Scegliere le proprie emozioni

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Bernard Raquin

SCEGLIERE LE PROPRIE EMOZIONI Per risolvere i conflitti interiori

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Indice

Subire o esprimere le proprie emozioni 7 Identificare e orientare le proprie emozioni 17 Ripercorrere il filo delle emozioni 23 Emozioni e decisioni 27 Le metafore al servizio delle emozioni 35 Quali emozioni caratterizzano la vostra personalità? 43 Così tante emozioni 49 Superare i traumi 55 Fisiologia delle emozioni 63 Visualizzare e far luce sulle emozioni 69 La storia della propria vita 75 Emozioni arcaiche 79 Passare da un’emozione negativa a una positiva 83 Sviluppare una serie di emozioni positive 101 Espressione artistica delle emozioni 109 Modi diversi per affinare le emozioni 113 Trasformare le emozioni nascoste 117 Dello stesso autore 123 Nota sull’autore 125

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Subire o esprimere le proprie emozioni Le emozioni ci colorano la vita e permettono di esprimere i diversi aspetti della nostra personalità. Viverle appieno significa condurre un’esistenza intensa, a condizione di non cedere loro i comandi. Spesso esse ci aiutano a prendere decisioni e ci permettono di risolvere conflitti interiori. Influiscono anche sui nostri orientamenti e sul modo di concepire la felicità o l’infelicità. In ambiti antichi e moderni quali la saggezza, la spiritualità o le terapie, l’abilità di gestire o controllare le emozioni per conseguire l’equilibrio psicologico svolge un ruolo di spicco. Il mondo esterno spesso diventa l’eco di quello interno. Attiriamo a noi persone che risvegliano le emozioni ricercate per tranquillizzarci, rassicurarci, indignarci o darci piacere. Esse svolgono inoltre un ruolo relazionale, giacché le persone irasci7


bili, scorbutiche e ostili sono tenute in disparte. Le si invita di meno, le si evita, le si critica alle spalle. Al contrario, si apprezza chi è sempre allegro. Nel corso dell’esistenza, le nostre emozioni possono essere delle fedeli alleate... o le peggiori nemiche. Una dopo l’altra, danno tono alle giornate. Saremo allegri, leggeri, colmi di curiosità o di buoni sentimenti? Saremo tristi, pesanti, preoccupati, frementi di rabbia? A chi tocca stabilirlo? A noi? Agli eventi? Agli altri? E se, invece di essere vittime passive, avessimo la possibilità di scegliere? Ecco lo scopo di questo libro: conoscere le emozioni, capirle, metterne a nudo la struttura per dare la preferenza a quelle che ci sono utili. Un’emozione è un’informazione fisica che permette di esperire e quindi di dare un senso a ciò che si vive. Per la maggior parte del tempo, ci accorgiamo a malapena di quelle che ci attraversano. Al ritmo dei pensieri, secondo ciò che udiamo o vediamo, esse vengono suscitate dagli stimoli. Per esempio, leggere il giornale e guardare la televisione possono risvegliare collera, tristezza, ammirazione, compassione ecc. Una storia sui pompieri ci avvince ed ecco che amiamo i vigili del fuoco. 8


Uno squallido fatto di cronaca ci sconvolge e ne detestiamo gli autori. Un reportage sul salvataggio di un bambino ci commuove e proviamo compassione. Un’inchiesta sullo sperpero del pubblico denaro ci urta i nervi. Subiamo inoltre l’influsso della pubblicità, delle canzoni, dei discorsi politici e tutto questo ci fa reagire emotivamente, piuttosto che razionalmente. Le nostre emozioni possono fungere da bussola. In genere, quando una di esse ci domina troppo di frequente o si dimostra spropositata, non viene suscitata dal presente, bensì riattivata dal passato: un incidente risveglia in noi un’impronta inconscia, impadronendosi dei comandi. Le emozioni si ancorano e sono memorizzate nell’inconscio, sempre pronte a tornare in superficie. Possiamo riconoscere il tentativo di esprimersi delle emozioni allorché avvertiamo un fastidio. Ci sentiamo spenti, senza entusiasmo per nulla. Qual è il bisogno insoddisfatto? Generalmente parlando, la mancanza di desiderio deriva dal fatto di aver desiderato troppo senza ricevere nulla oppure dall’essere stati repressi nel momento in cui si desiderava. Abbiamo assimilato il desiderio al disappunto. 9


Molte cose hanno la facoltà di tentarci e, dal momento che il desiderio è inestinguibile e inappagabile, rischiamo di passare la vita a cercare di appagarlo... senza risultati. Un buon approccio è quello di mirare all’emozione desiderata mediante mezzi diversi. Si progredisce grazie agli ostacoli e alle regole. Sono i limiti che trasmettono senso e piacere, lo dimostrano tutti i giochi di società (individuali e collettivi) e tutte le forme di creatività. Lo sviluppo inizia là dove comincia la regola. Tirar calci a un pallone è noioso; farlo con il divieto di oltrepassare determinate linee diventa interessante. Spostare a caso delle pedine su una scacchiera è assurdo, ma quando ci sono regole precise, ecco che sorgono passione e divertimento. I limiti ci strutturano. Analogamente, possiamo individuare le emozioni nascoste quando avvertiamo frustrazione, che può anche sfociare in delusione, amarezza o collera. Si tratta quindi di un segnale che spinge a chiedersi cos’è possibile fare, ossia è qualcosa che dipende unicamente da noi. La domanda “In cosa mi può essere utile questo?” permette di uscire dal senso di frustrazione e d’impotenza. Volgendo lo sguardo verso il futuro, mettiamo in moto le nostre 10


