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17-11-2015
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Il rilevamento dell’umidità nei sottopavimenti Strumenti e tecniche di controllo normate e consolidate o rilevamenti derivati da calcoli matematici ANTONIO VISCARDI E PAOLO RETTONDINI
Di fronte a recenti iniziative volte a diffondere cultura nell’uso delle strumentazioni verso persone che operano nel settore parquet con compiti diversi da quelli di posatore, l’amico Paolo Rettondini ed io abbiamo entrambi pensato: “era ora, siano sempre benvenute queste iniziative”, anche se convegni e articoli inerenti al rilevamento dell’umidità vengono fatti da vent’anni. Va detto e ricordato, infatti, che anche ultimamente in un articolo pubblicato su Professional Parquet, il professor Adelizzi per l’ennesima volta poneva l’accento sul fatto che per risalire alle cause degli inconvenienti che compromettono le caratteristiche funzionali o estetiche di una pavimentazione in parquet occorre un’analisi attenta, richiede la conoscenza di numerosi parametri e lunga esperienza ed è infine palese che ciò dipende solo da un’analisi obbiettiva di una situazione di fatto e non da interessi particolari o commerciali che siano. In effetti, il rilevamento dell’umidità occultata nei sotto pavimenti non prevede solo di saper utilizzare la strumentazione necessaria ma esige anche la massima attenzione e la conoscenza di tutti quei fattori e di tutte quelle situazioni che concorrono a generare quelle patologie che derivano dall’umidità occultata nei sottopavimenti. Va convenuto che questo obbiettivo sarebbe ancor più in balia di una soggettiva valutazione, se non ci fossero le norme che finalmente regolano inconfutabilmente quasi tutti gli aspetti del settore delle pavimentazioni in parquet compreso quelle inerenti al pacchetto sottopavimento e ai prodotti complementari e soprattutto alle regole di posa. Tutte nor-
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ProfessionalParquet
me che sono di integrazione ai numerosi trattati tecnici, uno dei quali è ancor oggi un preciso riferimento per tutti: L’antologia del Legno del professor Guglielmo Giordano Va posto l’accento sul fatto che le norme rappresentano uno strumento atto a regolamentare il prodotto e conseguentemente il mercato ed è quindi bene ricordare che queste, dopo la fase progetto, sono discusse e solo dopo diversi dibattiti approvate da commissioni composte da persone di indiscussa cultura e conoscenza specifica del settore parquet ad alti livelli compreso anche quelli inerenti alla chimica dei materiali. È vero che le norme tecniche, se non esplicitamente accompagnate da una legge o da un decreto legislativo o ministeriale, rimangono norme volontarie, vale a dire che per essere adottate devono essere citate nel contratto. Ciò non toglie, tuttavia, che sia sempre più conveniente tenerne conto, poiché in caso di contenzioso, possono essere legittimamente richiamate in sede di giudizio e la loro mancata applicazione può costituire elemento discriminante. Tuttavia non è ancora chiaro perché in certi periodi, all’interno del settore parquet, siano state condivise anche ad alti livelli e mai contestate certe posizioni commerciali che -malgrado questi precisi riferimenti normativi e tecnici-, hanno portato posatori e operatori del settore ad avere dubbi sulla percentuale di umidità occultata nel sottopavimento sul quale dovevano posare il parquet, generando imbarazzo e perplessità. La domanda di rito era: