Dimensione Pulito n.3 - Aprile 2024

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PROFESSIONE

La cultura della sicurezza dei lavoratori

EUROPA

Ridurre gli oneri amministrativi e normativi

INNOVAZIONE

Conosciamo meglio i robot di servizio professionali

ANNO 33 n. 3

APRILE 2024

ISSN: 2612-4068

dimensionepulito.it

The future of the autonomous cleaning

r-quartz 2.indd 1 06/03/2024 10:33:40

NUOVO SPECIALE SICUREZZA IN ARRIVO A OTTOBRE 2024

SICUREZZA

MERCATO

Le nuove sfide per il Cleaning Professionale

ATTUALITÀ

Nuovo Codice Appalti

NORMATIVA

Il ruolo delle certificazioni

FORMAZIONE

I corsi per la sicurezza sul lavoro

Cialfi - c.cialfi@lswr.it | Tel. +39 346 6705086

Pubblicità e Sviluppo: Filippo Viola | f.viola@lswr.it

Guido Rossi | g.rossi@lswr.it

HANNO COLLABORATO

IN COPERTINA

Adiatek è un'azienda italiana che produce lavasciuga pavimenti industriali, con operatore a terra e a bordo, che si distinguono per il design e la tecnica applicata. Produce modelli diversi per dimensioni, tipologia di spazzole (circolari, cilindriche o orbitali) sistema di lavoro (lavante o lavante/ spazzante) e alimentazione (elettrica o batteria). Le larghezze di lavoro vanno da 35 a 130 cm.

Edoardo Rossi | e.rossi@lswr.it

Elena Brusadelli | e.brusadelli@lswr.it

Realizzazione grafica

Paolo Marchetti

Produzione&Stampa

Antonio Iovene | a.iovene@lswr.it | Tel. +39 349 1811231

Stampa

Aziende Grafiche Printing srl - Peschiera Borromeo (MI)

Prezzi e abbonamenti

• Abbonamento annuale: 49 euro

• Annuale estero: 160 euro

• Copia arretrata: 17 euro

• Costo di una copia: 1.30 euro abbonamenti.quine@lswr.it | Tel. 02 864105 www.quine.it www.dimensionepulito.it

Cristina Cardinali, Franco Cesaro, Simone Ciapparelli, Chiara Dassi, Graziano Dassi, Francesca De Vecchi, Michaela Durante, Luigi Ferro, Gian Luca Fornari, Alberto Giana, Francesco Gullo, Andrea Grassi, David Harry, Giovanni Lamberti, Massimo Lombardo, Federico Lega, Jack McGurk, Marco Monti, Pietro Palombella, Maurizio Pedrini, Fabrizio Pirovano, Loredana Vitulano, Davide Zanchi

IN PRIMO PIANO

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© Quine srl – Milano

Pulizia e Intelligenza Artificiale: amiche o nemiche?

a cura del direttore tecnico

Maurizio Pedrini

OSSERVATORIO EUROPEO

Ridurre gli oneri amministrativi e normativi per l’industria delle pulizie e del facility

Maurizio Pedrini

IMPRESE DI PULIZIA

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Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

Cristina Cardinali

➥ RETRO Periodico mensile edito da Quine Srl Via G. Spadolini, 7 - 20141 Milano www.quine.it | info@quine.it | Tel. 02 864105 Direttore Responsabile Giorgio Albonetti Direttore editoriale Ornella Zanetti | ornella.zanetti@quine.it Direttore Tecnico Maurizio Pedrini Coordinamento editoriale Chiara Scelsi | c.scelsi@lswr.it | Tel. +39 349 0099322 Redazione Cristina Cardinali | c.cardinali@lswr.it Tel. +39 347 4238879 Simone Ciapparelli | s.ciapparelli@lswr.it Tel. +39 344 0571950 Loredana Vitulano | l.vitulano@lswr.it Tel. +39 342 6618995 Consulenti tecnico scientifici per la sezione Igiene&Ambiente Chiara Dassi - Graziano Dassi Ufficio traffico e Servizio abbonamenti Ornella Foletti | o.foletti@lswr.it | Tel. +39 342 7968897 Direttore Commerciale Costantino
Associata Distribuzione 1. Rivenditori 2. Imprese di servizi 3. Aziende alimentari 4. Sanità e RSA 5. Enti pubblici 6. Pubblici esercizi 7. Hotellerie 8. Lavanderie professionali 9. Disinfestazione e servizi ambientali 10. Grande distribuzione Quine srl Via G. Spadolini, 7 20141 Milano - Italia Tel. +39 02 864105 Fax. +39 02 70057190 LA GUIDA DA PORTARE SEMPRE CON SÉ PER CONOSCERE TUTTI TRUCCHI DEL MESTIERE LA DISTRIBUZIONE NEGLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO GUIDE dell’Installatore Professionale 7 YOUR INFORMATION PARTNER QUINE COLLABORA CON: www.quine.it Organo ufficiale AiCARR LA RIVISTA PER I PROFESSIONISTI DELL’HVAC&R Organo Ufficiale AiCARR TAVOLA ROTONDA Conto Termico TEE. che punto siamo? DALLA TEORICA ALLA PRATICA EPB, LE NOVITÀ DELLE NUOVE NORME IMPIANTI AD ARIA PRIMARIA VS VAV Analisi del processo case study FILTRAZIONE QUALITÀ DELL’ARIA ADIABATICO PER LA FRIGOCONSERVAZIONE ALIMENTARE #42 COMMISSIONING RISPARMIO ENERGETICO NEL TERZIARIO Organo ufficiale ANGAISA LA VOCE PIÙ AUTOREVOLE DEL SETTORE IDROTERMOSANITARIO #251 Bosch riparte da… Bosch CLASSIFICHE 2015 Produttori e distributori: ce la si può fare! FALANGA Quando la differenza bagno che calza pennello www.bluerosso.it LA VOCE AUTOREVOLE DEL CANALE IDROTERMOSANITARIO PIÙ DINAMICA LA PIATTAFORMA ITALIANA DELLA PRODUZIONE MUSICALE E DELL’AUDIO PROFESSIONALE www.audiofader.com WEBSITE AGGIORNATO QUOTIDIANAMENTE MAGAZINE MENSILE DIGITALE IVO GRASSO e MASSIVE ARTS Lo studio di modernoregistrazione SALVATORE ADDEO L’amore per l’SSL STRUMENTI AVID PRO TOOLS DOCK IL PUNTO DI RIFERIMENTO PER CHI OPERA NEL CAMPO DELLA PULIZIA INDUSTRIALE, SANIFICAZIONE E FACILITY MANAGEMENT www.pulizia-industriale.it DA 50 ANNI LA VOCE AUTOREVOLE DEL CLEANING www.casaeclima.com L’INFORMAZIONE EFFICIENTE, COMPLETA E IN TEMPO REALE OLTRE 200.000 UTENTI MESE Organo ufficiale FINCO LA RIVISTA CHE HA PORTATO LA PROGETTAZIONE SOSTENIBILE IN ITALIA SAIE INNOVATION 2016 A “IMPATTO ZERO” PCM Passo obbligato grande opportunità SPECIALE BIM A SCUOLA DI EFFICIENZA Per PENSARE, PROGETTARE COSTRUIRE SOSTENIBILE www.commercioelettrico.com Organo ufficiale FME IL BUSINESS MAGAZINE DEI DISTRIBUTORI E GROSSISTI DI MATERIALE ELETTRICO DAL 1952 IL PERIODICO D’INFORMAZIONE PER INGEGNERI E ARCHITETTI NEWSLETTER – L’AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE VIA MAIL Ogni 15 giorni raggiunge oltre 42.000 iscritti R FOCUS SPECIALE crisi ancora “morde”, contesto politico barcolla, alta l’attenzione sul governo degli ingegneri e cambiamento Un CNI eletto per dare risposte In USA volano le infrastrutture Eucentre per ricostruire la sicurezza Ancora trattative consultazioni? I pareri degli Ordini dopo l’esito del referendum del dicembre Newsletter Programma Corsi di Aggiornamento Professionale QUOTA RINNOVABILI EDIFICI obblighi e proroghe SCIA, operativo il modello unico Tutti rinvii SPECIALE MILLEPROROGHE Top infrastrutturemegadel 2016 LA RIVISTA PER PROGETTARE LA SMART INDUSTRY Organo ufficiale Confapi INFORMAZIONE TECNICO SCIENTIFICA PER LE PMI www.rivistainnovare.it –------d u o---www.ammonitore.com MENSILE DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PER IL MECCATRONICO www.MTEDocs.it INFORMAZIONE TECNICHE PER L’AUTORIPARAZIONE MECCANICA&AUTOMAZIONE PERIODICO BUSINESS TO BUSINESS NEL MONDO DELL’INDUSTRIA MECCANICA E DELLE MACCHINE UTENSILI per settore Lamiera IN QUESTO NUMERO Gianfranco Carbonato, www.meccanica-automazione.com IL PORTALE CHE TI GUIDA VERSO LA SMART INDUSTRY TUTTI VOLTI E LE AZIENDE DELLA MECCATRONICA www.terminidellameccanica.com IL TRADUTTORE MULTILINGUE DELLA MECCATRONICA URBAN & PARTNER MILANO (I) WRODAW (PL) GALLARATE (I) PIACENZA (I) TIRANA (AL) SARAGOZZA (ES) MILANO (I) Quine srl Via G. Spadolini, 7 20141 Milano - Italia Tel. +39 02 864105 Fax. +39 02 70057190 YOUR INFORMATION PARTNER QUINE COLLABORA CON: www.quine.it Organo ufficiale ANGAISA LA VOCE PIÙ AUTOREVOLE DEL SETTORE IDROTERMOSANITARIO #251 BOSELLI Bosch riparte CLASSIFICHE 2015 Produttori e distributori: ce la si può fare! ANTONIO DISTRIBUZIONE bagno che FOCUS Un anno logistica CONNECTION www.bluerosso.it LA VOCE AUTOREVOLE DEL CANALE IDROTERMOSANITARIO PIÙ DINAMICA LA PIATTAFORMA ITALIANA DELLA PRODUZIONE MUSICALE E DELL’AUDIO PROFESSIONALE www.audiofader.com WEBSITE AGGIORNATO QUOTIDIANAMENTE MAGAZINE MENSILE DIGITALE IVO GRASSO e MASSIVE ARTS Lo studio di modernoregistrazione SALVATORE ADDEO L’amore per l’SSL principi programmazione AVID PRO TOOLS DOCK IL PUNTO DI RIFERIMENTO PER CHI OPERA NEL CAMPO DELLA PULIZIA INDUSTRIALE, SANIFICAZIONE E FACILITY MANAGEMENT www.pulizia-industriale.it DA 50 ANNI LA VOCE AUTOREVOLE DEL CLEANING www.casaeclima.com L’INFORMAZIONE EFFICIENTE, COMPLETA E IN TEMPO REALE OLTRE 200.000 UTENTI MESE Organo ufficiale FINCO LA RIVISTA CHE HA PORTATO LA PROGETTAZIONE SOSTENIBILE IN ITALIA UNA SCELTA A SCUOLA DI EFFICIENZA Per PENSARE, PROGETTARE COSTRUIRE SOSTENIBILE www.commercioelettrico.com Organo ufficiale FME IL BUSINESS MAGAZINE DEI DISTRIBUTORI E GROSSISTI DI MATERIALE ELETTRICO PERIODICO D’INFORMAZIONE E ARCHITETTI L’AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE VIA MAIL raggiunge oltre 42.000 iscritti FOCUS eletto per dare risposte USA volano le infrastrutture per ricostruire la sicurezza trattative consultazioni? Newsletter RINNOVABILI EDIFICI proroghe modellooperativo unico Tutti rinvii SPECIALE MILLEPROROGHE Top infrastrutturemegadel 2016 LA RIVISTA PER PROGETTARE LA SMART INDUSTRY Organo ufficiale Confapi INFORMAZIONE TECNICO SCIENTIFICA PER LE PMI www.rivistainnovare.it MENSILE PER LA SUBFORNITURA E LA PRODUZIONE INDUSTRIALE –----------–-----p d---www.ammonitore.com MENSILE DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PER IL MECCATRONICO www.MTEDocs.it INFORMAZIONE TECNICHE PER L’AUTORIPARAZIONE MECCANICA&AUTOMAZIONE PERIODICO BUSINESS TO BUSINESS NEL MONDO DELL’INDUSTRIA MECCANICA E DELLE MACCHINE UTENSILI #4maggio 2016 STORIA DI COPERTINA IN QUESTO NUMERO Generative design, come cambierà mondo Sempre più al centro www.meccanica-automazione.com IL PORTALE CHE TI GUIDA VERSO LA SMART INDUSTRY TUTTI VOLTI E LE AZIENDE DELLA MECCATRONICA URBAN & PARTNER MILANO (I) WRODAW (PL) GALLARATE (I) PIACENZA (I) TIRANA (AL)
Testata
SOMMARIO
ANNO 33 N.3 APRILE 2024
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IL CONVEGNO SUL PULITO PROFESSIONALE

SAVE THE NEW DATE 9 - 10 OTTOBRE 2024

IL CONV EGNO SUL PULITO PROFE S SION ALE

TORNA IL CONVEGNO DIGITALE

DEDICATO ALLA CULTURA DEL PULITO

Il 9 e 10 ottobre 2024 i massimi protagonisti di un settore in rapida evoluzione - professionisti, aziende e stakeholder - sotto la spinta dell’innovazione digitale, del green e delle tecnologie 4.0 si incontreranno per un confronto aperto e stimolante sulle principali sfide che attendono il mondo del Professional Cleaning

SAVE THE DATE 18 - 19 SE TTEMBRE 2024

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Organizzato da
A IL CONV EGNO DIGI
TORN
DIGITALE 2024 20 24 28 30 10 Il settore del pulito professionale Maurizio Pedrini Service Robot a cura di Cristina Cardinali Il successo nei team aziendali? Collaborare con piacere, non per dovere Marco Monti e Fabrizio Pirovano Manutenzione
relazioni. Possiamo difendere
Franco
News & Eventi a cura
PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE INDICE INSERZIONISTI Adiatek I Copertina Arco Chimica II Copertina Arexons S 6 Convegno CleaningPiù 6 Essecinque S 19 Falpi S 4 Filmop S 39 Hygenia S I Copertina Industrie Celtex S 3 IPC Tools S 11 Makita S 35 Paperdì 4 Paredes S 25 Polychim S 13 RG Strumenti S 21 Rubino Chem S II Copertina TTS System S 47 SOMMARIO INNOVAZIONE COSA SARÀ MARKETING RUBRICA 20 24 30
delle
il vero patrimonio?
Cesaro
di Simone Ciapparelli

Pulizia e Intelligenza Artificiale: amiche o nemiche?

Uno spettro si aggira per le aziende italiane d’ogni settore: quello dell’intelligenza artificiale. Sembra proprio che la “paura” per la IA sia principalmente legata al nome, che evoca ancestrali fobie, come se già dagli anni Ottanta, con l’avvento dei primi PC, questa forma di intelligenza non fosse entrata prepotentemente a far parte del nostro vivere quotidiano.

In realtà l’interesse della specie umana per questo fenomeno si perde nella notte dei tempi: almeno a partire dal primo secolo a.C. l’uomo è stato infatti affascinato dalla possibilità di creare macchine capaci di simulare il funzionamento del cervello umano. Anche se il termine intelligenza artificiale è stato coniato per la prima volta nel 1955 da John McCarthy, la sua data di nascita ufficiale risale al 1956, l’anno del famoso seminario estivo tenutosi presso il Dartmouth College di Hanover nel New Hampshire, durante il quale la nuova disciplina venne fondata programmaticamente, a partire dalla raccolta dei contributi sviluppati in precedenza e in direzione delle potenzialità future. Questa data di nascita convenzionale, sulla quale l’intera comunità scientifica concorda, potrebbe far pensare che la questione delle origini si possa considerare risolta.

diversi campi, trasformando settori dall'assistenza personale al mondo industriale. Grandi aziende come IBM, Microsoft, Facebook, Google e Amazon appaiono pioniere nel suo impiego, spingendo costantemente l'innovazione oltre i confini tradizionali. Quali sono le ricadute dell’IA nel comparto delle pulizie professionali? Oggi, come ben sappiamo, le imprese di pulizia sono chiamate a rendere più incisivi, efficienti e green gli interventi nei cantieri, migliorando le condizioni di lavoro dei propri dipendenti.

Ma così non è, in quanto parlando di storia dell’intelligenza artificiale, non si comincia descrivendo gli sviluppi successivi al 1956, ma si fa riferimento anche alla cibernetica e all’avvento dei primi calcolatori elettronici. Si citano inoltre Charles Babbage e la sua macchina analitica, Gottfried Wilhelm Leibniz e il suo progetto di meccanizzare la ragione, risalendo fino alla macchina logica di Raimondo Lullo e agli automi semoventi di Erone di Alessandria. In realtà, l’intelligenza artificiale, nata come disciplina scientifica a metà del secolo scorso, è oggi una grande sfida tecnologica che apre nuovi scenari per le imprese in qualsiasi ambito economico-produttivo. L'IA trova infatti applicazioni in

Partiamo, non a caso, proprio dagli operatori, quegli umili e preziosi pulitori che tanto ci stanno a cuore. Un aspetto decisamente importante, nel campo della sua possibile e auspicabile applicazione è, per esempio, quello che investe il tema – di drammatica attualità – della sicurezza e prevenzione degli infortuni: l’IA può infatti contribuire in maniera rilevante a favorire un ambiente di lavoro più sicuro per i dipendenti, individuando tempestivamente i rischi per la salute e la sicurezza. Inoltre l’IA può essere usata per ridurre i costi e migliorare la sostenibilità, ottimizzando l'utilizzo delle risorse come l'acqua e l'energia . L'IA può garantire un concreto aiuto alle imprese di pulizia che desiderino gestire meglio la propria forza lavoro, monitorando e analizzando in tempo reale i dati sulle prestazioni dei dipendenti, aiutandole così a identificare quelli più produttivi e premiarli di conseguenza. Può inoltre essere adoperata per migliorare la comunicazione tra le imprese di pulizia e i propri clienti, ad esempio attraverso programmi di feedback automatici .

Di fatto, nel settore delle pulizie, l’IA si offre potenzialmente anche quale insostituibile partner, mettendo a disposizione delle imprese tutta una serie di preziose innovazioni, potenzialmente in grado di migliorare l’efficienza e la qualità del servizio: dai robot aspirapolvere a tutta una gamma di avanzati sistemi di gestione automatizzata. Sen-

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IN PRIMO PIANO

za contare, sempre sul piano dell’efficienza, che l'IA può aiutare le imprese di pulizia a pianificare e gestire meglio le loro operazioni quotidiane. Mediante l'uso di sensori e tecnologie di riconoscimento, l’IA è in grado di analizzare i dati sui flussi di persone e le aree più trafficate in un edificio, indirizzando le imprese a definire programmi di pulizia sempre più mirati e produttivi. Infine: l’aspetto pratico forse più stimolante, connesso alla qualità del servizio di pulizia offerto alla clientela. Le imprese di pulizia possono utilizzare l'IA per monitorare le attività di pulizia in tempo reale e garantire che tutte le aree trattate vengano pulite correttamente, impiegando al meglio tecnologie d’avanguardia come la visione artificiale. Insomma, le possibilità di miglioramento dei servizi, business e crescita legate all’impiego dell’IA per qualsiasi impresa di pulizia che investa con convinzione su questa nuova strada appaiono davvero degne della massima considerazione. È inutile nascondere però, come accennavamo all’inizio, che nel nostro settore, come in tanti altri, quando si parla di IA, serpeggi nell’aria la preoccupazione che le macchine possano condizionare negativamente o, addirittura, sostituire il lavoro umano. La risposta, a ragion veduta, deve

essere confortante, proprio perché crediamo nella centralità della persona, quale valore fondante della cultura cristiana europea e occidentale. Siamo convinti che l’IA sia destinata a potenziare le capacità umane lavorative, in quanto le soluzioni robotiche, nel settore delle pulizie, non solo semplificano i processi, ma permettono anche agli operatori di focalizzarsi su compiti di maggiore valore, migliorando la qualità della vita e il lavoro dei “pulitori”. Per il comparto delle pulizie si prospetta con fiducia, un futuro orientato alla riduzione degli impatti, al miglioramento delle condizioni di lavoro, all’allungamento della vita utile del prodotto attraverso l’analisi dei dati.

La tecnologia dell’IA sarà dunque destinata ad apportare reali benefici, senza avvilire il lavoro dell’uomo , ma aiutandolo anzi a vivere, lavorare, e stare meglio. Con la segreta ma fondata speranza che possa essere un vero protagonista del processo di pulizia, finalmente riconosciuto dalla società con tutta la dignità insita nel suo ruolo civile e sociale, prima ancora che lavorativo. Un compito insostituibile, che mai potrà essere sostituito da una macchina, per quanto evoluta, iper tecnologica e super sofisticata possa essere!

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A Bari un corso sulle terapie digitali

Si è tenuto venerdì 5 aprile, presso l’Hotel Excelsior di Bari, il corso Residenziale di aggiornamento Terapie digitali: un’opportunità per l’assistenza domiciliare del paziente cronico organizzato da SIFO (Società Italiana Farmacia Ospedaliera). “Le terapie digitali, pur non essendo farmaci nel senso convenzionale del termine, possono essere somministrate e prescritte dopo essere passate da un rigoroso percorso sperimentale - spiega Maria Ernestina Faggiano (tesoriere SIFO e moderatrice della sessione inaugurale dell’evento) - L’attenta osservazione e

l’esperienza del Farmacista Ospedaliero, attraverso una specifica azione formativa, potrà contribuire all’inquadramento legislativo di tali terapie, la cui classificazione non è ancora completamente chiara. L’evento nazionale di Bari, dunque, ha permesso di aggiornare i colleghi che si troveranno a gestire tali prodotti terapeutici. Prodotti che, tra l’altro, sono capaci di generare velocemente dati di real world evidence dando la possibilità di migliorare la terapia e l’aderenza, realizzando, nel contempo, beneficio per il paziente e per il SSN”. Il programma del Corso ha pre-

SALUTE DIGITALE, OMS LANCIA SARAH PROTOTIPO DI IA GENERATIVA

In vista della Giornata mondiale della salute, incentrata sul tema ‘My Health, My Right’, l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) annuncia il lancio di Sarah, un prototipo di promotore della salute digitale con una risposta empatica potenziata alimentata dall’intelligenza artificiale generativa. Sarah, comunica l’Oms, è uno Smart AI Resource Assistant for Health che rappresenta un’evoluzione degli avatar di informazioni sanitarie basati sull’intelligenza artificiale, utilizzando nuovi modelli linguistici e tecnologie all’avanguardia. È in grado di coinvolgere gli utenti

24 ore su 24 in 8 lingue su più argomenti di salute, su qualsiasi dispositivo. “Il futuro della salute è digitale e sostenere i paesi nello sfruttare la potenza delle tecnologie digitali per la salute è una priorità per l’Oms - ha dichiarato il Dg dell’Organizzazione Tedros Adhanom Ghebreyesus - Sarah ci dà un’idea di come l’intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzata in futuro per migliorare l’accesso alle informazioni sanitarie in modo più interattivo. Invito la comunità di ricerca ad aiutarci a continuare a esplorare come questa tecnologia possa ridurre le

visto un saluto introduttivo del sottosegretario Marcello Gemmato, a cui sono seguite tre sessioni formative: una di impostazione complessiva (in cui sono intervenuti Eugenio Santoro, esperto del Mario Negri e Alberta Spreafico, esperta della materia e rappresentante dell’Associazione Scientifica per la Sanità Digitale-ASSD). Quest’ultima, alla domanda sul cosa significhi parlare oggi di Sanità digitale davanti ad una platea di farmacisti ospedalieri e come si sta muovendo ASSD per una diffusione di una cultura della sanità digitale tra le professioni sanitarie,

disuguaglianze e aiutare le persone ad accedere a informazioni sanitarie aggiornate e affidabili”. Sarah è ora alimentata dall’intelligenza artificiale generativa piuttosto che da un algoritmo o script preimpostato, che la aiuta a fornire risposte più accurate in tempo reale. Partecipa a conversazioni dinamiche e personalizzate su larga scala che rispecchiano in modo più accurato le interazioni umane e forniscono risposte sfumate ed empatiche agli utenti in un ambiente privo di giudizi. La tecnologia è supportata da Soul Machines Biological AI. Fonte: Sanità33

risponde: “La Sanità Digitale rappresenta un’importante opportunità per l’evoluzione ed il potenziamento dei servizi sanitari. Tra le molte tecnologie innovative, in ottica di sanità pubblica, sono di particolare rilevanza i Dispositivi Medici Digitali, intesi come software di sicurezza e accuratezza certificata e di comprovata efficacia clinica, come ad esempio le Terapie Digitali. Credo che la sfida e l’opportunità consista soprattutto nella loro integrazione equa e sistemica, realizzabile solo coinvolgendo tutti gli attori dell’ecosistema salute e innovazione. La società scientifica ASSD si impegna per promuovere la cultura e l’advocacy digitale co-partecipata, rappresentata anche dalla multiprofessionalità dei nostri soci.”

Le altre Sessioni centrali dell’evento pugliese sono state quella Clinica e quella Regolatoria. Il Corso, a cui ha partecipato anche il rappresentante SIFO Puglia Renato Lombardi, si è concluso con gli interventi del presidente SIFO, Arturo Cavaliere (Ruolo del Farmacista nella Digital Medicine), di Filippo Rumi ed Emilia Laudati (Valutazione delle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale) e con una tavola rotonda finale che farà sintesi della relazione tra terapie digitali e ruolo dei farmacisti ospedalieri nella “rivoluzione” rappresentata dalla digitalizzazione della sanità.

10 DIMENSIONE PULITO | 03/2024
NEWS

Alimentaria & Hostelco 2024 un’edizione globale

Si è conclusa il 21 marzo Alimentaria & Hostelco, fiera spagnola del food & beverage alla quale hanno partecipato più di 3.200 aziende espositrici provenienti da 68 Paesi. L’evento ha chiuso registrando la visita di 107.900 professionisti, il 25% dei quali provenienti da 120 Paesi esteri. Con un impatto economico stimato di 180 milioni di euro, le cifre di Alimentaria & Hostelco riflettono la forza dell’evento, che ha occupato quasi 100.000 m2 di spazio espositivo netto, quasi tutti nella sede della Gran Vía della Fira de Barcelona. Ancora una volta, Alimentaria & Hostelco si è affermata come evento strategico per l’internazionalizzazione delle aziende partecipanti. Questa edizione ha visto la partecipazione di oltre 900 aziende internazionali, delle quali la maggior parte sono state aziende italiane. Molte anche quelle di provenienza asiatica, soprattutto da Cina, Corea del Sud e Thailandia. La fiera ha permesso di rafforzare la complementarietà dei settori rappresentati e offrire una grande piattaforma d’affari per i suoi professionisti. Tra i partecipanti, 2.200 importanti buyer invitati da mercati strategici per l’esportazione di attrezzature alimentari e per l’ospitalità, come l’Unione Europea, gli Stati Uniti e l’America Latina, che hanno partecipato a circa 13.500 incontri con le aziende.

ALIMENTI FUNZIONALI E INTELLIGENZA ARTIFICIALE

L’innovazione in campo alimentare, la gastronomia e l’ascesa delle proteine, così come le ultime tendenze nel settore dell’ospitalità, sono state le caratteristiche principali del programma di oltre 350 attività di Alimentaria & Hostelco, a cui hanno partecipato quasi 700 prestigiosi esperti e chef.

