UP! n 4 - marzo 2012

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n. 4 - marzo 2012

POSTE ITALIANE SPA - SPED. A.P. - D.L. 353/03 ART. 1, CM. 1, DCB MI

60 anni di innovazioni e di inventori

la bioedilizia va in bicicletta

Dalle ultime novità del legno ai manuali internazionali sulla bioedilizia, dal Prodotto interno di qualità fino ad arrivare al ciclismo, lo sport simbolo della nuova mobilità urbana in cui BigMat sarà protagonista nel 2012


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BigMat è il gruppo di distributori indipendenti di materiali per l’edilizia leader in Europa. Anno 2 - Numero 4 - Febbraio 2012 Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblici BigMat Pro.Ma.Italia S.c.p.a. Via Roma 74 - Centro Direzionale Colombirolo 20060 Cassina de’ Pecchi - Milano T. +39 02 95344836 F. +39 02 95341232 E-mail: info@bigmat.it Ufficio commerciale - Vendita spazi pubblicitari BigMat Pro.Ma.Italia S.c.p.a. Via Roma 74 - Centro Direzionale Colombirolo 20060 Cassina de’ Pecchi - Milano Direttore responsabile Lina Mazzullo Consulenza editoriale CommFabriK Srl In redazione Marta Casiraghi Hanno collaborato a questo numero Tommaso Casagrande, Michelangelo Cecchetto, Stefano Guolo, Alessandra Guzzi, Zoe Laefleur, Enrico Nicoli, Nicola Pisano, Rosa Santavite, Cristina Serra, Carlo Vacca, Bibi Velluzzo Grafica e Impaginazione C&G Registrazione N° 240 del 03/05/2011 Tribunale civile e penale di Milano Come abbonarsi Per abbonarsi è sufficiente iscriversi su www.bigmat.it/community spedizione in contrassegno Stampa Faenza Industrie Grafiche srl Via Vittime Civili di Guerra, 35 - 48018 Faenza (RA) Responsabilità La riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro riproduzione, è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione dell’Editore. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati, e l’Editore non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. L’Editore non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista. Tiratura del presente numero: n. 24.000 copie Periodicità: trimestrale Poste Italiane Spa - Sped In a.p. D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c. 1 - DCB Milano Ai sensi del D. Lgs 196/2003, informiamo che i dati personali vengono utilizzati esclusivamente per l’invio delle pubblicazioni edite da BigMat Pro.Ma. Telefonando o scrivendo alla redazione è possibile esercitare tutti i diritti previsti dall’articolo 7 del D. Lgs. 196/2003.

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editoriale

C

ari Lettori, in un momento globalmente critico come questo, mi risulta difficile trovare un argomento adatto con cui affrontare l’editoriale di questo primo numero dell’anno, perché rischierei di cadere nella banalità perdendomi in facili filosofie. Ritengo però doveroso esprimere solidarietà a tutti coloro i quali, come noi, lottano ogni giorno per dare del valore aggiunto a questo mercato in difficoltà. A tutti coloro i quali si svegliano ogni mattina con la speranza che tutto passerà (presto!) e che il futuro possa ritornare ad avere i colori auspicati… A questa speranza ci aggrappiamo per trovare la forza di lavorare con lo stesso impegno di prima. Anzi, con impegno sempre maggiore. Il termine giusto che ci accomuna è TENACIA, perché è grazie ad essa che i più virtuosi operatori del settore oggi riescono ad andare avanti, a trovare nicchie di mercato che permettono ancora lo sviluppo di un’edilizia evoluta, fatta di soluzioni costruttive innovative e vincenti. Arrivare in cima è difficile, la salita è faticosissima e piena di ostacoli, ma, se pur consapevoli che non tutto dipenderà da noi, abbiamo tutti il dovere di non mollare. Questo è il messaggio che vuole dare oggi BigMat: serriamo le fila, per poter dare una spinta a chi ha il timore di non farcela. La nostra responsabilità settoriale nei confronti di tutta l’economia è ancora importantissima, siamo e saremo il settore trainante di tutta la filiera produttiva italiana ed è nostro dovere non solo ESSERCI, MA ANCHE RIUSCIRCI.

■ Lina Mazzullo

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sommario

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case in legno. il nuovo che avanza

Da materiale rustico e tradizionale a moderno prodotto high-tech, il legno torna ad essere il materiale più eco-chich

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il legno secondo bigmat Il progetto, in fase di sperimentazione, apre nuove prospettive in tutta Italia

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al legno armato “l’italia degli innovatori” Si chiama Armalam la trave di legno armata che piace tanto, anche al governo

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la Tour Eiffel diventa ecologica Il monumento parigino si rifà il look per diventare carbon negative

biomasse e bioedilizia da manuale

20 PIQ, il pil a misura d’uomo

La sostenibilità è la chiave del successo del Piq, ovvero il prodotto interno di qualità

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nella giungla delle certificazioni

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20-20-20 le misure perfette pER CREARE UN BELL’AMBIENTE

4

Ecco i passi fondamentali per creare un edificio energeticamente autosufficiente


sommario

27

34 VENEZIA, il mose e quei

granelli di argilla espansa Il più grande cantiere del mondo che salva la Serenissima dall’acqua alta ha un segreto: naturale, leggero e tecnologico

38 il cuore verde di roma

34

È l’Olgiata Verde, un progetto che fa parte dei Punti Verdi Qualità del X dipartimento romano

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LA PRIMA SCUOLA CASACLIMA DEL PIEMONTE A Quattordio l’amministrazione pubblica si impegna per un micro-nido davvero green

46 60 anni di invenzioni che

hanno cambiato il mondo

52 FDJ-BIGMAT PRONTA A

CONQUISTARE il mondo

57 al giro d’italia con bigmat 60 LO SPIRITO DI GRUPPO è LA FORzA DI FDJ-BIGMAT

Intervista a Francesco Moser

rubriche

62 il consulente d’azienda

60 31

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63 il consulente legale 64 formedil informa 65 federcostruzioni informa

se telefonando...

66 news dal mondo bigmat

Sorgenia brevetta un rivoluzionario sistema per gestire l’illuminazione pubblica con il

70 bigmat international

telefono e via sms

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appunti di gusto

cantieri a energia quasi zero

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in viaggio

Servono posizioni chiare per una politica industriale basata sull’efficienza energetica e sull’ecosostenibilità

78 in auto 79 tecnologia 5


Da materiale rustico e tradizionale a moderno prodotto high-tech. Così negli ultimi cinque anni gli edifici in legno in Italia hanno ampliato notevolmente la loro quota di mercato (passando da mille a 5mila). E le previsioni parlano di incrementi esponenziali entro il 2015, complice anche il Decreto Monti. di Nicola Pisano

Case in legno il “nuovo” che avanza

L’

attuale quota di mercato delle abitazioni residenziali in legno in Italia è del 2,8%, quella degli edifici dell’8,5%: detta in altri termini, ogni 12 edifici costruiti nel Bel Paese, uno è realizzato in legno. Si tratta ancora di una nicchia di mercato, che però cresce sensibilmente e molto più velocemente rispetto alle tipologie costruttive che impiegano altri materiali. Perché? Anzitutto per il fatto

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che negli ultimi tempi il legno si è conquistato una nuova immagine: da materiale rustico e tradizionale a moderno prodotto high-tech. Così, negli ultimi cinque anni le costruzioni in legno in Italia hanno ampliato notevolmente la loro quota di mercato (passando da mille a 5mila), pur in uno scenario che dal 2008 vede un’ininterrotta contrazione degli investimenti in edilizia. A dare un ulteriore impulso alla riscoperta di questo materiale naturale, impiegato


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nel settore delle costruzioni sin dall’antichità, è stata la visibilità ottenuta dopo il successo della ricostruzione postterremoto in Abruzzo. A partire dal 2009 il legno è stato infatti utilizzato in oltre il 70% delle nuove costruzioni edificate in questa regione, anche in virtù del suo buon comportamento in caso di sisma, ma soprattutto per i veloci tempi di cantiere. Così il legno, impiegato sino a pochi anni fa in prevalenza per la costruzione di tetti, torna a pieno titolo tra i materiali strutturali per eccellenza e, grazie alle nuove tecnologie messe a punto dagli istituti di ricerca sul legno, si declina in solai e pareti, formando l’intera struttura portante dell’edificio. Per comprendere meglio questo fenomeno Promolegno, in collaborazione con Assolegno, ha commissionato allo studio Paolo Gardino Consulting di Genova la ricerca “Il mercato italiano delle case in legno. Analisi del mercato. Previsioni fino al 2015”, per la quale sono state intervistate circa 200 aziende del settore e oltre 400 progettisti, con lo scopo di analizzare la situazione attuale e individuare i trend per i prossimi cinque anni.

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I DATI DEL SETTORE L’82% degli edifici in legno in Italia è rappresentato da case unifamiliari, il 9% da edifici bifamiliari e il restante 9% da edifici plurifamiliari. Il 71% di queste costruzioni è situato nel nord Italia (soprattutto nel Nordest), il 22% al Centro e il 7% al Sud e nelle isole. CasaB2, un progetto di StudioFRA redatto in collaborazione con l’azienda TorrisiCrea, è realizzata con pannelli prefabbricati in legno e presenta muri con massa differente in funzione della loro esposizione: massa pesante a nord, masse leggere ma isolate sugli altri lati. Il tetto della casa è anche progettato per raccogliere l’acqua piovana che è convogliata all’interno del basamento in una apposita vasca per la raccolta. Il resto della casa è un progetto “aperto”, flessibile, che consente la circolazione dell’aria naturale secondo le direttrici Nord-Sud ed Est-Ovest attraverso sistemi di persiane in legno, che filtrano a seconda delle necessità il sole e creano un passaggio mediato tra interno ed esterno. Utilizzando materiali e fornitori locali si riducono i costi di consegna e di tempo, inoltre ciò rende l’intervento eco-sostenibile, perché si riduce energia che sarebbe necessaria per trasportare i materiali in loco. Ciò rende CasaB2 l’unico esempio di casa ecologica concepita con criteri di pre-fabbricazione e design evoluto a basso costo ed in grado di essere “montata” in 4 settimane completa di tutti gli impianti. Il modello completo avrà certificazione energetica in classe A.


1ª DIVISIONE

1ª LINEA Membrane impermeabilizzanti e membrane impermeabiizzanti per impieghi specifici 2ª LINEA Membrane impermeabilizzanti Lighterflex 3ª LINEA Membrane impermeabilizzanti superadesive: autoadesive, autotermoadesive e termoadesive 4ª LINEA Fogli impermeabili e traspiranti per sottotegola 5ª LINEA Tegole tipo canadese

2ª DIVISIONE

1ª LINEA Isolanti termici in rotoli e pannelli accoppiati a membrane impermeabilizzanti. 2ª LINEA Isolanti acustici per pavimenti, pareti, soffitti e tetti

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1ª LINEA Adesivi e accessori per la posa di pavimenti e rivestimenti con piastrelle in ceramica, pietre naturali, pietre composite, mosaico e legno 2ª LINEA Isolanti EXTRABOND acustici per pavimenti, pareti, soffitti e tetti

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FROM KEEP AWAY FROST

TEMPERATURA MIN. DI APPLICAZIONE

SPRAY APPLICATION

APPLICARE A SPRUZZO

I

20 Kg GB

TO BE APPLIED BY PLASTERING TROWEL

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APPLICARE CON FRATTAZZO

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STOCCAGGIO: TEME IL GELO

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F

SPRAY APPLICATION

TO BE APPLIED BY BRUSH

TO BE APPLIED ROLLER

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25 Kg

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MINIMUM APPLICATION TEMPERATURE

TO BE APPLIED BY TROWEL

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MINIMUM APPLICATION TEMPERATURE

e

Const ruction Systems

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Prodotti per il rinforzo e l’impermeabilizzazione di conglomerati stradali; impermeabilizzazioni sotto asfalto di ponti, viadotti, parking e impalcati ferroviari per linee ad alta velocità - TAV

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H2O TO BE APPLIED BY ROLLER

APPLICARE CON RULLO

Partita

MUROSTUK

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• CAMPI D’IMPIEGO. è consigliato per impermeabilizzare muri di fondazione in calcestruzzo. • MODALITÁ D’IMPIEGO. La superficie da trattare deve essere asciutta, pulita e priva di parti di distacco. Le parti friabili vanno eliminate e ricostruite. Per l’adesività sulle superfici porose e secche, è consigliabile la stesura una mano di diluita al 30% con acqua. va mescolato prima dell’uso con trapani mmani di prodotto. Non eccedere nel consumo per mano per non l’evaporazione dell’acqua contenuta nel prodotto applicato. • CONSUMI. 0,500 kg/m2 per mano.

RIVESTIMENTO ELASTOMOERO-BITUMINOSO ALL’ACQUA WATER-BASED ELASTOMER/BITUMINOUS COATING RIVESTIMENTO ELASTOMOERO-BITUMINOSO ALL’ACQUA WATER-BASED ELASTOMER/BITUMINOUS COATING WATER-BASED ELASTOMER/BITUMINOUS COATING

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3ª DIVISIONE

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LL SIGI

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SEAL

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25 Kg

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Per quanto riguarda i sistemi costruttivi impiegati in Italia nel 2010 (a prescindere dall’emergenza Abruzzo), nel 44% dei casi si tratta di costruzioni a telaio, ossia con un’ossatura portante composta da montanti di legno, rivestita con pannelli sottili con funzione strutturale e materiali isolanti. La nuova tecnologia dei pannelli di legno massiccio a strati incrociati XLAM ha raggiunto in pochi anni il 33% del mercato, mentre la tecnica blockhaus (elementi lineari disposti orizzontalmente a formare le pareti) è ancora utilizzata nel 14% dei casi, insieme ad altre tecniche miste (9%). Per quanto riguarda il tipo di legno utilizzato, si tratta per la maggior parte di abete, un legno di conifera tenero e particolarmente diffuso nelle foreste europee, subito seguito da larice e pino. TREND PER IL FUTURO: 7.500 CASE NEL 2015 I risultati dello studio pronosticano che entro il 2015 le abitazioni residenziali in legno aumenteranno di un ulteriore 50% (dalle circa 5mila abitazioni in legno edificate in Italia nel 2010 alle circa 7.500 nel 2015). Un trend estremamente positivo si registra anche nel settore degli edifici non residenziali (edilizia scolastica, edifici sanitari, uffici, edilizia alberghiera, etc.) che potrebbero registrare aumenti del 70% nei prossimi cinque anni. Il legno ha buone possibilità di crescita nel settore dell’edilizia abitativa multipiano, in particolare nel contesto urbano. In Italia, nelle zone urbane e suburbane, gli spazi edificabili scarseggiano ed è quindi utile costruire in verticale: in questo contesto lo sviluppo delle strutture in legno potrebbe seguire la strada già percorsa in altri Paesi europei, dove i primi edifici con struttura in legno di 6, 7 e 9 piani sono stati edificati nel centro di città come Londra e Berlino. Ma con il legno è anche possibile “densificare” lo spazio riconvertendo il patrimonio edilizio italiano grazie ad ampliamenti e sopraelevazioni, settori molto interessanti per il legno che, essendo duttile e leggero, può essere impiegato per questo tipo di interventi. Un altro trend riguarda la diffusione delle costruzioni massicce in legno realizzate con la moderna tecnologia XLAM, una tipologia costruttiva vicina alle abitudini italiane perché permette la realizzazione di veri e propri

DOLOMITI PRO è un sistema totalmente esclusivo, di marchio trentino, altamente ingegneristico e innovativo, che prevede la combinazione di una maglia strutturale a travi e pilastri in legno lamellare con pareti esterne costituite da particolari pannelli pluristrato, un’assoluta novità nel campo delle costruzioni in legno. L’edificio di tre piani con una pianta di circa 30 mq è il più alto mai testato in Italia ed è stato sottoposto a differenti gradi di accelerazione sismica in modo da simulare il comportamento reale nel caso degli eventi più devastanti sul territorio nazionale. Nel 2012 l’edificio affronterà un altro test sismico e una prova resistenza al fuoco sullo stesso edificio, unici nel loro genere perché l’abitazione sarà messa alla prova completa di impianti, arredi e finiture.

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“muri di legno”, da rivestire sia all’interno che all’esterno con il materiale preferito e più adatto al territorio. Secondo le imprese del settore intervistate, questa tipologia costruttiva potrebbe raggiungere il 55% del mercato nei prossimi cinque anni. COSA SONO GLI XLAM L’XLAM (pannelli di legno massiccio a strati incrociati) è un materiale sempre più apprezzato dai progettisti, che iniziano ad utilizzarlo anche nel nostro paese per i suoi innumerevoli vantaggi: in primo luogo perché unisce le caratteristiche delle costruzioni massicce tradizionali con la salubrità e le proprietà ecologiche del legno. Con questi pannelli si possono costruire edifici di tutti i tipi, anche multipiano, sopraelevazioni, restauri. Il tutto in tempi brevi e con un alto grado di prefabbricazione, come numerosi esempi internazionali dimostrano. Il loro vantaggio essenziale è la stabilità dimensionale e le loro doti di rigidezza li rendono particolarmente adatti nell’edilizia antisismica e per la realizzazione di ogni tipo di edificio anche multipiano.

Tra tanti dati positivi ci sono però anche alcune riflessioni. Affinché il boom delle case in legno si esprima in tutto il suo potenziale è necessario diffondere maggiormente le competenze sulle costruzioni in legno nel mondo della progettazione, che deve essere in grado di proporre al cliente un progetto di qualità ineccepibile e in tutto e per tutto corrispondente alle esigenze attuali e future. Occorre inoltre che le aziende del settore costruiscano secondo criteri di eccellenza, per esaltare al meglio le caratteristiche e le prestazioni che questo materiale offre. UNA SPINTA IN Più DAL GOVERNO: VIA LIBERA ALLE COSTRUZIONI IN LEGNO OLTRE I 4 PIANI Alla fine, dopo mesi di rumors e di voci il più delle volte contrastanti, la modifica del comma 2 dell’articolo 52 della legge n.380 - 6 giugno 2001 è diventata realtà. L’importante decisione, contenuta nel Decreto Monti del 6 dicembre 2011, elimina la necessità di chiedere il nullaosta al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per le nuove costruzioni in legno superiori ai quattro piani, fornendo un sicuro incentivo alla crescita del settore. Costruzioni che, con il recente raggiungimento della terza fase di sviluppo del Piano Casa varato nel 2008, daranno un contributo significativo allo sviluppo del social housing nel nostro Paese grazie, soprattutto, alla possibilità di garantire ottime prestazioni in termini di risparmio energetico, biocompatibilità e sicurezza. Negli ultimi tre anni sono state costruite circa 50mila nuove case per un investimento globale di 3 miliardi di euro, ma la strada è ancora lunga, come dimostrano le percentuali delle costruzioni “sociali” ferme a un modesto 6% (rispetto a una media europea stabile al 20%), che equivale a un fabbisogno pari a 620mila abitazioni per 2,4 milioni di cittadini. ■

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IL LEGNO SECONDO BIGMAT BigMat inizia la produzione e commercializzazione di tetti in legno. Il progetto è in fase di sperimentazione ma il successo riscontrato in pochi mesi di attività apre nuove prospettive in tutta Italia, dove il format potrebbe essere replicato da Nord a Sud. Mentre in Calabria, già da cinque anni la Alfano Spa propone un servizio di manufatti in legno, che registra trend sempre più positivi. di Carlo Vacca

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e il legno è il materiale del futuro, il mondo della distribuzione edile che sta al passo con i tempi non può prescindere dal metterlo in gamma nella propria offerta. Così, BigMat sta già sperimentanto due approcci innovativi a questa tematica: il primo si chiama MatService e potrebbe diventare un nuovo format del gruppo internazionale, l’altro è un’esperienza singola, condotta in Calabria da Alfano Spa di Cosenza. Ambedue le realtà, attraverso l’uso di software specifici e macchinari hi-tech sono in grado di produrre manufatti in legno lamellare prefabbricati adatti a tetti in legno, porticati e gazebo. LA SPERIMENTAZIONE DI UN NUOVO FORMAT CHE è Già UN SUCCESSO Il via del progetto è stato dato a settembre 2011, con il coinvolgimento dei punti vendita della Liguria e del Piemonte. Il nuovo servizio alla clientela legato alle soluzioni in legno potrebbe essere un progetto antesignano che il gruppo BigMat Italia valuterà per possibili piani di sviluppo a livello nazionale. I servizi offerti comprendono l’ufficio tecnico e quello commerciale fino a coprire le fasi di progettazione e produzione dei vari materiali edili lignei che verranno richiesti o distribuiti dai vari punti vendita della zona. L’attenzione viene rivolta quasi esclusivamente al mondo residenziale, garantendo la completa copertura delle differenti e variegate richieste di lavorazione del legno o dalle necessità legate al suo utilizzo, grazie soprattutto a macchinari a controllo numerico gestiti attraverso i più moderni ed efficienti software presenti al momento sul mercato. I progetti, che cercano di assolvere alle richieste principalmente di una clientela di piccoli e medi costruttori, sono partiti da un’iniziale e indispensabile fase di sviluppo di tutti i pacchetti tetto, sia da un punto di vista strutturale che di attenzione alle normative legate al rispetto dei canoni d’isolamento. Un’indispensabile fase di passaggio per l’evoluzione successiva del servizio, che si concentrerà anche nell’offerta della miglior soluzione per lo sviluppo di case in legno. Il futuro, infatti, guarda al legno lamellare, o meglio, alle strutture XLAM per rispondere efficacemente non solo alle esigenze di risparmio energetico, ma anche alle attuali problematiche sismiche. Con la fine del 2012 si concluderà la fase di start-up del progetto, vista anche la favorevole risposta del mercato sin da questo iniziale periodo, l’idea è quella non solo di ampliare le linee produttive ma anche di replicare il progetto in altre aree geografiche italiane, già individuate nell’area calabrese, nelle fasce Tirreniche e Adriatiche, nel Nordest e in Sardegna.

