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CAMPIONATO GIORNALISMO
MARTEDÌ 20 MARZO 2012
Scuola media
Alighieri Aulla
Aulla, l’unione fa la forza Una catena di solidarietà restituisce la speranza ai cittadini — AULLA —
LA SITUAZIONE
L’alluvione ha colpito anche la chiesa — AULLA—
IL GIORNO dell’alluvione l’uomo ha provato a fermare la forza della natura senza riuscirci. Acqua e fango hanno invaso strade, case e negozi, hanno travolto persone e auto, hanno devastato la scuola e profanato la nostra abbazia, ma non hanno cancellato la fede e la speranza. Lo spettacolo che si presentava ai fedeli in chiesa, era quello di un luogo sacro saccheggiato da vandali, ma la statua della Madonna, donata prima dell’alluvione dalla popolazione e dai Vigili del fuoco, e che doveva essere sistemata sopra il portale d’accesso alle absidi era lì, in mezzo al fango oscuro e sporco, in piedi, candida, come a significare che dopo il buio torna la luce. Infatti, nei giorni successivi l’alluvione, grandi manifestazioni di solidarietà ci sono pervenute da tutta Italia e la nostra abbazia per merito di tanti volontari è stata presto ripulita e sistemata, per dare sostegno a chi, durante quei giorni di disperazione, avesse avuto bisogno di trovare sostegno nella preghiera. Le reliquie di San Caprasio e San Severo, sporcate ma, per fortuna, non perdute, sono state restaurate e sono tornate ad Aulla. Il reliquiario antico è stato salvato e ripulito, le vesti infangate della statua lignea della Madonna dell’Addolorata sono state lavate, il museo, allestito con tanta cura e amore, è stato risistemato, l’erba sta ricrescendo nel chiostro invaso dal fango. Anche la candida statua della Madonna ora è al suo posto, e attende il passaggio dei pellegrini per dare loro accoglienza.
IL 25 OTTOBRE, ad Aulla è esondato il fiume Magra, provocando gravi danni alla popolazione. Anche noi studenti siamo stati colpiti dall’alluvione: l’edificio che da anni ospitava l’Istituto comprensivo «Dante Alighieri» è stato quasi distrutto, i pavimenti ricoperti di fango, le pareti divelte e tutto il materiale scolastico perso in una manciata di secondi. Avere visto la nostra scuola in quelle condizioni, è stato drammatico. Ci siamo sentiti colpiti nei nostri affetti, come se ci avessero strappato qualcosa che ci apparteneva, perché i nostri ricordi più significativi erano stati cancellati e i luoghi in cui avevamo intrecciato amicizie profonde e creato forti legami non esistevano più. Le settimane successive all’evento siamo rimasti a casa da scuola, nell’attesa di trovare un edificio idoneo ad ospitarci. La soluzione migliore è sembrata la sede della sezione staccata «Marsili» a Barbarasco, che ci ha accolto a braccia aperte. Da lì è cominciata la nostra «avventura», durata poco più di un mese, che ha lasciato un segno indelebile nella no-
CLASSE Gli alunni della 2ª D della scuola «Dante Alighieri» di Aulla
stra memoria: tanti nuovi compagni, con i quali abbiamo condiviso spazi ed esperienze. Il nove gennaio abbiamo cominciato le lezioni nella nuova sede: un «treno» di container di colore blu, in Piazza Nassiriya, nell’area della vecchia stazione in disuso. Sui nostri volti
si leggevano titubanza e perplessità, ma quando siamo entrati nelle aule le nostre paure sono svanite e ci siamo ambientati alla perfezione. Di fronte a locali confortevoli, riscaldati e spaziosi, con arredi colorati e funzionali, ci siamo sentiti come a casa. Il nostro cuore, pe-
rò, è rimasto legato alla vecchia scuola che abbiamo dovuto lasciare per sempre. Nei giorni successivi, abbiamo riflettuto con i nostri insegnanti sull’accaduto e abbiamo capito d’essere fortunati, perché tante persone hanno pensato a noi: infatti, molti volontari sono accorsi da tutta Italia per aiutare chi era in difficoltà e per salvare beni travolti dal fango. La nostra scuola ha ricevuto aiuti da enti, associazioni e da numerose scuole italiane che hanno organizzato spettacoli per raccogliere fondi, ma anche da semplici cittadini che hanno voluto dimostrarci la loro solidarietà. Numerose case editrici, ci hanno fornito i libri andati perduti durante l’alluvione. Una scrittrice, Giusi Quarenghi, ha scritto per noi una toccante poesia che rima così. «...tutti i bambini dentro e fuori le scuole con tanti pensieri, qualcuno che duole, e tutti i bambini del paese d’Aulla con la scuola rimasta con poco o nulla... Apriamo le mani facciamo catena teniamoci forte contro ogni pena». È davvero un bellissimo invito alla solidarietà e all’unione, per farsi forza e andare avanti, nonostante gli eventi disastrosi che possono colpirci.