Si conferma un grande trend quello della trasformazione digitale che sta trasformando il settore ed è stato pos-

sibile scoprire come le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale siano integrate nell’industria e nei servizi con robot e nuove soluzioni che ottimizzano la gestione dei ristoranti e delle risorse, la manutenzione, il servizio clienti e la sostenibilità.

La prossima edizione di Alimentaria & Hostelco si terrà dal 23 al 26 marzo 2026 presso la sede della Gran Via.

11 DIMENSIONE PULITO | 03/2024
EVENTI

Ridurre gli oneri amministrativi e normativi per l’industria delle pulizie e del facility

Presentato a Bruxelles un Manifesto di otto priorità su cui dovranno lavorare i nuovi Organismi Dirigenti dell’UE

Maurizio Pedrini

12 DIMENSIONE PULITO | 03/2024
OSSERVATORIO EUROPEO

L'industria europea delle pulizie ha presentato il 6 marzo scorso a Bruxelles il suo Manifesto per il prossimo ciclo istituzionale. L’EFCI, la federazione europea che rappresenta l'industria delle pulizie e del facility management, ha infatti organizzato un riuscito evento per presentare il suo Manifesto in vista delle elezioni europee del prossimo giugno. Più di 50 ospiti, tra cui politici, rappresentanti della comunità imprenditoriale e delle organizzazioni delle parti sociali, si sono riuniti nella capitale del Belgio per partecipare alla presentazione di questo documento, che illustra i punti che l'industria richiede agli eurodeputati (MEP) per ottenere risultati nella prossima legislatura dell'UE. Le otto priorità coprono diversi ambiti politici, ugualmente rilevanti per garantire che l'industria della pulizia possa continuare a contribuire alla crescita economica, alla prosperità e al benessere collettivo dell'Europa. Il presidente

dell'EFCI Lorenzo Mattioli ha aperto l'evento offrendo ai presenti una dettagliata presentazione dei diversi punti, che vanno dalla revisione delle norme sugli appalti pubblici alla creazione di un portfolio speciale all'interno della Commissione europea dedicato ai servizi ad alta intensità di lavoro; dall'adozione di un approccio più equilibrato alla legislazione che riduca gli oneri amministrativi e normativi superflui al riconoscimento del contributo del settore delle pulizie alle future politiche dell'UE in materia di salute pubblica ed efficienza energetica. Dopo questa presentazione, gli eurodeputati De Meo (PPE) e Fidanza (ECR) hanno preso la parola - rispettivamente tramite un video-messaggio e in presenza - per esprimere il loro sostegno alle priorità sollevate nel Manifesto dall'industria. In particolare, l'eurodeputato De Meo ha sottolineato la necessità di un nuovo approccio nel corso della prossima legislatura, che

possa guardare con maggiore pragmatismo e una visione meno ideologica alle sfide dell'impresa in Europa, mentre l'eurodeputato Fidanza si è concentrato sulle prospettive di un diverso approccio ai temi ambientali e di una maggiore attenzione alle esigenze delle PMI. L'eurodeputato Fidanza ha infine concordato sulla necessità che la prossima Commissione tenga in debito conto la specificità del settore dei servizi ad alta intensità di lavoro, creando strutture adeguate (sia a livello collegiale che operativo) che consentano un'interazione politica più semplice e immediata. Nella seconda parte dell'evento di presentazione, i rappresentanti dell'industria e delle associazioni aderenti all'EFCI hanno partecipato ad un panel meeting (moderato da Dave Keating, corrispondente da Bruxelles di France 24) scambiando in modo approfondito le diverse priorità identificate nel Manifesto, evidenziando le questioni comuni al resto del mondo

13 DIMENSIONE PULITO | 03/2024

La Federazione Europea che rappresenta l'industria delle pulizie e del facility management in Europa, con oltre 350.000 aziende che impiegano 3,7 milioni di lavoratori e generano un fatturato di 120 miliardi di euro. L'EFCI riunisce le associazioni impegnate a dar voce all'industria a livello nazionale e i suoi membri rappresentano le

imprenditoriale dell'UE e portando avanti le specificità dell'industria delle pulizie. Tra i relatori c'erano Philippe Jouanny, presidente dell'associazione francese FEP, Avril McCarthy, presidente dell'associazione irlandese

Il presidente della Federazione che dà voce all’industria del cleaning e del facility management in Europa, Lorenzo Mattioli, traccia un positivo bilancio dell’incontro dedicato alla presentazione del Manifesto.

Dottor Mattioli, è soddisfatto dell’evento? Quali sono gli elementi positivi emersi da questo importante appuntamento?

“Si, mi ritengo particolarmente soddisfatto dalla riuscita dell’evento. Non solamente in termini di numeri, ma anche – e soprattutto – in termini di importanza e varietà dei partecipanti: abbiamo potuto contare sulla presenza di rappresentanti del mondo imprenditoriale europeo, espressione di settori altri dal nostro; del mondo sindacale e di quello delle istituzioni, europee e nazionali. Abbiamo il dovere di parlare sempre di più al di fuori del nostro circolo ristretto di “addetti ai lavori”, per far capire ai nostri stakeholders quali sono le specificità del nostro settore e i suoi bisogni, a Bruxelles come nelle

aziende le cui attività sono elencate nel codice NACE 81.2: "Attività di pulizia". L'EFCI è un'organizzazione di parti sociali europee, riconosciuta dalla Commissione europea come rappresentante dei datori di lavoro nel dialogo sociale settoriale europeo per la pulizia industriale. In questo contesto, collabora attivamente con la sua controparte UNI Europa discutendo e avanzando su questioni di interesse comune e di rilevanza per il settore.

Contract Cleaning Association, Tanja Cujic, membro del consiglio direttivo dell'associazione tedesca delle imprese di pulizia BIV e il presidente Mattioli. Il dibattito è stato arricchito da una serie di interventi finali

interattivi da parte del pubblico, che hanno fornito spunti molto interessanti su una prospettiva più ampia e la dimostrazione di quanto l'industria delle pulizie sia strettamente interconnessa con il resto dell'economia. A conclusione dell'incontro, il direttore generale dell'EFCI Matteo Matarazzo ha illustrato le prossime tappe dell'attività pubblica dell'EFCI in vista delle elezioni e del nuovo ciclo politico dell'UE: una di queste iniziative sarà l'evento LIFE, che riunirà le diverse forze e gli attori che fanno parte del settore delle pulizie dell'industria e degli impianti ad alta intensità di lavoro in Europa. Paolo Valente, vicepresidente della Fondazione LIFE, ha infine potuto spiegare più in dettaglio le motivazioni di questo evento e invitare tutti i partecipanti all'edizione di novembre a Bruxelles.

nostre rispettive capitali nazionali. E, da ultimo, sono lieto di notare il supporto che abbiamo ricevuto dal mondo della politica, dimostrato dagli interventi dei deputati De Meo e Fidanza; testimonianze di ascolto e disponibilità che si aggiungono alle altre – trasversali a tutte le sensibilità politicheche abbiamo avuto nel corso di questo ultimo anno. EFCI dimostra di essere

un interlocutore serio e vede riconosciuto il suo ruolo di stakeholder da parte del mondo politico europeo.”

Il manifesto che avete presentato è articolato in vari obiettivi strategici: quali sono assolutamente prioritari per il settore e perché?

“I punti indicati nel Manifesto sono tutti, per il rispettivo ambito di rilievo, centrali per permettere alla nostra industria di continuare a lavorare nelle migliori condizioni. Tra questi però uno è probabilmente quello centrale, su cui poggiano le altre priorità: quello della revisione delle norme sugli appalti pubblici. Anche a Bruxelles affrontiamo la stessa campagna che ci vede impegnati a Roma per chiedere nuove regole per la committenza pubblica, che spazzino via una volta per tutte il principio del costo più basso come criterio principale di attribuzione, mettendoci in condizione di diventare motore di innovazione, qualità e sempre crescente sostenibilità sociale e ambientale nel nostro lavoro. E anche se le

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OSSERVATORIO EUROPEO
Lorenzo Mattioli, Presidente EFCI

norme sugli appalti pubblici sono per larga parte decise dai governi nazionali, possiamo e dobbiamo intervenire a Bruxelles per far si che alcune ‘storture’ – come ad esempio in materia di revisione dei prezzi – siano eliminate alla radice, contribuendo così a creare migliori condizioni di concorrenza.”

Cosa significa per la vostra Federazione Europea avanzare verso la transizione ambientale con misure assunte, da parte dell’UE, che siano concretamente favorevoli alle imprese di pulizia e Facility Management: potrebbe farci qualche esempio?

“Il tema delle modalità con cui l’Europa dovrà continuare sulla strada della transizione ecologica è ovviamente trasversale al mondo dell’economia; abbiamo visto di recente come per primo il settore dell’agricoltura si sia espresso contro alcune norme ambientali il cui impatto avrebbe comportato un peggioramento delle condizioni di lavoro, una riduzione della competitività e delle prospettive di crescita. Se la sostenibilità ambientale rappresenta una prospettiva di sviluppo dalla quale non è più possibile prescindere, occorre però che le scelte della politica siano guidate da considerazioni tecniche e di fattibilità, e non da obiettivi di natura più ideologica. La transizione ambientale della nostra industria è già avviata, ad esempio rispetto al consumo di acqua, o di ricorso a prodotti di detergenza più rispettosi dell’ambiente, ma occorre proseguire tenendo a mente la fattibilità tecnica e i risvolti operativi delle scelte regolamentari: ad esempio la questione dell’uso dei prodotti biocidi, fondamentali per garantire l’igiene assoluta in determinati contesti operativi, richiede una regolamentazione migliore e più adatta delle attuali applicazioni previste dalle “EcoLabel”. Possiamo fare molto per contribuire agli obiettivi della transizione ambientale, anche rispetto alle attività ‘accessorie’ del nostro lavoro; ma occorre in

primo luogo un approccio premiale del legislatore – e non punitivo – e un orizzonte regolamentare stabile.”

Più in generale, il Manifesto chiede che venga finalmente riconosciuto il “peso” economico e sociale del comparto pulizie e FM nelle azioni politiche dell’Unione Europea, con particolare riguardo all’efficienza degli edifici e sulla gestione degli impianti. È un traguardo ambizioso ma raggiungibile, a quali condizioni? “Malgrado la sua centralità, e nonostante la dimostrazione di grande tecnicità e professionalità del nostro mondo fornita dalla pandemia, la percezione collettiva della reale natura del nostro lavoro è ancora molto parziale e semplicistica, limitata allo svolgimento di attività a basso valore aggiunto. Nella realtà, le nostre procedure sono sempre più informatizzate a automatizzate, e i nostri interventi si inseriscono sempre più nel quadro più ampio di una gestione integrata del facility: i nostri operatori, ad esempio, utilizzano sempre più spesso macchine in grado di raccogliere informazioni ambientali sulle aree in cui intervengono, o sui consumi di determinati materiali o di risorse come acqua ed energia. Questo è solo un esempio delle nuove potenzialità dell’industria, che presenteremo al legislatore perché possa coglierne l’importanza.”

Nonostante la dimostrazione di grande tecnicità e professionalità del nostro mondo fornita dalla pandemia, purtroppo la percezione collettiva della reale natura del nostro lavoro è ancora molto parziale e semplicistica

Ci sono altri aspetti rilevanti del Manifesto che, a suo parere, vanno evidenziati con adeguata attenzione?

“Mi preme includere in questo contesto il tema delle competenze, perché può essere la chiave attraverso la quale rinforzare l’attrattività del nostro settore.

Quello del cleaning è un ambito occupazionale di ‘predilezione’ per categorie di lavoratori particolari, con poche competenze professionali. Per molti di questi lavoratori, sono le nostre imprese a fornire un primo processo di formazione professionale che, per quanti di loro provengono dall’immigrazione, include elementi di ordine sociale, come l’insegnamento della nostra lingua. Per questo abbiamo bisogno di un sistema di formazione professionale che faciliti il riconoscimento delle competenze ‘informali’, apprese sul luogo di lavoro e non necessariamente certificate ufficialmente, così da permettere a chi lavora con noi di poter dimostrare di possedere determinate competenze professionali utilizzabili anche in futuro.”

Quali saranno le prossime tappe dell’attività pubblica dell’EFCI in vista del nuovo ciclo politico dell’UE?

“Inizia adesso il tempo della campagna elettorale, e il mondo istituzionale è concentrato – come è inevitabile –sulla definizione degli assetti politici futuri. Entro il mese di giugno dovrebbe conoscersi la composizione delle varie Commissioni parlamentari, e sarà a quel momento che prenderemo contatto con i nuovi eletti per presentare la nostra associazione e i nostri obiettivi. Contiamo inoltre di partecipare all’organizzazione della prossima sessione dell’evento LIFE organizzato dalla Fondazione LIFE, che è prevista per il prossimo novembre, quando la nuova Commissione dovrebbe già essere insediata. In quel contesto porteremo di nuovo al centro del dibattito il nostro Manifesto, che presenteremo ai nuovi referenti istituzionali per illustrare loro le nostre esigenze, ed avviare con loro un dialogo costruttivo.”

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Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

I rischi di infortunio durante l’attività lavorativa sono molteplici, per la diminuzione del fenomeno le imprese dovrebbero continuare a elevare la cultura della sicurezza dei propri lavoratori, aumentandone la sensibilità e la percezione del rischio, investendo in formazione e informazione, anche oltre gli obblighi di legge

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IMPRESE DI PULIZIA

Dall’accordo tra Inail e Confimi Industria, con la collaborazione di Afidamp, nasce un corposo documento che mira alla realizzazione di iniziative informative e formative, finalizzate alla promozione dei valori della cultura della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro su specifiche tematiche che accrescano le conoscenze e le competenze dei professionisti, delle imprese e dei lavoratori che operano all’interno delle diverse realtà produttive.

GLI INFORTUNI

Si considera infortunio, ai fini della tutela assicurativa obbligatoria, ogni evento avvenuto per causa violenta in occasione di lavoro, da cui sia derivata la morte o un'inabilità permanente al lavoro, assoluta o parziale, ovvero un'inabilità temporanea assoluta che comporti l'astensione dal lavoro per più di 3 giorni. L’infortunio, deve essere “denunciato” entro tre giorni escluso quello dell’evento.

La “definizione amministrativa” di un

infortunio o di una malattia professionale può essere, “positiva”, quindi rientra nella tutela assicurativa, “negativa” o “in franchigia”. I casi positivi possono poi dare luogo o meno a un indennizzo.

Nella figura 2 sono illustrati gli infortuni denunciati per modalità accadimento, in itinere, quindi, infortuni occorsi durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro, e in occasione di lavoro. Come si può notare dall’esame dei dati, gli infortuni, sia in occasione di lavoro che in itinere, sono rimasti sostanzialmente invariati nel quadriennio 2016/2019, presentando poi una diminuzione nel 2020 nell’ordine del 9,6% nel complesso (-23,1% per gli itinere, -5,9% in occasione di lavoro) per le misure di restrizione imposte dal governo

ai fini del contenimento dell’epidemia da Covid-19 che hanno ridotto nel settore, così come in altre realtà lavorative, l’esposizione a rischio di infortuni. Dati confermati anche dall’analisi degli infortuni definiti positivamente (vedi figura 3). Con riferimento agli infortuni in itinere (il 21% del totale dei denunciati e il 18% dei definiti positivi) è chiaro che molte delle attività preventive messe in atto nei luoghi di lavoro non possono avere piena efficacia proprio in considerazione della natura e delle cause che li caratterizzano (distanza casa/lavoro, qualità dei servizi pubblici, stato delle strade, ecc.).

Dall’analisi per qualifica professionale, gli infortuni definiti positivi in occasione di lavoro avvengono per oltre il 40% ad addetti con mansioni di pulizia di interni e di pulizia di locali; il dato sconta la presenza di un maggior numero di lavoratori in queste categorie che potremmo definire più “generiche”. Seguono: addetti impiegati specificatamente in igienizzazione di edifici (13,7%), in pulizie in ospedali e ambulatori (10,9%), pulizie negli stabili e negli uffici, rispettivamente con l’8,8% e il 7,2%.

Considerata la numerosità degli eventi è, quindi, importante focalizzare l’attenzione su queste mansioni se si vuole ottenere una diminuzione quantitativamente significativa degli infortuni (vedi figura 1).

Dall’analisi degli infortuni per grado di menomazione, l’85% degli infortuni non presentano alcuna menomazione, l’8,7% registra un grado tra l’1% e il 5%, mentre il 5,2% tra il 6% e il 10%. Questo comporta che oltre il 99% degli infortuni, ha registrato un grado di menomazione nullo o inferiore all’11%, quindi di entità ridotta. Tra gli infortuni più gravi lo 0,9% presenta un grado di menomazione superiore o uguale al 25%.

Questa analisi dovrebbe far riflettere su come, se da un lato sia necessario continuare a porre attenzione alle attività ad alto rischio (che con maggiore probabilità provocano infortuni gravi), dall’altro lato, considerata la loro numerosità,

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Figura 1: infortuni definiti positivamente in occasione di lavoro per qualifica professionale – Anni di accadimento 2016/2020

è molto importante lavorare sulla riduzione degli infortuni “meno gravi”. Osservando l’andamento degli infortuni nel quinquennio per fasce di età è interessante il confronto con il settore manifatturiero nel complesso, dove emerge uno spostamento verso le età più avanzate per il settore delle pulizie: la fascia di età più colpita risulta essere quella 50-54 anni con il 19,6% del totale e con quasi il 46% degli infortuni occorsi a lavoratori ultra cinquantenni. Il tipo di lavoro che prevede sforzi e può portare a volte a movimenti e posture non corrette, potrebbe essere la motivazione di questa maggior tendenza ad infortunarsi per lavoratori non più giovanissimi ed essere un aspetto da attenzionare da parte di ditte e aziende.

Oltre il 60% degli infortuni definiti positivi in occasione di lavoro avviene per schiacciamento (38,9%) e sforzi fisici o psichici (21,2%), questi ultimi strettamente correlati alla tipologia di lavoro che può comportare un sovraccarico biomeccanico. Altra percentuale importante, il 26,5%, è rappresentata

dagli infortuni per contatto con agente contundente (17,2%) e urti da parte di oggetti in movimento (9,2%).

Per quanto riguarda l’analisi della deviazione che causa l’infortunio, si osserva che questi sono causati principalmente da cadute nel 30% dei casi, movimenti probabilmente non corretti (con o senza sforzo fisico) nel 43,4% dei casi o perdita di controllo di qualcosa nell’11,9%. Il 7,4% sono causati dalla rottura, il 5,2% dalla fuoriuscita accidentale di gas, liquidi o solidi, residuali i casi dovuti a sorpresa e violenza e contatto con elementi in tensione o sostanze.

Infine si considerano le malattie professionali, dette anche “tecnopatie”, ossia le patologie che il lavoratore contrae in occasione dello svolgimento dell’attività lavorativa, dovute all’esposizione protratta nel tempo ai fattori di rischio presenti nell’ambiente e nei luoghi in cui opera.

POSSIBILI AZIONI

E AMBITI DI INTERVENTO

I rischi di infortunio durante l’attività

lavorativa sono molteplici, per la diminuzione del fenomeno le imprese dovrebbero continuare a elevare la cultura della sicurezza dei propri lavoratori, aumentandone la sensibilità e la percezione del rischio, investendo in formazione e informazione, anche oltre gli obblighi di legge.

L’addetto alle pulizie è un professionista. La funzione di addetto alle pulizie esige quindi competenze di base manuali. Nella formazione del personale addetto alle pulizie occorre tenere presente che esiste un duplice punto di vista sulla sicurezza:

- la sicurezza del lavoratore che beneficia delle pulizie del luogo di lavoro (fruitore);

- la sicurezza del personale addetto al servizio di pulizia (operatore).

Considerando questo duplice approccio, la formazione che va somministrata al personale addetto al servizio di pulizia va strutturata su due fronti:

1. formazione/addestramento sulle competenze che deve acquisire il personale addetto;

2. formazione/addestramento sulla sicurezza del personale addetto.

La formazione dell’operatore delle pulizie, pertanto, è fondamentale perché garantisce la protezione della salute del lavoratore e dei fruitori.

COMPETENZE DEL PERSONALE ADDETTO ALLE PULIZIE

Il percorso formativo andrebbe strutturato tenendo conto di questi fattori:

• Competenze metodologiche;

• Conoscenza delle attrezzature e delle macchine (manutenzione e utilizzo);

• Ambiente: corretto utilizzo dei prodotti chimici, dei macchinari, delle attrezzature manuali ecc. con attenzione a minimizzare i consumi energetici e di acqua, evitare gli sprechi utilizzando sistemi di dosaggio, corretta gestione dei cicli di ricarica delle batterie delle macchine, minimizzare la quantità di rifiuti, ecc.;

• Risultato: garanzia di un elevato standard igienico

• Controllo: monitoraggio continuo

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IMPRESE DI PULIZIA
Figura 2 Figura 3

del risultato

Da prevedere sessioni periodiche di aggiornamento professionale al variare delle attrezzature utilizzate o delle condizioni.

In ambito Pubblica Amministrazione al personale dedicato alle operazioni di pulizia devono essere erogate almeno 16 ore di formazione e 8 ore di affiancamento in cantiere, in relazione agli argomenti previsti dai Criteri Ambientali Minimi (CAM) “Servizio di pulizia di edifici ed altri ambienti ad uso civile” adottati con DM 29 gennaio 2021 (lett. C, punto 1 “Formazione del personale addetto al servizio”). Qualora il servizio non venga reso da una divisione, un dipartimento o un ramo d’azienda o da un’azienda che abbia ottenuto la licenza di uso del marchio di qualità ecologica Ecolabel (UE), l’impresa o le imprese che eseguono il servizio, entro 60 giorni dall’inizio del servizio, dovranno presentare il proprio progetto e programma di formazione e addestramento del personale erogato secondo quanto indicato nella “verifica”, di cui alla lett. C, punto 1 “Formazione del personale addetto al servizio” del DM 29 gennaio 2021.

SICUREZZA DEL PERSONALE

ADDETTO ALLE PULIZIE

È fondamentale che il datore di lavoro, anche mediante il proprio Servizio di Prevenzione e Protezione, e comunque con il supporto di formatori qualificati e/o personale esperto, provveda alle attività di formazione, informazione e addestramento come previsto dagli artt. 36 e 37 del d.lgs. 81/08 e s.m.i. nonché dagli Accordi Conferenza Stato Regioni e Province autonome sulla formazione.

Per quanto attiene la formazione specifica e l’addestramento alla mansione dei lavoratori del settore pulizie e sanificazioni, nonché ogni altro lavoratore interessato in tali attività in azienda, il documento Inail propone una Guida Tecnica che offre ricchi ed importanti spunti in materia, in particolare per

l’approfondimento delle conoscenze dei lavoratori in merito:

a) Rischio chimico – conoscenza degli agenti chimici utilizzati e capacità di riconoscere i pericoli intrinseci nelle sostanze utilizzate;

b) Rischio biologico – conoscenza di base degli agenti biologici, capacità di riconoscerne la pericolosità in base alla classificazione e dove possono essere presenti;

c) DPI – da rischio infortunistico, chimico e biologico. Uso corretto del DPI e relativo smaltimento;

d) Procedure operative corrette per lavorare in sicurezza nel settore della pulizia e sanificazione, nonché principali misure di prevenzione e protezione da adottare;

e) Importanza della sorveglianza sanitaria.

Si riepilogano di seguito alcuni obblighi del datore di lavoro, sanciti dal del d.Lgs. 81/08 e s.m.i., riguardo l’informazione dei lavoratori, riservandoci di dedicare ampio spazio a queste tematiche nei prossimi numeri della rivista.

INFORMAZIONE

AI LAVORATORI ART. 36

Il datore di lavoro provvede affinché ciascun lavoratore riceva una adeguata informazione:

• sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro connessi all'attività dell'impresa

in generale;

• sulle procedure che riguardano il primo soccorso, la lotta antincendio, l’evacuazione dei luoghi di lavoro;

• sui nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure di primo soccorso e prevenzione incendi;

• sui nominativi del responsabile e degli addetti del servizio di prevenzione e protezione e del medico competente. Il datore di lavoro provvede altresì affinché ciascun lavoratore riceva una adeguata informazione:

• sui rischi specifici cui è esposto in relazione all’attività svolta, le normative di sicurezza e le disposizioni aziendali in materia;

• sui pericoli connessi all’uso delle sostanze e delle miscele pericolose sulla base delle schede dei dati di sicurezza previste dalla normativa vigente e dalle norme di buona tecnica;

• sulle misure e le attività di protezione e prevenzione adottate.

Il contenuto dell’informazione deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori e deve consentire loro di acquisire le relative conoscenze. Ove l'informazione riguardi lavoratori immigrati, essa avviene previa verifica della comprensione della lingua utilizzata nel percorso informativo.

Fonte: La sanificazione nel post pandemia. La standardizzazione dei processi. Inail 2023; collana Salute e sicurezza.

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Il settore del pulito professionale

Da AFIDAMP Linee guida e certezze agli associati e all’intero settore. A colloquio con Alessandro Panico, coordinatore del Gruppo di lavoro Affari Internazionali

Maurizio Pedrini

Il Gruppo di lavoro Affari Internazionali, costituito circa un anno fa in seno ad AFIDAMP, è chiamato a sostenere gli associati nella promozione ed esportazione dei prodotti made in Italy finalizzata al business. Abbiamo incontrato A lessandro Panico, Segretario in rappresentanza di AFIDAMP del sottocomitato CEI 59/61J, che coordina con grande impegno e competenza, per compiere insieme una panoramica sulle varie tematiche di cui si sta occupando l’associazione, con la convinta partecipazione delle aziende associate e di altri importanti soggetti.

Partiamo dal bilancio del lavoro svolto da AFIDAMP per la promozione della certificazione relativa alla Regola di Categoria di Prodotto per Lavasciuga pavimenti secondo lo schema Made Green in Italy: è soddisfatto?

“Credo che il risultato si commenti da sé e sia sotto gli occhi di quanti conoscono e apprezzano il nostro settore. Sono stati premiati tanto lo sforzo di AFIDAMP, volto a promuovere modelli

sostenibili di produzione e consumo, secondo le indicazioni della strategia definita dalla Commissione Europea, quanto la convinta e fattiva adesione delle società che hanno accettato di sposare la causa di scrivere la Regola offrendo così dei precisi benchmark di riferimento al mercato. Sono convinto che le aziende italiane, grazie a questo utile strumento, potranno senz’altro rafforzare l’immagine, il richiamo e l’impatto comunicativo dei prodotti ’Made in Italy’, al fine di sostenerne la competitività sui mercati nazionali e internazionali.”

Possiamo affermare che la Regola ha aperto la strada a una serie di “tavoli” di lavoro, assai stimolanti.

Quali, in particolare?

“In effetti, le cose stanno proprio così. La nuova progettualità 2023-2024 che abbiamo intrapreso è variegata e di ampia portata. Il primo focus team al centro della nostra attenzione riguarda le Macchine Autonome e i Robot. Ci siamo messi al lavoro per definire alcune linee guida, a partire dalle lavasciuga

pavimenti, ma con l’intento di estendere presto il nostro campo d’interesse anche alle spazzatrici stradali e alle aspirapolveri. Come ben sappiamo, peraltro, sono davvero molte le categorie di prodotto nell’ambito del professional cleaning potenzialmente interessate a questa innovazione tecnologica.”

Alessandro Panico, Segretario in rappresentanza di AFIDAMP

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PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE

Quali obiettivi vi siete dati per quanto riguarda il campo d’azione delle macchine autonome per la pulizia?