risorse e favoriamo la creazione di strade diverse. Tuttavia, teniamo a mente che le nostre emozioni talvolta si mescolano tra loro o si nascondono una dietro l’altra. A volte esitiamo sul tipo di emozione da manifestare. Quando un amico fa un commento negativo, ne deduciamo che sta scherzando o ci sta prendendo in giro. Se invece a farlo è qualcuno che non ci piace, prendiamo male quello stesso commento. Qualche volta gli amici ci aiutano a reinterpretare parole irritanti, a guardarle con distacco. Se le emozioni sono confuse, possiamo andare alla ricerca dell’emozione principale o di quella a lungo termine più favorevole. Possiamo anche metterle in scala, annotandole su un pezzo di carta e assegnando loro un valore da uno a dieci.

La collera La collera indica che il territorio è stato invaso, che i valori sono stati derisi, che si è stati umiliati o si ha subito un’ingiustizia. Conosciamo bene la storiella dell’uomo che, vessato dal datore di lavoro, maltratta a sua volta la moglie, la quale opprime il figlio mentre quest’ultimo tormenta il cane, che 11


finisce col mordere il postino. A volte andiamo a cercarci un capro espiatorio per non dover affrontare ciò che proviamo. La collera è naturale ed è possibile trovare un modo di esprimerla al meglio. Può anche risultare utile, se la trasformiamo in azione. Per esempio, chiediamoci quale potrebbe essere la reazione più giusta. Proiettiamoci in situazioni diverse, per vedere se di solito reagiamo in maniera identica. Così facendo, aggiorniamo le nostre emozioni, le adattiamo meglio al presente. Come diceva Aristotele, il difficile non è andare in collera, bensì farlo nel momento giusto verso la persona giusta. Le emozioni negative esprimono insoddisfazione, bisogni psicologici insoddisfatti o da soddisfare in futuro. Se riconduciamo queste emozioni negative al bisogno che esse esprimono, spesso risulta più facile soddisfarle. Esempio: Sarah è furiosa perché ha fallito all’esame di guida. Può scegliere se prendersela con l’esaminatore o accettare la realtà e decidere di migliorare.

La paura La paura avverte che ci si trova in terra sconosciu12


ta o che rischia di verificarsi un evento incontrollabile. In generale, essa si trasforma in un indistinto magma che paralizza la capacità di riflettere. La paura è vitale per la nostra sicurezza. Un individuo senza nessuna paura corre grandi rischi. Se tuttavia essa ci imprigiona, la possiamo risolvere trasformandola in stress positivo, per mettere in moto le nostre energie di fronte alla difficoltà che sopraggiunge. Per farlo, la suddivideremo in piccoli segmenti sui quali abbiamo il potere di intervenire. Per esempio, per guarire la maggior parte delle fobie ne cambiamo l’immagine. Quasi tutte le paure che avevamo da piccoli sono sparite perché abbiamo ampliato le nostre interpretazioni. L’apprendimento le ha eliminate.

Il piacere Il piacere non pone problemi, a parte quando mette in pericolo o a rischio di conflitti psicologici. Le persone dipendenti (bulimici, alcolizzati, tossicodipendenti, giocatori d’azzardo ecc.) sacrificano il piacere futuro a quello immediato. Si esce dai conflitti interiori scegliendo ciò che si dimostra più utile a lungo termine. 13


La sofferenza La sofferenza può condurre a interrogarsi sul senso della vita, per trovare una strada migliore. Dopo un difficile lutto, Isabelle non si è rinchiusa nel dolore, bensì è maturata e cresciuta. Un amico poliziotto, alla morte di un collega, ha scelto di non odiare per non coltivare pensieri cupi. Un licenziamento, un rovescio di fortuna non sono condanne definitive, sono crisi da superare. Molti imprimono un nuovo orientamento alla propria vita e scelgono una strada che si rivela più utile. L’arte di essere umani è quella di trasformare i vicoli ciechi in vie da percorrere. Di solito agiamo sulle emozioni in anticipo. Ci rechiamo allegri a una festa. Ci presentiamo a un esame agitati o concentrati. La prospettiva di chiamare un amico ci incanta. Spesso non sono gli avvenimenti futuri a influenzarci, bensì l’idea che ce ne facciamo. Pensate a un momento che pregustate: metterete in moto determinate sensazioni. Immaginate ora una faticaccia e osservate il vostro respiro, il dialogo interiore, le sensazioni fisiche.

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A Jean piace andare all’autolavaggio a gettone per lavare l’auto all’aria aperta, mentre Philippe lo detesta. Philippe però adora cucinare, mentre Jean perde presto la pazienza quando prepara i pasti. Possiamo ridurre l’impatto negativo di certi obblighi pensando a cose gradevoli mentre li svolgiamo. Alcuni mistici vedevano tutto come meditazione e preghiera, incluse le faccende domestiche e le commissioni! Fate la prova su tre piccole incombenze (lucidare le scarpe, passare l’aspirapolvere, telefonare a un’anziana zia), vivendole in maniera meno ostile. Spesso, quando decidiamo di prenderle a cuor leggero, esse si alleggeriscono.

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