UP! n 9 - giugno 2013

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n. 9 - giugno 2013 sismi: PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE MATERIALI “INTELLIGENTI” E RICERCHE SPAZIALI ANTISISMA

POSTE ITALIANE SPA - SPED. A.P. - D.L. 353/03 ART. 1, CM. 1, DCB MI

LEGNO ANTISISMA E ANTICRISI

edilizia preventiva materiali e sistemi di ultima generazione, centri di ricerca e, addirittura la nasa: prevenire i danni sismici si può, con norme, progetti, alta tecnologia e regole che vanno rispettate


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Anno 3 - Numero 9 - Giugno 2013 Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblici BigMat Pro.Ma.Italia S.c.p.a. Via Roma 74 - Centro Direzionale Colombirolo 20060 Cassina de’ Pecchi - Milano T. +39 02 95344836 F. +39 02 95341232 E-mail: info@bigmat.it Ufficio commerciale - Vendita spazi pubblicitari BigMat Pro.Ma.Italia S.c.p.a. Via Roma 74 - Centro Direzionale Colombirolo 20060 Cassina de’ Pecchi - Milano Direttore responsabile Lina Mazzullo

CentroStorico

Consulenza editoriale CommFabriK Srl Hanno collaborato a questo numero Tommaso Casagrande, Michelangelo Cecchetto, Stefano Guolo, Alessandra Guzzi, Zoe Laefleur, Roberto Marchesi, Enrico Nicoli, Nicola Pisano, Rosa Santavite, Emanuela Serighetti, Cristina Serra, Carlo Vacca, Bibi Velluzzo, Fabrizio Viola Grafica e Impaginazione C&G Registrazione N° 240 del 03/05/2011 Tribunale civile e penale di Milano Come abbonarsi Per abbonarsi è sufficiente iscriversi su www.bigmat.it/community spedizione in contrassegno Stampa Faenza Industrie Grafiche Srl Via Vittime Civili di Guerra, 35 - 48018 Faenza (RA) Responsabilità La riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro riproduzione, è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione dell’Editore. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati, e l’Editore non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. L’Editore non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista. Tiratura del presente numero: n. 30.000 copie Periodicità: trimestrale Poste Italiane Spa - Sped In a.p. D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c. 1 - DCB Milano Ai sensi del D. Lgs 196/2003, informiamo che i dati personali vengono utilizzati esclusivamente per l’invio delle pubblicazioni edite da BigMat Pro.Ma. Telefonando o scrivendo alla redazione è possibile esercitare tutti i diritti previsti dall’articolo 7 del D. Lgs. 196/2003. L’editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici senza riuscire a reperirli. Ovviamente a piena disposizione per assolvere a quanto dovuto nei loro confronti.


editoriale

C

ari Lettori, in questo numero estivo di Up! abbiamo voluto affrontare un argomento tutt’altro che leggero, come invece forse si addirebbe a questo periodo dell’anno. Nelle prossime pagine, infatti, troverete declinato sotto molti aspetti un tema tanto impegnativo quanto delicato come quello della prevenzione antisismica, unico vero modo di salvare vite umane e limitare i danni economici, sociali e ambientali che ne conseguono. Abbiamo l’abitudine di affrontare l’argomento antisismico sempre dopo il verificarsi di tragedie: come al solito, il giorno dopo una sciagura si cercano spiegazioni e colpevoli, si fanno un sacco di domande sulla possibilità di prevedere questi eventi o limitarne i danni… Ma sempre dopo, purtroppo. Quello che davvero farebbe la differenza – e che BigMat desidera promuovere con forza – è la prevenzione, come scoprirete leggendo questo numero, perché prevenire i sismi si può, non solo con tecnologie e avanguardie che sfruttano addirittura i satelliti della Nasa, ma anche, e soprattutto, progettando i nuovi edifici seguendo precisi criteri antisismici e ristrutturando gli esistenti con sistemi e materiali in grado di rendere “elastiche” le strutture e quindi infinitamente più a prova di terremoto. Inoltre una buona notizia: l’adeguamento antisismico risulta essere una modalità costruttiva molto meno costosa di quanto si possa immaginare. L’augurio è che le istituzioni comprendano l’impellente necessità di intraprendere un’efficace politica di incentivi e soprattutto di normare una serie di soluzioni tecniche dirette ad agevolare la ristrutturazione degli edifici o la costruzione ex novo degli immobili. Per tutti questi motivi, vi invito alla lettura attenta di questo nuovo numero di Up!, auspicando che non si debbano più cercare colpevoli e non si debbano più spegnere le speranze, anche di quel comparto edilizio per il quale una parte della ripresa potrebbe passare proprio attraverso la riqualificazione antisismica di un patrimonio abitativo obsoleto. In ultimo, permettetemi un po’ di leggerezza per augurare a tutti voi una buona estate!

Lina Mazzullo

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sommario

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PREVENIRE è MEGLIO CHE CURARE A fare la differenza contro i terremoti è la preparazione, la cultura legislativa e il rigore con il quale le norme vengono applicate

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materiali “intelligenti” e ricerche spaziali antisisma Nuove tecnologie per prevedere i movimenti della crosta terrestre e preservare gli edifici dai terremoti

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test antisismici: il modello fem

L’avanguardia tecnologica per la simulazione sismica

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a l’aquila nasce il centro di ricerca per la ricostruzione post sisma

Progetti di riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici

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LEGNO ANTISISMA E ANTICRISI

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risposta secca ai terremoti

Come le costruzioni in legno potrebbero rilanciare il settore edile

Ristrutturare con i sistemi a secco per sconfiggere le conseguenze dei sismi


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sika: il rinforzo strutturale

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le garanzie antisismiche del laterizio

Sistemi in fibra di carbonio e vetro all’avanguardia entrano nei punti vendita BigMat

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Anche il materiale più storico e culturalmente diffuso per le costruzioni italiane oggi consente di costruire abitazioni a prova di scosse

36 ISOLARSI DAL SISMA SI PUò

Si chiamano isolatori sismici e sono una soluzione tecnologicamente avanzata, impiegata da oltre 10mila edifici nel mondo

40 l’effetto a spirale

della sicurezza

Tra i materiali antisismici all’avanguardia ci sono le staffe su misura create da Spirex, una rivoluzionaria macchina brevettata da Schnell e fiore all’occhiello dei punti vendita BigMat

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TUTTI I VANTAGGI DELLE FIBRE DI CARBONIO E DI VETRO

Tecnologie da Formula1 che dall’aereo spaziale approdano in edilizia

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RESTAURO ANTISISMICO

In Lombardia, una case history che dimostra come in poche “mosse” si possa mettere in sicurezza un edificio di pregio storico e artistico

46 IL CALCESTRUZZO CELLULARE

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DI YTONG SISMICO

Una realizzazione in Liguria, antisismica e a risparmio energetico

140 SFUMATURE DI BIGMAT Questo il numero di colori della gamma dei prodotti a marchio BigMat che da oggi si rinnova con 8 nuove tipologie di pitture professionali

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rubriche

50 federcostruzioni informa 51

formedil informa

52 federlegno informa 53 il consulente d’azienda 54

il consulente legale

56 news dal mondo bigmat 66 bigmat international 5


PREVENIRE è MEGLIO CHE CURARE Chiesa di San Pietro, L’Aquila

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Negli ultimi 40 anni per ricostruire nelle zone terremotate sono stati necessari 145 miliardi di euro. Oggi per mettere in sicurezza il territorio nazionale ne occorrerebbero solo 40. di Zoe Lafleur

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a stessa magnitudo – 7,1 gradi Richter – ma risultati completamente opposti: ad Haiti nel 2010 ci furono, a causa del fortissimo sisma, 300mila morti e 1,5 milioni di senza casa; in Nuova Zelanda nel 2012 nessuna perdita in termini di vite umane e danni materiali contenuti. Come mai? Grazie alla tecnologia e all’utilizzo di norme consolidate per la realizzazione degli edifici. Greg Szakats, ingegnere esperto di sismologia, dichiara che ad aver fatto la differenza per la Nuova Zelanda sono stati sostanzialmente «i regola-

menti edilizi molto stringenti e la serietà con la quale sono stati rispettati in tutto il Paese».

Lo conferma anche Paul Caruso, geofisico del Centro nazionale per i terremoti del Colorado, Usa: «Il sisma che ha colpito la Nuova Zelanda è davvero molto simile a quello che ha colpito Haiti. È certo che la differenza con Haiti sta nel fatto che la Nuova Zelanda ha molta più esperienza con i terremoti e ottimi regolamenti edilizi che rendono gli edifici resistenti anche ai sismi più forti». Insomma, a fare la differenza è la preparazione, la

cultura legislativa, il rigore con il quale le norme vengono applicate, la ricchezza per uti-

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Due proprietarie intente a ricostruire la loro abitazione, L’Aquila

lizzare gli ultimi ritrovati tecnologici e i più moderni (e costosi, ma nemmeno poi così tanto) materiali antisismici negli edifici. Norme e prassi costruttive che in Italia, sebbene sia un Paese sismico, solo oggi si iniziano a far rispettare. Perché prevenire, come sempre, ma mai come in questo caso, è meglio che curare. «Tutto il territorio

Capannone industriale colpito dal terremoto, Emilia Romagna

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nazionale è a rischio sismico – fa sapere Roberto Baliani, presidente dell’Ordine degli ingegneri di Perugia – e a questo si aggiunge un patrimonio edilizio delicato e fragile che richiederebbe interventi di adeguamento». Secondo un’indagine del Centro studi del Cni (Consiglio nazionale degli ingegneri), la messa a norma costerebbe 93

Lo stesso capannone in ricostruzione


miliardi di euro. Una cifra esorbitante che però potrebbe essere messa in campo attraverso un sistema di detrazioni fiscali simile a quello del 55% per il risparmio energetico, come proposto al governo dal Cni. I benefici della messa in sicurezza del patrimonio edilizio non sono immediatamente visibili e ciò porta i cittadini e le Amministrazioni a considerare questi lavori una spesa rimandabile piuttosto che un impellente investimento. Eppure prevenire costa appena un terzo della spesa necessaria che occorrerebbe per gli interventi dopo i disastri. Negli ultimi 40

anni per ricostruire nelle zone terremotate sono stati necessari 145 miliardi di euro. Oggi per mettere in sicurezza il territorio ne occorrerebbero solo 40. Anche per questo il tema

Il campanile di Finale Emilia nella foto sotto quello provvisorio

dell’antisismica è al centro dello Smart Village in Tour 2013, il ciclo di 18 convegni organizzato da Edilportale in altrettante città italiane con la collaborazione di Made Expo e con la partnership di BigMat. NORME, PROGETTAZIONE E CONTROLLO TECNICO

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Antonio Borri, docente di ingegneria civile all’Università di Perugia, non ha dubbi: «I terremoti degli ultimi anni (Umbria 1997, Giuliano16:55 di Puglia 2002, 210x142:Layout 1 San 9-05-2013 Pagina 1 Abruzzo 2009, Emilia 2012) hanno mostrato la grande fragilità del

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L’Aquila

costruito e la difficoltà nel prevedere gli effetti di un sisma; basti pensare che l’Emilia è classificata in zona 2 e 3. Le Norme Tecniche per le Costruzioni 2008 sono attualmente in fase di revisione ma tra le ipotesi vi è quella di abbassare da 30 a 20 anni la vita nominale dell’edificio per ridurre il rischio sismico atteso. Un’ipotesi a mio avviso assurda». Scuola Carducci, L’Aquila

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Uno strumento utile per attribuire una classe di prestazione dell’edificio nei confronti di un sisma, invece, secondo il docente, potrebbe essere il metodo di certificazione sismica degli edifici esistenti illustrato da Borri: una scheda di valutazione che attribuisce all’edificio una classe da A ad E, come per la certificazione energetica. Un metodo


la legge da sola non basta

* comuni classificati in zona 2 per i quali vengono previste, per le strutture strategiche e rilevanti di cui al comma 2 art. 3 ord. 3274/2003, verifiche e limitazioni tecniche previste per la zona 1

già approvato dal Csllpp (Consiglio superiore lavori pubblici). È la prevenzione la strada indicata, percorribile però solo con il supporto di strumenti fiscali che rendano fattibili gli investimenti.

L’aggiornamento della normativa antisismica nel nostro Paese è avvenuto circa dieci anni fa. Nel 2003 sono stati sanciti i criteri di nuova classificazione sismica del territorio nazionale. Per ridurre gli effetti del terremoto l’azione dello Stato si è concentrata sulla classificazione sismica del territorio, basata sull’intensità e la frequenza dei terremoti del passato e sull’applicazione di speciali norme per le costruzioni nelle zone classificate sismiche. La legislazione antisismica italiana, allineata alle più moderne normative di livello internazionale, prescrive norme tecniche in base alle quali un edificio deve sopportare i terremoti meno forti senza gravi danni e i terremoti più forti senza crollare, salvaguardando innanzitutto le vite umane. Il provvedimento (OPCM 3274/2003) ha dettato quindi i principi generali in base ai quali le Regioni, delegate dallo Stato all’adozione della classificazione sismica del territorio, hanno associato ai Comuni una delle quattro zone, a

pericolosità sismica decrescente, nelle quali è stato riclassificato il territorio nazionale. Tali

zone sono individuate da 4 classi di accelerazione massima del suolo con probabilità di accadimento del 10% in 50 anni. In questo contesto la “zona 1” è ritenuta la più pericolosa, la “zona 4” la meno pericolosa. Novità significative a livello legislativo sono state introdotte nel 2008 con le “Norme Tecniche per le Costruzioni” e con una successiva circolare nel 2009. Queste hanno

Per realizzare costruzioni in grado di resistere ai terremoti è importante lo studio della zona, ovvero della pericolosità sismica e del rischio sismico. La prima è la probabilità che un evento con determinate caratteristiche si verifichi in una certa zona e in un certo intervallo di tempo. Tale parametro rappresenta una misura della “scuotibilità” del suolo, ma è indipendente dagli effetti che l’evento atteso può provocare. Nelle normative moderne si assume, quale pericolosità di riferimento, il valore dell’accelerazione orizzontale su suolo rigido che ha probabilità di superamento del 10% in 50 anni, ovvero, che rappresenta un intervallo di ricorrenza, o periodo di ritorno, pari a 475 anni. Per rischio sismico si intende, invece, la probabilità che, in un certo sito, un livello prefissato di perdite (in ordine di vittime e danni diretti e indiretti) causate dai terremoti, sia superato entro un dato periodo di tempo. Il rischio sismico è legato quindi anche agli effetti: dalla pericolosità sismica intesa come “scuotibilità” del suolo; dalla vulnerabilità, cioè dalla suscettibilità di ciò che esiste sul territorio a subire danni per causa di un terremoto; dall’“esposizione” o valore che esiste sul territorio (presenza di vita umana, di patrimonio edilizio, di attività produttive, di patrimonio storico-artistico), quindi l’Italia ha un elevato rischio sismico.

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fornito indicazioni sulle procedure di calcolo e di verifica delle strutture, nonché regole di progettazione ed esecuzione delle opere, in linea con i seguenti indirizzi: mantenimento del criterio prestazionale, per quanto consentito dall’esigenza di operatività della norma stessa; coerenza con gli indirizzi normativi a livello comunitario, in particolare con gli Eurocodici, nel rispetto delle esigenze di sicurezza del Paese; approfondimento degli aspetti normativi connessi alla presenza delle azioni sismiche; approfondimento delle prescrizioni e indicazioni relative agli aspetti geotecnici. Manifestazione di protesta, L’Aquila

Se gli sviluppi della normativa sono fondamentali, da soli non bastano. «Una corretta progettazione con-

forme alle regole e una buona esecuzione dei lavori sono premesse indispensabili per tutti i tipi di costruzioni, quindi anche per quelle antisismiche. A questo bisogna aggiungere l’importanza del controllo tecnico – dichiara Lorenzo Orsenigo, direttore di ICMQ (organismo di certificazione) – che è necessario venga fatto in tutte le fasi di un’edificazione: da quella progettuale a quella in cantiere fino all’emissione della documentazione». L’attività di controllo deve essere quindi svolta

in parallelo alle fasi di progettazione e realizzazione delle opere basandosi su di un’azione di verifica “in progress” della documentazione di progetto, dunque rispetto delle regole, durabilità e manutenibilità degli elementi oggetto del controllo (strutture, impermeabilizzazioni, involucro, rivestimenti, ecc.) ma anche verifica di conformità delle opere alle prescrizioni di progetto, dell’adeguatezza dei Chiesa Santa Maria del Suffragio, L’Aquila

materiali impiegati e della conformità delle opere alle regole di buona esecuzione. L’INIZIATIVA TREMA MA NON CROLLA È partita dall’ANCE Catania (Associazione nazionale costruttori edili) un’iniziativa che sarebbe da replicare in tutta Italia. Si chiama “Trema ma non crolla” ed è promossa in favore dell’adeguamento antisismico di una tipologia di edifici molto diffusa in città, e potenzialmente a rischio: gli immobili in cemento armato con almeno tre piani, costruiti tra il 1965 e il 1981, quando non vigevano le attuali norme antisismiche. I proprietari di tali edifici, ricadenti nel territorio del Comune di Catania, hanno adesso l’opportunità di ricevere una consulenza gratuita (basta collegarsi al sito internet www.noncrolla.it e compilare un semplice modulo di richiesta) da parte di ingegneri strutturisti per monitorarne lo stato e valutare possibili interventi e relativi costi.

Adeguare le case con i moderni criteri antisismici offre innegabili vantaggi in termini di sicurezza, e contribuisce anche ad aumentare il valore dell’immobile. La campagna di ANCE Catania “Trema ma non crolla” si basa sui risultati degli studi che l’associazione ha compiuto in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Catania. «Con un costo pari al 10% del valore si può in molti casi adeguare a criteri antisismici l’immobile, usufruendo inoltre del rimborso fiscale, pari al 50% delle spese sostenute, che lo Stato consente per gli interventi di ristrutturazione», spiega il presidente di ANCE Catania, Nicola Colombrita, anche lui nel comitato scientifico dello Smart Village. «Il riutilizzo del patrimonio edilizio esistente – conclude Nicola Colombrita – è per i costruttori di tutta Italia un’importante occasione di lavoro oltre che uno strumento di crescita civile e sociale». ■

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MATERIALI “INTELLIGENTI” E RICERCHE SPAZIALI ANTISISMA Ricerca e innovazione si uniscono in tutto il mondo per cercare nuove soluzioni in grado di prevedere i movimenti della crosta terreste se non, addirittura, di preservare gli edifici dalle scosse sismiche. di Zoe Lafleur

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alle carte da parati antisismiche alle applicazioni per smartphone e tablet fino ad arrivare alla NASA, in tutto il mondo tecnologia e ricerca si alleano per cercare di prevedere terremoti e tsunami e quindi prevenire il più possibile i danni soprattutto in termini di vite umane. I SATELLI DELLA NASA CONTRO I TERREMOTI

Il tema è tra i più attuali, se a scendere in campo è stata anche la NASA. La celebre agenzia spaziale americana, infatti, da qualche mese sta cercando di collaudare un sistema GPS di monitoraggio sismico: l’obiettivo è rilevare informazioni precise e in tempo reale per far partire al più presto la

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macchina dei soccorsi. La sperimentazione ha preso il nome di READI (Real-time Earthquake Analysis for Disaster) MITIGATION NETWORK ed è il risultato di decenni di progresso e ricerca tecnologica grazie al supporto del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, della US Geological Survey, ovviamente della NASA, e dei ricercatori di varie università, tra cui California Institute of Tecnology (Caltech), della University of Nevada e della Central Washington Univeristy. Come funziona? Utilizzando in tempo reale le misurazioni GPS da circa 500 stazioni negli Stati della California, dell’Oregon e di Washington, permette di controllare tutta la Costa del Pacifico degli Usa, nota per l’alta sismicità. A ogni rilevazione di sisma a forte intensità, i dati sono utilizzati per calcolare automaticamente le sue


caratteristiche fondamentali quali l’epicentro, l’ampiezza e l’eventuale rottura della faglia in modo da creare una griglia di dati che in futuro potrebbero consentire previsioni attendibili, allertando le zone in cui si verificheranno. Ma per ora, READI è in fase di sperimentazione. SHAKEALERT & CO. OVVERO LA PROMESSA DI PREVEDERE I SISMI Nell’attesa che il sistema NASA diventi realtà, arriva Shakealert, ideato dal Laboratorio sismologico di Berkley della California University, in grado di prevedere l’onda d’urto di un terremoto fino a un minuto prima che colpisca. Ispirato al Giappone, Shakealert utilizza un algo-

ritmo per predire la grandezza e la potenza del terremoto, determinando quando l’onda secondaria, più lenta e circolare e per questo potenzialmente distruttiva, raggiungerà specifici territori. Shakealert, quindi, permette ai cittadini

di mettersi in salvo grazie alla diffusione in tempo reale dei dati rilevati, trasmessi attraverso il sistema di radiodiffusione di emergenza e anche attraverso messaggi sui cellulari personali. Una manciata di secondi di preavviso che, in caso di terremoto, possono essere davvero determinanti per salvare molte vite umane. Il sistema è stato subito accolto con grande entusiasmo dalle autorità e dai cittadini californiani, non nuovi ai terremoti. Shakealert

è già pronto per diventare operativo in tutta la California. Il legislatore Alex Padilla, insieme agli

esperti della California Institute of Tecnology, hanno stabilito un piano di sicurezza, che prevede di coprire l’intera regione con i nuovi sensori ad alta potenza. Ma il più

grande sistema di rilevamento e di allarme sismico del mondo sarebbe cinese: costruito dall’Hi-Tech Disaster Mitigation Institute of Chengdu (l’istituto hi-tech per la mitigazione dei disastri ambientali), nella Cina occidentale, si estende per 400mila chilometri quadrati ed è composto da 1.213 tra strumenti e centri di monitoraggio distribuiti in otto province, tra cui quelle di Gansu, Shaanxi, Sichuan e Yunnan. Secondo quanto dichiarato dal direttore dell’istituto, Wang Tun, il sistema è in grado di lanciare l’allarme a 7 secondi dalla rivelazione di un terremoto e di diffonderlo tramite televisione, computer, cellulari e social network. MATERIALI HI-TECH PER GLI EDIFICI Quanto si parla di terremoti, prima si pensa a come salvare le vite umane, subito dopo a come preservare gli edifici, specie quelli più antichi e ricchi di storia. Edifici che, in realtà, in caso di sisma, sono le principali cause di morte con i loro crolli. Ed è proprio di questo scottante tema che si è occupato Karlsruhe Institute of Technology (KIT) in

Germania i cui tecnici sarebbero riusciti a realizzare un particolarissimo tipo di rivestimento, molto simile alla carta da parati, che renderebbe le mura, soprattutto quelle costruite nei secoli scorsi, più resistenti alle vibrazioni di eventuali sollecitazioni sismiche. La notizia ha destato subito un grande interesse specie in Italia, nazione ricca di edifici storici. Questa carta da parati battezzata

col nome di “Intelligent composite seismic wallpaper” è spessa solo un millimetro e ha le sem-

bianze di una pellicola di plastica bianca traslucida: viene applicata sui muri di mattone e, grazie alla sua resistenza, flessibilità ed elasticità, diffonde su tutta la superficie le forze sviluppate dal terremoto ed evita la concentrazione nei punti critici della struttura. In questo modo rende gli edifici molto più stabili e resistenti alle scosse sismiche. Il prodotto brevettato, commercializzato da Röfix, presenta due vantaggi: il primo è che la colla che serve ad applicare la carta da parati al muro è stata studiata ad hoc per penetrare nelle fessure delle pareti rinforzandole; l’altro è che la maglia di vetro che compone la carta è molto elastica e ha una funzione contenitiva sulle pareti. In internet, al link http://it.euronews.com/2013/01/08/carta-da-paratiantisismica/ è disponibile un interessante video che mostra funzionamento e prove di resistenza di questo nuovo prodotto. In Italia, invece, c’è chi ha inventato il primo intonaco antisismico al mondo in grado di irrobustire strutture in muratura, specie in caso di vecchi o antichi edifici resi più fragili dal trascorrere del tempo, senza bisogno di colare calcestruzzo o di intervenire in modo invasivo. Il prodotto si chiama Bioglob As e consente, con una

semplice intonacatura di 3 cm di spessore, di rendere la muratura intonacata resistente alle sollecitazioni di taglio tipiche di un sisma. A inventare questo prodotto è stata l’azienda bresciana Delta Phoenix in collaborazione con l’Università di Brescia: «Dal 2001 la nostra azienda produce intonaci “nanostrutturati” antiumidità per l’edilizia – racconta Stefano Sacrato, ingegnere meccanico e titolare insieme al padre della Delta Phoenix –. Da qui sono partito e ho pensato di sviluppare un prodotto che unisse anche proprietà antisismiche grazie a un aggrappaggio alla superficie particolarmente forte, in grado di aumentare la propria resistenza nel momento in cui inizia a deformarsi fino a un livello quattro volte superiore rispetto alla sua resistenza iniziale. L’obiettivo, con Bioglob As, è stato quello di creare un’alternativa alle tecniche attuali di consolidamento antisismico degli edifici, che spesso si avvalgono dell’uso di calcestruzzo. Non sempre, però, è possibile intervenire in questo modo». La ricerca, ovviamente, è in continuo work in progress e sono molti altri i sistemi e i materiali antisismici che si stanno studiando, in Italia come all’estero, grazie alle più avanzate tecnologie. Alcuni, nel dettaglio, li vedremo nelle prossime pagine. ■

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TEST ANTISISMICI: IL MODELLO FEM Si chiama Finite Element Method e rappresenta uno degli strumenti più interessanti di simulazione di comportamento sismico degli edifici. di Fabrizio Viola, Studio Viola e Associati

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l Metodo FEM (Finite Element Method - Metodo degli Elementi Finiti), rappresenta oggi un notevole passo avanti per l’ingegneria moderna tramite cui è possibile progettare e verificare strutture complesse impensabili fino a poco tempo fa. Nelle analisi ingegneristiche, l’obiettivo dell’analisi FEM è la simulazione

computazionale dei sistemi strutturali al fine di evidenziare le zone critiche e i potenziali difetti. Queste analisi sono importanti quando si vuole eseguire le verifiche di strutture complesse o studiare ingegneristicamente il comportamento di sistemi meccanici e macchine. Tramite una griglia geometrica definita mesh, il metodo FEM suddivide il modello geometrico in tanti piccoli elementi di facile calcolo. La soluzione finale viene trovata dal sistema “sommando” tutte le soluzioni parziali calcolate per ogni elemento. A fronte delle condizioni al contorno applicate, un’analisi FEM permette di ricavare spostamenti, deformazioni e tensioni presenti in un sistema strutturale. Se le classiche formule derivate dalla teoria della scienza delle costruzioni hanno validità solo in casi particolari e non per qualsiasi struttura, la simulazione FEM può invece affrontare un grande spettro di problemi. Strutture complesse possono essere totalmente calcolate e ottimizzate, individuando agevolmente i punti critici o deboli delle strutture, la buona o cattiva distribuzione delle masse, gli stati di sollecitazione,

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gli stati di deformazione e i punti di rottura. Il vantaggio

del Metodo FEM consiste nell’immediata percezione visiva, attraverso la mappa cromatica, dei risultati analitici di calcolo. IL FEM IN PRATICA: IL CASO DI CHIARI (BS) Questo metodo di analisi ingegneristica è stato utilizzato, a partire dal 2005, per il recupero strutturale di tre edifici comunali, adibiti ad Archivio storico e museo della città di Chiari. Due di questi edifici sono strutturalmente collegati tra loro, a costituire un unico fabbricato, mentre il terzo corpo è addossato a un cortile interno, ed è in continuità con altri fabbricati esistenti non oggetto di questo intervento. I due imponenti palazzi, adibiti a museo, emeroteca e Archivio storico della città, assumono il ruolo di grandi archivi di pietra della comunità, di depositari della storicità del luogo e al tempo stesso custodi del futuro e inoltre fanno da quinta naturale alla Piazza, quale teatro della vita che accoglie i cittadini, spettatori d’eccezione, rendendoli partecipi di una ritrovata nuova concezione di vita comune. I palazzi, che un tempo ospitavano il Comune, le carceri e l’anagrafe, necessitavano di un consolidamento strutturale che mantenesse inalterati i caratteri architettonici dei fabbricati dello stato di fatto.


Lo scopo del progetto è stato quello di collegare tra loro gli edifici suddetti, tramite la creazione di alcuni nuovi ambienti interrati e integrati con i vani esistenti, così da creare un unico piano interrato comune. La maggiore difficoltà a livello strutturale si è riscontrata proprio nella creazione di tali nuovi ambienti interrati, che sussistono in parte sotto gli edifici esistenti e in parte sotto la pavimentazione delle due Piazze attigue. La modellazione strutturale degli edifici comunali, ha tenuto in considerazione la nuova zonizzazione sismica del territorio italiano,

Fig. 1 - Visualizzazione dei risultati ottenuti dalla verifica di stabilità degli elementi in acciaio, espressi mediante i valori di tensione massima presente negli elementi.

allegata alla O.P.C.M. 3274, in cui il comune di Chiari, è classificato zona di “Categoria 3”. Per eseguire il calcolo, sono stati utilizzati i criteri della scienza e della tecnica delle costruzioni. La struttura è stata schematizzata a telaio nei piani principali e il criterio seguito nel calcolo è stato quello del metodo degli stati limite ultimi. La simulazione è stata effettuata con il metodo degli elementi finiti (FEM) con l’utilizzo del programma Supersap, avvalendosi del codice di calcolo ALGOR SUPERSAP. Questo programma di calcolo applica

il metodo degli elementi finiti per strutture di forma qualunque, comunque caricate e vincolate,

nell’ambito del comportamento lineare delle stesse. L’intervento ha riguardato una serie di operazioni da effettuarsi sugli edifici precedentemente descritti. Le strutture verticali sono state mantenute inalterate, in quanto l’intervento non ha comportato aumenti di carico sui solai i cui pesi

propri sono rimasti invariati, i sovraccarichi permanenti sono stati pressoché annullati rispetto allo stato di fatto e anche i sovraccarichi accidentali sono stati considerati minori (vedi fig. 1). Gli obiettivi primari dell’intervento consistevano principalmente nell’aumento del comportamento scatolare dei singoli edifici, nella diminuzione delle sollecitazioni statiche e nell’aumento delle resistenze murarie. Dopo la modellazione di carico, che esprime la distribuzione dei carichi sulla struttura, è stata prevista la modellazione dei materiali. Il programma ha consentito l’uso di materiali diversi individuati da una sigla identificativa e da un codice numerico. Attraverso il programma successivamente sono stati verificati i valori massimi di sforzo normale confrontando la sollecitazione normale di progetto con la sollecitazione normale ultima. L’analisi strutturale è stata condotta con il metodo degli spostamenti per la

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valutazione dello stato tensodeformativo indotto da carichi statici e con il metodo dell’analisi modale e dello spettro di risposta in termini di accelerazione per la valutazione dello stato tensodeformativo indotto da carichi dinamici, tra cui quelli di tipo sismico (vedi fig. 2). Grazie alla modellazione strutturale agli elementi finiti, si sono potute risolvere le equazioni che gover-

nano l’equilibrio della struttura analizzando i singoli elementi e confrontando le sollecitazioni

agenti sulle strutture con le resistenze caratteristiche dei materiali. Le verifiche agli stati limite, effettuate tramite i programmi di calcolo, hanno portato alla verifica della struttura nel rispetto dei limiti imposta dalla nuova normativa D.M. 2008. I modelli strutturali forniti dal programma hanno permesso lo studio delle sollecitazioni di sforzo normale, taglio e momento flottante, così come la realizzazione di modelli strutturali tridimensionali (vedi fig. 3). ■

FIG. 2 - Visualizzazione, mediante mappa di colore, dei valori massimi del rapporto Nd/Nu, (Nd = sollecitazione normale di progetto, Nu = sollecitazione normale ultima) (D.M. 09/06/1996 par. 4.2.1.2). Le tonalità cromatiche avvicinandosi al rosso identificano l’avvicinarsi alla situazione di collasso espressa dal rapporto Nd/Nu.

FIG. 3 - Visualizzazione, mediante mappa di colore, dei valori massimi del rapporto Sd/Su con sollecitazioni ultime proporzionali (Sd = sollecitazione di progetto, Su = sollecitazione ultima) (D.M. 09/06/1996 par. 4.2.1.2). Le tonalità cromatiche avvicinandosi al rosso identificano l’avvicinarsi alla situazione di collasso espressa dal rapporto Sd/Su.

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A L’AQUILA NASCE IL CENTRO DI RICERCA PER LA RICOSTRUZIONE POST SISMA

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Progetti di riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici: dopo il sisma che ha distrutto il capoluogo abruzzese è nato il Cerfis, Centro di ricerca permanente che sta sviluppando esperienze di eccellenza sul piano della ricostruzione e della diagnosi antisismica. Mentre L’Aquila è “work in progress”… di Cristina Serra

D

all’esperienza post-sisma de L’Aquila, nasce un centro e un’attività formativa innovativa per il settore edile che dal 2010 a oggi ha assegnato ben 7 assegni di ricerca ad altrettanti neolaureati. «Dopo il terremoto è nato un centro di ricerca permanente e molto prestigioso e si stanno sviluppando esperienze di eccellenza sul piano della ricostruzione e della diagnosi antisismica. Avremmo potuto costruire una struttura provvisoria, invece, anche grazie all’apporto di CNCE (Commissione nazionale paritetica per le casse edili), del Sistema Bilaterale delle costruzioni e del Formedil (Ente nazionale per la formazione e l’addestramento professionale nell’edilizia), abbiamo realizzato una struttura di livello e di grande importanza per le ricerche presenti e future». A dirlo è il direttore del Centro di ricerca e

formazione per l’ingegneria sismica (Cerfis) Dante Galeota. L’obiettivo è quello di contribuire al potenziamento della didattica e della ricerca nei settori scientifico-disciplinari della Scienza e della Tecnica delle costruzioni, in particolare in zona sismica. Come ha precisato lo stesso direttore nel corso dello Smart Village: tour promosso da Agorà ed Edilportale in collaborazione con BigMat, grazie al quale si sta diffondendo la conoscenza sulle attività del Cerfis ma soprattutto si sta tenendo viva l’attenzione sulla ricostruzione Dante Galeota de L’Aquila. «Se non ci sarà una Legge di scopo che sbloccherà dei fondi potremmo impiegare decine di anni a ricostruire L’Aquila», fa sapere infatti Galeota. Eppure, nonostante le difficoltà, la sinergia tra vari soggetti sta portando alcuni frutti, tra cui la salvaguardia e la messa in sicurezza di edifici e opere d’arte. Fondamentale, in tutto questo, l’attività di ricerca del Cerfis.

Professor Galeota, qual è la specificità del territorio aquilano che avete riscontrato con le indagini condotte dal Cerfis? C’è una particolare caratterizzazione geologica e geotecnica del centro storico. La città si trova in una depressione naturale del substrato geologico e per questo si sente spesso parlare della conca de L’Aquila. Nel corso dei millenni

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è stata riempita dai detriti dovuti all’erosione del Gran Sasso, chiamati brecce aquilane, rinvenuti sotto la città antica e che danno anche una certa sicurezza dal punto di vista sismico. Inoltre ci sono state due formazioni lacustri molto grandi. Man mano che ci si sposta verso la

COSA SONO GLI FRP Con il termine Fiber Reinforced Polymers (o FRP o materiali fibrorinforzati a matrice polimerica o semplicemente materiali fibrorinforzati) si indica una vasta gamma di materiali compositi costituiti da una matrice polimerica di natura organica con la quale viene impregnato un rinforzo in fibra continua con elevate proprietà meccaniche. Di recente sviluppo e commercializzazione sono invece i materiali compositi ottenuti da una matrice inorganica, costituita da un legante idraulico pozzolanico, e da reti di fibra, in genere carbonio. Già nell’antichità si era capito che accoppiando diversi materiali fra di loro si ottenevano prodotti finiti con caratteristiche migliori: un esempio sono i mattoni realizzati con argilla e paglia ed essiccati al sole, utilizzati dalle civiltà della Mesopotamia. Per avere i primi materiali compositi in FRP bisogna aspettare il XX secolo: infatti solo nei primi anni ‘40 viene prodotto il primo manufatto (una barca) in vetroresina. Negli anni ‘60 compaiono le fibre di carbonio ad alta resistenza e di boro; mentre nei primi anni ‘70 vede la luce la fibra aramidica, con il nome commerciale di kevlar. TIPOLOGIE DI FIBRE Nei FRP la matrice è normalmente costituita da resine di tipo termoindurente generalmente epossidica o al poliestere, mentre le fibre utilizzate per la produzione di FRP devono avere o alta resistenza meccanica o elevato modulo elastico, a seconda della problematica da affrontare. Le più comuni sono: 4 di carbonio: il materiale fibrorinforzato è conosciuto come CFRP (Carbon Fiber Reinforced Polymer). Le fibre possono essere ad: • alto modulo elastico ■ modulo elastico: 390 - 760 GPa; ■ resistenza a trazione: 2400 - 3400 MPa; • alta resistenza ■ modulo elastico: 240 - 280 GPa; ■ resistenza a trazione: 4100 - 5100 MPa; 4 di vetro: il materiale fibrorinforzato viene denominato GFRP (Glass Fiber Reinforced Polymer) o, in italiano, PRFV (Poliestere Rinforzato con Fibra di Vetro). Le

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periferia si assiste invece a delle inserzioni derivanti dalle formazioni lacustri. In periferia invece troviamo formazioni limose, meno affidabili. Proprio qui, in una zona vicina al fiume Aterno abbiamo registrato la maggior parte dei danni e di perdite umane durante il sisma: è il

fibre di vetro possono essere di: • tipo E ■ modulo elastico: 72 GPa; ■ resistenza a trazione: 3445 MPa a temperatura ambiente; • tipo S ■ modulo elastico: 87 GPa; ■ resistenza a trazione: 4890 Mpa a temperatura ambiente; • aramide: il materiale fibrorinforzato è noto come AFRP (Aramidic Fiber Reinforced Polymer) Tali fibre hanno: ■ modulo elastico: 60 - 180 GPa; ■ resistenza a trazione: 3600 - 3800 Mpa.