L’ESPERIENZA CALABRESE In Calabria, il socio BigMat Alfano Spa ha avviato già da oltre cinque anni un servizio, cresciuto nel tempo, di progettazione e produzione di elementi architettonici in legno. L’azienda, è partita dalla realizzazione di semplici elementi quali tettoie o strutture per l’arredo esterno, per poi ampliare l’offerta fino a giungere all’attuale attenzione per progetti più ambiziosi, finalizzati alla conquista anche del mercato della casa in legno. Risponde a queste necessità l’acquisto di un nuovo pantografo in grado di garantire la lavorazione dei pannelli di legno massiccio a strati incrociati (XLAM), sia a tre che a cinque strati, una prodotto che consente l’evoluzione delle forniture aziendali anche verso la costruzione di edifici e solai. Le attente e sofisticate misurazioni in cantiere vengano poi utilizzate dal centro progettazione ed inserite nei più moderni software di calcolo presenti sul mercato che ne agevolano la lavorazione, la trasformazione e l’utilizzo. I software vengono utilizzati da operatori la cui formazione è costantemente aggiornata e migliorata, grazie a una formazione continua di alto livello che ha consentito di raggiungere dimestichezza anche nella risoluzione delle problematiche più complesse. Un mercato, quello del legno, che «nonostante le contingenze economiche negative, a fine dicembre è riuscito a registrare una dinamicità superiore rispetto alle tradizionale soluzioni edili, dimostrandosi un’importante fetta di mercato da tenere sicuramente in forte considerazione», conclude Alfano. ■

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AL LEGNO ARMATO “L’ITALIA DEGLI INNOVATORI” Si chiama Armalam la trave di legno armata che piace tanto, anche al governo. di Tommaso Casagrande

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i parte dal premio Focus 2002, che la nota rivista ogni anno dedica alla creatività dell’ingegno italiano, vinto grazie al rivoluzionario brevetto europeo Armalam®, ovvero il legno lamellare armato. Lo ha inventato Armalam Srl, vivace azienda trentina che per questo progetto è stata anche selezionata dal Ministero della Pubblica Amministrazione e Innovazione per la nuova edizione del programma “Italia degli Innovatori” del biennio 2011-2012 L’innovativo sistema Armalam®, in estrema sintesi, prevede il rinforzo del legno lamellare con l’inserimento di una o più barre di acciaio o di CFRP in apposite fresature longitudinali praticate in alcune lamelle e ad esse solidarizzate con un apposito adesivo epossidico, parte integrante della medesima tecnologia. Il metodo è stato messo a punto in modo da essere perfettamente compatibile con il moderno ciclo produttivo del legno lamellare, ma si presta anche

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innovazione in cantiere

livella, allinea

piomba, squadra

squadri allineament misura quote e pendenze

quote

piombature

ad essere utilizzato nell’importante settore del consolidamento del patrimonio edilizio esistente, dove risulta fondamentale disporre di tecniche flessibili ed adattabili alla specificità del singolo caso. Armalam® assicura l’ottenimento di travi di legno armate di elevate prestazioni (oltre +100%) sia per quanto riguarda la rigidezza che la resistenza: una trave Armalam® ha, infatti, una tensione ammissibile equivalente fino a 28 MPa e un modulo elastico equivalente fino a 28000 MPa, caratteristiche meccaniche che permettono un risparmio in altezza rispetto ad una trave equivalente in lamellare con la stessa base fino al 40% e che consentono di paragonare una trave Armalam® a due travi affiancate delle stesse dimensioni in lamellare. Per questo, la nuova trave made in Trentino è competitiva anche dal punto di vista economico.

Per le loro caratteristiche di rigidezza e resistenza, l’utilizzo delle travi Armalam® è particolarmente indicato nei solai. Sia in assenza che in presenza di soletta collaborante si riesce a garantire un’elevata rigidezza con spessori di solaio molto più contenuti rispetto all’impiego di una normale trave in legno massiccio o lamellare. Una peculiarità importante dei solai Armalam® - sfruttabili anche nelle coperture e molto indicati per le zone sismiche – e che sfrutta la presenza di barre di armatura annegate nel legno che, opportunamente sagomate, possono sporgere dalla testa di ciascuna trave per collegarsi direttamente al cordolo perimetrale in c.a., ottenendo, in questo modo, un vincolo bilatero efficace tra le murature perimetrali. Così facendo, tra l’altro, ciascun travetto non risulta più semplicemente appoggiato, ma in una condizione intermedia tra il semplice appoggio e l’incastro: di questo comportamento non si tiene conto prudenzialmente in fase di dimensionamento, ma sicuramente ciò assicura un ulteriore grado di rigidezza al solaio rispetto ad un altro tipo di solaio misto legno – c.a.. ■

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la Tour Ei ffel

Il mito si rinnova:

diventa ecologica

di Zoe Lafleur

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a rivoluzione verde non lascia scampo a nessuno. Nemmeno ai simboli dell’architettura mondiale, come la Tour Eiffel di Parigi, che diventerà presto più “ecologica” grazie al restauro del primo piano che sarà effettuato tra il 2012 e il 2013 e che prevede l’installazione di pannelli solari, mini eolico, impianti idroelettrici e di raccolta delle acque piovane, nonché di vetri speciali. Il tutto per ridurre del 50% il consumo di elettricità per l’illuminazione della Torre e per produrre in modo sostenibile la metà dell’acqua calda utilizzata


all’interno dei bagni e del ristorante. Ma non solo. Sarà realizzata una sala per spettacoli e un’altra, da 300 posti, per conferenze e convegni, oltre a boutiques, un caffè e un piccolo museo. Sul grande foro centrale, infine, sarà installata una corolla traslucida che darà ai visitatori l’illusione di camminare nel vuoto. Saranno ristrutturati 4.586 mq dei 5.420 mq di cui è composto il primo piano. La Torre sarà realizzata puntando sull’abbattimento delle attuali barriere architettoniche e avrà come altro importante obiettivo la riduzione dell’impatto ambientale. Il primo piano è stato progettato come uno spazio urbano reale con strade, edifici e uno spazio centrale, a 57 metri d’altezza. Permette una panoramica ravvicinata della città e l’esplorazione, contemporaneamente, della Torre stessa dove saranno montati vetri che, grazie alla loro posizione e orientamento, permetteranno di ridurre del 25% il riscaldamento delle facciate in estate e di risparmiare energia riducendo l’utilizzo dei climatizzatori. Sul tetto del padiglione Ferrié saranno installati quattro pannelli solari, per una

superficie totale di 10 metri quadri, che forniranno almeno il 50% dell’acqua calda richiesta. Una mini-centrale elettrica permetterà inoltre una produzione di 4mila chilowatt all’anno, mentre quattro turbine eoliche verticali verranno installate sotto il padiglione Ferrié e forniranno 8 mila kWh all’anno, senza produrre inquinamento acustico o visivo. Gli interventi in chiave ecosostenibile hanno interessato anche l’illuminazione, che sarà per il 95% a led. La somma di 25 milioni di euro, necessaria per realizzare l’intervento, sarà stanziata dalla società che gestisce la torre parigina, la Sete (Société d’Exploitation de la Tour Eiffel), e dall’amministrazione della Ville Lumiere. La ristrutturazione è a cura dallo studio di architettura Moatti-Rivière, in consorzio con la società Bateg. E non è finita qui. C’è un altro progetto per la Tour Eiffel che prevede l’installazione di 600mila piante lungo tutti i 327 metri della Torre, e di 600 alberi da piantare ai suoi piedi in una zona che già oggi è abbastanza verde. Si stima che i lavori potrebbero terminare nel giugno 2012 per un costo di 72 milioni di euro. Tutto questo potrebbe far diventare la Tour Eiffel “carbon negative”, cioè le piante potrebbero assorbire più CO2 di quanta la struttura può emettere (si stima che vengano emesse 84,2 tonnellate di CO2 e se ne possano assorbire 87,8). ■

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BIOMASSE E BIOEDILIZIA DA MANUALE Il manuale BI.SY.PLAN arriverà entro l’estate ed è frutto di un progetto europeo che coinvolge importanti università di sei nazioni diverse, mentre il Quaderno Tecnico “Bioedilizia” è già disponibile per tutti gli operatori del settore grazie a BigMat. di Cristina Serra

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n manuale europeo sull’uso delle biomasse, ovvero quelle risorse di origine forestale o agricole in cui sono presenti anche i loro residui – ma non i rifiuti di origine urbana, zootecnica anche se d’origine organica – che possono essere usati per fini energetici. Il volume sarà completamente gratuito e scaricabile online su www.bioenarea.eu, quando sarà definitivamente approntato, pare entro l’estate 2012. ll progetto si chiama BI.SY.PLAN (BIoenergy System PLANers handbook) e rientra nel macroprogetto internazionale BIO-EN-AREA, di cui per l’Italia è partner la Provincia autonoma di Trento – Servizio Pianificazione Energetica e Incentivi dell’Agenzia provinciale per l’energia e che ha come scopo quello di promuovere e facilitare lo scambio di esperienze nell’ambito della bioenergia, contribuendo all’elaborazione di politiche regionali di sviluppo nei rispettivi territori. «Il Cnr-Ivalsa – spiega Gianni Picchi, uno dei ricercatori coinvolti – è impegnato nella produzione di un manuale finalizzato a dare informazioni a diverse categorie strategiche nel processo decisionale inerente l’impiego delle biomasse: responsabili della cosa pubblica, amministratori, imprenditori e anche opinion maker locali delle comunità interessate. Lo scopo è principalmente quello di colmare le carenze conoscitive di natura tecnica ed economica sullo sviluppo delle bio-

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masse di chi necessariamente può essere uno specialista del settore, ma occupa posizioni-chiave ai fini delle scelte collettive. Proprio queste carenze lasciano spazio a superficiali pregiudizi o a valutazioni sommarie, determinando così scelte tecnicamente errate o inadatte al territorio e al contesto – ciò che costituisce il principale argomento dei detrattori della bioenergia. È perciò fondamentale dare dei parametri di riferimento per poter valutare fin dalle prime fasi la fattibilità dei programmi, ad esempio in merito all’offerta di biomassa o al fabbisogno dell’utenza». Il progetto, responsabile del quale è il professore svedese Björn Zethræus, rientra nell’ambito del Programma di cooperazione internazionale INTERREG IVC, di cui fanno parte anche Estonia, Irlanda, Macedonia, Spagna, Svezia, oltre che – per l’Italia – la Provincia autonoma di Trento. Insieme a Ivalsa ci sono l’Università Linnæus, il Centro per la ricerca e la tecnologia della Grecia (CERTH/ISFTA), l’Università di Tallinn e la Tipperary Energy Agency. Il manuale BI.SY.PLAN sarà di taglio europeo e consultabile online in modo gratuito, agevole e mirato. Esso tratterà le caratteristiche merceologiche della biomassa, gli aspetti impiantistici delle tecnologie disponibili e le scelte da fare in funzione delle caratteristiche del territorio. «Il


I SEI COMANDAMENTI DELLA BIOARCHITETTURA

Tutta la collana dei Quaderni Tecnici BigMat è disponibile in formato elettronico su chiavetta USB e sfogliabile sul sito www.bigmat.it

volume – continua Picchi, che lavora al progetto assieme a Jakub Sandak e Anna Sandak, sotto la guida di Lapo Cassini - tratterà un’ampia serie di biomasse, spaziando da quelle legnose forestali e agricole, a quelle erbacee residuali o da colture dedicate fino all’umido fermentescibile e ai residui dell’industria agro-forestale. L’obiettivo è quello di facilitare l’implementazione a breve termine dei sistemi bioenergetici, per cui l’attenzione sarà focalizzata su tecnologie affidabili e mature, che garantiscono il successo del progetto e un sicuro ritorno economico». In attesa che questo importante manuale veda la luce, è già disponibile per il mondo della progettazione e per tutti gli operatori del settore il Quaderno tecnico “La bioedilizia” di BigMat. Dai tetti verdi alle strutture in legno il sesto volume della collana – di cui si può fare richiesta gratuitamente in ogni punto vendita BigMat d’Italia oppure a info@bigmat.it – si propone di essere uno strumento utile, completo e facilmente consultabile, in cui ogni operatore del settore potrà trovare informazioni utili sui principi della bioarchitettura, sui parametri che influiscono sull’efficienza energetica e sull’evoluzione dei sistemi costruttivi, con particolare attenzione alle costruzioni a secco e in legno. In particolare i temi sviluppati nel QT6, si inseriscono

Sei sono i temi fondamentali, che, relazionati alla loro percettibilità di indicatori bioecologici, risultano variamente determinanti nella progettazione degli edifici: 1. Ubicazione sul terreno La collocazione geografica e topografica di un edificio è spesso condizionata da contingenze esterne, quali norme, vincoli, collegamenti viari che esulano dalle competenze del progettista, difficoltà di espressione degli intenti ecologici. 2. Strutturazione formale La forma di un edificio può dare all’esterno la sensazione di una costruzione realizzata secondo precetti ecologici, ma di fatto non fornisce segnali oggettivi. 3. Rapporto progettuale in sintonia con le caratteristiche degli spazi esterni Il giardino, il prato, il cosiddetto cortile sono di solito elementi di costruzione più facili da configurare in modo ecologico. Pertanto più leggibili e fonti di segnali. 4. Articolazione planimetrica La zonizzazione delle piante, ovvero la distribuzione interna e la destinazione d’uso degli spazi nella realtà, è intellegibile solo mediante astrazione. Appare pertanto come un segnale debole e scarsamente capace di trasmettere informazioni. 5. Scelta dei materiali Nella misura in cui traspare, la scelta dei materiali fornisce indicazioni attendibili sulla ecologicità della costruzione. È bene, tuttavia, prestare attenzione alle facciate di legno o di altri materiali naturali che potrebbero celare strutture completamente differenti. 6. Installazioni tecniche L’impiantistica, in primo luogo gli impianti di trasformazione energetica, rappresenta uno dei campi dove le scelte estetiche subiscono il maggior condizionamento, ma anche dove, nella maggior parte dei casi, si è in grado di segnalare la presenza di criteri di progettazione attenti all’ecologia. nel quadro normativo introdotto con la recente direttiva europea 2010/31/CE (nota come 202020) e riguardano la performance energetica e il comportamento passivo degli edifici; la bioarchitettura, la certificazione LEED e la qualità interna degli ambienti; i tetti verdi; i materiali naturali e a basso impatto ambientale; le costruzioni a secco, le costruzioni in legno e quelle in laterizio preformati. Il QT6 ha visto i contributi tecnici di sette aziende leader del settore, come Imper, Isolmant, Kerakoll, Knauf, Laterlite, Tenax, Wienerberger e Ursa. ■

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PIQ, il pil a misura d’uomo La sostenibilità è la chiave del successo del Piq, ovvero il prodotto interno di qualità, nuovo strumento di misura ideato da Unioncamere e Fondazione Symbola. di Michelangelo Cecchetto

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a grave crisi economica e finanziaria in atto ha dato maggior forza al dibattito da tempo aperto per trovare nuovi indicatori da affiancare al PIL. Sulla scia di questa riflessione, Unioncamere e Symbola hanno avviato un cantiere e un laboratorio di pensiero – il PIQ, il Prodotto Interno Qualità – per provare a dare una misura economica a un valore apparentemente intangibile come la qualità. Quanto ambiente o fantasia, legame con il territorio o coesione sociale, diritti o benessere dei cittadini, c’è dietro una filiera produttiva? O in altre parole, quanta parte dell’economia del nostro paese, e quindi del PIL, è riconducibile alla qualità e come tale può essere misurata e monetizzata? Per fare questo è necessario leggere con occhi diversi l’esistente e trovare le corde giuste per attivare le energie migliori del nostro Paese. Il Prodotto Interno di Qualità (PIQ) si propone come una nuova misura dell’economia per analizzare meglio la situazione attuale e le tendenze in atto. Per leggere l’Italia, misurarne le evoluzioni e affrontare la crisi. Frutto di un originale mix tra innovazione, ricerca, creatività e saperi territoriali, tutti tratti distintivi della soft economy, il calcolo del PIQ, riferito all’anno 2010, risulta elevato e pari al 46,9% del valore aggiunto prodotto a livello complessivo. In termini assoluti si tratta di un valore pari a 441.869 milioni di euro: «Il Piq - spiega Domenico Sturabotti, direttore di Symbola - rappresenta il tentativo di misurare la qualità della crescita di un Paese perché la crescita in sé non è un indicatore sufficiente: vendere oppio rende molto, ma è preferibile coltivare grano. E nel Pil cinese non viene ancora calcolato il peso delle 750mila persone che, secondo le stime

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della Banca Mondiale, muoiono prematuramente nel Paese a causa dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua». Parte da qui l’idea di creare un nuovo strumento di misura che tiene conto anche della situazione degli ecosistemi naturali, un innovativo sistema di valutazione che faccia da cruscotto di controllo della macchina economica misurando il flusso dei servizi di supporto alla vita (dal ciclo dei nutrienti ai processi di formazione del suolo fertile), di approvvigionamento (cibo, acqua potabile, materiali, combustibile), di regolazione (del clima, delle maree, dell’acqua, dell’impollinazione). In questo modo è possibile misurare, assieme allo stato dell’economia, quello degli ecosistemi naturali da cui l’economia stessa dipende visto che, ad esempio, forniscono oltre la metà dei farmaci. «Il Piq è uno strumento più che mai utile in un momento come questo, in cui occorre fare scelte serie ed eque - ricorda Ermete Realacci, presidente di Symbola -. Puntare sulla qualità e sulla sostenibilità significa infatti aumentare la capacità competitiva del paese e guardare con occhi diversi alle possibilità che la crisi offre».

la meccanica, l’elettronica, l’agroalimentare. E naturalmente l’edilizia. Un esempio su tutti è il recente studio di Confindustria Ceramica, dal quale risulta che circa la metà degli acquirenti delle piastrelle del distretto di Sassuolo vuole un prodotto con certificazione ambientale. E molte imprese italiane del settore hanno avuto successo in California grazie all’entrata in vigore, dal primo gennaio 2010, di una normativa che vieta la vendita nello Stato americano di valvole o rubinetti con tracce di piombo. I produttori italiani, con i tedeschi, sono gli unici al mondo ad avere le tecnologie adeguate per la fabbricazione di prodotti che rispettano i limiti di questa normativa. Così la concorrenza cinese – che propone rubinetti e valvole con il 5% di piombo – è stata annientata, dalla mattina alla sera, in un battito di ciglia. Un caso da manuale che dimostra come, alla lunga, puntare sulla qualità conviene (e rende spesso più di molte altre strategie).. ■

La direzione del mercato pare essere proprio questa: tra le aziende esaminate, infatti, una su quattro ha investito negli ultimi tre anni o investirà in prodotti e tecnologie green. Si tratta di 370mila imprese che nel 2011 hanno detto voler assumere oltre 220mila figure professionali riconducibili alla green economy. Tra i settori più impegnati nel campo della riconversione al “verde” troviamo la chimica,

