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È nato prima l’uovo o il Dermanyssus?

Alex Pezzin

Tutte le strutture sanitarie sono pensate per ospitare categorie di persone a rischio, fragili o che hanno bisogno di assistenza continuativa per la gestione delle loro attività quotidiane. Hospice, case di cura, case di riposo, RSA, sembrano tutti sinonimi ma in realtà si differenziano principalmente per il tipo di assistenza e di servizi erogati. Possiamo dire che tutte e quattro queste strutture hanno come scopo il miglioramento della qualità della vita del paziente, ma ci sono poi delle caratteristiche specifiche che le distinguono, in base alla tipologia di assistenza fornita. La gestione degli infestanti non è sempre semplice e, partendo dal presupporre (spesso auspicare) che vi siano già delle buone pratiche di gestione e manutenzione (a partire dalla pulizia), una valutazione del rischio, almeno per i principali target, è il primo step da realizzare nell’ottica di buone pratiche di IPM. Dovrebbe, e dico dovrebbe essere sempre così al netto delle “sorprese” date dalla stagionalità oppure da casi che capitano per motivi di improvviso ingresso “passivo” e assolutamente definibile “accidentale” direttamente attraverso le persone o oggetti materiali trasportati all’interno. A questo proposito mi viene in mente un delicato caso occorso, circa un mese fa, in una RSA Toscana, di nostra gestione d’appalto, in cui un paziente ha improvvisamente lamentato disagi, fastidio e anche dolore provocato da pomfi pruriginosi su tronco braccia e gambe (coperti da indumenti). Alla segnalazione, il sospetto principale è ricaduto subito su possibili effetti provocati dall’attività di Cimice dei letti (Cimex lectularius, acclarato ectoparassita ematofago, anche per uomo) ma un campione di polveri e materiali recuperati nella stanza, da me direttamente richiesti e analizzati (per opportuna ricerca e valutazione della causa e del “protagonista” scatenante