Meno usate sono le fibre di boro e quelle ceramiche. Le fibre sono costituite da filamenti continui molto sottili (diametro circa 10 µm) che commercialmente sono disponibili sotto varie forme, tra le quali le più comuni sono: 4 singolo filamento (monofilament) 4 fascio di filamenti o cavo di filatura (tow): formato da migliaia di filamenti paralleli fra di loro, assemblati senza torsione; 4 filo o filato (spun yarn): ottenuto da migliaia di filamenti paralleli fra loro, assemblati mediante torsione; 4 filo assemblato (roving): filo ottenuto assemblando senza torsione un certo numero di spun yarn, disposti parallelamente fra loro. CAMPI APPLICATIVI I casi più frequenti sono: 4 ripristino della durabilità e della capacità portante (consolidamento) di strutture ammalorate; 4 strutture per cui, nel corso della loro vita, sono variati i carichi accidentali di progetto; 4 strutture staticamente non idonee a causa di errori di progettazione o realizzazione; 4 adeguamento delle strutture a seguito di variazioni delle normative vigenti (es. normativa sismica); 4 riparazioni di strutture a seguito di evento sismico. In campo simico, gli FRP permettono di aumentare la capacità portante e/o la duttilità di una struttura senza l’introduzione di nuove masse sismiche.


territorio dove, ad esempio, è collassata la Casa dello studente. Operando su due direttrici nord-sud ed estovest abbiamo caratterizzato il centro storico aquilano.

Quali sono le principali attività svolte? Il Cerfis ha redatto dei report nei quali i progettisti e i professionisti possono trovare tutte le note tecniche sulla caratterizzazione del territorio. In particolare è stata condotta un’indagine nella zona dell’ufficio postale nel centro de L’Aquila riuscendo ad andare a 300 metri di profondità: abbiamo toccato il substrato geologico cioè quella parte che ha generato il sisma. In questo modo, con questi dati a disposizione, lo studio di una ricostruzione antisismica può essere fatto in modo più preciso e scientifico.

Quali gli impegni rispetto al tema della formazione? Svolgiamo corsi e master, in particolare quello sull’ingegneria antisismica e quello per il miglioramento sismico, restauro e consolidamento del costruito storico e monumentale. Abbiamo predisposto anche sessioni per l’edilizia innovativa con l’uso delle nuove tecnologie. Ad esempio quelle degli Frp (materiali compositi per il consolidamento) che a causa del terremoto hanno avuto uno sviluppo enorme. Si fanno interventi con fasciature in fibra di carbonio, di vetro e di basalto (vedi box).

Tra le opere di cui il Centro si è occupato quali sono le ricostruzioni migliori? Sicuramente la scuola Edmondo De Amicis per cui è stata conclusa la gara d’appalto per l’inizio dei lavori. Un progetto che partirà presto. È un edificio storico che risale al 1.400, dove all’epoca si trovava l’ospedale dei poveri. Abbiamo dato un forte appoggio tecnico. C’è poi un particolare sostegno dell’Ateneo per il progetto di recupero della Facoltà di Ingegneria che presenta due caratteristiche: la rapidità d’intervento e l’innovazione tecnologica. Si stanno utilizzando soluzioni antiribaltamento che prevedono l’ausilio di nuove tecnologie con fibre organiche e di acciaio ad alta resistenza. E ancora, progetti per il consolidamento strutturale di alcuni edifici tenendo sempre presente il binomio conservazione e sicurezza: il Palazzo Margherita dove si svolgeva il Consiglio Comunale, il ponte di Sant’Apollonia e il Ponte del Belvedere.

PRIMA DI TUTTO IL SERVIZIO

In termini di ricerca scientifica qual è il progetto più innovativo del Cerfis? Un laboratorio di ingegneria sismica che può contare sulla tavola vibrante, una piattaforma di 4 metri per 4, in grado di simulare qualsiasi sisma. Si tratta del sesto progetto italiano. ■

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LEGNO ANTISISMA E ANTICRISI

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Sono le più antisismiche di tutte e le più economiche. E anche quelle che consentono le performance più elevate in strutture a più piani. Ecco perché sono state impiegate per la ricostruzione delle zone terremotate in Italia e perché all’estero sono in molti a contendersi il nostro know-how. Per questo le costruzioni in legno potrebbero rilanciare il settore edile. Parola di Ario Ceccotti, direttore di CNR-Ivalsa. Ario Ceccotti al centro in prima fila dopo il successo del test a Kobe della casa a 7 piani

di Tommaso Casagrande e Zoe Lafleur

L

e case in legno made in Italy sbarcano nei Paesi emergenti. Il sistema Sofie studiato dal CNRIvalsa (Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree) continua a rappresentare l’avanguardia e il successo del fare italiano, perché con il sistema di assi incrociate X-Lam (si legge cross-lam) è riuscito a resistere ai test della piattaforma vibrante di Kobe anche con l’edificio in legno più alto al mondo, di ben 7 piani. «Il sistema X-Lam è all’avanguardia rispetto a tutti gli altri sistemi disponibili sul mercato mondiale, per questo potrebbe rilanciare il nostro sistema edile, non solo in

Italia, ma anche, o forse soprattutto, all’estero – assicura Ario Ceccotti, direttore di CNR-Ivalsa –. La nostra appetibilità risiede proprio nella capacità di riuscire a

esportare il nostro know-how verso i giovani Paesi emergenti come India, Cina, Nepal e Brasile». Proprio lo Stato carioca sembra rappresentare uno sfogo ideale per questa eccellenza italiana grazie al progetto “Minha casa Minha vida”, ovvero lo sviluppo immobiliare del governo federale brasiliano il cui obiettivo è quello di regalare la possibilità dell’acquisto di una prima casa a tutti. La costruzione in legno risponde in toto alle esigenze del governo brasiliano: il legno, infatti, è una soluzione competitiva per reperibilità, velocità costrutti-

IL FUTURO DELLE CASE IN LEGNO IN ITALIA L’attuale quota di mercato delle abitazioni residenziali in legno in Italia è del 2,8%, quella degli edifici non residenziali in legno dell’8,5%: ogni 12 edifici costruiti in Italia, uno è realizzato in legno. Si tratta ancora di una nicchia di mercato, che però cresce sensibilmente e molto più velocemente rispetto alle tipologie costruttive che impiegano altri materiali. Nel 2010, l’82% degli edifici in legno costruiti nel nostro Paese è rappresentato da case unifamiliari, il 9% da edifici bifamiliari e il restante 9% da edifici plurifamiliari. Il 71% di questi edifici è situato nel nord Italia (soprattutto nel nord-est), mentre nel centro Italia si trovano il 22% delle costruzioni in legno e nel sud e nelle isole solo il 7%, sebbene il legno presenti delle performance molto interessanti anche nel clima mediterraneo. Sono questi alcuni degli interessanti dati raccolti della ricerca “Il mercato italiano delle case in legno nel 2010” condotta dallo Studio Paolo Giardino Consulting di Genova per Promolegno, in collaborazione con Assolegno. Lo studio rileva anche che l’uso di pannelli di legno massiccio a strati incrociati X-Lam ha raggiunto in pochi anni il 33% del mercato. Quanto alle specie arboree utilizzate, vanno per la maggiore abete, larice e pino. Interessanti le previsioni: entro il 2015 le abitazioni residenziali in legno aumenteranno di un ulteriore 50% (dalle circa 5.000 abitazioni in legno edificate in Italia nel 2010 alle circa 7.500 nel 2015). Il legno, annuncia la ricerca, ha buone possibilità di crescita nel settore dell’edilizia abitativa multipiano, in particolare nel contesto urbano.

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In Italia, nonostante siano state impiegate strutture in legno per ricostruire le zone terremotate de L’Aquila e dell’Emilia Romagna, questo sistema di costruzione si diffonde più lentamente che in altri Stati. Come mai? «L’Italia – spiega Ceccotti – presenta una

lunga tradizione fatta di case in muratura e cemento e quindi il processo di apprezzamento del legno è lento. Però guardare all’estero può aiutarci a cambiare: in Canada ad esempio il 90% delle costruzioni sono in legno, un risultato anche qui frutto di tradizione, storia e disponibilità di materia prima ma anche dell’economicità del sistema costruttivo. Un sistema, in campo privato, che predilige la standardizzazione al fine di consentire a tutti di poter realizzare in completa sicurezza la propria abitazione».

Il segreto è il pannello X-Lam, detto anche compensato di tavole (le tavole, di spessore varabile tra i 2 e i 3 centimetri, infatti sono incollate in maniera incrociata tra di loro): questo “compensato” non è utilizzato solo per dare stabilità all’edificio contro le azioni orizzontali, ma anche per resistere ai carichi verticali, visto che i pannelli costituiscono delle vere e proprie pareti massicce. Non solo, ma i pannelli vengono usati anche per realizzare i solai dell’edificio, con spessori ridotti e anche inferiori a quelli di un solaio in cemento armato e laterizio tradizionale. «I pannelli orizzontali o verticali provvisti della aperture già pre-tagliate in stabilimento – spiega Ceccotti – vengono assemblati in opera procedendo piano per piano e collegando i vari elementi a mezzo di viti di nuova generazione di lunghezze impensabili fino a pochi anni fa, autoforanti e di grande resistenza. Il collegamento fra i pannelli viene poi completato attraverso l’uso di angolari metallici rigidi collegati ai pannelli con chiodi o viti e che aumentano l’effetto “a scatola” dell’edificio e che forni-

scono a questo tipo di struttura una naturale capacità di resistere ad oscillazioni anche di ampie dimensioni, ritornando sempre nella posizione iniziale». Oggi esiste una certificazione specifica per le costruzioni in legno: «Si chiama ARCA. Gli edifici a marchio ARCA – conclude il direttore di CNR-Ivalsa – sono

progettati in modo da rimanere agibili anche dopo i terremoti più violenti previsti per il sito di costruzione. La spesa aggiuntiva del costruito in legno è molto contenuta (appena un 5% in più), differentemente da quello che accade per le costruzioni tradizionali antisisimche in muratura o cemento armato (50% in più), grazie all’intrinseca leggerezza della materia prima. ■

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si amplia la collana dei quaderni tecnici bigmat Il legno è un materiale che si presta molto facilmente all’estro artistico del progettista consentendo la realizzazione di forme che altri materiali non permettono e trasmettendo quelle sensazioni di calore, comfort e benessere che altri materiali difficilmente sono in grado di suscitare. Senza dimenticare, infine, che il legno è il materiale in assoluto più ecologico che la natura ci regala continuamente. Tuttavia, le costruzioni in legno hanno bisogno, più di ogni altra tipologia di edificio, di una attenta analisi delle condizioni ambientali quali umidità e temperatura che possono pregiudicare la durabilità e la vita della struttura, così come dei materiali impiegati e della corretta posa in opera per garantire elevato comfort abitativo. Questi i temi presentati nel nuovo Quaderno Tecnico 7 “Tetti in legno”, rivolto a progettisti, termotecnici, posatori e a tutti coloro che vogliono avvicinarsi al settore delle costruzioni in legno. All’interno sono contenute preziose informazioni spesso trascurate ma che sono alla base della corretta realizzazione dell’opera. Un tetto in legno ben progettato può durare in eterno! QUADERNO TECNICO PER IL PROFESSIONISTA

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RISPOSTA SECCA AI terremoti La leggerezza e l’elevatissima capacità di deformazione, ovvero la capacità di non opporsi al movimento delle strutture portanti in caso di sisma, fanno dei sistemi a secco una delle soluzioni preferite di messa a norma, specie nelle ristrutturazioni. di Bibi Velluzzo

Vista 3D dell’esterno dell’asilo nido Ape Tau “Luigi Masotto” di Coppito (AQ)

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U

n’abitazione antisismica ed economica è possibile. Potrebbe sembrare un ossimoro ma in realtà questi obiettivi sono possibili tramite l’utilizzo di sistemi costruttivi a secco. Tali soluzioni consentono infatti di realizzare partizioni interne, sistemi di involucro e di tamponamento leggeri, elastici e performanti di grande affidabilità antisismica e lentamente anche la filiera edile ha imparato ad apprezzarne i molteplici vantaggi. Il sistema costruttivo a secco trova fortuna soprattutto in opere non residenziali mentre nel privato permane la passione per la muratura pesante, ma questo approccio può cambiare perché i sistemi a secco consentono di intervenire rapidamente sull’esistente e di tamponare le varie falle delle strutture migliorando le risposte degli edifici. «Da svariati test – spiega Claudia Chiti, direttore

tecnico di Knauf, azienda di riferimento nel settore del cartongesso – si è evidenziato che i sistemi a secco, nelle strutture a telaio, sono in assoluto la miglior soluzione per rispondere adeguatamente alla sicurezza negli edifici in caso di sisma. Essi hanno come punti

di forza la leggerezza e l’elevatissima capacità di deformazione, ovvero la capacità di non opporsi al movimento delle strutture portanti in caso di sisma». Prerogative di leggerezza e agilità che si riflettono anche sul portafoglio, consentendo interventi decisivi a costi competitivi.

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Le soluzioni a secco presenti sul mercato rispondono efficacemente anche alle restrittive normative antisismiche e

garantiscono prestazioni certificate in materia di prevenzione incendi, sicurezza, isolamento termico e acustico. Si aprono così le strade delle detrazioni e dei finanziamenti sul costruito, sia esso nuovo o frutto di restauro. In Emilia, ad esempio, sono stati molteplici gli interventi di messa a norma attuati tramite l’uso di sistemi a secco. Azioni che conducono all’inserimento di strutture metalliche, che rinforzano gli elementi portanti degli edifici, rivestite esternamente tramite lastre Aquapanel®, fissate meccanicamente su orditure metalliche di supporto. Soluzioni, queste, ben rappresenta-

te dal sistema a tamponamento Aquapanel® di Knauf, fiore all’occhiello della divisione Knauf Antisismika, utilizzato ad esempio per la sede dell’Ordine degli ingegneri a L’Aquila. Knauf Aquapanel® permette infatti di sommare alle

favorevoli prestazioni di un’orditura metallica in acciaio zincato della serie MgZ ottime risposte d’isolamento acustico e termico. Questa orditura può essere posata sia semplice sia doppia in funzione dei carichi verticali (peso proprio, sovraccarichi o rivestimenti) e orizzontali (vento, sisma) previsti dal progetto. Il sistema costruttivo a secco è in grado di rispondere a qualsiasi esigenza prestazionale, termica ed acustica, tramite una corretta definizione delle tipologie di lastre in gesso e degli spessori di materiale

Interno dell’asilo nido Ape Tau “Luigi Masotto” di Coppito (AQ)

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isolante. Una sorta di sandwich che non teme situazioni interne ed esterne estreme come pioggia, agenti atmosferici, umidità, gelo e shock termici.