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LEED, CasaClima, Passivhaus, ITACA sono le certificazioni energetiche degli edifici di cui si sente maggiormente parlare in Italia. Quattro modi diversi di intendere la sostenibilitĂ di un edificio e dare valore alla propria casa o al proprio progetto costruttivo. Vediamo come. di Carlo Vacca

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NELLA GIUNGLA DELLE CERTIFICAZIONI


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EED, CasaClima, Passivhaus, ITACA. Sono questi i nomi delle principali certificazioni energetiche degli edifici presenti in Italia. Ma quali sono le differenze tra ognuna di esse e quali fanno più al caso nostro? Queste quattro certificazioni possono esser suddivise in due grandi gruppi. Il primo, nel quale rientrano CasaClima e Passivhaus, è legato prettamente al calcolo e alla valutazione dei risultati di risparmio energetico garantiti dalla costruzione, l’altro, in cui rientrano LEED e ITACA, è invece attento all’ecosostenibilità di tutte le fasi e alle dinamiche di sviluppo di un edificio, partendo sin dalla necessaria scelta di materiali di costruzione obbligatoriamente certificati. Due gruppi dalle direzioni e dalla diffusione opposte: CasaClima e Passivhaus partono dalle esigenze del singolo cittadino, mentre LEED e ITACA cercano una diffusione verticale che coinvolga in prima battuta le commissioni pubbliche per poi diffondersi anche nel privato. CASACLIMA La certificazione CasaClima indica uno standard energetico, un marchio che garantisce l’alta efficienza energetica dell’edificio con un conseguente risparmio dei consumi e dei costi di climatizzazione. Il certificato energetico evidenzia il fabbisogno energetico dell’edificio e considera due classi di valutazione: l’isolamento termico dell’edificio e la qualità dell’impiantistica. Le categorie di CasaClima permettono di identificare il grado di consumo energetico di un edificio e si suddividono in CasaClima Oro, il cui fabbisogno energetico è inferiore di 10 kWh/ m²a, CasaClima A, il cui fabbisogno energetico è inferiore di 30 kWh/ m²a e CasaClima B, il cui fabbisogno energetico è inferiore di 50 kWh/ m²a. Si tratta di una certificazione importante, divenuta molto popolare nonostante presenti, oltre ai pregi, anche qualche difetto, come ad esempio la sua griglia valutativa, che analizza solo i dati espressi dal progetto e non i reali comportamenti di un’abitazione. PASSIVHAUS La certificazione Passivhaus va invece ad indicare il rispetto di alcuni standard che si basano su tre parametri fondamentali: i consumi energetici, il livello di comfort termico e i costi ragionevoli che permettano il rispetto dei consumi energetici e dei requisiti di qualità. Una Passivhaus consuma il 90% in meno rispetto alle case tradizionali, e circa il 75% in meno rispetto alle nuove case costruite secondo la regolamentazione termica attuale. Una Passivhaus sfrutta il riscaldamento ottenuto tramite fonti di calore passive: la radiazione solare, le persone, l’inerzia termica. Risultano quindi molto importanti l’isolamento termico, l’assenza di ponti termici, l’elevata impermeabilità all’aria, il controllo della ventilazione. Per ottenere la certificazione Passivhaus, in Italia vi sono solo due enti certificatori: la TCProg di Pergine Valsugana (TN) e la TBZ di Bolzano. Requisiti fondamentali sono il fatto che la costruzione deve richiedere un fabbisogno di riscaldamento inferiore a 15 kWh/mq anno, mentre la domanda di energia primaria necessaria per il riscaldamento, l’acqua calda sanitaria e l’elettricità non deve essere superiore ai 12kWh/ mq annui. L’involucro deve rispondere a determinati limiti di tenuta all’aria indicati dallo standard Passivhaus e per questo è richiesto un sistema di ventilazione meccanica con scambiatore di calore in grado di recuperare il calore dell’aria espulsa e consentire il mantenimento della qualità dell’aria interna. La certificazione Passivhaus non impone

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solo dei limiti di richiesta energetica, ma anche il rispetto di standard qualitativi e di costi. LEED E ITACA Le certificazioni LEED e ITACA, sono invece volontarie e hanno l’obiettivo di calcolare la sostenibilità ambientale sia nella fase di progettazione sia di realizzazione secondo il calcolo ed il rispetto di specifici requisiti. Mentre la certificazione LEED nasce negli anni ‘90, sviluppata dalla U.S. Green Building Council (USGBC), il sistema di certificazione ITACA nasce come Protocollo approvato dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e Province autonome italiane. Entrambi i requisiti si basano su un sistema di rating, suddiviso in macro aree, a cui si attribuirà un punteggio. Nel caso della certificazione LEED la somma del punteggio classificherà l’edificio in uno dei quattro livelli di certificazione previsti: Certified (40 o + punti), Silver (50 o + punti), Gold (60 o + punti), Platinum (80 o + punti). Le macroaree che saranno soggette a valutazione sono: • la sostenibilità del sito, cioè l’abbattimento dell’inquinamento diretto o indiretto causato da un cantiere edile; • la gestione efficiente delle acque; • i flussi energetici e di emissioni di Co2 dovuti al riscaldamento e raffrescamento dell’edificio; • l’uso di materiale riciclato o la cui produzione e trasporto in loco produca il minor quantitativo di emissioni; • il comfort e benessere degli ambienti in base all’illuminazione; • la qualità dell’aria;

• il benessere acustico e termico; • la priorità regionale ovvero la gestione delle problematiche degli aspetti locali, che consentono di ottenere crediti aggiuntivi nelle categorie precedenti. Lo stesso protocollo ITACA esamina approfonditamente i criteri di sostenibilità fornendo uno spettro di quali potrebbero essere i cicli di vita dei materiali e delle opere, le iterazioni col territorio e coi mercati. Anche in questa certificazione si cerca una classificazione per macro area i cui punti toccati possono registrare un punteggio che varia da -1, 0 è lo standard, a 5. Il grafico di punteggi che ne deriverà presenterà ciò che è l’edificio e le sue relazioni. Le macro aree, suddivise in totale in settanta schede valutative, sono la qualità del sito, un’analisi delle infrastrutture già presenti che avvantaggiano o penalizzano l’edificato; il consumo di risorse, ovvero il consumo sia nella fase di edificazione che nel periodo di vita dell’edificio con particolare attenzione all’efficienza in termini energetici; i carichi ambientali, considerazioni su rifiuti, uso delle acque, interazioni con il terreno; infine la qualità dell’ambiente interno e del servizio, un analisi del comfort abitativo, della qualità degli impianti, della fruibilità interna degli ambienti anche nel corso della loro vita. In entrambi gli standard, la scelta dei materiali assume un ruolo determinante, soprattutto nel rispetto della certificazione LEED. Questo aspetto comporta anche un necessario orientamento del mercato al fine di garantire la possibilità di acquisto e di ampia offerta, oltre ad aprire nuove frontiere di mercato per i rivenditori di materiale edile. ■

AAA CERTIFICAZIONE ENERGETICA CERCASI Non molti lo sanno, ma dal primo gennaio 2012 è scattato l’obbligo della certificazione energetica, chiamata Ace, senza la quale non sarà possibile vendere o affittare casa. La legge, inoltre, stabilisce che sarà obbligatorio indicare le prestazioni energetiche dell’immobile nell’annuncio immobiliare, ma siccome la normativa si applica a livello regionale, le cose cambiano a ogni campanile. La normativa europea, recepita dall’Italia nel 2009, stabilisce otto classi che dipendono dal rendimento energetico dell’abitazione. Per ora il caso più rigido è la Lombardia, dove a partire dal primo gennaio è stato posto l’obbligo per tutti di dichiarare la classe energetica e l’indice di prestazione energetica relativi alla climatizzazione invernale o al riscaldamento della singola unità immobiliare o dell’intero edificio in tutti gli annunci commerciali finalizzati alla vendita o alla locazione. L’inosservanza di queste disposizioni è soggetta a una sanzione amministrativa che va dai mille ai 5mila euro. L’attestato di certificazione energetica (Ace) deve essere predisposto a cura del proprietario dell’immobile, ma è il titolare dell’annuncio immobiliare a essere responsabile dell’inserimento dei dati relativi all’attestato nell’annuncio immobiliare, a prescindere dal fatto che sia lo stesso proprietario dell’immobile o un altro soggetto. E nel resto d’Italia? Le cose sono meno rigide, dato che la normativa nazionale non fa alcun riferimento a multe in caso di mancata indicazione nell’annuncio: fatta eccezione per la Lombardia, nelle altre regioni italiane la violazione dell’obbligo non comporta sanzioni pecuniarie. Per ora, almeno, perché in vista potrebbero esserci – al vaglio delle Regioni – disposizioni diverse. (Ste. Guo.)

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le misure perfette

PER CREARE UN BELL’AMBIENTE BigMat è in tour per l’Italia con 60 convegni volti a diffondere l’obiettivo della Direttiva 31/2010/CE. Ma quali sono i passi fondamentali per un edificio energeticamente autosufficiente? Ecco un’utile guida. di Stefano Guolo

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ostruire edifici a energia quasi zero, così come richiesto dalla UE con le prescrizioni del pacchetto Clima Energia dell’Unione Europea e dalla Direttiva 31/2010/CE, richiede nuove competenze professionali e un nuovo modo di pensare la progettazione stessa. Il lavoro del singolo professionista, per quanto ampia possa essere la sua esperienza e competenza, non è più sufficiente: oggi c’è la necessità di coniugare conoscenze e competenze multidisciplinari acquisibili solo attraverso un lavoro di team che veda la presenza di tutti gli attori coinvolti nella progettazione e realizzazione dell’edificio. Non più quindi solo una buona sommatoria di professionalità, ma una vera e propria integrazione sul progetto ed in cantiere. È questa la sfida da superare per poter realizzare edifici ad altissima efficienza energetica ed a consumo quasi zero, ma è questa anche la strada per un’edilizia e un’architettura veramente di qualità. Per farlo BigMat, con la collaborazione di EdicomEdizioni, sta promuovendo “azero tour”, sessanta incontri in tutta Italia per spiegare e divulgare il tema degli edifici a energia quasi zero. Iniziato a Gorizia il 31 gennaio e fino a fine febbraio ha visto la partecipazione di oltre 7mila operatori del settore. Fino ad ora, il tour è approdato in una trentina di città italiane, riscontrando enorme interesse per le tematiche proposte. Esperti del settore e rappresentanti

di istituzioni, Ordini e Collegi professionali si sono avvicendati al tavolo dei relatori, portando il loro contributo sia in termini formativi che di dibattito. È il caso, ad esempio, della tappa di Sondrio, dove Alessandro Pedrini, sindaco del Comune di Valdisotto, ha voluto portare all’attenzione del pubblico presente la ristrutturazione delle Scuole medie

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ed elementari di Valdisotto, fatta seguendo i criteri del 2020-20. «Grazie a questo – ha testimoniato Pedrini – oggi risparmiano 60mila litri di gasolio l’anno e rientreremo così dell’ingente investimento in pochissimi anni». Un intervento che conferma l’atteggiamento generale della regione Lombardia, che intende schierarsi in prima linea per gli edifici a energia quasi zero, ponendosi un obiettivo impegnativo, ma indispensabile: entro tre anni (2015), tutti gli edifici di nuova costruzione privati o pubblici, dovranno essere a energia quasi zero, ovvero ad altissima prestazione energetica e con un fabbisogno molto basso o quasi nullo e coperto in misura significativa da rinnovabili. Promesse importanti e di grande responsabilità, che puntano dritto, per migliorare le qualità del nostro patrimonio immobiliare e ridurre le emissioni complessive di CO2, verso l’efficienza energetica, investendo sulla qualità dei materiali e sul potenziamento degli impianti. A questo proposito, la Regione Lombardia ha recentemente approvato un bando da 22 milioni di euro per l’installazione di pompe di calore in edifici pubblici (grazie anche ad interventi di questo tipo in Italia sono stati risparmiati 47.800 GWh/anno di energia). Gli edifici a zero emissioni sono un’attualità stringente che non fa differenza tra Nord e Sud. A Reggio Calabria, ad esempio, ha lasciato il segno l’intervento di Andrea Cuzzocrea, presidente dell’Ance locale, che ha evidenziato: «L’80% degli edifici pubblici della Provincia sono strutture datate

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e dispendiose da un punto di vista energetico, solo con la semplice sostituzione dei serramenti si otterrebbe un notevole risparmio dei consumi. L’amministrazione ha quindi un ampio margine di azione per poter così dare l’esempio e spronare tutti i protagonisti della filiera edile alla continua formazione e alla necessaria collaborazione per perseguire i risultati richiesti dalla direttiva 20/20/20». Il tour di BigMat proseguirà per tutto il mese di marzo: per consultare tutte le date e iscriversi, gratuitamente, basta cliccare su www.azerotour.com.


i passi fondamentali per un edificio a bassissimo consumo energetico Relazione con il sito Una corretta analisi del sito consente di massimizzare gli apporti passivi del sole, contributo del tutto gratuito nell ‘ambito del bilancio energetico e che comporta una naturale diminuzione del fabbisogno di energia. In parallelo evidenzia quali possano essere le situazioni sfavorevoli presenti in sito (venti dominanti, ombreggiamenti), sia nella stagione invernale che in quella estiva, rispetto alla quale bisogna adottare tutti gli accorgimenti che evitino il surriscaldamento.

Definizione dell’involucro Ottimizzati e controllati gli apporti gratuiti si definisce l’involucro in termini di prestazioni, nodi tecnologici e materiali. In questa fase si devono controllare altri due aspetti: la prestazione estiva dell’involucro, importante quanto quella invernale (il nostro è un clima mediterraneo, non nord europeo) e la corretta igrometria dello stesso, garantita da un attento controllo della traspirabilità dei singoli componenti e dalla perfetta tenuta all ‘aria e al vento dell’involucro.

Impianti Anche un edificio ad energia quasi zero è dotato di impianti; l’alta performance raggiunta con l’involucro lascia come ultimo margine progettuale il contenimento delle perdite per ventilazione. Da ciò l’introduzione di un sistema di ventilazione meccanica controllata con recuperatore di calore in modo da chiudere positivamente il bilancio energetico. Non sono però esclusi a priori gli altri sistemi presenti sul mercato; semplicemente saranno di taglia molto contenuta e progettati ad hoc, nell’ottica di massimizzarne l’efficienza.

Utente Questo nuovo modo di pensare la macchina casa e conseguentemente di viverla, introduce una nuova variabile di progetto: l’utente. La consapevolezza più o meno spiccata di chi fruisce di questi ambienti è garanzia del funzionamento o meno del sistema progettato. In tal senso l’utente può indurre riflessioni diverse sulle soluzioni da adottare, ciò nella direzione di garantire comunque il funzionamento di quanto progettato.

calendario marzo 1 marzo: 9.30-12.30 2 marzo: 9.30-12.30 5 marzo: 16.00-19.00 6 marzo: 9.30-12.30 6 marzo: 16.00-19.00 7 marzo: 9.30-12.30 8 marzo: 9.30-12.30 8 marzo: 16.00-19.00 9 marzo: 9.30-12.30 12 marzo: 15.30-18.30 13 marzo: 9.30-12.30 13 marzo: 16.00-19.00 14 marzo: 9.30-12.30 14 marzo: 16.00-19.00 15 marzo: 9.30-12.30 15 marzo: 16.00-19.00 16 marzo: 9.30-12.30 19 marzo: 15.30-18.30

CAGLIARI RIETI PERUGIA AREZZO SIENA GROSSETO LIVORNO LUCCA FIRENZE VICENZA PISTOIA PISA IMPERIA SAVONA GENOVA ALESSANDRIA VERCELLI REGGIO EMILIA

20 marzo: 9.30-12.30 20 marzo: 16.00-19.00 21 marzo: 9.30-12.30 21 marzo: 16.00-19.00 22 marzo: 9.30-12.30 22 marzo: 16.00-19.00 23 marzo: 9.30-12.30 26 marzo: 15.30-18.30 27 marzo: 9.30-12.30 27 marzo: 15.30-18.30 27 marzo: 16.00-19.00 28 marzo: 9.30-12.30 28 marzo: 16.00-19.00 29 marzo: 9.30-12.30 29 marzo: 16.00-19.00 30 marzo: 9.30-12.30 30 marzo: 16.00-19.00

ASTI CUNEO TORINO BIELLA NOVARA VARESE BERGAMO BELLUNO ROVIGO FERRARA RIMINI ASCOLI PICENO TERAMO CHIETI MACERATA ANCONA PESARO URBINO

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Sorgenia brevetta un rivoluzionario sistema per gestire l’illuminazione pubblica con il telefono e via sms. di Zoe Lafleur

SE TELEFONANDO…

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l dipartimento ricerca e sviluppo di Sorgenia Menowatt, l’azienda del Gruppo Sorgenia dedicata allo sviluppo e alla diffusione di soluzioni per l’efficienza energetica rivolte in particolare alla pubblica amministrazioni, ha messo a punto un nuovo alimentatore elettronico Dibawatt che permette di gestire l’illuminazione pubblica attraverso una telefonata. Come? Ad ogni lampione è associato un numero di telefono al quale possono essere indirizzate chiamate o SMS che, opportunamente elaborati da un’interfaccia GPRS/GSM collegata al Dibawatt, attivano diverse funzioni: accensione e spegnimento, riduzione o aumento del flusso luminoso. Il sistema è semplice ed economico perché il gestore dell’impianto di pubblica illuminazione seleziona semplicemente il numero telefonico del lampione e invia un certo numero di squilli, a seconda del comando che vuole attivare, e riaggancia. A questo punto, attraverso un apposito algoritmo, l’interfaccia telefonica del Dibawatt interpreta opportunamente la chiamata telefonica e, senza rispondere, quindi senza addebito per il chiamante, attiva la funzione richiesta. Comandi più complessi (come la gestione della cartellonistica a messaggio variabile) possono essere inviati, invece, attraverso SMS. Ma non finisce qui: sono disponibili anche app sviluppate su cellulari con sistema Android per facilitare ancora di più le funzioni operative del gestore. Il nuovo alimentatore Dibawatt permette di effettuare modifiche operative singolarmente su punti luce particolari o strategici, per esempio in corrispondenza di incroci stradali e in occasione di modifiche temporanee del traffico, senza dover intervenire in corso d’opera sull’intero impianto di illuminazione formato da centinaia o anche migliaia di lampioni. ■

CHI è SORGENIA MENOWATT Sorgenia Menowatt è la società del Gruppo Sorgenia dedicata allo sviluppo di soluzioni per l’efficienza energetica. E’ stata costituita nel 1993 a Grottammare, in provincia di Ascoli Piceno. Le sue attività sono rivolte prevalentemente verso le amministrazioni pubbliche e le aziende private. Secondo i dati aggiornati a fine 2011, Sorgenia Menowatt ha effettuato circa 400 interventi di riqualificazione energetica su interi impianti di pubblica illuminazione comunale, corrispondenti a un risparmio di oltre 91milioni kWh e a più di 55.700 tonnellate di CO2. Il Gruppo Sorgenia è il primo operatore privato del mercato italiano dell’energia con circa 500mila clienti in tutta Italia, in particolare concentrati nel segmento business, e impianti di produzione per quasi 4.000 MW di potenza installata. All’intero portafoglio di clienti finali Sorgenia propone un’offerta integrata di elettricità, gas e servizi per il miglioramento dell’efficienza energetica, che vanno dagli audit energetici per le imprese industriali ai semplici apparecchi per l’eliminazione dei prelievi da stand- by per i consumatori domestici. L’efficienza è uno dei fondamentali criteri guida per le attività di Sorgenia nell’ambito della generazione elettrica, con il ricorso alle tecnologie più efficienti e compatibili oggi esistenti.

