Diario pellerossa

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Joyce Sequichie Hifler

DIARIO PELLEROSSA L'EREDITÀ SPIRITUALE DEGLI INDIANI D'AMERICA


PREFAZIONE Papa Alessandro scrisse: “Il povero Indiano! La cui anima ignorante vede Dio nelle nuvole e Lo sente nel vento”. Io sono un’Indiana. Io sono una Cherokee. Ed io vedo Dio nelle nuvole e Lo sento nel vento. Quand’ero piccola, ero convinta di sentire il tempo e comprendevo quello che dicevano la colomba e il caprimulgo quando lanciavano i loro richiami dai campi e dalla foresta. È insito nella natura dell’Indiano sentire con lo spirito, poiché la sua vita è basata su fondamenta spirituali, su basi immutabili che lo portano spontaneamente ad onorare la sacralità di ogni cosa. La musica fa parte di queste fondamenta; musica che vibra in uno stormire di foglie e nel canto dei ruscelli, ma anche musica creata da uomini inspirati. I miei occhi si riempirono di lacrime la prima volta che ascoltai musica classica, durante la mia adolescenza, poiché ero venuta a contatto con gli angeli. E questo accade ancora, ogni volta che odo la melodia di un violino. Accomodatevi, venite a festeggiare con lo Spirito, non perché l’Indiano è buono, ma perché il Signore è misericordioso. Gv ge yu i - Amore

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UNO So-Qua MESE DEL FREDDO Unu-la-ta-nee’ La prateria è vasta e buona, e così è anche il cielo lassù, ed io non voglio che vengano macchiati dal sangue della guerra. SATANTA Capo Kiowa

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1 Gennaio

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a luce del sole, all’alba, infiamma i prati coperti di brina con uno splendore di gemme, topazi, smeraldi, diamanti e il cuore trabocca di ricchezza, u wa nei i, e s’inonda di luce. Questi sono mattini che richiamano in noi la luminosità dello spirito e la guarigione delle più profonde ferite dell’anima. Esci e respira nella pace. Volgi le tue mani verso l’alto per ringraziare e ricevi forza per questo giorno e saggezza per l’anno che stai per iniziare. Poiché la natura cresce rigogliosa laddove l’uomo lascia: tutto ciò che è negativo viene scacciato. Le meraviglie che vediamo ovunque intorno a noi ci dicono di fare altrettanto. Mi guardi e vedi un uomo brutto e vecchio, ma dentro io sono colmo di grande bellezza. TLO TSI HEE Old Man Buffalo Grass Navajo

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2 Gennaio incanto del silenzio è raro, come una pietra pre’ L ziosa. Molti non riescono a sostenerlo, neppure per

breve tempo, e cercano di riempirlo con chiacchiere vuote - o con parole che non avrebbero dovuto mai essere dette. Rimanere silenti è una grande arte. I Cherokee lo chiamano da lo ni ges to di- e lu we i - silenzio dorato. Con le nostre parole noi dipingiamo ciò che vogliamo sia visibile agli altri e scegliamo colori per comunicare, comprendere, percepire. Meno sono le parole che usiamo, più eloquente diventa il silenzio. I frutti del silenzio sono padronanza di sé, coraggio, sopportazione, pazienza e dignità. OHIYESA Dakota

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3 Gennaio

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lcuni affermano che la realtà sia una cosa che si può toccare. Ma la vera realtà si manifesta più nell’invisibile che non in tutto ciò che noi vediamo e tocchiamo con le nostre mani. Cercare di affrontare la realtà senza sapere che cosa sia, non è molto diverso dallo scorgere una minuscola pietra e scoprire che è un masso sepolto nella terra. La realtà non è una superficie piana unidimensionale, dove tutto è visibile, bensì è spirito e vita, è fede e amore. Noi possiamo anche non notare queste cose, ma ne percepiamo la loro influenza. La preghiera è la linea retta che conduce all’invisibile e che cambia la prospettiva di ciò che vediamo sia dall’alto che dal basso. Noi non possiamo vederla, ma è questa la sostanza della realtà, la u w wi - e - a da nv to, cuore e anima della vita nella sua forma più elevata. Non sono necessarie molte parole per dire la verità. CAPO JOSEPH Nez Perce

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4 Gennaio

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iero, sensibile, poetico Geronimo. Nessun uomo poté mai soggiogarlo; troppo importante era la sua libertà e troppo intenso il suo legame con il rifugio della natura. Ma venne un tempo in cui egli volle arrendersi e vivere in pace. Con molta semplicità, disse: “Dovrò morire un giorno ma, dovesse anche cadere il cielo, io voglio fare ciò che è giusto. C’è un unico Dio che da lassù ci guarda, Noi siamo tutti figli di un unico Dio. Dio mi sta ascoltando. Il sole, le tenebre, i venti stanno tutti ascoltando quello che diciamo”. È in noi la facoltà di dire: “Io Ti ascolto e mi abbandono a Te”. Cercherò di vivere bene e in pace. GERONIMO Apache