La soluzione a secco ha il vantaggio di abbattere i tempi costruttivi e la produzione in stabilimento dell’intero sistema, con relativa gestione di tutti i suoi componenti, garantisce le prestazioni e permette una migliore organizzazione logistica. Quello che è avvenuto, ad esempio, con la realizzazione dell’asilo nido Ape Tau “Luigi Masotto” a L’Aquila. Il progetto testimonia la sensibilità di Knauf intervenuta, insieme ad alcuni soggetti privati, nella realizzazione di questa struttura che riprende la forma del Tau francescano abbellito però dai colori allegri tipici delle api. Tuttavia il vero segreto del corpo edile è la struttura completamente realizzata a secco con centinature portanti ed elementi secondari in legno o acciaio zincato. L’involucro è ottenuto tramite la stratificazione a secco che permette un comfort sia estivo sia invernale. Oltre a una pensilina tecnologica d’ingresso, nella quale sono ospitati pannelli fotovoltaici, l’edificio sviluppa una serie di spazi ben distribuiti secondo le esigenze della committenza: zona ingresso e spogliatoio più zona tecnica, zona di servizio e due aule con relativo dormitorio. L’Ape Tau dimostra quindi l’efficienza di soluzioni costruttive di veloce realizzazione che permettono inoltre di registrare alte prestazioni


Lastre Knauf Aquapanel® utilizzate per il guscio interno e le facciate dell’asilo nido Ape Tau “Luigi Masotto” di Coppito (AQ)

sismiche, acustiche, termiche e antincendio. Il progetto abruzzese è quindi un chiaro esempio di come con le strutture a secco sia possibile dimensionare la soluzione costruttiva in funzione della posizione geografica, dell’accelerazione sismica del suolo, della destinazione d’uso dell’edificio e dell’altezza della parete. Le lastre, i profili e i ganci sono così proposti in composizioni che amplificano la capacità elastica e di resistenza. Ma le prestazioni

zamento si sta allargando anche ai privati. Nel residenziale, infatti, si sta diffondendo la cultura della struttura a secco agevolata dalle prestazioni ormai raggiunte in termini di resistenza sismica, d’isolamento termo-acustico e di protezione dal fuoco». ■

aumentano qualora si utilizzino una serie di soluzioni come i giunti scorrevoli. Questi ultimi

infatti riducono esponenzialmente le conseguenze delle deformazioni, anche se già il livello standard delle soluzioni registra delle prestazioni soddisfacenti e delle risposte efficaci. Queste performance sono prerogative anche del sistema di contenimento dello sfondellamento dei solai. Il distacco di parti di intonaco o del fondello di laterizio può comportare danni molto gravi a persone o cose. Knauf ha inoltre sviluppato le lastre universali Diamant® in gesso rivestito (idrorepellenti e ignifughe che garantiscono robustezza, resistenza meccanica e isolamento acustico ai massimi livelli), un sistema basato su una doppia orditura con profili e ganci specifici per il contenimento. «I sistemi a secco - conclude Chiti - stanno trovando largo favore nelle costruzioni pubbliche ma lentamente l’apprez-

Fase della realizzazione dell’asilo nido Ape Tau “Luigi Masotto” di Coppito (AQ)

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SIKA: IL RINFORZO STRUTTURALE Sistemi in fibra di carbonio e vetro all’avanguardia entrano nei punti vendita BigMat per offrire quanto di meglio il mercato mette a disposizione per costruire o ristrutturare in modo antisismico. di Carlo Vacca

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l rinforzo strutturale è un tassello fondamentale per il miglioramento sismico degli edifici. Le fibre di rinforzo strutturale della gamma Sika, sono, ad esempio, un prodotto di alta tecnologia impiegato in progettazioni di livello e da imprese di elevata specializzazione. Aspetti che hanno influito nelle scelte delle rivendite del Gruppo indirizzandole verso le tematiche e gli utilizzatori più all’avanguardia, ai quali propongono soluzioni innovative e tecnologiche declinando la loro offerta alla ricerca di quanto di meglio offra il mercato. TUTTI IN SICUREZZA CON GLI FRP Si tratta di materiali polimerici fibrorinforzati (FRP, vedi box a pag. 22), che sono disponibili sotto forma di lamine pultruse, tessuti e sistemi post-tensionati: in questo campo

Sika fornisce un’ampia gamma di sistemi che possono essere usati per il rinforzo a flessione, a taglio e a compressione di pilastri, travi, solai, setti, murature e anche per migliorare il comportamento sismico delle strutture. In particolare, la gamma SikaWrap propone 13 tipologie di tessuti in vetro e in carbonio per strutture in cemento armato, muratura, legno e anche cartongesso, dall’altissima resistenza alla trazione, immuni alla corrosione, flessibili e studiate ad hoc per la prevenzione di difetti causati da attività sismiche, così come per il ripristino e la mitigazione dei danni anche in caso di esplosioni accidentali o terroristiche. Il sistema CarboDur, invece, studiato presso il Centro EMPA (Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca) di Dübendorf, in Svizzera, consente di realizzare rinforzi per strutture in cemento armato, muratura, opere in pietra, acciaio, alluminio e legno con lamine resistenti alla corro-

Lamine fibrorinforzate

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Tessuti fibrorinforzati

Sistemi di rinforzo in composito


sione, realizzati in polimeri rinforzati con fibre al carbonio (CFRP), sono utili per le realizzazioni antisismiche, gli adeguamenti per modifiche dell’approccio progettuale, i difetti di progettazione o di costruzione, i rinforzi insufficienti e la profondità strutturale insufficiente. I campi d’intervento sono svariati: nel caso di incremento dei carichi statici e dinamici; di danni agli elementi strutturali dell’edificio; di invecchiamento dei materiali edili; di corrosione dei ferri d’armatura; di miglioramento dell’efficienza statica; di riduzione delle deformazioni; di demolizioni e modifiche, anche parziali, di colonne, pareti e solette. Grazie al lavoro di sviluppo mirato al contenimento dei costi svolto dalla Sika, inoltre, dopo la preparazione della superficie si può applicare il sistema CarboDur direttamente, senza necessità di altre lavorazioni. TECHNICAL SERVICE Vista la forte componente tecnica e l’alta preparazione necessaria per il corretto utilizzo di queste soluzioni, è costante il rapporto di confronto e formazione degli operatori dei punti vendita BigMat con i tecnici dell’azienda lombarda. Il technical service di Sika Italia organizza costantemente incontri di aggiornamento declinati secondo metodologie pratiche che, abbinate alla formazione teorica, diventano la riserva dalla quale gli operatori della filiera edile possono attingere per una corretta posa in opera, progettazione e, non meno importante, consiglio e supporto in fase d’acquisto in rivendita. L’assistenza tecnica messa a disposizione da Sika e BigMat, infatti, copre tutte le fasi di impiego di questi materiali, dalla scelta del prodotto più idoneo fino all’applicazione. Un servizio, gratuito, di grande valore. ■

I vantaggi delle lamine fibrorinforzate: ✔ caratteristiche meccaniche definite; ✔ completa gamma geometrica; ✔ modulo elastico calibrabile in funzione delle esigenze del progettista; ✔ preparate industrialmente secondo il sistema della pultrusione; ✔ possibilità di scaldare le lamine per la posa a basse temperature; ✔ temperature elevate di servizio; ✔ possibilità di pretensione delle lamine; ✔ elevata resistenza a trazione. I vantaggi dei tessuti fibrorinforzati: ✔ ideali per i rinforzi al taglio e di confinamento; ✔ seguono la geometria della struttura da rinforzare; ✔ facilità di impiego per le sezioni circolari e quadrate; ✔ alta resistenza a trazione; ✔ disponibili in fibra di carbonio e in fibre di vetro.

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LE GARANZIE ANTISISMICHE DEL LATERIZIO Anche il materiale più storico e culturalmente diffuso per le costruzioni italiane oggi consente di costruire abitazioni a prova di scosse. Lo dimostrano le ricognizioni di ANDIL e Wienerberger sulle abitazioni rimaste totalmente illese seppur in zona epicentrale del sisma emiliano del 2012. di Nicola Pisano

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opo gli ultimi eventi sismici che hanno segnato l’Italia, ANDIL (Associazione industriale del laterizio) ha deciso di avviare una ricognizione degli edifici realizzati negli ultimi anni con elementi in laterizio portanti e non. L’esito di tutte le rilevazioni di una serie di fabbricati ubicati nella zona epicentrale dei terremoti emiliani è visionabile sul sito www.laterizio.it e parla chiaro: la ricognizione dimostra in maniera efficace come le soluzioni costruttive in laterizio si siano comportate molto bene, anche per azioni sismiche confrontabili con quelle previste per zone a sismicità più alta, senza poi alcun danno rilevato. Per questo ANDIL non ha dubbi: la soluzione al rischio sismico (e non solo)

in Italia è costruire case sicure in laterizio, progettate in conformità alle norme tecniche vigenti (NTC08), realizzate secondo avanzate tecnologie e con prodotti multiprestazionali e di alta qualità, nonché seguendo collaudate modalità esecutive. IL CASO DI FINALE EMILIA Come ANDIL, anche Wienerberger ha pensato bene di monitorare alcuni edifici realizzati in Emilia con il suo Porotherm BIO PLAN, per osservare come avevano reagito al sisma. Tra questi c’è una unità immobiliare di Finale Emilia (MO), composta da due piani fuori terra. La muratura utilizzata è portante rettificata Porotherm BIO PLAN 45 e la parete è un monostrato semplicemente intonacato con

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innovazione in cantiere

1.3XL tracciatore e puntatore laser

Porotherm BIO PLAN di Wienerberger

intonaco traspirante: la costruzione, nonostante si trovasse nell’epicentro del terremoto che ha scosso l’Emilia, assieme ad altri edifici realizzati in muratura portante rettificata, non ha riscontrato nessun tipo di danno. Il motivo della forte resistenza della struttura è dovuto all’utilizzo di materiali di elevata qualità e al sistema costruttivo scelto dalla progettazione dell’edificio. «La scelta di Wienerberger – spiega il committente – è stata determinata dalla massima serietà dimostrata dalle certificazioni delle soluzioni aziendali e dalla bontà delle caratteristiche di BIO PLAN 45, ideale per la costruzione dell’abitazione senza intelaiatura portante in cemento armato. Nonostante gli eventi sismici con epicentro nel Comune di Finale Emilia, l’abitazione ha retto perfettamente anche grazie alla soluzione Wienerberger e non è stata evidenziata nessuna lesione o micro crepa al termine del sisma».

L’indispensabile

IL MATTONE EVOLUTO I Porotherm BIO PLAN di Wienerberger sono soluzioni “rettificate” a incastro, cioè elementi con facce di appoggio superiori e inferiori perfettamente planari e parallele. Realizzati con argilla e farina di legno, ideali per un ambiente biocompatibile che assicura risparmio energetico nel tempo, le soluzioni Porotherm BIO PLAN con la tasca riempita di malta sono conformi ai requisiti per la progettazione in caso di azioni sismiche, in quanto garantiscono una percentuale di foratura non superiore al 45%, con i setti disposti continui e rettilinei parallelamente al piano del muro e un’eccezionale resistenza meccanica: la resistenza a compressione ha superato di oltre il 30% quella dei muri in blocchi a incastro e malta di analoghe caratteristiche meccaniche ma di spessore tradizionale. Infine, per quanto riguarda la marcatura CE, tutta la gamma Porotherm Wienerberger è sottoposta al sistema di attestazione della conformità 2+ grazie al quale è possibile inserire il proprio prodotto in Categoria I, ovvero il livello qualitativo e prestazionale di certificazione più alto e costante nel tempo. ■

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ISOLARSI DAL SISMA SI Può Si chiamano isolatori sismici e sono una soluzione tecnologicamente avanzata, impiegata da oltre 10mila edifici nel mondo, che cosente alle abitazioni di resistere anche alle scosse telluriche più forti. di Michelangelo Cecchetto

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ono dei cilindri del diametro di circa un metro, vengono installati tra le fondazioni e l’impianto verticale di un edificio e sono in grado di isolare qualsiasi tipo di costruzione dalle vibrazioni create dai terremoti. Questa innovativa tecnologia è stata sviluppata soprattutto in Giappone a partire dal 1995 in seguito al violento terremoto di Kobe, ma ottimi esempi si registrano anche nelle aree ad alto rischio sismico dei territori californiani. Gli isolatori sismici, che possono essere posati sia in nuove costruzioni sia in strutture già esistenti con interventi nemmeno troppo onerosi (né in termini di tempo, né in termini economici), oggi si stanno diffondendo anche in Italia.

Settanta, in primis nell’ingegneria dei ponti. Un forte impulso all’utilizzo di questa innovativa tecnica o strategia di ingegneria sismica si è avuto poi a seguito del violento terremoto di Kobe in Giappone nel 1995 (oltre 6.000 vittime e 300.000 persone sfollate), che evidenziò a tutto il mondo come gli edifici isolati sismicamente avessero superato indenni la catastrofe che aveva invece raso al suolo molte altre strutture.

NUOVI MATERIALI PER UN SISTEMA STORICO

COME FUNZIONANO

Sembra che già i Greci in alcuni antichi templi avessero interposto tra il terreno e le fondazioni del tempio degli strati di materiale idoneo a far “scivolare” la costruzione rispetto al terreno in caso di terremoto: del resto, è un dato di fatto che molte antiche costruzioni sono sopravvissute a diversi terremoti distruttivi. I principi dell’isolamento sismico hanno quindi origini immemorabili ma solo con l’utilizzo dei moderni metodi di calcolo e con la diffusione dei computer si è potuta dimostrare e quantificare sia numericamente sia sperimentalmente la loro efficacia e sono così iniziate le prime applicazioni a partire dalla fine degli anni

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Interponendo gli isolatori tra le fondazioni e le strutture in elevazione si “disaccoppiano” le frequenze del sisma dalle frequenze della struttura in elevazione e si evita così l’insorgere di fenomeni di risonanza. In questo modo la struttura isolata si comporta durante il sisma quasi come un corpo rigido che tende a rimanere fermo rispetto alle vibrazioni del terreno perché, utilizzando gli isolatori sismici, si progetta una struttura che rimane in campo elastico anche durante i terremoti più violenti e conserva integre le capacità dissipative di energia offerte dalla duttilità. La protezione dal sisma è così globale: non solo si prevede che l’edificio non debba crollare (salvando le vite umane che lo abitano) ma si preservano intatte le strutture, i tamponamenti, gli impianti e così via. I COSTI A livelli di costi costruttivi inoltre l’investimento non comporta grossi aumenti rispetto all’approccio tradiziona-


DUE CASE HISTORY ESEMPLARI Napoli – Ospedale del Mare I sistemi d’isolamento più utilizzati al mondo per gli edifici sono gli isolatori elastomerici, presenti sul mercato in due tipologie: gli isolatori in gomma ad alto smorzamento e gli isolatori in gomma con un nucleo in piombo. Leader di questa produzione è FIP Industriale, che ha al suo attivo centinaia di interventi, tra cui, recentemente, quello dell’Ospedale del Mare a Napoli. Dotato di 500 posti letto, la struttura sorge su un’area di circa 10 ettari suddivisa in due lotti: sul primo sorge la struttura ospedaliera vera e propria, mentre sull’altro ci sono le strutture per i servizi e gli impianti. La struttura ospedaliera, irregolare sia in pianta sia in elevazione, è formata da due corpi di fabbrica contrapposti a forma di “L”, uno di 8 piani (altezza 32,50 m) e l’altro di 3 piani (altezza 13 m), disposti a formare un quadrato con una corte centrale. Per garantire la piena capacità operativa della struttura ospedaliera immediatamente dopo un terremoto è stata utilizzata, come strategia di protezione sismica, l’isolamento alla base. Gli oltre 320 isolatori elastomerici, a elevata capacità dissipativa, sono stati collocati alla sommità dei pilastri sui quali poggia il primo impalcato costituito da una soletta piena in cemento armato. Il loro diametro varia dai 600 agli 800 mm e consentono uno spostamento di più o meno 200 mm, aiutando così le strutture ad attuare uno smorzamento dell’oscillazione, quindi di rendere più armonica la scossa percepita. Il confronto fra i risultati delle analisi effettuate sul modello strutturale dell’edificio isolato e quello a base fissa, ha consentito inoltre di stimare un risparmio di circa il 40% sulle armature della sovrastruttura.

le, anzi. Qualora si decida di inserire un isolatore sismico all’interno di un edificio eretto in una zona a basso rischio la scelta produce, secondo alcune stime, un incremento del

L’Aquila – Progetto C.A.S.E. Anche a L’Aquila, per il progetto C.A.S.E. con il quale il Governo Italiano ha previsto la costruzione di “Complessi Antisismici Sostenibili Ecocompatibili” immediatamente dopo il terremoto del 6 aprile 2009, FIP ha giocato un ruolo strategico fornendo 2.472 isolatori a scorrimento a doppia superficie curva. Gli isolatori per il Progetto C.A.S.E. sono stati sottoposti a prove di qualifica e accettazione effettuate presso il Laboratorio Eucentre di Pavia, con la supervisione e la certificazione dell’Università di Pavia. Le prove di accettazione sono state svolte sia in modalità quasistatica, come richiesto dal D.M. 14/01/2008, sia in modalità dinamica, per un totale del 20% di isolatori sottoposti a prove di accettazione. La Protezione Civile ha effettuato anche prove quasi-statiche in situ sulle piastre isolate. Ulteriori test sono stati effettuati al Laboratorio “Seismic Response Modification Device” (SRMD) della University of California a San Diego (UCSD) USA, su un isolatore della serie FIP-D facente parte dello stesso lotto di produzione pronto in consegna per il progetto C.A.S.E., con lo scopo principale di verificarne il comportamento anche nel caso in cui l’isolatore subisca uno spostamento orizzontale dinamico bi-direzionale. I test sono stati superati brillantemente grazie alla capacità dei dispositivi antisismici di sostenere sia il carico verticale di 3.000 kN consentendo uno spostamento massimo di 260 mm, sia di raggiungere la soglia del 20% di smorzamento viscoso.

5% del costo dell’intera struttura, un incidenza pari alla spesa necessaria per l’impianto elettrico. Questa leggera maggiorazione non si presenta nel caso in cui l’edificio

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Edificio residenziale a Castel di Sangro (AQ) isolato con 38 isolatori a scorrimento

sia costruito in una zona dall’alto coefficiente sismico: in una struttura intelaiata in cemento armato, infatti, grazie all’isolamento sismico, si possono ridurre le dimensioni dei pilastri al di sopra degli isolatori nonché la quantità di armatura necessaria. ISOLATORI PER OGNI ESIGENZA Gli isolatori sismici possono essere racchiusi in tre categorie e i diversi dispositivi possono essere anche utilizzati in modo complementare nella stessa struttura:

4 isolatori elastomerici. Hanno un’elevata rigidezza verticale e una bassa rigidezza orizzontale che consente di portare il periodo proprio della struttura isolata fuori dal campo delle frequenze dei terremoti. Ne esistono di diversi tipi: i più semplici e i più collaudati sono quelli realizzati in elastomero (a basso o ad alto smorzamento) armato con lamierini metallici; esistono anche isolatori elastomerici che hanno inserito al loro interno un blocco di piombo che consente un’ulteriore capacità dissipativa di energia;

4 isolatori a scorrimento. Consentono di limitare a un valore prefissato (molto basso) la forza totale orizzontale di natura dinamica che sollecita la struttura durante il sisma (taglio totale alla base). Anche di questa famiglia ne esistono di diversi tipi: isolatori a scorrimento (acciaio-teflon) su superfici piane ad attrito radente con o senza lubrificazione; questi isolatori necessitano di un sistema elastico di ricentramento dopo il sisma e possono essere associati a isolatori elastici elastomerici che assolvono tale funzione; isolatori a pendolo scorrevole, semplice, doppio o triplo, sempre

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a scorrimento (acciaio teflon) come i precedenti ma lo scorrimento avviene su superfici sferiche il che consente l’autocentramento della struttura dopo il sisma;

4 isolatori metallici a rotolamento. Consentono di isolare anche strutture leggere e flessibili sfruttando il basso valore dell’attrito volvente. Costituiti da appoggi su rulli o sfere, sono caratterizzati tutti da bassi valori delle resistenze per attrito. Pertanto, mentre per gli isolatori a scorrimento e per quelli di materiale elastomerico e acciaio lo smorzamento necessario a contenere gli spostamenti relativi delle due strutture separate è assicurato dal comportamento fortemente isteretico del materiale con cui sono formati, per gli isolatori a rotolamento è invece necessario disporre, in parallelo, opportuni dissipatori di energia. ■


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L’EFFETTO A SPIRALE DELLA SICUREZZA Tra i materiali antisismici all’avanguardia ci sono le staffe su misura create da Spirex, una rivoluzionaria macchina brevettata da Schnell e fiore all’occhiello dei punti vendita BigMat. di Emanuela Serighetti

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icerca e innovazione sono due tasselli fondamentali per superare momenti di crisi e talvolta permettono in breve tempo di ottenere risultati importanti. Queste sono state le considerazioni che hanno spinto alla creazione di Spirex, una rivoluzionaria macchina brevettata e prodotta da Schnell che da oggi

è diventata uno dei fiori all’occhiello dei punti vendita BigMat Edilmarket di Massa (MS), BigMat Bus-

so di Sommariva del Bosco (CN) e BigMat Paolini di Città di Castello (PG). «Da anni abbiamo investito in tecnologie anche a controllo numerico che hanno consentito alla nostra realtà di diventare un affidabile centro di trasformazione dell’acciaio per cemento armato – spiega Stefano Paolini di BigMat Paolini –. La volontà di continuare ad investire in questo settore ci ha spinto a scegliere Spirex, una macchina che riteniamo essere l’unica ad aver innovato la lavorazione del ferro, l’unica in grado di lavorare nelle tre dimensioni. Inoltre permette di creare una soluzione per armare finalmente anche nodi. Un’innovazione che punta alla sicurezza e rassicura progettista, impresa edile e committente del rispetto delle indicazioni progettuali». La macchina infatti ha mutato la produzione delle staffe, elementi utili a creare le sagome di armature di travi, pilastri e nodi. Una

vera e propria rivoluzione nel campo dei materiali antisismici. Si ottiene così una staffa a

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spirale continua con il passo controllato, ovvero un pezzo unico di facile e veloce applicazione in cantiere che permette di annullare i possibili errori dei posatori e di rispettare le indicazioni progettuali. I risultati parlano di un aumento della sicurezza, senza dimenticare la qualità, e risolvono quello che è oggi il vero problema delle strutture in cemento armato ovvero la messa in opera. I problemi riscontrati nelle strutture, come ad esempio quelli registrati dalle abitazioni dopo il terremoto in Abruzzo, sono stati imputati alla non corretta progettazione ma talvolta il vero e proprio pericolo non è quest’ultima ma l’errata realizzazione e messa in opera delle staffe. La staffa continua evita completamente il rischio dato dalle differenze tra la teoria indicata dal progettista e la realtà applicata al cantiere.