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Cantieri a energia quasi zero, ma serve una svolta normativa

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Servono posizioni chiare per una politica industriale basata sull’efficienza energetica e sull’ecosostenibilità. a cura di Ascomac Cogena

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rogettazione, costruzione, ristrutturazione e manutenzione del patrimonio infrastrutturale ed immobiliare per la realizzazione di una politica industriale basata sull’efficienza energetica e sull’ecosostenibilità. Questa la priorità di Ascomac Cogena che dal 1994 rappresenta le aziende che operano nel settore e che ha come intento generale quello di arrivare ad un modello di Cantiere – Edificio/Infrastruttura ad “energia quasi zero”. L’innovazione tecnologica, frutto di elevati investimenti in ricerca e sviluppo, ha un grande impatto nel raggiungimento di questo obiettivo: permette, infatti, all’impresa edile, in fase di costruzione, di poter disporre di macchine molto efficienti, a basso impatto ambientale e a ridotto consumo di combustibile; consente inoltre al progettista di installare sistemi alternativi ad alta efficienza. Grazie alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie anche il cliente finale può disporre di particolari benefici: ovvero di un prodotto efficiente e ad emissioni quasi zero, sia per un edificio pubblico che privato. Ciò è tanto più rilevante se si considera che gli edifici influiscono sul consumo energetico per un lungo periodo di tempo. L’associazione, ha spiegato il Segretario Generale Carlo Belvedere, auspica la valorizzazione della filiera dell’efficienza energetica integrata, grazie all’introduzione del binomio tecnologie di generazione a basso impatto ambientale, quali la cogenerazione ad alto rendimento, e le reti elettriche private, a beneficio dei clienti finali e dei settori del terziario e abitativo. Questi ultimi, secondo fonti dell’Unione europea, sono responsabili del 40% del consumo globale di energia nel Continente. Se è vero che le imprese edili negli ultimi anni hanno compiuto passi importanti (tanto che l’investimento in ricerca e sviluppo varia tra il 5% e il 10% del fatturato raggiungendo livelli di eccellenza anche del 15%, misurabile in termini di brevetti e di realizzazioni), c’è ancora molto da fare, soprattutto in termini normativi, per sostenere lo sviluppo dell’efficienza energetica. A tal proposito si è verificata recentemente una novità: l’Autorità Garante della Concorrenza e del mercato ha segnalato a Governo e Parlamento le distorsioni della concorrenza derivanti dalla attuale disciplina dei sistemi di distribuzione chiusi e più in generale delle reti elettriche private. «Con questa Segnalazione – sottolinea Carlo Belvedere – l’Autorità recepisce pienamente le osservazioni presentate da Ascomac Cogena

chiedendo al Governo e al Parlamento di correggere l’attuale situazione che lede la concorrenza nel mercato dell’energia in materia di reti elettriche». Il passo successivo ora spetta al legislatore che dovrà recepire le normative europee e agire implementando lo sviluppo della concorrenza e in questo modo la tutela dei consumatori finali. Secondo Ascomac Cogena di tratta di un punto di partenza considerevole. «Ora bisogna puntare – prosegue Belvedere – sull’investimento in tecnologia efficiente come la cogenerazione (sistema alternativo ad alta efficienza) per ridurre i costi di approvvigionamento energetico. Occorre liberalizzare la sostenibilità rinnovabile, efficiente, diffusa e avviare un sistema per il quale le fonti rinnovabili non siano un costo, ma una seria e sempre più necessaria opportunità di sviluppo economico, occupazionale ed infrastrutturale. Sebbene si stia provvedendo alla regolamentazione del settore l’Italia è in ritardo. Una delle urgenze è quella di includere la cogenerazione tra i programmi e gli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica rivolti ad una pluralità di clienti finali, al settore terziario a quello residenziale e a quello delle medie e piccole industrie come richiesto dai provvedimenti comunitari». Anche perché la cogenerazione può incrementare l’efficienza di utilizzo del combustibile fossile fino a oltre l’80%. A questo bisogna aggiungere i vantaggi di minori costi e minori emissioni di inquinanti e di gas a effetto serra, rispetto alla produzione separata di elettricità e di calore. In confronto alle centrali elettriche, la cogenerazione può essere realizzata in impianti di generazione di calore ed elettricità per grandi strutture (ad es. ospedali, alberghi ecc.) ma anche per piccoli centri urbani. La combustione nelle piccole centrali a cogenerazione raggiunge risparmi fino al 40% nell’utilizzo delle fonti primarie di energia. ■

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Il più grande cantiere del mondo che salva la Serenissima dall’acqua alta ha un segreto: naturale, leggero e tecnologico. di Rosa Santavite

VENEZIA, IL MOSE E QUEI GRANELLI DI ARGILLA ESPANSA 34


L

e ruspe lavorano incessantemente nei cantieri del Mose. Alle tre bocche di porto di Venezia (Lido, Malamocco e Chioggia) si stanno costruendo gli enormi cassoni del sistema di paratoie mobili che dovrà mettere all’asciutto la città dall’acqua alta. L’avanzamento dei lavori è ben oltre il 70% e dà lavoro – direttamente o indirettamente – a 3mila persone. E continuerà a darlo, tenendo conto che dopo la costruzione ci sarà la fase della gestione e della manutenzione di quest’opera di macroingegneria che non ha precedenti al mondo.

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leca cls1400 La speciale conformazione della bocca di porto di Lido, con la presenza dell’isola intermedia tra le due estremità dell’immissione in laguna, ha determinato la necessità di realizzare due schiere di paratoie denominate Lido-S. Nicolò (lato ovest) e Lido-Treporti (lato est). In particolare per quest’ultima, il progetto prevede la costruzione di otto cassoni, per l’alloggiamento delle paratoie mobili, successivamente da varare e collocare trasversalmente alla bocca di ingresso. In relazione alle importanti dimensioni dei cassoni, lunghi circa 70 m, larghi circa 36 m ed alti ca. 8,70 m, il peso di ogni singolo elemento (circa 18.000 t) è determinante per il loro galleggiamento, necessario per il loro trasporto dall’area di cantiere al fondo della bocca di porto. Ecco allora che l’elemento peso è stato determinante nella scelta delle soluzioni tecniche per la costruzione dei cassoni, in particolare l’impiego del calcestruzzo, elemento strutturale di riferimento, che è stato studiato talmente attentamente che in alcune sue parti è stato sostituito con calcestruzzo strutturale leggero per ridurre il peso complessivo. La soluzione tecnica leggera non poteva prescindere dalla componente resistenza, necessaria per assolvere alle funzioni statiche generali; l’obiettivo quindi dei progettisti è stato quello di individuare un calcestruzzo che potesse coniugare leggerezza (densità a fresco inferiore a 1500 kg/m3) e resistenza (media a compressione cubica superiore a 18 N/mm2). La scelta tecnica ha visto prevalere l’impiego di argilla espansa Leca, aggregato di riferimento per queste tipologie esecutive da oltre 40 anni in Italia. Laterlite ha quindi messo a disposizione dell’impresa Mantovani la propria esperienza e professionalità per studiare e produrre uno speciale calcestruzzo che avesse le caratteristiche e prestazioni richieste unitamente all’esigenza di essere premiscelato in sacco, per specifiche esigenze cantieristiche. Il calcestruzzo impiegato, una variante del noto Leca CLS 1400, presente sul mercato da oltre 15 anni, ha permesso di ridurre il peso del calcestruzzo di oltre 1 ton al m3 (rispetto a quello tradizionale). Il calcestruzzo premiscelato in argilla espansa Leca è stato impiegato per la formazione delle gallerie interne ai cassoni, due per elemento, posto in opera nello spessore di circa 40 cm a tutta lunghezza (circa 60 m) attraverso pompaggio pneumatico per facilitare e velocizzare le attività esecutive. La fornitura complessiva per il Mose, è stata di circa 2000 m3.

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Solo basandosi sulle dimensioni, quello del Mose è attualmente il più grande cantiere esistente al mondo, il volto che l’Italia ha presentato all’Expo 2010 di Shanghai. Nei tre cantieri in cui il Consorzio Venezia Nuova (concessionario del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti) sta costruendo il sistema, sono in via di realizzazione i 35 cassoni in calcestruzzo che andranno collocati alle bocche di porto lagunari e che accoglieranno le 78 paratoie mobili


a scomparsa realizzate in acciaio e destinate ad alzarsi al bisogno grazie all’iniezione al loro interno di aria compressa al posto dell’acqua. Secondo il principio di Archimede. Le modifiche all’ambiente lagunare sono profonde. La specie di palazzo a nove piani disteso sott’acqua, pronto ad alzarsi del tutto o in parte a seconda delle necessità ha inciso non poco sulla conformazione subacquea. Ma non è tutto lì. Al largo di Chioggia e Malamocco, le grandi dighe foranee costruite per smorzare il moto ondoso, alle quali presto se ne aggiungerà un’altra al largo del Lido, saltano subito all’occhio. Attorno a queste barriere di scogli, che prima non esistevano, la fauna acquatica, però, ha già trovato un suo ambiente ideale.

Ci sono poi le conche di navigazione e i porti rifugio costruiti in ciascuna delle bocche di porto, per consentire alle navi di entrare in laguna anche quando le paratoie saranno chiuse, e al centro della bocca di porto del Lido spunta la nuova isola artificiale destinata ad accogliere l’area impiantistica principale del Mose. A quest’isoletta di circa 8 ettari si aggancerà da un lato la schiera di paratoie che arriverà fino a San Nicolò e dall’altro quella che arriverà a Treporti. Il costo complessivo del Mose è di circa 4.678 milioni di euro, di cui 3.244 già assegnati. La fine dei lavori, prevista per il 2014, potrebbe essere rispettata, a patto però che i finanziamenti arrivino dal governo con la stessa regolarità con cui sono arrivati fino ad oggi. ■

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e d r e v

IL CUORE DI ROMA

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È l’Olgiata Verde, un progetto che fa parte dei Punti Verdi Qualità del X dipartimento romano, dove il 30% del fabbisogno energetico degli edifici è ricavato dalle fonti rinnovabili, dove al cls è stato preferito il legno e dove la sostenibilità è garantita anche da due prodotti hi-tech dalle altissime prestazioni. di Cristina Serra

A

ttività commerciali in diretto rapporto con l’esterno, negozi incastrati in un giardino all’interno di un’area naturalistica, e un centro sportivo enorme, il tutto realizzato con rivestimenti innovativi e utilizzando fonti rinnovabili. È l’Olgiata Verde, a ridosso della Cassia, un progetto che rientra nel programma dei Punti Verdi Qualità del X dipartimento, che prevede la realizzazione di opere su terreni di proprietà comunale da parte di concessionari privati che, come corrispettivo per i lavori svolti, gestiranno a proprio vantaggio le opere per il periodo di concessione (33 anni). E oltre al costo di costruzione delle opere, il privato deve farsi carico della realizzazione a proprie spese di opere pubbliche “non profit” per la collettività. La società concessionaria Olgiata Verde Srl ha affidato la progettazione al giovane studio di architettura romano Lad, che ha curato gli interventi garantendo un inserimento non invadente degli edifici all’interno delle aree naturalistiche e conservando più del 70% degli 11 ettari totali come spazio verde. Il rispetto per l’ambiente si estende anche al risparmio energetico: il 30% del fabbisogno degli edifici è ricavato mediante l’utilizzo di energia ottenuta da fonti rinnovabili, come il sistema fotovoltaico e la cogenerazione. L’uso del calcestruzzo armato nel centro sportivo è fortemente limitato: le sagome degli edifici sono ottenute mediante l’utilizzo di un materiale naturale, il legno lamellare, che armonizza il rapporto dei manufatti con il contesto. Per i rivestimenti non manca l’utilizzo di

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materiali innovativi come lo zinco-titanio e le membrane traspiranti Delta di Dörken Italia. Il centro polifunzionale dell’Olgiata Verde si sviluppa su 8mila mq di spazio per le attività outdoor, mentre i 7.500 mq di quelle indoor vengono distribuiti su tre blocchi dalle funzioni distinte ma collegati in modo tale da ricreare uno sviluppo “a boomerang” che si dipana dal nucleo centrale esagonale adattandosi alle forme orografiche del sito. Questo nucleo centrale è stato adibito a tutte le attività ricreative del centro e da esso si sviluppano, perpendicolarmente, l’edificio piscine e l’edifiicio palestra. L’Olgiata Verde è un centro pensato e ideato secondo un linguaggio architettonico nel quale i volumi, disegnati

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DELTA®-VENT S è una membrana sottotetto traspirante e impermeabile per tetti in pendenza e senza ventilazione interna. Ideale per la posa a diretto contatto con qualsiasi isolamento termico o su tavolato in legno e, grazie al suo triplo strato (composto da una membrana aperta, racchiusa da due fogli di tessuto non tessuto), agevola la dispersione verso l’esterno dell’umidità interna. Il prodotto è posto sul mercato in rotoli della larghezza di 1.50 mt la cui lunghezza totale consente la copertura, evitando deformazioni e rigonfiamenti, di un totale di 50 mt di superficie. DELTA®-VENT S oltre a garantire un’elevata resistenza alla trazione e al calpestio, consente tramite la doppia banda adesiva una posa rapida e resistente al vento. Le sue caratteristiche meccanico fisiche consentono il mantenimento dell’efficienza in un intervallo di temperature tra i -40° e +80°, assicurano un comportamento al fuoco E secondo la normativa EN 13501-1 e un’impermeabilità W1 secondo la normativa EN 13859-1.


attraverso l’orditura di legno lamellare, sono conclusi da coperture leggere con un innovativo rivestimento in lamiere di zinco titanio, in prossimità del quale è stato necessario posare DELTA® – TRELA, strato separatore drenante per la microventilazione dei tetti inclinati, ventilati e non ventilati, con copertura in metallo. I tre edifici dell’Olgiata Verde sfruttano lo schema statico dell’arco a tre cerniere che, ancorato a terra ad un plinto, sviluppa una luce di 32 metri e la cui conclusione si appoggia su un grande pilastro in cemento armato. Queste travi principali sono tra loro collegate attraverso una serie di controventi e da un’orditura secondaria in arcarecci in legno lamellare.

DELTA® – TRELA è uno strato separatore drenante per la microventilazione dei tetti inclinati, ventilati e non ventilati, con copertura in metallo. Garantisce una protezione interna sicura dal ristagno di umidità e dalla corrosione per tetti e facciate in metallo (zinco-titanio, alluminio, acciaio, rame, etc.) e nella versione DELTA®-TRELA PLUS è dotato anche di banda adesiva integrata per un rapido fissaggio delle sovrapposizioni. L’abbattimento acustico certificato è pari a 8 db.

Quest’ultimi ospitano un tavolato in abete rinforzato e un freno al vapore che grazie alle caratteristiche meccanico fisiche del successivo doppio strato di pannelli coibenti in lana di roccia assicura un efficace gestione termica con valori ampiamente inferiori rispetto ai minimi imposti dalle normative del DL 31 11 2006. A copertura del tutto trova spazio una pannellatura in OSB alla quale è stata posata la membrana traspirante e impermeabile DELTA®-VENT S il quale consente un’efficace microventilazione tra l’impermeabilizzazione e il manto di copertura. ■

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A Quattordio l’amministrazione pubblica si impegna per un micro-nido davvero green di Rosa Santavite

LA PRIMA SCUOLA CASACLIMA DEL PIEMONTE

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e Amministrazioni pubbliche, specialmente i piccoli e medi Comuni, affrontano oggi una crisi di disponibilità finanziaria molto importante dovuta ai tagli attuati dalle ultime manovre del governo. Ciò nonostante, alcuni di essi non prescindono dal richiedere comunque alta qualità costruttiva e competenze professionali eccellenti per la progettazione e costruzione. È il caso del Comune di Quattordio nell’alessandrino, ai confini del territorio astigiano, che ha voluto il massimo per il proprio micro-nido. «Quando la progettista ci ha illustrato il sistema di progettazione, costruzione e controllo tecnico ideato da CasaClima - racconta Mario Sillano, vicesindaco di Quattordio - non abbiamo avuto dubbi nell’adottarlo per la nostra scuola, che, prima di tutto, doveva essere confortevole per i bambini che vi

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soggiornavano, durevole, a bassi costi di gestione e basata su energia prodotta, almeno in parte, da fonti rinnovabili». L’efficienza energetica del micro-nido è stata raggiunta


attraverso l’utilizzo di sistemi costruttivi tecnologicamente avanzati e materiali innovativi - sistemi a cappotto termicoperformanti, vetro cellulare per isolare le fondazioni, nastrature butiliche per la tenuta all’aria, serramenti ad alte prestazioni, sistemi di ventilazione meccanica con recuperatori di calore, oltre a pannelli solari termici e fotovoltaici. Questo conduce a maggiore qualità, maggior comfort e minori costi di gestione, ma anche ad una netta riduzione delle emissioni di CO2 nel tempo, obiettivo fondamentale per mitigare i ben noti effetti climatici. «Da neomamma - racconta l’architetto Chiara Boccardo, che ha progettato l’edificio - la prima cosa che pensai fu quella d’immaginare quale sarebbe stato l’ambiente più idoneo nel quale fare passare il maggior tempo della giornata a mia figlia, quindi progettare un micro-nido che, oltre ad avere dei costi di gestione più che contenuti, permettesse ai suoi piccoli ospiti di trascorrere la loro giornata in un ambiente estremamente confortevole. Il mezzo per raggiungere questo chiaro obiettivo fu quella di proporre una progettazione CasaClima. Quando la I.E.F.I.

Srl si aggiudicò l’appalto per eseguirlo, vista l’esperienza da lei maturata, proponemmo con successo la variante per raggiungere la classe A CasaClima, implementando l’isolamento dell’involucro ed inserendo il sistema di VMC (Ventilazione Meccanica Controllata, ndr) con recupero di calore, non solo per abbassare i consumi ma, soprattutto

CARTA D’IDENTITà DELLA REALIZZAZIONE ConsumI Certificato secondo X-Clima: 26 KWh/mq Tipologia Nuova costruzione, un piano fuori terra, muratura portante in cemento cellulare 450 kg/mc su fondazioni continue in c.a. , solaio piano in legno , tetto freddo a falde in legno e tegole in argilla. Involucro Fondazioni isolate con vetro cellulare sfuso e XPS al di sotto del sistema radiante a bassa temperatura; superfici opache verticali in cemento cellulare 450 kg/ mc e sistema a cappotto in Eps; verticali trasparenti in pvc Uf 1.3 KW/mq K con vetro camera singola BE Ug 1.1 KW/mqK , canalina a giunto caldo, soglia termica; superfici solaio isolato all’estradosso con XPS in doppio strato sfalsato. Eliminazioni, attenuazione ponti termici Linea rossa dell’ involucro, continua; con disgiunzione strutturale del marciapiede rispetto alla parete esterna;pannello in XPS in piedi sul lato interno del muro perimetrale al di sopra del solaio di sottotetto; davanzali totalmente esterni alla muratura e staffati ad essi con squadrette puntuali;utilizzo di falsi telai in pvc a quattro lati e con guarnizioni brevettate da Finstral; posizione del serramento sul filo esterno del blocco di cemento cellulare, a prosecuzione delle isoterme; mazzetta costituita interamente dal cappotto di 16 cm.

Impiantistica Produzione del calore con caldaia a condensazione a gas metano; produzione Acs con sistema a pannelli solari integrati in copertura ed accumulo in caldaia; sistema di riscaldamento a bassa temperatura radiante a pavimento; impianto fotovoltaico integrato in copertura per la produzione dell’energia elettrica; Impianto di VMC con recupero di calore con n°5 macchine puntuali con scambiatori a flussi incrociati. Tenuta all’aria Sigillatura dell’impianto elettrico, attenzione maniacale alla posa del falso telaio e serramento, utilizzo di barriera al vapore con nastratura butilica nel sottotetto. Caratteristiche delle finiture Attenzione alla bioarchitettura per la scelta dei pavimenti in linoleum come per la finitura del solaio ligneo lasciato naturale all’interno. Utilizzo dei criteri dettati dalla cromoterapia per la scelta dei colori degli interni. Scelta di particolari piantumazioni a foglia caduca come schermatura solare passiva. Blower door test Superato con un valore medio di n50 0.34 h(-1) Peculiarità dell’intervento Ottimizzazione dell’investimento in chiave energetica (invernale). Il progetto nasce per essere un edificio tradizionale, in fase esecutiva di appalto viene portato in CasaClima B, successivamente all’aggiudicazione, viene proposta una variante di solo 17mila euro in aumento per trasformarlo in CasaClima A.

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Tutto l’anno al lavoro per chi lavora

Nei punti vendita BigMat trovi sempre soluzioni innovative e promozioni per i professionisti.