LA STORIA IL CORSO D’ACQUA RITENUTO RESPONSABILE DEL DISASTRO SI RACCONTA. «MI SENTIVO TRADITA»
Autobiografia di un fiume. «Io, la Magra» — AULLA —
DISASTRO La scuola devastata dall’alluvione
SONO la Magra, il fiume che tutti colpevolizzano per avere scaricato sulla Lunigiana una massa d’acqua, fango e detriti, in una sera d’ottobre in cui mi sembrava di essere impazzita. Sono afflitta per quello che ho causato, ma anche arrabbiata perché non mi sento colpevole di questa tragedia. A mia discolpa, voglio raccontarvi la storia, di quand’ero utile agli abitanti di questa terra e non fonte di disastri. Sono nata milioni d’anni fa in Toscana, dal monte Borgognone, poco ad est del Passo della Cisa e sono il terzo fiume toscano per superficie, dopo l’Arno e l’Ombrone. Sfocio nel Tirreno, in territorio ligure; per un breve tratto segno il confine tra Liguria e Toscana, come ricorda anche il sommo poeta Dante, nel nono canto del Paradiso. Con il mio corso creo la Val di Magra, per le cui popolazioni sono stata una risorsa economica per secoli. Tornando indietro nel tempo, infatti, potreste vedere le mie sponde popolate di gente che pesca, raccoglie vimini e legna, pascola e coglie more, da vendere o trasformare in marmellate. Ben presto, purtroppo, divento un cantiere: gli abitanti delle mie sponde strappano aree alle mie acque per coltivare e costru-
ire. I piccoli borghi sorti lungo il mio corso diventano cittadine che si avvicinano sempre di più al mio greto. In un primo momento, ho apprezzato la laboriosità e l’intraprendenza dei miei conterranei, ma, quando si sono moltiplicate le attività agricole e industriali e il taglio dei boschi, ho capito che le conseguenze sarebbero state devastanti. Ho resistito, cercando di far fronte con dignità a questa situazione. Ho sopportato di ricevere tutti i prodotti dell’erosione del suolo e gli agenti inquinanti che i miei affluenti trascinavano nelle mie acque, ma non sono riuscita a reggere ai mutamenti climatici che, provocando intense piogge, hanno innescato la mia «esplosione». Allora ho sfogato la mia rabbia e il mio dolore straripando e invadendo terre che non mi appartenevano, travolgendo tutto ciò che trovavo sul mio cammino, seminando dolore. Mi sento colpevole, ma anche tradita: la pulizia del mio alveo non è mai stata fatta con regolarità, non sono mai state proibite attività o costruzioni che impedissero alle mie acque di scorrere libere verso il mare, strade, capannoni e case sono stati costruiti sulle mie sponde senza rispetto. Non ho mai avuto la volontà di commettere ciò che ho compiuto: i fiumi sono creati per portare vita, non morte!
LA REDAZIONE Pagina realizzata dagli alunni della 2ª D della «Alighieri» di Aulla: Rebecca Adorni, Daniele Arena, Mattia Barbasini, Alessio Benettini, Elisa Bonatti, Rebecca Borghesi,
Sabrina Camaiora, Pamela Casciari, Chiara Cinà, Iris Dhima, Angela Di Marco, Andrea Lombardi, Gabriele Lorenzani, Rida Massour, Samuel Mucedola, Alan Mykailyu-
cenko, Riccardo Petriccioli, Francesca Rosaia, Marco Schembri, Eva Serdani, Nicole Tovani. Il dirigente scolastico Paola Bruna Speranza, insegnanti tutor Ughetta Gravati e Claudio Ravioli.