“Innanzitutto quello di orientare le imprese, le industrie, la committenza e la distribuzione nelle scelte legate alla commercializzazione di questa tipologia di prodotti. Intendiamo inoltre determinare altri aspetti: per esempio, i distinti consumi tra pulizia autonoma professionale e non professionale; le funzioni di un robot, ovvero di una macchina autonoma per la pulizia che svolga la funzione di lavasciuga pavimenti o spazzatrice; le tecnologie di navigazione e di comando. Non dimentichiamo che saremo chiamati a operare seguendo nuove logiche, come quella AMR o AGV, che comporteranno – per i tecnici del settore – la conoscenza di nuovi acronimi che dovranno essere opportunamente spiegati anche ai non

addetti ai lavori, chiamati a distribuire e utilizzare queste macchine.”

Senza dimenticare, credo, gli aspetti sociali e professionali dell’impiego dei robot sul lavoro degli operatori. Un compito assai delicato?

“Certamente. Si è sempre sentito affermare che queste macchine toglieranno lavoro, mentre il nostro compito sarà proprio quello di far comprendere bene quali saranno le nuove competenze richieste nella vendita, nella manutenzione, nell’assistenza e nella gestione di questa tipologia di macchine. Ci conforta il fatto che questo nostro percorso sia condiviso con tutte le principali aziende produttrici del comparto che hanno titolo per discutere il problema in Italia. Siamo convinti che andremo a sfatare certi miti, definendo con precisione le situazioni in cui queste macchine conviene davvero

impiegarle. Partendo ovviamente dal presupposto che il loro uso ha senso negli spazi ampi e regolari, mentre è controindicato in quelli limitati e pieni di ingombri. Un altro aspetto rilevante di cui ci occuperemo sarà quello degli impatti ambientali in quanto l’automazione 5.0 consente di misurare con estrema precisione le conseguenze ecologiche dell’effettivo impiego del macchinario. Senza dimenticare, infine, gli effetti normativi, per garantire che questi prodotti siano sicuri in applicazioni inesplorate.”

In occasione della dura esperienza pandemica emerse anche il problema della sanificazione fatta con il vapore: una realtà ancora priva di certificazione in Italia.

“Ci stiamo muovendo anche su questo terreno, riguardante i generatori di vapore, con la misurazione delle performance di sanificazione.

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Abbiamo cercato di coinvolgere tutti i produttori di macchine per la sanificazione a vapore: si tratta di un settore che, a differenza da quello chimico, non dispone di alcun tipo di validazione oggettiva per quanto riguarda la sua efficacia sanificante. Abbiamo così deciso di dar corso a un progetto assai sfidante con l’obiettivo di scrivere una specifica norma capace di misurare le performance di sanificazione dei generatori di vapore nell’ambito della sanificazione. Faremo perciò riferimento alla regola francese definita da Afnor, l’unica attualmente esistente in ambito internazionale. Quest’ultima è stata messa a punto alcuni anni orsono da una cordata di laboratori e ospedali

con l’intento di misurare l’efficacia disinfettante delle emissioni di vapore. Essendo però una norma definita in Francia, non sarebbe applicabile nel nostro Paese né in altri Stati. Finora, però, molti fabbricanti italiani l’hanno impiegata proprio per disporre di una sorta di ‘base normativa’, finalizzata a testimoniare l’efficacia di questi generatori. Dal momento che AFIDAMP ricopre la funzione di Segreteria e Presidenza del Sottocomitato normativo

CEI 59/61J abbiamo ritenuto di accogliere questo tipo di richiesta proponendo a livello internazionale la possibilità di costruire una nuova norma valida in tutti gli Stati del mondo, per validare l’efficacia dei generatori di va-

pore. Non dimentichiamo, infatti, che la produzione italiana in questa categoria rappresenta una importante quota di mercato.”

La collaborazione con l’INAIL rappresenta un aspetto importante di questo lavoro, che testimonia l’autorevolezza assunta da AFIDAMP in ambito nazionale. Sappiamo che in cantiere c’è anche un progetto sulle malattie respiratorie. “Sì, possiamo affermare che la collaborazione è molto intensa e fruttuosa. Stiamo lavorando insieme a FINCO e Confimi sul progetto Polveri pericolose per la salute – Amianto, Silice, Legno, Metalli e Costruzioni. Già lo scorso anno abbiamo proposto il primo

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PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE

step dell’iniziativa alla fiera Ambiente & Lavoro. Il secondo step con l’INAIL ha l’obiettivo di realizzare un’apposita pubblicazione, una linea guida ben definita, che aiuti le industrie, le imprese, i consulenti e i responsabili della sicurezza a valutare e gestire al meglio la presenza di polveri pericolose all’interno dei processi industriali e a ridurre i rischi di malattie professionali grazie all’utilizzo di macchinari per la pulizia opportunamente progettati. Ci riferiamo ai settori del legno, della plastica, alla meccanica, alle costruzioni, alla farmaceutica, a tutti gli ambiti industriali che prevedano la presenza di materiali potenzialmente pericolosi per la salute dell’operatore che, come ben sappiamo, può inalare o subire pesanti conseguenze anche al solo contatto. A tale proposito, l’INAIL ci ha messi al corrente della preoccupante statistica delle molteplici malattie professionali legate all’apparato respiratorio o alle mucose, in modo che ci si possa concentrare con una comunicazione mirata ed efficace per ridurle, adottando dei sistemi di pulizia, sanificazione o aerazione adatti a ridurre l’esposizione in questi ambiti. Anche in questo caso, nel nostro tavolo di lavoro abbiamo coinvolto tutte le aziende italiane costruttrici del settore, in particolare quelle impegnate nella fabbricazione di aspiratori industriali. L’intento è quello di pubblicare attraverso questa linea guida, tutta una serie di prescrizioni normative internazionali, armonizzandole così con quelle italiane. Pensiamo, ad esempio, al regolamento sull’amianto che risale al 1994, nel quale non si fa nessun riferimento alle tecnologie esistenti negli aspiratori, classificati in ambito internazionale come idonei ad aspirare le polveri di tipo tossico, oppure a quei sistemi di aspirazione in grado di aspirare polveri che abbiano caratteristiche di infiammabilità, esplosione o quant’altro. Sono assai fiducioso che questo regolamento generale possa fungere da cassa di risonanza per

favorire una cultura capace di ridurre gli incidenti sul lavoro causati proprio da queste polveri e materiali pericolosi.”

Anche in materia di ecodesign per gli aspirapolvere si annuncia qualche novità?

“Sì, un altro lavoro importante al centro della nostra attività è legato proprio all’ecodesign degli aspirapolvere, attività per la quale siamo stakeholder ad un tavolo di lavoro della Commissione Europea: dopo l’azione legale di Dyson, che ha annullato il regolamento di etichettatura energetica degli aspirapolvere domestici e commerciali, è stato stabilito un periodo di ridefinizione dei criteri. Di conseguenza stiamo discutendo con la Commissione europea ed alcuni fabbricanti, che rappresentano una quota importante del mercato, sia in termini numerici che energetici, l’approccio verso altre direzioni. In particolare, l’intento è quello di definire modalità di testing consistenti per evitare nuove contestazioni a fronte di costi onerosi di certificazione per i nostri fabbricanti.”

Dunque, in chiusura, possiamo decisamente affermare che il lavoro non manca, al servizio degli associati e dell’intero settore?

“La meta che ci siamo dati è quella di lavorare intensamente per poi pubblicare nuove linee guida, incrementando l’attività culturale e l’azione di lobbying a favore degli associati e della nostra categoria produttiva. Quanto esposto in questa intervista, in ogni caso, costituisce solo la punta dell’iceberg di un lavoro ben più ampio, che mira a focalizzare molteplici interessi. Stiamo concentrando il massimo impegno per implemen-

tare la visibilità delle nostre aziende impegnate nell’export. Posso sottolineare, con estrema soddisfazione, che è maturato un costruttivo dialogo con l’ICE, soprattutto a vantaggio delle aziende italiane che saranno presenti con i loro stand espositivi alla Fiera di Amsterdam Interclean 2024. Sarà, tra l’altro, data loro una grande visibilità con specifiche azioni pubblicitarie per catturare l’attenzione dei visitatori sin dall’esterno del quartiere fieristico. Il tutto con il preciso intento di rimarcare il valore, la qualità e il know how del prodotto made in Italy. AFIDAMP sta inoltre cercando di rispondere alla necessità espressa dagli iscritti e dai fabbricanti italiani in genere di essere supportati nell’accesso ai mercati internazionali, specie a quelli in cui il PIL è in crescita, potendo disporre di tutta una serie di preziose informazioni e servizi per potenziare l’attività commerciale e facilitare l'ingresso ai mercati target di riferimento. Ci focalizzeremo su Paesi che godono di maggiori attenzioni e aspettative, compiendo accurate indagini di mercato in riferimento alle potenzialità della distribuzione, ai collegamenti e alla logistica, alle strutture di vendita, alle regolamentazioni e certificazioni necessarie per aprire delle filiali. Insomma, ci impegneremo a far sì che gli associati siano messi nelle condizioni ottimali per rafforzare la loro presenza all’estero.”

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Service Robot

L'industria dei robot di servizio è più diversificata e meno tangibile di quella dei robot industriali. Il dipartimento statistico della Federazione Internazionale di Robotica (IFR) è attualmente a conoscenza di 975 produttori di service robot in tutto il mondo. Tuttavia, molte aziende sono ancora in fase di finanziamento o di prototipazione e intendono offrire un prodotto commercializzabile in futuro a cura di Cristina Cardinali

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INNOVAZIONE

Nel 2023, il dipartimento statistico della Federazione Internazionale di Robotica (IFR) ha condotto per la 24a volta un'indagine di mercato sui robot di servizio. Da un elenco di quasi 1.000 aziende in tutto il mondo, è stato inviato un questionario per richiedere i dati sulle vendite nel 2021 e 2022. Ulteriori dati sono stati ricavati da una ricerca a tavolino condotta tra luglio e agosto 2023.

In generale, l'IFR definisce i robot secondo la norma ISO 8373:2012: un robot è un "meccanismo attuato programmabile su due o più assi con un certo grado di autonomia, che si muove all'interno del suo ambiente per eseguire i compiti previsti" (§2.6). I meccanismi attuati che non hanno un numero di assi programmabili o che sono completamente teleoperati (nessun grado di autonomia) ma che soddisfano le definizioni di robot industriali o di servizio per il resto, sono chiamati dispositivi robotici (§2.8). La nota 2 al §2.6 stabilisce che la classificazione in robot industriale o robot di servizio avviene in base all'applicazione prevista. I robot industriali sono robot "destinati a essere utilizzati in applicazioni di automazione industriale" (§2.9), mentre un robot di servizio "esegue compiti utili per l'uomo o per le apparecchiature, escluse le applicazioni di automazione industriale" (§2.10). Le statistiche sui robot di servizio IFR si discostano pertanto dalle definizioni ISO in alcuni dettagli specifici. La norma ISO 8373:2012, §2.10 nota 1, cita solo alcuni esempi ma non fornisce un elenco completo delle applicazioni di automazione industriale. L'IFR ha quindi sviluppato i propri schemi di classificazione delle applicazioni per i robot industriali e i robot di servizio. A differenza delle statistiche IFR sui robot industriali, che contano solo i robot, le statistiche IFR sui robot di servizio includono dispositivi robotici in alcune applicazioni. Un esempio sono i "robot" chirurgici, che sono (tele)gestiti in modalità manuale e quindi dispo -

sitivi robotici perché privi di autonomia. Un altro esempio sono i robot di assistenza per i disabili, che sono destinati a fornire assistenza solo quando necessario. Le classi di applicazione che includono dispositivi robotici ne fanno menzione nella descrizione. I veicoli terrestri, aerei e acquatici sono inclusi solo se possiedono capacità di navigazione autonoma che vanno oltre la semplice funzione di autopilota. Un robot di servizio è un meccanismo attuato programmabile su due o più assi, che si muove all'interno del suo ambiente per eseguire compiti utili per l'uomo o per le attrezzature, escluse le applicazioni di automazione industriale. In alcune applicazioni, sono inclusi dispositivi robotici controllati manualmente con autonomia limitata o addirittura senza autonomia. Ciò è particolarmente importante se i requisiti legali vietano l'autonomia (ad esempio, i robot chirurgici) o se lo scopo dell'applicazione richiede solo un'autonomia limitata (ad esempio, i robot di assistenza per i disabili). Un robot di servizio consumer è un robot di servizio costruito per essere utilizzato da tutti. Né il funzionamento né la configurazione richiedono un operatore professionalmente preparato. Un robot di servizio professionale è un robot di servizio costruito per essere utilizzato da operatori professionali addestrati. I robot mobili autonomi (AMR) sono robot di servizio professionali. Se sono dotati di un manipolatore, il manipolatore viene considerato separatamente come robot industriale.

CLASSIFICAZIONE DEI SERVICE ROBOT

L'IFR ha introdotto un nuovo schema che distingue i robot di servizio in base a due dimensioni: l'applicazione del robot e il tipo di movimento. Per i robot di servizio sono stati previsti quattro tipi principali di movimento: possono muoversi a terra (A), in acqua (B), in aria (C), indossabili (D) o nessuno di questi (E). A livello di classe, i robot terrestri possono rotolare (A1),

IFR SERVICE ROBOTS GROUP

Fondato il 9 ottobre 2002, l'IFR Service Robots Group è aperto a tutte le aziende che producono robot di servizio, componenti o servizi correlati. Oltre all'eccellente opportunità di networking, è il luogo giusto per discutere di tutte le questioni e gli argomenti rilevanti per il settore e conformi alle norme antitrust. Per ulteriori informazioni, contattare la Segreteria IFR (secretariat@ifr.org).

camminare (A2), essere fissi sul posto (A3) o avere qualsiasi altro tipo di movimento terrestre (A4). I robot acquatici possono nuotare (B1) o immergersi (B2). I robot aerei di solito volano (C1), ma in futuro potrebbero esserci anche robot che si librano in aria (C2). Allo stesso modo, i robot indossabili sono oggi esoscheletri motorizzati (D1), ma in futuro potrebbero esserci altri tipi di robot indossabili (D2). I robot che non rientrano in nessuna di queste classi, ad esempio i robot per lo spazio orbitale o i robot ibridi che rientrano in più di una di queste classi, possono essere classificati come tipo E1. La classificazione dei robot di servizio in base all'applicazione prevede due categorie distinte: i robot consumer (AC - "applicazioni, consumer") e i robot di servizio professionali (AP - "applicazioni, professional").

25 DIMENSIONE PULITO | 03/2024

LE 5 PRINCIPALI AREE DI APPLICAZIONE DEI ROBOT PROFESSIONALI NEL 2022

APPLICAZIONI

DEI ROBOT DI SERVIZIO

La categoria delle applicazioni dei robot di servizio professionali utilizza otto diversi gruppi di applicazione più il gruppo AP9 "altri robot di servizio professionali", che è la classe appropriata per tutti i robot di servizio che non rientrano in nessuno dei gruppi e delle classi seguenti.

Le applicazioni agricole di qualsiasi tipo sono raggruppate in AP1. I robot per la pulizia professionale sono raggruppati in AP2. In analogia con le pulizie domestiche, i robot si dividono in pulizia di pavimenti e pulizia di finestre e pareti. I robot per la pulizia professionale sono utilizzati anche per la pulizia di serbatoi, tubi e tubature e per la pulizia dello scafo. A seguito della pandemia di Covid 19, molte aziende offrono robot per la disinfezione, per cui il nuovo schema di classificazione prevede la classe AP25 per tali macchine. Le applicazioni di pulizia professionale che non rientrano in nessuna delle precedenti possono essere classificate come AP29. I robot per l'ispe-

zione e la manutenzione professionale (AP3) sono classificati in base all'oggetto per cui sono progettati: ispezione di danni in edifici e costruzioni civili di ogni tipo, ispezione di serbatoi, tubi, condotte e fognature. Esistono anche molti dispositivi robotici che forniscono servizi di ispezione e manutenzione con controllo manuale a distanza, ma non sono inclusi in questo gruppo: per qualificare una macchina come robot sono necessarie almeno alcune funzioni autonome di base come la navigazione. Il gruppo AP5 comprende vari robot per la logistica e il trasporto. Alcune applicazioni logistiche come l'imballaggio, il pick and place e la pallettizzazione sono considerate robotica industriale e quindi coperte dalla pubblicazione World Robotics Industrial Robots. La robotica di servizio per la logistica e il trasporto è classificata secondo una matrice bidimensionale. La prima dimensione si riferisce all'uso previsto all'interno o all'esterno. La seconda dimensione è la capacità del robot di gestire in sicurezza il traffico pubblico. In un ambiente non

pubblico, solo le persone addestrate all'uso e alla convivenza sicura con il robot di servizio possono attraversare il suo percorso. Naturalmente, il robot deve essere dotato di funzioni di sicurezza, ma il fornitore può aspettarsi che ogni persona che si trova nell'area di lavoro del robot conosca le regole da seguire. Il discorso è diverso per i robot che vengono impiegati nel traffico pubblico. In ambienti interni, il traffico pubblico si riferisce ai visitatori o a qualsiasi altro pubblico che non è addestrato alla cooperazione o alla coesistenza sicura con il robot. Il robot deve essere in grado di reagire in modo sicuro e di anticipare i comportamenti non sicuri delle persone che si trovano nelle sue vicinanze, ad esempio fermandosi o rallentando il proprio movimento. In ambienti esterni, il traffico pubblico può richiedere che il robot sia in grado di partecipare autonomamente al traffico stradale (che di solito non è contemplato dalle attuali normative). Oggi molti robot utilizzati per la logistica esterna nel traffico pubblico sono di tipo aereo. La logistica comprende anche la gestione dell'inventario, ad esempio il conteggio e il rifornimento delle scorte. Il gruppo della robotica medica (AP6) comprende anche i dispositivi robotici, cioè la tecnologia robotica che non ha un'autonomia sufficiente per essere considerata un robot. Il gruppo dei robot per la ricerca e il salvataggio e la sicurezza (AP7) comprende dispositivi robotici. Sono utilizzati per la lotta agli incendi, i soccorsi in caso di disastri o la sicurezza (solo per applicazioni non militari). I robot per l'ospitalità (AP8) sono utilizzati per la preparazione di cibi o bevande e per la guida mobile, l'informazione o la telepresenza. Si noti che i robot progettati per vari tipi di consegna di cibo sono raggruppati in AP5.

OSSERVAZIONI DI MERCATO

L'industria dei robot di servizio è più diversificata e meno tangibile di quella dei robot industriali. Il dipartimento

26 DIMENSIONE PULITO | 03/2024
INNOVAZIONE

statistico dell'IFR è attualmente a conoscenza di 975 produttori di robot di servizio in tutto il mondo. Tuttavia, molte aziende sono ancora in fase di finanziamento o di prototipazione e intendono offrire un prodotto commercializzabile in futuro.

Nel 2022, le vendite mondiali di robot di servizio professionali sono cresciute del 48%. Il dipartimento statistico IFR ha registrato quasi 158.000 unità vendute. La dimensione della flotta RaaS (Robots-as-a-service) è cresciuta del 50%, superando le 21.000 unità. Le soluzioni robotiche mobili si sono già affermate nel settore dei trasporti e della logistica (AP5), con un aumento del 44% delle unità vendute nel 2022. Più di ogni altro robot per servizi professionali venduto nel 2022 è stato costruito per il trasporto di merci o carichi. Le vendite tradizionali rimangono il principale canale di monetizzazione, ma i modelli di business RaaS godono di una crescente popolarità: La flotta RaaS è cresciuta del 67% nel 2022. I robot per l'ospitalità (AP8) godono di una crescente popolarità. Le vendite sono aumentate del 125% nel 2022 e la flotta RaaS sta crescendo rapidamente. Le vendite di robot medici (AP6) sono diminuite del 4%. La robotica è una parte importante della digitalizzazione dell'agricoltura (AP1), con vendite in aumento del 18% nel 2022. La domanda di robot per la pulizia professionale (AP2) è cresciuta dell'8%. Nel gruppo di applicazioni dei robot per la ricerca e il salvataggio e la sicurezza (AP7) le vendite sono aumentate del 18%. È soprattutto la sicurezza che può essere condotta autonomamente, mentre altre attività di ricerca e soccorso si affidano piuttosto a dispositivi robotici telecomandati con autonomia limitata. Sono disponibili diversi dispositivi robotici per l'ispezione e la manutenzione (AP3), ma il portafoglio di robot che svolgono attività di ispezione e manutenzione in autonomia è ancora limitato. I robot di servizio per le attività di costruzione o demolizione

(AP4) costituiscono un mercato di nicchia. Il dipartimento statistico dell'IFR non ha registrato quasi nessuna vendita. Esiste ancora un'abbondanza di opportunità di prodotti specifici che le aziende possono cogliere, creando così un mercato commerciale interessante a livello mondiale.

L'attuale mercato della robotica di servizio è composto da molti prodotti di nicchia per i servizi professionali e da poche applicazioni ad alto volume sia per uso professionale che domestico. I pionieri nel campo della robotica di servizio sottolineano le notevoli opportunità per le nuove aziende che entrano in questo mercato in crescita con prodotti innovativi che vanno oltre l'occasionale hype per la robotica. I robot di servizio per uso professionale sono estremamente diversi tra loro, poiché sono solitamente progettati per svolgere un compito specifico. Le considerazioni sul rapporto costi-benefici dal punto di vista dell'utente finale sono il fattore principale per l'investimento in questi sistemi, oltre a contribuire alla creazione di posti di lavoro qualificati e sicuri. Sebbene i robot di servizio siano diversi come le loro applicazioni, si possono distinguere tre categorie di progettazione: Modifica di componenti di robot industriali (ad esempio, magazzini automatizzati e robot medicali), utilizzo di tecnologie robotiche avanzate per l'aggiornamento di sistemi di fascia alta di linee di prodotti esistenti con funzioni di automazione (ad esempio, pulizia, ispezione) e progettazione di nuovi robot "da zero" (ad esempio, pulitori di finestre, robot di sicurezza).

TENDENZE DI MERCATO

Il settore dei robot di servizio si sta sviluppando a un ritmo elevato, con un'intensa attività di fusioni e acquisizioni. Molte aziende si definiscono "deep tech", ossia disposte ad accettare sfide tecnologiche durante la fase di sviluppo del prodotto per creare un progresso tecnologico.

Sebbene il settore della robotica di servizio sia un settore giovane e in crescita, il 91% dei fornitori è considerato storico. Si tratta di fornitori di robot di servizio maturi e di aziende di altri settori che hanno aggiunto i robot di servizio al loro portafoglio. Negli anni ‘10 del 2000 si è assistito a un'ondata di nuovi produttori di robot di servizio. Da allora, il numero di nuove aziende è diminuito drasticamente. L'osservazione del mercato di IFR suggerisce due ragioni per la diminuzione della quota: alcuni segmenti di mercato hanno già raggiunto un livello di maturità tale da far crescere le aziende, ad esempio gli AMR per la logistica di magazzino. Le vendite di AMR sono in forte crescita da molti anni ormai e le aziende sono cresciute e sono diventate degli incumbent. Inoltre, le attività di fondazione si sono spostate dallo sviluppo di hardware per robot. Molte applicazioni di servizio si basano su robot industriali collaborativi, acquistati da un produttore di robot industriali. Il fornitore di robot di servizio non è quindi considerato un produttore di robot, poiché il robot viene acquistato da una terza parte. Queste aziende agiscono come un integratore di sistemi, combinando diversi componenti e sviluppando software per creare una soluzione. Gli Stati Uniti sono la patria della maggior parte dei fornitori di robot di servizio. Sono 218 le aziende presenti. La Cina conta 106 aziende e in Germania 85 aziende producono robot di servizio. Il Giappone conta 72 fornitori di robot di servizio e la Francia 53.

Fonti:

Müller, Christopher: World Robotics 2023

– Industrial Robots, IFR Statistical Department, VDMA Services GmbH, Frankfurt am Main, Germany, 2023

Müller, Christopher; Kraus, Werner, Graf, Birgit; Bregler, Kevin (Eds.): World Robotics 2023 – Service Robots, IFR Statistical Department, VDMA Services GmbH, Frankfurt am Main, Germany, 2023.

27 DIMENSIONE PULITO | 03/2024

Un segreto che rende il lavoro più stimolante ed entusiasmante e si traduce anche in risultati notevolmente più efficaci, con maggiori profitti

Il successo nei team aziendali?

Collaborare con

piacere,

non per dovere

In un panorama lavorativo sempre più dinamico e complesso, la collaborazione viene spesso percepita come un mero obbligo professionale. Tuttavia, una trasformazione sottile ma potente avviene quando i membri di un team scelgono di unirsi guidati dal piacere piuttosto che dal dovere. Questo cambiamento non solo rende il lavoro più stimolante ed entusiasmante, ma si traduce anche in risultati notevolmente più efficaci e maggiori profitti. La differenza chiave qui risiede nel ruolo delle emozioni nel lavoro di squadra: quando le persone sono motivate da sentimenti positivi, la loro produttività e creatività raggiungono livelli inaspettati.

28 DIMENSIONE PULITO | 03/2024
Marco Monti Fabrizio Pirovano
MARKETING

PIÙ CREATIVITÀ, MENO STRESS

La collaborazione che nasce dal piacere si traduce in un flusso ininterrotto di creatività. In un ambiente in cui i membri del team si sentono liberi dal peso del dovere, emergono spontaneamente entusiasmo e innovazione. L’emozione della scoperta e la gioia di creare insieme si trasformano in un potente motore per l’ideazione e l’implementazione di soluzioni originali e audaci. Questo senso di libertà creativa riduce notevolmente lo stress, poiché i dipendenti non si sentono più oppressi dalle aspettative, ma ispirati dalle possibilità. Esempi di aziende che hanno adottato questa filosofia mostrano come la creatività possa fiorire in un ambiente in cui le persone si sentono valorizzate e motivate.

MAGGIORE IMPEGNO

Quando il lavoro è intrapreso con piacere, l’impegno di ciascun membro del team cresce esponenzialmente. Questo impegno è alimentato da emozioni positive come la passione per il proprio lavoro, la soddisfazione nell’ottenere risultati e il sentimento di appartenenza a un gruppo. Queste emozioni trasformano i compiti ordinari in progetti appassionanti, migliorando la qualità del lavoro prodotto e riducendo il turnover dei dipendenti. Gli studi nel campo della psicologia del lavoro confermano che l’engagement emotivo dei lavoratori è un indicatore fondamentale per il successo a lungo termine di un’organizzazione.

COMUNICAZIONE MIGLIORATA

Una comunicazione efficace è vitale per un ambiente collaborativo sano, e quando questa collaborazione è intrisa di piacere, si verifica un’evoluzione nella qualità della comunicazione. In un contesto dove le idee sono condivise liberamente, l’empatia e la comprensione reciproca si intensificano riducendo incomprensioni e conflitti. Le emozioni positive come il rispetto e la fiducia facilitano un dialogo costruttivo, contribuendo a creare un ambiente di lavoro più armonioso e unito.

RELAZIONI PIÙ FORTI

La collaborazione basata sul piacere e spontanea conduce alla costruzione di relazioni lavorative più forti e durature. Il rispetto e la fiducia reciproci, alimentati da sentimenti di affetto e apprezzamento, creano legami che vanno oltre i confini professionali. Questo tipo di rapporto ha un impatto diretto sulla soddisfazione lavorativa e sulla lealtà verso l’organizzazione, elementi chiave per il successo a lungo termine di qualsiasi impresa.

RISULTATI MIGLIORI

La qualità dei risultati ottenuti da team che collaborano per piacere è nettamente superiore rispetto a quelli guidati solo dal dovere. Il lavoro svolto con entusiasmo e dedizione è spesso caratterizzato da un’alta qualità e da soluzioni innovative, che sorprendono sia i membri del team sia i loro leader. Questo approccio migliora il benessere dei dipendenti e le prestazioni complessive dell’azienda.