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IL RUOLO DI BIGMAT

per garantire il corretto ricambio d’aria agli ambienti di attività e di riposo dei bambini». Ultimato nel novembre 2011, il micronido di Quattordio è un vero e proprio compendio di accorgimenti e buone pratiche che hanno reso possibile il raggiungimento di questo traguardo, come le fondazioni isolate con vetro cellulare sfuso, i davanzali totalmente esterni alla muratura, l’uso di falsi telai in pvc a quattro lati con guarnizioni brevettate, il posizionamento dei serramenti sul filo esterno del blocco di cemento, a prosecuzione delle isoterme. Sul fronte dell’mpiantistica la produzione del calore è garantita tramite l’uso di una caldaia a condensazione a gas metano mentre l’acqua calda sanitaria è assicurata con un sistema a pannelli solari integrati in copertura e accumulo in caldaia. Degne di nota anche le dotazione sul fronte della tenuta all’aria: sigillatura dell’impianto elettrico, massima attenzione alla posa del falso telaio, uso di barriera al vapore con nastratura butilica nel sottotetto. Tutto questo al prezzo di una variante rispetto al progetto iniziale in CasaClima B di soli 17mila euro. ■

La Fava & Scarzella è nata il 26 febbraio del 1937 e qualche giorno fa ha spento 75 candeline. Nata come azienda di escavazione e lavorazione della ghiaia estratta dal fiume Tanaro si è poi trasformata in una realtà produttiva di marmette levigate in marmo. Un’esperienza, quest’ultima, conclusa nel 1969, quando la Fava & Scarzella ha deciso di dedicarsi alla commercializzazione di ceramiche e materiali edili, attività che è proseguita con successo fino ai giorni nostri, passando attraverso numerose vicende storiche, tra cui l’alluvione del Tanaro che nel 1994 ha raso al suolo la struttura aziendale. Fava & Scarzella è un punto di riferimento per il Piemonte con la sua sede principale ad Asti e le due filiali di Nizza Monferrato (AT) e Novello (CN). Oggi la conduzione della società è approdata alla quarta generazione, che sviluppa il business della commercializzazione di materiali edili in genere, finiture (1.000 mq di esposizione di ceramiche, pavimenti in legno, porte da interni, etc.), noleggio di piccole attrezzature, servizio tintometrico e, a breve, sarà attiva una nuova esposizione dedicata a infissi, finestre, porte blindate.

A partire da dx verso sx: arch. Elena Ivaldi consulente CasaClima, arch. Chiara Boccardo consulente CasaClima, arch. Dario Vineis presidente associazione Network CasaClima Piemonte e Valle d’Aosta, Norbert Lantschner direttore dell’Agenzia CasaClima di Bolzano, Tiziana Garberi Sindaco di Quattordio, Stefano Ivaldi titolare dell’impresa di costruzione I.E.F.I. Srl di Calamandrana.

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60 ANNI MONDO DI INVENZIONI CHE HANNO CAMBIATO il

Dopo la ruota, l’energia elettrica, la radio, l’automobile, il mondo non ha mai smesso di inventare. Con o senza boom economici o situazioni di crisi, in ogni angolo del globo ogni anno qualcuno ha sempre tirato fuori dal cilindro idee che hanno migliorato la vita di ognuno di noi, se non addirittura rivoluzionato la società. Magari molti anni dopo. Lo sapevate ad esempio che il fotovoltaico è stato inventato nel 1954? Gli ultimi 60 anni di innovazioni sono pieni di spunti a cui ispirarsi per trovare soluzioni per il futuro da iniziare a mettere in campo oggi stesso. di Alessandra Guzzi 46

UN GURu PER L’INNOVAZIONE L’innovazione è una responsabilità normalmente assegnata a chi si occupa di Ricerca & Sviluppo, ma per le imprese che vogliono prosperare sul mercato non è abbastanza: hanno bisogno di avviare il processo a differenti livelli dell’organizzazione. Philip Kotler, il “padre del marketing”, e Fernando Trías de Bes, studioso e innovatore europeo di fama internazionale, autori di testi che hanno fatto il giro del pianeta, tornano insieme dopo otto anni con un libro che per la prima volta espone una teoria unificata sull’innovazione. Innovare per vincere è destinato a rappresentare lo stesso spartiacque nell’ambito dell’innovazione, area manageriale cruciale per la quale – novità assoluta – viene fornito un framework completo: il modello A-F. In particolare nel testo, in cui i diversi approcci e teorie si inseriscono e si integrano, l’innovazione viene affrontata attraverso la definizione dei ruoli e delle competenze dei partecipanti, elemento chiave per il successo delle politiche aziendali. Vengono così individuati: • gli Attivatori, la cui missione è avviare il processo • i Browser, navigatori esperti nella ricerca delle informazioni e delle idee • i Creatori, che elaborano le idee per il resto del team • i Developer, specializzati nello sviluppare le idee in prodotti e servizi • gli Esecutori, con il compito di portare l’innovazione sul mercato • i Facilitatori, il cui delicato ruolo è quello aiutare il processo ed evitare che si blocchi. Un testo destinato a diventare un classico.


1950 Carta di credito. È Diners Club Inc. ad introdurre la prima carta di credito per facilitare gli uomini d’affari ad acquistare beni voluttuari. Il boom però arriva dieci anni dopo. 1953 Scatola nera. David Warren ha l’idea della scatola nera, un apparecchio da installare a bordo degli aerei in grado di registrarne i dati di volo, permettendo di ricostruire l’itinerario e le condizioni affrontate durante il viaggio in caso di incidente. Ma passeranno anni prima di avere un prototipo. 1954 Centrale Nucleare. È in Unione Sovietica che viene costruita la centrale Nucleare di Obnin, la prima che sfrutti il calore prodotto dalla fissione dell’uranio per generare energia. Fotovoltaico. Per la prima volta Gerard Pearson, Calvin Fuller e Daryl Chapin della società americana Bell Telephone mettono a punto celle al silicio che producono energia elettrica con un’efficienza del 6% (oggi l’efficienza arriva al 17%).

Internet. Prendono il via le ricerche di Arpa (Agenzia per i progetti di ricerca avanzata) volute dal ministero della Difesa degli Stati Uniti per creare una rete di computer collegati. Nel 1969 si avrà il primo collegamento di computer tra quattro università americane.Nel 1991 il Cern annuncerà la nascita del Word Wide Web. 1964 Schermo al plasma. Gli inventori sono Donald Bitter, Gene Slottow e Robert Willson. Ha un notevole successo negli anni Settanta, ma poi viene soppiantanto dal tubo catodico, molto più economico. E oggi è tornato in auge. 1965 Mouse. Lo inventa Douglas Engeelbart della Stanford Research Institute. 1967 Floppy Disk. Il primo è della Ibm e la Olivetti è la prima azienda a incorporarlo in un personal computer, ma ciò avviene solo nel 1975.

Robot. Questa parola, che significa “lavoro pesante “, viene utlizzata per la prima volta nel 1920 dal commediografo ceco Karel Capek. Ma è solo nel 1954 che George Devol progetta il primo robot programmabile. Nel 1962 saranno introdotti i primi robot industriali. 1955 Fibre ottiche. Un ricercatore di origine indiana, Narinder Kapany, realizza la prima fibra ottica all’Imperial College di Londra: si tratta di un filo di vetro entro il quale la luce può viaggiare come fa la corrente in un cavo elettrico. 1956 Videoregistratore. Si deve ad Alexander Matveevich Poniatoff, un ingegnere russo-americano, l’invenzione di un apparecchio in grado di registrare un programma televisivo e di mandarlo in onda in differita. Fu l’inventore dell’Ampex, dalle iniziali del suo nome, più “ex” che voleva significare “eccellenza”. 1958 Fibra di carbonio. La prima fibra di carbonio ad alte prestazioni viene creata da Roger Bacon, fisico dei materiali per il Parma Technical Center dell’Ohio. Satellite per telecomunicazioni. Lo lancia la Nasa, il 18 dicembre. Pesa 70 chili e ha un’autonomia di appena 12 giorni. 1960 Laser. Il 16 maggio il fisico Theodore Maiman, nei laboratori di ricerca della Hughes Aircraft, sperimenta il primo laser capace di emettere un fascio di luce coerente e monocromatica.

Bottiglia di pastica. Nathan Wyeth della DuPont inventa una bottiglia di plastica in grado di non farsi dilatare dall’anidride carbonica delle bevande gassate. E mette in crisi le bottiglie di vetro. 1971 Videogioco. “Galaxy Game”, realizzato dalla Stanford University, è riconosciuto come il primo “videogioco arcade”, ossia con postazione pubblica a monete o a gettoni, dotata di monitor, joystick e pulsanti vari. 1973 Telefono cellulare. Lo inventa Martin Cooper, direttore della sezione ricerca della Motorola, ma va in commercio dieci anni dopo al costo di 4mila dollari. GPS. Global positioning system, sigla GPS, è un sistema di satelliti – inizialmente 24 – che forniscono posizione e orario con ogni condizione meteorologica. Lo ha inventato il ministero della Difesa degli Stati Uniti.

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1974 Codici a barre. Il primo a usarli è un magazzino di Troy, nell’Ohio, per un pacchetto di gomme americane. 1975 Macchina fotografica digitale. Il primo modello lo mette in commercio Kodak e lo inventa Steven Sasson. Computer. Bill Gates fonda nel 1975 la Microsoft e vede la luce il primo sistema operativo Ms-Dos, grazie al quale nascerà la prima software house del pianeta, la Microsoft. Nel 1975 nasce anche il primo microcomputer che si chiama Altair8800. 1976 Vhs. La Jvc e la Panasonic immettono sul mercato il Vhs, che sta per Video home system, e diviene in pochissimo tempo il sistema più utilizzato per registrare programmi televisivi. Adottato poi anche per registrare film da vendere o da noleggiare. Sarà poi soppiantato dal Dvd. 1979 Walkman. Un lettore di musicassette di dimensioni e peso contenuti tale da permettere di portarlo in tasca o in borsetta è stato creato dalla Sony. 1981 Microscopio a effetto tunnel. Gerd Binning e Heinrich Rohrer dell’Ibm di Zurigo realizzano uno strumento che osserva le superfici degli oggetti a livello atomico. Ai ricercatori andrà, nel 1986, il premio Nobel per la fisica. 1982 Compact disc. Viene messo a punto contemporaneamente dalla Philips e dalla Sony. Il disco veniva letto da un raggio laser e la musica veniva registrata in modo digitale, garantendo un suono senza fruscii e distorsioni.

1983 Videocamera. Fino a quell’anno il “filmino” amatoriale era realizzato in Super 8. Nel 1983 viene commercializzata la prima videocamera da parte del colosso giapponese Sony. La registrazione però non permetteva di vedere immediatamen-

te il risultato, ma bisognava passare da un videoregistratore che supportasse il formato Betamax. Pochi mesi dopo la Jvc mette in vendita un apparecchio che pesa circa 2 kg ma utlizza un nastro Vhs-C, compatibile con i videoregistratori Vhs domestici. 1990 Telescopio spaziale Hubble. Viene portato in orbita con uno space shuttle il telescopio spaziale Hubble (ancora oggi in attività) che rivoluzionerà le conoscenze sull’universo: grazie a Hubble sarà possibile osservare gli oggetti più lontani e quindi più antichi. Nanotecnologia. Prende il via la ricerca nanotecnologica, ossia la manipolazione della materia a livello atomico e molecolare. 1991 Prima fusione nucleare controllata. La prima produzione di energia da fusione nucleare viene realizzata il 9 novembre in Gran Bretagna dai reattori europei Jet (Joint european torus). 1997 Dvd. Un consorzio di aziende (Philips, Sony, Matsushita, Hitachi, Warner, Toshiba, Jvc, Thomson e Pioneer) stabilisce gli standard per un nuovo supporto, il Dvd, destinato a immagazzinare grandi quantità di dati in formato digitale. 1998 Stazione spaziale internazionale. Parte la costruzione della prima Stazione spaziale internazionale. In quell’anno verranno assemblati due moduli nello spazio, uno russo e uno statunitense. Dal 2000 la Iss inizia a essere abitata permanentemente.

1999 Balckberry. Il primo palmare Blackberry è il 580 e nasce nel 1999 prodotto dalla società di origine canadese RIM

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specialmente per il colore.

Quando si tratta di colore, l’esperienza insegna che è meglio affidarsi a chi se ne intende davvero. Come ColorBigMat, che garantisce un’ampia gamma di prodotti per colorare interni ed esterni, per la decorazione e le grandi superfici. Che tu sia un professionista o voglia comunque il meglio, da ColorBigMat trovi prodotti, consulenza e servizi altamente qualificati, dalla tintometria alla colorteca, dalla progettazione alla spettrofotometria. Passa agli specialisti, passa a ColorBigMat.


(Research to Motion): non può essere definito ancora un cellulare vero e proprio perché non permetteva di effettuare delle chiamate, ma presentava gli elementi che ne hanno decretato il successo negli anni successivi come sincronizzazione delle mail, agenda, calendario, rubrica e schermo totalmente nero.

Dio”, perchè la sua scoperta potrebbe spiegare caratteristiche finora non comprese del nostro universo. 2010 iPad. Arriva il tablet computer di Apple, in grado di riprodurre contenuti multimediali e di navigare su Internet,a cui si collega sfruttando una connessione wifi o la rete cellulare 3G. IL “cuore” del dispositivo è lo schermo da 9,7 pollici a cristalli liquidi, di ultima generazione. Realizzato in vetro oleorepellente e antigraffio è di tipo multi-touch, al pari dell’iPhone.

2004 Facebook. Nasce a febbraio il social network che rivoluzionerà il mondo della comunicazione, inventato dallo studente Mark Zuckerberg. A febbraio 2012 gli utenti attivi erano 845 milioni.

2005 You Tube. Steve Chen, Chad Hurley e Jawed Karim mettono a punto un sistema che permette a chiunque di caricare un video su Internet, per condividerli con tutti gli altri utenti. 2006 E-book. La Sony crea il primo sistema che permette di leggere libri in formato digitale IL modello messo in circolazione può contenere fino a 25 libri. La Sony mette a disposizione 10mila titoli che si possono comprare a un prezzo notevolmente inferiore a quello dei libri di carta.

2011 Siri per iPhone. Disponibile per ora solo in inglese, francese e tedesco (non in italiano), Siri è un assistente intelligente in grado di fare praticamente tutto, semplicemente chiedendoglielo a voce in maniera del tutto naturale. Il software di riconoscimento vocale di Siri capisce infatti non solo le parole, ma anche il contesto. Automobile elettrica a pannelli solari. La Karma Fisker produce energia grazie ai pannelli fotovoltaici installati sul tetto ed è un’auto ecosostenibile anche per altri aspetti: ha il telaio e le finiture ecocompatibili, i materiali plastici in parte sono stati sostituiti e per i dettagli in legno sono stati scelti alberi che sono caduti naturalmente. ■

2007 iPhone. Apple lancia il suo primo cellulare, in pratica un minicomputer in grado di contenere numerose applicazioni. L’iPhone consente di telefonare, ma anche di collegarsi a Internet, scattare fotografie, girare filmati. Non ha una tastiera “reale” si controlla tutto con un innovativo touchscreen. 2008 Large hadron collider. Si accende la macchina del Cern, con l’obiettivo di studiare che cosa è avvenuto nei primi istanti dell’universo. In particolare il Large hadron collider va a caccia del bosone di Higgs, chimato anche “particella di

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FDJ-BIGMAT PRONTA A CONQUISTARE il mondo Il giovane team francese ritorna nel World Tour grazie alla sponsorizzazione di BigMat. Ed è pronto a conquistare gare e appassionati. di Bibi Velluzzo

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l team ciclistico francese FDJ torna nel giro delFDJ-BigMat necessiterà dell’esperienza e delle capacità di le grandi gare grazie all’arrivo del nuovo sponsor una mano esperta come quella di Marc Madiot, direttore BigMat, che per il 2012 sarà a fianco della squasportivo della squadra, per sfruttare appieno le potenziadra assieme alla Française des Jeux – sponsor di lità di una rosa ricca di talenti, in grado di replicare una FDJ dal 1997 – e consentirà così ai giovani ciclisti guidati stagione di successo come quella scorsa. L’obiettivo è quello di riconfermare le vittorie del 2011 e terminare tra i primi da Marc Madiot di confermare le loro ambizioni sportive nelle maggiori competizioni del World Tour, grazie alla quindici team del World Tour scavalcando in tal maniera la sponsorizzazione BigMat. La squadra ha preso il nome di AG2r La Mondiale, attuale punto di riferimento d’Oltralpe. FDJ-BigMat e ha ottenuto la Il team del quadrifoglio sarà licenza UCI World Tour che gli permetterà di rientrare composto da 29 corridori agQuesta sponsorizzazione, nell’élite del ciclismo mondecisa a livello internazionale, guerriti tra i quali spiccano diale e di partecipare ai tre nomi di Yauheni Hutarodimostra l’unione, la forza e la ivich, grandi tour europei: Tour de l’uomo di punta della comunione d’intenti del Gruppo squadra, Patrick Fédrigo e France, Giro d’Italia e Vuelta. a livello europeo Yoann Offredo, già l’anno La nuova formazione di ciscorso protagonisti nelle clismo targata FDJ-BigMat è una squadra giovane ma classiche, il giovane Yhibaut Pinot promettente scalatore combattiva pronta a difendere il prestigioso marchio del o l’attaccante puro Anthony Roux. Una squadra dove sarà quadrifoglio in tutte le grandi competizioni cercando di fondamentale l’apporto di ciclisti come Sandy Cesar, Anesaltare la forza del gruppo nelle gare più importanti del thony Geslin, Matthieu Ladagnous e Jérémy Roy. Una rosa competitiva nella quale spicca il nome di Arnaud Démare, carosello ciclistico internazionale. L’organico della scorsa stagione è stato quasi completamente fresco campione mondiale under 23, un atleta dalle sicure riconfermato quale premio per la riconquista, grazie anche prospettive di successo che avrà certamente modo d’imparare al sostegno di BigMat, della licenza UCI World Tour 2012. e crescere nel corso della stagione che ormai è alle porte.

