N. 2 - SETTEMBRE 2011
SAN PELLEGRINO RITORNA ALLA BELLE ÉPOQUE
POSTE ITALIANE SPA - SPED. A.P. - D.L. 353/03 ART. 1, CM. 1, DCB MI
EDIFICI PUBBLICI SEMPRE PIÙ GREEN
FACTORING IDEA LA NUOVA SOLUZIONE PER I RITARDI DEI PAGAMENTI
GLI UOMINI DELL’EDILIZIA ITALIANA SONO COME LE FORMICHE, SIMBOLO DI LABORIOSITÀ, PRUDENZA, PREVIDENZA E DI CAPACITÀ DI TOGLIERSI SEMPRE DALLE DIFFICOLTÀ.
BIGITALY
PER IL CREDITO IN ARRIVO VENTI NUOVI
consigliano up!
BigMat è il gruppo di distributori indipendenti di materiali per l’edilizia leader in Europa. Anno 1 - Numero 2 - Settembre 2011 Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblici BigMat Pro.Ma.Italia S.c.p.a. Via Roma 74 - Centro Direzionale Colombirolo 20060 Cassina de’ Pecchi - Milano T. +39 02 95344836 F. +39 02 95341232 E-mail: info@bigmat.it Ufficio commerciale - Vendita spazi pubblicitari BigMat Pro.Ma.Italia S.c.p.a. Via Roma 74 - Centro Direzionale Colombirolo 20060 Cassina de’ Pecchi - Milano Direttore responsabile Lina Mazzullo In redazione Marta Casiraghi Hanno collaborato a questo numero Michelangelo Cecchetto, Stefano Guolo, Alessandra Guzzi, Zoe Laefleur, Enrico Nicoli, Nicola Pisano, Rosa Santavite, Cristina Serra, Carlo Vacca, Bibi Velluzzo Grafica e Impaginazione C&G Registrazione N° 240 del 03/05/2011 Tribunale civile e penale di Milano Come abbonarsi Per abbonarsi è sufficiente fare richiesta a: up@bigmat.it spedizione in contrassegno Stampa Faenza Industrie Grafiche srl Via Vittime Civili di Guerra, 35 - 48018 Faenza (RA) Responsabilità La riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro riproduzione, è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione dell’Editore. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati, e l’Editore non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. L’Editore non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista. Tiratura del presente numero: n. 20.000 copie Periodicità: trimestrale Poste Italiane Spa - Sped In a.p. D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c. 1 - DCB Milano Ai sensi del D. Lgs 196/2003, informiamo che i dati personali vengono utilizzati esclusivamente per l’invio delle pubblicazioni edite da BigMat Pro.Ma. Telefonando o scrivendo alla redazione è possibile esercitare tutti i diritti previsti dall’articolo 7 del D. Lgs. 196/2003.
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editoriale
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ari Lettori, la dice lunga l’immagine in copertina, splendida interpretazione del noto illustratore Fabio Vettori di ciò che anima ognuno di noi, simbolicamente rappresentati con le sue famose formichine: noi, italiani da sempre, abituati a “costruire” il nostro futuro e quello dei nostri figli. Lo abbiamo fatto per anni, indaffarati ad adeguarci a un mercato che brulicava di opportunità tanto – a volte, o spesso – da trascurare l’evoluzione gestionale della nostra azienda, grande o piccola che fosse. Erano tempi in cui si entrava in banca e si trovava un direttore che conosceva vita, morte e miracoli dei suoi clienti, e a cui potevamo confidare aspirazioni e necessità in cambio di comprensione e attenzione. Questo “direttore”, oggi, è diventato un estraneo: non ci guarda più negli occhi ma semplicemente aspetta che il suo computer emetta il fatidico responso su di noi e sulla nostra azienda. Non gli interessa sapere chi siamo o cosa facciamo. E noi restiamo lì, in attesa di un giudizio, a volte senza il coraggio di fare richieste che in passato erano un diritto. Questo è un aspetto psicologico da non sottovalutare. Oggi più che mai occorre impadronirsi della propria identità imprenditoriale, analizzare tutte le informazioni che riguardano la propria azienda, individuarne i punti di forza e di debolezza e lavorare per migliorarli e se serve bussare anche e ancora alla porta degli istituti bancari pretendendo risposte, sostegno e credito, che è ciò che hanno il dovere di darci. Dagli architetti alle imprese, dai rivenditori di materiali edili alle famiglie, dall’edilizia a qualsiasi altro settore a cui possiate pensare, la congiuntura economica si è fatta sentire perché globalmente trasversale. Nessuno ne è stato o ne è indenne e bisogna guardare avanti, i dati Cresme parlano di un +0,9% in edilizia previsto per il 2012 e gli strumenti per risalire la china sono diversi. All’interno di questo numero troverete alcuni spunti e tante informazioni utili: dal factoring, modalità di cessione del credito in continuo aumento, al ruolo degli interventi di risanamento in chiave green degli edifici pubblici, che potrebbero essere numerosi e che creerebbero tanto business buono, per il presente e per il futuro. Finite le vacanze estive, ora inizia una nuova stagione, e come le “ formiche” saremo laboriosi, prudenti e animati da “spirito costruttivo” per affrontare ancora una volta ciò che ci riserverà il futuro. BigMat, in questo, sarà come sempre al vostro fianco.
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Lina Mazzullo
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sommario
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VOGLIAMO ESSERE UN GIORNALE GREEN Da questo numero up! sarà stampato su carta certificata FSC
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PER IL CREDITO in arrivo venti nuovi
Ecco tutti i dati della ricerca European Payment Index
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FACTORING idea Una soluzione per risolvere i ritardi dei pagamenti
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GREEN ON THE PUBLIC ROAD
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L’ABRUZZO IN UN’ARCHITETTURA
Edifici pubblici sempre più verdi
Il nuovo concept Ekk
26 tutti pazzi
per i prodotti bigmat
Oltre mille interviste rivelano l’alto gradimento della gamma BigMat
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BELLE éPOQUE San Pellegrino Terme torna agli antichi splendori
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SOTTO IL SOLE DELLA LIGURIA Particolare ristrutturazione di una villa Liberty
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sommario 40 NESSUNO SPETTATORE,
TUTTI PROTAGONISTI
A Castellaneta Marina l’assemblea annuale del Gruppo BigMat
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EMOZIONE ESCLUSIVA AL MUGELLO
Posto in prima fila al MotoGp per venti fortunati clienti BigMat
46 Da casa a laboratorio
Átika diventa VELUXlaB Convenzione con il Politecnico di Milano per Velux Italia
52 VADEMECUM
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chiusini E CADITOIE La guida di Montini, con tutti gli errori da non commettere e i consigli per una posa a regola d’arte
57 IL LASER TUTTOFARE
È la risposta di Spektra a chi vuole un prodotto semplice, preciso e tutto in uno
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58 PRESA RAPIDA GRIFFATA
La linea a marchio BigMat firmata Kerakoll
rubriche
62 formedil informa 63 federcostruzioni informa 64 il consulente d’azienda 65 il consulente legale 66 news dal mondo bigmat 71
bigmat international
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in viaggio
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appunti di gusto
il benessere delle tradizioni
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UN VINO D’HAUTE COUTURe
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asq e Hydron by Audi
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Zafirro Iridium
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VOGLIAMO ESSERE UN GIORNALE GREEN Da questo numero up! sarà stampato su carta certificata FSC e le emissioni di CO2 generate dalla stampa saranno compensate contribuedo alla creazione e tutela di nuove foreste grazie al progetto Impatto Zero® di LifeGate di Enrico Nicoli
È
stato calcolato che ogni italiano consuma in media 200 chili di carta all'anno e che quindi una classe di 30 alunni consuma in un anno scolastico una quantità di carta pari al peso di un elefante adulto. In tutto il mondo il consumo di carta ammonta a circa 300 milioni di tonnellate ogni anno. Questa quantità espressa in carta da fotocopiatrice costituirebbe una pila enorme, alta quanto la distanza dalla terra alla luna moltiplicata per 16. L'Italia partecipa in misura considerevole alla costruzione di questa torre gigante: nel 2000 abbiamo consumato quasi 11 milioni di tonnellate (fonte: Assocarta). Il problema legato a questo utilizzo smodato di carta – cioè l’abuso di foreste – è noto ormai da tempo, così come il fatto che la carta più amica delle foreste è quella
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riciclata, prodotta con la carta da macero. Purtroppo, però, l'Italia in questo non è virtuosa. Secondo Assocarta, ogni anno vengono avviate alle discariche italiane oltre 800mila tonnellate di quotidiani e periodici e circa 100mila tonnellate di stampati la cui raccolta fornirebbe altrettanta materia prima di qualità alle cartiere italiane. Ma il tasso di raccolta differenziata è uno dei più bassi in Europa: 35,2% contro 58% in Germania. La carta riciclata non va bene per tutti i prodotti. Ecco quindi arrivare in aiuto la certificazione. Il marchio FSC (Forest Stewardship Council) identifica i prodotti contenenti legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. FSC è una Ong internazionale, indipendente e senza scopo di lucro. Il simbolo FSC, per esempio, vuole indicare una “carta ecologica”
anche se non è riciclata e garantisce che la materia prima all’origine del prodotto stampato proviene da una foresta correttamente gestita nel rispetto del nostro delicato ecosistema. BigMat, nel rispetto dell’ambiente e di tutto l’ecosistema, consapevole della necessità di portare avanti anche nel proprio settore azioni di responsabilità sociale, ha deciso di aderire a questo progetto e da questo numero le 20mila copie di UP! saranno stampate su carta certificata FSC ovvero carta ecologica anche se non riciclata, proveniente da foreste gestite in modo sostenibile e tutelata dalla Ong – e Impatto Zero®, il progetto del “network di comunicazione” LifeGate che calcola, riduce e compensa le emissioni di CO2 generate dalle attività di persone, eventi, prodotti e aziende contribuendo alla creazione e alla tutela di foreste in crescita. ■
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PER IL CREDITO in arrivo venti nuovi
Ecco tutti i dati della ricerca European Payment Index e uno spiraglio europeo: quello della direttiva 2011/7/ue, che dovrà essere recepita entro il 16 marzo 2013 di Carlo Vacca
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recento miliardi di euro. A tanto ammonta il totale dei ritardi di pagamento che le aziende europee stanno affrontando o, meglio, subendo. Praticamente «lo stesso valore del deficit pubblico della Grecia». Questo è quanto riportato dalla ricerca European Payment Index 2010 i cui dati sono stati analizzati e approfonditi da uno studio di Intrum Justitia, che sottolinea anche come la recessione, iniziata oltre 24 mesi fa, non sia ancora finita. Oltre un miliardo di fatture sono andate insolute nel 2009 per un valore di oltre 300 miliardi di euro con un aumento di 30 miliardi.
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L’indagine rivela anche differenze significative in Europa. Nei Paesi scandinavi, dove vige una legislazione severa, i comportamenti di pagamento sono relativamente buoni. D’altra parte, il quadro in Paesi come Portogallo, Spagna e alcuni Paesi dell’Est europeo è molto diverso. La media paneuropea di periodo di pagamento si attesta a 55 giorni, con la Finlandia che si conferma il Paese con il ritardo più breve (5,3 giorni) e la Grecia con il ritardo più lungo (45 giorni). La recessione ha impatto anche sulla priorità che le aziende danno ai pagamenti verso fornitori. Quasi tutte le nazioni oggetto dell’indagine hanno dato la stessa risposta. In caso di liquidità ridotta le aziende pagano prima la pubblica amministrazione (tasse e tributi) seguita dalle banche e dai contributi previdenziali verso i dipendenti.
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L’indagine Epi sottolinea che in Europa non si è fatto abbastanza per limitare il danno causato dai ritardi di pagamento. Se tutti avessero pagato puntualmente non solo si sarebbero risparmiati 300 miliardi di euro, ma anche ulteriori 25 miliardi di costi spesi per sollecitare i clienti morosi. RITARDI IN MIGLIORAMENTO Oltre al ritardo di pagamento, un altro ostacolo è la perdita sui crediti che in Europa è aumentata dal 2,4% al 2,6%. Prendendo in esame il settore dell’edilizia in Europa, la percentuale di perdita sui crediti è del 3,4% ma il dato è in miglioramento rispetto al 3,8% registrato nei due anni precedenti. Questo settore soffre anche di tempi di ritardo
molto lunghi nei confronti della pubblica amministrazione e delle altre imprese. Solo il 47% dei crediti è pagato entro i primi 30 giorni. Lo studio evidenzia anche come il 30% delle aziende edili non si rivolga mai a un partner esterno per la gestione e il recupero crediti e il rimanente 70% aspetti in media 70 giorni (86 nel 2009). Nel settore dei servizi immobiliari il trend invece è negativo. La percentuale di perdita sui crediti che nel 2009 era del 2,2% è cresciuta al 4%. Le case rimangono più a lungo sul mercato e i prezzi sono in diminuzione, mentre gli affitti sono stabili. Secondo una ricerca del Cresme presentata lo scorso maggio per l’Ordine degli Architetti, nel 2010 per un quarto degli architetti l’insoluto ha superato il 20% del giro d’affari complessivo (nel 2008 solo l’11,4% del campione affermava che superava il 20%). Non solo, i tempi di pagamento si allungano: gli enti pubblici passano da una media di 100 giorni del 2008 a 140 del 2010; le imprese da 63 giorni a 119; le famiglie da 46 a 81 giorni, gli altri professionisti da 39 a 68. IN ARRIVO LA DIRETTIVA SALVA PAGAMENTI In tutto questo, uno spiraglio sembra aprirsi con la Direttiva 2011/7/UE adottata dal Parlamento Europeo a partire dal 16 febbraio 2011. La direttiva rafforza le tutele delle imprese contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali. Tra le novità, si segnala l’obbligo da parte delle pubbliche amministrazioni all’interno dell’Ue di provvedere ai pagamenti nei confronti delle imprese entro un termine massimo uniforme di 60 giorni. La direttiva dovrà essere recepita entro il 16 marzo 2013.
