CAMPIONATO GIORNALISMO
MARTEDÌ 21 FEBBRAIO 2012
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Scuola media
«D.Alighieri Arpiola
Alluvione: chi è il colpevole? Chi abita nelle zone colpite si chiede perchè è accaduto il disastro sposizione.
— MULAZZO —
«CHI è il colpevole?» E’ questa la domanda che tutti i cittadini ancora si pongono dal 25 ottobre, giorno in cui una “bomba d’acqua” si è abbattuta violentemente sulla Lunigiana. Questa data resterà impressa nella memoria assieme alle immagini di case distrutte, strade trasformate in fiumi e ponti crollati. All’apparenza era sembrata una giornata come tutte le altre, ma, col passare delle ore, la pioggia ha incominciato a cadere in modo sempre più insistente e abbondante, i corsi d’acqua hanno iniziato ad ingrossarsi, gli argini a sgretolarsi, le vie ad allagarsi e la paura ha preso il posto dello stupore nell’animo della gente. Verso il tardo pomeriggio la situazione è peggiorata: è mancata l’energia elettrica, i telefoni hanno smesso di funzionare ed i paesi sono rimasti isolati e «al buio». Quando, finalmente, la pioggia è cessata, tutti si sono sentiti sollevati e, dopo gli interminabili momenti di terrore, hanno cercato di raggiungere luoghi più sicuri dove passare la notte.
DISASTRO La «bomba d’acqua» ha devastato tutto il territorio
LA MATTINA seguente, la visione desolante di detriti, terra, acqua torbida e cumuli di macerie ha rattristato profondamente il risveglio di tutti. Mulazzo non sarà mai più quella di prima: il bel lavatoio e piazza «XX Settembre» sono stati trascinati via dalla furia dell’acqua insieme a sassi e ad al-
beri; il ponte che collegava il piccolo centro ad Arpiola è caduto e i suoi abitanti sono stati costretti a lasciare in fretta le loro abitazioni, dichiarate temporaneamente inagibili, e, con il necessario chiuso alla rinfusa in una valigia, sono stati ospitati da amici, conoscenti o in apposite strutture messe a di-
ANCHE Parana e Montereggio sono stati colpiti dall’alluvione e sono rimasti isolati fino all’arrivo dei primi soccorsi. I numerosi volontari sono stati di grande aiuto; hanno lavorato senza tregua per rimuovere i detriti e liberare garage, camere e cucine, ripristinare collegamenti e consegnare, anche tramite elicottero, viveri e medicinali alle frazioni isolate, cercando di esaudire, nei limiti del possibile, tutte le richieste. La popolazione è ancora sconvolta e non sa spiegarsi come sia potuto accadere tutto ciò e come mai siano crollati ponti costruiti recentemente ed abbiano invece resistito quelli più vecchi, che, in tempo di guerra, avevano già subito i bombardamenti degli americani. Le risposte sono diverse e contrastanti: alcuni attribuiscono la colpa agli addetti alla diga di Teglia, altri all’Amministrazione comunale e altri ancora agli ambientalisti. Tante sono le voci che circolano e una tra le altre grida a gran voce: «Questo disastro si sarebbe potuto evitare?»