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«Una squadra come la nostra – ha dichiarato Marc Madiot -, che vuole onorare il proprio passato e avere ambizioni per il futuro, non può che aprirsi a logiche e dinamiche internazionali. Per questo per il 2012 abbiamo scelto BigMat, gruppo leader non solo in Francia ma anche in Europa». Entusiasta anche il presidente di BigMat International, Dany Kroell: «Sono molto contento di essere qui presente in rappresentanza di tutto il gruppo BigMat. Questa sponsorizzazione, decisa a livello internazionale, dimostra l’unione, la forza

e la comunione d’intenti del Gruppo a livello europeo. La sponsorizzazione infatti coinvolge tutti i Paesi in cui BigMat è presente: Francia, Spagna, Italia, Belgio e Repubblica Ceca. La FDJ ci ha convinto e conquistato su tutta la linea: per la serietà del progetto, per la sua solidità finanziaria, per l’impegno che da sempre profonde nel campo etico e sociale, per un ciclismo davvero “pulito”». Dopo il Tour Down Under, primo appuntamento della stagione 2012 tenutosi dal 17 al 22 gennaio in Austria, nel quale la formazione FDJ-BigMat ha inanellato ottimi piazzamenti con il bielorusso Yahueni Hutarovich, la squadra si impegnerà lungo le strade della penisola italiana per vederla protagonista di grandi appuntamenti come la Milano-Sanremo, la Tirreno-Adriatico e l’attesissimo Giro d’Italia. Poi toccherà al Tour de France e alla Vuelta spagnola. BigMat condivide l’approccio sportivo e i valori della squadra FDJ-BigMat, che da sempre si contraddistingue per una professionalità che enfatizza le prestazioni senza compromessi, la vicinanza al pubblico di appassionati, la formazione di giovani talenti e la responsabilità sociale. BigMat e lo sport – quello bello, emozionante, pieno di valori – è un binomio che dura da anni: prima l’esperienza al fianco della squadra di pallavolo femminile di serie A BigMat Chieri, poi con Mascalzone Latino nella Coppa America, quindi con gli Azzurri per i Mondiali in Sudafrica, nel 2011 sulle due ruote con il team del MotoGP San Carlo Honda Gresini, ed ora con le due ruote di FDJ-BigMat. Tra una sfida e l’altra, il gruppo BigMat darà rilievo a questa importante sponsorizzazione anche all’interno dei singoli punti vendita, attraverso attività rivolte al cliente finale. ■

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Calendario gare DELLA SQUADRA FDJ-BIGMAT 04/03 - 11/03 17/03 - 17/03 18/03 - 18/03 24/03 - 25/03 30/03 - 30/03 01/04 - 01/04 03/04 - 06/04 08/04 - 08/04 10/04 - 10/04 12/04 - 12/04 14/04 - 14/04 15/04 - 15/04 04/05 - 08/05 11/05 - 13/05 16/05 - 20/05 26/05 - 26/05 27/05 - 27/05 03/06 - 10/06 14/06 - 17/06 21/06 - 21/06 24/06 - 24/06 30/06 - 22/07 29/07 - 29/07 01/08 - 02/08 07/08 - 11/08 14/08 - 17/08 19/08 - 19/08 21/08 - 24/08 26/08 - 26/08 02/09 - 02/09 09/09 - 09/09 14/09 - 14/09 16/09 - 16/09 30/09 - 30/09 30/09 - 30/09 04/10 - 04/10 07/10 - 07/10 14/10 - 14/10

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Paris - Nice Classic Loire Atlantique Cholet - Pays De Loire Critérium International Route Adélie de Vitré Flèche d’Emeraude - Saint Malo Circuit Cycliste Sarthe - Pays de la Loire Paris - Roubaix Paris-Camembert GP de Denain Porte du Hainaut Tour du Finistère Tro-Bro Léon 4 Jours de Dunkerque / Tour du Nord-pas-de-Calais Tour de Picardie Circuit de Lorraine Professionnel Grand Prix de Plumelec-Morbihan Boucles de l’Aulne - Châteaulin Critérium du Dauphiné Route du Sud - la Dépêche du Midi Chpts de France CLM Chpts de France en ligne Tour de France La Poly Normande Paris-Corrèze Tour de l’Ain - La route du progrès Tour du Limousin Châteauroux Classic de l’Indre Trophée Fenioux Tour du Poitou Charentes GP Ouest France - Plouay Tour du Doubs - Conseil Général GP de Fourmies / La Voix du Nord Grand Prix de la Somme «Conseil Général 80» Grand Prix d’Isbergues - Pas de Calais Tour de Vendée Duo Normand Paris-Bourges Paris - Tours Chrono des Nations


Driedaagse van West-Vlaanderen Nokere-Koerse 21/03 - 21/03 Dwars door Vlaanderen / A travers la Flandre 23/03 - 23/03 E3 Prijs Vlaanderen - Harelbeke 25/03 - 25/03 Gent - Wevelgem 27/03 - 29/03 KBC-Driedaagse De Panne-Koksijde 01/04 - 01/04 Ronde van Vlaanderen / Tour des Flandres 04/04 - 04/04 Schedelprijs Vlaanderen 18/04 - 18/04 La Flèche Wallonne 22/04 - 22/04 Liège - Bastogne - Liège 20/06 - 20/06 Halle-Ingooigem 15/07 - 15/07 GP Isières 16/07 - 16/07 GP Dentergem 21/07 - 25/07 Tour de Wallonie 08/09 - 08/09 Parijs-Brusssel - Paris-Bruxelles 12/09 - 12/09 Grand Prix de Wallonie 14/09 - 14/09 Kampioenschap van Vlaanderen 27/09 - 30/09 Tour de Wallonie Picarde - Franco-Belge 02/10 - 02/10 Binche-Tournai-Binche 09/10 - 09/10 Nationale Sluitingprijs - Putte - Kapellen 02/03 - 04/03 14/03 - 14/03

07/09 - 07/09 09/09 - 09/09 15/04 - 15/04 13/06 - 17/06 06/08 - 12/08 31/08 - 01/09

Grand Prix Cycliste de Québec Grand Prix Cycliste de Montréal Amstel Gold Race Ster ZLM Toer GP Jan van Heeswijk Eneco Tour Worldports classic

Volta Ciclista a Catalunya 02/04 - 07/04 Vuelta Ciclista al Pais Vasco 01/08 - 05/08 Vuelta a Burgos 14/08 - 14/08 Clasica Ciclista San Sebastian 18/08 - 09/09 Vuelta a España 19/03 - 25/03

19/08 - 19/08

Bayern Rundfahrt Vattenfall Cyclassics

10/07 - 16/07

Tour de Pologne

23/05 - 27/05

07/03 - 13/03 17/03 - 17/03

10/10 - 14/10

Tour of Beijing

17/04 - 20/04 05/05 - 27/05 29/09 - 29/09

24/04 - 29/04 09/06 - 17/06

Tirreno-Adriatico Milano-Sanremo Tour du Trentin Giro d’Italia Giro di Lombardia

Tour de Romandie Tour de Suisse

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LA NOSTRA SQUADRA È ARRIVATA IN ITALIA!

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Al GIRO D’ITALIA CON BIGMAT Il Gruppo sponsor della formazione francese fdj- bigmat ti fa diventare protagonista della gara ciclistica più amata e famosa d’italia con posti in prima fila in tribune vip e ancora di più… Di Tommaso Casagrande

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razie a BigMat la giovane ed ambiziosa formazione francese FDJ-BigMat ritorna nel UCI World Tour, e per i tifosi di ciclismo, clienti italiani del gruppo internazionale di distributori di materiali edili., c’è una ghiotta occasione. BigMat sarà infatti sponsor ufficiale dell’importante 95° Giro d’Italia che, dal 5 al 27 maggio, percorrerà circa 3.476 Km delle strade dello Stivale e nelle ventuno tappe renderà protagonisti i propri top client. In ogni tappa saranno venti i pass a disposizione di altrettanti fortunati top client che consentiranno loro di accedere al villaggio dove incontrare e trascorere qualche momento con i propri begnamini prima della partenza di ogni tappa. Sarà possibile vivere anche le emozionanti volate delle prime tappe pianeggianti del centro Italia o i trionfali arrivi in solitaria dopo le dure scalate dei passi alpini, grazie ai dieci posti a disposizione ad ogni traguardo nelle tribune riservate che circondano gli ultimi metri dall’arrivo. Saranno però le strategie e le emozioni on the road a coinvolgere nel pieno della bagarre due dei clienti premiati da BigMat che ad ogni tappa potranno salire sull’ammiraglia dei direttori sportivi ed incitare, pedalata dopo pedalata, la flotta di atleti FDJ-BigMat. Nelle ventuno giornate della corsa rosa BigMat e i suoi colori avvolgeranno

le varie formazioni in gara con striscioni, cartelloni e archi inseriti in strategici punti delle singole tappe e sarà presente ad ogni partenza con uno stand personalizzato in un’area aperta al pubblico. Verranno inoltre pensati una serie di gadget ed eventi

paralleli per coinvolgere tutti i clienti dei punti vendita e rendere questo 95° Giro d’Italia un importante momento di festa per tutto il gruppo BigMat nella speranza di veder premiata con qualche vittoria la passione del gruppo e dei nostri atleti. ■

LA MILANO-SANREMO Ha compiuto cento anni nel 2007 la “Classicissima di Primavera”, una delle più importanti corse in linea della storia del ciclismo. Ne è passato di tempo sa quel 14 aprile 1907, quando l’Unione Sportiva Sanremese diede il via alla prima edizione della Milano-Sanremo per sostituire una gara automobilistica organizzata l’anno precedente ma che deluse tutte le aspettative. Alla sua nascita la corsa era una prova che premiava soprattutto il ciclista più resistente, sviluppandosi su di un percorso lungo e faticoso, mentre con l’avvicendarsi degli anni e con la completa asfaltatura della via Aurelia (1932), la Milano –Sanremo vide diminuire di molto le sue difficoltà trasformandosi da gara per ciclisti eroici e resistenti ad una corsa soprattutto per velocisti allenati. Nel 1960 l’organizzazione decise di inserire una prima “difficoltà” al tracciato: la salita del Poggio a 6 km dall’arrivo e nel 1982 si aggiunse la salita di Cipressa (25 km dall’arrivo), per aumentare la competizione ed una eventuale scrematura fra gli atleti. Il percorso cambia ulteriormente all’inizio del nuovo millennio, si esclude per motivi di sicurezza il Passo del Turchino e si devia il tragitto per Voltaggio, Ovada e Cassinelle, fino alla scalata del Bric Breton a 773 metri. Da quel punto la corsa punta decisa verso Albisola Marina e prosegue lungo il mare fino al mitico traguardo di via Roma a Sanremo. Oggi i chilometri sono qualcuno in più rispetto ai 281 del 1907, la strada è asfaltata, si sono aggiunte salite e deviazioni sul classico percorso ma la Milano-Sanremo resta per gli appassionati di ciclismo la prima grande prova della Coppa del Mondo che apre la stagione ciclistica. Quest’anno l’appuntamento sarà il 17 marzo e tra gli sponsor ci sarà anche BigMat, che cercherà di arrivare sul podio con la sua squadra FDJ-BigMat.

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tutte le tappe del giro d’italia

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Pagine estratte dalla Guida Ufficiale del Giro d’Italia “Fight for Pink”, disponibile in tutti i punti vendita BigMat

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«LO SPIRITO DI GRUPPO è LA FORzA DI FDJ-BIGMAT» A dirlo è il grande campione delle due ruote, Francesco Moser, che sottolinea anche come il mix tra esperienza e giovani di qualità, risultati e sostegno degli sponsor sono le tre grandi variabili in grado di consentire alla formazione FDJ-BigMat di crescere e vincere nel 2012 come negli anni a venire. di Tommaso Casagrande

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a FDJ-BigMat è una squadra dove risulta difficile trovare un elemento che si contraddistingua dagli altri: sono invece le qualità elevate del gruppo a mostrare l’enorme competitività del team francese». A dirlo è Francesco Moser, uno dei baluardi del ciclismo italiano, a cui Up! ha chiesto come sarà il prossimo World Tour.

Cosa ne pensa del ciclismo attuale e quali saranno, secondo lei, i possibili nuovi protagonisti del World Tour 2012? Il ciclismo contemporaneo è divenuto eccessivamente competitivo e aperto al mondo colorato dai volti e dalle caratteristiche dei nuovi ciclisti inglesi, australiani, sud americani, neozelandesi; un’apertura da cui consegue la difficoltà a ritrovare quei personaggi in grado di infiammare il pubblico. L’atleta moderno non può più solo garantirsi il successo sulle sue qualità tecnico fisiche, ma deve necessariamente

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affiancarle all’aiuto determinato dalla presenza di una squadra in grado di sopperire a momenti di difficoltà o a esaltare le doti del proprio leader. Un ciclismo, quindi, dominato da squadre sempre più globali, con i nuovi corridori che giungono dall’est come i bielorussi o con la curiosità data


atleta che ha dimostrato notevoli doti nel sostenere lo stress e l’attenzione di tutto il gruppo, era infatti accreditato da tutti come il vincitore annunciato, e grazie ad una gara intelligente e di carattere, è riuscito, dopo una volata intensa, a tagliare per primo il traguardo ai mondiali di Copenaghen dello scorso settembre.

dalla Cina, da sempre fucina di sportivi di primo livello in qualsiasi sport abbia deciso di emergere. Parlando invece di scuole ciclistiche, come si potrebbe descrivere la situazione europea? Quella spagnola è sicuramente la scuola che, in questo momento, sta segnando il passo. Una nuova tradizione che si è sostituita a quella che per anni furono prima le scuole francesi e poi quelle italiane. Due scuole che negli ultimi anni, soprattutto per la Francia, hanno lasciato il passo a nuovi interpreti in grado di infiammare molto di più la folla di appassionati. Secondo lei ci sono ciclisti che possono cambiare questa tendenza? Può essere, ed il cambiamento è stimolante. In effetti tutti hanno scoperto il giovane ciclista transalpino Arnaud Démare, l’anno scorso campione mondiale under 23. Un

Arnaud Dèmare potrà quindi esser un’importante pedina per la FDJ-Bigmat? Cosa ne pensa di questa giovane squadra francese? Certo, per la FDJ-BigMat si parte anche da questo, da un giovane ciclista che avrà sicuramente modo di crescere e diventare non subito, ma fra qualche anno, uno dei ciclisti più forti: solitamente, infatti, la maturazione dei velocisti avviene attorno ai 28 anni. Démare dovrà quindi crescere ed imparare da tutti gli altri ciclisti della squadra del quadrifoglio, un team caratterizzato dalla giovane età dei suoi elementi ma anche dalle notevoli qualità in grado di garantire il successo alle ricerche del piazzamento. Obiettivi raggiungibili con Pierrick Fédrigo, che ha concluso la stagione 2011 con un continuo progresso, e Yoann Offredo che ben si è contraddistinto nella scorsa primavera alla MilanoSanremo, o ancora con Yauheni Hutarovich, considerabile come l’uomo di punta della squadra francese, l’anno scorso secondo nella classifica UCI Europe Tour e pronto per il salto di qualità. La FDJ-BigMat è comunque una squadra dove risulta difficile trovare un elemento che si contraddistingua dagli altri: sono invece le qualità elevate del gruppo a mostrare l’enorme competitività del team francese. Un team dalle carte d’identità giovani che necessiterà della guida di mani sicure tipiche di un grande tattico. Per questo saranno importanti le scelte del general manager Marc Madiot, che dovrà focalizzare le attenzioni della squadra su obiettivi plausibili alla rosa a disposizione, che dovrà saper guidare i suoi corridori alla vittoria di singole tappe, magari di montagna, dove sfruttare le qualità del bravo attaccante puro Anthony Roux. Insomma, più che alle classifiche generali, FDJ-BigMat dovrà concentrare l’attenzione sulle singole gare e sulle grandi classiche, dove Yoann Offredo e Pierrick Fedrigo possano dire la loro. Riuscirà la FDJ-BigMat a rimanere nel circuito UCI Pro-Tour? Perché no. Naturalmente sarà indispensabile piazzarsi e vincere per continuare ad aggiungere punti utili, ma anche per permettere agli sponsor di continuare a coltivare quell’entusiasmo che ne ha garantito l’attuale impegno, anche economico. Infatti, i vari introiti garantiti da sponsor di rilievo sono quell’importante salvaguardia per l’accesso al prestigioso ProTour, dove sì contano i risultati ma ancor di più i bilanci delle formazioni coinvolte. Mix tra esperienza e giovani di qualità, risultati e sostegno degli sponsor sono quindi le tre grandi variabili in grado di consentire alla formazione FDJ-BigMat di crescere e vincere. ■

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il consulente d’azienda Le imprese e il modello delle tre “I”. L’Internazionalizzazione Partendo dal modello delle tre “I” (Integrazione, Innovazione e Internazionalizzazione), nei precedenti articoli si sono affrontati i temi dell’ “Integrazione”, ponendo l’accento sull’importanza della “strategia di rete” basata sulla collaborazione dei diversi attori della filiera produzione-distribuzione-mercato, e dell’ “Innovazione” come fondamentale leva di sopravvivenza e sviluppo. In questo contributo si vuole affrontare il tema della terza “I”, quella della “Internazionalizzazione”, da considerarsi in un’accezione più ampia di quanto comunemente viene ad essa attribuita. Le difficoltà che gli operatori stanno incontrando in particolare nel settore dell’edilizia rendono sempre più necessario il ricorso alla vitalità propria dell’essere imprenditore, da un lato per analizzare in maniera proattiva l’attuale scenario competitivo, dall’altro per ricercare nuove vie d’uscita e di rilancio. Tra queste, sicuramente quella dell’“estero” è stata la strada meno battuta per motivazioni sia storiche sia culturali proprie del settore. In questa analisi, internazionalizzarsi assume tre declinazioni differenti, seppur sinergiche: • ricerca di nuovi mercati al di fuori dei confini nazionali; • prepararsi all’arrivo di operatori esteri; guardare all’estero per anticipare tendenze di produzione, di distribuzione e di consumo. Per quanto riguarda la prima prospettiva, la piccola e media impresa ha sempre vissuto con distacco e poca convinzione la possibilità di operare nei mercati esteri per molteplici motivazioni: la ridotta dimensione di gran parte delle imprese, la tendenza alla selezione ed acquisizione delle risorse (umane e tecniche) sulla base di relazioni radicate nel territorio, i rapporti informali e poco strutturati con una clientela molto parcellizzata. Tuttavia la conoscenza, le esperienze, la ricerca di soluzioni innovative ed una maggiore attenzione agli aspetti organizzativi e di formalizzazione dei processi hanno determinato negli anni una crescita significativa delle capacità di molti operatori

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italiani in termini sia di tecnologie applicate, sia di organizzazione produttiva che non ha nulla da invidiare ai “colleghi” stranieri. Quello che è mancato in passato è stata probabilmente la mancanza di visione “d’insieme” e le cosiddette economie di “sistema”: la capacità o, forse, la volontà di “fare squadra” con altri operatori, concorrenti e fornitori, organizzazioni di categorie e istituzioni territoriali per affrontare in maniera strutturata e organizzata questo “viaggio verso l’estero”, ove poter far valere le esperienze e le capacità tecniche e organizzative delle imprese italiane non solo di grandi dimensioni. Se questo primo aspetto può costituire un’opportunità, l’entrata nei nostri mercati di operatori stranieri rappresenta un rischio nei confronti del quale è necessario essere pronti e strategicamente preparati. La crescente importanza della componente tecnologica nel settore delle costruzioni, con l’enfasi sul risparmio energetico e sul livello di insonorizzazione, unita all’esigenza di utilizzare materiali, tecnologie e processi produttivi che, nel rispetto dei livelli qualitativi, permettano un contenimento dei costi, se da un lato costituisce un’opportunità in un mercato in contrazione, dall’altro può permettere ad operatori stranieri che siano, a torto o ragione, percepiti come innovativi ed affidabili, di conquistare quote di mercato sottraendoli ad imprese italiane. Ma l’aspetto più interessante del processo di internazionalizzazione, talora tralasciato nelle analisi sul tema, è legato alla lettura attenta e critica delle dinamiche al di fuori dei nostri confini nazionali del settore dell’edilizia e di quanto ad esso più ampiamente collegato. Internazionalizzarsi vuol dire soprattutto pensare in maniera internazionale: le tendenze di globalizzazione facilitano i trasferimenti di conoscenze, atteggiamenti, propensioni, usi in modo sempre più veloce portando, come tanti vasi comunicanti, verso un macro-livellamento dei singoli contesti nazionali. La recente crisi finanziaria è stata – purtroppo – un patologico caso emblematico della facilità e immediatezza di trasferimento degli

effetti di un evento in uno scenario globale. Diventa fondamentale quindi guardare all’estero, cercando di intercettare i fenomeni, anche e soprattutto quelli meno evidenti, che possono costituire segnali anticipatori di tendenze di cambiamento. Fondamentale diventa anche il confronto – o benchmarking come lo definiscono gli anglosassoni – con contesti extra-nazionali comparabili oggi o in prospettiva: nuove prodotti o tecniche realizzative, differenti modi e tempi di acquisto, cambiamenti dell’influenzatore o del decisore nel processo di acquisto in un’ottica specifica di settore. In una visione più ampia diventa anche importante analizzare tendenze che cambiano abitudini di vita del singolo o di organizzazioni (aziende, territori, istituzioni): ci si riferisce ad esempio alla crescente attenzione all’ambiente ed all’eco-sostenibilità che in alcuni Paesi ha modificato o addirittura stravolto i processi di scelta dei materiali e le relative tecniche di uso, di riutilizzo o di smaltimento. L’analisi di questi fenomeni – ed è questa la parte più critica – va poi contestualizzata, cercando di capire cosa e con quali tempi possono essere “imitati”, anticipandone gli effetti e quale portata possano avere sul mercato italiano Cambiano quindi i confini dei nostri mercati ma ancor prima cambiano i confini del nostro modo di pensare e di interpretare la realtà, o meglio le realtà che ci circondano ed è importante prendere coscienza che la nostra arena competitiva è ormai “Glocale”: un ambiente fortemente invaso da dinamiche globalizzate in contesti con evidenti e marcate specificità territoriali. Come diceva Oscar Wilde, porre dei confini a noi stessi è il peggiore errore umano, trovarli l’obiettivo. Buona ricerca allora! di Roberto Schiesari Schiesari & Associati Consulenza direzionale, economico-giuridica e tributaria


il consulente legale Il miglioramento della prestazione energetica degli edifici quale obiettivo del Legislatore comunitario

