Pitti Book 2013

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48 83˚ PITTI IMMAGINE UOMO

«LE SCIARPE? Sono pezzi di me. Dentro e dietro ognuna delle mie c’è un mondo che mi appartiene». Monica Sarti,imprenditrice, stilista e amministratore delegato della Faliero Sarti L’Accessorio si gode un successo meritato, da vera pioniera del genere.Perchè prima che scoppiasse il successo delle sue creazioni (che esporta per l’85% con un fatturato di 25 milioni di euro) la sciarpa per lei e per lui era ancora un accessorio un po’ dimenticato, spesso polveroso e demodè. «Di anno in anno, collezione dopo collezione, ci sono i miei cambiamenti, anche quelli di vita più importanti come la nascita di mio figlio Matteo - racconta Monica che ha raccolto tutta la tradizione dell’azienda di famiglia fondata da nonno Faliero sempre rinno-

MARTEDÌ 8 GENNAIO 2013

Tutta la vita in una sciarpa

Monica Sarti, ad del marchio Faliero Sarti L’accessorio e alcune delle sue creazioni

Eva Desiderio

IL GIORNO - il Resto del Carlino - LA NAZIONE

La rivoluzione chic di Monica Sarti vandola - Al mio piccolo ho dedicato una collezione di tenerezza». Monica, c’è una sciarpa dedicata alla serenità?

«Sì, è il modello Enrica, ormai un continuativo, è la prima nata, di cashemere grigio chiaro naturale. Infonde sicurezza per la qualità e il colore». Lei è famosa per le ispirazioni. Le bandiere del mondo sono le più imitate?

«Me le hanno copiate tutti, comrpesi stilisti famosi. Sono molto legata al tema delle metropolitane del mondo, coi tracciati stampati da Tokyo a Mosca, da Londra a Milano, poi la collezione scaramantica coi corni, quella con le banconote dalla vecchia lira ai dollari, dalle sterline allo yen. Le ultime stampe le ho dedicate a Diabolik e alla sua amata Eva Kant con le nuvole dei fumetti: una sciarpa entrerà nel museo che gli dedicano a Milano».

Ci sono anche attenzioni benefiche?

«Ogni volta che guardo mio figlio penso ai tanti bambini che soffrono nel mondo. Anche per terribili malattie. Ecco per la prossima primavera ho realizzato una sciarpa a tema felicità con

ISPIRAZIONI E INVENZIONI Dalle bandiere ai corni un universo di cashmere che ha conquistato tanti divi le stampe dei disegni dei bimbi dei miei amici per aiutare quelli del Dynamo Camp. E’ una sciarpa d’amore». Quanto sono cresciute le collezioni Faliero Sarti L’Accessorio al maschile?

«Ormai siamo al 50% della produzione e delle vendite. Ma c’è

molto unisex, io non sono una donna leziosa nè troppo romantica, e dunque spesso un acquisto può essere utilizzato in coppia». A quante celebrities ha scaldato e abbellito il collo?

«A Brad Pitt che con Angelina Jolie compre le mie creazioni a New York e a Parigi: lei preferisce il modello Enrica in neutro, Brad invece quello Petra in nero. Poi ci sono Xavier Barden, Johnny Deep che le sceglie coloratissime, Lapo Elkann che porta sempre il mio camouflage, Ilda Bccassini che ha comprato quelle coi numeri della smorfia napoletana, e poi Jennifer Aniston, la top model Gisele, l’attrice Marion Cotillard, Vanessa Paradis, Alessia Marcuzzi, Charlotte Casiraghi, Raoul Bova, Roberto Benigni con la moglie Nicoletta Braschi che portano quella dedicata a La vita è bella. Non manca una

NICOLA MARTINI RACCONTA LA NOVITA’ DEI PANTALONI DI LANA DI MASON’S

«L’armadio d’Italia per indossare la quotidianità» «LA COLLEZIONE nuova di Mason’s per il prossimo inverno? Mai tanto attuale!», racconta Nicola Martini, amministratore delegato col fratello Vilmo Martini dell’azienda di famiglia famosa per i pantaloni militari e chinos che a questo Pitti Uomo torna su un tema caro e sentimentale come quello di «I Love Italia» che dà il nome alla filosofia della collezione. Che stavolta riscopre l’armadio degli italiani di tanti anni fa. «Sì, abbiamo dato una svolta clamorosa alle nostre linee - racconta Martini (nella foto con la moglie Claudia) - e a quanto abbiamo fatto finora. Del resto con la crisi tutto è cambiato e i clienti sono più giudiziosi ed esigenti negli ac-

quisti. Oggi nel vestire si cerca sicurezza, durata, le stravaganze sono bandite. E anche lo sportswear che è stato per Mason’s la chiave del successo del marchio doveva essere rivisto alla luce di questi fatti». Ed ecco allora largo spazio ai pantaloni di lana e anche di cotone supersofisticato e costoso, tutti trattati con metodi innovativi, per dare ai capi d’antan un tono di moderna eleganza. «Le persone comuni, e anche soprattutto i professionisti, non preferiscono più solo le firme del fashion da passerella - continua Nicola Martini - ma cercano un modo inedito di vestire la quotidianità. E a questo concetto ci siamo ispirati con quel sapore di vecchia

sartoria proprio da I Love Italia che risveglia il classico che nessuno vuole più». Nuove anche le forme, coi volumi sempre un po’ slim ma con un’excalation di cavalli abbassati e gambe asciutte, in un mix di vestibilità molto trasversale che piace ai ventenni e a chi ha sempre venti anni nel cuore. «Inevitabilemte ci siamo ispirati a modelli vintage — conclude l’imprenditore-stilista — ma questo armadio d’Italia somiglia molto a quello di mio nonno Vilmo che aveva il negozio di abbigliamento da uomo a Carrara». Eva Desiderio

principessa come Letizia di Spagna». Da quanto tempo lavora?

«Ho cominciato a 18 anni, affincando mio padre Roberto, con gli occhi nel nostro archivio azidale che ha i tessuti più belli degli ultimi settanta anni di storia della moda. Ora con la mia famiglia spero di avviare presto un’operazione culturale per creare un Archivio con tutta la nostra storia». L’invenzione di cui va fiera?

«L’uso del tessuto di jersey a taglio vivo, indemagliabile. E poi la sciarpa con il pot pourri dell’Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella che presto voglio assolutamente rifare». Che mi dice di Pitti Uomo?

«Tutto il bene del mondo per la fiera e per l’organizzazione. Sa, io sono anche nel Consiglio di Pitti Immagine»


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