IL RUOLO DELLA LEADERSHIP

I leader hanno un ruolo cruciale nel promuovere una cultura di collaborazione basata sul piacere. La loro capacità di riconoscere e validare le emozioni dei dipendenti, di fornire feedback positivo e di creare un ambiente di lavoro stimolante è essenziale. I leader che sono empatici, comunicativi e aperti all’ascolto possono ispirare fiducia e lealtà nei loro team. Per nutrire una cultura di collaborazione basata sul piacere, è importante che le aziende offrano opportunità di crescita personale e professionale. Questo può includere formazione, coaching, e progetti che sfidino i dipendenti e li aiutino a sviluppare nuove competenze. Quando i dipendenti vedono che l’azienda investe nel loro sviluppo, si sentono più valorizzati e motivati a dare il meglio di sé. Nell’ambiente aziendale, trasformare la collaborazione da un dovere a un piacere richiede un approccio olistico che consideri vari aspetti del funzionamento di un’organizzazione. In primo luogo, è fondamentale incoraggiare l’autonomia e la responsabilità personale.

Offrire ai dipendenti la possibilità di prendere decisioni indipendenti sui propri progetti non solo aumenta la fiducia reciproca, ma li fa anche sentire parte integrante del successo aziendale. Questa autonomia stimola la creatività e l’impegno, elementi chiave per una collaborazione appassionata. La comunicazione aperta e il feedback continuo sono essenziali per un ambiente collaborativo. Creare canali di comunicazione efficaci e promuovere un ambiente dove il feedback è visto come un’opportunità di crescita è fondamentale. Workshop su tecniche di comunicazione assertiva e feedback costruttivo possono essere molto utili a questo scopo. Infine, le attività di team building e sviluppo dell’Intelligenza Relazionale® non solo rafforzano le relazioni interpersonali, ma anche le competenze professionali dei membri del team. Investire in ritiri aziendali, workshop di sviluppo professionale e attività di gruppo che incoraggiano la collaborazione in contesti diversi dal normale ambiente di lavoro può avere un impatto significativo. Attraverso questi approcci, le aziende possono creare un ambiente in cui la collaborazione non è più vista come un semplice dovere, ma come un’esperienza piacevole e gratificante, portando a un miglioramento non solo del benessere dei dipendenti, ma anche delle prestazioni complessive dell’organizzazione.

CONCLUSIONE

Nel complesso, promuovere una cultura del lavoro basata sulla collaborazione per piacere anziché per dovere può rivoluzionare il modo in cui le persone interagiscono e lavorano insieme. Adottare questa filosofia non solo migliora il benessere dei dipendenti, ma porta anche a risultati di business eccezionali e sostenibili. In un mondo del lavoro in continua evoluzione, l’adozione di questo approccio può essere la chiave per il successo e la soddisfazione di tutti i membri dell’organizzazione lasciando a un management evoluto la responsabilità di creare un ambiente di lavoro adeguato a questi obiettivi.

29 DIMENSIONE PULITO | 03/2024

Manutenzione delle relazioni Possiamo difendere il

vero patrimonio?

Progettare qualcosa partendo dalle relazioni è un’occasione grande, a cui è legato tutto il modello del nostro sistema economico chiamato capitalismo

Il concetto di capitalismo personale è, a mio parere, molto utile per capire la differenza fra il valore del patrimonio economico e il valore della persona. Pare infatti che non sia sufficiente mettere insieme denaro, strutture, saperi tecnici e abilità manuali per costruire e difendere un capitale. Sembra invece che il vero segreto stia nella capacità di costruire relazioni positive e, soprattutto durature nel tempo.

I miei colleghi e clienti sanno bene che questo mio mantra ha accompagnato da sempre l’attività di consulenza, ricerca ed educazione in tutti questi anni. Ritengo che la rete di relazioni che una persona ha saputo valorizzare negli anni sia il vero patrimonio individuale. A differenza dei soldi, delle case e delle

azioni in borsa valori, non è possibile darlo in eredità: non si può scrivere nel testamento “ti lascio i miei amici, le belle persone importanti per me, la nostra storia, abbine cura ….”. La relazione, non il contatto, è una cosa solo nostra. Eppure, da alcuni decenni, entrare in possesso della lista dei clienti altrui è uno sport molto praticato al punto che qualcuno sarebbe disposto a qualsiasi cosa pur di entrare in possesso del data base dei concorrenti; il legislatore ha definito precise norme e pene molto dure ad una serie di reati connessi alla violazione di questo “bene”. La letteratura e il cinema hanno dedicato righe e abbondanti fotogrammi al riguardo (James Foley, 1992). Si confonde il possesso di un nome o di un indirizzo con

il valore di una relazione, il cui valore è legato alla storia dei protagonisti. Un mio maestro ha paragonato la relazione alla coltivazione di un campo: “un amicizia è come un campo, va coltivato, arato, ogni tanto ha bisogno di un po’ d’acqua, un po’ di merda, deve essere seminato, vanno tolte le erbacce, va guardato, difeso dai predatori, i suoi frutti vanno raccolti, immagazzinati, condivisi, goduti.” Per tutto ciò è necessario tempo e presenza, allora il campo lo senti tuo.

“Coltivare è come sinonimo di curare, esercitare, affinare, educare, migliorare, promuovere, sviluppare, valorizzare, accarezzare, (un’idea), covare (in segreto un progetto), nutrire, (un sentimento); il contrario di abbandonare,

30 DIMENSIONE PULITO | 03/2024
COSA SARÀ

trascurare, essere indifferenti.” (Scaparro, F., a cura di, 2023).

Nel mio osservare imprenditori e lavoratori, donne e uomini, giovani, adulti e anziani mi sembra di cogliere la differenza fra ricchezza e povertà, solitudine e compagnia, felicità e tristezza. Soprattutto percepisco la differenza fra presente e futuro, cogliendo l’importanza del passato: progettare qualcosa partendo dalle relazioni è un’occasione grande, a cui è legato tutto il modello del nostro sistema economico chiamato capitalismo, dibattuto oggi più che mai fra la frenesia della ricerca del nuovo e l’importanza e la solidità del passato, per chi lo vuole considerare.

“A tutto questo progettare e costruire che proietta il capitalismo reale in avanti, non basta allocare bene quello che c’è, delegando le scelte a qualche automatismo ‘efficiente’. Ai progettisti e costruttori di futuro serve molto di più: per guardare avanti bisogna, infatti, definire un orizzonte di senso, che dia un significato a quello che si fa, ai rischi che si assumono, agli im-

pegni che si prendono. E questo orizzonte eccede le possibilità del calcolo e la saggezza degli esperti: tocca alle persone direttamente coinvolte elaborarlo, crederci, convincere altri ad adottarlo. Le persone, in altre parole, costruiscono il proprio futuro usando la tecnica, i prezzi, il calcolo razionale invece di essere usate da questi automatismi.” (Bonomi)

Credo che le due cose vadano assieme ma penso anche che le energie che si spendono per correre sempre in avanti non ci facciano apprezzare le potenzialità di una relazione esistente, anche se “anziana” e a volte scontata. Esiste una sostenibilità delle relazioni, quindi una possibilità di mantenerle vive e produttive il più a lungo possibile. Coltivare la relazione richiede una costante opera di manutenzione, termine che richiama, quelle operazioni che servono a mantenere efficienti e in buono stato un impianto, macchinari, edifici. (Scaparro, F., a cura di, 2023) Ci sono tre tipi di manutenzione: quella ordinaria, fatta di azioni che dovrem-

mo fare con ripetitività, nelle scadenze, nelle ricorrenze, nella quotidianità. Insomma, i tagliandi che siamo abituati a fare alla nostra automobile per tenerla efficiente.

Poi c’è quella straordinaria che facciamo quando si rompe qualcosa, quindi quando qualcosa sentiamo che non funziona più, si è rotto. Ce ne possiamo accorgere dai cosiddetti “segnali deboli”, piccoli aspetti che hanno bisogno di un cambiamento, di qualche pezzo nuovo, talvolta costoso. E abbiamo bisogno di un esperto che ci aiuti.

Poi c’è il pronto soccorso: sono gli eventi precipitanti, i traumi, quegli aspetti che hanno bisogno del lampeggiante sul tetto della nostra esistenza e della corsa all’ospedale, per un intervento urgente, della serie “un amico si vede nel momento del bisogno”; e così con il cliente, con il parente, con il collega … tralascio volutamente riferimenti legati agli affetti e alla famiglia. Sono un po’ strano ma non kamikaze.

Siamo quindi un po’ impresa edile e un po’ contadini, un po’ meccanici ed un po’ medici delle nostre relazioni, del nostro patrimonio, di un sistema fatto di conoscenze, abilità, consapevolezza di noi e, infine, di umanità in relazione. Per restare in un mondo di impresa, lavoro e mercato prendo a prestito Bonomi quando afferma: “In quanto sistema proiettato sul futuro, il capitalismo moderno è anche, di conseguenza, capitalismo personale: un sistema vivente che mette in movimento, al suo interno, l’energia di milioni di persone, costruendo con esse le sue città invisibili. (Bonomi)

BiblioSitoFilmografia

Bonomi, A., https://www. fondazionesancarlo.it/conferenza/ capitalismo-personale/

Foley, J., diretto da, 1992, Americani, (Glengarry Glen Ross), film dalla pièce teatrale Glengarry Glen Ross di David Mamet

Scaparro F., Rodella D., Vendramini C., a cura di, 2023, ll Coraggio di Mediare, Ed. Guerini e Associati, Milano

31 DIMENSIONE PULITO | 03/2024

SANIFICAZIONE

Clean care is Safer Care

MENSE

Cibo nutriente e sicuro nella ristorazione socioassistenziale

INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Le sei aree di regolamentazione dell’OMS

PEST CONTROL

Un resoconto particolare

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SANIFICAZIONE AMBIENTALE

S 8

Linee guida per il controllo delle ICA

a cura di Cristina Cardinali

RICERCA

S 14

Igiene dei pavimenti per combattere le ICA

David Harry e Jack McGurk

RISTORAZIONE SOCIOASSISTENZIALE

S 22

Il servizio mensa nelle RSA

Francesca De Vecchi

S8 S22 S14
SOMMARIO SPECIALE SANITÀ & RSA

SOMMARIO SPECIALE SANITÀ & RSA

ORGANIZZAZIONE

S 28

Evoluzione del reporting direzionale per il governo di un’azienda sanitaria. L’esperienza dell’ASST

Spedali Civili di Brescia

Massimo Lombardo, Davide Zanchi, Gian Luca Fornari, Giovanni Lamberti, Federico Lega, Alberto Giana

OSPEDALI 4.0

S 36

Cambiare il “mindset” per il futuro della Sanità

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DIGITAL WORLD

S 40

IA nella Sanità. L’OMS indica le sei aree di regolamentazione Luigi Ferro

RUBRICA

S 46

Oggi sul mercato. Alcuni dei prodotti di riferimento del panorama industriale a cura di Loredana Vitulano

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S 50

Una rondine non fa primavera ma... Graziano Dassi

S 52

Controllo roditori un caso di studio Francesco Gullo

S28 S36 S50

Linee guida per il controllo delle ICA

Il rischio infettivo, ossia il rischio per i pazienti, visitatori ed operatori di contrarre un’infezione durante la permanenza in ospedale o in strutture di residenza assistita, è uno dei principali problemi di gestione negli ambienti sanitari a cura di Cristina Cardinali

S•8 DIMENSIONE PULITO | 03/2024 SANITÀ & RSA
SANIFICAZIONE AMBIENTALE

Pubblichiamo una parte del del “Documento di indirizzo sulla valutazione del processo di sanificazione ambientale nelle strutture ospedaliere e territoriali per il controllo delle infezioni correlate all’assistenza (ICA)” presenti sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità che suggerisce criteri di valutazione e validazione della sanificazione degli ambienti assistenziali sia ospedalieri che territoriali in un’ottica di gestione e contenimento del rischio clinico correlato a processi di contaminazione microbica ambientale. Per i degenti, le Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA) sono tra le complicanze più frequenti che si possono verificare nelle strutture sanitarie a seguito del percorso assistenziale e rappresentano uno dei principali problemi di gestione del rischio infettivo. Si stima che tra il 5% ed il 15% dei pazienti ricoverati in ospedale sviluppino almeno una ICA durante la permanenza nella struttura assistenziale. Il trend di questi fenomeni è oltretutto in aumento, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha assunto il tema della sicurezza del paziente come uno degli obiettivi principali di attività a livello mondiale e sta promuovendo, nell’ambito della Global Patient Safety Challenge (GPSC), il progetto “Cure pulite sono cure più sicure” (Clean care is Safer Care), attraverso una strategia multimodale di coinvolgimento, a livello globale, di decisori, operatori sanitari e pazienti.

SANIFICAZIONE AMBIENTALE:

IL SUO RUOLO NELLA

RIDUZIONE DEL RISCHIO CLINICO

Gli interventi di pulizia ambientali, riducendo la contaminazione di superficie, possono prevenire la trasmissione di agenti patogeni e quindi ridurre le infezioni correlate all'assistenza. In base a consolidate evidenze sperimentali, la sanificazione degli ambienti e le modalità di utilizzo dei prodotti sanificanti sono raccomandate in tut-

te le linee guida internazionali e nazionali. Infatti, è ormai certo che, nei casi di endemia ospedaliera, se non si interviene anche sull’ambiente, difficilmente si riuscirà a risolvere la problematica. La sanificazione rappresenta pertanto un'importante procedura utile a prevenire e contenere gli eventi infettivi. Tuttavia le normali procedure di disinfezione lasciano sulle superfici trattate materia organica, carboidrati e proteine in grado di sostenere una veloce ricolonizzazione. Proprio a causa della persistente contaminazione delle superfici ospedaliere e del loro ruolo nella possibile trasmissione di patogeni, sono stati proposti e studiati diversi metodi per migliorare la pulizia e la disinfezione delle superfici. Nel piano di prevenzione delle ICA è indispensabile adottare tutte le misure necessarie a mantenere un basso livello di carica batterica potenzialmente patogena sulle superfici ambientali, per un periodo di tempo che sia il più prolungato possibile. L’obiettivo a cui si deve aspirare è quindi quello di “stabilizzare” la qualità igienica nel tempo, riducendo al minimo i fenomeni di ricolonizzazione dell’ambiente.

LE INFEZIONI VIRALI OSPEDALIERE

La pandemia COVID-19 ha radical-

mente cambiato la generale percezione del concetto di sanitizzazione, sia in ambiente ospedaliero che in comunità, ponendo l’attenzione sulla importanza della contaminazione virale, oltre a quella da batteri e miceti, nella potenziale trasmissione di infezioni pericolose per la salute del paziente ospedalizzato e dello staff sanitario. La sanificazione ambientale, il lavaggio accurato delle mani, l’uso appropriato e la appropriata manipolazione dei dispositivi di protezione individuale sono diventati processi di uso comune, conosciuti e applicati non solo dagli staff professionali in ambito sanitario ma anche in ambiente comunitario e privato.

Occorre quindi considerare la valutazione del rischio legato non solo a microrganismi di origine batterica e micotica, ma anche ai virus.

Le infezioni virali possono essere trasmesse, analogamente a quelle con altra eziologia microbica, attraverso aerosol respiratorio, contatto diretto con superfici e device contaminati, o contatto indiretto, ad esempio attraverso le mani contaminate degli operatori. Poiché numerosi virus si trasmettono attraverso l’emissione di goccioline (droplets) contaminate e hanno quindi una trasmissione prevalentemente aerogena, la contami-

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nazione dell’aria appare di particolare importanza nella valutazione del rischio infettivo virale.

Le infezioni virali correlate all’assistenza (IVCA) possono verificarsi in tutti i tipi di strutture assistenziali, incluse le aree non direttamente connesse al ricovero dei pazienti, come sale d’aspetto, bar, ecc. Possono contribuire all’insorgenza di IVCA sia virus a DNA che a RNA, endemici o meno. Molti virus possono essere trasmessi in ambiente ospedaliero, grazie alle caratteristiche di persistenza e trasmissibilità dei virus coinvolti (Tabella 1). Nel monitoraggio ambientale della contaminazione virale, andrebbero quindi effettuate simultaneamente e routinariamente sia le analisi della contaminazione delle superfici (sia frequently

Virus Tipo di contaminazione ambientale

Influenza virus Aerosol; persistenza su fomiti

Parainfluenza virus Sopravvivenza su abiti/tessuti e superfici non porose

Norovirus Epidemie persistenti in pecore; elevata contaminazione ambientale; possibile aerosol

Epatite B virus Contaminazione ambientale da sangue

hand touched che unfrequently hand touched) che le analisi della qualità e livello di contaminazione dell’aria.

CONTAMINAZIONE DELLE

SUPERFICI D’ARREDO NEGLI

AMBIENTI OSPEDALIERI

Il rischio, qualitativo e quantitativo, di contrarre infezioni dalle superfici ambientali di arredo contaminate è ancora oggi fonte di dibattito, certo è che tali superfici agiscono come reservoir per i microrganismi, aumentando il potenziale rischio di contaminazione incrociata attraverso il contatto diretto e/o indiretto con il paziente. Tutti gli ambienti, anche quelli antropici, sono colonizzati da una serie di cellule batteriche, micotiche e protozoarie, che, a seconda del loro peso

Tempo di sopravvivenza

24-48 h su superfici non porose

10 h su superfici non porose; 6 h su abiti/tessuti

≤14 g in feci; ≤12 g su tappeti

Evidenze di trasmissione

ed a seguito di fenomeni convettivi di flussi d’aria, possono rimanere sospese in aria e/o depositarsi per forza di gravità sulle superfici presenti nei locali indoor.

È stato dimostrato che:

- le superfici ambientali inanimate possono restare per lungo tempo contaminate dopo un’esposizione a pazienti colonizzati;

- i microrganismi endemici all'interno di una struttura sanitaria, possono predominare nell'ambiente inanimato; - camere contaminate possono rappresentare per i pazienti un fattore di rischio di contrarre infezioni.

Le modalità di contaminazione di un ambiente da parte dei microrganismi sono molteplici e, in sintesi, sono imputabili:

Precauzioni raccomandate

Da fomiti a mani in HCW Droplet

Non provata

Contatto

7 g

SARS coronavirus

Isolamento positivo da ED; elevata trasmissibilità

24-72 h su fomiti e in feci

Non provata Standard

Lancette, elettrodi EEG, trasmissione nosocomiale a HCW

Non provata ma sospettata

Sanificazioni raccomandate

Detergentidisinfettanti standard

Detergentidisinfettanti standard

10% Na ipoclorito o altri virucidi

Standard Detergentidisinfettanti standard

Airborne, contatto, dispositivi di protezione personale

Tabella 1. Principali patogeni virali nosocomiali (modificata da (Hota 2004 [90]). HCW, healthcare worker; ED. emergency department.

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S•10 DIMENSIONE PULITO | 03/2024 SANITÀ & RSA
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- al tasso di produzione e di rimozione di contaminanti particellari e microbici mediante i processi di ventilazione naturale o meccanica (sistemi di ventilazione e condizionamento a contaminazione controllata);

- all’apporto degli individui, siano essi operatori sanitari interni alla struttura, pazienti o visitatori esterni, che, toccando le superfici, contribuiscono al deposito sulle medesime di agenti microbici di diverso genere e al successivo trasporto, per contatto sequenziale, della carica microbica su altre superfici prossime al letto di degenza;

- ai fenomeni di sedimentazione gravitazionale delle polveri aero-sospese, sulla cui superficie possono trovarsi microrganismi adesi, la cui intensità dipende dalle dimensioni e dal peso specifico delle particelle;

- ai processi di risospensione del particolato, causato dai fenomeni termici (forze di galleggiamento; principio di Archimede) e cinetici (velocità dell’aria), imputabili sia alle correnti di aria causate dagli impianti di climatizzazione, sia alle fonti interne, apparecchiature dotate di ventilatori o fonti di calore, che esterne all’ambiente considerato (ad es. irraggiamento solare). In assenza di flussi d’aria e fenomeni di risospensione, il bioaerosol tende,

per sedimentazione gravitazionale, a depositarsi sulle superfici, dove i microrganismi, mediante particolari sistemi di comunicazione (quorum sensing), iniziano a convivere e produrre biofilm, ovvero una matrice di sostanze polimeriche extracellulari (mucillagine), che li difende dagli aggressivi chimici. Il biofilm può svilupparsi su superfici inerti o viventi, tutti i tipi di superficie possono potenzialmente essere colonizzate da biofilm microbici. È stato dimostrato che il sequestramento di molecole e fattori di virulenza, come conseguenza del processo di formazione del biofilm, rendono i batteri presenti in un biofilm molto più resistenti agli antibiotici rispetto allo stesso batterio allo stato libero. I diversi componenti biologici del biofilm, batteri, miceti o virus, possono inoltre resistere maggiormente a condizioni avverse, come l’assenza d’acqua, rimanendo comunque virulenti. È pertanto ben noto il fatto che le superfici rappresentino un serbatoio per i microorganismi e che potrebbero contribuire alla trasmissione dei patogeni ospedalieri, aumentando il rischio di intra-contaminazione attraverso il diretto contatto con il paziente. Importanti patogeni ospedalieri, mantengono la loro capacità infettiva sulle superfici inanimate ed asciutte, per un periodo che varia da giorni a settimane, fino a mesi. Il ricovero di pazienti in stanze condivise o precedentemente occupate da degenti colonizzati aumenta il rischio di acquisire un’infezione da quegli specifici microrganismi.

CONTAMINAZIONE DELL’ARIA

NEGLI AMBIENTI OSPEDALIERI

Negli ultimi decenni, si è avuto un riscontro sempre maggiore di patologie specifiche e di situazioni di disagio sensoriale negli occupanti gli ambienti ospedalieri, tanto da determinare un aumento diffuso della consapevolezza scientifica circa la correlazione esistente tra la qualità dell’aria presente in essi e l’entità delle infezioni nosoco -

miali aerotrasmesse.

Gli impianti di ventilazione (UTA) giocano un ruolo fondamentale rispetto alla qualità dell’aria degli ambienti, infatti oltre a poter veicolare la contaminazione da ambiente ad ambiente, se non adeguatamente manutenuti e sanificati, possono essere essi stessi fonte di inquinamento particellare e microbiologico. Come indicato dalla normativa UNI EN 15780 è pertanto di fondamentale importanza prevedere campagne di ispezione, monitoraggio e pulizia delle reti aerauliche, con frequenze proporzionali al tipo di ambiente servito dalle condotte.

Se da un lato l’apporto di inquinanti imputabile agli impianti di ventilazione è controllabile con la corretta manutenzione dei sistemi filtranti e il monitoraggio delle apparecchiature aerauliche, non altrettanto si può dire dell’apporto di polveri e microrganismi all’ambiente da parte degli individui presenti.

La qualità dell'aria in ospedale, intesa sia come ambiente di lavoro per il personale, sia come luogo di residenza, diagnosi e cura per il degente, è sempre più percepita come uno dei fattori determinanti non solo della qualità della vita, quanto della qualità delle prestazioni sanitarie e professionali offerte. L'attento management e monitoraggio della qualità dell'aria e dei processi di sanificazione è pertanto vitale per ridurre i rischi e migliorare la qualità assistenziale.

La versione completa del “Documento di indirizzo sulla valutazione del processo di sanificazione ambientale nelle strutture ospedaliere e territoriali per il controllo delle infezioni correlate all’assistenza (ICA)”, di Gianfranco Finzi, Presidente Nazionale ANMDO, Cristina Sideli, Direttore Sanitario Poliambulatorio S. Camillo - Fondazione Opera San Camillo e Luca Lanzoni, Microbiologo Ricercatore Università degli Studi di Ferrara, è scaricabile dal sito dell’Istituto Superiore di Sanità.

S•12 DIMENSIONE PULITO | 03/2024 SANITÀ & RSA
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anche dell’igiene personale delle mani, è possibile trovare i prodotti più efficaci a seconda delle specifiche esigenze di ciascuna struttura, con un unico obiettivo: garantire ambienti salubri, adatti ad accogliere ed assicurare il servizio sanitario erogato.

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Igiene dei pavimenti per combattere le ICA

Le superfici dei pavimenti sono potenzialmente in grado di tornare ai livelli batterici precedenti alla disinfezione entro poche ore dalla pulizia. Nonostante ciò, essi sono spesso trascurati come potenziali vettori di infezioni correlate all’assistenza

Per diverso tempo i pavimenti sono stati trascurati in quanto fonte di infezioni nosocomiali perché raramente vengono toccati dai pazienti. In realtà, le superfici dei pavimenti sono potenzialmente in grado di tornare ai livelli di contaminazione batterica precedenti alla disinfezione entro poche ore dalla pulizia2 . Gli agenti infettivi vengono costantemente introdotti sul pavimento nel corso della giornata da scarpe, attrezzature come sedie a rotelle e letti, dai dispositivi di trattamento o dai carrelli dei computer e dai calzini antiscivolo dei pazienti che attraversano i pavimenti e, non di rado, entrano con essi nel letto.

I pavimenti ospedalieri si caricano velocemente di sporcizia a causa del traffico pedonale e del movimento delle attrezzature dei pazienti. Il risultato è una superficie che ospita molti agenti infettivi e che costituisce un potenziale vettore di diffusione delle infezioni se non viene sottoposta a una manutenzione adeguata. Fino a poco tempo fa, le sfide associate all'igiene dei pavimenti non erano una priorità assoluta a causa della mancanza di prove scientifiche a sostegno di un aumento dei livelli di pulizia. La situazione sta cambiando, in quanto le crescenti prove di contaminazione stanno portando a rivedere la cura e la disinfezione dei pavimenti.

Key Characteristics of High-Performance Cleaning

Questo articolo è stato originariamente pubblicato, e qui riprodotto con autorizzazione, sul numero 1, volume 2, del Cleaning Science Quarterly, la rivista ufficiale di peer-review del Cleaning Industry Research Institute (CIRI)

This article is reprinted with permission from the issue 4, volume 1, of the Cleaning Science Quarterly, the official peer-review journal of the Cleaning Industry Research Institute (CIRI).

The term “high-performance cleaning” describes effective cleaning coupled with a management process designed to protect the environment. High-performance cleaning is the process of removing unwanted matter to the greatest or optimum extent to ensure reduced probability of an adverse effect for humans, valuable materials, and the natural environment. It is characterized by the following:

X Maximum extraction of pollutants from the environment.

X Minimum cleaning-derived chemical, particle and moisture residue.

X Cleaning for health first and appearance second.

Uno studio condotto in cinque ospedali dell'area di Cleveland ha rilevato che i pavimenti delle stanze dei pazienti sono spesso contaminati da patogeni correlati alle ICA, tra cui il Clostridium difficile, riscontrato nel 44% delle stanze sottoposte a coltura dopo la pulizia dei pazienti dimessi e nel 53% dei casi in cui il paziente era ospitato nella stanza. Anche gli enterococchi resistenti alla vancomicina (VRE) e lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA) sono stati trovati sui pavimenti, anche se con una frequenza minore. Inoltre, su 100 stanze occupate, il 41% presentava uno o più oggetti ad elevato contatto (HTO) come bracciali per la

X Proper disposal The primary eliminate or wanted substances extent practicable to reduce or lutants that impact human objective is condition achieve these tively when wanted substances of people and cleaning occurs, ed substances reduces the An adverse desirable response mal receptor material. When the environmental “sanitary.”

MAXIMUM OF POLLUTANTS FROM THE

If extraction rious problems sult in adverse to materials,

X Connectedness awareness: cleaning to improve the total environmental X Occupant X Pollution imization.

