CAMPIONATO GIORNALISMO 11
MARTEDÌ 31 GENNAIO 2012
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Scuola media
Alfieri-Bertagnini Massa
Alla ricerca del Pomario perduto Viaggio nella storia dell’antico giardino ducale. Un patrimonio da salvare quell’arco, oggi sfortunatamente in rovina, si apriva un affascinante giardino rinascimentale, coltivato a pomi, con nicchie decorate con statue, fontane, arbusti sempreverdi di leccio, bosso, tasso, recisi in modo geometrico. Lo rendeva ancora più suggestivo la presenza, pare, di animali selvatici, come orsi e lupi.
— MASSA —
LA SCHEDA
Degrado e abbandono tra i limoni — MASSA —
IL GIALLO dei limoni, che svetta da qualche angolo nascosto, è l’unica nota di colore che sorprende chi si avvicini oggi al Pomario. Per il resto, domina il colore dell’abbandono nelle scure distese di rovi e di altre piante selvatiche, dei muri diroccati, degli edifici sventrati, delle crepe, diventate discariche per bottigliette e giornali. L’arco di Camporimaldo si erge, solitario, in uno stato di massimo degrado. Nella parte interna, mostra evidenti segni di danneggiamento dovuti al passaggio dei mezzi di trasporto pesanti, che fino a poco tempo fa vi passavano sotto. OGGI il Pomario appartiene a una società chiamata Pomario s.a.s., che fa da intermediario fra il comune di Massa e i vecchi proprietari.Per recuperare l’area, è stato elaborato un piano regionale, il Piuss, che sarebbe dovuto partire lo scorso maggio, ma è ancora fermo. A spese di Regione (60%) e del Comune (40%), si prevede la cementificazione di una parte dell’area per realizzarne un parcheggio e, nella parte restante, la nascita di un “Parco pubblico del Pomario”. “Italia Nostra” si batte da tempo contro tale piano, opponendosi a qualsiasi intervento di cementificazione dell’area. In attesa che si intervenga il prima possibile per salvare il Pomario, ci auguriamo che venga data la giusta rivalutazione a quest’area verde, perché fa parte della nostra storia e di noi stessi e riguarda dunque il nostro futuro.
“GODI se il vento che entra nel Pomario vi rimena l’ondata della vita”. Sarebbe bello se questi versi di Montale potessero riferirsi a ciò che oggi rimane del Pomario di Massa. Purtroppo, un’enorme distesa di rovi è ciò che resta ai giorni nostri di quella zona. Poche le fonti che ne ricostruiscono la storia, tra cui quelle catalogate da Stefano Giampaoli (1920-1985), l’instancabile esploratore degli archivi di stato, che ha riportato alla luce dei disegni di Giusto Utens che rappresentavano il giardino ducale nel suo antico aspetto. Il Pomario fu costruito nel 1557 per volere del marchese Alberico I, che “fece di questo terreno incolto un giardino amenissimo”, come diceva una vecchia epigrafe ormai cancellata. Sorse contemporaneamente alla nascita di Massa Cybea e fu situato in un’area di circa 11660 mq, tra le attuali vie Venturini, Giampaoli, Palestro e Camporimaldo. Concepito come luogo di meditazione del marchese fuori dalla città e come orto ducale, ebbe inizial-
RECUPERO Nella vignetta degli alunni l’arco ristrutturato
mente una pianta quadrata, circondata da mura, con torrette ad ogni angolo e vialetti interni che formavano una struttura a otto punte. LA PORTA di accesso era costituita dall’arco di Camporimaldo, che si affaccia su via Palestro. Unico arco in marmo della nostra cit-
tà, a differenza di altri in muratura, come quello della Martana e del Salvatore, non ha una funzione di protezione, ma di abbellimento. Ai suoi lati troviamo Virtumno, conosciuto come “Pasquino”, dio etrusco delle piante arboree e Pomona, chiamata anche “Pasquina”, dea etrusca dei frutti, simbolo dell’abbondanza. Dietro
GRAZIE al microclima tipico della zona, mitigata dal mare e riparata dai venti freddi del nord dalle mura e dalle montagne, nel Pomario si coltivavano diverse tipologie di agrumi, disposte in filari geometrici. Alcune piante venivano poi trapiantate nelle ville di proprietà dei Malaspina, attestando un utilizzo del Pomario anche in funzione di vivaio. Nel Settecento il principe Carlo I ne ordinò l’ampliamento, come riportava la scritta sull’arco, poi cancellata dalla Repubblica Cisalpina nel 1797. In quegli anni la struttura assunse una forma rettangolare, mentre l’arco fu spostato verso mare, dove è oggi. Rimane un mistero come poi questo splendido giardino tra Ottocento e Novecento andò in rovina.
L’ESPERTO INTERESSANTE PROPOSTA ELABORATA NELLA TESI DI LAUREA DAL DOTTOR ANTONELLO ANDRIANI
Recuperiamo l’area, ecco le istruzioni per l’uso — MASSA —
POMARIO Occorrono interventi per l’area nel degrado
IL DOTTOR Antonello Andriani, laureato in Agraria presso l’Università di Pisa, ha tenuto recentemente due lezioni sul Pomario presso la scuola media Alfieri Bertagnini di Massa, proponendo un progetto di riqualificazione di quest’area verde già elaborato in sede di tesi di laurea. Le sue proposte prevedono innanzitutto la ricostruzione, in un terzo circa di tutta l’area, del vecchio giardino albericiano, racchiuso da muretti a secco e dotato dell’antica pianta a otto punte con vialetti in ghiaia, lungo cui verrebbero collocati arbusti autoctoni recisi in modo geometrico e alcune varietà di agrumi tipiche di Massa. Poi la sistemazione dell’area restante, con piante locali, palme ed alberi che necessitano di poca manutenzione e non richiederebbero dispendi di denaro all’amministrazione co-
munale. Propone inoltre la ricollocazione più a monte dell’Arco di Camporimaldo, all’inizio di Via Pomario, nella sua sede cinquecentesca: oltre a dare un aiuto alla viabilità, la nuova sistemazione dell’arco di Pasquino e Pasquina all’ingresso del giardino storico renderebbe il Pomario più affascinante. L’esperto ritiene importante la valorizzazione delle strade limitrofe all’area, trapiantando agrumi di vario genere, anche lungo Via Pomario, e il rinvenimento di aree alternative per il parcheggio delle auto, come quella adiacente lato mare alla scuola media Alfieri Bertagnini. Infine propone il restauro dell’antico edificio a nord-ovest del Pomario, per farne un archivio storico degli strumenti e delle coltivazioni albericiane. Con il recupero di tutta l’area, si otterrebbe anche un anello importante del percorso che collega tutte le zone antiche della città.
LA REDAZIONE ECCO i cronisti in erba della classe 2˚A della scuola media dell’istituto Alfieri Bertagnini: Adam Dorinel Jonut, Elena Andriani, Gabriella Andriani, Andrea Barotti, Viola Bazzardi, Giulia Bonni, Michele Bordigo-
ni, Enrico Borzoni, Lorenzo Calevro, Valentina Credendino, Letizia Cristofani, Nicolò Dell’Amico, Costanza Flora, Maria Ginzburg, Anna Giorgeri, Alessio Giorgieri, Andrea Lazzarotti, Gabriele Lazzarotti,
Gianluca Ortori, Gianmaria Ricci, Yasmine Sbai, Afrim Veliu, Chiara Zaccaria, Natalien Flores Flores. Dirigente scolastico: Walter Fiani. Docente tutor: Sara Bisanti