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5 Gennaio

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a terra sotto i nostri piedi può sembrare molto scivolosa, a volte. Qualche pensiero od emozione ci colgono di sorpresa e noi cadiamo in ginocchio come fossimo completamente inermi. Non aggiungiamo anche l’autocritica al nostro fardello. Questa è una delle prime cose che tentiamo di fare - dare a noi stessi la colpa della nostra cecità. Perché non siamo stati più forti? Perché è venuta a mancare la nostra fede e dov’è finita la nostra forza nel tempo della crisi? Siamo afflitti perché crediamo di aver fallito - perché non siamo riusciti a resistere. No, non abbiamo fallito, abbiamo amato. Abbiamo accolto la vita con dolcezza e con reverenza ed è avvenuto il cambiamento. Ogni collina, ogni valle, ogni bosco e pianura sono stati consacrati da avvenimenti tristi o felici in un tempo di cui non c’è ricordo. CAPO SEATTLE Suquamish e Duwamish 1786-1866

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6 Gennaio

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uali meraviglie della vita ci appartengono? Lo scintillio dei colori dell’arcobaleno al cessare di un acquazzone? Un cucciolo scuro accaldato sotto il sole? Il canto di un tordo, mentre un sottile velo di nuvole si stende a coprire di nebbia la faccia della luna; un palcoscenico all’aperto dove una corda è tesa da albero ad albero per lasciar fuori gli intrusi; il riso di un bimbo e il fremito d’ali d’uccello in un piccolo torrente? Le meraviglie più belle sono ancora tutte a nostra disposizione. Sono frammenti di cose gioiose che diventano parte di noi - un bambino in un campo di margherite, un sorriso, una preghiera sussurrata. Che cosa siamo noi, se non un riflesso di una passata felicità - a i yu quu-v hna i-to hi dv, un istante di pace? Quando osserviamo il mutare del giorno e della notte, il sole, la luna e le stelle nel cielo e l’avvicendarsi delle stagioni sulla terra... non possiamo non accorgerci che tutto questo è opera di qualcuno molto più potente dell’uomo. CHASED-BY-BEARS Sioux Santee

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7 Gennaio

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er i Cherokee, la terra non è fango, sassi e alberi, ma è nutrice di vita. Il seme è molto più che un embrione addormentato, è vita. L’uomo è molto più che una creatura umana, è spirito. Non è venerazione della natura, ma è amare e adorare ciò che ha messo ogni cosa in movimento; l’Essenza che sta dietro la nebbia, dietro la luce del sole e il flusso delle maree. Cose incredibili accadono proprio davanti ai nostri occhi, ma spesso ci accorgiamo solo di quelle che ci danno un motivo per piangere o per festeggiare. Guardiamo oltre gli eventi. I raggi del sole possono essere nocivi - ma la causa che sta dietro tutte le nostre vicissitudini guarisce e ricrea. Il sole è mio padre; la terra è mia madre; io riposerò sopra il suo seno. TECUMSEH Shawnee

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8 Gennaio

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gni giorno è un giorno sacro per la natura spirituale del Tsi la gi. In perfetta simbiosi con gli elementi, egli vede “Dio nelle nuvole e Lo sente nel vento,” come scrisse Papa Alessandro. L’innata magnificenza di ciò lo sostiene e lo aiuta a camminare in una dimensione completamente nuova. Dalle cose più semplici giungono motivi per comprendere - i cristalli di ghiaccio che sfiorano il suo viso non sono che un altro aspetto della stessa sostanza che dà forma alla rugiada e ai fiocchi di neve, alle gocce di pioggia e perfino al vapore quando è sotto pressione. Non è un mistero che il Triplice Essere è al contempo unico e distinto. Pur nella sua semplicità, la vita freme di palpiti profondi che possono anche non essere notati ad occhio nudo, ma sono percepiti comunque. Io credo che il Grande Spirito osservi tutto ciò che viene detto qui, ed è per questa ragione che io dico la verità. PICCOLO CORVO Capo Arapaho

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9 Gennaio

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uando qualcuno scaglia un dardo, un commento che ci ferisce, noi vogliamo restituire il colpo. La meschinità di un attacco immotivato va oltre la nostra comprensione. Persone senza scrupoli lanciano le loro frecce e non si chiedono dove colpiranno. A loro basta colpire qualcosa. Ciò che avevamo sempre ignorato è che noi possiamo rifiutarci di essere colpiti. Non siamo obbligati ad accettare tutto ciò che viene detto. Il miglior modo per sgonfiare un egocentrico è non ritenerlo abbastanza importante da essere preso in considerazione. La sua malattia è contagiosa e noi non dovremmo mai esporci ad un morbo così doloroso. Ci avete costretti a fare qualcosa di cui ci vergognamo. CORNPLANT Capo Seneca 1781

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