norme specifiche che prevedono, in particolare, periodi di pagamento di regola non superiori a trenta giorni di calendario, se non diversamente concordato espressamente nel contratto e purché ciò sia obiettivamente giustificato alla luce della particolare natura o delle caratteristiche del contratto e, in ogni caso, non superiori a sessanta giorni di calendario. I pagamenti tra imprese private dovranno invece essere effettuati entro sessanta giorni. Le imprese avranno inoltre il diritto di esigere il pagamento degli interessi di mora e di ottenere altresì un importo fisso minimo di 40 euro a titolo d’indennizzo dei costi di recupero del credito, ma potranno esigere anche il rimborso di tutti i costi ragionevoli incorsi a tal fine. Il tasso di legge applicabile agli interessi di mora viene aumentato e portato ad almeno otto punti percentuali al di sopra di quello di riferimento della Banca centrale europea; non sarà consentito agli enti pubblici fissare tassi inferiori per gli interessi di mora. Le disposizioni contenute nella direttiva sono da considerarsi come previsioni “minime” di favore per i creditori, con la conseguenza che gli Stati membri potranno, in sede di recepimento, adottarne di più favorevoli. Gli Stati membri hanno due anni per recepirla nei propri ordinamenti, ma limitatamente alle disposizioni che rappresentano “modificazioni sostanziali” della precedente direttiva 2000/35/CE, altrimenti l’obbligo di recepimento deriva direttamente dalla direttiva del 2000. ■
È una riforma sostanziale che introduce trasparenza e certezza di diritto nei tempi di pagamento, in conformità a prassi acquisite in seno all’Unione europea. Finalità della direttiva è infatti regolamentare i termini di pagamento nelle transazioni commerciali, sostenendo in questo modo la competitività delle piccole e medie imprese. Per le transazioni commerciali relative alla fornitura di merci o servizi da parte di imprese alle pubbliche amministrazioni la direttiva introduce
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FACTORING idea Il factoring, ovvero la cessione dei crediti a società specializzate, è l'idea emergente del momento per risolvere i ritardi dei pagamenti. Infatti, il mercato mondiale del factoring nel 2010 ha superato i 1.600 miliardi di euro di volume d'affari e in Italia ha sfiorato i 137 miliardi di Rosa Santavite
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a un lato la crisi che non sembra voler dare tregua alle imprese, mettendo alla prova l’economia con il segno meno; dall’altro un settore che – sarà brutto dirlo, ma tant’è – proprio grazie agli orizzonti plumbei e tempestosi di una ripresa che arranca può portare a casa un sostanzioso segno più. Un bel +32% in soli 4 mesi che dice tutto sul successo del factoring e sulle sue prospettive di sviluppo. L’esigenza di liquidità da un lato e la stretta sui prestiti dall’altro hanno portato le imprese a utilizzare questa forma di finanziamento alternativo, che consiste nella cessione dei crediti già esistenti o futuri vantati nei confronti dei clienti a una società specializzata. Due le opzioni per la cessione del credito: pro soluto, in cui il rischio d’insolvenza del debitore è trasferito alla società di factoring – che resta secondo Assifact l’opzione più gettonata (57% del turnover) – e quella pro solvendo, in cui l’azienda rimane coinvolta in caso di mancato pagamento dell’incasso. La crescita del factoring è legata sia all’ingresso di nuovi clienti sia ai tassi di interesse spesso più convenienti rispetto al sistema bancario. Nel 2010 il turnover del mercato italiano del factoring ha sfiorato i 137 miliardi di euro (+15,69%) collocando l’Italia sul quarto gradino del ranking mondiale. I dati sono stati presentati da Assifact, l’associazione che raggruppa gli operatori del settore. Dal marzo 2010 al marzo 2011, spiega Assifact, i tassi d’interesse applicati dalle banche sulle nuove operazioni di prestito alle imprese sono passati dall’1,94% al 2,88%. «È probabile che questo trend di crescita proseguirà nei
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COME CI VEDONO GLI ISTITUTI BANCARI
Quando una banca o un istituto di credito ricevono una richiesta di finanziamento, viene effettuato un controllo in una centrale rischi finanziari, un database gestito dalla Banca d’Italia oppure da enti privati, per indagare sulla storia finanziaria del cliente. Le informazioni importanti sono quelle sulle richieste di finanziamento rifiutate, sui finanziamenti già avuti, e soprattutto sui ritardi nei pagamenti rateali o impegni di garanzia. Con la centrale rischi, la banca può rifiutare una pratica sulla base di una classificazione del richiedente come “cattivo pagatore”, basandosi sull’idea che sia rischioso concedere finanziamenti a chi ha già dimostrato di non pagare regolarmente. Questa banca dati quindi archivia le informazioni sulla solvenza QUALI INFORMAZIONI SI OTTENGONO DALLA CENTRALE RISCHI
• Aggiornamento FIDI decorrenza da 50 giorni prima della richiesta • Analisi dei 12/24 mesi precedenti la richiesta • Affidamenti concessi dalle singole banche e utilizzi • Garanzie rilasciate dai soci alle banche (personali, consorzi, pegni, ipoteche, etc.) • Segnalazioni di sconfinamento • Anomalie bancarie con specifiche
prossimi mesi – ha spiegato Alessandro Carretta, professore di Economia degli intermediari finanziari all’Università Tor Vergata di Roma e segretario generale di Assifact – anche in conseguenza del recente innalzamento dei tassi d’interesse di riferimento da parte della Bce di 0,25 punti percentuali».
dei clienti degli istituti creditizi. Da qui l’importanza per ogni azienda di conoscere periodicamente la propria posizione nei confronti di tutti gli istituti di credito con i quali si collabora. Posizione che si può conoscere facendone richiesta alla Centrale rischi. La richiesta della Centrale rischi è veloce e non costosa, e si può richiedere alla Banca d’Italia con due modalità: o tramite invio di fax, con ritiro manuale con delega, o tramite invio di e-mail, attraverso un indirizzo che deve necessariamente essere di posta certificata. Nel primo caso è fondamentale individuare la sede della Banca d’Italia di competenza per la richiesta, nel secondo caso invece si riceve via e-mail il flusso di ritorno nel giro di pochi giorni. Come procedere per la richiesta della Centrale Rischi
• Collegarsi al sito www.bancaditalia.it • Andare sul SERVIZI AL PUBBLICO • Cercare SERVIZI RESI DALLE FILIALI • Scorrere fino a: INFORMAZIONI SUI DATI DELLA CENTRALE RISCHI • Poi andare su ACCESSO AI DATI DA PARTE DEGLI INTERESSATI • Scorrere fino a: ISTANZA PERSONA GIURIDICA o PERSONA FISICA • Stampare il modulo e compilare • Allegare il documento d’identità del legale rappresentante • Allegare la visura camerale
Un’operazione di questo tipo offre alle imprese che ne fanno uso il vantaggio di non intaccare le linee comunemente messe a disposizione dal sistema bancario (vedi castelletti), e di essere allineata ai costi di cliente cedente, quanto di quello ceduto. È importante inoltre sapere che il factoring non scarica i crediti ceduti dopo 180 giorni, applicando una piccola commissione aggiuntiva, e sostiene l’azienda non costringendola a sostituzione di crediti scaduti con nuovi crediti generati sul cliente ceduto.
A fine 2010 la quota di sofferenze sui finanziamenti nel factoring era di circa l’1,7% rispetto al 4% del sistema bancario. Per Assifact, grazie al nuovo sistema di calcolo del tasso di usura, introdotto con il decreto sviluppo, «non ci sarà alcun aumento dei tassi effettivi praticati. Il tasso soglia salirà da 1 a 3 punti percentuali circa permettendo al sistema creditizio e finanziario di recuperare un’ampia area oggi esclusa, costituita da imprese con minor merito di credito». L’effetto sulle imprese sarà dunque positivo, con un incremento della quantità di credito a disposizione. Assifact ha inoltre misurato i tempi di incasso dei crediti commerciali delle imprese, evidenziando nel 2010 un sensibile allungamento (96 giorni di media), ma che arrivano a 186 giorni quando i crediti riguardano la pubblica amministrazione, il livello più alto fra i maggiori Paesi europei.
I tassi d’interesse praticati dalle società di factoring alla clientela sono in linea, se non addirittura più bassi, rispetto agli altri strumenti finanziari. Ciò dipende dal fatto che nel rapporto di factoring, contrariamente a quanto accade nel credito, il factor valuta non solo l’impresa che cede i crediti, ma anche la qualità dei crediti stessi e, quindi, dei debitori.
Il mercato mondiale del factoring nel 2010 ha superato i 1.600 miliardi di euro di volume d’affari (turnover), in crescita del 28% rispetto al 2009. Da segnalare il balzo della Cina, che con 154,5 miliardi rappresenta il secondo mercato mondiale. Solo cinque anni fa non era nemmeno fra i primi dieci Paesi. ■
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difici pubblici e risparmio energetico in una nuova prospettiva gestionale. Un rapporto di Cresme Consulting Srl analizza la situazione italiana e internazionale presentando linee guida e modalità di intervento nell’ambito del Servizio “Analisi e confronto tra le procedure di affidamento più innovative, anche a livello internazionale, di servizi finalizzati al miglioramento dell’efficienza energetica per alcune tipologie di edifici”, svolto per l’Autorità di Ge-
stione del Programma operativo interregionale energie rinnovabili e risparmio energetico Fesr 2007‐2013. Muovendosi nell’ambito del quadro energetico europeo e nazionale, lo studio prende in esame il problema del Miglioramento dell’efficienza energetica (Mee) degli edifici pubblici con particolare riferimento alle regioni della Zona Convergenza (Sicilia, Calabria, Campania, Puglia). L’orizzonte temporale di riferimento è quello europeo del cosiddetto “Pacchetto Clima Energia”, pertanto si estende
Adeguare energeticamente il patrimonio immobiliare pubblico non è solo un obbligo etico, ma anche un business per l’edilizia
GREE di Nicola Pisano
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fino all’anno 2020 e oltre. Il tema di fondo è quello di trarre elementi su come organizzare e investire in futuro le risorse di programma destinate al miglioramento della Efficienza energetica (Ee) degli edifici per conseguire i migliori risultati possibili e per rispettare gli obiettivi strategici nazionali di medio e lungo termine. Alle pubbliche amministrazioni viene proposto un Modello procedurale di affidamento (Mpa) il cui obiettivo è quello di superare il concetto di finanziamento della sola
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realizzazione di opere orientate all’efficienza energetica individuando una modalità attuativa di più lungo periodo, dotata della capacità di autosostentarsi nel tempo in termini economici e finanziari. Lo studio ha permesso di delineare un possibile meccanismo basato sulla realizzazione di una serie di Programmi di Mee, riguardanti ciascuno un compendio selezionato di edifici pubblici, in grado di realizzare interventi monitorandone l’efficacia nel corso degli anni.
on the public road
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À T I V I T T DU O R P A IM EGORIA S S A M LA SUA CAT NELLA MAGGIOR ROBUSTEZZA Minor numero di interventi di manutenzione richiesti
MASSIMO CONFORT
Le più basse vibrazioni consentono minor fatica per l’utilizzatore e la possibilità di lavorare per più tempo
PRESTAZIONI ECCEZIONALI
Bilanciamento ottimale che garantisce un utilizzo prolungato dell’utensile
À NOVIT • Meccanismo di percussione sovradimensionato che garantisce efficacia della percussione per risultati eccellenti • Motore da 2100 Watt per garantire la massima potenza ed efficienza • Sistema attivo antivibrazioni -AVC-in grado di ridurre drasticamente le vibrazioni triassiali mano/braccio
PRESTAZIONI ELEVATE
Il Pmee è condotto da un responsabile con profilo di “energy manager” che ne risponde dei risultati tecnici ed economici. Per ciascun Pmee formato e attivato, la Pubblica amministrazione proprietaria seleziona, mediante procedura di evidenza pubblica, una ESCo - Energy Service Company - in grado di realizzare in modo integrato gli interventi previsti dal programma stesso e di gestire gli edifici per una buona parte della loro vita tecnica. Una ESCo è una persona fisica o giuridica che fornisce servizi energetici ovvero altre misure di miglioramento dell’efficienza energetica nelle installazioni o nei locali dell’utente e, ciò facendo, accetta un certo margine di rischio finanziario. Il pagamento dei servizi forniti si basa, totalmente o parzialmente, sul miglioramento dell’efficienza energetica conseguito e sul raggiungimento degli altri criteri di rendimento stabiliti. pmee: un investimento che si ripaga
MARTELLO DEMOLITORE 16 Kg D25961K - 16Kg Energia del colpo
35J (EPTA 05/2009)
Percussioni al minuto
1,450
Lunghezza
760mm
Vibrazioni mano/braccio
6.8m/s2
Peso
16.9Kg
Attacco
esagonale 30mm
1087,00 € + IVA
MARTELLO DEMOLITORE 30 Kg D25980K - 30Kg Energia del colpo
52J (EPTA 05/2009)
Vibrazioni mano/braccio
4.8m/s2
Percussioni al minuto
900
Attacco
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Gli Enti pubblici, nel loro complesso, utilizzano e controllano patrimoni immobiliari di natura e dimensioni tali da poter impostare e svolgere efficaci Pmee in grado di ridurre i fabbisogni degli edifici e quindi anche dei livelli di emissioni nocive in atmosfera. I Pmee per gli edifici pubblici permetterebbero anche di sperimentare e affermare modelli e buone pratiche di comportamento atti a stimolare e migliorare la qualità e l’efficienza dell’intero settore immobiliare, con utili ricadute anche in quello privato.
esagonale 28mm
1717,00 € + IVA
Le spese di funzionamento del Pmee trovano una loro fonte di finanziamento nei risparmi futuri attesi dagli interventi effettuati sugli edifici del programma. Perché ciò sia possibile occorre esaminare tecnicamente un’ampia rosa di edifici candidati selezionandone solo alcuni, in modo da costituire un portafoglio di investimenti finanziabile almeno in parte da soggetti terzi. Una delle caratteristiche qualificanti del Pmee è quella di essere concepito fin dall’inizio come un portafoglio di investimenti, il cui profilo di rischio è oggetto di progressiva verifica e confronto con le unità specializzate delle banche interessate al finanziamento. In questa prospettiva, assume rilievo il ruolo dell’efficienza del modello gestionale, in modo da mitigare il rischio complessivo e da rendere possibile un finanziamento che possa essere garantito dai risparmi attesi conseguenti agli interventi. Secondo lo studio Cresme, l’intera durata di un Programma di miglioramento dell’efficienza energetica è stata articolata in tre fasi temporalmente conseguenti: fase di fattibilità, fase di avvio, fase di gestione. Nella realizzazione dei Pmee il momento strategico è incentrato nella fase di fattibilità, in quanto punto di analisi e progettazione del programma per l’intera sua durata. La fase di avvio coincide sostanzialmente con le attività connesse alla selezione della ESCo deputata all’esecuzione dei contratti tramite l’esperimento della
procedura di gara. La fase di gestione si sostanzia nella realizzazione delle misure di miglioramento dell’efficienza energetica e nella successiva gestione degli edifici, con erogazione dei servizi atti a garantire gli obiettivi di risparmio energetico prefissati per il periodo di tempo necessario al rientro dell’investimento.