La macchina realizza le staffe nel pieno rispetto dei passi e delle indicazioni del progettista, allo stesso tempo il progettista ha la sicurezza del rispetto della messa in opera in quanto si vanno ad annullare alcuni passaggi che erano condizionati da incontrollabili variabili umane. Finalmente non saranno più le maestranze a eseguire distanze e passi, limitando così possibili negligenze, ma gli operai dovranno semplicemente ancorare la spirale ai tondini longitudinali, riducendo quasi a zero le possibilità di errore. Staffe assicurate malamente


o non fissate, montate inclinate rispetto all’armatura longitudinale diventano così un brutto ricordo. La staffa continua, realizzata da Spirex, è infatti un pezzo unico di tondino che andrà ad avvolgere senza interruzione l’armatura longitudinale. Una speciale spirale che si caratterizza per avere i bracci perfettamente verticali, caratteristica indispensabile per la corretta realizzazione delle travi. Un’armatura continua permette inoltre un’attenta distribuzione delle forze e consente di eliminare completamente il rischio di apertura delle staffe soprattutto se sotto carico. Il progettista può facilmente aumentare la resistenza della struttura grazie anche alla possibilità di armare i nodi, un’azione importante in quanto il nodo trave-pilastro svolge un ruolo fondamentale nei confronti della dissipazione delle azioni sismiche. I dati raccolti parlano solo in positivo: travi e pilastri

così realizzati registrano prestazioni il 30% migliori rispetto alle strutture con staffe tradizionali. Spirex permette inoltre di realizzare piastre a

punzonamento in sostituzione delle costosa e complicata chiodatura di rinforzo. Ma i vantaggi sono anche altri: la staffa continua è economica e poco ingombrante. I tempi e i costi di montaggio subiscono una drastica riduzione calcolabile in un abbattimento dei 2/3 del tempo di realizzazione delle armature. E lo stesso ambiente sorride. Questa soluzione permette l’uso di un quantitativo inferiore di ferro con il conseguente abbattimento dei consumi energetici e di inquinamento ambientale. Le staffe tradizionali necessitano infatti di circa un 14% in più di ferro, utilizzato per la realizzazione dei ganci di sovrapposizione, rispetto a quelle a spirale. Sovrapponendo i dati dei consumi di determinate produzioni di tondini in acciaio si nota che questa riduzione media di materiale per la produzione delle staffe a spirale determina un risparmio medio di circa 100 milioni di KWh per la comunità. Lo stesso cliente può riscontrare un positivo risparmio nell’uso di questa innovativa soluzione. La

messa in opera è infatti molto più veloce, anzi necessita di meno della metà del tempo. Con i

prodotti realizzati da Spirex infatti un posatore in media riesce a completare circa 120 Kg/h di armatura, quasi il doppio rispetto alle prestazioni consentite dal sistema tradizionale.

Queste riduzioni sono in fondo anche dei vantaggi per l’impresa edile che allo stesso tempo può immediatamente riscontrare ulteriori aspetti positivi. Oltre al risparmio di materiale, le staffe continue sono facilmente trasportabili in quanto una volta prodotte vengono compattate e legate, in pacchi ordinati e palettizzabili. Si determina così una riduzione dell’ingombro e se ne agevola il trasporto in cantiere. Una serie di fascette infatti permette di compattare le singole spirali comportando ad esempio il raggiungimento di 60 cm per per una trave da 6 m. In cantiere poi vengono annullati i tempi morti dovuti al tracciamento dei riferimenti, non più necessario con il sistema a spirale, e ridotte il numero di staffe da legare alla struttura longitudinale. Le singole staffe, numerate per agevolare la messa in opera sul pilastro per il quale sono state realizzate, non si spostano dalla loro posizione durante il getto di calcestruzzo, essendo legate le une alle altre.

I campi di applicazione sono molteplici: la staffatura può infatti essere utilizzata sia in tratti lineari per armare trasversalmente travi (emergenti o a spessore) e pilastri, in tratti curvi o in tracciati particolari per forme allungate a L, S o T. Una soluzione che può essere utilizzata anche per le centine tralicciate in cemento armato nelle opere provvisionali dello scavo delle gallerie. Spirex è l’unico sistema che consente di armare con facilità i nodi con il numero di spire che si desidera, soluzione impossibile con le normali staffe piane. Armare i nodi è inoltre obbligatorio alla luce delle nuove norme tecniche per le costruzioni (D.M. infrastrutture, 14 gennaio 2008). La scelta e l’esperienza di BigMat Busso, BigMat Edilmarket e BigMat Paolini dimostrano come investire in innovazione e tecnologia possa diventare la carta vincente di un punto vendita. ■

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tutti i vantaggi delle fibre di carbonio e di vetro Tecnologie da Formula1 che dall’aereo spaziale approdano in edilizia per riqualificare contro i sismi. di Michelangelo Cecchetto

L

a fibra di carbonio è presente in vari settori sin dagli anni ’50: antesignani furono i prodotti aerospaziali e aeronautici ma nel tempo il suo utilizzo si è aperto anche ad altri campi come quello tessile o quello automobilistico, in particolare nei freni delle auto da F1. Oggi la fibra di carbonio si trova nei prodotti per la filtrazione di gas ad alta temperatura e nei recipienti per gas compressi, oltre che per la produzione delle casse degli orologi, nel settore ittico, in quello dell’arredamento e in svariati sport. Il mondo delle costruzioni ne apprezza le prestazioni meccaniche, l'alta resistenza chimica alla corrosione e l'elevata resistenza allo strappo persino su supporti non omogenei o su superfici non planari. Vantaggi che si sommano al peso contenuto frutto dello spessore di pochi millimetri dei suoi componenti. Inoltre, avendo un grado di assorbimento dell'acqua inferiore ai 0,1%, la fibra di carbonio è adatta all'uso in ambienti e costruzioni caratterizzate da una forte presenza di umidità. Diventa chiaro come questo innovativo materiale possa trovare variegate modalità applicative e concentrandosi sull'ambito costruttivo civile le sue peculiarità lo rendono ideale come armatura di materiali tradizionali quali calcestruzzo, muratura e legno. Le sue caratteristiche migliorano però le prestazioni di qualsiasi elemento strutturale esistente combinandosi con efficacia con varie tipologie di materiali.

BigMat Parretti Renato Edilizia di Sesto Fiorentino (FI) e la Fibrwrap Italia. Le opere di consolidamento previste hanno riguardato il rinforzo strutturale a taglio di buona parte delle travi del piano terra utilizzando i tessuti in fibra di carbonio da 300 e 600 g/m2 prodotti dall'azienda americana Fyfe Co. LLC. Parte dei solai, per i quali è previsto un incremento di carico rispetto alla situazione antecedente al sisma, sono stati rinforzati impiegando lamine pultruse in fibra di carbonio rese solidali al supporto in calcestruzzo esistente con resine prodotte dalla stessa Fyfe. Il lavoro si è svolto durante i mesi estivi di agosto e settembre del 2011, in condizioni ottimali di temperatura e umidità per l’impiego delle resine epossidiche utilizzate per l’impregnazione dei tessuti e l’incollaggio delle lamine. Le resine rendono le fibre solidali all’elemento rinforzato, costituiscono, cioè, la matrice del composito. Dosando strati e morfologie del composito si ottengono incrementi notevoli in resistenza e duttilità. Grazie alla preparazione della squadra degli applicatori e alla facilità della messa in opera dei prodotti sono bastati solamente due mesi di lavori. FIBRWRAP: VETRO E CARBONIO Uno dei fattori che costituisce una vera e propria innovazione nel mondo dell’ingegneria strutturale va ricercato

IL CASO DEL TRIBUNALE DE L'AQUILA Il sisma del 2009 che ha interessato il territorio de L'Aquila ha comportato il danneggiamento di quasi tutti gli edifici in cemento armato e muratura del comune. Fra questi notevoli danni sono stati riportati dal tribunale della città; danni talmente ingenti da obbligare la demolizione della parte alta dell'edificio. Fortunatamente nella sezione inferiore dell'immobile si è potuto operare con tessuti in fibra di carbonio che hanno consentito il completo ripristino strutturale. Protagonisti dell'intervento sono stati la

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Tribunale de L’Aquila (AQ)


IL RUOLO DI BIGMAT Protagonista dell’intervento de L’Aquila è stata la BigMat Parretti Renato Edilizia Srl, azienda nata nel 1938, che con la sua consulenza e con l’elevata qualità del suo servizio si è rivelata una professionale interlocutrice e ha permesso di chiudere in tempi brevissimi i lavori di ripristino strutturale. Oltre al materiale e alle attrezzature da cantiere di vario utilizzo e consumo, di fondamentale importanza è stata la fornitura di malta strutturale anti-ritiro che ben si è abbinata con le applicazioni delle fibre delle quali ha migliorato le prestazioni. Una realtà, quella della BigMat Parretti Renato Edilizia, consolidata e tuttora, guidata dalla terza generazione familiare, in continua crescita. Attualmente in azienda operano oltre 20 persone distribuite nei vari settori di competenza come il commercio, noleggio e riparazione delle attrezzature per l’edilizia e il trasporto in cantiere. Un servizio a 360°, dalle fondamenta al tetto.

Campanile di Reno Centese (FE)

nell’alto rapporto tra la resistenza e il peso delle fibre di carbonio. Infatti il confinamento delle colonne e il rinforzo flessionale e a taglio delle travi si esegue con efficienza e facilità cinturando o placcando gli elementi strutturali con tessuti impregnati di resina (wrapping) con un’altissima resistenza e un peso aggiunto all’elemento rinforzato praticamente nullo. Quello che è successo per un altro importante intervento di messa a norma di un edificio importante e storico come il campanile di Reno Centese in Emilia Romagna. Il forte terremoto del 2012 aveva comportato una serie di profonde fessurazioni e di lesioni a 45 gradi del paramento murario. In molte altre parti il paramento invece si presentava con espulsioni parziali obbligando le autorità locali a transennare l'area sottostante e a interdire l'accesso. Le azioni di ripristino hanno interessato la fessurazione della zona del terzo inferiore che presentava i danni più ingenti. Nella prima fase di ripristino è stata spruzzata malta fibrorinforzata tramite l'uso di attrezzature in grado di effettuare l’operazione da più di venti metri di distanza per garantire l’incolumità e la sicurezza del personale. Dopo questa prima operazione di messa in sicurezza parziale, è stata avviata la fasciatura del terzo inferiore del campanile, interessato dal potenziale crollo, con una combinazione di fibre di vetro e fibre di carbonio applicate in doppio strato per creare così una sorta di incastellatura verticale e orizzontale. L’intervento finale ha riguardato l’interno del campanile dove le lesioni

I campi d’impiego delle fibre di carbonio 4 Rinforzi di strutture inflesse (solai, travi,…): si ottengono la riduzione delle frecce sotto carico, l’aumento della portanza, la rigenerazione della trasmissione delle tensioni interrotte da stati fessurativi. 4 Rinforzi di strutture compresse (pilastri, pile di ponte, ciminiere,…): si ottengono un incremento di resistenza a compressione e un aumento di duttilità. Tale intervento risulta particolarmente indicato per miglioramenti in campo sismico senza aumento dei pesi propri. 4 Rinforzi di strutture lesionate: importanti applicazioni in tale settore sono la ricucitura di volte e archi in muratura, cupole, murature fuori piombo, ecc.. sono state tamponate con l'uso di specifiche malte a base di calce. Nell’ottica di accelerare al massimo i tempi di intervento di messa in sicurezza, i progettisti hanno scelto la tecnica della pre-impregnazione dei tessuti e si sono rivolti a Fibrwrap per l’utilizzo dei sistemi compositi in fibra di vetro e fibra di carbonio della linea Tyfo® SEH51A e Tyfo® SCH-41, consentendo la riapertura delle zone sottostanti al campanile in tempi rapidissimi. Le fibre si dimostrano quindi una veloce ed efficace soluzione per il ripristino delle costruzioni danneggiate e grazie alle loro innumerevoli e positive caratteristiche trovano una diffusione sempre maggiore. ■

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RESTAURO ANTISISMICO In Lombardia, una case history che dimostra come in poche “mosse” si possa mettere in sicurezza un edificio di pregio storico e artistico. di Roberta Marchesi ed Emanuela Serughetti, Studio Viola e Associati

L’

immenso patrimonio abitativo italiano, costituito da molte costruzioni storiche, richiede tecniche oculate in caso di interventi di adeguamento sismico. È il caso del restauro conservativo di un cascinale lombardo: un antico edificio in muratura di pietrame a pianta regolare. Il fabbricato è composto da due piani fuori terra (piano terra e primo piano), da un solaio di sottotetto e dalla copertura. Il solaio del primo piano è costituito da volte in muratura in parte già consolidate con cappa estradorsale in calcestruzzo armato collaborante mentre il solaio del sottotetto e la copertura sono in legno. Le murature portanti, invece, erano costituite da ciottoli di pietra tondeggianti legati da una malta di calce invecchiata, ricca di vuoti nel suo interno e alcuni angoli e martelli murari si presentavano con degli scollamenti nelle connessioni. SCELTE E FASI DI CONSOLIDAMENTO Il progetto di restauro ha comportato il consolidamento dell’edificio mediante la sostituzione e/o

la bonifica della malta degradata mantenendo la continuità delle connessioni delle pareti con cuciture metalliche e/o con tiranti. L’utilizzo di tali tecniche contemporaneamente, ha dato alla costruzione una resistenza di gran lunga superiore a quella dello stato di fatto, mantenendo sostanzialmente invariata la sua inerzia globale. Il livello di conoscenza acquisito per l’intervento è il livello LC1, in quanto è stato effettuato un rilievo geometrico, sono state condotte verifiche in situ limitate sui dettagli costruttivi e indagini in situ limitate sulle proprietà dei materiali. Le azioni esterne che sollecitano il fabbricato sono state individuate determinando le condizioni di carico associate alle condizioni limite statiche e sismiche. Dopo aver valutato i parametri sismici che caratterizzano il sito e la struttura, si è proceduto all’analisi delle singole componenti statiche del fabbricato.

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Il calcolo è stato condotto in modo tale da verificare che, in progetto, l’incremento di carico in fondazione non superasse il 10% rispetto ai carichi dello stato di fatto. Per quanto concerne la muratura, questa è costituita da ciottoli di pietra tondeggianti legati da una malta di calce in pessime condizioni. Il progetto ha previsto la rimozione della malta per almeno 10 cm sulle due facce opposte e il consolidamento di quella del nucleo con iniezione di calce strutturale. La malta applicata sulle due facce era costituita da calce idraulica resistente. La muratura è stata dotata di diatoni metallici distribuiti sulle facce murarie con passi regolari. Tale intervento ha consentito di migliorare le caratteristiche dei parametri meccanici della muratura (fm e τ0) oltre che i moduli elastici (E e G). OBIETTIVI RAGGIUNTI L’obiettivo dell’intervento era l’incremento delle azioni interne resistenti garantite dagli elementi murari nella condizione di progetto, rispetto a quanto garantito nello stato di fatto. L’incremento é stato tale da compor-

tare in primo luogo l’assorbimento (al collasso) di un’azione orizzontale maggiore e, in secondo luogo, una capacità resistiva assai superiore. In altri termini, l’intervento aumenta moderatamente la domanda sismica ultima, incrementando altresì in maniera sostanziale la capacità sismica ultima. Il dimensionamento dell’intervento consegue a quanto esposto sopra e i calcoli di verifica hanno fatto riferimento alla “Tabella C8A.2.1 della Circolare 2 febbraio 2009 n. 617 del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici – Nuova Circolare delle Norme tecniche per le Costruzioni”. ■


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IL CALCESTRUZZO CELLULARE DI YTONG SISMICO In Liguria è stato realizzato un restauro e ampliamento di una struttura ricettiva sfruttando le favorevoli caratteristiche del blocco Ytong Sismico. di Rosa Santavite

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ealizzare murature ordinarie con la garanzia di alta efficienza statica anche in zona sismica è stato uno dei principali obiettivi raggiunti dal restauro e dall’ampliamento di una piccola struttura ricettiva nel cuore delle Cinque Terre, Locanda Ca’ da Iride, a Riomaggiore (SP), dove protagonista è l’uso del blocco Ytong Sismico. Il duplice intervento ha permesso di ampliare la disponibilità di camere della struttura ricettiva andando in particolare a creare una nuova volumetria nella fascia inferiore. I lavori, guidati dall’architetto Nicola Quaretti, hanno permesso alla casa vacanze di aumentare i suoi volumi con l’aggiunta di un nuovo edificio adiacente alla struttura preesistente. Struttura che è stata essa stessa oggetto di un ripensamento degli spazi interni. L’INTERVENTO Le scelte progettuali hanno permesso di realizzare due nuove camere, una per edificio, dalle elevate prestazioni energetiche e d’isolamento termico e acustico dell’involucro edilizio. Il nuovo locale è stato realizzato seguendo la semplice forma rettangolare tipica del costruito di tradizione ligure e la rasatura a intonaco e l’uso di tinte con colori tenui hanno permesso di adeguarlo ai canoni estetici richiesti da un territorio patrimonio Unesco come quello delle Cinque Terre. Adagiati sopra un solaio a vespaio areato, i pavimenti sono realizzati in gres porcellanato color ardesia o cotto, mentre il solaio di copertura presenta

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travetti tralicciati con pignatte e una coibentazione realizzata con pannelli isolanti minerali Multipor. Gli infissi riprendono la tradizione genovese fatta di persiane in legno color verde scuro opaco. Questo nuovo ospitale volume viene gestito da una pompa di calore tipo invert le cui prestazioni fanno rientrare il sistema di riscaldamento e condizionamento nella classe energetica A+. La rilassante vista sul Golfo dei Poeti adiacente viene arricchita dai profumi della vegetazione posta a schermo dell’edificio: una serie di piccoli arbusti autoctoni come il rosmarino, la salvia, la maggiorana e il timo sono stati posizionati lungo il lato sud mentre lateralmente alla struttura si sviluppano una serie di arbusti ad alto fusto.