S•14 DIMENSIONE PULITO | 03/2024 SANITÀ & RSA
RICERCA 2 FEBRUARY 2023

pressione, pulsossimetri, cuscinetti riscaldanti e biancheria da letto a contatto con il pavimento3 . Lo studio riportato in questo articolo dimostra le potenziali fonti di contaminazione presenti sui pavimenti degli ospedali e i semplici modi in cui questi contaminanti possono essere sollevati e portati nella zona di contatto con il paziente, aumentando il rischio di infezione del paziente (HAI). Per ridurre le cadute, soprattutto tra i pazienti anziani, gli ospedali hanno introdotto l'uso di calze antiscivolo.

Uno studio del 2016 ha valutato i calzini antiscivolo insieme a campioni di pavimento. Lo studio ha riportato una contaminazione dell'85% di VRE sui calzini e del 69% dei campioni di pavimento. Lo stafilococco resistente (MRSA) è stato trovato sul 9% dei calzini e sul 17% dei campioni di pavimento 4 . Lo studio ha rilevato che questi organismi multiresistenti, VRE (85%) e MRSA (9%), sono stati trovati sui calzini che i pazienti ambulatoria-

li indossano quando attraversano le loro stanze o camminano nei corridoi. Questi calzini contaminati - ai pazienti viene comunemente fornito un paio di calzini che rimangono ai piedi per tutta la durata della degenza; vengono tolti solo per il bagno e poi rimessi ai piedi - fungono da potenziale meccanismo di circolazione di questi organismi in tutto l'ospedale. Ad aggravare il problema, i pazienti spesso indossano calzini antiscivolo per andare a letto quando tornano nelle loro stanze, contaminando di conseguenza i letti e la biancheria5

IL RUOLO DEI PAVIMENTI

La cura dei pavimenti e lo spazzolamento sono passati attraverso diversi paradigmi e, storicamente, i pavimenti puliti sono stati valutati in base all'aspetto visivo. Un significativo cambiamento commerciale è avvenuto nel giugno del 1893, quando Thomas W. Stewart di Detroit, MI, ha ricevuto un brevetto per il mop a corde6, fornen-

do una tipologia di mop più efficiente utilizzata da una posizione di lavoro eretta. Questa tecnica di pulizia è rimasta in auge per oltre un secolo, fino a quando uno studio ospedaliero sponsorizzato dall'EPA degli Stati Uniti ha riscontrato significativi vantaggi in termini di prestazioni con la microfibra7. Questo ha portato a un nuovo paradigma, con il mop piatto in microfibra che ha sostituito sempre più il mop a corda. Il nuovo standard di utilizzo di un mop in microfibra per ogni stanza, invece di un mop a filo ogni due o tre stanze, ha ridotto il potenziale di contaminazione biologica incrociata, utilizzando meno acqua e prodotti chimici per la pulizia7. È ben documentato che le caratteristiche della microfibra hanno un'efficacia superiore nel rimuovere fisicamente lo sporco e i batteri7. Tuttavia, le proprietà distintive di ritenzione delle particelle che si trovano nei mop in microfibra possono anche avere l'effetto di inibire il processo di lavaggio, con

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conseguente riduzione dell'efficacia del mop quando il lavaggio viene ripetuto e la carica biologica, compresi gli agenti patogeni, si accumula. Le proprietà che rendono buona la microfibra sono le stesse che la rendono così difficile da pulire. La crescente popolarità dei dispositivi medici monouso è stata ampiamente documentata. La rimozione dei contaminanti biologici da un tessuto in microfibra potrebbe creare maggiori problemi rispetto ai dispositivi medici con superficie rigida. Al contrario, le proprietà sterili degli articoli monouso sono riconosciute, soprattutto per prevenire la diffusione di infezioni o la contaminazione incrociata. Il ritrattamento (lavaggio) della microfibra non è un processo semplice e ogni ospedale ha un processo diverso. La microfibra è una struttura complessa, suscettibile di contaminazione chimica e biologica

residua e di degrado del materiale, che può risultare in una riduzione dell'efficacia dovuta a danni impercettibili e a una diminuzione delle prestazioni. I tessuti più facili da pulire, come tende, lenzuola, asciugamani e indumenti chirurgici, sono ora disponibili come articoli monouso a causa delle complessità di lavaggio. Una recente ricerca ha riportato una contaminazione microbica sui panni per la pulizia riutilizzabili8 . Ciò ha portato a pensare che esiste un potenziale significativo di contaminazione incrociata dei mop lavati, a causa della natura della microfibra di rimuovere e trattenere fisicamente lo sporco e i microbi. Questo processo di riflessione ha portato a una ricerca sulla potenziale contaminazione dei mop in microfibra lavati e alla valutazione delle condizioni dei mop in microfibra riutilizzabili. In questo lavoro di ricerca, la prima parte è stata quella di fotografare i mop nuovi e puliti per identificare la contaminazione e i danni strutturali. La seconda parte della ricerca consisteva nel determinare se i mop puliti e lavati contenevano una contaminazione microbica basata sulla ricerca citata da Diab-Elschahawi, che potrebbe potenzialmente portare a una contaminazione incrociata9

OSSERVAZIONI SULLA MICROFIBRA

Un mop piatto in microfibra nuovo, otto lavati e un mop piatto in microfibra nuovo monouso sono stati fotografati a 20x e 40x con un microscopio stereo 3D e a 1.000x con un microscopio elettronico a scansione (SEM) dal laboratorio tessile della North Carolina State University10 11 .

• I mop lavati presentavano una significativa contaminazione e degradazione della microfibra. In alcuni casi, la microfibra non era più efficace perché

risultava completamente fusa e contenente materiale estraneo. La microfibra fusa indicava che il processo di asciugatura utilizzato dalle lavanderie era troppo pesante, causando un danno irreversibile. Inoltre, il processo di lavaggio non ha rimosso il materiale estraneo evidente, oltre all'accumulo di particolato chimico.

• Le osservazioni hanno corroborato le conclusioni secondo cui gli speciali processi di lavaggio adottati per la microfibra non rimuovono adeguatamente lo sporco grossolano e l'accumulo di sostanze chimiche che possono ospitare agenti patogeni microbiologici. Sebbene non siano definitive, forniscono una spiegazione visiva del perché l'efficacia della microfibra si riduca dopo ripetuti lavaggi e confermano uno studio condotto da Diab-Elschalawi et al, secondo cui i panni in microfibra non sono prontamente decontaminati dal lavaggio.

• Sono stati rilevati contaminanti sconosciuti, che possono essere reintrodotti sulla superficie del pavimento al successivo utilizzo del mop e che quindi spingono a considerare la contaminazione microbica.

VALUTAZIONE

MICROBIOLOGICA

DELLA MICROFIBRA

Un precedente studio sull'efficacia del lavaggio dei panni usati per la pulizia e la disinfezione delle stanze dopo la dimissione dei pazienti ha rivelato la presenza di microrganismi vitali sul 93% dei panni dopo il lavaggio12 . I risultati di questo studio hanno stimolato un'indagine analoga per determinare se fosse possibile individuare risultati analoghi per i mop riutilizzabili usati per la pulizia dei pavimenti nelle aree di cura dei pazienti e in tutto l'ospedale.

Gli autori hanno raccolto e sottoposto a valutazione microbiologica i mop piatti in microfibra "puliti" appena lavati provenienti da 11 ospedali. Un totale di 20 campioni di mop per pavi-

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RICERCA
Tab. 1 - Risultati dei test microbiologici

menti in microfibra appena lavati sono stati raccolti dalle aree di stoccaggio utilizzando guanti in lattice, riponendoli immediatamente in sacchetti di plastica sterili, quindi consegnati a un laboratorio microbiologico indipendente accreditato per i test clinici in vivo. L'obiettivo dello studio consiste nel determinare il numero di microrganismi, in particolare Staphylococcus aureus (MRSA), Clostridium difficile, Escherichia coli, lieviti e muffe presenti sui mop ospedalieri in microfibra lavati.

RISULTATI MICROBIOLOGICI

Come mostrato nella Tabella 1, i test microbiologici sui mop appena lavati hanno evidenziato sette mop (35%) con contaminazione microbica. Tre dei mop degli 11 ospedali sono risultati positivi agli agenti patogeni, pari a un tasso di contaminazione del 27,3%, poiché uno degli ospedali è stato analizzato due volte per confermare i risultati.

DISCUSSIONE

I pavimenti, non sempre considerati come uno dei principali fattori di con-

taminazione ambientale che portano a un aumento dei tassi di infezioni nosocomiali, sono in realtà un fattore che contribuisce al problema delle infezioni correlate all’assistenza. Gli agenti patogeni possono essere trasportati attraverso calzini o mop danneggiati dal processo di lavaggio con ridotta capacità di pulire o disinfettare efficacemente il pavimento. Gli ospedali stanno passando a prodotti monouso, tra cui i mop in microfibra, per ridurre il rischio di ICA. I mop monouso eliminano il potenziale di contaminazione incrociata con microfibre vergini ad ogni utilizzo, eliminando al contempo la perdita di efficacia della microfibra dovuta al degrado e alla rottura strutturale e/o alla ritenzione di agenti patogeni come risultato di un processo di lavaggio inadeguato. Alcune pratiche di lavaggio trattano insieme i mop e i panni in microfibra. Questo scenario consente una potenziale contaminazione incrociata tra i mop per la pulizia dei pavimenti e i panni utilizzati per pulire le aree di cura dei pazienti. I contratti di servizio di lavanderia prevedono in genere la fornitura o il noleggio di mop e panni all'ospedale. Ciò

può comportare il lavaggio in blocco di mop e panni da parte di più ospedali, con il potenziale trasferimento di agenti patogeni da un ospedale all'altro, poiché il processo di lavaggio non garantisce la rimozione degli agenti patogeni. Ogni ospedale ha processi di lavanderia diversi per gestire le microfibre. Alcuni eseguono il lavaggio all'interno dell'azienda, mentre altri si affidano a fornitori terzi. Questi processi cambiano con il personale e con i programmi chimici per il lavaggio e la disinfezione, il che comporta una complessità di pulizia che non può garantire in modo affidabile che i mop in microfibra siano puliti e disinfettati. I mop lavati in modo inadeguato possono essere reintrodotti in ospedale con residui di patogeni. Questo studio ha valutato i mop in microfibra lavati di 11 ospedali e ha rilevato che il 27,3% dei mop appena lavati conteneva contaminazione microbica. Per ridurre il rischio di esposizione alle infezioni nosocomiali, è opportuno prendere in considerazione i mop in microfibra monouso. Gli ospedali attenti all'ambiente valuteranno l'uso di mop in microfibra monouso e le relative implicazioni in termini di rifiuti. Sebbene esuli dallo scopo di questo documento, l'impatto ambientale è stato studiato e valutato. Secondo le prime indicazioni, i prodotti monouso possono essere considerati positivi dal punto di vista ambientale quando si utilizza una valutazione Cradle to Grave per confrontare prodotti e processi13 14

CONCLUSIONI

L'avvio di un programma di test microbiologici continui che garantisca la salubrità della microfibra e la protezione dei pazienti e dei lavoratori richiederebbe una supervisione e una competenza che attualmente non esistono in molti, se non in tutti i sistemi sanitari. Un'ulteriore documentazione che attesti l'assenza di agenti patogeni nelle microfibre utilizzate in ambito

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sanitario comporterebbe un ulteriore stress per i programmi di pulizia a ritmo serrato dei dipartimenti dei servizi ambientali, che spesso non dispongono di risorse sufficienti.

La complessità di identificare e quantificare i vettori di trasmissione ha portato a una maggiore adozione di prodotti monouso nel settore sanitario. Questa transizione garantisce che gli strumenti e le attrezzature per la pulizia non rappresentino un rischio di contaminazione incrociata per i pazienti o il personale sanitario. I risultati e la documentazione di questa ricerca hanno portato alla recente transizione di alcuni sistemi sanitari ai mop in microfibra monouso, come salvaguardia per ridurre la diffusione delle infezioni nosocomiali attraverso il pavimento.

Bibliografia

1 Carling PC, Parry MF, Von Beheren SM. “Identifying opportunities to enhance environmental cleaning in 23 acute care hospitals.” Infect Con Hosp Epi 2008; 29:1–7.

2 Ayliffe GAJ, Collins DM, Lowbury EJL. “Cleaning and disinfection of hospital floors.” Br. Med J 1966: 2:442–5.

3 Deshpande A, CadnuJL, Fertelli D, et al. “Are hospital floors an underappreciated reservoir for transmission of health careassociated pathogens?” American Journal of Infection Control 45, 2017: 336–338.

4 Mahida N, Boswell T. “Non-slip socks: a potential reservoir for transmitting multidrug-resistant organisms in hospitals?” J Hosp Infect 2016; 94: 273–5.

5 Vickerey K, “Patient shoe covers: Transferring bacteria from the floor onto surgical bedsheets” American Journal of Infection Control, Nov. 1, 2016 Vol 44: 1417–1419 http://doi.org/10.1016/j.ajic.2016.03.020

6 https://patents.google.com/patent/ US499402A/en

7 US EPA: “Using Microfiber Mops in Hospitals, Environmental Best Practi-

ces for Health Care Facilities,” November 2002: https://archive.epa.gov/region9/waste/archive/web/pdf/mops. pdf

8 Sifuentes LY, Gerba CP, Weart I, Engelbrecht K, Koenig DW. “Microbial contamination of hospital reusable cleaning towels.” American Journal of Infection Control Vol 41 Oct 2013: 912–915.

9 Diab-Elschahawi M, Assadian O, Blackly A, Stadler M, Pericka E, Berger J, et al. “Evaluation of the decontamination efficacy of new and reprocessed microfiber cleaning cloth compared with other commonly used cleaning cloths in the hospital” American Journal of Infection Control May 2010; 38:289–92.

10 Equipment used: Nikon SMZ-1000 Zoom Stereo Microscope at 20x and 40x power; Phenom G1 SEM and Quorum Tech- nologies SC7620 Mini Sputter Coater with a Gold/Palladium Target- SEM at 1000x power.

11 https://www.geerpres.com/micro -

scopic-analysis-of-laundered-microfiber-mops-a-single-use-microfiber-mop-laboratory- report-105-s/ Laboratory 105-S “Microscopic Analysis of Laundered Microfiber Mops & a Single-Use Microfiber Mop”

12 Sifuentes LY, Gerba CP, Weart I, Engelbrecht K, Koenig DW. “Microbial contamination of hospital reusable cleaning towels.” American Journal of Infection Control Oct. 2013: 1–4.

13 Rastogi N, “Wasting Syndrome-How much trash do hospitals produce?” The Green Lantern, Illuminating Answers to Environmental Questions Oct. 19, 2010 (June 15, 2017). http:// www.slate.com/articles/health_and_ science/the_green_lantern/2010/10/ wasting_syndrome.html

14 Dr. Richard Venditti, Elis and Signe Olsson Professor, Department of Forest Biomaterials, North Carolina State University, Raleigh, NC 27695, “Environmental Life Cycle Analysis of Single Use and Reusable Mops,” Oct 16, 2018.

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Verificare il livello igienico delle superfici, degli utensili e degli ambienti è sempre stato molto importante, ma diventa davvero essenziale quando si opera in ambienti ad alto rischio igienico come ospedali, mense e case di cura.

In queste realtà è essenziale verificare l’esito delle procedure di sanificazione, ma altrettanto importante è ottenere subito i risultati! Tutte le strutture sanitarie hanno rigidi protocolli di sanificazione che devono essere applicati correttamente per garantire l’igiene degli ambienti e scongiurare il rischio di infezioni. Tra le procedure da adottare, c’è anche la verifica dell’esito della sanificazione basata

su test oggettivi e la conseguente redazione di report per dare evidenza dei risultati ottenuti.

Negli ultimi anni è infatti aumentata la consapevolezza della necessità di controllare la diffusione di malattie infettive rendendo ancora più importante il monitoraggio dell’efficacia delle procedure di pulizia e disinfezione da parte degli operatori sanitari.

Le recenti sentenze giudiziarie che coinvolgono casi di infezioni nosocomiali hanno stabilito come sia una precisa responsabilità, non solo morale, da parte dei dirigenti delle strutture sanitarie, quella di garantire l’efficacia delle procedure di detersione e disinfezione

dell’ambiente in cui lavorano i propri operatori. Per effettuare dei test di verifica oggettivi generalmente ci si affidava all’esecuzione di tamponi microbiologici sulle superfici da

controllare, per poi inviare i tamponi stessi al laboratorio per la successiva analisi. Questi test forniscono risultati sicuramente precisi ma purtroppo tardivi.

La particolare fragilità dei pazienti e la diffusione di diversi ceppi batterici antibiotico- resistenti, necessita di una risposta estremamente rapida sul livello igienico degli ambienti in cui i pazienti risiedono. È indispensabile che non si continui ad usufruire di un ambiente o di una superficie non correttamente sanificata, per non aumentare il rischio biologico.

Per ottenere un’informazione rapida e precisa sulle condizioni igieniche di una superficie, molte strutture sanitarie hanno adottato una procedura semplice da svolgere ma estremamente veloce nel fornire il risultato (circa 10 sec.). Gli operatori sanitari effettuano il

informazione pubblicitaria

Test dell’ATP utilizzando il Bioluminometro e i relativi tamponi monouso. Il test si basa sulla ricerca di ATP (Adenosin Trifosfato), una molecola che si trova in tutte le cellule viventi e quindi è un indicatore di sporco organico. I residui organici, infatti, sono il terreno ideale

per la proliferazione batterica e quindi questo test fornisce indicazioni oggettive sul rispetto degli standard di pulizia.

Tra gli strumenti presenti sul mercato, il Bioluminometro

EnSure TOUCH di Hygiena LTD è indubbiamente il più facile da utilizzare. La sua struttura simile ad un normale smartphone con il menù ad icone e il display touch screen lo rende intuitivo e adatto a tutti gli operatori. Normalmente il Bioluminometro EnSure Touch viene utilizzato con i tamponi UltraSnap per la verifica giornaliera dello stato igienico delle superfici. Ma quando gli ambienti sono particolarmente a rischio (camere operatorie, ferri chirurgici, endoscopi ecc..), Hygiena consiglia l’utilizzo di tamponi SuperSnap ad alta sensibilità in quanto sono dotati di una soglia di

rilevabilità pari a 0,1 fentomoli di ATP.

Tra i punti di forza dell’utilizzo del sistema Bioluminometro – tamponi per la verifica dell’igiene di una superficie, non c’è solo la velocità con cui si ottiene la risposta, ma anche la capacità di registrare e analizzare i dati ottenuti. Il nuovo Bioluminometro EnSure TOUCH è dotato di un sistema di raccolta e analisi dati basata sulla connettività WiFi. Questo sistema permette la registrazione e il salvataggio dei dati in tempo reale quindi, nel momento in cui l’operatore sta effettuando il tampone, il responsabile può collegarsi al cloud e visualizzare il risultato ottenuto da qualsiasi postazione di lavoro. In questo modo i rischi di contaminazione vengono visualizzati e riconosciuti in tempo reale e si

possono così applicare immediatamente le necessarie azioni correttive.

La raccolta sistematica dei dati di monitoraggio offre la possibilità di tracciare e definire l’andamento dei risultati dei test su più posizioni/aree di applicazione per pianificare eventuali azioni a lungo termine e semplificando la gestione generale del rischio biologico.

Alla luce di quanto descritto si può decisamente considerare il Bioluminometro

EnSure TOUCH un valido supporto alle direzioni sanitarie per garantire la sicurezza dei pazienti e tendere ad un miglioramento continuo delle procedure di sanificazione ambientale.

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Il servizio mensa nelle RSA

Il pasto in ospedale e nelle strutture assistenziali è quindi un imprescindibile complemento ai percorsi di prevenzione e cura. Fornire cibo nutriente e sicuro sono obiettivi inscindibili e primari

Francesca De Vecchi

Tecnologa alimentare

S•22 DIMENSIONE PULITO | 03/2024 SANITÀ & RSA
RISTORAZIONE SOCIOASSISTENZIALE

Le strutture sanitarie, dagli ospedali alle strutture residenziali territoriali ospitano persone particolarmente vulnerabili, per la loro condizione fisica. Le Infezioni

Correlate all’Assistenza (ICA) cioè quelle che una volta erano chiamate infezioni nosocomiali, con riferimento ai soli ospedali, ma che oggi hanno avuto bisogno di una nuova definizione visto l’ampliarsi delle tipologie dei luoghi di cura, tra cui appunto le RSA (Residenze sanitarie Assistenziali), si definiscono come infezioni dovute a batteri, funghi, virus o altri agenti patogeni meno comuni, contratte durante l’assistenza e che al momento dell’ingresso nella struttura o prima dell’erogazione dell’assistenza non erano manifeste clinicamente, né erano in incubazione. I motivi per cui le ICA sono sempre più diffuse sono diversi; tra questi ci sono la diffusione di microrganismi resistenti agli antibiotici e la progressiva introduzione di nuove tecnologie sanitarie, anche se una revisione di letteratura condotta su dati 2005-2016 ha rilevato che circa il 35-55% delle ICA sono prevenibili attraverso interventi multidisciplinari (Epicentro.it). Fra i motivi di diffusione di queste infezioni c’è, anche se in misura minoritaria, la trasmissione dell’infezione a più persone attraverso un veicolo comune contaminato come per esempio il cibo.

L’alimentazione, per la popolazione generale, ha un ruolo fondamentale sia in termini di qualità della vita sia di prevenzione delle malattie; quando si parla di persone fragili e ambienti dove queste vengono assistite, anche se autosufficienti, l’assunzione di cibo soddisfa anche altre esigenze primarie, come il giusto supporto alle cure mediche. Nelle residenze assistenziali per anziani, per esempio, la malnutrizione influisce anche sulla ripresa dell’autonomia, aumentando il rischio di ricadute e di complicanze.

Ecco perché nel servizio di ristorazione socioassistenziale fornire cibo nu-

triente e sicuro sono obiettivi inscindibili e primari.

Tornando al pericolo di infezioni, nonostante i notevoli progressi in termini di sicurezza, rimane sempre alta la possibilità che si sviluppino focolai di gastroenterite anche da batteri di origine alimentare, fra i degenti suscettibili a malattie infettive, quando non già in cura con farmaci o malnutriti. È chiaro quindi che, in questi contesti, quando si parla di refezione, vanno presi in uguale considerazione i due aspetti di food security e di food safety anche da un punto di vista organizzativo/gestionale: l’adeguatezza come apporto di energia e nutrienti in rapporto alle esigenze dell’utente e la sicurezza, sia per quanto riguarda l’igiene degli alimenti sia delle strutture.

L’ADEGUATEZZA NUTRIZIONALE

Il pasto in ospedale e nelle strutture assistenziali è quindi un imprescindibile complemento ai percorsi di prevenzione e cura, come ricordano le Linee

di indirizzo nazionale per la ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica (Ministero della Salute, 2021). Senza scendere qui in una disamina approfondita sui principi di alimentazione per i casi in questione, basti dire che il vitto in queste strutture deve essere studiato sulla base di esigenze specifiche e che in generale deve:

- Fare riferimento agli apporti consigliati dai Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana (LARN), adeguandoli ai fabbisogni (soprattutto proteici) specifici, che possono dipendere dalla malattia e dall’ospedalizzazione, suddivisi opportunamente nella giornata;

- Prevedere che personale esperto (dietista, medico specialista) possa elaborare diete specifiche (per grammature e/o tipologia di alimenti e/o modalità di allestimento) senza esagerare nella varietà degli schemi, per non complicare eccessivamente il lavoro della preparazione e gestione in cucina.

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Andrebbero comunque garantite almeno alcune diete tipo: iposodica, ipocalorica, ipoproteica, senza glutine, a ridotto apporto di fibre e lattosio, ad alta densità nutrizionale, di rialimentazione.

LA SICUREZZA IGIENICO-SANITARIA

Gli aspetti di igiene riguardano soprattutto il pericolo che si sviluppino focolai da agenti zoonotici - Salmonella, Clostridium perfringens, Listeria monocytogenes, Escherichia coli O157 e norovirus - provenienti da cibo contaminato, ma anche dovuti a errori di procedura: cottura inadeguata, temperature di conservazione improprie, attrezzature contaminate, contaminazione ambientale incrociata e scarsa igiene personale.

I principali punti critici da valutare per il controllo e la prevenzione delle contaminazioni riguardano in buona sostanza la manipolazione degli alimenti e sono riassunti in diversi documenti di riferimento destinati agli operatori e redatti dalle autorità sanitarie di riferimento (vedi box con le indicazioni contenute nelle Linee guida per la ristorazione nelle residenze socioassistenziali, ATS Pavia).

Un altro elemento importante è la scelta delle modalità di preparazione e di distribuzione dei pasti. Per quanto riguarda la cottura può avvenire in loco, nella cucina della Residenza o in un centro cottura centralizzato, in base ad una serie di valutazioni, da effettuarsi caso per caso in funzione delle caratteristiche della struttura, dalle tipologie di pasti da servire e dalle risorse a disposizione: tutti elementi che possono orientare verso un servizio interno o una gestione esterna o anche mista. Vediamo brevemente le modalità principali di distribuzione: - Sistema “fresco-caldo”: gli alimenti dopo cottura sono trasportati ai reparti, con carrello riscaldato e refrigerato. Il trasporto, in questa situazione, deve avvenire in tempi brevi al termine della cottura, per evitare un degradamento delle qualità organolettiche e la possibilità, in caso di interruzioni prolungate dei livelli prescritti di temperatura, che si possa verificare una proliferazione batterica incontrollata. Il tempo intercorrente tra preparazione e somministrazione non deve comunque superare le 2 ore se il cibo è conservato in isotermia.

- Sistema cook and chill: il cibo, preparato in maniera convenzionale, viene

rapidamente raffreddato in abbattitore, fino a 10°C al cuore del prodotto, entro 90 minuti circa. Dopo eventuale porzionamento (in locali a temperatura modificata di 12°C e con chiusura in carrelli neutri) viene stoccato e conservato tra 0 e 3°C. Il prodotto può essere conservato per un massimo di 5 giorni (compreso il giorno della preparazione e abbattimento); con un trasporto refrigerato non superiore a 4°C viene trasportato per il consumo dove viene servito, dopo essere stato portato a una temperatura di almeno 70°C.

- Sistema cook and freeze: il cibo cotto in maniera convenzionale, viene rapidamente abbattuto fino a –18°C (3 ore), confezionato in contenitori e poi stoccato a –20°C. Prima della distribuzione, i prodotti vengono fatti rinvenire in maniera corretta.

- Sistema misto: è un sistema che ricorre per le differenti preparazioni alimentari, a diversi sistemi di produzione per ottimizzare gli aspetti sensoriali, insieme a quelli nutrizionali e igienico-sanitario.

LA GESTIONE DEL SERVIZIO

In merito agli aspetti più generali le Linee guida nazionali riassumono le principali priorità del servizio e in particolare:

- L’importanza che in tutte le fasi dalla pianificazione, dalla stesura del capitolato di appalto fino alla gestione del servizio ci sia personale competente e continuamente aggiornato: da medici, specialisti in scienza dell’alimentazione o laureati in dietistica o in scienza della nutrizione, a figure tecniche preparate per la gestione dei processi come tecnologi alimentari (per gli aspetti merceologici, tecnologici, impiantistici e logistici) e cuochi formati nella ristorazione collettiva;

- La riduzione dello spreco che implica un intervento lungo tutta la filiera (Linee di indirizzo rivolte agli enti gestori di mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità, al fine di prevenire e ridurre lo spreco

S•24 DIMENSIONE PULITO | 03/2024 SANITÀ & RSA
RISTORAZIONE SOCIOASSISTENZIALE
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LINEE GUIDA IGIENICO-SANITARIE PER LE CUCINE DELLE RSA

Punti critici per la prevenzione delle tossinfezioni nelle cucine:

Gestione Pietanze

- Corretta conservazione degli alimenti con il rispetto della compartimentazione (per evitare cross contaminazioni, per esempio cibi cotti o pesci crudi, verdura e carni) e in particolare per i cibi deperibili, con il rigido rispetto della catena del freddo.