Ogni immobile presenta caratteristiche strutturali e funzionali sue proprie in virtù del territorio in cui si trova, dei suoi materiali caratteristici, dell’epoca di edificazione e così via. Le soluzioni tecnologiche e il loro grado di dosaggio dipendono pertanto in larga parte dalle particolari caratteristiche del fabbricato e del suo contesto, senza
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poter fare ampio ricorso a soluzioni progettuali standard o tipizzate. I caratteri e i costi di una data tipologia di misure di miglioramento possono variare anche notevolmente da caso a caso. Agli aspetti puramente costruttivi e tecnologici spesso possono aggiungersi ulteriori vincoli legati alla normativa di carattere urbanistico. Per gli edifici ad uso non residenziale localizzati nei climi temperati l’energia termica destinata al riscaldamento assume minore importanza, mentre si registra negli ultimi anni una crescente diffusione di apparati autonomi per il raffrescamento che hanno causato un tendenziale aumento nei consumi di energia elettrica durante il periodo estivo. La riduzione dei consumi elettrici per il raffrescamento estivo è un problema molto importante e di grande impatto sul futuro energetico delle regioni meridionali. In tale contesto si fa riferimento alle tecniche di controllo energetico passivo degli edifici. Quando la temperatura interna di un edificio è pari a quella desiderata (di progetto), essa si mantiene costante se i flussi di energia termica uscenti dall’involucro bilanciano quelli entranti. In inverno, si presenta un eccesso di dispersione di calore verso l’esterno che l’impianto di riscaldamento deve compensare mediante la generazione di calore all’interno. Una situazione analoga ma opposta svolge l’impianto di raffrescamento nei confronti dell’irraggiamento solare in estate. Infissi, pareti ventilate, schermi solari protettivi, impianti di ventilazione sono esempi di dispositivi di manovra mediante i quali è possibile controllare e modulare l’intensità e il verso dei flussi di energia termica da e verso l’interno dell’involucro. Ma un approccio progettuale integrato non può limitarsi alle sole tecniche di controllo energetico passivo, anche perché queste non sempre sono applicabili in caso di interventi sull’edilizia esistente. In tal senso tra le tecnologie più promettenti c’è da menzionare il solar cooling, ossia lo sfruttamento del calore del Sole per produrre freddo attraverso collettori solari e pompe di calore ad assorbimento. il ruolo del soggetto attuatore Un altro aspetto fndamentale da tenere presente nella realizzazione del Pmee è il ruolo decisivo del soggetto attuatore. Come in altri settori del comparto energetico le ESCo sono individuate come le figure più idonee a tale scopo, caratterizzate da tre connotati peculiari: • la ESCo opera per il miglioramento dell’efficienza energetica direttamente presso l’utente (nelle installazioni o nei locali), quindi opera su infrastrutture, attrezzature e impianti di proprietà di questi; • la ESCo non si limita a fornire un servizio, ma partecipa direttamente all’operazione assumendosi un margine di rischio finanziario; • la remunerazione della ESCo è legata totalmente o
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Tra le tecnologie più promettenti c’è il solar cooling, ossia lo sfruttamento del calore del Sole per produrre freddo attraverso collettori solari e pompe di calore ad assorbimento. Lo stretto connubio operativo tra miglioramento dell’efficienza energetica e gestione immobiliare indica come l’efficienza energetica dell’edificio possa essere realmente perseguita solo nel contesto di un modello integrato di erogazione dei servizi secondo l’approccio del “facility management”
parzialmente ai risparmi energetici conseguiti e quindi, in generale, ai benefici conseguiti con l’operazione. A partire dalla distinzione tra fornitura di energia e fornitura di risparmio energetico si delineano due tipologie di contratto, o meglio, due modelli di business adottabili dalle ESCo, così come inquadrati anche dal D.Lgs. 115/2008; • il contratto di Servizio energia, relativo all’efficiente fornitura di energia utile, quale quella che può essere prodotta da pompe di calore, impianti di cogenerazione, impianti di teleriscaldamento di quartiere, impianti solari e fotovoltaici o quella che può essere acquistata alle migliori condizioni all’esterno come il gasolio, il gas naturale, l’elettricità, ecc. Il parametro di misurazione di tale contratto è il MWh; • il contratto di Rendimento energetico, avente come scopo la riduzione finale dei consumi energetici attraverso azioni, strumenti e comportamenti che pro-
vengono dalla domanda, dal proprietario/conduttore dell’immobile, ossia attraverso l’utilizzo di impianti a basso consumo, opere di isolamento termico dell’immobile, comportamenti mirati degli utilizzatori finali. La principale caratteristica di questi contratti è che il fornitore è remunerato sulla base del risparmio energetico che riesce a conseguire a seguito degli interventi realizzati, ossia il corrispettivo riconosciuto al fornitore si configura come un canone parametrato al risparmio energetico ottenuto. La norma impone, per tali tipologie di contratto, il raggiungimento del 10% di risparmio energetico conseguito sulla climatizzazione invernale entro il primo anno di vigenza contrattuale. La nuova frontiera per le ESCo, secondo l’International Energy Agency (IEA)16, sta nella combinazione e integrazione, all’interno di uno schema di rinnovo complessivo degli edifici, delle attività riconducibili ai contratti di rendimento energetico (che fornirebbe-
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ro un 25 ‐ 30% di risparmi) e ai contratti di servizio energetico, con produzione e fornitura di energia anche da fonti rinnovabili (con risparmi nell’ordine del 15 ‐ 20%). Infatti, secondo le stime fornite, sia in termini di efficienza energetica sia di riduzione delle emissioni di CO2, tale combinazione avrebbe potenziali superiori al 50%. la figura chiave del facility manager Lo stretto connubio operativo tra miglioramento dell’efficienza energetica e della gestione immobiliare indica come l’efficienza energetica dell’edificio possa essere realmente perseguita solo nel contesto di un modello integrato di erogazione dei servizi secondo l’approccio del “facility management”. Inserite in un tale ambito le misure di Mee trovano un loro naturale ambiente di carattere tecnico e organizzativo. Per quegli edifici pubblici ove il modello facility management non è ancora vigente, l’introduzione di misure di miglioramento dell’efficienza energetica può costituire per la Pubblica amministrazione un’utile occasione per rivedere la situazione e le convenienze. Da quanto fin qui descritto risulta evidente che il modello contrattuale da sviluppare per l’affidamento di servizi
energetici si articola secondo un sistema integrato di servizi, lavori e forniture da realizzare in un periodo di tempo di lunghezza utile a far dispiegare pienamente gli effetti benefici (tecnici ed economici) degli interventi di efficientamento eseguiti, combinando misure di efficienza energetica, fornitura di energia (da fonti primarie e da fonti rinnovabili) e specifici strumenti di assicurazione della qualità. I servizi affidati dovranno altresì prevedere preferibilmente una gestione di tutti gli aspetti energetici legati all’edificio; in tal senso, il tradizionale servizio energia applicato agli impianti termici dovrà essere trasformato in un servizio integrato applicato agli “impianti di climatizzazione”, comprendenti il riscaldamento invernale e il raffrescamento estivo (comunque realizzati), e dovrà essere affiancato almeno dalla gestione delle utenze elettriche e di quelle idriche (acqua calda e acqua fredda). La prestazione energetica deve cioè comprendere, oltre alle caratteristiche termiche, altri fattori che svolgono un ruolo di crescente importanza, come il tipo di impianto di riscaldamento e condizionamento, l’impiego di energia da fonti rinnovabili, gli elementi passivi di riscaldamento e rinfrescamento, i sistemi di ombreggiamento, la qualità dell’aria interna, un’adeguata illuminazione naturale e le caratteristiche architettoniche dell’edificio. ■
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L’ABRUZZO IN UN’ARCHITETTURA
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Umberto, Enzo e Antonella Febo, deus ex machina del progetto Ekk
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S
i chiama Ekk, ma non è un acronimo misterioso a celare il significato del termine. Perché “ekk” è semplicemente “qui” in dialetto abruzzese. Certo, le due kappa danno quel tocco di modernità in più, ma tant’è. Ekk è qui ed è ora. Sulle colline di Città Sant’Angelo, dove l’aria del mare si mescola ai profumi della campagna, deciso a svelare e raccontare tutto il bello dell’Abruzzo. Ekk è hotel ma è anche vetrina enogastronomica; è ristorazione di altissima qualità come pure spazio privilegiato per lo shopping “verde”; è idee, eventi, incontri, convegni... insomma, la migliore espressione della fantasia made in Abruzzo. In 25mila metri quadri “Ekk - Abruzzo in sintesi” espone e riassume le caratteristiche principali della regione: il verde della sua natura (Febo Garden), l’accoglienza della sua gente (Ekk Hotel), la goliardia delle sue tradizioni culinarie (Ekk Ristorante Cantina Santangelo), la leggerezza dei suoi incontri (Ekk Cafè), l’importanza del suo patrimonio enogastronomico (Ekk Tipico d’Abruzzo). Inaugurato il 10 marzo, Ekk ha sede nella ex Cantina Sociale Santangelo, ai piedi di Città Sant’Angelo, in provincia di Pescara, Città Slow e socio del club “I Borghi più belli d’Italia”. Grazie alla volontà della famiglia Febo, florovivaista da tre generazioni, insieme alla consulenza marketing di Claudio Ucci, questa struttura abbandonata da anni è stata oggetto di una delicata e lunga operazione di recupero per divenire un vero e proprio centro delle eccellenze d’Abruzzo. È il 2008 quando i tre fratelli Umberto, Enzo e Antonella, del Gruppo Febo, decidono di trasferire il loro vivaio (Febo Garden, praticamente un’istituzione in Abruzzo) in un luogo più grande, arioso, versatile. La destinazione prescelta è Cantina Santangelo, una ex Cantina sociale di 15mila metri quadri, fondata negli anni ’70 ai piedi di Città Sant’Angelo e abbandonata da almeno dieci. I tre fratelli Febo non si limitano a ingrandire la loro attività: decidono che la struttura ha tutte le carte in regola
per farsi strumento di promozione territoriale. Anzi, per diventarne un fulcro. Studiano una realtà in grado di riassumere le caratteristiche dell’Abruzzo e la battezzano in modo spontaneo e deciso, dicendo semplicemente: «Ecch». Ecco qua, il sogno comincia a prendere forma. Le cisterne in cemento un tempo destinate a ospitare le cantine diventano camere in cui il lusso si coniuga all’imperativo dell’ecosostenibilità, per un risultato di eleganza essenziale. Grazie ai materiali e alle tecniche di realizzazione, infatti, la struttura rientra tra gli alberghi ecocompatibili affiliati ad Ecoworld Hotel. La particolare accortezza verso il risparmio energetico, la raccolta diffe-
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renziata, il risparmio idrico, l’uso dei detersivi e l’utilizzo dei materiali ecologici – sia nella gestione alberghiera sia nella scelta di prodotti e servizi riservati all’ospite – lo rendono amico dell’ambiente e della natura. Trentatrè camere con muri non intonacati, con il cemento armato a vista. Una scelta ben precisa a sottolineare la natura del luogo, la torre dell’ex Cantina Santangelo. Create le finestre ed effettuate le necessarie operazioni di rinforzo, le camere oggi sono disposte a cerchio intorno all’ascensore, sulla traccia indicata dalla vecchia bottaia. In ricordo dei bei tempi andati, tra i pochi colori ammessi, oltre quello del legno c’è quello del vino. E sempre in tema di recupero, si contestualizzano bene alle pareti e nei corridoi le opere dell’artista tedesco Jörg Cristoph Grünert, da venti anni residente a Spoltore, comune in provincia di Pescara. Ma il vino, da Ekk, non è solo memoria. Come la fantasmagorica varietà delle tipicità abruzzesi, il vino è protagonista in Ekk Tipico d’Abruzzo e naturalmente a tavola, da Ekk Ristorante Cantina Santangelo. Ekk Tipico d’Abruzzo è un mercato permanente del prodotto tipico, forte di una selezione di 130 produttori fra i 700 che in regione si occupano di tipicità, per un totale di circa 1200 prodotti. Mette in rilievo le identità delle produzioni distinguendo i territori provinciali con colori diversi: il giallo zafferano per L’Aquila, il verde per Chieti, il rosso Montepulciano per Teramo e l’azzurro per Pescara. Il personale viene “formato” direttamente anche dai produttori, affinché diventi un vero e proprio consulente nell’orientamento all’acquisto. Sono presenti inoltre spazi dedicati
all’editoria e al piccolo artigianato locali. Tutto quello che si trova sugli scaffali di Tipico viene poi abilmente interpretato da Gabriele Marrangoni, chef del ristorante Cantina Santangelo, per una cucina davvero a chilometro zero. Maestro nella valorizzazione del patrimonio culinario abruzzese, Marrangoni utilizza prevalentemente i prodotti di Ekk Tipico d’Abruzzo. Infine, se Ekk è “Abruzzo in sintesi” e l’Abruzzo è “Regione verde d’Europa”, “ecco” che a farci ricordare di essere nella terra dei parchi è l’immenso Garden, cinquemila metri quadrati coperti e tremila esterni dedicati a piante da frutta, fiori, piante autoctone, frutti antichi e perfino piante esotiche, con un ampio settore dedicato agli accessori per la casa. ■
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tutti pazzi per i prodotti bigmat Oltre mille interviste a clienti professionali rivelano l’alto gradimento della gamma griffata BigMat di Cristiana Serra
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he si tratti di massetti, guaine, siliconi o altro, i prodotti a marchio BigMat raccolgono il cento per cento dei consensi. Le oltre mille interviste raccolte tramite questionario nel mese di marzo hanno dato un responso inequivocabile sulla qualità dei prodotti: buona per il 58% (671), ottima per il 37% (423), discreta per il 4% (49). In 12 non rispondono (1%) e solo per 2 degli intervistati i prodotti risultano mediocri. Fra tutte le interviste del sondaggio, 1.055 appartengono a persone che già utilizzano dei prodotti BigMat, 102 non ancora. Un risultato che conforta la strategia di marketing e commerciale del gruppo BigMat, il cui approccio è sempre stato quello di creare, in Italia, il maggior numero di referenze, oltre ottanta, e la più ampia varietà di gamma.
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L’obiettivo è quello di rispondere alle esigenze del cliente professionale offrendo prodotti dall’ottimo rapporto qualità/prezzo. L’attenzione al cliente è alla base della definizione dei prodotti a marchio, il cui inserimento segue delle linee ben precise, da una prima introduzione in quantitativi limitati a un successivo ampliamento in funzione del tasso di richiesta. Il tutto, va da sé, supportato da tutti gli strumenti promozionali del Gruppo. Solo una volta consolidati mercato e richiesta di un prodotto, si procede con la successiva introduzione di un’ulteriore referenza: un percorso progressivo, quindi, e che nel tempo ha consentito a BigMat di proporre una gamma d’offerta ampia e ben calibrata, estesa alle famiglie merceologiche e ai segmenti
applicativi più strategici sia dal punto di vista tecnologico che sotto il profilo commerciale. Una strategia che non può prescindere da un rapporto di partnership e di fiducia con i produttori leader di mercato, perché da qui parte la definizione di un nuovo prodotto a marchio. Molteplici, come accennato, i prodotti “firmati” BigMat premiati dal gradimento della clientela. Tutti contraddistinti da un altissimo livello di qualità e destinati a soddisfare ogni esigenza. Il comparto dedicato all'edilizia tecnica offre un'ampia scelta fra chimica per l'edilizia, isolanti e impermeabilizzanti, prodotti per lavaggio e protezione, prodotti per massetti tecnici, reti in fibra di vetro. Leganti, malte e inerti appartengono al settore dei materiali edili di base, mentre una vasta gamma di pitture completa. Non mancano nemmeno casseforti, prodotti per la ferramenta, utensili e strutture per il cantiere. Ma non si tratta solo di fornire prodotti. Nell’ottica di non dimenticare mai l’importanza dei “consigli professionali”, come recita il payoff del marchio, grande importanza viene data al supporto tecnico. Ogni prodotto a marchio, infatti, è corredato dalla sua scheda tecnica, scaricabile dal sito www.bigmat.it, alla pagina dedicata ai prodotti, con dati specifici sul prodotto e campi di applicazione. Presso i punti vendita poi sono disponibili anche le schede di sicurezza di tutti i prodotti a marchio. ■
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RITORNO ALLA BELLE éPOQUE
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Torna agli antichi splendori San Pellegrino Terme, da dove sgorga anche l’acqua più famosa d’Italia di Enrico Nicoli
L’
acqua italiana più famosa del mondo è senza dubbio la San Pellegrino, a cui San Pellegrino Terme deve gran parte della sua popolarità dell’epoca moderna. Ma la cittadina termale era balzata d’impeto, all’inizio del 1900, alla celebrità, in concorrenza con le più rinomate stazioni di soggiorno e di cura d’Europa.
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dri (13 milioni di euro l’investimento complessivo); ampliamento dell’Istituto scolastico alberghiero, prima di proprietà comunale (1,5 milioni di euro a favore della Provincia di Bergamo, che ne diventa proprietario); opere di risanamento ambientale e adeguamento infrastrutturale (5 milioni); recupero del Casinò municipale (4,650 milioni); ristrutturazione e ampliamento dell’Hotel Terme, parco compreso (16,5 milioni); insediamento terziario - commerciale - residenziale e nuovo pensionato per gli studenti dell’istituto alberghiero (46,5 milioni); ristrutturazione e ampliamento dell’Hotel Vetta (2,4 milioni); nuovo complesso residenziale in località Paradiso (16,5 Infatti, quella che Renato Simoni chiamò «la perla della Valle Brembana», al tempo della “belle époque” fu meta di ritrovo di case regnanti, di note personalità della politica, della finanza, dell’industria e dell’arte. Poi, come è accaduto a molte altre località, seguirono decenni di oblio, finché, nel 2007, in Regione Lombardia a Milano è stato sottoscritto l’Accordo di Programma per il rilancio turistico, economico e occupazionale delle storiche quanto rinomate terme di San Pellegrino, attraverso la riqualificazione delle strutture termali e di alcuni immobili di pregio come il Grand Hotel. L’accordo è stato siglato dal presidente della Regione, Roberto Formigoni, dal presidente della Provincia di Bergamo, Valerio Bettoni e dal sindaco di San Pellegrino Terme, Gianluigi Scanzi, con l’adesione di Sviluppo San Pellegrino e di San Pellegrino Corporation, rappresentata da Antonio Percassi, per la parte privata. Complessivamente, gli investimenti necessari a realizzare gli interventi ammontano a 132,720 milioni di euro, di cui 38,750 milioni di contributo pubblico e 93,950 milioni a carico degli operatori privati.
