CAMPIONATO GIORNALISMO 11
GIOVEDÌ 26 GENNAIO 2012
Scuola media
Leonardo Da Vinci Lastra Lastra aa Signa Signa
Contro le mafie... Vitamina L Incontro sulle mafie con il pm Pietro Suchan. La Legalità prima di tutto “VITAMINA L, la vitamina della legalità”. Ecco l’antidoto alle mafie, spiega Marco Capaccioli, assessore al turismo e al marketing di Lastra a Signa. Sabato 3 dicembre scorso, al Teatro delle Arti di Lastra, le classi terze della locale scuola secondaria di I grado, la “Leonardo Da Vinci”, hanno partecipato all’incontro sul tema della legalità che ha visto protagonista Pietro Suchan, Pubblico Ministero della Direzione Distrettuale antimafia di Firenze. Hanno partecipato il sindaco di Lastra Carlo Nannetti; Federico Gelli, presidente del forum per la legalità in Toscana; Andrea Bigalli, coordinatore di Libera Toscana, il suddetto Marco Capaccioli e Iacopo Forconi, sostenitore del progetto “Liberarci dalle spine”. L’incontro è iniziato alle 9,15 con l’introduzione di Pietro Suchan riguardo al potere delle piccole mafie che – sostiene – talvolta prevalgono sulle più grandi. Ha poi spiegato le diversità tra le mafie, sostenendo che in passato il potere criminale è stato spesso sottovalutato dall’autorità
HUMOUR Il fattore L come legalità visto con l’aiuto di Homer Simpson
giudiziaria. Ha riferito inoltre che la città dove si ricicla più denaro sporco in Italia è Arezzo. Successivamente Iacopo Forconi ha illustrato il progetto “Liberarci dalle spine”, che prevede il soggiorno di una o più settimane di gruppi di giovani in terre confiscate alle mafie. Il sindaco è interve-
nuto ammettendo di essere rimasto stupito dal modo in cui questi fatti vengono trascurati sui giornali a favore di altri temi meno importanti. Parlando di beni immobili, in Toscana ne sono stati finora confiscati alle mafie oltre 50. La sottomissione delle persone al
potere mafioso è in alcuni territori molto diffusa, come ha ricordato don Andrea Bigalli accennando alle tante vittime delle mafie. Una delle frasi-simbolo della mentalità mafiosa, riportata da don Andrea, è: “Ma tu lo sai a chi appartengo io?” Questa frase dimostra che, laddove il potere delle mafie è più radicato, per farsi rispettare e proteggere bisogna “appartenere al capo”. La risposta più adeguata secondo don Andrea sarebbe “Io appartengo solo a me stesso”, perché tutti devono essere liberi e seguire la strada della Legalità. Per finire don Bigalli ha parlato della diffusione dell’illegalità tra i ragazzi, spiegando che la mentalità mafiosa non è soltanto nelle grandi cose (spaccio di droghe e altre attività illegali) ma anche nelle cose più spicciole, come rubare nei negozi o truccare un motorino. E’ dalle piccole cose che si inizia, per poi fare il “salto di qualità” nella criminalità vera e propria, per cui occorre lottare per prevenire gli effetti che questa mentalità finisce col provocare.
L’INTERVISTA IL PRESIDIO LOCALE DI LIBERA: UN ANTIDOTO ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA
“Uniti contro il malaffare”. Anche a Scandicci LUCA GRILLO e Giuseppe Martino, volontari di Libera, rispondono sull’attività del Presidio di Scandicci. Quando nasce il Presidio scandiccese di Libera? Di quali attività si occupa?
Grillo: «Il Presidio nasce nel 2009 e conta attualmente una decina di volontari. Durante la sua attività ha organizzato cineforum sui temi del lavoro, della pace, della legalità e su tali temi ha promosso la presentazione di libri. Si occupa inoltre di diffondere la cultura della legalità con incontri nelle scuole e cura eventi di degustazione e vendita di prodotti alimentari provenienti dalle terre confiscate alla criminalità organizzata». Come si muovono le mafie sul territorio di Scandicci – Lastra a Signa?
CONTRO COSA NOSTRA C’è chi dice no
Martino: «La penetrazione della criminalità organizzata sul territorio non risulta per fortuna di pro-
porzioni eclatanti, ma non mancano segnali inquietanti, come casi di usura e di riciclaggio di denaro sporco. Solo a Firenze ci sono ad oggi 4 immobili confiscati alle mafie, 12 nell’intera provincia». Come associazione, trovate collaborazione nelle istituzioni locali?
Grillo: «Il Comune di Scandicci collabora a diverse iniziative di Libera sul territorio; c’è sensibilità verso i temi che ci stanno a cuore». Avete esperienza diretta di contatto con la mentalità mafiosa?
Grillo: «Nel paese da cui provengo c’è un tizio cui nessuno rifiuta nulla… anche se non paga i lavori commissionati». Martino: «Un esempio banale: da piccolo un mio compagno distribuiva del cibo. Tenne per sé la porzione più grande e glielo feci notare. Aggiunse qualcosa alla mia porzione e mi chiese di tacere. In piccolo, quella era mafia».
LA REDAZIONE LA REDAZIONE IN CLASSE della III D della “Leonardo Da Vinci” di Lastra a Signa: Delia Bellini, D. Johnny Segundo Cahua Paz, Andrei Chira, Antonino Clames, Melissa Flauto, Gabriele Galli, Maria Vittoria Ghe-
ri, Sofia Giaccherini, Gianluca Ippoliti, Alfonc Marku, Giulia Martinuzzi, Mirko Masini, Mirko Mazzoli, Beatrice Morandi, Marco Morandi, Simone Morini, Mirko Muoio, Niccolò Pasi, Chiara Peloso, Niccolò Picci-
ni, Niccolò Scarselli, Fiammetta Terzani, RoxanaVeja, Emanuel Xhika. Coordinatori: professor Francesco Marcello, professor Vincenzo D’Alessandro. Dirigente: professor Luciano Cianti.
PROGETTI
La Piovra attacca “Libera”replica L’EVASIONE fiscale in Italia, secondo alcune fonti, ammonterebbe a più o meno 200 miliardi di euro; 170 miliardi di “fatturato” rendono perciò la mafia l’azienda più prospera del Paese. Come reagire? L’associazione Libera, col progetto “Liberarci dalle spine”, organizza soggiorni per circa 720 ragazzi che, a gruppi, coltivano i territori confiscati alla mafia, in particolare nel territorio di Corleone (PA). Una cooperativa gestisce complessivamente 146 ettari di terre coltivate oltre a molti beni immobili, 50 dei quali si trovano in Toscana. Libera è presente anche a Firenze: “Parlare di mafia in Toscana è difficile – sostiene un volontario - ma cercheremo di informare i cittadini su tale presenza […]. Firenze è una zona a rischio perché le mafie hanno iniziato a svilupparsi anche lì; Arezzo, la città che ricicla più denaro sporco in tutta Italia, si trova qui in Toscana”. Il primo bene immobile confiscato alla mafia in Toscana è una colonica nel comune di Massa e Cozzile (PT), un casolare utilizzato dal clan Nuvoletta come raffineria di droga, ora trasformato in un luogo terapeutico per persone che proprio a causa della dipendenza da sostanze stupefacenti hanno vissuto momenti angoscianti. Il processo di recupero del podere e del casale (12.000 mq) è iniziato nel 1996, grazie alla sensibilità e all’interessamento da parte delle istituzioni locali. Anche così si combatte la mafia.