A una sempre maggiore sensibilità, anche nel settore dell’edilizia, nei confronti delle tematiche legate al miglioramento del benessere e della qualità della vita e della ricerca di sempre nuovi accorgimenti tali da ridurre l’inquinamento ed i consumi/spese senza intaccare le comodità del vivere moderno, è ormai da diversi anni che il Legislatore fa corrispondere una fitta elaborazione di norme che possano soddisfare tali esigenze. E ciò sia a livello comunitario, sia a livello nazionale e locale. Quanto al primo, si ricordino, oltre al Regolamento n. 305 del 2011 del quale si è già fatta menzione, la Direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico nell’edilizia, la Direttiva 2006/3/CE sull’efficienza degli usi finali dell’energia e dei servizi energetici, la Direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili e la Direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia. Quest’ultima promuove specificatamente il miglioramento della prestazione energetica degli edifici all’interno dell’Unione, che tenga conto delle condizioni locali e climatiche esterne, nonché delle prescrizioni relative al clima degli ambienti interni e all’efficacia sotto il profilo dei costi (art. 1). Tutto ciò avendo preso atto - nelle premesse - che gli edifici sono responsabili del 40% del consumo globale di energia nell’Unione, che il settore è in espansione e ciò è destinato ad aumen-

tare il consumo energetico e che, perciò, la diminuzione dello stesso e l’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili nel settore dell’edilizia costituiscono misure imprescindibili per temperare la dipendenza energetica dell’Unione e le emissioni di gas a effetto serra. La Direttiva impone, anzitutto, l’individuazione di omogenee metodologie di calcolo della prestazione energetica degli edifici in conformità di un quadro generale comune (art. 3) e fissa requisiti minimi di prestazione energica cui i vari Stati membri devono conformarsi, distinguendo tra gli edifici già esistenti e quelli di nuova costruzione, nonché tra le diverse tipologie edilizie (art. 4). La previsione di requisiti minimi e di sistemi di misurazione intelligenti per l’ottimizzazione del consumo energetico, ovviamente, non può che riguardare gli impianti tecnici degli edifici già esistenti di riscaldamento, di produzione di acqua calda, di condizionamento d’aria, di ventilazione o la combinazione degli stessi (art. 8). Obbiettivo assai rilevante che si pone la Direttiva, poi, è che gli Stati membri provvedano affinché, entro il 31 dicembre 2020, tutti gli edifici di nuova costruzione siano “a energia quasi zero” e che, a partire dal 31 dicembre 2018, quelli di nuova costruzione occupati da enti pubblici e di proprietà di questi ultimi siano edifici “a energia quasi zero”, laddove con questa

ultima espressione si intende un “edificio ad altissima prestazione energetica” determinata conformemente alla previsione di cui all’allegato I e “Il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo dovrebbe essere coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze” (artt. 2 e 9). Per perseguire tali scopi si disciplina l’introduzione di incentivi finanziari e strumenti di mercato, partendo da un iniziale censimento degli strumenti già esistenti all’interno dei singoli Stati (art. 10), l’istituzione di un sistema di certificazione energetica degli edifici, di rilascio e di affissione del medesimo (artt. 11, 12 e 13), nonché la previsione di ispezioni degli impianti di riscaldamento e di condizionamento d’aria, all’esito dei quali devono essere redatti da esperti indipendenti un attestato di prestazione energetica e un rapporto contenente raccomandazioni per migliorare il rendimento energetico dell’impiantistica da trasmettersi al proprietario o al locatario dell’edificio (artt. 14, 15, 16 e 17). Le varie norme devono essere recepite dagli Stati membri con differenti ma comunque ravvicinate scadenze: il 9 luglio 2012 e il 9 gennaio 2013, con possibilità di rinviare al 31 dicembre 2015 l’applicazione dell’art. 12 sul rilascio dell’attestato di prestazione energetica. I singoli Stati, entro il primo termine di quest’anno appena indicato, dovranno stabilire anche le sanzioni da applicarsi per garantire l’efficace attuazione delle varie norme de quibus. Avv. Pietro Carlo Ferrario Studio Legale Associato Lucarelli & Ferrario, specializzato in problematiche immobiliari.

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Formazione: le 16 ore mics riconosciute come prassi dalla Conferenza Stato Regioni Soddisfazione del presidente Calzoni e del nuovo vicepresidente Leonesio, rappresentante delle sigle sindacali Primo riconoscimento ufficiale per il progetto di formazione “16oremics” di Formedil, ente nazionale per l’addestramento professionale nell’edilizia. Lo scorso 21 dicembre la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano ha menzionato il programma all’interno di un importante accordo sulle disposizioni in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. «Abbiamo appreso con grande soddisfazione che il progetto strutturale delle 16oremics, lanciato dal sistema bilaterale delle costruzioni, è stato inserito in una norma di legge – dichiara il presidente Massimo Calzoni –. Si tratta di un segnale di apprezzamento dell’impegno messo in campo in questi anni per promuovere la cultura della sicurezza e diminuire il rischio di incidenti nei cantieri».

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In particolare, la Conferenza ha approvato due accordi tra il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, il Ministro della Salute e le Regioni in attuazione delle disposizioni del D.lgs 81 del 9/4/2008 e s.m. e i. Si tratta delle intese sui commi 2-3 dell’articolo 34, relativo ai corsi di formazione per lo svolgimento diretto da parte del datore di lavoro dei compiti di prevenzione e protezione rischi, e sul comma 2 dell’articolo 37, relativo alla formazione dei lavoratori. Nel testo dell’accordo sull’articolo 37, tra le condizioni particolari viene riconosciuto il lavoro portato avanti dal sistema. «Per il comparto delle costruzioni – si legge – nell’ipotesi di primo ingresso nel settore, la formazione effettuata nell’ambito del progetto strutturale 16oremics, delineato da Formedil, è riconosciuta integralmente corrispondente alla formazione generale di cui al presente accordo». Ai

fini della formazione specifica, invece, i contenuti del percorso strutturale potranno essere considerati «esaustivi rispetto a quelli di cui al presente accordo ove corrispondenti. I soggetti firmatari del Contratto Collettivo Nazionale dell’edilizia stipulano accordi nazionali diretti alla individuazione delle condizioni necessarie a garantire tale corrispondenza». Il riconoscimento costituisce uno stimolo a migliorare la qualità dei servizi. «Continueremo a rafforzare il sistema bilaterale della formazione, che con le 16 ore sta dando un contributo innovativo al comparto delle costruzioni, nel quale crescono i timori per il ricorso al lavoro irregolare», aggiunge Massimo Calzoni. Il sistema prosegue dunque sulla strada della crescita, dotandosi di nuovi strumenti: «In questa direzione va l’avvio della sperimentazione di Blen.it, la nuova Borsa lavoro, attraverso la quale contiamo di favorire una selezione qualitativa della mano d’opera e una maggiore trasparenza nei meccanismi di inserimento dei lavoratori nelle aziende», continua il presidente. Gli fa eco il vicepresidente, Piero Leonesio: «L’aver richiamato in modo esplicito nell’accordo Stato – Regioni il progetto voluto dalle parti sociali e inserito nel contratto collettivo di categoria relativo alle 16 ore obbligatorie prima dell’ingresso nei cantieri assume una rilevanza inusuale che ci fa ben sperare per una maggiore consapevolezza istituzionale del ruolo del nostro sistema paritetico». Il progetto rappresenterà d’ora in poi «un solido riferimento per il mondo del lavoro, nel quale il tema della formazione preventiva non ha ancora trovato adeguata applicazione», conclude.


QUALITà E SICUREZZA: COSÌ LE FAMIGLIE ITALIANE SCELGONO LE ABITAZIONI

Non è il criterio del costo più basso a determinare la domanda immobiliare secondo un’indagine promossa da Federcostruzioni. Una casa di alta qualità: sicura, durevole, certificata. Sono queste le esigenze prioritarie che le famiglie italiane richiedono al mercato immobiliare. È quanto emerge dai risultati della ricerca del Cresme su “La qualità edilizia in Italia: definizioni, percezione, criticità e vantaggi”, promossa da Federcostruzioni. Secondo le risposte di 800 famiglie le preoccupazioni maggiori riguardano i rischi derivanti da eventi esterni che attengono alla struttura, al modo in cui la casa è stata costruita, ai sistemi di sicurezza e di salvaguardia. Per il campione, dunque, la qualità rappresenta l’indice della certezza, non ha a che fare con la bellezza ma con l’idea di solidità e sicurezza. Rispetto ad indagini precedenti, in questo caso è particolarmente forte la tendenza a conferire meno importanza all’estetica a vantaggio dell’utilità, dei costi gestionali, della solidità. Complice anche la crisi economica che penalizza i “falsi bisogni”, gli elementi a cui le famiglie prestano maggiore attenzione sono i “bassi consumi energetici” (20,8% di risposte). A questo si deve aggiungere il 6,6% di risposte che ritiene importante il problema dei “bassi costi gestionali”. In secondo piano riusltano aspetti connessi alla vivibilità e alla posizione dell’abitazione come la “luminosità”, e quindi l’esposizione, o la ricchezza di servizi. Un altro aspetto da non trascurare riguarda la scelta della qualità a discapito della quantità: nonostante un costo d’acquisto pià elevato le famiglie italiane valutano prioritariamente il tempo di vita del prodotto e i relativi costi di gestione. Dunque assumono

particolare importanza l’efficienza, il risparmio energetico e minori spese di manutenzione. In sostanza l’80% degli intervistati preferisce comprare di meno ma non rinunciare alla qualità. Egualmente, di fronte alla richiesta tra investire su una casa più economica o invece diminuire le pretese, puntando sulla qualità, la stragrande maggioranza (69%) dichiara la propria preferenza per questa seconda soluzione. Per le famiglie italiane diventa, inoltre, molto rilevante la certificazione di un prodotto da parte un ente terzo: il 35,4% degli intervistati considera questo un aiuto importante alla scelta di una casa, e per il 28,6% tutte le abitazioni dovrebbero avere una certificazione. Questi primi risultati evidenziano una crescente sensibilità della domanda rispetto alla possibilità che qualcuno garantisca la qualità del prodotto. Resta scettico un 21% degli intervistati, mentre per un altro 15% è soltanto un costo. Lo scetticismo e le preoccupazioni che un’attestazione resti un fatto formale a cui si collegano dei costi amministrativi privi di una reale sostanza, pongono una questione fondamentale per il sistema

imprenditoriale, quello della reale qualificazione delle imprese a cui si collega l’altra relativa ai controlli. Temi sui quali Federcostruzioni ha avviato un progetto specifico volto a definire con chiarezza percorsi, modalità e sistemi che consentano all’utente finale di disporre di strumenti efficaci di verifica sul processo di costruzione e sui materiali e le soluzioni adottate. Una conferma dell’importanza del problema si riscontra nella ricerca quando le famiglie, interrogate su cosa è più importante nella garanzia di qualità di un prodotto, rispondono per il 34,7% “l’esperienza personale”. Una percentuale che, sommata alla risposta relativa al “passaparola” indicata dal 11,9% degli intervistati, arriva al 46,6%. Questo vuol dire che la qualificazione sembra dipendere allora, oltre che dall’esperienza diretta dell’acquirente, dalla conoscenza e dalla notorietà dell’azienda. Considerando i vari aspetti, pur con i limiti che una ricerca può rappresentare, questi dati sono indicativi del fatto che il mondo imprenditoriale delle costruzioni ha una opportunità che non può perdere: offrire prodotti di qualità.

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news dal mondo bigmaT NESSUN CONFINE PER BIGMAT: POLO NORD ARRIVIAMO! Risale al maggio scorso l’avventura di Fabio De Mas, socio bellunese di BigMat, sul Cho Oyu, vetta imperiosa situata sul confine tra Tibet e Nepal. Quella volta la spedizione arrivò fino a quota 7500 metri, ostacolata da venti che soffiavano a più di 100 Km/h. Oggi Fabio De Mas è in preparazione di una nuova spedizione, che lo vedrà impegnato niente di meno che sui “sentieri” del Polo Nord. Dall’8 al 19 aprile, accompagnato da una guida esperta della regione artica e da due compagni di avventure, partirà per una spedizione per raggiungere con gli sci il polo nord geografico. I nostri eroi partiranno dalla base scientifica Barneo situata sulla banchisa polare a 89 gradi di latitudine nord, per percorrere poi i circa 70 km che li separano dal polo nord con l’aiuto degli

sci e trasportando su una slitta tutto il materiale occorrente per i campi e l’alimentazione. «Con buone condizioni climatiche la spedizione vera e propria (base-polo-base) dovrebbe durare circa cinque giorni – dice Fabio De Mas - mentre, nel complesso, il viaggio dovrebbe durare una decina di giorni, con la variabile tempo atmosferico a far da discriminante». Anche questa volta BigMat sarà al fianco di un’impresa dal grande fascino: per quanto il Polo Nord sia diventata una meta “facilmente” raggiungibile da esperti scalatori, gli ostacoli sono sempre dietro l’angolo e la difficoltà rimane sempre elevata: le temperature sono stabili tra i -25 e i -35 gradi, le bufere di vento sono all’ordine del giorno, La superficie del ghiaccio è irregolare e accidentata, e in tutto questo occorre

trainare una slitta del peso di 40/50 Kg contenente l’equipaggiamento, il cibo e le vettovaglie: insomma, servono forza fisica e soprattutto una grande forza psicologica per superare ogni difficoltà. Un’altra grande sfida per BigMat, che si potrà seguire su www.bigmat.it.

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news dal mondo bigmaT LA COLAZIONE? TE LA OFFRE BIGMAT SBAFFI! L’iniziativa è attiva ormai da sei mesi e lo sarà ancora per molto tempo, visto il grande gradimento che sta riscuotendo presso i clienti della BigMat Fabio Sbaffi, azienda con due punti vendita in provincia di Macerata, uno a Piediripa e uno a Villa Potenza. Si sa… svegliarsi all’alba è dura, ma la mattina presto per una rivendita edile è uno dei momenti più importanti della giornata: si aprono i cancelli e i clienti arrivano con i camion per caricare. E allora quale modo migliore per accoglierli che offrirgli un bella colazione? «Anche i clienti che vanno sempre di fretta – conferma Riccardo Sbaffi, pro-

motore dell’iniziativa - si fermano anche solo per un minuto a bere un caffè. È un’occasione importante per parlare con loro, tra una chiacchiera e l’altra riusciamo a cogliere quali sono le loro esigenze e magari a dare risposte su prodotti e soluzioni». Perché se durante la giornata si è tutti di corsa, davanti a un buon caffè ci si ferma sempre! Ma la BigMat Fabio Sbaffi non si limita a questo: la sua pagina personale di Facebook è sempre aggiornata e tra le più attive, così come continuano ad essere tanti i momenti di formazione organizzati per i clienti. Dalla colazione alla formazione, un pieno di attenzioni!

SI RINNOVA LA PRESENZA DI BIGMAT ALLA FIERA DEL MADONNINO Squadra che vince non si cambia! Questo detto, ormai abusato nel mondo dello sport, si adatta perfettamente alla “formazione” BigMat che ormai da cinque anni è presente alla Fiera del Madonnino, uno degli avvenimenti più importanti nel panorama del grossetano. I quattro soci della provincia di Grosseto infatti (CORTI di Corti F. e C. Snc e EDILPIU’ Srl di Follonica, EDILIZIA COMMERCIALE Srl, con quattro punti vendita a Grosseto (2), Marina di Grosseto e Castiglione della Pescaia, e PERI ADO Sas, con quattro punti vendita a Scansano (2) e Pitigliano) si divideranno dal 21 al 25 aprile i 72 mq dello stand pensato ad hoc per promuovere all’interno della fiera i servizi e i prodotti BigMat. Lo stand è strutturato in modo da poter dare risposte a diversi tipi di target: ai tecnici che richiedono consulenza sulle più moderne tecnologie costruttive, alle imprese che cercano informazioni sulle ultime novità in termini di prodotti e attrezzature per l’edilizia, ai consumatori privati, che devono fare piccoli o grandi lavori di ri-

strutturazione e che trovano in BigMat risposte e soluzioni “chiavi in mano”. La Fiera del Madonnino, giunta alla XXXIV edizione, è una fiera che si svolge nel nuovissimo e moderno padiglione fieristico di Braccagni. Non chiamatela però “fiera campionaria”, perché è molto di più: considerato uno

degli elementi trainanti della crescita economica, turistica e sociale della zona, si tratta di un evento catalizzatore capace di muovere espositori provenienti da tutta la penisola e appartenenti ai settori commerciali più diversi. Evento in cui anche nel 2012 BigMat la farà da padrone.


news dal mondo bigmaT SONO A MILANO E A ROMA I PIù FESTAIOLI DI BIGMAT ITALIA Proprio mentre stiamo scrivendo questo numero di UP!, gli staff di due punti vendita BigMat si stanno godendo specialità gastronomiche provenienti da tutta Europa! Si tratta della MARZOTTO Spa di Cologno Monzese (Milano) e della SPIRIDIGLIOZZI Srl di Villanova di Guidonia (Roma), che hanno vinto il concorso indetto da BigMat International “Gustate i trent’anni di BigMat in Europa”. Gli staff di questi punti vendita sono quelli che tra tutti gli

MEZZA PAGINA UPHD2febbraio2012.pdf

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italiani si sono dimostrati i più attivi nel coinvolgere i propri clienti nei festeggiamenti dei trent’anni di BigMat in Europa, oltre che i più abili e creativi nell’allestimento del loro magazzino. Lo spirito di appartenenza al Gruppo paga, e in questo caso il premio è da leccarsi i baffi: un big bag del valore totale di 1.500 euro contenente diverse specialità gastronomiche, dal fois gras d’anatra proveniente dalla Francia al Queso Machego spagnolo, dalla birra artigianale belga La Chouffe al nostrano Parmigiano reggiano. Ma i premi non finiscono qui! BigMat International, in collaborazione con Sika, ha premiato anche altri soci del Gruppo con l’operazione “30 Years of Partnership”. In cinque si sono divisi 1 iPad, 2 iPod Nano e 2 iPod Shuffle. E 13/02/2012 13.44.25 siamo solo a gennaio!

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CRESCE ANCORA LA FAMIGLIA BIGMAT Nel mese di gennaio sono stati due i nuovi ingressi nel Gruppo BigMat, che vede costantemente aumentare la sua base associativa. Da nord a sud il primo ingresso è la MATERIALI EDILI DE LORENZI di De Lorenzi D. & C. Snc, con due punti vendita a Forlì. Da oltre 30 anni nel settore ceramico e da 4 generazioni nel settore edilizio, l’azienda ha deciso di entrare nel Gruppo per fare un salto imprenditoriale e poter accrescere la propria professionalità, già riconosciuta su tutto il territorio in cui opera. Grazie ad un’esposizione di

oltre 2mila mq, offre alla sua clientela, sia professionale che privata, un’ampia gamma di prodotti, sia in ambito edilizia pesante che in ambito ceramiche, sempre accompagnati da qualità e servizio. Il secondo ingresso è in Puglia, in provincia di Barletta. La Edidforniture Sas opera dal 1997 con un punto vendita a Trani. Nata come rivendita di ferramenta e noleggio, dal 2008 ha inserito nella sua gamma anche l’edilizia, sia tecnica che pesante, riuscendo in pochi anni a imporsi sul proprio territorio come punto di riferimento, riconosciuto per la serietà e per la capacità di rispondere alle esigenze della clientela professionale. Oggi l’azienda opera in maniera efficiente e funzionale grazie anche ad una grande struttura, di recente acquisizione e modernamente organizzata. Il Gruppo di recente si è allargato anche in Lombardia grazie all’apertura di un secondo punto vendita dell’azienda EDIL FA.RO Srl che, accanto alla sede storica di Roncadelle (BS), oggi opera anche nel nuovo magazzino in località Fenili Belasi Capriano del Colle, sempre in provincia di Brescia.