Il Grand Hotel in fase di ristrutturazione, dalle facciate al tetto ventilato grazie ai prodotti Dörken
Nel programma rientrano un lungo elenco di interventi: acquisto del nuovo centro termale di 3.500 metri quaRendering della zona termale di San Pellegrino
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milioni); rimessa in funzione dell’impianto di risalita e parco turistico della Vetta (4 milioni). Molti degli interventi sono ancora in fase di ultimazione, mentre è concluso, tra gli altri, quello di recupero dell’ex Grand Hotel (26,250 milioni dieuro, di cui 16,5 a carico dei privati): lo storico edificio, precedentemente di proprietà della Grand Hotel San Pellegrino, partecipata al 100% dalla Provincia di Bergamo, è stato acquisito al 95% dal Comune di San Pellegrino. IL RECUPERO DEL GRAND HOTEL Il progetto si è proposto di recuperare l’edificio monumentale dell’ex Grand Hotel attraverso interventi di restauro e ridestinazione funzionale, a partire dal rifacimento delle facciate fino ad arrivare al totale ripristino del tetto. A realizzare tutti gli interventi di San Pellegrino è la Finser della famiglia di costruttori bergamaschi Percassi, che per riportare la cittadina termale ai fasti della Belle époque utilizzerà materiali ecocompatibili ed ecosostenibili. Dopo oltre cento anni dall’apertura e a 30 anni dalla chiusura è arrivato il momento del restauro e della messa in sicurezza del Grand Hotel di San Pellegrino Terme. I lavori di recupero sono stati affidati all’impresa Glg di Trivella Lino & C., con sede a Cedrasco, in provincia di Sondrio, e a fornire gran parte dei materiali è stata la rivendita di materiali edili BigMat Bettinelli di Bergamo. ■
IL RUOLO DI BIGMAT Il committente d’impresa che ha realizzato i lavori si è affidato all’esperienza di BigMat Bettinelli Luciano per la fornitura di gran parte dei materiali utilizzati negli interventi del Grand Hotel. Sorta nel 1960 per volontà di Luciano Bettinelli, attuale presidente, la Bettinelli Luciano ha saputo conciliare i valori del management familiare con le certezze che scaturiscono dalle più avanzate scelte imprenditoriali nel settore. Oggi Bettinelli Luciano significa una realtà commerciale e distributiva che si distingue per la professionalità e dinamicità con le quali svolge il proprio ruolo di anello strategico (selezione, consulenza, assistenza) fra aziende produttrici e utilizzatori. Bettinelli Luciano opera tramite tre punti di vendita che raggiungono una superficie complessiva di ben 9.000 mq. Il centro di via Crocefisso offre una gamma completa di materiali e prodotti per l’edilizia. Il centro di via Vanoni oltre alla gamma dei materiali edili propone pluri soluzioni di materiali bioedili. Inoltre offre una vastissima scelta di finiture per la casa. Il punto vendita di via P. Ruggeri è dedicato esclusivamente alla sala mostra di svariati prodotti. L’azienda mette a disposizione ben cinque esperti per la biodilizia e risparmio energetico qualificati CasaClima.
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SOTTO IL SOLE DELLA LIGURIA
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Grazie ad una vecchia cartolina del 1930 una villa a Carcare, in provincia di Savona, è tornata al suo antico splendore. Lo studio Marco Ciarlo Associati ha saputo riportare ai fasti del passato un classico esempio di architettura ligure grazie ad un sapiente progetto di recupero di Bibi Velluzzo
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i troviamo a Carcare in Val Bormida nell’entroterra savonese. Qui il clima è di quelli decisi, senza troppi sconti, tanto mite e piacevolmente ventilato d’estate quanto freddo
d’inverno. Per la sua particolare posizione geografica, compresa tra la fascia costiera savonese e il basso Piemonte, Carcare e l’intera Val Bormida hanno rivestito sin dal passato un’importante funzione strategica di collegamento, ancora oggi testimoniata dai sentieri e dagli itinerari che dalla costa raggiungevano l’entroterra per consentire lo sfruttamento dei boschi ricchi di legname da opera, utilizzato per le costruzioni e per i cantieri navali. Ed è qui a Carcare che sorse alla fine dell’Ottocento la villa che, grazie al progetto di recupero disegnato dall’architetto
Fabrizio Melano dello studio Marco Ciarlo Associati, è tornata a farsi ammirare dai passanti per i suoi bugnati affrescati tipici dell’architettura ligure. Ed è da una vecchia cartolina del 1930, ritrovata per caso, che i proprietari decisero di partire per il restauro dell’intero edificio. Un intervento che ha interessato tutta la parte esterna dell’immobile con il rifacimento totale del manto di copertura (eliminazione delle tegole, posa di un pannello isolante protetto idrorepellente, posa di nuove tegole, restauro dei camini, posa di due finestre per tetto con posa di nuovo serramento); il ripristino delle facciate con rinnovo dell’intonaco esterno previa demolizione parziale di quello ammallorato e in fase di distacco e la tinteggiatura delle facciate con caratteristiche architettoniche simili al reperto fotografico del 1930.
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L’edificio prima dell’intervento
RECUPERO DELLE FACCIATE ESTERNE Le superfici esterne dell’edificio si presentavano degradate a causa soprattutto del clima rigido invernale della zona. Dopo i primi sopralluoghi da parte dei progettisti e dell’impresa di costruzioni, si è deciso dunque di scrostare completamente tutti gli intonaci e riportare in superficie la muratura. A questo punto si è proceduto alla posa della malta premiscelata pronta all’uso Drymix Spritz di Edilteco (composta da cemento Portland resistente ai solfati, sabbia e additivi). «Abbiamo deciso, insieme alla committenza e al nostro agente Gianluigi Pantaleo – spiega Elio Chiuminatti, responsabile commerciale Edilteco per Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Toscana, Nord Emilia – di posare il Drymix Spritz su tutta l’intera superficie esterna in modo da rendere omogenea tutta la muratura andando a riempire le fessurazioni che si sono create con la scrostatura dell’intonaco». Dopo i tempi di maturazione del Drymix Spritz (circa 2 mesi) si è proceduto alla posa in opera di Drymix Bio. Si tratta di un intonaco deumidificante minerale premiscelato pronto all’uso a base di calce idraulica naturale e pozzolana; un intonaco di fondo per uso interno ed esterno, particolarmente adatto per interventi su fabbricati di valore artistico e storico, come appunto nel caso di questa villa. La posa è avvenuta in due differenti mani per un totale di 3 cm di spessore su tutta la superficie esterna. Infine, è stato posato il Drymix Fein come velo di finitura ad elevata traspirazione (composto da calce – cemento bianco e sabbia – additivi). La superficie così risanata è stata poi affrescata dall’artista
Edilteco Group di San Felice sul Panaro (MO) nasce nel 1981 sviluppando, da subito, prodotti e tecnologie destinate al settore delle malte leggere termoisolanti a base di inerti superleggeri, con particolare riferimento alle perle vergini di polistirene espanso raggiungendo, negli anni, un ruolo di leadership tecnologica, produttiva e di mercato.
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Alberto Capelli, che ha realizzato un tipico affresco ligure che si presenta con una rispondenza tridimensionale estremamente realistica e di impatto. I colori scelti per l’affresco sono stati ricreati esattamente come quelli preesistenti, grazie alla presenza dei pigmenti sulle superfici che hanno permesso la campionatura degli stessi. «Il ciclo di risanamento di Edilteco Group – ha sottolineato l’architetto Fabrizio Melano – si è rivelato ottimo sia sotto l’aspetto delle prestazioni tecnico-fisiche che della messa in opera dei prodotti. L’impresa costruttrice, inizialmente più propensa verso un ciclo di risanamento più tradizionale su base cementizia, si è dichiarata molto soddisfatta dei prodotti Edilteco, nonché dell’assistenza che è stata garantita costantemente dai tecnici dell’azienda produttrice. Lo stesso discorso è valso per il decoratore che aveva mostrato timori sulla “presa” dei suoi colori silicati sulla superficie realizzata con il sistema Drymix. Timori fugati con l’inizio delle decorazioni e la consapevolezza di lavorare su una superficie di elevata qualità». La rivendita BigMat Edilizia Due di Carcare ha fornito i materiali per questo intervento, seguendo passo dopo passo i lavori di restauro e fornendo una puntuale consulenza sui prodotti impiegati. ■
IL RUOLO DI BIGMAT BigMat Edilizia Due di Carcare è stata scelta come fornitore dei materiali utili a questo intervento per la sua grande professionalità. Situata nell’entroterra savonese, opera nel commercio di materiali e attrezzature edili da circa vent’anni, distinguendosi per competitività e disponibilità. In tempi recenti, lo spostamento nella nuova sede sita nella zona industriale di Carcare, grazie alla vicinanza dell’uscita autostradale e degli ampi spazi disponibili sia interni che esterni, ha migliorato l’attività espositiva e di stoccaggio agevolando la competitività sul territorio e affermandosi egregiamente a livello regionale. Nuova e sostanziale energia è data, inoltre, dall’affiancamento al gruppo BigMat che ha permesso di offrire una vasta gamma di prodotti con marchi prestigiosi inserendo materiali per rifiniture con soluzioni personalizzate. Una formazione accurata dei collaboratori ed un ampio parco macchine fanno si che l’azienda sia in grado di risolvere brillantemente qualsiasi problematica di consulenza e di consegna sia per clienti privati che per complesse attività di cantiere con criteri innovati che il mercato attuale offre.
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NESSUNO SPETTATORE, TUTTI PROTAGONISTI
Il Gruppo BigMat a Castellaneta Marina si è riunito in assemblea e ha rinnovato il suo cda all’insegna della continuità di Zoe Lafleur
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IL NUOVO CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Presidente: Andrea Parretti Amministratore: Giovanni De Tommasi Consiglieri: Alberto Grigolin di GI ELLE Srl di Padova Andrea Parretti di PARRETTI RENATO EDILIZIA Srl di Sesto Fiorentino (FI) Fabio De Mas di DE MAS ANNIBALE & C. di Belluno (BL) Ferruccio Pagliarini di EDIL.COM Srl di San Benedetto del Tronto Giancarlo Scarpelli di EDILIZIA COMMERCIALE Srl di Grosseto (GR) Giovanni De Tommasi di DE TOMMASI BRUNO & C. Sas di Chieri (TO) Paolo Donghi di GALDINI & DONGHI Spa di Rovato (BS) Rocco Alfano di ALFANO Spa di Amantea (CS) Rosamaria Guglieri di LAMBERTI Srl di Albenga (SV) Gérard Pillaud, rappresentante di BigMat France Claude Coutant, rappresentante di BigMat France
Il team BigMat Italia e, nelle foto piccole a sinistra a partire dall’alto: il neo presidente Andrea Parretti; la folta platea di soci in uno dei momenti del meeting; un momento della cena al tavolo del presidente di BigMat International Dany Kroell (camicia rosa) e del direttore di BigMat International Matteo Camillini; intrattenimento con un gruppo folk pugliese.
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o scorso 10 e 11 giugno nell’ormai estivo scenario di Castellaneta Marina, in provincia di Taranto, BigMat Italia si è riunita per la sua assemblea annuale sotto la guida del neo direttore Lina Mazzullo e alla presenza di Dany Kroell e Matteo Camillini, rispettivamente presidente e direttore di BigMat International. All’ordine del giorno anche il rinnovo del cda di BigMat Italia. Il nuovo consiglio di amministrazione rimarrà in carica tre anni e il nuovo presidente BigMat Italia è Andrea Parretti, che raccoglie il testimone del past president Rocco Alfano. Nuovo amministratore, Giovanni De Tommasi, che succede a Ferruccio Pagliarini.
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I PREMIATI PER L’ECCELLENZA 2010 F.lli Paolini di Città di Castello (PG) Edilcelle di Celle Ligure (SV) Edil Novelli di Roma Focardi e Cerbai di Sesto Fiorentino (FI) Tecnicom di Donigala (OR) Edilizia Commerciale di Marina di Grosseto (GR)
Un rinnovamento dei vertici che è un semplice passaggio di consegne nell’ottica di una continuità di strategie e filosofie rivolte a perseguire lo spirito di squadra e a renderlo sempre più vincente ed efficace sul mercato e all’interno del Gruppo. E anche l’assemblea come ogni anno è stata occasione per alimentare e rinnovare il rapporto tra gli soci BigMat, accorsi numerosi al consueto appuntamento che sceglie sempre location di grande fascino e arricchisce l’incontro anche con importanti momenti di confronto, non solo tra i soci, ma anche grazie alla presenza di esperti. Quest’anno, sotto il claim “Nessuno spettatore, tutti protagonisti”, oltre alle dinamiche del Gruppo e alle prospettive future nel segno di una sempre maggiore unità contraddistinta dalla centralità dei soci, sono interventi due consulenti d’eccezione: Franco Canini della Forward MEZZA PAGINA UPHD1giugno2011BHD.pdf 1 04/07/2011 11.57.09
Consulting, che ha trattato il tema della “Negoziazione con le banche”; Roberto Schiesari, dello Studio Schiesari & Associati, che ha proposto un aggiornamento sulla situazione di mercato attraverso la lettura dei più attuali dati dell’Osservatorio del Cresme ed è poi passato a trattare il tema “Gestire il cambiamento ed i segnali di ripresa: il ruolo della finanza aziendale”. Tutti temi estremamente attuali, che hanno acceso un vivo interesse e dibattito tra tutti i presenti. A Castellaneta Marina è stato anche il momento dei riconoscimenti, con l’assegnazione dei “Premi per l’eccellenza 2010”. A riceverli ben sei soci BigMat, che si sono distinti per virtuosismo e risultati, esempi per la capacità di interpretare la filosofia del Gruppo. ■
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MUGELLO Venti fortunati clienti BigMat hanno avuto la possibilità di trascorrere un fine settimana al Mugello per l’ottava tappa del MotoGp 2011, con un posto in prima fila ed eventi da veri vip di Bibi Velluzzo
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Alcuni momenti dell’esclusiva esperienza vissuta al Mugello dai venti fortunati vincitori del concorso lanciato da BigMat “Vinci Veloce”, che tra marzo e aprile ha messo in palio venti pass paddock nell'area del team San Carlo Honda Gresini.
