Auguri di Monica Maggioni, presidente RAI
E’ per me davvero un piacere e un onore particolare mandarvi questo messaggio di auguri. Non solo perché in questi sessanta anni il Giorno è stato un testimone chiave della vicenda dell’informazione italiana, non solo per la forza innovativa con cui si è presentato negli anni 50 sulla scena e ha continuato per decenni ad essere luogo di stimolo, di dibattito di informazione vivace e dialettica. Il piacere e l’orgoglio di essere con voi oggi, idealmente a celebrarne il 60esimo anniversario, nasce anche dal mio personalissimo legame con la vostra testata. Ero una bimba quando insistevo con la mia mamma, che lavorava al personale, perché mi portasse la sera a vedere le rotative dalle quali usciva misteriosamente il giornale del giorno dopo. Era un’emozione grandissima. Vedevo incise quelle parole che mi raccontavano dell’Italia e del mondo. Trovavo i grandi reportage, quei racconti che avrebbero segnato per sempre la mia proiezione nel futuro. Era per quelle storie scritte che volevo diventare grande, capire, viaggiare e Studiare. Così, quando proprio sul Giorno, pubblicai il mio primo articolo nelle pagine culturali di un giornale nazionale, fu un grande amico, straordinario cronista che molti di voi ricorderanno – Marco Nozza - a spiegarmi che per i veri giornalisti non c’erano scorciatoie. Non avrei dovuto cominciare da lì, dal posto più privilegiato. Se avessi voluto essere un giornalista di razza, prima di arrivare lì avrei dovuto attraversare la cronaca, scoprire la fatica della ricerca delle notizie e della verifica delle fonti. Mi aveva convinto. Per fare il mio percorso ho vinto un concorso, sono entrata in rai, ho salito uno per uno tutti i gradini, attraversato le redazioni, i paesi, le guerre. E so di essere una persona fortunata. Perché ho potuto fare quello che da bimba sognavo fissando la rotativa del vostro giornale. Ecco perché oggi, farvi gli auguri, ha un significato profondo. Buoni sessanta anni.
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