- Permanenza a temperatura ambiente degli alimenti: dovrebbe avvenire solo per il tempo necessario alla loro preparazione e sempre coperti prima fino al momento del servizio.

- Controllo delle temperature di esercizio del frigorifero tramite termometri posizionati internamente (se non è previsto un display di temperatura esterno).

- Nel frigorifero mantenere le pietanze

connesso alla somministrazione degli alimenti, legge 19 agosto 2016, n. 166), partendo da un’attenta pianificazione dei pasti e dell’approvvigionamento delle derrate necessarie, rilevando sistematicamente le eccedenze e i residui e predisponendo una procedura di monitoraggio standardizzata; - Da un punto di vista amministrativo, tutte le attività che caratterizzano il servizio di ristorazione - dall’idoneità dei locali del centro cottura, al piano di autocontrollo secondo il sistema Haccp compresa la formazione del personale - rientrano a pieno titolo nel capitolato, il documento che disciplina nel complesso il piano organizzativo dell’intero processo e garantisce che l’affidamento del servizio sia conforme alle disposizioni del Codice appalti in vigore. Infine, sempre maggior rilievo sta assumendo anche l’aspetto

coperte. Osservare la segregazione fra pietanze cotte (o da consumare crude) e alimenti da cuocere.

- Non scongelare i prodotti surgelati o congelati nel frigorifero: tali prodotti non devono mai essere lasciati scongelare a temperatura ambiente o sotto l'acqua, usarli entro 24 ore dallo scongelamento e non ricongelare gli alimenti già scongelati.

- Utilizzare prima i prodotti da più tempo conservati.

- Conservare i prodotti su scaffali o ripiani sollevati da terra

- Prevenzione da insetti o altri animali infestanti, predisponendo adeguate barriere per proteggere i locali della cucina (per esempio istallare barriere sulle aperture comunicanti con l’esterno)

Personale

- Non lasciare che estranei di entrare in cucina e qualora entrino non

relativo alla verifica della qualità del servizio (e del gradimento verso l’utenza), sia a scopo conoscitivo, sia per l’individuazione delle eventuali carenze e criticità. I controlli a campione dovranno riguardare parametri oggettivi (peso delle porzioni, temperatura degli alimenti al momento della distribuzione, quota di alimenti scartati, rispetto delle procedure igieniche, corrispondenza degli ordini, tempi di distribuzione del vitto) e dovranno essere identificate figure responsabili.

In sintesi, la ristorazione nelle RSA ha un preminente obiettivo di cura. I pasti erogati devono garantire tanto i requisiti di sicurezza igienico-microbiologica quanto un adeguato apporto di energia e nutrienti in relazione alle esigenze dell’utente). Non solo, ribadiscono le Linee di indirizzo, “il servizio

permettere loro di manipolare o toccare il cibo.

- Indossare in cucina sempre un abbigliamento adeguato: un camice chiaro e un copricapo per contenere tutti i capelli; non indossare invece anelli o braccialetti: possono essere fonti di sporcizia.

- Mantenere pulite le mani che possono essere fonte di contaminazione per gli alimenti.

Pulizie

- Non fare le pulizie mentre si sta cucinando

- Non utilizzare strofinacci in stoffa per asciugare le mani o per coprire i ripiani in acciaio inox: l’umidità può favorire la proliferazione dei batteri.

- Quando si cucina accendere sempre la cappa di aspirazione: l’umidità favorisce la formazione di muffe.

- Non conservare in cucina i detersivi o i disinfettanti.

di ristorazione collettiva deve raggiungere un ottimale livello sia in termini di qualità nutrizionale, che di qualità sensoriale, unitamente alla progettazione di un’organizzazione efficiente del servizio”.

Riferimenti

Linee guida per la ristorazione nelle residenze socioassistenziali, ATS Pavia. Dipartimento di igiene e prevenzione sanitaria, Struttura complessa igiene degli alimenti e della nutrizione. Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica – Ministero della Salute, 2021.

Linee guida per una sana alimentazione (Revisione 2018) formulate dal CREA – Centro Ricerca Alimenti e Nutrizione del Ministero delle Politiche agricole.

S•26 DIMENSIONE PULITO | 03/2024 SANITÀ & RSA RISTORAZIONE SOCIOASSISTENZIALE

Industrie Celtex, il monouso si fa alleato delle RSA

Le RSA negli ultimi anni hanno assunto un ruolo centrale nella cura dell’anziano, trasformandosi da semplici centri di accoglienza a realtà specializzate nella gestione di tutti gli aspetti della vita di un anziano. Se la preparazione del personale OSS è diventato un aspetto indispensabile per la corretta gestione del pa-

I lenzuolini medici Celtex, in morbida pura cellulosa

ziente, altrettanto rilevante è il livello di igiene richiesto. Industrie Celtex ben interpreta queste esigenze con una gamma di prodotti professionali che spaziano dai sistemi di dispensazione per l’area bagno agli articoli in tissue e non, per la pulizia degli ambienti comuni e delle persone.

Con Megamini E-Control, l’innovativa linea di sistemi elettronici no-touch per carta asciugamani, saponi, gel igienizzanti mani e per la sanificazione del wc, l’area bagno si trasforma in un’esperienza ancora più igienica. L’utente, infatti, non tocca mai il dispenser, ma entra in contatto solo con il prodotto erogato, che si attiva per mezzo di un sensore al momento del passaggio della mano. L’erogazione controllata consente ai dispenser di rilasciare solo quanto neces-

sario, garantendo minori consumi e maggiori risparmi per la struttura. I dispenser Megamini E-Control alloggiano carta e sapone certificati Ecolabel e dermatologicamente testati, nel rispetto dell’ambiente e della cute. La carta igienica, sviluppata con tecnologia brevettata Flutech®, si dissolve nel vortice d’acqua in soli 9”, contribuendo a prevenire i fastidiosi intasamenti del wc. L’offerta Celtex non si limita all’area bagno, ma si estende ad altre fasi della gestione dell’anziano. I lenzuolini medici Celtex, in morbida pura cellulosa, grazie alla particolare resistenza del pretaglio, garantiscono una perfetta tenuta alle sollecitazioni, per un’ottima copertura del paziente dal contatto diretto con il lettino; una soluzione che previene le contaminazioni crociate. I bavagli politenati con tasca permettono di contenere la perdita

Dispenser Megamini E-Control a tecnologia no-touch

di liquidi e cibo durante la somministrazione dei pasti, proteggendo il busto del paziente e la sua postazione, agevolando le operazioni di pulizia. A completare l’offerta, i prodotti a marchio Temdex composti da manopole e panni, agevolano la detersione della cute dell’anziano da parte degli operatori, garantendo un alto livello di igiene quotidiana, sempre con la massima delicatezza

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Evoluzione del reporting

direzionale per il governo di un’azienda sanitaria

L’esperienza dell’ASST Spedali Civili di Brescia

Massimo Lombardo, Davide Zanchi, Gian Luca Fornari, Giovanni Lamberti, Federico Lega, Alberto Giana

S•28 DIMENSIONE PULITO | 03/2024 SANITÀ & RSA
ORGANIZZAZIONE

La schermata “preferiti” ove sono posizionati tutti i report

La trasformazione della reportistica nell’ASST di Brescia con l’adozione di nuovi formati e KPI. Nonostante le sfide legate alla frammentazione dei dati, il risultato è un sistema moderno e informativo che ha migliorato la consapevolezza del personale e potenziato le risorse decisionali del management aziendale

Il governo di un’azienda sanitaria pubblica è attività caratterizzata dalla necessità di presidiare aspetti multidimensionali quali l’attività clinica, scelte di natura organizzativa, le dinamiche contabili e le esigenze di una ampia gamma di stakeholder; la particolare natura di questo tipo di azienda presuppone la necessità di orientare i comportamenti del personale medico, caratterizzato da forte competenza professionale e grande autonomia decisionale, perseguendo parallelamente la necessità di pareggio tra ricavi e costi e la costruzione di una solida struttura di ricavi necessaria per evitare l’eventualità dei Piani di Rientro. L’ASST di Brescia ha, in questo senso, promosso un’attività di sviluppo del sistema di reportistica aziendale al fine di potenziare il livello di informazioni a disposizione delle Unità Operative sanitarie e della Direzione Strategica, con l’obiettivo di fornire moderni strumenti per il controllo degli acca -

dimenti sanitari ed economici, utili a vari livelli nei percorsi decisionali aziendali.

PREMESSE METODOLOGICHE PRELIMINARI ALLA RIPROGETTAZIONE

In via introduttiva, è bene contestualizzare come tale scelta si inserisca all’interno di una linea di pensiero manageriale che caratterizza l’operato organizzativo dell’ASST. Il sistema di reporting infatti è da considerarsi a supporto del sistema di budgeting: l’Azienda effettua un’attività di assegnazione degli obiettivi attraverso un sistema di schede dal contenuto multidimensionale e che contengono item provenienti sia da documenti di programmazione annuale di enti sovraordinati (Regione Lombardia, Ministero, Agenas ecc.), sia obiettivi specifici identificati dalla Direzione Strategica o legati allo sviluppo di progettualità interne, sia infine obiettivi identificati a livello Dipartimentale nelle aree sanitarie e sociosanitarie. Attraverso queste schede l’Azienda assicura l’ingaggio di tutte le articolazioni organizzative al raggiungimento degli obiettivi annuali attraverso un deployment degli stessi formalizzato e guidato dalla Direzione stessa. Appare quindi evidente come, accanto ad un sistema di identificazione ed assegnazione di obiettivi, divenga necessario disporre di un sistema strutturato per il monitoraggio degli stessi e che tale sistema sia in grado di fornire in-

formazioni sia alle strutture aziendali operative, sia alla Direzione Strategica ed ai suoi organi di staff che ne supportano l’attività.

Il mandato della Direzione relativo alla modifica della struttura del sistema gestionale, che mira a promuovere una cultura del management by evidence, si fonda sulla scelta di disporre di indicatori dall’alta potenza descrittiva, in grado di rappresentare le più rilevanti evidenze delle performance dei vari settori erogativi aziendali: al Controllo di Gestione, struttura in staff alla Direzione Generale e titolare dell’espletamento del processo di budgeting, è stata richiesta la riprogettazione del sistema di reportistica ed esso ha sviluppato la propria attività lungo un duplice binario:

1. il potenziamento delle informazioni disponibili all’interno della reportistica;

2. la modifica del formato della reportistica stessa.

Attraverso la prima iniziativa, si è deciso di mettere a disposizione della Direzione informazioni in merito a tutte le linee produttive aziendali, anche relative ad aree del settore socio-sanitario non oggetto di Contratto di produzione con l’ATS di riferimento. Ciò con l’obiettivo di potenziare il patrimonio informativo a disposizione della Direzione (e delle articolazioni organizzative interessate), estendendo di fatto la varietà di elementi oggetto di monitoraggio. Attraverso la seconda iniziativa si è invece deciso di semplificare le modalità di fruizione e di

S•29 DIMENSIONE PULITO | 03/2024

Un esempio di report: le informazioni numeriche, grafiche e il segnale dei “semafori”

consultazione della reportistica, adottando formati più moderni, intuitivi e dotati di sistemi per la segnalazione di eventuali disallineamenti dai valori obiettivo (es. semafori).

La conclusione di questo processo sarà costituita dalla costruzione di un cruscotto di sintesi, contenente 1-2 KPI per ogni settore produttivo aziendale, a diretto monitoraggio da parte della Direzione. Ciascuna delle evidenze messe a disposizione dai KPI contenuti nel cruscotto di sintesi potrà poi essere oggetto di approfondimento in uno dei report di dettaglio sviluppati in precedenza.

FASI E CONTENUTI

DEL REENGINEERING

DEL SISTEMA DI REPORTISTICA

Il lavoro di riprogettazione della reportistica ha avuto inizio nel secondo trimestre dell’anno 2022, con la pubblicazione dei primi report Qlik: l’Azienda, beneficiando della disponi-

bilità di fondi provenienti dalle disponibilità del PNRR ha potuto pianificare su un orizzonte triennale lo sviluppo di una serie di interventi con l’obiettivo di disporre prima della fine dell’anno 2024 dei dati di dettaglio della produzione di tutte le articolazioni aziendali anche sprovviste di contratto di produzione (consultori, sert, attività vaccinale) e di dati oggi presenti solo a livello parziale (attività chirurgica di sala operatoria, liste d’attesa operatorie, dettaglio delle ore lavorate del personale dipendente) e di completare entro la fine dell’anno 2025 lo sviluppo di tutta la reportistica idonea alla gestione dei dati a disposizione e in grado di offrire specifiche chiavi di lettura per la Direzione, nel rispetto dei tempi previsti dal PNRR. A livello strutturale, il sistema di reportistica presso l’ASST degli Spedali Civili di Brescia si basa sull’alimentazione di un data warehouse, un sistema di immagazzinamento ordinato e periodico di dati provenienti da diverse fonti informative (il software amministrativo contabile, il gestionale delle risorse umane, i flussi informativi di produzione) e sull’interrogazione

strutturata dello stesso. Le interrogazioni assumono la forma di report in formato excel, Qlik View o Qlik Sense, ed attraverso un sistema di accesso ai dati codificato, consentono la visibilità dei report ad utenti selezionati in base ad una specifica indicazione della Direzione o in base alla gerarchia definita dal piano di organizzazione aziendale vigente. La reportistica è quindi patrimonio aziendale e può essere consultata sia dalle unità operative sanitarie, sia dalla Direzione o dagli staff ad essa afferenti; il sistema di codifica degli accessi regola la visibilità della reportistica: in tal modo vengono messi a disposizione delle diverse articolazioni organizzative le informazioni ad esse pertinenti, evitando ad esempio lo sviluppo di fenomeni di benchmarking interno tra unità operative sanitarie i quali possono invece essere effettuati solo a livello direzionale.

Peraltro, il sistema si pone come riferimento unitario per la reportistica di tutti gli staff a livello aziendale e in questo senso viene utilizzata sia dal Controllo di Gestione sia, ad esempio dalla Gestione Operativa, permet-

S•30 DIMENSIONE PULITO | 03/2024 SANITÀ & RSA
ORGANIZZAZIONE

tendo la contemporanea presenza di report afferenti ad aree gestionali tra loro distinte (i riflessi economici da un lato e quelli organizzativi dall’altro) dell’attività erogata dai reparti, ma di contemporaneo interesse per la managerialità delle aree sanitarie. Inoltre, particolare rilevanza assume il formato dell’output, che ricorrendo a sistemi di pubblicazione dei dati moderni ed intuitivi (reportistica elaborata in Qlik View e Qlik Sense) permette la composizione di forme di rappresentazione intuitive e dinamiche, strutturate in un massimo di 5 aree tematiche distinte in grado di aggiornare i propri contenuti all’aggiornamento di alcune variabili (di tipo temporale o specifico dei dati oggetto di consultazione). Essi, inoltre, contemplano la possibilità di incrocio di un'ampia moltitudine e varietà di dati, consentendo anche lo sviluppo di indicatori multidimensionali.

Ad oggi, il nuovo sistema di reportistica risulta posizionato in un’area del gestionale denominata “preferiti”, immediatamente disponibile agli utenti che accedono ad esso, in modo tale

da consentire un rapido accesso alle informazioni di interesse. Le informazioni che sono disponibili ai reparti sono di seguito indicate:

- prestazioni di ricovero e ambulatoriale;

- prestazioni afferenti all’area della salute mentale (Psichiatria, Neuropsichiatria, Sert);

- cure palliative domiciliari ed assistenza domiciliare integrata;

- attività svolta nei consultori e nei centri vaccinali;

- costi contabilizzati per centro di costo;

- flusso file F e flusso “SDO4”;

- prestazioni per paziente ricoverato (radiologia, laboratorio, consulenze diagnostiche);

- cruscotto di monitoraggio dell’attività chirurgica.

Per ciascuna linea di attività sono presenti informazioni quali il ricavo della produzione, l’evoluzione temporale dei ricavi e la provenienza geografica degli utenti per valutarne la mobilità con tutti i dettagli (unità operativa erogante, centri di costo, codici regionali dei flussi informativi di appartenenza) messi a disposizione dal sistema di contabilità analitica aziendale.

Nei report sono poi proposti anche indicatori “monodimensionali” (basati cioè sul medesimo set di informazioni) quali la degenza media (anche scomposta in pre e post operatoria), il valore medio delle prestazioni erogate e, di grande rilevanza, il rispetto dei tempi di attesa previsti per ciascuna classe di priorità associata alle prestazioni erogate.

I dati presentati possono sempre essere sottoposti a raffinamento o selezione tramite specifiche “finestre” posizionate nel lato destro di ciascun report, contenenti elementi relativi ai dati del report stesso e di potenziale interesse per un utente in consultazione; i dati inoltre sono interrogabili su un orizzonte temporale pluriennale, così da consentire confronti omogenei per contenuti in periodi temporali distinti. Una delle più interessanti potenzialità derivanti da una così ampia varietà di dati a disposizione è la possibilità di incrocio degli stessi: attraverso il legame con attributi comuni a tutti i dati infatti (ad esempio il centro di costo o il periodo di competenza) sono stati costruiti indicatori (KPI) quali il

S•31 DIMENSIONE PULITO | 03/2024

rapporto tra costi e produzione, il numero di prestazioni per interni per paziente dimesso e, in via di produzione, il rapporto tra produzione e FTE del personale dipendente. Altra novità di particolare interesse è la presenza di indicatori di monitoraggio dell’attività chirurgica, in grado di monitorare quotidianamente l’andamento di tutti i tempi chirurgici per ciascun blocco operatorio e ciascuna sala. Per dare, infine, contezza dell’ampiezza delle possibilità di sviluppo del sistema di reportistica, si segnala che sono in fase di produzione indicatori relativi al Nuovo Sistema di Garanzia dei LEA e indicatori per la definizione delle priorità del posizionamento in lista operatoria dei pazienti in lista d’attesa.

CONCLUSIONI

Come tutti i processi di cambiamento, anche questo progetto non è stato privo di complessità: la principale, è senza dubbio legata all’estrema frammentazione della provenienza dei dati in precedenza non presenti nel data warehouse. Tre sono infatti le dinamiche a cui ricondurre le casistiche affrontate: la presenza di linee di attività con flussi informativi ben codificati, gestiti direttamente dall’azienda, ma non oggetto di importazione nel data warehouse; la presenza di linee di attività con flussi codificati, ma gestiti dall’ATS di riferimento; la presenza linee di attività sprovviste di flussi

La reportistica e un patrimonio aziendale e può essere consultata sia dalle unità operative sanitarie, sia dalla Direzione o dagli staff ad essa afferenti

informativi, rispetto alle quali si è deciso quali dettagli importare e rappresentare. Si segnala come la grande maggioranza di queste dinamiche siano da ricondursi a settori erogativi di provenienza “ex ASL”, divenuti cioè progressivamente di pertinenza delle ASST a partire dall’anno 2016 con la legge regionale di riforma dell’SSR n.23/2015. Inoltre, si segnala come la decisione di potenziare il patrimonio informativo per lo sviluppo della gestione operativa abbia comportato la revisione delle modalità di importazione di alcuni dati o la loro ampiezza (es. liste d’attesa) in quanto divenuti ora di specifico interesse. Appare tuttavia fondamentale ricordare come l’attività di sviluppo della reportistica sia un processo funzionale al governo dell’azienda e che, pertanto, debba essere ragionevolmente oggetto di un periodico potenziamento e rinnovamento, nel rispetto del solco tracciato dall’evoluzione organizzativa del Sistema Sanitario Regionale o delle richieste degli enti sovraordinati alle aziende erogatrici (Regione, Agenas, Ministero). In questo senso, l’ASST di Brescia ha colto tempestivamente l’opportunità messa a disposizione dal PNRR dando avvio ad un processo di potenziamento di uno dei più rilevanti strumenti a disposizione per la gestione delle informazioni necessarie al governo della propria struttura organizzativa. Tra i maggiori benefici riscontrati, si sottolinea un effetto novità sulla curiosità del personale dipendente che ha stimolato la consultazione dei nuovi strumenti messi a disposizione; come conseguenza, ciò ha reso maggiormente consapevoli le linee erogatrici della possibilità di auto-monitoraggio periodico del proprio andamento rispetto agli obiettivi assegnati. È evidente, quindi, una conseguente semplificazione dell’attività di orientamento dei comportamenti alla luce della maggior consapevolezza complessiva di ciascun settore aziendale per quanto attiene alla pro -

pria performance. Da ultimo, come ovvio, la ristrutturazione della reportistica ha portato alla creazione di indicatori in precedenza non presenti (es. i tempi del processo chirurgico richiesti dal Ministero) o l’importazione di informazioni in precedenza non presenti (es. il raggruppamento delle prestazioni ambulatoriali per “agenda” o per classificazione “Fa-Re”) con un evidente miglioramento della varietà e della profondità, delle informazioni a disposizione del management. Alla luce, pertanto, dei primi riscontri ottenuti e delle importanti ed estese potenzialità di sviluppo ancora in potenza, la scelta adottata dall’ASST risulta estremamente positiva e flessibile, in grado di favorire l’attività di creazione di strumenti di monitoraggio moderni e dall’alto potere informativo.

GLI AUTORI

Massimo Lombardo, Direttore Generale ASST

Spedali Civili di Brescia

Davide Zanchi, Direttore SC Pianificazione e Controllo di Gestione ASST Spedali Civili Brescia

Gian Luca Fornari, Direttore Ammnistrativo Aziendale ASST Spedali Civili di Brescia

Giovanni Lamberti, Consulente di Direzione, Presidente NVP ASST

Spedali Civili di Brescia

Federico Lega, Professore Universitario UNIMI, componente NVP ASST

Spedali Civili di Brescia

Alberto Giana, Funzionario Regione Lombardia, componente NVP ASST

Spedali Civili di Brescia

S•32 DIMENSIONE PULITO | 03/2024 SANITÀ & RSA
ORGANIZZAZIONE

Ambienti più sicuri con HYGENIA

Negli ultimi anni, l’attenzione verso l’igiene e la sanità è cresciuta in modo esponenziale, spinta principalmente dalla consapevolezza dei rischi per la salute pubblica e individuale. In questo contesto, i dispenser e le innovazioni di Hygenia si sono rivelati utili e necessari, offrendo soluzioni innovative per la promozione dell’igiene e la prevenzione delle infezioni.

Le innovazioni targate Hygenia, sono frutto del reparto R&D di Hygenia, HygeniaLab, la società di Hygenia che raccoglie le indicazioni del mercato, le elabora e le trasforma prima in progetti e poi in soluzioni concrete, pensate appositamente per i clienti di Hygenia Healthcare.

La presenza di dispositivi quale Hygenio o Area Control è fondamentale in ambienti ad alto rischio

di contaminazione, come ospedali, cliniche, centri sanitari. La loro efficacia nel migliorare l’area di interesse e l’efficienza del pulito, contribuisce significativamente alla sicurezza degli utenti e del personale, e grazie alla possibilità di essere installati in diverse configurazioni e di essere integrati con sistemi di monitoraggio remoto, offrono una soluzione su misura per ogni esigenza. Inoltre, la disponibilità di dati in tempo reale sull’utilizzo consente un controllo accurato sull’efficacia delle misure igieniche adottate e un intervento tempestivo in caso di necessità.

Hygenia Area Control monitora costantemente la qualità dell’ambiente sanitario. Attraverso il monitoraggio in tempo reale di una serie di parametri, invia avvisi agli operatori quando gli standard di pulizia non vengo-

no rispettati, consentendo un intervento tempestivo per mantenere la sicurezza dell’ambiente.

E anche Hygenio è un elemento chiave in questo contesto. Trasformando un Mop tradizionale in un sofisticato sistema di rilevamento,

Hygenio utilizza sensori e algoritmi specializzati per fornire analisi in tempo reale sull’efficacia della pulizia. Questo contribuisce a mantenere gli ambienti sanitari igienicamente sicuri, proteggendo la salute di pazienti e operatori. L’integrazione di questi dispositivi all’avanguardia nell’ambiente sanitario promette di alzare ulteriormente gli standard di igiene e di contribuire in modo significativo alla prevenzione delle infezioni. Con un’igiene migliorata e un ambiente più sicuro, sia pazienti che operatori possono affrontare le sfide della sanità con maggiore fiducia e tranquillità.

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Hygenio Hygenia Area Control

Makita, settori diversi, soluzioni diverse

Makita Corporation fu fondata a Nagoya City in Giappone nel 1915 con il nome di “Makita Denski Seisakusho”. L’attività era la vendita e la riparazione di apparecchi di illuminazione, motori e trasformatori. Dopo anni di sviluppo e test, Makita si specializzò in motori elettrici e iniziò ad esportarli nel mondo nel 1935. Makita: a Global Brand. La Multinazionale oggi è leader nel mercato mondiale degli elettroutensili professionali ed è presente in oltre 170 paesi in tutto il mondo con ben 10 stabilimenti produttivi di proprietà. Da 50 anni la qualità Makita è presente in Italia con Utensili di altissimo livello. Ed è fornitore ufficiale delle più importanti industrie.

In quest’intervista, Luca Gilardi - Direttore Commerciale di Makita S.p.A.-, parla dell’impegno di Makita nei confronti del mercato con attenzione particolare al mondo del cleaning.

Quali sono i punti forza?

Oltre alla qualità elevata dei prodotti che mantiene la brand identity di leader del mercato, l’Azienda possiede magazzino, compresi i ricambi, in Italia e questo consente tempi e costi di interventi di manu-

tenzione o riparazione molto contenuti oltre che di forniture di merce in tempi ridotti subito dopo l’ordine. Sul territorio si avvale dell’attività di 30 salesman e di 10 van attrezzati con tecnici dimostratori che possono presentare l’intera gamma di prodotti in uso in collaborazione con la rete di dealers professionali in ogni regione.

Qual è il vostro impegno nei confronti del mercato del Cleaning?

Da alcuni anni la Casa Madre giapponese ha intrapreso la strada di diversificare il prodotto inserendosi in nuovi canali e dirottato investimenti anche su progetti relativi a macchine per il mercato del cleaning professionale. Le competenze tecnologiche utilizzate da tempo per costruire aspiratori atti alla gestione delle polveri in ambienti di lavoro, hanno rappresentato la base di partenza per lo sviluppo di un’intera gamma che ad oggi vanta più di 40 articoli tra cui aspiratori a traino, a zaino, scope elettriche e battitappeto, robot aspiratori tra cui il modello DRC300Z vincitore del riconoscimento Product of the Year durante l’ultima edizione di ISSA Pulire, tutti alimentati da batterie a ioni di litio di ultima generazione e muniti di filtri Hepa, a completamento di gamma aspiratori elettrici con filtri con classificazione M, L e H. Nel biennio 2024/2025 vi saranno numerose novità tra cui due nuovi inserimenti: la spazzatrice e una lavasciuga a batteria.

Qual è ad oggi il segmento dove riscontrate maggiore potenzialità di sviluppo?

Certamente il cleaning è un segmento che ci mostra ampi margini di penetrazione, proprio grazie ai nuovi progetti che Casa Madre sta sviluppando, ma anche grazie a prodotti già commer-

cializzati che proponiamo per la pulizia e la sanificazione degli ambienti esterni. Il settore turistico di cui fanno parte agriturismi, camping ed hotel assieme a quello del tempo libero (palestre, cinema teatri) stanno dando riscontri elevati ed assieme a quello dei trasporti e degli alimentari risultano essere oggi gli sbocchi preferenziali dove inseriamo il prodotto. Inoltre gli spazi esterni di tutte le principali strutture ricettive, possono essere manutenuti dai prodotti per la cura del verde; soprattutto sanificati attraverso l’irrorazione di insetticidi con pompe irroratrici o atomizzatori anch’essi alimentati da batterie quindi estremamente silenziosi e perciò adatti per essere usati anche nei pressi di strutture sensibili come RSA, ospedali o scuole.