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n quello che si può certamente considerare il GP più spettacolare visto in questa Classe nel 2011 e andato in scena il 3 luglio nel sempre impegnativo circuito del Mugello – per l’occasione inondato di sole e con l’asfalto impeccabilmente rinnovato – ha trionfato un Lorenzo mai così determinato, seguito al secondo posto da Stoner e al terzo da Dovizioso. Una gara piena di emozioni, e non solo perché ha visto tra i protagonisti anche un concreto Simoncelli, che corre sponsorizzato da BigMat. Al Mugello, infatti, protagonisti indiscussi sono stati anche ben venti clienti BigMat, che hanno avuto l’occasione di vivere un’esperienza davvero unica grazie al concorso “Vinci Veloce”, che tra marzo e aprile ha messo in palio 20 pass paddock per il Gran Premio del Mugello tra tutti i clienti che hanno acquistato prodotti a marchio nei punti vendita BigMat. Dopo aver avuto la possibilità di assistere alle prove del venerdì e del sabato, si sono potuti godere l’avvincente sfida della domenica dalle speciali tribune all’interno dei paddock, a stretto contatto con la pista e con l’emozionante rombo dei motori nelle orecchie. Oltre ad offrire un posto in prima fila da veri vip, BigMat ha festeggiato offrendo ai suoi fortunati clienti un grande aperitivo a loro riservato e organizzato nell’area del team San Carlo Honda Gresini. Tanto divertimento a suon di musica e Champagne, con omaggio finale di gadget griffati BigMat e autografati – con tanto di dedica personalizzata – da Simoncelli. Tre giornate che i venti “eletti” clienti BigMat difficilmente dimenticheranno e per le quali non hanno mancato di ringraziare il team del Gruppo presente insieme a loro per tutta la durata dell’evento al Mugello. ■
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Da casa a laboratorio
テ》ik a diventa VELUXlab
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Velux Italia ha stipulato una convenzione con il Politecnico di Milano per contribuire alla formazione di studenti e laureati attraverso la casa laboratorio átika di Michelangelo Cecchetto
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all’esperienza di Velux, maturata con la casa dimostrativa átika (vedi box) nel corso degli ultimi quattro anni è nato il nuovo progetto del VeluxLab che diventerà patrimonio pubblico per la ricerca e la sperimentazione nel campo dell’efficienza, della sostenibilità e del risparmio energetico. Velux Italia ha infatti stipulato una convenzione con il Politecnico di Milano con le finalità di contribuire alla formazione di studenti e laureati particolarmente qualificati e allo svolgimento di studi e ricerche volti all’innovazione tecnologica, nonché di mantenere un elevato livello
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culturale dei propri operatori e favorire il loro aggiornamento professionale. La convenzione avrà una durata nominale di dieci anni; al termine dei lavori di riqualificazione e di installazione del VeluxLab, Velux Italia donerà interamente la casa-laboratorio al Politecnico di Milano. Attraverso la convenzione e un comitato misto di gestione, si attiveranno laboratori, ricerche, seminari, eventi e visite atte a far conoscere il rapporto di collaborazione tra Velux e l’università.
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Il VeluxLab sarà dotato di attrezzature e materiali, e coinvolgerà la ricerca di due dipartimenti, quello del BEST e quello di ENERGIA, quest’ultimo attivo nel campo della ricerca sul solar cooling. Grazie ad alcune lievi modifiche apportate, il VeluxLab, a differenza di átika, presenterà tutte le famiglie di prodotti Velux (tetto a falda, tetto piano – finestre, cupolini, tunnel, collettori solari). La vicinanza del campus Bovisa alla Triennale, museo di design e arte contemporanea, e al distaccamento Design sempre del Politecnico, rendono il progetto VeluxLab particolarmente visibile e di importante utilizzo
in collaborazione con ulteriori partner. Il VeluxLab sarà il primo manufatto realizzato secondo i criteri dell’edilizia sostenibile (progetto energetico, risparmio ed efficienza energetica, benessere abitativo) inserito all’interno di un campus universitario. Un segnale importante per tutti gli attori delle filiera edile, ma anche per le autorità e le istituzioni, e per una città, Milano, che si muove in direzione Expo 2015. I lavori al Politecnico di Milano sono iniziati nel luglio 2010, mentre l’inaugurazione ufficiale avrà luogo entro la fine del 2011. ■
Progetto architettonico: project designer Javier Aja Cantalejo dello studio di progettazione spagnolo ACXT –IDOM Direzione lavori: ing. Marco Imperadori e arch. Valentina Gallotti di Atelier2 di Milano Impresa edile: B.A. di Bertolani Alessandro di Carbonara di Po (MN) Partner tecnico per i serramenti verticali ad alta efficienza: Kaser srl di Varna (BZ)
Come è nato il progetto VELUX átik a Frutto di una ricerca con il Centro interuniversitario A.B.I.T.A di Firenze, Velux átika nasce nel 2007 come proposta costruttiva che fa tesoro delle antiche tecniche costruttive del Mediterraneo avvalendosi delle più moderne tecnologie. Installata in Spagna, poi a Roma e infine per oltre 6 mesi a Milano, quale demo-house, Velux átika, si è posta l’obiettivo di portare all’attenzione del mondo edile, ma anche delle istituzioni e dei cittadini, le istanze dell’efficienza energetica per l’edilizia residenziale, cercando il coinvolgimento e l’aperto confronto tra tutti gli attori, dal progettista, al rivenditore, ai committenti. Per secoli l’architettura italiana ha creato forme e sviluppato tecnologie in grado di sfruttare al meglio gli elementi naturali, ventilazione e luce solare. La ricerca A.B.I.T.A. ha a sua volta dimostrato che materiali isolanti, ventilazione naturale e posizionamento ottimale di finestre e schermi solari consentono condizioni abitative migliori, oltre ad evidenziare alcune semplici strategie da seguire per risparmiare energia mantenendo un comfort ottimale. In inverno, scegliere finestre con basso valore di trasmittanza termica (U), realizzare involucri con un’elevata tenuta all’aria, posizionare i corpi riscaldanti sotto le finestre, ridurre l’umidità relativa attraverso un costante ricambio dell’aria ottenuto grazie alla ventilazione naturale. In estate, utilizzare schermi solari esterni, sfruttare al massimo il raffrescamento notturno, ventilare i locali quando la temperatura esterna è inferiore a quella interna, sfruttare al massimo la ventilazione naturale e l’effetto camino. Velux átika ha fatto tesoro di tutte queste esperienze, ottimizzando la forma dell’edificio, le diverse inclinazioni del tetto e l’orientamento della stanze, l’uso della luce naturale, delle schermature solari, della ventilazione naturale, la funzione dinamica per l’apertura e la chiusura delle finestre e la movimentazione degli schermi solari. I plus di VELUX átika: • buon isolamento dell’involucro ma senza estremi: oltre un certo spessore il rapporto costi benefici non è più conveniente • forma dell’edificio elaborata (con un rapporto s/v) di 1,06 per ottenere un buon coefficiente di ombreggiamento (86,5%) e ottimizzare la ventilazione naturale • utilizzo di schermi solari esterni per controllare l’effetto serra nei mesi estivi e limitare le dispersioni durante la stagione invernale • controllo dinamico dell’apertura delle finestre e degli schermi solari per sfruttare al meglio la ventilazione naturale anche in assenza di persone • uso del solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria e integrazione
Valvola antiriflusso: la soluzione ai problemi di allagamento
Doppio piattello: doppia sicurezza
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I cambiamenti climatici e le urbanizzazioni sempre più concentrate portano spesso a problemi di sovraccarico delle reti fognarie, con conseguenti problemi di allagamento. Il modo più semplice ed economico per prevenire il problema è l’installazione di una Valvola antiriflusso. Questa semplice operazione proteggerà l’abitazione da danni spesso gravi ed economicamente rilevanti, a cui il proprietario della casa deve far fronte personalmente.
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VADEMECUM chiusini E CADITOIE Ecco la guida di Montini, con tutti gli errori da non commettere e i consigli per una posa a regola d’arte di Cristina Serra
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uali norme per chiusini e caditoie? A livello nazionale in Italia è stata pubblicata nel 2007 la “Guida all’installazione di dispositivi di coronamento e di chiusura in zone di circolazione pedonale e/o veicolare (chiusini e caditoie) – UNI TR 11256:2007”, mentre la norma EN124, che definisce requisiti, impiego, marcatura, non fornisce indicazioni precise sull’installazione rimandando a codici di messa in opera nazionale oppure alle raccomandazioni del fabbricante. A completamento, quindi, il produttore Montini ha stilato la guida “Manuale di posa responsabile dei dispositivi di coronamento e di chiusura (chiusini e caditoie in GLP e GS.)”, la cui parte tecnica è curata dall’ingegnere Marco Veronesi, per richiamare l’attenzione di progettisti, installatori e manutentori sulle indicazioni e le condizioni 2.Modalità di scelta di posa a regola d’arte, affinché un chiusino e/o una caPremesso che il svolgano progettista dovrebbe cercare di posizionare, possibile, ditoia correttamente la loroquando funzione neli pozzetti tempodi coronamento e chiusura il più possibile nelle zone meno trafficate, il chiusino e/o caditoia deve consentendo sicurezza e notevoli essere della classe di portata così idonea efficienza, alla zona di impiego ed al tipo di traffico presente e,risparmi se possibile, di quello futuro, quindi deve avere misura e forma adatte al pozzetto sul quale dovrà essere fissato. economici. Vediamo i punti salienti della guida di Montini.
CLASSE
TRAFFICO
A15
basso
Zone esclusivamente pedonali e ciclistiche, superfici paragonabili quali spazi verdi
B125
ridotto
Marciapiedi, zone pedonali occasionalmente aperte al traffico, aree di parcheggio e parcheggi a più piani per autoveicoli
C250
occasionale
Cunette ai bordi delle strade che si estendono al massimo fino a 0,5 m sulle corsie di circolazione e fino a 0,2 m sui marciapiedi – banchine stradali e parcheggi per autoveicoli pesanti.
Modalità di scelta Premesso che il progettista dovrebbe cercare di posizionare, quando possibile, i pozzetti di coronamento e chiusura il più possibile nelle zone meno trafficate, il chiusino e/o caditoia deve essere della classe di portata idonea alla zona di impiego ed al tipo di traffico presente e, se possibile, di quello futuro, quindi deve avere misura e forma adatte al pozzetto sul quale dovrà essere fissato. Pozzetto e telaio del chiusino/caditoia devono avere la stessa dimensione interna, chiamata luce: nel dubbio, va sempre scelto il prodotto con la luce superiore, assicurandosi però che le nervature inferiori del coperchio/griglia non tocchino il pozzetto. In particolare, non bisogna mai posizionare telai tondi su pozzetti quadrati e viceversa: quest’ultimo caso è ammesso solamente se il telaio quadro poggia con tutta la sua superficie sulla testa del pozzetto, e questo accade solamente
DESCRIZIONE
®
normale D400
intenso
Vie di circolazione (strade provinciali e statali), banchine transitabili, aree di parcheggio per tutti i tipi di veicoli
in presenza di piastre per camerette con foro circolare. Modalità di installazione
molto intenso
E600
estremo
Aree soggette a forti carichi, ad esempio aree industriali e centri logistici
F900
estremo
Aree soggette a carichi particolarmente elevati, aree portuali e di servizio aeroportuale
52 Pozzetto e telaio del chiusino/caditoia devono avere la stessa dimensione interna, chiamata luce: nel dubbio scegliere il prodotto con la luce superiore per evitare che lavori a sbalzo, assicurandosi però che le nervature inferiori del coperchio/griglia non tocchino il pozzetto, eventualmente realizzare uno scasso nella zona corrispondente del pozzetto per evitare il contatto.
Assicurarsi che il pozzetto, prefabbricato o posato in opera, sia integro ed in grado di sostenere strutturalmente il chiusino e/o la caditoia da posare. La testa del pozzetto deve
essere compatta, integra e pulita: se necessario, irruvidirla per migliorare la presa della malta cementizia utilizzata per il fissaggio. Lo spazio libero attorno al pozzetto deve essere tale da permettere l’alloggiamento del dispositivo in altezza, senza la necessità di ricorrere a materiale di spessoramento, ed in larghezza per la realizzazione di un cordolo uniforme di calcestruzzo (il vano dovrebbe essere circa una volta e mezza la dimensione massima esterna del telaio). Non è mai ammesso posare il telaio direttamente sulla testa del pozzetto: stendere uno strato di 4/5 centimetri di malta cementizia tradizionale con resistenza a compressione finale maggiore o uguale a Rck 50 N/mm2 e rispettare i tempi di maturazione prescritti dal fabbricante.
Nel caso di condizioni climatiche e/o ambientali particolari, tenerne conto al momento della scelta del materiale di posa da utilizzare, scegliendo ad esempio materiali resistenti al gelo (secondo UNI9858 e ENV206) oppure Tecnologie del fissaggio MIT 300 SE alla salsedine. Il materiale da utilizzare perQUALITY il lettoèdiunaposaMIT 400 SE SWISS azienda svizzera leader nella prodeve essere mescolato correttamente e, preferibilmente, duzione di sistemi di fissaggio premungo MIT S meccanicamente e non manualmente, al anni fineindi sente da oltre 40 piùottenere di 50 un ancorante ch paesi omogenea. nel mondo. ConDistribuire un qualifica- ilne con resina un amalgama il più possibile to servizio tecnico offre una gamma Epossiacrilato/Vi materiale di posa così ottenuto sulla testa del completa di tecnologie per ilpozzetto/ fissagstirene. È racco gio per edilizia con le più prestigiocameretta in modo da ottenere una superficie liscia edutilizzi struttu
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testa del pozzetto/cameretta in modo da ottenere una superficie liscia ed uniforme di spessore finale da 3 a 5 cm di resina a presa rapida. (foto 1)
Posizionare quindi velocemente il telaio del chiusino/ caditoia sul letto di posa centrando il più possibile la luce Distribuire il di materiale posadacosì sulla a presa rapida (foto 1). spessoredifinale 3 aparte 5ottenuto cminterna di resina del uniforme pozzetto, assicurandosi che nessuna del testa del pozzetto/cameretta in modo da ottenere una Posizionare quindi velocemente il telaio del chiusino/ caditoia sul letto di Distribuire il materiale di posa così ottenuto sulla telaio risulti a sbalzo nel pozzetto. Sono ammesse eccezioni superficie liscia ed uniforme di spessore finale da 3 a del 5 1 posa assicurandosi che nessuna parte interna testa del pozzetto/cameretta in modo da ottenere una quali ad esempio i telai quadri con area di passaggio telaio risulti a sbalzo nel cmpozzetto di resina a(foto presa rapida. (foto 1) telai quadri perché appositamente superficie liscia ed uniforme di spessore finale da 3 a 5 circolare posati su2). Distribuire il materiale di posa così ottenuto sulla dimensionati per tale applicazione. (foto 2) cm di resina a presa rapida. (foto 1) testa del pozzetto/cameretta in modo da ottenere una Posizionare quindi velocemente il telaio del chiusino/ Spingere verso il basso il telaio fino al raggiungimento della quota corretta superficie liscia ed uniforme di spessore finale da 3 a 5 caditoia sul letto di posa centrando il più possibile la luce Posizionare quindi velocemente il telaio del chiusino/ riferita normalmente al suolo circostante ed assicurarsi che non siano rimasti del pozzetto, assicurandosi che nessuna parte interna del cm di resinaSpingere a presa rapida. (foto 1) il telaio fino al raggiungimento verso il basso della quota corretta riferita normalmente caditoia sul letto di posa centrando il più possibile la luce deirisulti vuoti sottostanti, inoltre verificare planarità con il piano finito (foto 3). telaio a sbalzo nel pozzetto. Sono ammesselaeccezioni suolo circostante ed assicurarsi che non siano rimasti dei vuoti sottostanti, inoltre verificare la del pozzetto,alassicurandosi che nessuna parte interna del 1 Posizionare planarità quindi velocemente ilfinito. telaio del3)chiusino/ quali ad esempio i telai quadri con area di passaggio il piano (foto telaio risulti a sbalzo nelcon pozzetto. Sono ammesse eccezioni Coprire adeguatamente bordo appositamente esterno del telaio, continuo oppure ad posati su telai quadriil perché caditoia sul letto di posa centrando il più possibile la luce circolare quali ad esempio i telai quadri con area di passaggio alette, con uno spessore minimo di del pozzetto, assicurandosi che nessuna parte interna del dimensionati per tale applicazione. (foto 2) 1 cm impiegando lo stesso materiale, circolare posati su telai quadri perché appositamente ottenendo così a fine presa un blocco unico che costituirà pertanto un valido telaio risulti a sbalzo nel pozzetto. Sono ammesse eccezioni dimensionati per tale applicazione. (foto 2) ancoraggio (foto 4). quali ad esempio i telai quadri con area di passaggio Spingere verso il basso il telaio fino al raggiungimento della quota corretta riferita normalmente circolare posati su telai quadri perché appositamente suolo circostante ed assicurarsi che non siano rimasti dei vuoti sottostanti, inoltre verificare la dimensionatialper tale applicazione. (foto 2) Pulire accuratamente la parte interna del chiusino/ caditoia ed in particolare aggiungimento della quota corretta riferita normalmente planarità con il piano finito. (foto 3) le sedi di appoggio del telaio e del coperchio/griglia, eventuali articolazioni, on siano rimasti dei vuoti sottostanti, inoltre verificare la
aggiungimento della quota corretta riferita normalmente on siano rimasti dei vuoti sottostanti, inoltre verificare la 2
guarnizioni e sistemi di vincolo (foto 5).