L’ELEMENTO CHIAVE: IL BLOCCO YTONG SISMICO Il vero protagonista della realizzazione è stato il blocco Ytong Sismico, impiegato per costruire una muratura portante antisismica e isolante. Una scelta necessaria e utile a sfruttare appieno le prestazioni del calcestruzzo cellulare: facilità di posa e lavorabilità, alto isolamento termico e acustico, resistenza al fuoco, eco sostenibilità ed eco compatibilità. Le ricerche sperimentali eseguite negli ultimi anni hanno confermato che, grazie alle caratteristiche del materiale (calcestruzzo cellulare alleggerito con inerti ma pieno e isotropo), il comportamento delle costruzioni realizzate con il blocco Ytong garantisce lo sviluppo di edifici a basso rischio di danneggiamento ed elevata efficienza energetica, anche in zone ad alto rischio sismico. Caratteristiche che nell’intervento a Riomaggiore hanno permesso di ampliare con un’efficiente ed efficace nuova struttura di 20 mq divisa dall’edificio preesistente da una intercapedine areata. In particolare il Blocco Sismico risulta conforme ai requisiti espressi dal D.M. 2008, garantendo una resistenza minima del blocco di 5 MPa e un profilo liscio per l’incollaggio verticale. A tutto ciò si possono sommare anche i vantaggi meccanici del calcestruzzo cellulare, superiori del 30% rispetto alle pareti tradizionali, che limitano l’uso del calcestruzzo tradizionale solo per alcuni specifici irrigidimenti richiesti dalle normative in vigore. ■

IL ruolo di bigmat Per questo importante intervento di ampliamento e restauro l’architetto Nicola Quaretti ha trovato in BigMat Edilcavallo Srl un interlocutore preparato e in grado di offrire una vasta scelta di materiali tecnici e professionali. Tutti i blocchi Ytong, standard e sismico, e i pannelli isolanti minerali Multipor sono stati forniti da questa vivace realtà aziendale del comune ligure. La BigMat Edilcavallo è della famiglia Cavallo dal 1989 e attualmente è gestita da Simona e Stefano Cavallo che hanno proseguito e ampliato l’attività del padre. Un realtà dedicata alla vendita di materiali per l’edilizia tradizionale ma anche a tutti gli indispensabili servizi che coprono le necessità dal tetto alle fondamenta del costruito, come il trasporto merci, la raccolta dei rifiuti da demolizione, la lavorazione del ferro per cemento armato, la lavorazione del legno e lo showroom di pavimenti e finiture.

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140 SFUMATURE DI BIGMAT Questo il numero di colori della gamma dei prodotti a marchio BigMat che da oggi si rinnova con 8 nuove tipologie di pitture professionali. E le private label continuano a crescere, grazie all’alto gradimento del consumatore finale. di Tommaso Casagrande

B

igMat continua a crescere e lo fa rispondendo al desiderio di qualità richiesto dal mercato. Una qualità fatta di grandi numeri: in un solo anno le private label del Gruppo sono passate da 80 a 130 referenze. E il mercato dei professionisti apprezza. Una strategia fatta di elevata qualità a prezzi competitivi, con una gamma di prodotti dalle mille sfumature, 140 nel caso delle tinte presenti nell’aggiornatissima mazzetta colore a marchio BigMat, realizzabili con tintometri di ultima generazione. L’area ColorBigMat diviene così sempre più completa. Otto sono le nuove tipologie di prodotti a marchio inserite in gamma: una linea professionale di pitture a tempera, lavabili, semilavabili, traspiranti, ri-

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vestimento murale plastico continuo al quarzo, isolante fissativo acrilico, pittura acril-silossonica e primer consolidante acril-silossonico. Tutti disponibili nel comodo formato da 14 litri, da 1,5 e 25 litri nel caso dell’isolante fissativo acrilico e da 5 e 25 litri per il Primer consolidante acril-silossonico. Pittura a tempera Questo prodotto nasce dalla necessità di garantire un eccellente punto di bianco e un’ottima traspirabilità del muro. Vantaggi ai quali si somma un prezzo estremamente competitivo.


Rivestimento murale al quarzo Il quinto nuovo prodotto della famiglia a marchio BigMat è un legante a base di copolimeri sintetici a farina di quarzo a granulosità selezionata. Il prodotto, lavorabile al tintometro, è indicato per cemento, intonaco civile, calcestruzzo, prefabbricati e agglomerati in fibrocemento. Dona al manufatto una finitura aderente e tenace, riducendo a zero le possibilità di rottura, fessurazione o indebolimento. I suoi campi applicativi principali rimangono le facciate di edifici civili, industriali, centri commerciali e alberghi. La presenza del quarzo ne migliora il potere protettivo nei confronti degli agenti atmosferici, la coesione del film e la traspirabilità. AD OGNI LAVORO IL SUO STRUMENTO Completamente made in Italy è la gamma pennelli a marchio BigMat, che consente di trovare il “compagno” ideale per le novità ColorBigMat. Manico in legno, plafoniere e plafoni in pure setole cinesi chungking e Orel sono gli aspetti comuni di ogni pennello.

Pittura semilavabile Talvolta gli ambienti necessitano di un’elevata traspirabilità delle pareti. La sua caratteristica principale è l’elevato grado di traspirazione, ma si fa apprezzare anche per la buona raffinazione che ne facilita l’applicazione con apparecchiature airless, a rullo o a pennello. Pittura traspirante Cucine, bagni, bar, ristoranti sono locali dall’alta percentuale di vapore interno, con dei picchi di intensa emissione. In questi luoghi si consiglia l’uso di prodotti dall’ottima traspirabilità e permeabilità al vapore acqueo. Se a queste risposte si abbinano resistenza all’abrasione, un elevato potere di copertura e una precisa definizione del punto di bianco, stiamo descrivendo la nuova pittura traspirante BigMat, una soluzione lavorabile al tintometro.

Pittura acril-silossonica Questo prodotto a marchio è prima di tutto idrorepellente: l’acqua, una volta a contatto con la superficie, si trasforma in goccia e scivola verticalmente, realizzando un’indiretta pulizia delle facciate. La pittura acril-silossonica è lavorabile al tintomentro ed è adatta per i centri urbani e i centri storici grazie alla sua facile messa in opera, persino in condizioni avverse. Qualsiasi sia il metodo applicativo, mantiene nel tempo la resistenza all’abrasione, agli agenti atmosferici e ai raggi ultravioletti. Isolante fissativo acrilico Adatto per ogni tipologia di intonaco, grazie all’ottimo potere di penetrazione favorisce la perfetta tenuta alla successiva stesura di pitture e smalti murali. Primer consolidante acril-silossanico Si caratterizza per l’ottima capacità di penetrazione e rispetta le limitazioni di emissioni di composti organici volatili nell’ambiente dettate dalle Direttive europee in materia. ■

Pittura Lavabile In grado di combattere l’insorgere di muffe e condense è invece questa novità a marchio BigMat, ovvero le pitture lavabili traspiranti professionali. Di facile utilizzo questa pittura, lavorabile al tintometro, si stende facilmente su qualsiasi superficie: cartongesso, fibrocemento e carte da parati. L’effetto finale darà alle pareti un elegante tocco vellutato.

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Federcostruzioni: Saldare i debiti e subito investimenti A disposizione 30 miliardi di Euro del CIPE per le grandi opere e il Piano Città. «La prima cosa da fare è completare il provvedimento sui pagamenti della Pubblica Amministrazione che costituisce una boccata di ossigeno per le imprese». È questa la priorità che il presidente di Federcostruzioni Paolo Buzzetti ha suggerito al nuovo Governo. Il tema dei debiti che la Pubblica Amministrazione ha contratto con le imprese è un fattore che incide negativamente sulla situazione del tessuto industriale già colpito dalla crisi economica. Secondo Federcostruzioni è necessario che l’esecutivo si impegni a correggere alcuni aspetti: pagare tutto il pregresso e soprattutto evitare un nuovo blocco di pagamenti nel 2014. «Bisogna garantire – ha sottolineato il presidente – continuità di pagamenti in futuro ed evitare sia il crearsi di un nuovo stock di debiti sia un blocco dei nuovi investimenti. In attesa che si possa ridiscutere a fondo la politica Ue, bisogna allentare subito il patto di stabilità interno – ha poi aggiunto – e garantire attraverso questa strada nuovi investimenti». Secondo Buzzetti, «il caso Spagna dimostra che saldare le imprese è possibile anche con l’assenso delle autorità europee. Ci vuole però una volontà politica

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precisa». L’allentamento del patto di stabilità è, altresì, importante perché si sbloccherebbero risorse che, immesse nel mercato, si potranno trasformare immediatamente in nuove attività economiche e in nuovi posti di lavoro. Accanto al problema dei mancati pagamenti, Federcostruzioni ritiene che il Governo, appena nato, debba riconsegnare all’edilizia il ruolo di motore

della crescita anche per superare la situazione eccezionale di crisi economica del Paese. Secondo la Federazione occorre rilanciare un piano delle infrastrutture a cominciare dalle piccole e medie opere di manutenzione del territorio per evitare le tragedie di frane e alluvioni, promuovere interventi di edilizia scolastica, garantire

l’accesso alla casa e intervenire per riqualificare le città. «La congiuntura economica degli ultimi anni – ha proseguito Buz- Paolo Buzzetti zetti – ci sta dimostrando che di solo rigore si muore e che non si può prescindere dall’investire sull’edilizia per la crescita del Paese e per questo il nuovo Governo dovrà concentrare le forze su queste priorità da cui dipendono il salvataggio di centinaia di migliaia di posti di lavoro, di migliaia di piccole e medie imprese e la ripresa dell’economia in generale». Perché possa esserci uno spiraglio, secondo la Federazione è importante avviare subito alcuni investimenti, in particolare quei lavori che possono essere realizzati subito: piccole opere e manutenzione del territorio ma anche un piano per le scuole. «Bisogna realizzare anche alcune grandi opere – ha precisato Buzzetti – perché c’è da spendere i famosi 30 miliardi del CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica) e c’è da far decollare il Piano Città».


Edilizia, accertate le unità di competenza Ecvet per i lavoratori migranti Il Formedil ha valutato 27 lavoratori nell’ambito del progetto europeo Color. Si è conclusa così la prima fase della sperimentazione italiana del sistema Ecvet. Il rilancio dell’economia in Europa passa anche attraverso il riconoscimento di titoli, qualifiche e competenze dei lavoratori che si spostano da uno Stato all’altro, da un contesto regionale all’altro o da un sistema di apprendimento a un altro. Per aiutare i migranti a vedere riconosciute le proprie competenze in ogni Paese aderente all’Unione Europea nel 2009 è stato creato Ecvet (European credit system for vocational education and training ovvero il Sistema di trasferimento di crediti per l’istruzione e la formazione professionale) uno degli strumenti della Comunità europea volto a incoraggiare la mobilità dei lavoratori edili e l’apprendimento permanente attraverso la messa in trasparenza di qualifiche e competenze. Due anni fa in Italia è partita la prima sperimentazione di Ecvet con il Progetto Color, volto a mettere a punto dei criteri di valutazione standard per giudicare le competenze di lavoro dei migranti nei comparti edile e socio sanitario e rodare questi parametri all’interno di un percorso di formazione certificato da replicare poi sull’intero territorio nazionale. Lo scorso 19 aprile si sono tirate le somme e, sulla base dei positivi risultati raggiunti, è stato firmato un protocollo di intesa

tra Autorità competenti regionali per proseguire la sperimentazione nel triennio 2013-2015, estendendola al maggior numero possibile di regioni. A guidare la sperimentazione per il mondo delle costruzioni è stato il Formedil, Ente nazionale per la formazione e l’addestramento professionale in edilizia, che ha collaborato con l’Isfol (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori), sei Regioni (Basilicata, Campania, Calabria, Lazio, Piemonte e Toscana) e organizzazioni attive a livello locale nelle Regioni partner (amministrazioni provinciali, agenzie di formazione, scuole, ecc.). «Il progetto Color – spiega Rossella Martino, condirettore del Formedil – ha adottato i principi di Ecvet per valorizzare le competenze e riconoscere i risultati dell’apprendimento di soggetti anche scarsamente qualificati, in particolare i lavoratori migranti che devono potersi più facilmente qualificare e riqualificare. E ha consentito di raggiungere i primi importanti risultati nel settore edile. Ora siamo pronti a partire con la seconda fase della sperimentazione per portare avanti il lavoro di accertamento delle competenze, grazie al decentramento delle nostre strutture sul territorio e alla proficua collaborazione con le istituzioni pubbliche che hanno la governance sulla materia». Nell’ambito della sperimentazione si è proceduto in primo luogo alla individuazione delle unità di competenza della figura standard dell’operatore edile in base all’accordo del 27 luglio 2011 tra Ministro dell’Istruzione, del Lavoro, Re-

gioni, Province autonome di Trento e Bolzano, comuni e Comunità montane, e della compatibilità delle stesse secondo la descrizione di cui al repertorio delle competenze del Formedil. In particolare le aree di lavorazione individuate sono state quella della muratura e quella della carpenteria sulle quali è stato applicato il processo tecnico Ecvet. Successivamente è stata avviata la prova pratica vera e propria con un processo di formazione che ha coinvolto in via sperimentale la Scuola edile di Napoli e si è conclusa con un percorso di assessment per 27 lavoratori migranti. «Una volta individuate le unità di competenze da sottoporre a sperimentazione, fra le competenze della muratura e della carpenteria, si è potuto avviare il processo di valutazione utilizzando gli strumenti concordati tra i partner. Il risultato – spiega il presidente della scuola edile di Napoli, Carmela Lamberti – è stato molto soddisfacente e rappresenta un ottimo punto di partenza per l’avvio di un lavoro analogo con le altre Regioni che hanno aderito al progetto, nonché con tutte le Autorità locali che vorranno aderirvi in futuro».

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Il Sacro Cuore di Finale Emilia riparte dal legno Dopo le due violente scosse che il 20 e il 29 maggio 2012 hanno colpito l’Emilia Romagna FederlegnoArredo ha voluto impegnarsi in un gesto concreto di solidarietà verso le popolazioni della zona, attraverso il sostegno al Progetto di costruzione del nuovo Complesso scolastico Sacro Cuore di Finale Emilia (Modena). La struttura si trova in una delle zone maggiormente colpite dal terremoto, irreparabilmente danneggiata dalla scossa. A un anno di distanza da quell’anno drammatico, l’asilo è stato inaugurato: il nuovo complesso scolastico è in grado di ospitare fino a 240 bambini da 2 a 6 anni, suddivisi tra le due sezioni di nido e le sei sezioni di scuola materna. «Non potevamo certo far mancare il nostro contributo in un momento in cui ricostruire è una necessità e una priorità – commenta Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo –. Sostenere questo progetto significa per noi mettere in campo non solo risorse finanziarie ma anche capacità e competenze professionali per dare un contributo concreto e fattivo all’opera di ricostruzione. Sono particolarmente orgoglioso di questa iniziativa perché è una testimonianza del fatto che il nostro “fare impresa” ha sempre come prospettiva ultima lo sviluppo del bene comune». Quella di Finale è stata un’esperienza

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importante per la Federazione e per tutte le aziende che hanno partecipato al progetto dell’Asilo Sacro Cuore: «Un’ottantina di aziende, alcune delle quali concorrenti nell’attività quotidiana, hanno deciso di mettersi in gioco donando materiale e manodopera, mentre centinaia sono stati i donatori in denaro. Numeri che attestano la nascita della prima rete di impresa del nostro settore, un’esperienza che dovrà essere assolutamente ripetuta in futuro in altri ambiti e circostanze». Il dialogo con la Protezione Civile e le Autorità pubbliche locali, con le quali la Federazione è in contatto fin dai primissimi momenti del post-terremoto, ha evidenziato l’esigenza di concentrare gli sforzi della ricostruzione proprio sugli edifici scolastici di Finale Emilia, uno dei paesi maggiormente colpiti dal sisma. Da qui la scelta di impegnarsi nel pro-

getto di costruzione di un nuovo Asilo Sacro Cuore. Il progetto ha raccolto un ampio sostegno ed entusiasmo da parte di molti partner pubblici e privati e soprattutto da parte dei capitani d’impresa. Una testimonianza, in un momento di grande difficoltà economica, di come sia sempre possibile essere protagonisti nella costruzione di una società più umana. “Aver dato il nostro contributo per realizzare qualcosa di utile e importante per la comunità ci stimola e ci entusiasma” commenta Emanuele Orsini, consigliere incaricato del gruppo Case e strutture in legno di Assolegno di FederlegnoArredo. «Il risultato è una struttura monoplanare di oltre 1.600 mq, realizzata interamente in legno coniugando tre diversi metodi costruttivi (pannelli X-Lam, pannelli a telaio, pareti in legno massiccio MHM), altamente ecologica, antisismica, a elevato risparmio energetico e che rispetta i criteri di sicurezza al fuoco». E l’esperienza di Finale potrebbe fare da apripista per altre collaborazioni tra aziende del settore. Secondo Orsini, «può essere considerata il primo vero esempio di rete di impresa nel nostro settore e ritengo che potrebbe essere riproposta per partecipare ai bandi previsti per l’Expo 2015».