Qual è la soluzione Makita per la pulizia nelle strutture ricettive?

La gamma offre possibilità di scelta di prodotti adeguati per diverse tipologie di esigenze e necessità; dalle scope elettriche ai battitappeto, dagli spalleggiati agli stessi robot. Ognuno di questi prodotti viene fatto testare prima del suo inserimento condividendo con il personale addetto la comodità e l’ergonomia di utilizzo e l’efficacia degli interventi di pulizia. È chiaro che la trasversalità dei prodotti che utilizzano le medesime batterie delle piattaforme già utilizzate da tutti gli oltre 300 articoli in gamma, spesso favorisce la scelta da parte degli utilizzatori finali. Questo aspetto è più evidente presso le imprese di pulizia che operano in strutture ricettive che hanno attivi anche accordi per la gestione della manutenzione del verde.

Luca Gilardi, Direttore Commerciale di Makita

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CLEANERS

Cambiare il “mindset” per il futuro della Sanità

I vantaggi derivanti dall’impiego di tecnologie digitali all’interno dell’ospedale 4.0 sono certamente innegabili. Ciononostante, è necessario un rapido cambiamento di mentalità nella gestione e progettazione delle strutture sanitarie

Sebbene nel breve e nel lungo periodo, siano chiari i vantaggi di un approccio olistico alla digitalizzazione in ambito ospedaliero, permane la necessità di modificare il “mindset” di chi pianifica, progetta e gestisce le strutture sanitarie. Ma come?

GESTIRE IL CAMBIAMENTO

In prima battuta, se è vero che attraverso la digitalizzazione dei nuovi edifici ne sarà possibile verificare in tempo reale le performance energetiche e logistiche consentendo così, a chi saprà interpretarle, di tracciare nuovi percorsi e nuovi profili di utilizzo, è altresì vero che applicare queste tecnologie agli edifici esistenti, anche prima della loro dismissione in favore

di nuove strutture, potrebbe guidare i pianificatori e aiutarli nella definizione di nuovi programmi funzionali d’avanguardia, di matrici di relazione innovative e in sintesi, di nuove efficienti strutture, ospitali e per tutti. In seconda battuta è pur sempre necessario ricordare che, da progettisti, abbiamo la possibilità di coordinare le esigenze e gli obiettivi di Utenti, Tecnici e Pianificatori, traducendo e ricucendo le richieste di ciascuno in un programma unitario e coerente.

Questo perché ovviamente, nonostante gli sforzi profusi nella progettazione di edifici totalmente flessibili e riconfigurabili, capaci di adattarsi ai riordini sanitari e garantire sempre la più alta qualità e tecnologia di cura, è

indispensabile partire a monte da un dato reale discretizzato e “ottimizzato”, per raggiungere più rapidamente ed economicamente il risultato.

L’ESPERIENZA DEI NOSTRI

PROGETTI: DAL BIM

AL DIALOGO DIGITALE

Nell’esperienza di progettisti in nord Europa, lo studio ha vissuto il cambiamento del “mindset” di chi pianifica e di chi utilizzerà gli ospedali di domani, avvalendosi di strumenti avanzati e gettando le basi per la gestione informatizzata di edificio – impianti – persone. Fino ad oggi il faro tecnologico ha illuminato il processo di progettazione in ambiente BIM, esaltando i profili della modellazione, del control-

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OSPEDALI 4.0

lo dei tempi, dei costi e del cantiere, rendendo chiari i vantaggi di uno sviluppo digitale della progettazione in relazione alla fase di costruzione. È passato solo un anno dal progetto dell’ospedale Nyt OUH a Odense e la sua completa gestione in ambiente BIM, da quella informativa a quella operativa sui modelli, cominciata passando da un preliminare di 400 mila oggetti all’interno di 115 modelli a una fase di construction che vede oltre 10 milioni di oggetti in più di 750 modelli. Oggi vogliamo raccontare questo cambiamento di mentalità di cui siamo stati protagonisti anche nella fase preliminare di pianificazione. Una rivoluzione, quella del “dialogo” avanzato nel mondo digitale che, avvalendosi di strumenti di coordinamento e database informativi interoperabili, ha favorito l’interazione di tutti i soggetti coinvolti, diventando un organizzato e fruttuoso scambio di input a molteplici livelli di complessità.

Nella pratica comune della progettazione ospedaliera abbiamo sempre gestito, indipendentemente dalla dimensione dell’opera, la redazione di documenti preliminari come l’RDS (Room Data Sheet) e l’RBR (Room By Room), fino alla definizione delle matrici di relazione tra i reparti e gli ambienti. Questa documentazione è il core degli input progettuali, capace di definire dettagliatamente sulla carta la silhouette del futuro ospedale, la complessità, i requisiti minimi delle stanze e quelli specifici di ogni attrezzatura. Mentre l’RBR associa a ogni oggetto la sua posizione nell’ospedale, dall’arredo all’attrezzatura medicale, sia fissi che mobili, insieme ai loro coefficienti di utilizzo, l’RDS definisce i requisiti di ogni stanza: il numero di persone, di pazienti, i requisiti normativi e i profili orari di utilizzo. In un progetto come quello di Odense, dove la superficie dell’opera supera i 250 mila m2 e le stanze le 10 mila unità, questa documentazione ha bisogno di un supporto nettamente più efficace di semplici tabelle e fogli di calcolo, capace di tenere traccia e in-

tegrare le modifiche in corso d’opera: in sostanza, un database e nel caso specifico, dRofus.

Ma ricorrere a un database in sé non rappresenterebbe un cambiamento di mentalità da parte dei pianificatori a meno che non fossero proprio loro, gli utenti e i tecnici, a compilarlo, unitamente alla verifica e alla validazione dei progettisti. Ed è qui che si innesca il dialogo digitale. In questo progetto, per esempio, esistono 3800 tipi di “articoli” di riferimento, dalle prese dati agli acceleratori, dai cestini dei rifiuti alle macchine di logistica, che si declinano in più di 230 mila combinazioni all’interno dell’ospedale. Ogni articolo ha requisiti che la stanza in cui si trova deve garantire, sia a livello di impianto che a livello di layout, generando quindi una sequenza di interconnessioni e conseguenze che devono essere verificate dai progettisti, alla ricerca dell’efficienza tecnica dell’opera.

Per inciso, non si tratta di un processo semplice né esente da vizi di forma, ma è limpido, basato sulla condivisione del dato e delle conoscenze tra professionisti provenienti da settori distanti. A valle di una prima compilazione di dRofus da parte della Stazione Appaltante, nei tavoli di coordinamento con gli utenti dell’area laboratoristica, ad esempio, di persona nella sede dell’ospedale “vecchio” OUH, abbiamo passato in rassegna le attrezzature presenti nei laboratori in uso, dai reparti di anatomia patologica, microbiologia, ematologia a quello di procreazione assistita, andando a rivedere le “entries” elencate nel database e valutando le dotazioni e i requisiti necessari per il loro funzionamento, la posizione nella stanza, la posizione di questa rispetto alle altre e nel progetto generale e i conseguenti requisiti (RDS). Ogni passaggio di questo percorso aveva l’intento di rendere il database finale coordinato e univoco, coerente in ogni sua connessione, ottimizzare la distribuzione

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Ingresso principale del nuovo ospedale di Tallin

dei locali rispetto al progetto e garantire la necessaria flessibilità a una struttura decisamente proiettata nel futuro. I tavoli tecnici poi, a valle di questo processo di “surveys”, complice anche la pandemia mondiale, sono diventati tavoli tecnici virtuali, svolti sulla piattaforma B360: una definitiva transizione digitale dei processi. Da quel momento in poi, ogni stanza sul modello mostra le informazioni a lei destinate e archiviate su dRofus, così come ogni oggetto presente al suo interno. Il processo di interconnessione, tramite plugin dedicato, ha infatti consentito la lettura dei requisiti, permettendo una istantanea traduzione di questi in condizioni di progetto per tutte le discipline.

Se questo processo è valido sulle stanze “unique”, una ad una, è senz’altro valido nelle stanze “standard”, dove il dialogo digitale preliminare ha il potere di semplificare e velocizzare il processo decisionale e quindi la progettazione dell’intera opera.

Anche nel progetto di Tallinn, ambizioso polo ospedaliero che supera i 260.000 m2 e composto da quasi 6000 locali nella capitale estone, sin

dai primi passi abbiamo impostato il dialogo con la Stazione Appaltante, su piattaforme di condivisione in cloud. Uno degli strumenti chiave di questo processo è stato Revitzo, software di condivisione molto potente e versatile, adottabile in tutte le fasi, dalla preliminare alla costruzione, costantemente aggiornato poiché legato alla pubblicazione quotidiana e/o settimanale dei modelli Revit. Anche in questo caso il dialogo digitale ha visto il coinvolgimento attivo di tutti gli stakeholder, grazie al suo svolgimento su piattaforme di facile e intuitiva consultazione e compilazione. I modelli pubblicati contengono difatti il progetto di 320 stanze standard e unique, suddivise in 205 tavole, in cui i locali appaiono arredati e attrezzati, visualizzati con assonometrie fotorealistiche, piante dei pavimenti, dei controsoffitti, prospetti delle pareti e close up sulle finiture. Insieme a questi dati grafici anche quelli informativi di attrezzature e stanze sono stati resi disponibili sulla piattaforma, aggiornati in tempo reale, dando la possibilità a tutti gli attori coinvolti di vedere e studiare, in un ambiente user friendly, le stanze vere e proprie, lasciare commenti o proporre modifiche, in attesa della revisione settimanale, organizzata dai nostri design

manager.

Questo processo di avanzamento, condiviso con i “decision makers” dell’ospedale, consente inoltre il costante monitoraggio dei costi globali, potendo in tal modo verificare in tempo reale l’impatto dei cambiamenti richiesti.

CONCLUSIONI

Nell’ultimo decennio, le tecnologie BIM cloud hanno reso possibile e immediato lo sviluppo di un nuovo modello di progettazione integrata, consentendo a tutti i progettisti delle varie discipline di collaborare a migliaia di chilometri di distanza, come un’unica entità.

Oggi, nell’epoca dell’iper-specializzazione e dello sviluppo tecnologico e digitale, diventa imperativo quanto sfidante, orientare la progettazione verso una capillare condivisione delle conoscenze tra professionisti provenienti da molteplici settori, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione per facilitare il processo e ottimizzare l’out come. Così il dialogo digitale diventa il filo conduttore che permette di tessere insieme le conoscenze e le competenze, creando un quadro compiuto e funzionale che riflette l’essenza stessa dell’innovazione nel settore sanitario.

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OSPEDALI 4.0
Home page dRofus per il nuovo ospedale di Tallinn

Igiene e sicurezza in corsia

La pulizia degli ambienti sanitari richiede l’utilizzo di attrezzatura idonea in grado di favorire un alto livello di igiene e garantire la massima sicurezza.

I carrelli Alpha A-B Plus sono ideali per la pulizia di sale operatorie e stanze di degenza in quanto trattati con piritione zinco per inibire la proliferazione di batteri, funghi e muffe

Il test eseguito da un laboratorio esterno indipendente secondo lo standard ISO 22196:2011 ha rilevato una riduzione del 99,9% della contaminazione di Escherichia coli e una ri-

duzione fino al 99,99% di Staphylococcus Aureus

L’ azione antibatterica dei materiali plastici è garantita per l’intero ciclo di vita e impedisce che il carrello diventi una pericolosa fonte di diffusione batterica. Filmop presta un’attenzione particolare anche alla pulizia delle aree destinate alla risonanza magnetica , la presenza di materiale magnetizzabile può infatti compromettere severamente il funzionamento delle strumentazioni presenti. Il carrello Alpha Metal Free permette di accedervi liberamente e in

totale sicurezza in quanto totalmente privo di parti metalliche , comprese le ruote, i sostegni e la componentistica più minuta come viti e perni.

I carrelli Alpha A-B Plus e Alpha Metal Free sono realizzati in parte con componenti in plastica certificati

PSV - Plastica Seconda Vita , tra cui i secchi forniti in codice colore che li rendono conformi ai CAM

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La risposta alle esigenze della

IA nella Sanità l’OMS indica le sei aree di regolamentazione

L'Organizzazione Mondiale della Sanità richiede particolare attenzione per alcuni temi, dalla validazione dei dati alla chiarezza sugli utilizzi, fino alle integrazioni con le principali norme sulla privacy e data protection

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DIGITAL WORLD

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha pubblicato un nuovo documento che elenca le principali considerazioni normative sull’intelligenza artificiale (IA) per la salute. La pubblicazione sottolinea l’importanza di stabilire la sicurezza e l’efficacia dei sistemi di IA, di rendere rapidamente disponibili i sistemi appropriati a chi ne ha bisogno e di promuovere il dialogo tra le parti interessate, compresi sviluppatori, autorità di regolamentazione, produttori, operatori sanitari e pazienti.

Con la crescente disponibilità di dati sanitari e il rapido progresso delle tecniche analitiche - che si tratti di apprendimento automatico, logico o statistico - gli strumenti di IA potrebbero trasformare il settore sanitario. L’Oms riconosce il potenziale dell’IA nel migliorare i risultati sanitari, rafforzando gli studi clinici, migliorando la diagnosi medica, il trattamento, l’autocura e l’assistenza incentrata sulla persona e integrando le conoscenze, le abilità e le competenze degli operatori sanitari. Ad esempio, l’IA potrebbe essere utile in contesti in cui mancano medici specialisti, a cominciare dall’interpretazione di scansioni della retina e immagini radiologiche.

I rischi per pazienti e operatori sanitari Un dato di fatto è che le tecnologie di IA - compresi i modelli linguistici di grandi dimensioni - sono in rapida diffusione, a volte senza una piena comprensione dei loro impatti, che

potrebbero essere vantaggiosi o dannosi per gli utenti finali, compresi gli operatori sanitari e i pazienti. Quando utilizzano i dati sanitari, i sistemi di intelligenza artificiale potrebbero avere accesso a informazioni personali sensibili, rendendo necessari solidi quadri giuridici e normativi per la salvaguardia della privacy, della sicurezza e dell’integrità.

“L’intelligenza artificiale è molto promettente per la salute, ma comporta anche serie sfide, tra cui la raccolta di dati non etici, le minacce alla sicurezza informatica e l’amplificazione dei pregiudizi o della disinformazione“, ha dichiarato Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore generale dell’Oms. “Questa nuova guida aiuterà i Paesi a regolamentare l’IA in modo efficace, per sfruttarne il potenziale, che si tratti di curare il cancro o di individuare la tubercolosi, riducendo al minimo i rischi“.

LE 6 AREE DI

REGOLAMENTAZIONE DELL’IA PER LA SANITÀ SECONDO L’OMS

Il documento delinea sei aree di regolamentazione dell’IA per la salute: trasparenza e documentazione, risk management, validazione esterna dei dati e chiarezza sugli utilizzi, qualità dei dati, privacy e data protection, collaborazione tra gli stakeholder. Per promuoverne la fiducia, l’OMS sottolinea l’importanza della trasparenza e della documentazione, ad

esempio documentando l’intero ciclo di vita del prodotto e tracciando i processi di sviluppo. Per la gestione del rischio, devono essere affrontate in modo esaustivo questioni come l’uso previsto, l’apprendimento continuo, gli interventi umani, i modelli di formazione e le minacce alla sicurezza informatica, rendendo i modelli il più semplici possibile. La convalida esterna dei dati e la chiarezza sull’uso previsto dell’IA contribuiscono a garantire la sicurezza e a facilitare la regolamentazione.

L’impegno per la qualità dei dati, ad esempio attraverso una rigorosa valutazione dei sistemi prima del rilascio, è fondamentale per garantire che i sistemi non amplifichino pregiudizi ed errori. Le sfide poste da normative importanti e complesse, come il Gdpr in Europa e l’Health Insurance Portability And Accountability Act (Hipaa) negli Stati Uniti, vengono affrontate ponendo l’accento sulla comprensione dell’ambito di competenza e dei requisiti di consenso, al servizio della privacy e della protezione dei dati.

IL RISCHIO DI AMPLIFICAZIONE DEI BIAS

I sistemi di intelligenza artificiale sono complessi e dipendono non solo dal codice con cui sono costruiti, ma anche dai dati su cui vengono addestrati, che provengono ad esempio da contesti clinici e interazioni degli utenti. Una migliore regolamentazione,

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SEMPLIFICARE LA NORMATIVA

Più complessa è invece la questione della quale si è occupato il convegno Open Privacy, svoltosi a fine febbraio a Roma, nel quale una serie di associazioni (Aiom, Anmdo, Cipomo, Cittadinanzattiva, Fiaso, Fondazione Periplo, Associazione Periplo, Fondazione ReS , Siiam, Sibioc, Sin) hanno sottoscritto il decalogo stilato dalla SIMM (Società Italiana di Leadership e Management in Medicina) con la collaborazione dell’Istituto Italiano per la Privacy per rivedere in chiave di accountability la normativa che regola il consenso del cittadino/ paziente, indispensabile per il trattamento e la condivisione dei dati e la collaborazione tra i ricercatori.

Al convegno hanno partecipato numerosi esperti che hanno sottolineato la necessità di un regime più snello per la normativa.

Mattia Altini, direttore Assistenza ospedaliera Regione EmiliaRomagna e presidente SIMM ha

spiega l’OMS, può aiutare a gestire il rischio che l’IA amplifichi i pregiudizi nei dati di addestramento.

Ad esempio, può essere difficile per i modelli di IA rappresentare accuratamente la diversità delle popolazioni, con conseguenti pregiudizi, imprecisioni o addirittura fallimenti. Per contribuire a mitigare questi rischi, è possibile utilizzare le normative per garantire che gli attributi - come sesso, razza ed etnia - delle persone presenti nei dati di addestramento siano riportati e che i set di dati siano intenzionalmente resi rappresentativi. La nuova pubblicazione dell’OMS mira a delineare i principi chiave che i governi e le autorità di regolamentazione possono seguire per sviluppare nuove

sottolineato che “non possiamo parlare di attuazione del DM77 se non abbattiamo i silos che contraddistinguono i comparti della sanità italiana, entità non comunicanti la cui struttura ermetica blocca l’ammodernamento del SSN, la territorializzazione e l’introduzione della tanto auspicata innovazione tecnologica. Lo scambio di dati sanitari è il vero elemento connettivo che può garantire al paziente un’aspettativa di cura elevata, la riduzione di costi dovuti alla duplicazione dei dati e l’avvio di progetti di ricerca finalmente liberi dai lacci e lacciuoli che pongono l’Italia in controtendenza rispetto alla direzione Ue”.

Per Altini è necessario quindi rivedere l’approccio alla normativa privacy e permettere finalmente al SSN “di decollare in una vera ottica di bene comune”.

Una SCIA anche per la privacy

Secondo Luca Bolognini, presidente

linee guida o adattare quelle esistenti sull’IA a livello nazionale o regionale. Il documento dell’OMS, che non vuole essere una guida ma ha più l’aspetto di una base di discussione per il settore IA e gli utilizzatori nella sanità, è frutto di una collaborazione con l’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (Uit) con la quale è stato istituito un gruppo di lavoro sull’IA per la salute (Fg-AI4H). Per supportare il suo lavoro, Fg-AI4H ha creato diversi altri gruppi tra cui uno sulle considerazioni normative (Working Group on Regulatory Considerations, Wg-Rc).

Il Wg-Rc è composto da membri che rappresentano molteplici parti interessate, tra cui autorità regolatorie, responsabili politici, università e in-

Istituto Italiano per la Privacy e la Valorizzazione dei dati, “la disciplina privacy italiana va migliorata e allineata al resto della UE: va superata l’autorizzazione preventiva del Garante per l’uso secondario di dati sulla salute per la ricerca osservazionale retrospettiva. Si può passare a una sorta di SCIA privacy. È una questione di sostenibilità, serve un bilanciamento tra protezione e valorizzazione dei dati per il bene comune”.

La SCIA, ricordiamo, è la Segnalazione Certificata di Inizio Attività: una dichiarazione amministrativa in regime di autocertificazione per iniziare, modificare o cessare un’attività produttiva artigianale, commerciale o industriale.

Un altro aspetto è stato evidenziato da Pierfranco Conte, presidente Fondazione Periplo, che sostiene come “la medicina basata sull’evidenza derivante dagli studi clinici randomizzati, è insufficiente

dustria, che hanno esplorato concetti normativi e di valutazione delle tecnologie sanitarie e le best practices emergenti per lo sviluppo e l’uso dell’IA nell’assistenza sanitaria e nello sviluppo terapeutico.

COLLABORAZIONE INTERNAZIONALE SULLE NORMATIVE

Il documento conclude affermando che l’OMS riconosce il potenziale dell’intelligenza artificiale nel migliorare i risultati sanitari attraverso il miglioramento degli studi clinici, della diagnosi medica, del trattamento, dell’autogestione delle cure e dell’assistenza alla persona, trattamento, l’autogestione delle cure e l’assisten-

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DIGITAL WORLD

per garantire una corretta valutazione del rapporto rischio/ beneficio dei farmaci innovativi per una serie di motivi: gli studi condotti a livello internazionale spesso poco rappresentativi delle singole realtà nazionali, gli studi che escludono pazienti anziani con comorbidità o che assumono altri farmaci e gli studi con follow-up molto brevi. L’unica soluzione è quindi integrare le informazioni ottenute tramite gli studi clinici, con le migliaia di dati ottenibili dalla pratica clinica”. “Uno dei principali ostacoli ad accedere a questi dati, anche quando disponibili, sono i limiti dettati dalle norme sulla privacy. È fondamentale che il valore clinico e sociale di questi dati venga riconosciuto semplificando le norme sulla privacy”, ha aggiunto Conte. La revisione della normativa riguarda anche l’oncologia come ha ricordato Luisa Fioretto, presidente Cipomo, “Il Collegio dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri (Cipomo) è fortemente convinto che la proposta di revisione della normativa privacy cui ha aderito, possa assumere per l’Oncologia, uno dei settori

za incentrata sulla persona, nonché la creazione di conoscenze, abilità e competenze più basate sulle evidenze conoscenze, abilità e competenze dei professionisti a supporto dell’assistenza sanitaria.

Inoltre, con la crescente disponibilità di dati sanitari e il rapido progresso delle tecniche di analisi, l’IA ha il potenziale di trasformare il settore sanitario per soddisfare le esigenze di diversi stakeholder nell’assistenza sanitaria e nello sviluppo terapeutico. Fondamentale è la collaborazione internazionale che permette la condivisione delle conoscenze e delle migliori pratiche relative all’evoluzione delle considerazioni normative. In questo modo sarebbe possibile aumentare la

a più alta velocità innovativa, un carattere strategico, sia in termini di governo clinico complessivo (programmazione, prevenzione e cura) sia per lo sviluppo di una ricerca sempre più integrata alla pratica clinica, libera dai vincoli della burocrazia e di leggi e regolamentazioni troppo restrittive, una ricerca davvero ‘utile’ e al servizio del cittadino”.

Le difficoltà in Italia

La difficoltà della situazione italiana è stata sottolineata da Raffaella Gaggeri, coordinatrice segreteria tecnico-scientifica comitato etico Romagna (Cerom), Irst Irccs ‘Dino Amadori – Meldola’, “Mentre l’Ue sta compiendo sforzi innegabili in materia di regolamentazione dei dati sanitari, che convergono verso la volontà di sfruttare il loro potenziale in linea con il Regolamento sullo spazio europeo dei dati sanitari (Ehds) e la promozione dell’uso di nuove tecnologie, l’Italia rimane ancorata a una interpretazione rigida del nuovo Gdpr e a un quadro normativo di non facile ricostruzione. Sul territorio

nazionale la circolazione dei dati sanitari per finalità di prevenzione e programmazione sanitaria - oltre che di cura - risulta ancora difficoltosa”. Loreto Gesualdo, presidente Fism, ha chiesto “la modifica dell’art. 110 del Codice privacy, allineandosi alla Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sullo spazio europeo dei dati sanitari”, mentre per Nello Martini, presidente Res, “Le attuali normative rendono impraticabile l’integrazione tra dati sanitari e dati non sanitari (es. dati socioeconomici), indispensabile per attuare una reale presa in carico socio-sanitaria dell’assistito e per la programmazione sanitaria che tenga conto dei bisogni socioassistenziali”.

Anche Cittadinanzattiva, che da anni si occupa di diritti dei cittadini in ambito sanitario, ha aderito all’iniziativa promossa da SIMM “poiché ha l’obiettivo di garantire, da un lato, il rispetto dei diritti e delle preferenze dei cittadini e, dall’altro, di promuovere la salute e l’innovazione nel segno della sostenibilità”.

velocità di sviluppo del panorama normativo e ridurre il divario tra l’avanzamento della tecnologia e la regolamentazione, visto che molti strumenti sono destinati ad attraversare le frontiere. La coerenza delle considerazioni normative per i sistemi e le

tecnologie di IA, inoltre, potrebbe migliorare gli standard e consentirne una diffusione più rapida sostenendo anche paesi con minore capacità normativa, garantendo che anche loro possano utilizzare strumenti con standard elevati.

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Adiatek X la pulizia sostenibile: brevetto d’invenzione per il Sistema Ozono

Da più di dieci anni, le lavasciuga Adiatek possono essere equipaggiate con l’Ozono: questa molecola, mescolata all’acqua, garantisce una pulizia efficace, senza l’utilizzo di chemicals.

Adiatek ha utilizzato l’O3 soprattutto per scopi di sostenibilità, limitando l’uso di detergenti e la dispersione delle relative particelle nei diversi ambienti.

Grazie al mix tra esperienza e innovazione, il team Adiatek ha realizzato un sistema per cui la combinazione a terra di H2O e O3 avviene all’interno del tubo d’uscita dell’acqua, sanificando la spazzola e limitando la dispersione di O3: questo sistema ha ottenuto il brevetto europeo di invenzione (EP3 903 657 B1).

VANTAGGI

Tra i vantaggi dell’Ozono, vi

è la sanificazione. Secondo gli studi, per una sanificazione efficace è necessaria una percentuale di Ozono nell’acqua con indice-ossidoriduzione superiore a 650mV: le lavasciuga Adiatek lavorano con un indice medio tra 750 e 850 mV. Questa proprietà sanificante rende la lavasciuga particolarmente adatta ad ambienti in cui la pulizia profonda è una necessità, come ospedali, cucine, RSA, scuole.

Inoltre, questo Sistema, non utilizzando chemicals, permette una riduzione dell’impatto ambientale: oltre a diminuire la quantità di confezioni dei detergenti in plastica da smaltire, viene ridotto l’inquinamento delle acque.

RISULTATI

Questa molecola naturale, a terra, si divide in Ossigeno

e Radicale libero: questo, combinandosi con i batteri, uccide i virus, garantendo una sanificazione completa. Per avvalorare l’efficacia, Adiatek ha eseguito prove di disinfezione coinvolgendo un laboratorio specializzato. Questo studio, oltre a confermare l’efficacia della disinfezione (inf.50ufc/25cm2) del Sistema-Adiatek, ha evidenziato una lenta crescita batterica nelle ore successive al trattamento di pulizia con la lavasciuga.

SISTEMA

Il generatore, a bordo macchina, produce Ozono quando necessario, cioè quando l’acqua scende sulle spazzole: se la macchina si ferma, la produzione di Ozono si ferma, senza causare una dispersione di O3 nell’ambiente. Nelle lavasciuga Adiatek, l’Ozono incontra l’acqua appena sopra

la spazzola: quest’ultima sarà costantemente sanificata (garantendo spostamenti sicuri tra diversi ambienti, senza contaminarli con batteri e virus).