3 Per non compromettere la corretta posa in opera, il coperchio/griglia dovrebbe essere inserito nel telaio solo dopo che il materiale di posa ha fatto sufficiente presa ed usando se possibile un dispositivo di sollevamento meccanico. Il riempimento di finitura attorno al chiusino/caditoia deve essere fatto dopo Coprire adeguatamente il bordo esterno del telaio, che il materiale utilizzato per la posa ha fatto sufficiente presa, si procede poi continuo oppure ad alette, con uno spessore minimo di al riempimento laterale del telaio avendo l’accortezza di arrivare fino al filo 1 cm impiegando lo stesso materiale, riempiendo bene 2 superiore3del telaio e prestare la massima attenzione ad evitare il contatto gli eventuali fori e/o asole presenti, ottenendo così a fine diretto presa un blocco unico che costituirà pertanto un valido fra i dispositivi di compattazione ed il chiusino/caditoia per evitare 3 possibili danni al telaio, al coperchio/griglia ed allo strato del letto di posa ancoraggio. (foto 4) stesso (foto 6). Il chiusino/caditoia ha un limite di durata, di qualsiasi maCoprire adeguatamente il bordo esterno del telaio, 3 teriale esso sia, che varia molto in funzione del tipo di traffico veicolare al continuo oppure ad alette, con uno spessore minimo di Pulire accuratamente la parte interna del chiusino/ quale viene sottoposto: è consigliabile pertanto tenere sotto controllo proprio 1 cm impiegando lo stesso materiale, riempiendo bene caditoia ed in particolare le sedi di appoggio delquelli telaio epiù esposti ad usura. 5
o del telaio, ore minimo di gli eventuali fori e/o asole presenti, ottenendo così a fine 4 piendo bene del coperchio/griglia, eventuali articolazioni, guarnizioni presa un blocco unico che costituirà pertanto un valido o del telaio, e do così a fine sistemi di vincolo. (foto 5) Posa responsabile ancoraggio. 4) devono essere lisciate e rese così(foto ottenute il più possibile uniformi prima della presa per ore minimoLe di superfici nto un valido evitare infiltrazioni d’acqua. piendo bene molte le figure coinvolte nella posa responsabile: Per non compromettere la corretta posa in opera, Sono il coperchio/griglia dovrebbe essere inserito nel do così a fine 8 • il progettista, chese deve scegliere i prodotti in funzione alla corretta classe Pulire accuratamente la parte interna chiusino/ telaio solo dopo che il materiale di posa ha fattodel sufficiente presa ed usando possibile un dispositivo nto un valido caditoia ed inmeccanico. particolare le sedi di appoggio del telaio e di impiego e della forma necessaria in base al pozzetto sul quale andrà di sollevamento del chiusino/ 4 del coperchio/griglia, eventuali articolazioni, guarnizioni posato; o del telaio e e4sistemi di vincolo. (foto 5) alzare il telaio con degli Note: nel caso sia necessario spessori al fine di deve arrivare in quota,il usare • l’installatore, che procurare materiale corretto, certificato e rii, guarnizioni sempre materiali resistenti alla compressione e duraturispondente quali ghisa,aiferro, cemento o mattoni pieni, del chiusino/ requisiti indicati dal progettista, seguire in fase di messa con i materiali di posa usati; non usare maiinmattonelle e/o piastrellefornite frantumate, tubi di o del telaiocompatibili e opera le indicazioni dal produttore e le indicazioni contenute 4 e/o pezzi di legno. plastica i, guarnizioni 8
nella linea guida UNI/TR 11256; • l’addetto alla manutenzione periodica dei pozzetti, che deve essere in Il riempimento di finitura attorno al chiusino/caditoia deve essere fatto dopo che il materiale utilizzato grado di valutare se il dispositivo è ancora efficiente nel suo complesso per la posa ha fatto sufficiente presa, si procede poi al riempimento laterale del telaio avendo oppure se è meglio sostituirlo e/o riposizionarlo. l’accortezza di arrivare fino al filo superiore del telaio e prestare la massima attenzione ad evitare il La posa responsabile inoltre danni nella alscelta del prodotto da utilizzare contatto diretto fra i dispositivi di compattazione ed il chiusino/caditoia perconsiste evitare possibili in considerazione anche altri aspetti importanti. telaio, al coperchio/griglia ed allo strato del letto di tenendo posa stesso. (foto 6) Innanzitutto il rispetto degli standard europei in tema di qualità, normative 5 ambientali e di sicurezza delle norme comunitarie esistenti e vigenti. Il prodotto sì ottenute devono essere lisciate e rese il più possibile uniformi prima delladeve presaessere per realizzato con materiale il più possibile riciclabile, quindi in ghisa lamellare perlitica o sferoidale, e senza applicare vernici oni d’acqua. romettere la corretta posa in opera, il coperchio/griglia dovrebbe essere nel per l’uomo e per l’ambiente. tossiche e/o inserito pericolose o che il materiale di posa ha fatto sufficiente presa ed usando seEvitare possibile un dispositivo prodotti proposti a prezzi irragionevolmente bassi, perché probabilo meccanico. mente realizzati con standard di qualità e sicurezza inadeguati, così facendo si dà il proprio contributo al perseguimento degli obiettivi proposti dall’Italia sia necessario6 alzare il telaio con degli spessori al fine di arrivare in quota, usare e dalla Comunità Europea in termini7 di politica ambientale. ■
ali resistenti alla compressione e duraturi quali ghisa, ferro, cemento o mattoni pieni, n i materiali di posa usati; non usare mai mattonelle e/o piastrelle frantumate, tubi di Accertarsi sempre che non restino zone vuote fra telaio e pozzetto, in particolare attorno agli spessori zzi di legno. ove presenti: nel caso raffigurato in figura 7 potrebbero verificarsi nel tempo problemi di stabilità del coperchio nel telaio a deve causaessere della fatto flessione centrale e delle maggiori vibrazioni al di finitura attorno al chiusino/caditoia doponella che ilparte materiale utilizzato
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IL LASER TUTTOFARE Si chiama 5.2 Xl ed è la risposta di Spektra a chi vuole un prodotto semplice, preciso e tutto in uno di Cristina Serra
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no strumento completo, che sviluppa e sintetizza in un unico prodotto l’offerta dei laser universali, portatili e tuttofare. L’”universale” 5.2 XL di Spektra, infatti, è un tracciatore e puntatore “tuttofare”, piccolo e portatile che ha tra i suoi plus ben due linee – orizzontale e verticale – per allineare e livellare e cinque punti per squadrare, tracciare, piombare, allineare. Dotato anche di una funzione “pendenza in manuale”, con linee inclinate (grazie alla funzione “blocco del pendolo”, indispensabile anche per assicurare l’incolumità del sistema di auto-livellamento durante il trasporto), può avere in dotazione anche un cavalletto a base elevazione e/o ricevitore che offre la possibilità di tracciare quote e allineamenti, anche in esterno, ad oltre 80 metri di distanza. Il nuovo 5.2 XL è disponibile in diverse versioni: strumento, strumento con cavalletto 5.2 XL-CT, strumento con ricevitore, e la versione “Top”, la più completa (5.2 XL-R-CT) che comprende strumento, ricevitore, cavalletto e stadia. Il prodotto è provvisto di due anni di garanzia integrale Spektra, che copre anche cadute e danni accidentali. Un prodotto perfetto? Quasi: 5.2 XL, infatti, in esterno non è il “massimo”, visto che non ha la portata di un laser rotativo Spektra, che invece copre da 200 metri di diametro (la versione più “economica”) in avanti, e non squadra (i punti non si “vedono” in esterno). Per questo
specifico motivo, se il prodotto che cercate è soprattutto per esterni, l’ideale è allora 1.3 XL, dotato di funzione linee (e non solo punti). ■
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PRESA RAPIDA GRIFFATA È la linea a marchio BigMat studiata apposta da Kerakoll, che racchiude prodotti ad alta tecnologia e versatilità di Nicola Pisano
L’
alta tecnologia dei prodotti Kerakoll ha incontrato BigMat per dare vita a una linea completa a marchio del Gruppo. La novità si chiama Cemento rapido e si ottiene impastando 25 kg di polvere con circa 5,3 litri d’acqua pulita. L’impasto si prepara versando l’acqua nel recipiente pulito e aggiungendo la polvere in modo graduale. Si miscela velocemente a mano o con agitatore meccanico a basso numero di giri fino ad ottenere una malta omogenea e priva di grumi.
Il Cemento Rapido BigMat sarà disponibile a partire dall‘autunno 2011. BigMat Adesivo Universale e BigMat Adesivo Professionale sono disponibili anche nella versione grigio.
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Nella linea, poi, sono compresi anche molti altri prodotti. C’è, ad esempio Massetto Pronto BigMat, il massetto pronto ad alta resistenza e asciugamento rapido di classe CT-C30-F6 secondo norma EN 13813, a ritiro compensato ed elevata conducibilità termica (ideale anche per pavimenti riscaldanti), idoneo per la posa con adesivi di ceramiche, monocotture e gres porcellanati, resilienti e parquet, pietre naturali e marmi, mosaici vetrosi e in ceramica, pvc, linoleum e moquette, di qualsiasi formato. Studiato sia per interni che esterni, ad uso civile, commerciale, industriale e per l’arredo urbano, è stato concepito anche per l’applicazione in zone soggette a sbalzi termici e gelo, oppure su piastre riscaldanti. Adesivo universale, nella versione bianca e grigia, è un adesivo professionale al quarzo a scivolamento verticale nullo e tempo aperto esteso di classe C2 TE secondo norma EN 12004, idoneo per la posa ad alta resistenza fino a 10 mm di spessore, a pavimento e parete, di ceramiche, monocotture e gres porcellanati su fondi cementizi tanto in interno quanto in esterno. Infine, Adesivo professionale, anch’esso disponibile nei colori bianco e grigio, è un adesivo al quarzo a elevata adesione e tempo aperto esteso, di classe C1 E secondo norma EN 12004, idoneo per la posa di piastrelle in bicottura e monocottura fino a 10 mm di spessore, a pavimento e parete, va utilizzato su intonaci di cemento e malta bastarda, massetti cementizi, massetto pronto professionale Massetto Pronto BigMat e massetti realizzati con leganti idraulici professionali. ■
Gestire l’impresa: Il contributo del Sistema Formedil alla formazione in materia di gestione di impresa
Nel variegato panorama dell’offerta formativa garantita dalle Scuole Edili che fanno parte del Sistema Formedil un ruolo preponderante è giocato senza dubbio dalla formazione legata alle mansioni pratiche e tecniche di quanti operano in cantiere. Ciononostante, negli anni, sul territorio, interpretando in modo completo le esigenze delle imprese e dei lavoratori del settore edile, sono stati promossi e sviluppati alcuni percorsi formativi dedicati anche alla gestione economico finanziaria delle imprese, nonché alla gestione della progettazione e delle attività produttive di cantiere. In questo ambito sono stati sviluppati progetti che hanno coinvolto direttamente le imprese nel processo di qualificazione, anche con l’obiettivo di individuare e limitare i fattori di spreco nell’edilizia. Proprio su questo tema, l’IIPLE, Istituto Istruzione Professionale Lavoratori Edili di Bologna e provincia, grazie anche ad un finanziamento di Fondimpresa, ha dato vita ad un corso di 20 ore dedicato alle imprese edili con l’obiettivo di individuare e ridurre i principali fattori di spreco nell’edilizia, migliorando i processi delle singole im-
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prese dalla progettazione alla costruzione, nel rispetto dei tempi di consegna, del budget e della qualità concordati con il cliente. Secondo un’idea di formazione che vede il coinvolgimento diretto e la partecipazione attiva di chi apprende, l’IIPLE ha pensato di dare vita anche ad un vero e proprio laboratorio di sperimentazione insieme alle aziende con l’obiettivo di studiare un modello organizzativo che, mixando diverse tecniche e metodologie, consenta di ottenere alcune linee guida per la corretta gestione di un’azienda edile. Ad oggi infatti, come sottolineano gli ideatori del laboratorio, non esistono veri e propri modelli organizzativi di riferimento specifici per il settore delle costruzioni. La Scuola Edile bolognese non è però la sola a proporre iniziative formative di questo genere e la diffusione di corsi dedicati alla gestione finanziaria dell’impresa edile si possono trovare trasversalmente in diverse regioni d’Italia. Ad esempio l’ESEV, Ente Scuola Edile Veronese, organizza, in collaborazione con l’ANCE provinciale, corsi di 160 ore destinati a imprenditori, quadri e tec-
nici di impresa dedicati sia alla gestione economico finanziaria dell’impresa sia al cosiddetto Business plan. La trasformazione del settore delle costruzioni e i cambiamenti della domanda e del mercato, infatti, impongono alle imprese di avere sempre più una gestione che sappia pianificare i fabbisogni finanziari ed individuare le fonti di finanziamento ottimali per garantire la sostenibilità del proprio piano economico. L’obiettivo dei corsi è dunque quello di insegnare ad impostare una programmazione strategica per il miglioramento competitivo e lo sviluppo dell’organizzazione che opera su commessa. Il calendario dei corsi delle Scuole Edili è consultabile sul sito del sistema formedil: www.formedil.it
L’ANDAMENTO DEL SETTORE SECONDO GLI ULTIMI DATI DEL CRESME Si prospetta ancora in salita la strada per la ripresa del mercato delle costruzioni. A trainarla sarà il comparto delle ristrutturazioni, che è aumentato nel 2010 e continua a crescere nel 2011. È il quadro del settore dipinto da Paolo Buzzetti, presidente di Federcostruzioni, la federazione di Confindustria che riunisce le categorie produttive più significative del mercato edile e infrastrutturale. L’ANDAMENTO DEL SETTORE «La crisi attanaglia ancora il mercato e l’industria italiana delle costruzioni. Lo scenario economico che caratterizza il nostro Paese è ancora sostanzialmente recessivo. In questo contesto cresce solo chi riesce ad intercettare la ripresa a livello internazionale; chi vive di mercato interno rischia invece di scomparire», ha dichiarato Buzzetti in apertura dell’assemblea annuale della Federazione che si è tenuta lo scorso 21 giugno. Gli ha fatto eco la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, sottolineando il ruolo fondamentale delle infrastrutture per la crescita e chiedendo “semplificazioni, per cui ci sono risposte
parziali nel Dl sviluppo; priorità alle piccole e grandi opere da eseguire; riforma fiscale”. FOCUS EDILIZIA RESIDENZIALE Come già con la crisi del 1993-1994, l’attività di manutenzione del patrimonio abitativo si rivela ancora una volta la vera ancora di salvataggio del mercato delle costruzioni. La ripresa per tutta l’attività di rinnovo stimata già a partire dal 2010 (+2,2%) trova immediato riscontro nell’aumento del 10,3% registrato nel 2010 (gennaio-novembre) dalle domande di agevolazione fiscale per spese di ristrutturazione, che diventa un +28% rispetto al periodo corrispondente del 2008. E sarà il ripensamento del prodotto edilizio in termini di risparmio e produzione energetica ad orientare il mercato nei prossimi anni. «A tenere in piedi il mercato delle costruzioni nel residenziale è l’attività di riqualificazione, che crescerà ulteriormente del 2% nel 2011 – ha spiegato il direttore del Cresme Lorenzo Bellicini. Anche il non residenziale tornerà a valori positivi nel 2012 con una crescita intorno all’1%».
