impianto normativo ad hoc per la tutela dei dati personali, che spesso, in questo campo, sono sensibili.

Prefazione

INTERGRUPPO PARLAMENTARE “OBESITÀ, DIABETE E MALATTIE CRONICHE NON TRASMISSIBILI

“Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili”

Ogni anno l’Italian Barometer Diabetes Report fornisce al mondo istituzionale, politico e clinico una importante fotografia dell’impatto del diabete in Italia e nelle Regioni.

Il valore di disporre di questi dati impone, innanzitutto, un ringraziamento a IBDO Foundation, spin off dell’Università di Roma Tor Vergata, e a Istat, unitamente a tutti coloro che contribuiscono alla sua redazione e pubblicazione in qualità di esperti, tra cui i ricercatori di CORESEARCH, di CREA SANITÀ e di BHAVE.

Si tratta di un report che, a livello istituzionale e parlamentare, rappresenta un punto di riferimento per implementare politiche pubbliche efficaci e per elaborare una programmazione adeguata rispetto alla patologia diabetica che ha un alto impatto clinico, sociale, economico e politico-sanitario.

Il faticoso sentiero che ci ha portato a uscire dall’emergenza pandemica globale di questi ultimi anni ci rende tutti maggiormente consapevoli di quanto sia importante prendersi cura delle fragilità e delle vulnerabilità delle persone con diabete e con malattie croniche non trasmissibili e dell’attenzione che dobbiamo prestare al tema delle interconnessioni e interdipendenze a livello planetario.

È oggi necessario affrontare in maniera strutturale un’emergenza di Salute Pubblica, quale è il diabete, dando vita a organismi che siano in grado di coordinare tutti i soggetti e i settori impegnati nell’educazione sanitaria, dal mondo dell’istruzione e dell’alfabetizzazione ai mezzi di comunicazione di massa, organizzando campagne di prevenzione e di sensibilizzazione su tutto il territorio nazionale.

“Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili”

Al tempo stesso, sono da potenziare i centri di diabetologia esistenti, integrandoli all’interno di un’autentica rete di medicina territoriale in grado di curare e di prendersi cura delle persone con diabete nella maniera più efficace attraverso la diagnostica, terapie più innovative, la telemedicina e un accesso territorialmente omogeneo alle cure e ai trattamenti.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci dà, per la prima volta dopo tanto tempo, la possibilità di attuare questo modello e di plasmare un nuovo approccio culturale al tema del diabete, in particolare attraverso gli obiettivi e i traguardi della Missione 6: una gestione più appropriata e attenta ai bisogni della persona con diabete, l’integrazione dell’assistenza specialistica con quella territoriale e il potenziamento delle reti di prossimità.

Il coinvolgimento dei territori e dei decisori locali così come l’implementazione degli strumenti di telemedicina rappresentano elementi chiave che consentiranno una presa in carico più efficace del paziente e, prima ancora, di “prenderci cura” del cittadino, della sua qualità di vita e del suo benessere. Una prossimità che sia in grado altresì di valorizzare in misura crescente la relazione medico-paziente, essenziale per la presa in carico delle persone più fragili e vulnerabili.

Una programmazione adeguata necessiterà di piattaforme interoperabili per garantire accesso e monitoraggio a dati confrontabili, consolidati e corretti, una risorsa imprescindibile per spiegare e governare fenomeni complessi. Nessuna decisione o politica pubblica, a ogni livello decisionale, può essere correttamente agita se non dispone di dati che ne avvalorino le linee di intervento e di azione prioritarie. Per questa ragione innovazione e digitalizzazione rappresentano obiettivi altrettanto chiave per il Servizio Sanitario Nazionale che vogliamo costruire.

Dare impulso e concretezza, attraverso gli strumenti legislativi a nostra disposizione, alle istanze provenienti da tutti i soggetti operanti nel mondo del diabete, in maniera sinergica, al fine di ridurre la prevalenza e i fattori di rischio di questa patologia, è un obiettivo da perseguire oggi con sempre maggior impegno e determinazione.

In questa prima fase di XIX Legislatura la sottoscrizione di un Patto di legislatura ci ha visto e ci vede impegnati, come parlamentari fondatori dell’Intergruppo, al fianco delle Società Scientifiche e delle Associazioni pazienti, nell’identificare le iniziative legislative da porre in essere e portare avanti a sostegno delle persone con diabete.

Presso la Camera dei Deputati

Sono state depositate presso la Camera dei Deputati due proposte di legge: “Disposizioni concernenti la definizione di un programma diagnostico per l’individuazione del diabete tipo 1 e della celiachia nella popolazione pediatrica” (Mulé) e “Disposizioni per la prevenzione e la cura dell’obesità” (Pella). Presso il Senato della Repubblica è stato depositato un disegno di legge “Disposizioni recanti interventi finalizzati all’introduzione dell’esercizio fisico come strumento di prevenzione e terapia all’interno del Servizio Sanitario Nazionale” (Sbrollini). Anche grazie all’attività dell’Intergruppo possiamo affermare che il dibattito parlamentare intorno a questa patologia si stia animando.

Inoltre, abbiamo recentemente voluto estendere, insieme a obesità e diabete, alle malattie croniche non trasmissibili gli ambiti dell’Intergruppo. Un cambiamento che, fin dall’intestazione, intende andare nella direzione di un’azione più incisiva, volta, da un lato, a contestualizzare il diabete e l’obesità all’interno del fenomeno globale delle malattie croniche non trasmissibili e, dall’altro lato, a porre queste ultime, nel loro insieme, al centro dell’azione politica in quanto emergenza prioritaria della società attuale.

infatti, ogni anno, secondo l’OMS, le malattie croniche non trasmissibili sono responsabili del 74 per cento dei decessi a livello globale e milioni di persone, anche nel nostro Paese, vivono con almeno una di queste malattie. La loro insorgenza è legata a fattori di rischio comportamentali (come alimentazione non salutare, uso dannoso di alcol, uso di tabacco e inattività fisica), biologici (aumentata pressione sanguigna, sovrappeso e obesità, aumentato glucosio nel sangue e colesterolo) e ambientali (inquinamento dell’aria, sia outdoor sia indoor). Tutti elementi che le fanno assurgere a vera e propria emergenza sanitaria, nella quale è fondamentale inquadrare diabete e obesità, come confermato dal lavoro di intenso confronto dell’Intergruppo stesso con analoghi organismi parlamentari a livello internazionale, con l’Unione Europea, l’Oms, la World Obesity Federation, l’European Diabetes Forum e la Non Communicable Diseases Alliance.

È con questa missione che l’Intergruppo continuerà ad attuare il proprio programma di lavoro, nel rispetto del principio di trasversalità che lo contraddistingue, finalizzato ad affermare come prioritari questi temi nell’agenda politica del Paese e restando sempre a disposizione della meritevole e importante iniziativa dell’Italian Barometer Diabetes Report. Da parte nostra pervenga altresì l’impegno volto a rendere il Report patrimonio di un sapere condiviso, al servizio della nostra attività istituzionale e parlamentare e di tutta la comunità politica e amministrativa italiana.