Quaderni della ginestra

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Meditazioni filosofiche

quella del poeta e quella del tecnico/scienziato. L‟esito ultimo è la chiarificazione del significato della formula socratica ‹‹sapere di non sapere››, che non sta certamente a indicare la consapevolezza autocontraddittoria di una totale ignoranza ma il dovere di non superare i limiti di „competenza‟. In particolare, potremmo dire oggi, sta a indicare il dovere dei ‹‹tecnici›› di non trarre conclusioni avventate dalle loro conoscenze, in quanto tali affatto rispettabili, ricordando che l‟autorevolezza dell‟uomo di scienza può conferire un alone di verità anche a opinabili tesi di natura extrascientifica. E poi il dovere del poeta, e dell‟artista in genere, di non incorrere in un analogo falso, riverberando la „luce‟ dell‟arte su considerazioni attinenti ad ambiti affatto diversi. E, infine, il dovere del politico di non risolversi nell‟ideologo arruffapopoli, troppo sicuro di tutto, e di cercare invece di valorizzare il comune patrimonio umano della capacità discriminante e del senso della giustizia, che è probabilmente, per Socrate e per Platone, il punto archimedico su cui dovrebbe poggiare l‟esistenza. Come nella „classe‟ dei tecnici sono inclusi gli scienziati, così, va precisato, in quella di poeti rientrano gli spiriti religiosi (nell‟Apologia i poeti sono espressamente avvicinati ai veggenti e ai profeti), e in quella dei politici gli etici: a differenza del demagogo, che è un cattivo politico, il buon politico è animato da fondamentali istanze etiche. Nel Gorgia

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