LE IMPRESE Nel 2011 l’invenduto, l’insoluto, la liquidità, la capacità di gestire il credito a monte e a valle, la capacità patrimoniale delle aziende, il livello di efficienza, la capacità strategico operativa di stare sui mercati emergenti, rappresentano tutti elementi chiave che, insieme alla domanda, fisseranno i contenuti della competizione. LE PROPOSTE DELL’ASSOCIAZIONE «Da tempo Federcostruzioni dimostra forte senso di responsabilità, comprendendo il difficile momento che l’economia nazionale attraversa, la delicata situazione finanziaria pubblica, la necessità di tenere con rigore sotto controllo il debito pubblico», ha dichiarato Buzzetti. E ha poi chiesto che «altrettanto facciano le amministrazioni e la legislazione per creare condizioni concrete a favore della riqualificazione edilizia ed urbana rendendo possibile e conveniente la demolizione e ricostruzione, collegandola agli obiettivi prioritari dell’efficienza energetica e accelerando sui programmi di housing sociale, che dovrebbero costituire dei veri e propri modelli in questo ambito».
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il consulente d’azienda FUORI DALLA CRISI CON LA “COOPETITION”
Un anno fa la domanda ricorrente in tutti i settori era: “quando finirà la crisi?”. Oggi si può affermare che vi siano segnali di ripresa, anche se “a macchia di leopardo”, con forti differenze tra realtà territoriali e settori merceologici, ma i recenti accadimenti a livello nazionale ed internazionale confermano che l’incertezza e la volatilità sono elementi che caratterizzeranno anche il prossimo futuro. Ma non possiamo “leggere” la ripresa come mero ritorno verso precedenti condizioni ed equilibri. La crisi ha accelerato processi di cambiamento anche significativi e si sta diffondendo la consapevolezza che nulla sarà più come prima. Il settore dell’edilizia non sembra sottrarsi a queste tendenze, che in alcuni casi risultano addirittura amplificate: si comincia a parlare di una lieve ripresa ma le previsioni ed i dati recenti forniti dal Cresme (un incremento del valore della produzione del 2,1% previsto per il 2012) confermano il forte calo nella costruzione di nuove abitazioni, con alcune prospettive di ripresa dal 2012, ed il ruolo preponderante assunto dal “rinnovo” e dalla manutenzione, con implicazioni in termini di frammentazione della domanda. Ulteriori elementi di non facile quantificazione sono l’impatto sulle differenti aree territoriali del “Piano Casa” e dei recenti provvedimenti fiscali in termini di agevolazioni e detrazioni. Questo scenario, estremamente dinamico e difficilmente prevedibile, impone nuove “regole del gioco” al fine non solo di rimanere “a galla”, ma anche e soprattutto per poter sfruttare nuove opportunità di crescita in termini sia di volumi sia di marginalità. L’imperativo in quest’ultimo anno è stato “resiste-
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attori, può creare sinergie significative non limitate ai costi ma che possono anche permettere di incrementare la credibilità e notorietà dei partecipanti sul mercato, anche tramite operazioni mirate di comarketing. È quindi indispensabile “scegliere” i propri partners in coerenza con il posizionamento della propria impresa.
re”. Ma a questo punto è importante capire con quali “zavorre” le imprese si affaccino alla ripresa, preparandosi a concludere un anno ancora sostanzialmente “piatto”. La domanda sta cambiando velocemente. Risparmio energetico, eco-compatibilità, innovazione, integrazione dell’offerta, sono tendenze emergenti che stanno ulteriormente modificando caratteristiche e competitività dei diversi attori della filiera. Questo “vento di cambiamento” impone pertanto nuovi modelli di offerta, per quanto riguarda produttori, distributori, professionisti ed imprese, al fine di intercettare la “fiducia” della clientela, elemento differenziante su cui basare le strategie future. In un’arena competitiva sempre più complessa e caratterizzata dalla limitazione delle risorse, non è più sufficiente “lottare” da soli, ma diventano necessarie “alleanze” strategiche per affrontare proattivamente queste nuove sfide. Il ruolo delle componenti immateriali sta trasformando gli operatori in “infomediatori” con le connesse esigenze di efficienza ed efficacia nella creazione e diffusione di know-how differenzianti verso la clientela. Una strategia di “rete”, pur nell’autonomia dei singoli
Queste nuove forme di strategia a metà tra la competizione e la collaborazione (la cosiddetta coopetition, cioè collaborazione competitiva) devono basarsi su obiettivi di lungo periodo: scelte condivise di nuovi prodotti e servizi, di forme di comunicazione più efficaci, di politiche commerciali e distributive differenzianti. Una competizione non più solo tra imprese, ma tra reti di imprese, in cui l’informazione assume il ruolo di fondamentale leva di vantaggio competitivo per cogliere in maniera strutturata, organizzata e tempestiva anche i cosiddetti “segnali deboli” di cambiamento e cogliere esigenze e domande emergenti. Lavorare in ottica di rete significa ripensare funzioni e processi aziendali per valutare quali sono le aree in cui sviluppare tali collaborazioni, che necessitano non solo di adeguati ed efficienti strumenti di comunicazione, ma di un approccio alla collaborazione competitiva da parte degli addetti aziendali, consci dell’importanza di un approccio di “impresa allargata”. Non sottovalutiamo le difficoltà di approcciare questo cambiamento, ma non possiamo dimenticare che “bisognerà evitare di prepararsi alla guerra con le armi dell’ultima battaglia vinta”. di Roberto Schiesari Schiesari & Associati Consulenza direzionale, economico-giuridica e tributaria
il consulente legale L’ampliamento della responsabilità del costruttore per gravi difetti degli edifici
L’esigenza di tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico fondano la ratio della norma di cui all’art. 1669 c.c., la quale prevede, tra le altre, una responsabilità in capo al costruttore per gravi difetti di edifici o di altre cose immobili destinate per loro natura a lunga durata. In quanto norma finalizzata a tutelare diritti assoluti, i quali prescindono da quanto pattuito fra le parti nel contratto d’appalto di riferimento, essa consente l’esperimento di tale azione per responsabilità non solo da parte del committente, bensì anche da parte di chi abbia eventualmente acquistato dal committente medesimo, da qui la natura extracontrattuale del titolo risarcitorio. La Suprema Corte ha approfondito negli anni il tema più interessante che la norma pone all’attenzione degli operatori del settore, vale a dire la nozione di “gravi difetti”. Preliminarmente si rilevi che i fenomeni che influiscono sulla stabilità dell’edificio non sono compresi in tale nozione in quanto assorbiti dalle altre previsioni dell’art. 1669 c.c. concernenti le ipotesi del pericolo di rovina. Per “gravi difetti”, dunque, devono intendersi non solo
quelli di costruzione incidenti in modo apprezzabile sugli elementi strutturali dell’opera, ovvero quelli necessari perché questa possa fornire la normale utilità propria della sua destinazione, ma anche quei vizi che determinano una notevole menomazione della possibilità di normale godimento del bene. Proprio all’interno di quest’ultima accezione la giurisprudenza ha fatto rientrare nuove ipotesi che hanno notevolmente ampliato la responsabilità del costruttore, quali ad esempio: crollo o disfacimento del rivestimento esterno dell’edificio, vizi del tetto e del terrazzo di copertura di un edificio tali da provocare infiltrazioni d’acqua all’interno degli appartamenti sottostanti, infiltrazioni d’acqua determinate da carenze dell’impermeabilizzazione, caduta dell’intonaco per infiltrazioni d’umidità et similia. La più recente Sentenza sul tema ha ulteriormente avvalorato la linea interpretativa volta a rafforzare la tutela di
committente e suoi eventuali aventi causa, ai danni del costruttore, così statuendo: “configurano gravi difetti dell’edificio a norma dell’art. 1669 c.c. le carenze costruttive dell’opera, concernenti anche una singola unità abitativa, che ne menomano in modo grave il normale godimento, a causa di realizzazione effettuata con materiali inidonei e/o non a regola d’arte ed anche se incidenti su elementi secondari ed accessori dell’opera (quali impermeabilizzazione, rivestimenti, infissi, pavimentazione, impianti, etc.), purché tali da compromettere la sua funzionalità e l’abitabilità ed eliminabili solo con lavori di manutenzione, ancorché ordinaria, e cioè mediante opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture” (Cass., n. 10857/08). Avv. Pietro Carlo Ferrario Studio Legale Associato Lucarelli & Ferrario, specializzato in problematiche immobiliari. (www.lucarellieferrariostudiolegale.com)
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news dal mondo bigmaT SPORT, SOCIALE E TRADIZIONE In bici nella maremma toscana Si è svolta l’ultimo week end di maggio la seconda edizione della gara ciclistica “Gran Fondo Sette Rocche” con arrivo a Massa Marittima, tappa del XII Giro del Granducato di Toscana. Complice il favoloso paesaggio ma-
remmano e una splendida giornata di sole, i ciclisti si sono cimentati nei tre percorsi a disposizione: gran fondo di 145km, medio fondo di 111 chilometri e cicloturistica di 55 chilometri, per un totale di circa 850 partenti. A dare la carica agli oltre ottocento atleti presenti ci hanno pensato le rivendite BigMat Corti di Corti F. e C. Snc e Edilpiù Srl. di Follonica, che hanno sponsorizzato questo importante evento sportivo che ha richiamato in
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Maremma molti appassionati di questo sport. Ma l’impegno di queste due rivendite nelle sponsorizzazioni locali non termina qui. Risale a luglio la partecipazione a WASIC 2011 Stockdogs Trials, l’evento organizzato dal Cow Boy Ranch di Voghera, il primo ed unico ranch in Italia affiliato Asca, nato per tutelare le caratteristiche della razza secondo i programmi di lavoro su bestiame e sportivi del club
madre americano. I vari Trials hanno visto impegnati molti splendidi esemplari di Australian Shepherd, un pastore australiano riconosciuto come un cane da lavoro intelligente con un forte istinto per l’imbrancamento e la guardia. L’evento ha richiamato molti appassionati e curiosi che hanno potuto vivere due giornate in perfetto stile country.
news dal mondo bigmaT Spello si veste di petali grazie a BigMat Edilizia Ruffinelli Una tradizione che affonda le sue radici nella notte dei tempi: l’Infiorata di Spello è una manifestazione unica nel suo genere che ogni anno raduna migliaia di appassionati e curiosi.
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Gli infioratori di Spello raccolgono in ogni stagione i fiori necessari per creare opere floreali sempre più complesse e diverse, ma il colpo finale viene dato nel corso della notte precedente la manifestazione, quando queste vere e proprie opere d’arte vengono completate con i fiori freschi. E così anche quest’anno, il 25 e il 26 giugno, in occasione del Corpus Domini, le strade di Spello si sono animate grazie alla presenza di questi splendidi quadri floreali a tema religioso. Il merito di tanto successo va anche alla rivendita BigMat Edilizia Ruffinelli Srl, che ormai da anni supporta come main sponsor questa importante manifestazione del territorio umbro. «Il nostro legame con il territorio non è fatto solo di business – commenta Corrado Ruffinelli, uno dei soci della rivendita. La scelta di essere sempre al fianco dei nostri clienti si concretiz-
za anche nella volontà di stare vicino alla nostra terra, mantenendo vive quelle tradizioni che ci legano al passato e che ci permettono di tenere accesi i riflettori sulla nostra splendida regione».
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news dal mondo bigmaT A Brescia edilizia fa rima con solidarietà C’è un legame molto stretto tra la sezione di Coccaglio (BS) dell’Aido e il socio BigMat Galdini & Donghi Spa. L’azienda bresciana, infatti, ha ricevuto un riconoscimento ufficiale con tanto di medaglia per l’impegno sociale dimostrato negli anni con il
sostegno e il supporto del lavoro dell’associazione. «Un’azienda così fortemente radicata nel proprio territorio come la nostra – commenta Paolo Donghi, titolare della Galdini & Donghi Spa – non può prescindere dal sostenerlo anche al di fuori di iniziative strettamente professionali. Noi abbiamo scelto il sociale e in particolar modo l’Aido, ritenendo di
offrire il nostro appoggio per alcune attività che l’associazione porta avanti con coraggio, passione e spirito di sacrificio». Il supporto, che dura da anni, si è concretizzato negli ultimi mesi nella donazione di un’ambulanza per il trasporto dei disabili e nella fornitura di materiale edile per la costruzione della nuova sede del Gruppo Comunale Aido “Paolo Mombelli”.
L'IMPEGNO GREEN DI BIGMAT VA IN FIERA L’Umbria al completo alla fiera Klimahouse Giunta quest’anno alla sua terza edizione, la fiera specializzata “Klimahouse Umbria” offre agli operatori del settore del centro e sud Italia l’opportunità di informarsi sui sistemi, le necessità e i vantaggi del risparmio energetico in edilizia. Nata da una costola della omonima celebre fiera di Bolzano, “Klimahouse Umbria” si sta imponendo quale fiera di riferimento
per il mercato del centro-sud Italia. I visitatori nel 2010 sono stati 6.310 (+40% rispetto al 2009), la maggior parte provenienti dal Centro Italia. E le previsioni per quest’anno sono decisamente buone: infatti, il 92% dei visitatori del 2010 ha dichiarato di voler tornare alla prossima edizione. I temi trattati dalla fiera sono più attuali che mai e non poteva mancare la presenza dei soci BigMat dell’Umbria, che già lo scorso anno erano presenti con uno stand. Quest’anno le rivendite Edilizia Ruffinelli Srl, F.lli Paolini Srl, Pesciarelli Edilizia Srl, Procacci Spa, Ce.M.E.S.
Lo stand BigMat alla passata edizione di Klimahouse Umbria
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Srl e Ricci Manfredo Srl replicheranno l’iniziativa e saranno presenti con uno stand di 32mq all’interno del padiglione 9 (stand I/07). Il team BigMat presente darà supporto a tutti i visitatori nella consulenza sui materiali e sulle soluzioni più adatte per ottenere il miglior comfort abitativo e un ottimale risparmio energetico sia per le nuove abitazioni che per le ristrutturazioni. Lo stand è realizzato in collaborazione con Kerakoll. Appuntamento, dunque, a Bastia Umbra dal 21 al 23 ottobre.
news dal mondo bigmaT
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news dal mondo bigmaT Una torta con cinquanta candeline per BigMat Marzotto Di solito è chi compie gli anni a ricevere i regali. In questo caso invece non sarà così: infatti per il suo cinquantesimo compleanno la BigMat Marzotto Spa di Cologno Monzese ha deciso di riempire di regali e di preziose opportunità commerciali tutti i suoi affezionati clienti. «Per noi il cinquantesimo anno di attività è un traguardo importantissimo – dice Orazio Marchetto, socio della rivendita – e vogliamo condividerlo con tutti i nostri clienti, piccoli o grandi che siano. Lo spirito con cui festeggiamo questo compleanno è quello di fare che sia non solo un punto di arrivo ma anche un nuovo punto di partenza, per una rinnovata e ancora più stretta collaborazione con i nostri clienti e con le aziende produttrici che lavorano con noi». In effetti ne ha fatta di strada questa
azienda milanese, nata nel 1961 grazie alla capacità imprenditoriale della Famiglia Marchetto, che inserì sul mercato di Milano un “Magazzino di materiali edili” incentrato soprattutto nel settore degli intonaci. Oggi, adeguandosi alle esigenze dei costruttori, Marzotto Spa ha portato la propria efficienza direttamente in cantiere, luogo per eccellenza nel mondo delle costruzioni anche con la creazione di un'agenzia di vendita, la EPM Srl. E proprio con i protagonisti del mondo delle costruzioni il team di BigMat Marzotto vuole condividere i suoi festeggiamenti, che si concentreranno a settembre. Durante questo mese, all’interno della rivendita saranno presenti ogni giorno gazebo di aziende leader del settore con personale a disposizione di tutti i clienti per una consulenza specia-
lizzata sui prodotti e per offrire nuove soluzioni e opportunità commerciali. Tutti i clienti che entreranno in rivendita riceveranno anche simpatici omaggi pensati ad hoc per loro. Il clou a fine mese, con un evento speciale dedicato ai top client… ma questa è una sorpresa!