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bigmat international FRANCIA: GUILLOT, IL MAGAZZINO SOSTENIBILE BELLO, BUONO E PREMIATO «La Guillot SA è stata creata a Ezy-sur-Eure nel 1915 dal mio bisnonno, che ai tempi si occupava dell’estrazione di legno e carbone nelle foreste della regione. Tra le due guerre, poi, l’attività è stata ripresa passando nelle mani di mio nonno. Pur continuando a portare avanti l’attività originaria, la società ha progressivamente orientato il suo business verso la commercializzazione di legname e di materiali edili, soprattutto mattoni, conglomerati e prodotti di copertura. Nel 1960, i miei zii hanno proseguito nello sviluppo della società passando alla commercializzazione su uno spazio più ampio, su un terreno di 9mila

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m². Negli anni 2000, la nostra impresa familiare ha sviluppato la sua principale area di business, che comprende i materiali per l’isolamento e per le coperture, ed è entrata a far parte del Gruppo BigMat, potendo così aumentare il suo livello di professionalità e specializzazione». Questa, in breve, la storia di un’azienda famigliare raccontata da Nelly Guillot, ceo della Guillot SA, che nel 2007 ha fatto un ulteriore passo avanti nel futuro decidendo di traslocare la propria sede nell’ottica della sostenibilità ambientale. Considerato lo sviluppo della società, la posizione del magazzino era diventata inadeguata, sia perché la sua dislocazione nel centro della città ren-

deva difficile l’accesso dei mezzi pesanti, sia perché il magazzino era circondato da molte costruzioni fatiscenti», racconta Guillot. Gli azionisti hanno così deciso, nel 2007, di costruire un nuovo magazzino e spostare l’attività nella HAZ di Ezy-sur-Eure. Il progetto è stato esaminato e approvato dall’ufficio preposto di BigMat Francia e ha previsto la realizzazione di: – un edificio chiamato “zona fredda” di 1.200 m²; – un edificio adiacente chiamato “zona calda” di 600 m² (libero servizio, accoglienza clienti e uffici); – il tutto su un terreno di 23mila m², di cui 10mila m² coperti e organizzati per lo stoccaggio della merce.


bigmat international LE SCELTE PROGETTUALI MESSE IN CAMPO Orientamento dell’edificio Il terreno e le vie d’accesso esistenti hanno consentito un orientamento a sud per l’accesso della zona hangar freddo (nessuna apertura è prevista nel lato Nord). I vantaggi sono molteplici: fornitura di luce, e di calore, maggiore comfort di dipendenti e clienti. Inoltre, abbiamo previsto una copertura con la massima superficie trasparente possibile, in modo da consentire alla luce naturale di ridurre al minimo il fabbisogno di luce artificiale. Produzione di energia Grazie all’orientamento dell’edificio, con una leggera modifica alla forma dei tetti è stato possibile installare pannelli fotovoltaici in silicio monocristallino BP Solar da 170 W integrati con la migliore impermeabilizzazione del tetto, per un totale di 256 moduli fotovoltaici su una superficie di 344 metri quadrati, che forniscono una produzione di energia di circa 40mila kWh all’anno e la cui vita è di 25 anni. La conversione in corrente alternata alla rete viene eseguita da tre inverter Froenius di 15 kW ciascuno. L’investimento complessivo è stato di 255mila euro. Il Consiglio Generale dell’Eure ha sovvenzionato il nostro progetto

per la somma del 10% di quanto investito. Il resto degli investimenti è stato finanziato interamente da prestiti. Il ritorno sull’investimento è previsto in circa dieci anni. Recupero delle acque piovane Oltre alla produzione di energia, le falde del tetto della zona fredda e zona calda sono state studiate per il recupero dell’acqua piovana con un solo serbatoio sotterraneo di 70 m3 realizzato in resina, che garantisce per tutto l’anno l’approvvigionamento di acqua non potabile per il lavaggio dei veicoli, l’irrigazione degli spazi verdi, l’alimentazione dei WC e il lavaggio dei pavimenti. Questo sistema consente di ridurre sensibilmente i costi delle bollette dell’acqua. L’investimento per questa porzione è stato di 17mila euro e il ritorno sugli investimenti dovrebbe arrivare tra 8 anni. Riscaldamento Un riscaldamento centralizzato a legna e pellet e la circolazione di acqua calda attraverso il suolo è sembrato essere la

soluzione più adatta per il magazzino e per gli uffici. È stata installata una pompa di calore reversibile di 36 kW aria-acqua corrente, e la circolazione del fluido integrato nel terreno, fornendo riscaldamento o raffreddamento dell’edificio. Il coefficiente teorico di prestazione (COP) è quasi “4” per questa soluzione: 4 Kilowatt di calore rilasciato a fronte di poco più di un kW consumato. Un ulteriore riscaldamento a gas è stato previsto per temperature inferiori a zero gradi C, per i quali la pompa di calore diventa inefficiente. L’investimento per questa porzione è stato di 70mila euro.

IPOTESI VALUTATE E ABBANDONATE L’azienda aveva programmato di installare un impianto eolico 50 kW per la generazione di energia, ma il terreno presentava una collina posta lungo l’asse dei venti prevalenti da nord-ovest, di conseguenza il rendimento sarebbe stato negativo, anche a 20 metri di altezza. Con significative opere esterne da valutare (il terreno avrebbe dovuto presentare una forte pendenza), si sa-

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bigmat international rebbe potuto installare un impianto geotermico che andasse ad implementare una soluzione di tubazioni interrate per aumentare l’efficienza degli impianti di riscaldamento e ventilazione. Tuttavia, due elementi sono stati presi in considerazione: il costo dell’operazione e la possibilità di crescita batterica. Per questo è consigliabile evitare una soluzione di questo tipo in un edificio pubblico. Alla luce di questi motivi, la geotermia è stata accantonata.

UN PROGETTO CHE GUARDA AL FUTURO Il nuovo sito Ezy-sur-Eure è stato inaugurato nel giugno del 2010, a coronamento di un progetto che ha richiesto un investimento complessivo di 1,5 milioni di euro (compreso l’acquisto del terreno), finanziato al

100% da un prestito di oltre 15 anni. «Il concetto di sviluppo sostenibile – afferma soddisfatto Guillot – è stato molto importante per noi nel processo decisionale. Integrare il nostro progetto in un HQE ha comportato un costo aggiuntivo di circa il 20% rispetto a un magazzino “tradizionale”, ma non abbiamo rimpianti. Questo nuovo magazzino è già molto piacevole, sia per i dipendenti che per i clienti, e vi affronteremo le nuove sfide del mercato in termini di consulenza e scelta delle tecnologie costruttive e dei prodotti da considerare per le future costruzioni, consapevoli della necessità di salvaguardare il nostro ambiente». Sempre nel 2010 il nuovo magazzino di Guillot SA ha vinto il “Trofeo per la migliore iniziativa di sviluppo sostenibile – categoria negozi” alla terza edizione del Les Trophee du negoce.

GUILLOT BigMat IN BREVE Giro d’affari: 3,2 milioni Dipendenti: 12 CEO: Nelly Guillot DG: Pascal Brandely Prodotti trattati: Materiali da costruzione, coperture, isolamento, legname, pannelli, lavorazione del legno

SikaLastic®-1K Malta cementizia monocomponente impermeabilizzante certificata per il contenimento di acqua potabile e la protezione del calcestruzzo

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appunti di gusto

LA SIGNORA DEL PEPERONCINO Eclettici, solari, versatili, talvolta misteriosi e altre volte sfacciati, ma sempre – indiscutibilmente – seducenti. Il magico mondo dei peperoncini è un universo che non si finisce mai di scoprire, perché «le specie catalogate sono circa 2mila ma la verità è che ce ne sono molte di più e continuano a nascere varietà nuove». A parlare è Rita Salvadori, meglio conosciuta come Peperita, ovvero la Signora del peperoncino. Almeno in Italia. Raggiunta dalla freccia scagliata dal cupido Massimo Biagi dell’Accademia del peperoncino, l’amore tra lei e i Capsicum è scoccato in un istante. Oggi nella sua tenuta di Bolgheri, nota località toscana famosa per l’ottimo vino, Rita coltiva oltre trecento varietà di peperoncini appartenenti alle cinque specie domestiche più diffuse: Capsicum annuum, che comprende il peperoncino di Cayenna e il messicano Jalapeño; Capsicum baccatum, che include

il cosiddetto “cappello del vescovo” e gli ají; Capsicum chinense, di cui il più noto rappresentante è l’Habanero, rimasto fino al 2006 nel Guinness dei primati come il peperoncino più piccante del mondo, e il suo successore, lo Scotch Bonnet; Capsicum frutescens, che include tra gli altri il tabasco; Capsicum pubescens, di cui fa parte il sudamericano Rocoto. «Sono rimasta affascinata dal peperoncino – spiega Rita – per la sterminata possibilità di impiego che ha: dal cibo ai liquori o alle tisane, dalle creme per il corpo ai profumi. E poi è coltivabile ovunque». Tant’è che quando Cristoforo Colombo lo portò dalle Americhe nel 1543, il business che gli spagnoli speravano di farne sfumò ben presto: il peperoncino si acclimatò benissimo nel vecchio continente, diffondendosi in tutte le regioni meridionali, in Africa ed in Asia, e venne così adottato come spezia anche da quella parte della popolazione che non poteva permettersi l’acquisto di cannella e noce moscata. Poi ci mise lo

zampino l’eros e la popolarità di questo frutto subì un’ulteriore impennata nonostante gli avvertimenti di Brillat Savarin, che nel suo trattato Fisiologia del gusto aveva cercato di stemperare le credenze popolari, affermando che per i peperoncini non si trattava “di afrodisiaci positivi; diciamo solo che, in certe circostanze, essi possono rendere le donne più tenere e comprensive e gli uomini più amabili”. Quel che è certo è che il primo peperoncino non si scorda mai e quello di Rita Salvadori è stato un normalissimo Cayenna: «Lo coltivo ancora oggi e l’ho chiamato Terenzio, dal nome del signore che mi regalò i semi». Dopo il signor Terenzio, Rita incontra Massimo Biagi e poi lunghi anni di ricerca e di studi che l’hanno portata ad essere oggi la più grande produttrice di peperoncino d’Italia, adorata dall’alta ristorazione come dai clienti comuni, che possono acquistare i suoi peperoncini sia nei due punti vendita di Volterra e Castagneto Carducci (sempre in Toscana) sia in internet su www.peperita.it.

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in viaggio

Sardegna Terme DAI NURAGHI CON AMORE

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LA SARDEGNA è PRONTA A LAMBIRVI NON SOLO CON IL SUO MARE CRISTALLINO, MA ANCHE CON LE SUE ACQUE TERMALI CHE HANNO CONQUISTATO ANCHE L’aSTRONOMO TOLOMEO

S

ardara Terme, poco distante da Cagliari, conserva tracce storiche antichissime: la presenza di un nuraghe e di un pozzo nuragico sacro nel parco delle terme attestano l’esistenza di insediamenti protosardi risalenti al 1600 a.C.. Ma furono i romani che si insediarono nella zona a costruire qui

le terme, che chiamarono Neapolitanae e di cui ancora oggi sono visibili le tracce. Tradizioni, leggende e ipotesi ruotano intorno alla chiesa di San Gregorio e cinquemila anni di storia sono racchiusi nel Museo archeologico di Villa Abbas, mentre stradine in selciato si aprono nel grazioso centro storico

punteggiato di tipici portali e archi in pietra, ma soprattutto bagnato da ben cinque fonti dalle acque minerali-bicarbonato-alcaline ipertermali. Acque e fango, naturale ed argilloso, hanno uno spiccato effetto eudermico, stimolano il microcircolo ed il metabolismo cutaneo: insomma, sono perfetti per curare

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cellulite, acne ed invecchiamento. Qui, però, si curano anche malattie cardiovascolari, digestive, delle vie respiratorie ed otorinolaringoiatriche. Facciamo un salto a Sassari, dove in prossimità di un altro ed imponente sito nuragico, vicino al fiume Tirso, si trovano le Terme Aurora, descritte già dall’astronomo Tolomeo nel II secolo d.C. per una singolarità: sembra che le acque sgorgassero da 110 sorgenti e accanto ad ognuna vi fosse una lastra in pietra che descriveva la malattia da curare. Storicamente, la prima relazione scientifica sulle acque di San Saturnino risale al 1611, ma è solo nel Novecento che avviene il loro sfruttamento razionale per usi terapeutici. Situate nella piana di San Saturnino, circondata da un vasto parco alberato, le Terme Aurora contano su un’acqua sulfureasalso-bromo-iodica radioattiva che

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DA FARE E DA VEDERE TEMPIO PAUSANIA. Nel centro storico merita una visita la Cattedrale costruita su un preesistente edificio del 1400.
Nelle immediate vicinanze numerosi sono i siti interessanti dal punto di vista naturalistico: Parco del Limbara, Valle della Luna e tutta la zona costiera compresa tra Castelsardo e la Costa Smeralda. Inoltre troviamo importanti siti archeologici come il Nuraghe Majori e i Dolmen (monumenti funerari neolitici) di Luras. BENUTTI E DINTORNI. Zona fra le più ricche di testimonianze preistoriche e che presenta una rassegna completa di monumenti megalitici - nuraghi, dolmen, domus de janas, tombe di giganti ambientati in uno scenario d’arcaica bellezza. FORDONGIANUS. Di notevole interesse la Casa Aragonese, un’elegante abitazione seicentesca costruita e decorata in stile gotico-catalano con la trachite rossa. Segnaliamo infine la presenza di numerose cave di trachite appunto, ed i laboratori in cui si lavora questa pietra pregiata.


sgorga ad una temperatura di 40 gradi centigradi e che viene utilizzata per fanghi e bagni (per la cura di malattie reumatiche, articolari, artriti, artrosi, fibrositi, mialgie, postumi di fratture, distorsioni, sciatica, gotta, malattie dermatologiche), aerosol, inalazioni, docce nasali micronizzate (per le malattie delle vie respiratorie e dell’orecchio), insufflazioni (per la cura di sordità rinogena, otiti catarrali, catarro tubarico), massaggi manuali, idromassaggi. Le cure vengono praticate all’Hotel Terme Aurora, dove è garantita per 24 ore al giorno la presenza di personale medico e la collaborazione di specialisti in reumatologia e otorinolaringoiatria e di fisioterapisti. Anche la splendida Gallura ha le sue terme, a Tempio Pausania, piccola cittadina incastonata tra boschi di sughere, di castagni e lecci. Tra le numerose fonti della località, la più importante è sicuramente quella di Rinagghju, con le sue acque idrominerali diuretiche, indicate particolarmente per le patologie dell’apparato urinario, e che favoriscono la circolazione sanguigna. Infine, eccoci quindi nella millenaria Fordongianus, Sardegna centrale in provincia di Oristano, circondata da una natura ancora selvaggia che conserva gelosamente imponenti resti della civiltà romana. E fu proprio l’imperatore Traiano, duemila anni fa, a scoprire i benefici effetti delle sorgenti termali di Fordongianus, che nel loro percorso in profondità si arricchiscono di sali minerali, prima di sgorgare, calde, attraverso le fratture nelle rocce Paleozoiche. Sono acque in grado di curare dalla gastrite all’obesità, dalle allergie alle malattie della pelle. Si bevono, ma sono anche ideali per bagni e per inalazioni, impiegate in trattamenti quali idroterapia, fanghi, grotte termali, linfodrenaggio, massoterapia, aerosol, docce nasali. Oggi, a fianco delle antiche rovine traianee, sorge il Sardegna Grand Hotel Terme, affiancato da un moderno Centro termale. Qui si fondono l’antica tradizione con le nuove tecnologie per l’impiego di questo tesoro naturale.

dormire Hotel Marinedda Thalasso & Spa Corso Trinita 18 - Marinedda Tel. 079 694185 L’Hotel Marinedda è una struttura elegante e raffinata sita a 300 metri dalla splendida spiaggia di Marinedda ed è tra i più prestigiosi centri thalasso&spa del mediterraneo. Prezzi a partire da 115 euro a camera. Sardegna Grand Hotel Terme Via Ipsitani, Fordongianus (OR) Tel. 0783 605016 L’hotel si trova di fronte alle rovine di antiche terme romane ed offre due piscine termali ad una temperatura di 54°C, una grotta di vapore naturale, e trattamenti di benessere e bellezza realizzati utilizzando fanghi terapeutici, ottenuti da almeno sei mesi di maturazione al sole sardo. Prezzi a partire da 55 euro a camera. Hotel Antiche Terme Località Santa Maria Aquas - 09030 Sardara - Tel. 070 9387025 Comodo e confortevole 4 stelle dalla cucina curata, con centro termale attrezzatissimo. Prezzi a partire da 68 euro a camera.

mangiare Da Severino “Il Vecchio” Via Kennedy 1 - 09040 Ortacesus - Tel. 070 9804197 Prezzo medio: 40 euro vini esclusi Tempio del pesce, anche se non mancano i piatti di carne, in questo ristorante rinomato quanto conosciuto. Atmosfera calda e famigliare. Sa Corte Via Nuoro 143 - 08025 Oliena - Tel. 0784 1876131 Prezzo medio: 40 euro, vini esclusi Squisite carni ed ottime pasti in un locale rustico dove gustare il meglio della cucina tipica nuorese. Il Cormorano Via Colombo 5 - 07031 Castelsardo - Tel. 079 470628 Prezzo medio: 50 euro, vini esclusi Fantasiosa cucina di pesce, in un incantevole borgo medievale.

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in auto

Smart Electric

La regina della mobilità

diventa verde

La macchina che ha rivoluzionato il modo di pensare le quattro ruote a due posti, che è diventata un must della mobilità alternativa, sta per sbarcare sul mercato nella sua nuova versione elettrica. Stiamo parlando della Smart, la cui versione “Electric” sarà messa in vendita a partire da questa primavera: insomma, Smart dopo aver vinto la sfida e risolto il problema della mobilità cittadina, nonché del parcheggio, continua a trovare le soluzioni più adeguate alle sensibilità ecologiche di cittadini e amministrazioni e, grazie alla Smart Electric, pone sul mercato un modello di biposto in grado di accedere anche nelle zone a traffico limitato, di non esser bloccato dalle ormai continue limitazioni al traffico e con un’importante novità, cioè la possibilità di parcheggiare gratis nelle strisce blu.

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Se tutto ciò non bastasse, anche l’elegante colonnina di ricarica privata, installata, a richiesta, da Enel nel giardino della propria casa o in un pratico box, diviene un elemento in grado di soddisfare e gratificare l’utenza dal cuore verde. Lo stesso design della vettura ha prestato notevole attenzione ai consigli degli utenti con la conseguente realizzazione di un frontale con led diurni integrati nella nuova fascia inferiore, e un parco allestimenti che oltre a garantire l’uso delle consuete gamme cromatiche della vettura, ha sviluppato anche un allestimento speciale con la “cellula” Tridion verde vivo e i cerchi bianchi. Una nuova scoc-

ca che maschera le principali innovazioni sia meccaniche che elettroniche. Il propulsore, sviluppato in collaborazione con Bosch, permette l’erogazione di 55kW e 130 Nm, una forza che consente alla Smart di accelerare da 0 a 50 Km/h, velocità massima consentita sulle strade cittadine, in meno di 6 secondi. Il nuovo pacco batterie agli ioni di litio completa la sua ricarica in solo otto ore, a meno di non disporre della apposita centralina presso la propria abitazione: in questo caso il tempo di attesa si ridurrà drasticamente a soli 60 minuti La Smart Electric uscirà sul mercato a un prezzo di 24mila euro, oppure di 19.239 euro se si sceglie di comprare l’auto senza batterie, noleggiandole per 65 euro al mese.


tecnologia

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IL BORSONE

GREEN PER IL MANAGER 2.0 La moda ormai esige anche attenzione alle nuove dinamiche eco sostenibili. Nasce in quest’ottica la nuova borsa SunnyBAG, un prodotto che affianca alle linee di un design contemporaneo le esigenze di produzione energetica pulita, azione garantita da due moduli fotovoltaici basati sulla tecnologia a tripla giunzione - celle blu, verdi, rosse che catturano diverse gamme di lunghezza d’onda dell’energia solare - del film sottile flessibile UNI-SOLAR di United Solar Ovonic. La luce viene in questo modo immagazzinata all’interno di una batteria al litio la cui carica completa di 7,4 W è garantita da 2-3 ore di sole e può essere utilizzata per la ricarica di cellulare, iPhone, lettore mp3 e di qualsiasi ul-

teriore accessorio elettrico, grazie ad un’ampia fornitura di adattatori. I moduli Uni-solar hanno inoltre una notevole resistenza agli urti e all’acqua: in questo modo agevolano l’utilizzo di SunnyBAG, il cui vero fattore rivoluzionario e innovativo, però, è di riuscire a immagazzinare l’energia solare anche in condizioni di luce diffusa e alle alte temperature. I pannelli presenti su SunnyBAG, infatti, continuano il loro processo di trasformazione della luminosità anche in situazioni atmosferiche di nuvolosità o in Paesi nei quali le elevate temperature solitamente bloccano i processi di molte tecnologie. Insomma, ora il manager 2.0 può contare su una borsa hi tech e anche alla moda, grazie ai modelli in pelle

impreziositi da giochi di fibbie e tasche e disponibile anche in versioni più sportive caratterizzate da colori accessi. Il costo? A partire da 229 euro.

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