Inoltre, il Sistema è certificato come sicuro: la produzione istantanea è di 50μg/m3, inferiore al limite dell’ OMS di 120μg/m3

L’Ozono viene installato su tutta la gamma Adiatek: lavasciuga uomo a terra, a bordo, lavanti-spazzanti, piccoli modelli. Inoltre, questo Sistema viene combinato con un altro optional Eco-green: il 3SD. L’O3, incontrando l’H2O e il detergente prima della spazzola, garantisce un serbatoio di acqua pulita non contaminata, nemmeno dall’O3 Queste lavasciuga permettono un risparmio di tempo, soddisfacendo necessità diverse per la pulizia di ambienti differenti.

adiatek.com informazione pubblicitaria

Il sistema MONORAPID di Falpi: lotta alle ICA in ospedale

Dopo l’esperienza della pandemia da Covid19 i prodotti monouso hanno assunto una particolare rilevanza in ambito sanitario ospedaliero per la loro intrinseca igiene e sicurezza.

Un sistema di pulizia ospedaliero che impiega prodotti tessili monouso (usa e getta), se in microfibra, rappresenta quindi un’opzione efficace e sicura per diverse ragioni.

In primo luogo, l’utilizzo della microfibra, oltre che richiesto nei CAM, consente di ottenere una elevata efficacia pulente dei tessili. La microfibra infatti, grazie

alla sua particolare struttura, è in grado di catturare efficacemente lo sporco e i microrganismi che vi proliferano, garantendo una pulizia profonda e accurata: un primo passo essenziale verso la migliore igienizzazione possibile delle superfici.

Dal punto di vista della sicurezza poi, l’adozione di prodotti tessili usa e getta offre una sicurezza igienica significativa poiché questi tessili sono utilizzati una sola volta e poi eliminati. Con i tessili monouso non vi è alcun rischio di contaminazione incrociata o di

trasporto di agenti patogeni da una superficie all’altra. Questo è particolarmente importante in ambienti ospedalieri, dove la prevenzione delle infezioni (ICA) è fondamentale per la sicurezza dei pazienti e del personale.

Tuttavia, l’aspetto più sorprendente riguarda l’impatto ambientale di un sistema di pulizia ospedaliero che impiega prodotti tessili usa e getta, a condizione che sia gestito correttamente. Infatti contrariamente a quanto si potrebbe pensare, in determinate condizioni, questo tipo di sistema

può essere più vantaggioso dal punto di vista ambientale rispetto a uno che utilizza tessili riutilizzabili.

Studi condotti da Falpi, ben conosciuta nel settore sanitario, hanno dimostrato che con il sistema di pulizia MONORAPID, grazie ai moderni processi di lavorazione dei materiali impiegati nei tessili usa e getta, e ai più aggiornati protocolli di impiego, è possibile garantire oltre alla qualità del livello microbiologico anche un considerevole vantaggio dal punto di vista del relativo bilancio ambientale.

In ultimo, ma non meno importante, eliminando la necessità di lavare e asciugare i tessili riutilizzabili, si azzera la dispersione di microplastiche nell’ambiente acquatico. In conclusione, un sistema di pulizia ospedaliero che utilizza prodotti tessili usa e getta in microfibra, si rivela oggi efficace, sicuro e nelle giuste condizioni, ambientalmente vantaggioso.

falpi.com informazione pubblicitaria

OGGI SUL MERCATO

Alcuni dei prodotti di riferimento del panorama industriale

PAREDES

PAREDES PER LA SANITA’

Paredes Italia, leader nella sanità per il lavaggio ed asciugatura monouso professionale delle mani, in ottica di semplificare il lavoro e ridurre i consumi, con un occhio di riguardo all’ambiente e all’inquinamento, ha proposto in esclusiva con Decitex – innovatore nel campo delle microfibre – un sistema che permette di ottenere un’azione battericida sui pavimenti e le superfici verticali senza l’utilizzo di prodotti chimici. La soluzione per eliminare le principali fonti di inquinamento prodotte dalle sostanze chimiche nei luoghi al chiuso. Un'importante collaborazione quella con Decitex, atta a portare in Italia i suoi successi come quelli degli Ospedali di Grenoble e Gueret e rispondere alle esigenze d'igiene dei responsabili delle infezioni nosocomiali oltre a portare benefici al personale grazie all’avanzata ergonomia del sistema.

paredes.it

PAPERDI

Lenzuolini Paperdi, massima igiene

La linea dei lenzuolini Paperdi, super assorbenti e resistenti, è sempre più completa con un’offerta di referenze in pura cellulosa o carta ecologica di differenti metrature e dimensioni. Per le più svariate richieste e per ogni ambiente di lavoro ed esigenza Paperdi si propone quindi di offrire il giusto rotolo garantendo qualità certificata fino all’ultimo strappo e massima igiene grazie al confezionamento singolo di ogni rotolo. paperdi.it

TTS

Ci pensa Pockety a fare un lavoro pulito

TTS ha progettato un sistema innovativo per lo sgancio touch-free dei ricambi usati: grazie a Pockety l’operatore non è più costretto a toccare le fibre sporche, correndo il rischio di entrare in contatto con sporco, virus e batteri. Inoltre, non deve piegarsi in continuazione per raccogliere i ricambi dismessi, aumentando la probabilità di incorrere in dolori muscolo-scheletrici. Pockety è compatibile con l’intera gamma di ricambi con tasche TTS, l’operatore può così utilizzare il ricambio più adeguato al tipo di superficie da pulire e al grado di sporco presente. ttsystem.com

S•46 DIMENSIONE PULITO | 03/2024 SANITÀ & RSA VETRINA a cura di Loredana Vitulano

RUBINO CHEM

PROTECTION 24H, protezione prolungata

Nella pulizia degli ambienti, la scelta del prodotto giusto è essenziale. Rubino Chem, con oltre 60 anni di esperienza, si impegna nella creazione di prodotti innovativi per rispondere alle esigenze di efficacia e cura delle superfici. La linea HiMiX Professional rappresenta un'ulteriore dimostrazione di questo impegno, con il suo nuovo prodotto: Protection 24H, un detergente multiuso con sali d'ammonio quaternario. La sua formula pronta all'uso, che evapora rapidamente senza lasciare aloni e non richiede risciacquo, rimuove germi e batteri assicurando una protezione prolungata fino a 24 ore su tutte le superfici, anche dopo continue manipolazioni. È certificato per l'uso in ambienti conformi agli standard HACCP e può essere impiegato in vari contesti, tra cui mezzi di trasporto, industria alimentare e ristorazione. rubinochem.it

ARCO CHIMICA

Blu RTU Plus disinfettante ad azione sgrassante

In ogni ambiente dove sono presenti molte persone è sempre necessario porre attenzione a tutte le attività di pulizia e disinfezione al fine di ridurre al minimo eventuali infezioni, contagi, allergie. A venire incontro a queste esigenze di protezione è ARCO con il disinfettante Blu RTU Plus, PMC N°20826. Blu RTU Plus è un disinfettante inodore pronto all’uso ad azione sgrassante per la pulizia di tutte le superfici. È attivo contro batteri, virus e funghi. Può essere impiegato in molteplici situazioni e nei più svariati ambiti: Sanitario, Luoghi di comunità, Mezzi di trasporto di persone o merci, Industria alimentare, Piccola e grande ristorazione; Ideale per i piani H.A.C.C.P e per la disinfezione di prese e griglie di ventilazione dei condizionatori. Blu Rtu Plus è disponibile nel formato trigger da 750ml con spruzzino. arcochimica.it

Con Magic risparmi dal 19 al 36% di tempo rispetto a un carrello standard

Impregna on demand regolando la soluzione detergente

Sgancia i ricambi senza contatto con sporco, virus e batteri

| 03/2024
www.ttsystem.com | TTS Cleaning S.R.L. - E-mail: info@ttsystem.com

Disinfezione al primo posto con la linea FULCRON dedicata

Gli operatori che si muovono e lavorano ogni giorno negli ospedali, negli ambulatori, nelle RSA e, in generale, in tutte le strutture legate alla sanità hanno l’obbligo di mantenere un ambiente pulito e sanificato per ridurre tutti i potenziali rischi per la salute. Per evitare che microbi e agenti patogeni si diffondano nell’ambiente, Fulcron, storico marchio italiano che da oltre 30 anni si occupa di detergenza professionale, ha pensato a due soluzioni specifiche per questa esigenza: il Disinfettante Super Concentrato e il Disinfettante Multisuperfici, in grado di garantire una profonda azione disinfettante di tutti gli ambienti presenti all’interno delle strutture.

Fulcron Disinfettante Super Concentrato è un disinfettante concentrato, ad azione microbicida, virucida, battericida e fungicida ad ampio spettro. La sua formulazione, a base di sali quaternari d’ammonio, è in grado di pulire e sgrassare sia le grandi che le piccole superfici lavabili. Il Disinfettante Super Concentrato è indispensabile in tutti gli ambiti (PT2 e PT4), compreso quello sanitario, professionale e Ho.Re.Ca. ed è utilizzabile anche nelle cucine delle strutture perché idoneo nei piani HACCP. Il prodotto, disponibile nel

flacone da 1 litro, si diluisce in acqua per ottenere fino a 40 litri di soluzione pronto uso.

Fulcron Disinfettante Multisuperfici è disponibile in due formati diversi: il formato trigger da 750 ml e la tanica da 5 litri. La sua formulazione, priva di odore e pronta all’uso, è a base di sali quaternari di ammonio ed elimina il 99,9% di virus, funghi e batteri da tutte le superfici lavabili.

Il Disinfettante Multisuperfici, come il Disinfettante Super Concentrato, è indispensabile in tutti gli ambiti (PT2 e PT4), compreso quello sanitario, Ho.Re.Ca. e professionale ed è idoneo nei piani HACCP.

Gli esperti Fulcron indicano, per un’azione battericida e fungicida, di lasciare agire per almeno 15 minuti i prodotti dopo averli applicati direttamente sulla superficie da trattare. Per un’azio-

ne virucida, il tempo di azione raddoppia.

In caso i prodotti vengano utilizzati in ambienti a contatto con sostanze alimentari, è necessario risciacqua-

re abbondantemente con acqua potabile al termine del trattamento.

Entrambi i prodotti sono registrati come Presidio Medico Chirurgico.

fulcron.it informazione pubblicitaria

L’innovazione sostenibile al servizio della pulizia in ambito sanitario: scopri i carrelli IPC

La pulizia in ambienti sanitari è essenziale per proteggere i pazienti da ulteriori infezioni. Ogni aspetto dell’attrezzatura professionale per la pulizia, dai panni ai disinfettanti, è di vitale importanza. È fondamentale che i carrelli per la pulizia possano trasportare questi articoli senza diffondere germi. Per questo motivo, i carrelli destinati alla pulizia in ambienti sanitari devono rispettare standard più rigorosi. IPC ha progettato i carrelli di pulizia PT01 e PT03 appositamente per questo scopo, garantendo maggiore efficienza e sicurezza. Nel contesto sanitario, i carrelli devono soddisfare criteri specifici tra cui:

• Silenziosità: i carrelli devono essere dotati di caratteristiche silenziose, come ruote in plastica e meccanismi

di chiusura dei secchi che riducono al minimo il rumore.

• Sicurezza: è essenziale che i carrelli siano dotati di chiusure di sicurezza per evitare manomissioni e utilizzi impropri delle attrezzature durante le operazioni di pulizia.

• Organizzazione interna: devono includere scomparti separati per i vari prodotti chimici, panni, mop e altro ancora.

IPC progetta carrelli per la pulizia sanitaria con queste specifiche e continua ad innovare per migliorare il design, garantendo un’esperienza di pulizia rapida, silenziosa, facile e sicura.

Carrelli per la pulizia sanitaria PT01 e PT03 di IPC

I carrelli PT01 e PT03 aiutano il personale addetto a pulire in modo efficace ed efficiente secondo gli elevati stan-

dard di ospedali e cliniche. Il PT01 è ideale per spazi ristretti, compatto e con ruote silenziose. Il carrello è dotato di due pratici secchi girevoli che consentono un facile accesso da entrambi i lati del carrello, comodi supporti per agganciare diversi tipi di accessori e di due secchi con coperchio ermetico. Il PT03, invece, è dotato di una struttura più robusta per ospedali e cliniche più grandi, con uno sportello con chiave di sicurezza, due cassetti e secchi con coperchio ermetico per evitare fuoriuscite. La linea di carrelli PT (Pre-Trattati) è stata pensata per essere utilizzata in modalità pre-impregnazione, sia con panni monouso che con mop piatti in microfibra, come i Loop certificati Ecolabel. I secchi inoltre sono dotati di maniglie blu o rosse, rispettivamente per i mop puliti e per quelli usati. Recentemente, grazie ai continui investimenti in ricerca e sviluppo, entrambi i modelli possono essere equipaggiati con il sistema di impregnazione istantanea EKOS, che permette al personale di ottimizzare i tempi, risparmiare detergente e garantire la sicurezza nell’uso dei prodotti chimici. I carrelli PT sono realizzati con plastica rigenerata che

offre caratteristiche meccaniche e di resistenza equivalenti alle plastiche vergini. I carrelli IPC vantano una base e altri componenti strutturali realizzati in plastica riciclata, estendendo il riciclaggio oltre i soli secchi. Inoltre, la struttura è certificata Remade in Italy®, garantendo la conformità del carrello agli standard del GPP (Green Public Procurement) e consentendo la partecipazione agli appalti pubblici.

ipcworldwide.com/it informazione pubblicitaria
Il carello PT03 PT01 è ideale per spazi ristretti PT01 e PT03 possono essere equipaggiati con il sistema di impregnazione istantanea EKOS

Una rondine non fa primavera ma...

Nell’universo di resoconti di disinfestazioni dagli ottimi risultati propongo un problema di cui non riesco a trovare una soluzione ottimale anche dal punto di vista organizzativo ed economico

Graziano Dassi

Una rondine non fa primavera ma…. una zanzara fa infestazione! Così recitava un funzionario delle terme euganee decenni or sono. E in una situazione assai particolare pochi giorni or sono ne ho avuto conferma.

Tutto è cominciato una mattina piovosa in cui un camion della raccolta differenziata del biologico, alla cui guida c’era un pilota quanto mai estroso, avendo scordato di raccogliere un sacchetto di umido, in retromarcia contromano in un senso unico, mi ha letteralmente travolto. Il risultato è stato che nella collisione ho avuto la peggio, con ricovero in codice rosso in un ospedale ove la lega dei Comuni lombardi sconfisse il Barbarossa il 29 maggio 1176. Aggiungo che durante la manifestazione bolognese (PestNet) qualche collega avanzò il dubbio che mi avesse scambiato per un residuo organico da rottamare, i soliti “amici” burloni.

L’INFESTAZIONE

Ma torniamo all’ars disinfestandi: dopo tre giorni dal ricovero esattamente il

28 febbraio 2024 il mio compagno di stanza ed io fummo disturbati da un fastidioso ronzio e, la mattina dopo, osservammo tre zanzare appoggiate alle pareti che beatamente stavano riposando. Mentre sulla nostra epidermide facevano bella mostra i classici piccoli ponfi del “pasto di sangue”. Aggiungo che quelle “bestiacce” avevano preso di mira i miei padiglioni auricolari che protestavano con un fastidioso prurito.

OSSERVAZIONI

Essendo praticamente immobilizzato in un letto (sia pure ultra tecnologico) le poche osservazioni che ho potuto fare erano:

- Attività pungente dalle 21 in poi (quindi si tratta di zanzare del genere Culex e con buona probabilità di C. pipiens molestus

- Posizione di riposo tipicamente da culicide (corpo parallelo alla superficie di appoggio e, data l’ora di attività è da escludere trattarsi di Aedes sp.). Una cosa mi ha colpito: pensando che le “maledette” dopo il loro pasto di

sangue ci avrebbero lasciato in pace dedicandosi alla maturazione degli embrioni e alla successiva ovideposizione, invece no! Per tre sere le maledette si ripresentarono più arzille che mai. Mi sono anche chiesto dove si fosse svolto il volo nuziale oppure si trattava di femmine diapausanti risvegliate dall’approssimarsi della primavera? Ma in tal caso non avrebbero dovuto già essere in fase di ovo-deposizione, o no? Sia come sia il problema si è ripresentato per tre sere per poi scomparire.

L’AMBIENTE

Le stanze erano e sono condizionate per cui le finestre risultano a chiusura ermetica. Alle nostre domande le infermiere allargavano le braccia rassegnate dicendo che il problema era circoscritto inspiegabilmente a solo alcuni ambienti. Certo la struttura non è a chiusura ermetica per cui non si possono escludere incursioni dall’esterno, ma vi sono aspetti non facili da interpretare, primo fra tutti che il fenomeno non è generalizzato.

S•50 DIMENSIONE PULITO | 03/2024 SANITÀ & RSA
DISINFESTAZIONE

La struttura ospedaliera in sintesi (tanto per renderci conto delle “dimensioni” della realtà di cui parlo)

I parametri che riporto non sono esaustivi, vogliono dare un’idea, in prima approssimazione, delle dimensioni di un presidio ospedaliero; naturalmente è possibile, a livello metodologico, adattarla a qualsiasi contesto di cui l’ars disinfestandi dovrà occuparsi.

Posti letto ≈ 550-600

Numero dei ricoveri annui ≈ 25.000 ≥ 30.000 (come se l’intera popolazione di una città, ad es. Aosta, fosse ospitata dalla struttura sanitaria nell’arco dell’anno!)

Numero di impiegati ≤ 2.000 (in Italia non pochi comuni hanno una popolazione inferiore al numero di addetti alla struttura che mi ha ospitato).

Curiosità: Verso la fine del 1800 il risultato della sottoscrizione

RIASSUMENDO

Evitando di analizzare i rischi igienici-sanitari legati alle punture delle zanzare dandoli per noti sia dal punto di vista del “pericolo” sia del “rischio” e cerco di riassumere i dati salienti, per lo meno quelli che sono riuscito a raccogliere nei giorni della mia degenza:

1) Le zanzare si notano in genere solo in alcuni ambienti

2) la presenza si limita a qualche sera

3) gli orari di attività e la posizione di riposo le identificano nel genere Culex

4) nel mio andare per corridoi verso il reparto di radiologia non ho notato aree di ovo-deposizione

5) parlando con il personale e con altri degenti non ho raccolto lamentazioni di particolare intensità

6) non ho notizie sulla lotta larvicida in essere, ma che do per scontata

IPOTESI PER CERCARE DI RISOLVERE IL PROBLEMA

L’unica esperienza al mio attivo che ha qualche analogia con quanto ho descritto risale a molti anni fa. Tanto per capirci prima dell’avvento della zanzara tigre. Riguarda un ospedale in fase di ristrutturazione privo di aria condizionata e con ampi spazi a verde e in un ambiente con una forte pressione di infestazione zanzarifera. In quel contesto le zanzare furono clas-

pubblica per la realizzazione della struttura fu di 1.000 lire, somma ancora molto bassa rispetto a quella necessaria, ma sufficiente per aprire un libretto presso la Cassa di Risparmio.

NB: date le mie condizioni non ho potuto valutare la pressione di infestazione a cui il presidio ospedaliero fosse soggetto, ma la sensazione del grado di igiene è stata positiva.

Ringraziamenti: ascoltando uno sfogo di una infermiera che sottolineava il fatto che le critiche sono all’ordine del giorno mentre i ringraziamenti sono assai rari credo giusto sottolineare che la mia esperienza è stata davvero positiva, in effetti sono stato assistito con garbo e professionalità. E quando non ti puoi muovere e ogni movimento è una stilettata la cosa è decisamente apprezzata.

sificate come Culex pipiens molestus (≈ 90%), C. modestus [classificazione incerta, che avrebbe dovuto essere confermata, ma che poi non fu fatta (≈ 5%)], Aedes caspius [specie censita anche da altre indagini territoriali; da notare che non vi erano segnalazioni di punture pomeridiane (≈ 5%)].

Inoltre la presenza di zanzare era generalizzata e continua da maggio a settembre.

Il problema è stato attenuato in modo ritenuto soddisfacente su 4 linee di interventi:

A) revisionando tutte le zanzariere (il 60% risultarono strappate, non a tenuta e quindi inefficaci);

B) cercando di tenere le porte di accesso chiuse e applicando para spifferi;

C) censendo con scrupolo tutta la rete idrica rendendo così più efficace la lotta larvicida;

D) utilizzando 4 trappole: due elettro luminose ad aspirazione e due a CO2 e posizionandole a rotazione nei vari reparti.

CONCLUSIONI

Pur consapevole che i dati forniti sono inadeguati alla bisogna è possibile avanzare delle ipotesi con un ragionevole rapporto costo/beneficio/sicurezza? Personalmente, a livello metodologico, proporrei di rivedere la lotta larvicida in atto, di usare, a rotazione, qualche trappola delle ultime generazioni e valutare criticamente quanto viene realizzato nella lotta alle zanzare nel territorio comunale circostante. Mi sento inoltre di suggerire la lettura del supplemento di Dimensione Pulito di gennaio/febbraio 2024 Servizi Ambientali da cui ricavare spunti operativi e notizie sulle ultime risorse tecniche offerte dalle industrie del settore nella lotta alle zanzare.

Mi è stato anche suggerito di consultare, data la complessità entomologica della materia, le seguenti pubblicazioni (cosa che farò in un prossimo futuro, ma nulla osta di consultarle ai cultori dell’Ars disinfestandi che mi leggono): The Culex pipiens complex in Germany e The investigation of hibernating members   from  Culex pipiens complex in Germany.

S•51 DIMENSIONE PULITO | 03/2024

Controllo roditori un caso di studio

L’intervento sul campo illustrato in questo articolo è stato condotto presso un nosocomio di Roma adiacente ad una zona degradata dove si riscontrava una grossa infestazione di popolazione murina fuori controllo

S•52 DIMENSIONE PULITO | 03/2024 SANITÀ & RSA
Francesco Gullo
DISINFESTAZIONE

Secondo le procedure aziendali solitamente adottate, le operazioni di derattizzazione sono state divise nelle seguenti fasi:

• Sopralluogo in fase diurna e notturna;

• progettazione;

• intervento.

La fase di sopralluogo ha comportato un’ispezione diurna dove sono stati individuati escrementi, tane, danni da rosicchiamento, presenza di peli e camminamenti.

Sempre in questa fase sono stati intervistati gli addetti alla vigilanza e gli addetti alla manutenzione. Il sopralluogo ha quindi evidenziato l’esistenza di tane nel terreno alla base degli alberi ad alto fusto e cespugli, camminamenti nelle aree verdi e rosura dei cassonetti nel zona di stoccaggio rifiuti.

È stato anche possibile avvistare direttamente i ratti in tutte le zone perimetrali, giardini, pronto soccorso e guardiola dei custodi che arrecavano grosso disagio alle persone in queste zone. Dopo la fase di progettazione dell’intervento si è proceduto al posizionamento di circa 100 contenitori di esca biocida contenenti come principio attivo Bromadiolone e Flocoumafen e al trattamento delle tane e

pozzetti con Schiume Rodenticide a base di Cumatetralil. Sono stati inoltre posizionati dei cavetti di acciaio con esche da calare nelle tane, vincolate a paletti di ferro opportunamente segnalati e in sicurezza per poter essere ricontrollati il giorno dopo per verificare i consumi e il ripristino. Ogni cavetto conteneva 10 blocchi di biocida a base di Flocoumafen per tana.

L’andamento dell’intervento per abbattere l’infestazione è stato il seguente:

Prima settimana: monitoraggio giornaliero a causa dell’elevato consumo di esca (circa 15 Kg di biocida). Seconda settimana: consumo di esca di circa 6,0 Kg e monitoraggio ogni 2 giorni.

Terza settimana: consumo di esca di circa 3,0 Kg di esca e 2 monitoraggi. Quarta settimana: consumo di esca di 3,0 Kg di esca e 1 monitoraggio. Dopo 1 mese il consumo di esca si è ridotto del 90%.

CONTROLLO E RISULTATI

Per il controllo dell’infestazione l’anno seguente è stato introdotto l’uso di Selontra®, formulato commerciale a base di Colecalciferolo. Grazie a questo prodotto, a distanza di due anni

CONTROLLO RAPIDO DELLE INFESTAZIONI

Selontra® è un’esca rodenticida, non anticoagulante, ad alte prestazioni per un controllo più rapido delle infestazioni di roditori. L’esca è a base di colecalciferolo, principio attivo che altera il meccanismo di accumulo del calcio negli organi molli del roditore e non può dare luogo a fenomeni di resistenza, per l'impossibilità all'assuefazione al calcio. Con Selontra®, la velocità di controllo è fino a tre volte più rapida rispetto ai rodenticidi

anticoagulanti, grazie all'effetto stopfeeding, generato dal rapido accumulo di calcio. Ottenere il controllo più rapidamente grazie all'impiego di Selontra® significa contenere i danni e la contaminazione da roditori infestanti. Inoltre, la nuova esca sviluppata da BASF consente di raggiungere un perfetto equilibrio fra prestazioni e impatto ambientale. Il colecalciferolo non persiste nell'ambiente né presenta un effetto di bioaccumulo.

dall’inizio dell’intervento è possibile controllare l’infestazione con un solo intervento mensile di derattizzazione associato al monitoraggio delle trappole meccaniche. Se non si registrano consumi, le esche vengono sostituite ogni quattro mesi. Il prodotto non si deteriora in quanto resistente alle basse e alte temperature, caratteristica che è stata confermata da centinaia di esperienze certificate dai dati raccolti e registrati durante gli interventi svolti.

Il controllo avviene con 1,8/2,0 Kg di prodotto Selontra® ad intervento, con una riduzione sensibile nell’utilizzo di altri rodenticidi rispetto all’inizio, tenendo presente che la Direzione del nosocomio non ha fatto nessuna azione di miglioramento nella gestione dei rifiuti. Il monitoraggio delle trappole meccaniche non ha evidenziato la presenza di ratti e gli avvistamenti sono molto rari.

L’IMPRESA

Romana Ambiente S.r.l. è un’impresa di Pest Control (derattizzazione, disinfestazione, allontanamento volatili, trasporto rifiuti pericolosi, disinfezione e sanificazione) che opera da decenni nel mercato nazionale. I suoi principali clienti appartengono a Industrie Farmaceutiche, Industrie Alimentari, Strutture Ospedaliere, Allevamenti, Grande Distribuzione Organizzata, Facility Management e Enti Pubblici e Privati. La politica della società è sempre stata quella di garantire al cliente una fornitura "full service" dei servizi, al tempo stesso è sempre stata impegnata nell’introduzione di nuove tecnologie e nuovi prodotti al fine di aumentare l’efficienza gestionale, operativa e la qualità dei servizi prestati. Romana Ambiente possiede numerose certificazioni, è socio AIDPI (Associazione Imprese di Disinfestazione Professionali Italiane) ed è iscritta all’Albo Nazionale Gestori Ambientali in diverse categorie.

S•53 DIMENSIONE PULITO | 03/2024

IL CONVEGNO SUL PULITO PROFESSIONALE

SAVE THE NEW DATE 9 - 10 OTTOBRE 2024

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Il 9 e 10 ottobre 2024 i massimi protagonisti di un settore in rapida evoluzione - professionisti, aziende e stakeholder - sotto la spinta dell’innovazione digitale, del green e delle tecnologie 4.0 si incontreranno per un confronto aperto e stimolante sulle principali sfide che attendono il mondo del Professional Cleaning

SAVE THE DATE 18 - 19 SE TTEMBRE 2024

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