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bigmat international due importanti iniziative per i 30 anni di bigmat Una serata sugli Champs-Elysees Chi non vorrebbe passare una serata al Lido di Parigi? La “Ville Lumière”, da sempre considerata una delle città simbolo del vecchio continente, è famosa anche per essere la regina della festa e del divertimento. Uno dei simboli delle serate parigine è il Lido, celebre locale situato sull’altrettanto celebre
viale degli Champs-Élysées, che con i suoi spettacoli contribuisce dal 1946 alla fama della capitale francese. Non poteva essere scelta sede migliore per festeggiare i trent’anni di BigMat in Europa! Almeno così la pensa il team di BigMat France, che per festeggiare con i suoi top client ha deciso di organizzare una serata proprio al Lido, con un programma decisamente ricco: aperitivo alle 18, cena alle 19.30 e il clou alle 21.30, con lo spettacolo “Bonheur” e l’esibizione delle Bluebell Girls, settanta ballerine che daranno vita a coreografie mozzafiato. E dopo lo spettacolo si apriranno le danze per tutti i clienti e i soci presenti. La grande serata al Lido è prevista per il 10 novembre, e rientra nelle attività organizzate da BigMat France in occasione del Batimat, la fiera di settore più importante per il mercato francese.
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bigmat international Assegnato il Premio per l’Architettura BigMat È stato assegnato all’unanimità il Premio per l’Architettura BigMat, iniziativa spagnola giunta ormai alla quinta edizione. Ad aggiudicarselo il centro Culturale del Municipio de Blanca, nella regione della Murcia, rappresentato dall’architetto Martín Lejárraga. Il contenuto del progetto premiato riguardava la riqualificazione di una zona urbana locale e la creazione di una serie di strutture di servizio e intrattenimento per la popolazione realizzate intorno al fiume Segura, uno dei più importanti fiumi del sud della Stampa che di recente è stato oggetto di un lavoro di depurazione delle acque. La cerimonia di premiazione, alla presenza di oltre 200 invitati, si è svolta il 17 giugno a Santiago di Compostela
all’interno delle strutture della Città della Cultura. Il Premio per l’Architettura BigMat nasce con l’obiettivo di promuovere e sostenere i progetti spagnoli più importanti nell’ambito dell’architettura responsabile, promuovendo altresì il prestigio nazionale e
internazionale dei propri professionisti. I progetti premiati negli anni si sono sempre contraddistinti per aver tenuto conto della necessità di integrare il tessuto urbana con le nuove esigenze della società di oggi, sia negli interni che negli esterni degli edifici.
Lorenzo de la Villa, presidente di BigMat Promaespaña, con il vincitore Martín Lejárraga
Cena di gala per la premiazione
in viaggio
il benessere
delle tradizioni Terra di mille sapori squisiti, di paesaggi struggenti e di un mare da ricordare, la Puglia ha anche tre stabilimenti termali famosi da secoli e tutti da scoprire
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livi secolari, terre rosse, papaveri e il blu di un mare purissimo in cui riverbera, trasformandosi in mille diamanti, il sole. I cavatelli con le cozze, le orecchiette con le cime di rapa, le pettole e la farrata. Vi bastano come indizi per capire dove siamo? Certo, nella magnifica Puglia. Tra monumenti barocchi, colorate ceramiche, trulli, masserie, spiagge selvagge e campagne riposanti, questa terra offre anche tre stabilimenti termali, famosi da secoli. Le terme di Margherita di Savoia, chiamate così per rendere omaggio alla prima regina di Italia, si trovano nel Comune di Margherita di Savoia, in provincia di Foggia, località che si affaccia sullo splendido panorama del Golfo Di Manfredonia. La struttura termale si trova proprio di fronte al mare, costeggiata da una spiaggia di sabbia dorata e finissima, e si rifornisce dalle acque termali provenienti dalle saline della zona che oltre ad essere le più grandi d’Europa e a donare acque ad elevato tasso di salinità – di tipo salso bromo iodico, con un’alta concentrazione di cloro –, costituiscono anche fonti di attrazione per i visitatori della località. La composizione chimico-fisica di queste acque (di colore rosso e conosciute già dall’epoca di Annibale), che registra anche un leggero tasso di
radioattività, le rende particolarmente adeguate alla cura delle malattie della pelle, disturbi del sistema otorinolaringoiatrico, disfunzioni del sistema respiratorio, malattie dell’apparato genitale femminile, reumatismi e problemi alle articolazioni. I trattamenti termali utilizzano anche i fanghi che hanno origine dal decennale contatto
con le acque termali e che sono utilizzati soprattutto per l’elaborazione di trattamenti di bellezza (soprattutto linfodrenaggio) e programmi anti age. Spostandosi in provincia di Lecce, le terme di Santa Cesarea, graziosissimo paesino che si affaccia sull’incantevole canale d’Otranto, sono legate a una leggenda. Si narra che le acque ac-
DA FARE E DA VEDERE SANTA CESAREA. Il Bagno degli Archi, particolarmente perchè dalle acque emergono monoliti di origine tufacea che creano un’atmosfera ricca di fascino. Tra le bellezze della natura presenti sempre nelle vicinanze segnaliamo la grotta di Zinzulusa che si caratterizza per la presenza di un’infinità di stalagmiti e stalattiti, mentre la grotta Romanelli ospita incredibili graffiti e fossili di animali, testimonianza che queste grotte erano frequentate già nell’era del Paleolitico. Fate un salto anche a Lecce: le sue atmosfere barocche vi conquisteranno. FASANO. Per i più piccoli c’è Zoo Safari con zebre, giraffe, leoni, bisonti, orsi, scimmie e fenicotteri, e il parco giochi di Fasanolandia. Per gli amanti della storia e della cultura, da vedere l’incantevole Valle d’Itria ricca dei tipici trulli pugliesi, Egnazia, Martina Franca, Ostuni, e le grotte di Castellana. MARGHERITA DI SAVOIA, VICINANZE. I castelli di Bari, Barletta e di Trani, le cattedrali di Bisceglie, Molfetta e Altamura e i santuari di Monte Sant’Angelo e San Giovanni Rotondo.
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quisirono le loro proprietà grazie alla vergine Cisaria che, in fuga dal padre che la molestava, trovò riparo nelle grotte da cui oggi sgorgano le acque che riforniscono il centro termale di Santa Cesarea. Pur essendo sfruttate fin dalle epoche più antiche, le terme di Santa Cesarea cominciarono ad acquisire una certa importanza soltanto alla fine di XIX secolo. La loro acqua è classificata come acqua salsobromoiodica contenente tracce di zolfo e cloro e sgorga, come dicevamo, da quattro grotte naturali (Solfatara, Gattulla, Solfurea e Fetida) che comunicano direttamente con il mare e che si estendono lungo il litorale costiero che unisce Porto Badisco a Castro. Qui si curano malattie artroreumatiche, dermatologiche, tonsilliti, sinusiti, tracheiti, laringiti, bronchiti, faringiti e carenza di udito. Il centro termale attuale si compone dunque di tre strutture, tutte localizzate a poca distanza dal mare: la sede amministrativa, la struttura termale di Gattulla proprio a strapiombo sul mare e l’Hotel Palazzo. Tra gli altri trattamenti anche la cristalloterapia, il massaggio riflessogeno, il reiki, lo shiatzu, ma anche fitoterapia, omeopatia, bagni ai fiori di Bach, omotossicologia. Infine, ecco le terme di Torre Canne, nell’omonima località marina frazione del Comune di Fasano, a circa quaranta chilometri da Brindisi. Due le fonti curative che qui sgorgano: la fonte Antesana e la fonte Torricella, dalle acque fredde (sotto i 20 gradi) fortemente mineralizzate clorurosolfato-sodiche leggermente bromurate, utili per la cura delle disfunzioni del sistema circolatorio, dei disturbi di stomaco, fegato e intestino, delle malattie di orecchio, naso e gola e delle vie respiratore, delle patologie dell’apparato urinario e dell’apparato genitale femminile, dei problemi ad ossa e articolazioni, ma anche a livello di sistema nervoso. Notevole importanza rivestono anche i fanghi, il cui lento processo di maturazione avviene all’interno di un laghetto formato dalle fonti stesse di acqua benefica e posto proprio nel bel mezzo del parco di conifere che circonda il centro termale.
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dormire HOTEL MEDITERRANEO Via Roma 173 - Santa Cesarea Terme (LE) - Tel. 0836/944008 Hotel 4 stelle con vista mare, affacciato sul corso principale della località ed a pochi passi dalle terme. Prezzi a partire da 70 euro a persona. Masseria Torre Coccaro Contrada Coccaro, 8 - Savelletri di Fasano (BR) Apulia - Tel. 080/482.93.10 Relais 5 stelle lusso indimenticabile, con 39 camere (tra cui una suite con piscina privata) ed ambienti unici in cui ritrovare un’armonia del proprio corpo con i profumi della natura. Specializzata in trattamenti ayurvedici e in programmi di dimagrimento. Prezzi a partire da 270 euro a camera. Grand Hotel Terme Corso Garibaldi 1 - Margherita di Savoia (FG) - Tel. 0883/656888 Relax ed eleganza direttamente sul mare, con particolare attenzione alla cucina tipica e musica al piano bar. Prezzi a partire da 62 euro a persona.
mangiare A CASA TU MARTINU. Via Corsica 95 - Taviano (LE) Tel 0833/913652. Prezzo medio: 25 euro, vini esclusi Dall’antipasto al dessert, ogni piatto è realizzato con prodotti locali, freschi e genuini, preparati secondo le più antiche ricette della tradizione popolare e contadina. IL POETA CONTADINO. Via Indipendenza, 2 - Alberobello Tel. 080/4321917. Prezzo medio: 55 euro, vini esclusi La cucina, una Stella Michelin, è d’ispirazione tipicamente regionale, originale e creativa. Si va dalla crema di cicerchie alla purea di fave e cicoria, dal budino di cardoncelli scamorza affumicata e noci ai tagliolini neri alle vongole veraci e asparagi di mare. Li Jalantuumene. P.zza de Galganis 5 - Monte Sant’Angelo (FG) Tel. 088/4565484. Prezzo medio: 40 euro, vini esclusi Fedeltà alla cultura gastronomica del proprio territorio, ma con spirito di ricerca e grande attenzione alle tradizioni e alla genuinità, in un ristorante con numerosi tocchi d‘eleganza.
appunti di gusto
UN VINO D’HAUTE COUTURe Daniela e Franz Kraler sono dei guru dell’alta moda. Nelle loro boutique di Cortina, vipposa località invernale incastonata nelle Dolomiti venete, e l’asburgica Dobbiaco, in Alto Adige, vestono l’alta società romana, le mogli degli emiri, principesse, nomi noti del jet set internazionale, ma anche chi, come noi, ama il fashion d’haute couture e ogni tanto si concede il lusso di averne qualche pezzo nell’armadio, da indossare nelle migliori occasioni. L’esperienza, nelle loro boutique, è rara e forse in questo sta il successo: sembra di stare a casa propria, tra amici, mentre tra un pasticcino e un tè, tra una bollicina e un finger food si fa avanti e indietro dal camerino per provare, senza fretta,
qualsiasi cosa abbia catturato la nostra attenzione tra gli oltre settanta marchi a disposizione. E c’è da impazzire, perché Daniela, che sceglie personalmente le collezioni, non sbaglia mai un colpo, facendovi trovare quelle Jimmy Choo introvabili che avete desiderato fin dal primo momento che le avete viste ai piedi di Sarah Jessica Parker, oppure quel vestito di Dolce e Gabbana che indossava Madonna a Cannes paparazzata con il suo ultimo toy boy. Una sensibilità, quella di Daniela Kraler, che ora si può trovare anche nel bicchiere. Dalla loro tenuta vinicola in Valpolicella, Daniela e Franz Kraler hanno selezionato per-
sonalmente un rosso unico al mondo: un vino emozionale dall’ armonioso mix di gusti e sentori che, come immortalato sull’etichetta, racconta una storia d’amore e di stile che porta la firma degli enologi dell’azienda “Cà del Monte”. Un vino esclusivo, riservato solo ai clienti dei Kraler, frutto di un sapiente blend di uve Corvina, Rondinella, Molinara. Il risultato è un rosso carico e setoso al contempo, capace di sprigionare intense emozioni e tutta la passionalità che contraddistingue una delle coppie più belle dell’alta moda italiana. Come fare per averne una bottiglia? Scopritelo su www.franzkraler.it.
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in auto
è ora di andare sott’acqua Concept car asq e Hydron by Audi
L’auto di James Bond che diventa realtà e un bolide di gran classe privo di pedali. Tra sogno e realtà, la scienza automobilistica corre velocissima verso il futuro. Fra una trentina d’anni potrebbe essere consuetudine ritrovarsi alla guida di una vettura anfibia capace di muoversi sott’acqua proprio come la mitica Lotus Esprit dell’agente segreto più celebre della storia. Non a pelo d’acqua, come in alcuni casi è già possibile, ma proprio sotto, secondo la promessa di un giovane designer coreano e di un ingegnere belga. Asq e Hydron, rispettivamente opera di Juyoung Kim e David Cardoso, rappresentano due concept futurisici pensati per un mondo in cui il livello del mare sarà stato innalzato dai cambiamenti climatici. Audi ha concesso ai due progettisti di utilizzare il proprio marchio per gli studi di concept e design.
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La Hydron di David Cardoso
I due veicoli sono in grado di viaggiare sia sulla terra che in mare. La Asq è un’idea dello studente coreano di design Juyoung Kim, che prevede entro il 2040 la nascita del suo veicolo: un po’ automobile, un po’ barca e in parte sottomarino. La Asq passa ad una
propulsione water-jet quando viaggia sotto la superficie dell’acqua. Per quanto riguarda Hydron, si tratta di una tre posti con un motore elettrico in ogni ruota: i pneumatici diventano i propulsori del veicolo quando si trova in acqua.
La ASQ di Juyoung Kim
tecnologia
Zafirro Iridium
UN RASOIO
è PER SEMPRE
«Hos tu otiosos vocas inter pectinem speculumque occupatos». Ovvero «chiamali oziosi questi tra il pettine e lo specchio affaccendati». Così scriveva Seneca irridendo l’usanza di trascorrere intere giornate dal barbiere, da quel “tonsor” che ben presto divenne – grazie alla vanità dei maschi romani – una delle figure più rispettate dell’Impero. Cosa penserebbe oggi il buon Seneca trovandosi a leggere la notizia di un rasoio da ben 100mila dollari? Centomila dollari, proprio così, per un gioiello assolutamente hi-tech, prodotto in edizione ultra esclusiva e limitata. Sono infatti solo 99 gli esemplari dello Zafirro Iridium, un rasoio per il taglio manuale con le lame in zaffiro prodotto dalla Bright Light Ventures impiegando le più alte tecnologie della scienza missilistica e le nuove nanotecnologie per ottenere lame perfette per 10 anni. Insomma, quasi per sempre. Tre anni e mezzo
di ricerche e centinaia di prototipi prima di arrivare a questo concentrato di tecnologia e perfezione estetica. Finita l’era dell’usa e getta, anche il rasoio diventa così un accessorio di lusso.
Questa meraviglia, che incontrerebbe di certo gli strali di Seneca, è in vendita online sul sito del produttore http:// brightlightventures.com dove è possibile scoprire altre chicche niente male.
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