TESTIMONIANZE CHI E’ STATO EVACUATO DESCRIVE TUTTO QUELLO CHE HA DOVUTO PASSARE
I racconti dei ragazzi dal 25 ottobre in poi
DRAMMA La pioggia ha saturato il terreno
L’ALLUVIONE non ha risparmiato alcuni nostri compagni della classe prima e abbiamo deciso di intervistarli: a Francesco Vergine abbiamo posto le seguenti domande: Cos’è successo a tuo papà? «Era uscito per posizionare all’ingresso di casa delle barriere che impedissero all’acqua di entrare e allagare la cucina, ma è stato trascinato via dalla corrente per 500 metri; l’ho visto rotolare nella melma e mi sono spaventato. Ora, per fortuna, sta bene». Come ti sei trovato in albergo? «Sono stato ospite per un mese dell’albergo “La Pineta”di Cravilla e devo dire di essermi trovato bene, ma mi mancavano le mie abitudini e non vedevo l’ora di rientrare a casa». Ora dove abiti? «La casa in cui abitavo prima è vuota perché abbiamo dovuto buttare via tutto; ci siamo trasferiti in un appartamento ad Arpiola». Ecco ora ciò che ci ha raccontato un’altra nostra compagna, Alice Corsi di Parana: dove ti trovavi, quando c’è stata l’alluvione? «Ero in auto con la mamma e a causa del mal-
tempo, ci siamo dovute fermare diverse volte prima di arrivare a casa. Mia sorella invece non è proprio rientrata, perché il pulmino non ha potuto finire il giro e lei, in auto col nonno, che l’era andata a prendere a scuola, ha provato a raggiungerci, ma è stata bloccata dalle frane, quindi è tornata ad Arpiola. Appena mio papà è arrivato dal lavoro, si è diretto da lei, accompagnato dai carabinieri, perché il ponte Teglia era chiuso; l’ha trovata che piangeva e così l’ha condotta a casa di Daniele, un mio compagno, e hanno passato lì la nottata». Che cosa hai provato? «Ho pianto tanto, mi sentivo sola e a mancarmi, oltre alla luce e al gas, era soprattutto mia sorella; inoltre ero preoccupata per le voragini e per il ponte che era crollato. Sono rimasta isolata per un mese e, con la mia famiglia, aspettavo l’arrivo dell’elicottero che ci riforniva di ciò di cui avevamo bisogno: pasta, latte, frutta, ecc. Spero che i danni siano riparati in fretta, perché amo il mio paese e vorrei che tornasse quello di prima e non fosse dimenticato».
LA REDAZIONE LA PAGINA è stata realizzata dagli studenti Albericci Veronica, Barbieri Asia, Bassioni Stefano, Boggi Carlotta, Boscu Elena, Capineri Tosetti Andrea, Capponi Irene, Giovannacci Nicolò, Gussoni Federica, Leoncini Michela, Marconi Irina, Neculai Ionut Valentin, Nouiti Fatima, Novoa Alessandro, Pappini Arianna, Ratti Federica,
Romiti Diego, Sabri Soumaya, Scamuzzi Gilberto, Simoncini Samuele, Tonelli Michele, Betta Lorenzo, Bini Mattia, Castellotti Alessandro, Castellotti Emanuele, Cecconi Giada, Ferdani Lorenzo, Geana Oana Roxana, Lakal Imad, Malaspina Demy, Pedinotti Oreste, Sabri Naima, Simonata Alessio, Sivilotti Martina, Tarantola Martina,
Tommasinelli Martina, Vermi Andrea, Vivaldi Cristiano, Volpi Luca, Zappa Simone (classi III e II - Scuola Secondaria di 1˚ grado “Dante Alighieri” di Arpiola - Istituto Comprensivo “Giulio Tifoni” di Pontremoli), seguiti dalle Proff.sse Ornelle Boccardi e Antonella Simonelli (docente-tutor) e dal Dirigente Scolastico, professor Angelo Ferdani.
L’OPINIONE
La parola passa all’esperto — MULAZZO —
IL NOSTRO professor Paolo Borzacca è anche un valido geologo e dunque ci siamo rivolti a lui per saperne di più. Quali sono state le zone più colpite?
«Il 25 ottobre la pioggia ha colpito con estrema violenza tutto il territorio comunale con precipitazioni di quasi 400 mm in 24 ore: in un solo giorno è caduta una quantità d’acqua pari ad un terzo di quella che cade in un anno. Questa bomba d’acqua ha provocato frane, allagamenti e dissesti, interessando sia il capoluogo, in parte evacuato, sia le tante frazioni collinari e montane, in particolare Montereggio, Parana e Castagnetoli, che per alcuni giorni sono rimaste isolate o difficilmente raggiungibili». Una catastrofe evitabile?
«Il fenomeno è stato di eccezionale intensità: i dati meteorologici dicono che tali quantità di pioggia si verificano ogni 500 anni. Ciò che è successo è chiaramente imputabile ad un evento naturale, ma non si può non tener conto che i danni maggiori si sono manifestati ove l’uomo ha trasformato il territorio più profondamente o, all’opposto, lo ha quasi abbandonato. I piccoli corsi d’acqua, le canalette di scolo, i fossi agricoli, la cui manutenzione in passato era fatta in modo capillare dall’uomo, ora non sono più puliti e spesso sono ostruiti; inoltre diversi corsi d’acqua sono tombati, costretti a scorrere dentro tubi non abbastanza grandi per ricevere acque in quantità così rilevanti. Le conseguenze sono l’esondazione delle acque, l’erosione degli argini, frane e smottamenti di terreni, che spesso coinvolgono strade ed edifici».
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