il consulente d’azienda GLI ASPETTI POSITIVI DELLA CRISi (5) Dai nuovi media ai nuovi modi di comunicare

Quando i mercati vivono fasi di crisi, la concorrenza raggiunge i massimi livelli di conflittualità e ogni elemento di vantaggio competitivo può fare la differenza. In questo contesto non sono solo i modelli economici, produttivi e commerciali a diventare obsoleti in tempi sempre più rapidi. Le nuove modalità di consumo contribuiscono a far emergere e a rafforzare nuovi meccanismi di formazione delle opinioni, di diffusione e di condivisione delle esperienze di consumo, di negoziazione del valore (e del senso) delle esperienze vissute e delle identità. Viviamo in modo diverso e ci aspettiamo che il mondo attorno a noi si adatti di conseguenza. Le aziende (e i loro prodotti e servizi) non fanno eccezione. È attraverso la narrazione che costruiamo la nostra identità, il racconto di chi siamo. E sempre più spesso nella nostra cultura l’esperienza di consumo è uno strumento fondamentale per raccontare agli altri chi siamo, affermandolo anche per noi stessi e per le persone che vivono e lavorano nelle nostre stesse organizzazioni. Le imprese “narrano storie” per affermare la propria identità, gestire i propri brand, vendere i propri prodotti, formare il proprio stile personale, creare fiducia nei propri clienti, fornitori ed altri partners. Saper governare la narrazione organizzativa, rendendola un efficace strumento per il raggiungimento dei propri obiettivi verso pubblici differenti, diventa una competenza necessaria e, in generale, uno strumento di valore per l’“organizzazione comunicante”. L’evoluzione dei nuovi media, dalla telefonia cellulare a internet, ha sicuramente rivoluzionato negli ultimi anni le modalità di relazione, anche se l’innovazione tecnologica non è stata accompagnata da un corrispondente cambiamento delle modalità di comunicare: i nuovi media

richiedono infatti tempi, linguaggi e proposizioni completamente differenti. In questo ambito assume un ruolo determinante la narrativa, o come meglio definita, lo storytelling. Quest’approccio non è certo qualcosa di nuovo, basti pensare ad Omero o Demostene qualche secolo fa; ciò che lo rende però sempre più attuale, necessario ed efficace è l’enorme disponibilità di informazioni – il cosiddetto “assedio” informativo o iperinformazione – che il mercato genera e che va ben oltre le capacità di selezione e acquisizione di conoscenza del cliente. Il rinnovato interesse verso la narrazione nasce proprio dalla possibilità di farsi ascoltare, incantare, sorprendere, emozionare, ma, soprattutto, farsi ricordare. Lo storytelling dell’azienda o del prodotto nasce quindi in un contesto caratterizzato da un eccesso informativo e consente di creare e consolidare un valore differenziante. Nasce per farsi ascoltare in un’arena competitiva molto “rumorosa” e far sì che la propria voce possa essere ricordata. Le storie organizzative sono un prodotto complesso e vario e rappresentano uno strumento, soprattutto per le piccole e medie imprese, che consente di valorizzare le proprie storie aziendali, importanti, articolate e legate alla tradizione e al territorio, valore differenziante rispetto ai nuovi operatori più strutturati e organizzati, ma spesso privi di “passato”. Queste possibili strategie emergenti si concretizzano nella definizione di alcuni processi organizzativi e di marketing che molti operatori sono chiamati a ridisegnare e potenziare. Innanzitutto bisogna riformulare la propria storia d’impresa per allinearla con maggiore efficacia alle aspettative – anche emozionali – del cliente e del mercato. È importante rivedere i propri “discorsi” commerciali legati ai prodotti-

servizi, raccontandoli meglio e in maniera differente, plasmandoli sulla sensibilità e aspettative del consumatore. Per far questo è richiesta una profonda riflessione sugli elementi distintivi dell’azienda o del prodotto, soprattutto in funzione della disponibilità, sia nei modi sia nei tempi, dei propri clienti di essere coinvolti. La costruzione non può infatti prescindere da una condivisione e una piena rispondenza delle aspettative “narrative” del mercato, con la difficoltà di creazione e mantenimento di un equilibrio dinamico indotto dal cambiamento, spesso repentino, delle necessità o semplicemente delle percezioni dei clienti, attuali o potenziali. Questo continuo processo di adattamento richiede l’utilizzo efficace di strumenti di marketing innovativo (mailing, social network, web marketing ed eventi partecipativi), che consentono di monitorare e intercettare i segnali che arrivano dal mercato, soprattutto quelli più deboli. Nel film Big Fish si affermava “a furia di raccontare le sue storie, un uomo diventa quelle storie. Esse continuano a vivere dopo di lui e così egli diventa immortale”. Le nostre imprese hanno quindi bisogno di raccontare le proprie storie e quelle dei propri prodotti/servizi e coinvolgere, attraverso un continuo processo di fidelizzazione, i clienti che vogliono ascoltare e sentirsi protagonisti di questi racconti. Roberto Schiesari Schiesari & Associati Consulenza direzionale, economico-giuridica e tributaria

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il consulente legale Violazione delle norme antisismiche: profili di responsabilità penale

La conformazione del territorio della nostra penisola, che la rende particolarmente soggetta alla verificazione di eventi tellurici, ha orientato il quadro normativo nazionale, in modo da esigere una vigilanza assidua sulle costruzioni riguardo al rischio sismico, finalizzata – come precisato dalla Corte Costituzionale (Corte cost. 06/182) – alla tutela di un bene pubblico che trascende la materia del governo del territorio e interessa, piuttosto, i valori di tutela dell’incolumità pubblica. La pregnanza del bene giuridico tutelato, precisato come sopra, ha imposto all’Ordinamento la necessità di delineare alcune fattispecie di rilevanza penale in materia di violazione di norme antisismiche, anticipando tale tutela, in alcune ipotesi, fino al punto di ritenere integrato il reato anche ove l’effettiva pericolosità della costruzione realizzata non sussista, ciò in quanto tecnicamente trattasi di reati di mera condotta e di pericolo presunto. In quest’ultimo caso ci riferiamo alle disposizioni di cui agli artt. 93-94 del D.p.r. 380/2001 (di seguito t.u.ed.), le quali delineano le seguenti ipotesi contravvenzionali (trattasi di reati veri e propri puniti con l’ammenda, come in questo caso, e/o con l’arresto): a) l’inizio dell’attività di costruzione, riparazione o sopraelevazione in zona sismica senza aver preventivamente presentato l’avviso scritto all’ufficio competente, b) l’avvio dei lavori a seguito della presentazione di un preavviso mancante dei contenuti e degli allegati prescritti (co. 2-5 art. 93 t.u.ed.); c) l’inizio dei lavori senza la prescritta autorizzazione preventiva dell’ufficio tecnico regionale; d) lo svolgimento dei lavori senza la direzione di un ingegnere, architetto, ge-

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ometra o perito edile iscritto nell’albo. Le fattispecie su descritte attengono, come immediatamente percepibile, a violazioni formali della normativa antisismica, prescindendosi del tutto dalla circostanza che l’attività iniziata sia poi conforme alle norme sostanziali in subiecta materia (art. 83 t.u.ed.). Appare utile enucleare la distinzione fra violazioni formali e sostanziali: le prime consistono in trasgressioni a precetti diretti a garantire il controllo preventivo e successivo da parte della P.A.; le seconde, al contrario, sono integrate laddove si accerti il mancato rispetto delle disposizioni edilizie di carattere tecnico-strutturale. Per quanto esposto, in tema di violazioni formali, se quanto descritto sub a) e b) attiene al controllo preventivo da parte dell’autorità pubblica di tutte le costruzioni che sono eseguite in zone sismiche, le ipotesi sub c) e d) attuano, al contrario, il controllo successivo, di modo che sia adeguato l’impianto sanzionatorio riguardante tutte le possibili condotte od omissioni che trasgrediscono gli obblighi di legge diretti a mettere in condizione la P.A. di essere tempestivamente informata dello svolgimento di determinati lavori e dei criteri tecnici con cui essi sono realizzati (Cass. civ. 08/148129). La condotta richiesta ad integrazione dei reati de quibus si differenzia da quella di cui ai meri “abusi edilizi” proprio perché il fine proprio delle disposizioni antisismiche è diverso, id est l’incolumità pubblica, con l’effetto di rendere applicabili le prescrizioni di cui agli artt. 93-94 t.u.ed., e in punto di violazioni sostanziali quelli di cui all’art. 83 t.u.ed., anche a prescindere dal titolo abilitativo richiesto per lo specifico

intervento edilizio, quindi anche in relazione alle attività c.d. di edilizia libera di cui all’art. 6 t.u.ed. (per esempio interventi di manutenzione straordinaria non sottoposti a concessione edilizia). Sulla base, inoltre, dell’assunto secondo il quale il pericolo di crolli è tanto maggiore quanto meno solidi e duraturi sono i materiali utilizzati l’incriminazione per violazione delle norme formali e/o sostanziali antisismiche non trova un limite nella qualitas del materiale utilizzato per la costruzione, ben potendo trattarsi di legno (Cass. pen. 06/10205) o di strutture intelaiate in sopraelevazione a un fabbricato (Cass. pen. 23-2-1990). In conclusione, sotto il profilo testé esaminato, deve affermarsi che la normativa in questione non distingue tra opere interne e opere esterne, ma prescrive il controllo di qualsiasi costruzione, riparazione o sopraelevazione e le uniche attività che sembrano essere escluse dall’ambito di applicazione in siffatto modo delineato appaiono quelle di manutenzione ordinaria di edifici già esistenti e di demolizione integrale di un manufatto, allorché il comportamento non sia finalizzato alla realizzazione di nuovi edifici o modificazione delle strutture edilizie esistenti (Cass. pen. 94/11414). Successiva questione, di indubbio interesse, è l’individuazione dei soggetti cui può essere imputato un reato per violazione delle disposizioni antisismiche e, per quanto attiene a tale aspetto, la giurisprudenza penalistica, onde raggiungere l’obiettivo di garantire la prevenzione della sicurezza individuale


il consulente legale e collettiva, ha ampliato il novero dei possibili soggetti attivi, agevolata anche dalla circostanza che la lettera della legge preveda, per la destinazione del precetto penale, la generica espressione “chiunque”. Applicando questo principio, anche di recente, la Suprema Corte ha stabilito che il reato “può essere realizzato dal proprietario, dal committente, dal titolare della concessione edilizia e da qualsiasi altro soggetto che abbia la disponibilità dell’immobile o dell’area, nonché da coloro che hanno esplicato attività tecnica e hanno iniziato la costruzione, senza il doveroso controllo degli adempimenti imposti dalla legge” (Cass. pen. 07/35387). Il quadro, seppur sintetico, delineato nel presente intervento necessita concludersi ponendo la questione del momento della consumazione del reato, che è tematica assai dibattuta in giurisprudenza, la quale comporta dei

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risvolti di non poco momento in punto di effettività sanzionatoria della norma penale. Se per quanto attiene alle violazioni sostanziali sembra, ormai, essere stato raggiunto un indirizzo unanime secondo il quale il reato è a consumazione permanente, con ciò ad affermare che la lesione del bene giuridico si protrae fino a quando l’antigiuridicità dell’azione cessa, o con l’ultimazione dell’opera abusiva o con la sospensione dei lavori, a qualsiasi causa dovuta, volontaria o meno; non altrettanto può dirsi per le violazioni formali (l’omesso preavviso e l’omessa denuncia) per le quali ancora si oscilla fra la natura permanente, individuandosi il tempus commissi delicti come per le violazioni sostanziali, e la natura istantanea, facendo decorrere, in siffatto modo, il tempo della prescrizione già dall’inizio lavori, con l’ovvia conseguenza di rendere le violazioni formali in oggetto, di fatto, impunibili.

Lo sforzo del Legislatore, onde raggiungere l’obiettivo di salvaguardia dell’incolumità pubblica, appare apprezzabile ma la risibile pena pecuniaria di cui all’art. 95 t.u.ed. (massimo 20.000.000 delle vecchie lire) appare inadeguata per raggiungere una qualsivoglia finalità prevenzionistica, di talché il vero snodo sarà costituito dalla dimostrazione, in sede processuale, del concreto pericolo per la pubblica incolumità, da cui solo potrà conseguire il ben più gravoso ordine di demolizione previsto all’art. 98 t.u.ed., il quale è tuttavia, è bene precisarlo, una sanzione amministrativa e non una pena accessoria (Cass. pen. 07/37322). Avv. Pietro Carlo Ferrario Studio Legale Associato Lucarelli & Ferrario, specializzato in problematiche immobiliari

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news dal mondo bigmaT IL LEGNO SECONDO BIGMAT Costruire con il legno è la prossima frontiera del campo edile e in questa direzione guardano tutti gli incontri organizzati da vari punti vendita BigMat: BigMat Lamberti di Albenga (SV), BigMat Edipellice di Cavour (TO), BigMat Rubiolo & Bonivardo di Manta (CN), BigMat De Tommasi Bruno di Chieri (TO), BigMat Edilizia Trinese di Trino (VC), BigMat Edilcavallo di Lavagna (GE), BigMat Pestarino & C. di Aqui Terme (AL), BigMat Fava & Scarzella di Asti, BigMat Guglielmina di Varallo Sesia (VC), BigMat Edilizia Due di Carcare (SV), BigMat Comed di San Bartolomeo al Mare (IM), BigMat Cossa di Susa (TO), BigMat Busso di Sommariva del Bosco (CN), BigMat Edilcelle di Celle Ligure (SV). Gli incontri mirano a comunicare alla filiera edile l’evoluzione delle costruzioni in legno e del pre-tagliato, con «una partecipazione ampia tanto da obbligare alcuni punti vendita a organizzare più appuntamenti», commenta Alberto Tondella, responsabile della BigMat

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Lamberti. Gli incontri nascono allo scopo di informare il mercato sulle soluzioni per il legno sviluppate da BigMat e per trovare il giusto appiglio per inserirsi in un mercato dominato da

piccole imprese storiche: «In un mercato nel quale a farla da padrona sono le vecchie segherie – analizza Tondella – dobbiamo mostrare a imprese e progettisti la forza del nostro servizio: preparazione, innovazione e tecnologie altamente avanzate». Con BigMat le imprese possono puntare ai numeri aumentando la qualità. «Gli incontri hanno fatto centro e con giugno organizzeremo altri appuntamenti per completare il processo di alfabetizzazione legato al legno – conclude Tondella –. I prossimi incontri saranno tecnici, dedicati al mondo dei professionisti e ai nostri innovativi software di calcolo». Verranno quindi analizzati i passaggi che conducono un progetto virtuale a diventare realtà grazie a strumenti tecnologici che riducono a zero la possibilità di errore. Una serie di servizi vero e proprio plus che i vari punti vendita stanno cercando di comunicare all’esterno con professionalità e formazione.


news dal mondo bigmaT BIGMAT GIACOMELLI: UN NUOVO SHOWROOM HABImat Sostenibilità, rispetto dell’ambiente e made in Italy: sono questi gli elementi distintivi che caratterizzano l’offerta dello showroom habiMat ad Arsiero, che la storica rivendita di materiali edili BigMat Giacomelli ha inaugurato e mostrato in tutta la sua nuova veste. Sabato 23 marzo un ricco rinfresco ha accolto gli ospiti e li ha introdotti all’interno degli oltre 450 mq di spazi completamente rivisti grazie all’esperienza e alla professionalità maturata dal Gruppo BigMat nella realizzazione in tutta Italia degli showroom habiMat, il format che il Gruppo di distributori di materiali edili indipendenti ha studiato ad hoc per le finiture d’interni. «Il nostro spazio espositivo è presente dal 1974 e nel corso di questi anni non aveva ancora subito grossi cambiamenti – spiega Carla Nassi, responsabile dello showroom habiMat di Arsiero –. La necessità di adeguarlo alle richieste di un mercato sempre più formato e attento alla qualità del servizio ci ha convinti a svolgere una ristrutturazione radicale. Gli ambienti sono stati resi più accoglienti, moderni e il cliente ritrova

gusto estetico e materiali, o arredo, di altissima qualità». Una vera e propria rivoluzione espositiva e promozionale al fine di fare dello showroom habiMat uno dei principali interpreti delle necessità dei clienti e dei progettisti della zona; un luogo ospitale nel quale presentare efficacemente caratteristiche e finalità di ogni singolo prodotto. «Abbiamo scelto di presentare i materiali di finitura senza ambientazioni preconfezionate per puntare in maniera decisa sulle caratteristiche di ogni singolo prodotto e accompagnando il cliente negli abbinamenti e nelle scelte migliori per le sue esigenze – sottolinea Carla Nassi –. Per questo veniamo riconosciuti come interlocutori rassicuranti e professionali sia dall’architetto sia dal privato». Ma lo spazio habiMat è molto di più. La ricca offerta di prodotti presenti nello spazio espositivo dimostra la forte attenzione nei confronti dei temi green, della qualità e del prodotto made in Italy: «Il cliente – prosegue Carla Nassi – che entra nello spazio habiMat di Arsiero scopre che i nostri prodotti derivano esclusivamente da materie prime rispettose dell’ambiente, ecologiche, senza che si dimentichi l’importanza

del design. Trattiamo esclusivamente prodotti fatti in Italia, perché crediamo fortemente nella qualità delle aziende del nostro Paese e vogliamo essere noi stessi il volano di promozione e difesa delle eccellenze di casa nostra». Così, entrare nello showroom habiMat Giacomelli permette di conoscere, in un’ambientazione accogliente, ciò che di meglio offre il mercato. L’offerta dello spazio espositivo di Arsiero si sviluppa in soluzioni innovative per l’arredo bagno, le rubinetterie e i complementi d’arredo e le svariate proposte di rivestimento nelle quali non manca una vasta scelta di carte da parati. habiMat inoltre è in grado di offrire, con l’utilizzo di una malta particolare, un esclusivo servizio per la creazione di oggetti di design personalizzati.

