Qui Pantianicco 33

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SALUTO della REDAZIONE Cari compaesani, ancora una volta ci ritroviamo attraverso il nostro bollettino per scambiarci saluti, ricorrenze, avvenimenti lieti e tristi, storie antiche e nuove ed informazioni sulle principali novità che hanno contrassegnato il 2012. Oltre alle famiglie stanziali ci rivolgiamo a tutti i compaesani che la vita ha portato lontano; “un caloroso saluto anche a voi; siete e sarete sempre nei nostri pensieri e vi siamo grati perché rappresentate con grande onore la nostra comunità in ogni parte del mondo.” Ed ora soffermiamoci un momento sul passaggio traumatico che stiamo vivendo a livello mondiale che esige una seria riflessione in ognuno di noi: questa crisi non è forse la conseguenza, il giudizio negativo e di condanna dei decenni passati in cui abbiamo dimenticato i tanti valori che distinguevano la nostra gente, sopratutto quello della sobrietà? Nell’euforia del progresso abbiamo speso oltre le nostre possibilità; l’avere, ideale da raggiungere ad ogni costo e con ogni mezzo, è diventato più importante dell’essere: “I veis fat il pas pui lunc da la gjamba a nus discevin i nestris vecjios”. Ed ora ci stiamo accorgendo che le cose non bastano più...bisogna trovare una via d’uscita. Sì, lo Stato e le Istituzioni possono e devono tamponare urgentemente le falle con equità e giustizia, ci auguriamo, ma è impegno di tutti cercare di rivedere il proprio stile di vita, nessuno è esentato e chi è più in alto deve dare l’esempio, perché la vita non

è solo denaro, la vita è giustizia, solidarietà, comprensione, amore riconciliazione, perdono...tutte cose che non si possono comprare, perché nascono solo dal fondo del cuore. Come conclusione di questa breve riflessione affidiamoci a questa bella preghiera: “Signore, non darmi né povertà né ricchezza, ma fammi avere il mio pezzo di pane” (Prov. 30,8 ), che tradotto in friulano: “Signor, danus il pan che a nus coventa”. È tornato Natale. Si rinnova il miracolo: Gesù scende di nuovo e ancora tra noi uomini a proporci di riparare i torti fatti, di dimenticare quelli subiti, di accontentarci del molto che abbiano e di donare almeno un poco a quelli che soffrono. È un invito all’amicizia, alla pace, a risolvere i contrasti con serenità e giustizia, a superare le diversità di lingua, di razza, di religione, di credo politico, di condizione sociale... Se sapremo cogliere e fare nostro questo impegno, sarà valido per tutti noi, credenti e non credenti, il messaggio evangelico “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”. Potremo allora guardarci negli occhi, stringerci con forza la mano ed augurarci di cuore: “Buon Natale!” A tutti i pantianicchesi vicini e sparsi per il mondo: che il Bambino Gesù porti gioia dove c’è dolore, salute dove c’è malattia, amore dove c’è odio e tanto calore in fondo a ogni cuore.

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Natale di Gesù bambino Qui fa freddo ed ecco tu arrivi. Sempre, ogni anno, non tardi. E noi ad aspettarti col cuore felice pronti ad esser più prossimi come novelli samaritani. È la tua nascita o Bambino speciale e speciale lo sei almeno in sto tempo. Eppure dovremmo essere sempre felici, chè tutti i giorni nascono al mondo bambini come i fiori nei prati. Occhi grandi e già spauriti, pelle scura destinata a ventri gonfi; occhi azzurri e pelle chiara, corpi profumati e ben formati. Per molti, troppi, il Natale è solo vita stentata, poche carezze e baci rubati. Eppure tutti i bambini nascono come il Dio Bambino, segno del suo amore e poco del nostro. Oh se li amassimo tutti davvero, Natale sarebbe sempre e ovunque. Almeno le luci e gli addobbi siano fiammelle seppur tenui della tua luce nel mondo.

Leonardo Zancopè


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