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news dal mondo bigmaT quattro novità colorbigmat Realizzare una casa vuol dire progettare, costruire e infine completare con la giusta tonalità di colore esterni e interni dell’abitazione. Quest’ultimo step mancava ai punti vendita BigMat Ricci Manfredo di Spoleto (PG) e BigMat Edilpellice di Cavour (TO), mentre BigMat Edilizia Due di Carcare (SV) e BigMat Trasimeno Edilizia Pesciarelli di Castiglione del Lago (PG) hanno svolto un restyling interno allineandosi alle politiche del Gruppo. Novità che rafforzano ulteriormente l’impronta dei quattro punti vendita nel mercato della distribuzione di materiali edili delle loro aree di riferimento, rispettivamente Spoleto, Torino, Savona e Perugia. Con la primavera 2013, le storiche rivendite di materiali da costruzione hanno

infatti inaugurato o rinnovato gli spazi ColorBigMat, il format tutto dedicato al colore studiato ad hoc dal Gruppo

BigMat. Sin dai primi giorni di attività i clienti hanno potuto scoprire pregi, aspetti tecnici e il giusto modo di operare


con i vari articoli presenti all’interno dello spazio espositivo ColorBigMat. «La vasta gamma di prodotti a marchio offerti da ColorBigMat ci permetterà di offrire alla nostra clientela un servizio completo e di alta qualità – afferma Francesca Proietti di BigMat Ricci Manfredo –. Un modo per fidelizzare il cliente grazie a una proposta a 360 gradi e dimostrare al mercato quanto sia importante investire in formazione, qualità e varietà dell’offerta per superare le contingenze negative del settore edile. Puntiamo con fiducia ai vantaggi di prodotti garantiti, come ad esempio le soluzioni Boero, ma soprattutto vogliamo offrire al cliente tutte le potenzialità e la sicurezza permessi dalla resa dei prodotti a marchio BigMat». Un vasto assortimento di articoli andrà quindi ad arricchire i quattro spazi espositivi dedicati al colore con quanto di meglio offre il mercato della pittura in generale, fino alle soluzioni dedicate ai colori a tempera e ai decorativi per soddisfare così le richieste dei professionisti del settore. I punti ColorBigMat di BigMat Ricci Manfredo, BigMat Trasimeno edilizia Pesciarelli, BigMat Edilpellice e BigMat Edilizia Due non si limiteranno a proporre combinazioni tintometriche, ma saranno in grado di guidare il cliente attraverso tutte le fasi precedenti alla messa in opera dei prodotti. Nei nuovi spazi, infatti, si potrà usufruire del servizion tintometrico, della spettrofonometria e ricevere i giusti consigli per la corretta applicazione del prodotto. Entrando nei quattro ColorBigMat il cliente incontrerà il meglio delle soluzioni pittoriche per interni ed esterni come fissativi, pitture traspiranti, pitture lavabili, additivi, detergenti antimuffa, rivestimenti al quarzo, pitture a spessore, pitture ai silossani e fondi di preparazione. La gamma viene completata da impregnanti e vernici per il legno e da fondi antiruggine e protettivi, nonché gli smalti per il ferro. Ma il professionista troverà anche tutte le attrezzature accessorie come pennelli, rulli, spatole, stucchi, siliconi e sigillanti, nastri adesivi e scale che assieme ai prodotti per colorare e ai servizi offerti rendono i punti ColorBigMat dei centri specializzati, innovativi e di tendenza. Per scoprire tutta la rete dei Punti ColorBigMat, visita www.colorbigmat.it.


news dal mondo bigmaT BIGMAT INSIEME ALLE ISTITUZIONI EUROPEE PER IL FESTIVAL D’EUROPA 2013 Nuovi spazi per riconoscersi, svilupparsi, aggregarsi. È questo lo sviluppo del convegno dal tema “Incontri e confronti urbani per nuovi spazi di cittadinanza”, che si è svolto lo scorso 10 maggio al Dipartimento SAGAS dell’Università di Firenze. Promosso dal CISDU Centro internazionale di studi sul disegno urbano, Unità di ricerca PPcP Dipartimento di Architettura-Università di Firenze, Gruppo ricerca Dipartimento SAGASUniversità di Firenze e Università di Venezia, MEDIARC Festival Internazionale di Architettura in Video-DIDA Unifi, il convegno ha potuto contare anche sul supporto di BigMat. «BigMat non poteva non essere al fianco di un festival di questo calibro, sia per il carattere internazionale del nostro Gruppo, sia per il nostro spirito sempre proteso a sviluppare cultura e tematiche d’avanguardia nel settore dell’abitare e delle costruzioni in generale. Il convegno si è rivolto agli operatori del settore, agli studenti e, seppur molto tecnico, ha visto una partecipazione corale», ha spiegato Andrea Lai, socio BigMat e titolare della BigMat Costruire, materiali per l’edilizia di Firenze, presente all’evento assieme agli altri associati toscani con materiale informativo, quaderni tecnici, la rivista Up! e approfondimenti legati ai più attuali sistemi costruttivi. “Incontri e confronti urbani per nuovi

Foto di Giuditta Picchi

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spazi di cittadinanza” è stato uno degli appuntamenti inseriti nel programma del Festival d’Europa 2013, l’evento internazionale che ha portato a Firenze, dal 7 al 12 maggio, politici, professori ed esperti da tutta Europa. Obiettivo della manifestazione era incoraggiare e sostenere la partecipazione democratica dei cittadini dell’Unione Europea, a pochi mesi dal conferimento del premio Nobel per la Pace. Il convegno “Incontri e confronti urbani per nuovi spazi di cittadinanza” ha affrontato un tema di grande attualità come gli spazi urbani e le loro relazioni caratterizzino la città incidendo in modo significativo sulla qualità della vita della comunità urbana. Una comunità molto articolata che ha bisogno degli spazi urbani per aggregarsi, riconoscersi e svilupparsi. Gli spazi urbani sono materiali insostituibili: gli attuali spazi virtuali (tv, internet e social network) favoriscono l’isolamento e troppo spesso diffondono più o meno subdolamente avvisi manipolati variamente finalizzati. Ciò toglie a quegli spazi la

Pier Angiolo Cetica, presidente CISDU

possibilità di incidere positivamente sulla qualità della vita. Per garantire libertà, democrazia e solidarietà gli spazi urbani materiali sono ancora essenziali. Il convegno “Incontri e confronti urbani per nuovi spazi di cittadinanza”, ha voluto fare il punto sulle più recenti dinamiche e sugli studi di settore che hanno analizzato e approfondito nuove organizzazioni spaziali per una nuova società interculturale, fatta di una cittadinanza attiva e partecipante alla vita di relazione, solidale e democratica. E l’Europa, sempre più aperta e integrata, ne è un chiaro esempio. Il Festival d’Europa 2013 ha visto coinvolti in prima linea le maggiori Istituzioni europee, nazionali e locali quali il Ministero degli Affari Esteri, l’European University Institute, la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, l’Ufficio di Informazione del Parlamento Europeo in Italia, il Dipartimento per le Politiche Europee – Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Regione Toscana, il Comune di Firenze, la Provincia di Firenze, l’Agenzia LLP Italia/INDIRE, l’Università degli Studi di Firenze, l’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana, la Camera di Commercio di Firenze, il Movimento Federalista Europeo, il Consiglio Italiano del Movimento Europeo, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Il coordinamento è stato affidato a Fondazione Sistema Toscana.


news dal mondo bigmaT quattro PUNTI VENDITA BIGMAT PROTAGONISTI ALLA FIERA CAMPIONARIA DELLA SARDEGNA Come ogni anno a Cagliari il giorno di Sant’Efisio vuol anche dire Fiera Campionaria della Sardegna, a cui non poteva mancare BigMat che ha portato in fiera, dal 25 aprile al 6 maggio, quanto di meglio offrono alcuni

suoi strategici punti vendita presenti sull’isola: BigMat Deidda di Villamassargia (CI), BigMat Edilizia Pisano di Quartucciu (CA), BigMat Pisano di Mandas (CA) e BigMat Tecnicom di Donigala (OR). I quattro punti vendita si sono uniti realizzando un creativo stand da 25 mq nel quale si presentavano le migliori soluzioni in termini di bioedilizia, fai da te, termoidraulica, legno, ceramiche, colore offerte dalle realtà sarde del Gruppo. «Siamo riusciti a raccogliere numerosi contatti – spiega un soddisfatto Francesco Pisano, della BigMat Pisano – e abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci con numerosi tecnici e professionisti del settore accorsi allo stand perché invogliati dalla possibilità di ritirare presso di noi la

Collana dei Quaderni Tecnici BigMat». La Fiera Campionaria della Sardegna si è riconfermata, nonostante la situazione economica, un appuntamento importante: l’edizione 2013 è stata realizzata con la partecipazione di 450 espositori e un’affluenza compresa tra i 150 e i 200mila visitatori. «Quest’anno visto anche il poco spazio a disposizione abbiamo cercato di informare i visitatori soprattutto di quelle che sembrano le innovazioni attualmente più ricercate dal mercato – dichiara Pisano – e per la prossima edizione il nostro desiderio è quello di ampliare e arricchire gli spazi con offerte sempre più innovative, portando in fiera molti più prodotti grazie a un attento coinvolgimento dei nostri fornitori partner».

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news dal mondo bigmaT bigmat valentini: formazione sul RINFORZO STRUTTURALE IN AMBITO SISMICO Le continue scosse che interessano il suolo italiano mantengono viva l’attenzione della opinione pubblica sul problema dell’adeguamento sismico delle strutture e degli edifici esistenti. Un tema delicato e sempre più di indispensabile soluzione che gli stessi professionisti devono poter trattare con formazione e sensibilità. Queste dinamiche, sommate alle richieste dirette di ingegneri e geometri della provincia di Rovigo, sono state la spinta decisiva per l’attivazione di un seminario tecnico che si è svolto a febbraio a Occhiobello (RO). Protagonisti della giornata d’incontri sono state le soluzioni Fisher, con i principali prodotti per il fissaggio strutturale e antisismico sviluppati dall’azienda tedesca. Una serie di incontri rivolti principalmente agli ordini professionali del settore ma che ha visto la partecipazione di un uditorio variegato con oltre cento partecipanti composti non solo da geometri, architetti e ingegneri ma da tutte le figure della filiera edile oltre che dai titolari di numerose attività commerciali della zona. Il punto vendita BigMat Edilizia Valentini di Occhiobello è stato partner dell’iniziativa e ha richiamato e invitato a partecipare molti dei suoi clienti. La giornata d’incontro ha cercato di rispondere alle più variegate necessità focalizzando però l’attenzione soprattutto sugli elementi fondamentali per affrontare la problematica dell’adeguamento sismico delle strutture. Una panoramica trasversale dove le protagoniste sono state le principali tecnologie attualmente disponibili per il fissaggio di piastre di collegamento, le riprese di getto e il consolidamento con materiali fibro rinforzati. L’introduzione è stata affidata a Davide Concato, professore dell’università di Ferrara, e a Enrico Crivellaro di Fischer Italia.

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I loro interventi hanno analizzato i meccanismi di funzionamento e di rottura degli elementi costruttivi, anche attraverso l’uso di case history, al fine poi di giungere alle presentazioni di soluzioni concrete che rispondono alle prescrizioni della normativa vigente (NTC, D.L. 6.6.6201 n. 74, ETAC). Il progettista ha così appurato la qualità dell’offerta di Fisher in termini di fissaggio antisismico e la sua garanzia grazie all’approvazione antisismica americana ICC-ES, l’unica al momento esistente per i fissaggi in zona sismica. L’ultima parte dei lavori ha posto l’attenzione sul tema dell’adeguamento con l’intervento di Manur Aly Belfadel di Fisher Italia. Inizialmente, sono state presentate due tipologie di ancoranti in acciaio a espansione, prodotti certificati e idonei per le applicazioni in zona sismica. Soluzioni in grado di migliorare le connessioni strutturali per il calcestruzzo armato, adatte entrambe all’uso su calcestruzzo

fessurato e caratterizzate da una forte resistenza al fuoco e alle sollecitazioni sismiche. Fisher FAZ II e Fisher FH II, questi i nomi dei due prodotti, si prestano: il primo per applicazioni su spessori sottili, il secondo (caratterizzato da un’elevata resistenza al taglio) per qualsiasi tipologia estetica e di installazione. La chiusura dell’incontro è stata dedicata alle difficoltà e alle soluzioni per il consolidamento strutturale con i materiali compositi: ancorante chimico in viniliestere ibrido Fischer FIS V e ancorante eposssidico bicomponente a iniezione Fisher FIS EM78, consentono il miglioramento delle prestazioni e il rinforzo di strutture in cemento armato, murarie, in legno lamellare e massiccio o per l’uso con compositi legno-calcestruzzo. Vantaggi che ritornano anche nel loro uso in presenza delle varie fibre usualmente presenti nel mondo delle costruzioni, come quelle di carbonio, di vetro e di aramidica.


news dal mondo bigmaT SUCCESSO DI BIGMAT ALLA 35MA FIERA DEL MADONNINO Una 35ma edizione ricca di eventi per la Fiera del Madonnino che per cinque giorni, dal 24 al 28 aprile, ha arricchito gli spazi di GrossetoFiere, animati da oltre 283 espositori distribuiti su un’area, interna ed esterna, di 48mila mq. BigMat non poteva mancare: a questo importante appuntamento, infatti, hanno risposto come ogni anno i punti vendita del Gruppo tutti operanti nella provincia di Grosseto ovvero BigMat Edilpiù e BigMat Corti di Follonica, BigMat Peri Ado di Scansano e BigMat Edilizia Commerciale di Grosseto. Come ormai tradizione i punti vendita BigMat si sono di nuovo uniti per arricchire e organizzare gli oltre 70 mq di stand condiviso. «Da tre a anni a

questa parte la Fiera del Madonnino è un’ottima occasione per promuovere la nostra attività e il nostro far parte del Gruppo BigMat – sottolinea Sara Scarpelli di BigMat Edilizia Commerciale –. Anche quest’anno abbiamo cercato di presentare i nostri prodotti e la forza dei nostri servizi. La fiera, purtroppo, ha risentito delle difficoltà economiche ma abbiamo ritenuto importante esserci perché consideriamo l’evento un’occasione indispensabile sia di promozione sia di difesa delle attività e proposte del territorio». Quest’anno lo stand ha dedicato un’attenzione speciale ai più piccoli creando vari momenti di gioco e intrattenimento con spettacoli comici in compagnia di alcuni pagliacci. Gli adulti, in questo modo, hanno

potuto lasciare i propri figli a divertirsi mentre approfondivano l’offerta presente nello stand. Il tema principale è stata l’informazione e protagonista era la presentazione delle possibilità delle detrazioni del 55% per le opere di ristrutturazione, distribuendo anche la Guida Facile edita da BigMat in cui vengono spiegate tutte le agevolazioni a disposizione.

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news dal mondo bigmaT BIGMAT IN ABRUZZO CRESCE CON EDIL ‘83 Si allarga ancora la famiglia BigMat in Italia e lo fa con una realtà strategica, sia per posizionamento sia per mentalità imprenditoriale. Si tratta di BigMat Edil ‘83 Srl, che con la sua adesione al team BigMat permette al Gruppo di distributori di materiali edili indipendenti di essere presente in una provincia centrale come quella di Teramo. «Era ora – dichiara un raggiante Alessandro Angelozzi, titolare della Edil ‘83 –. Da anni la nostra realtà e BigMat si inseguivano e dialogavano, ma i tempi non erano ancora maturi per sigillare il nostro rapporto. Ora finalmente possiamo crescere grazie a un Gruppo che, come noi, crede nell’importanza di fare parte di un team, di una rete, e

di avere a disposizione una gamma di prodotti, selezionati da BigMat, davvero molto ampia». L’agilità dei servizi e l’attenzione per la formazione sono stati altri valori aggiunti di BigMat apprezzati dalla realtà abruzzese: «Abbiamo intrapreso un percorso di ripensamento organizzativo della nostra realtà sviluppando formazione professionale e settorializzazione dell’offerta – dichiara Angelozzi –. BigMat con i suoi format e l’attenzione per la cultura del settore sarà un ottimo supporto per crescere e ampliare la nostra offerta. Vogliamo diventare un punto vendita completo, in grado di offrire un servizio a 360 gradi». La BigMat Edil ‘83 è una realtà storica della provincia di Teramo. La sua

attività inizia nel 1983 e nel corso degli anni è progredita fino a diventare uno dei punti vendita principali della provincia. La sua offerta soddisfa le necessità dell’ampio mercato locale e grazie a due punti vendita, che coprono una superficie di oltre 7mila metri quadrati, è una delle realtà più competitive della filiera edile provinciale. Mantenere questa leadership significa investire e la BigMat Edil ‘83 ha iniziato un percorso di crescita con l’obiettivo di affiancare all’edilizia tradizionale anche i format studiati da BigMat per offrire un servizio sempre più completo alla propria clientela: dal servizio tintometrico, già presente nei punti vendita, fino alle finiture d’interni.

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news dal mondo bigmaT CONOSCERE UN NUOVO PROTAGONISTA: IL LEGNO Giornata formativa organizzata da BigMat per capire il mondo Index e le soluzioni ideali per migliorare le prestazioni degli elementi in legno. Il tema centrale è stato il legno ma la giornata di formazione predisposta da BigMat, in esclusiva per il personale dei propri punti venditi e organizzata con il supporto del fornitore Index, è iniziata con un consiglio: la diversificazione dell’offerta. Un’affermazione lanciata da Vanessa Carlon, assistente alla direzione generale di Index, alla quale è spettato l’onore di accogliere all’interno dell’auditorium i numerosi partecipanti accorsi allo stabilimento dell’azienda veronese, a Castel d’Azzano (VR), nella giornata di venerdì 11 aprile. «Riteniamo che il segreto di un’azienda di successo sia la diversificazione dei prodotti. Questo è quello che consente alla nostra realtà di coinvolgere 500 persone e di continuare un percorso di crescita avviato negli anni ‘90 – sottolinea Carlon –. In breve tempo la nostra realtà si è affermata nel settore delle membrane impermeabilizzanti APP e, rispondendo alle richieste del mercato,

nel tempo ha ampliato la gamma dei prodotti, offrendo soluzioni di qualità anche nel settore dell’isolamento termico, acustico, del risanamento, degli adesivi per piastrelle, pietre naturali, delle pitture, fino al settore stradale e al legno». Proprio quest’ultimo prodotto, diventato negli ultimi tempi una tra le principali risposte del mercato in fatto di architettura green e di antisismica, è stato il soggetto dell’intera giornata di formazione. Agli oltre 50 partecipanti, i professionisti di Index hanno presentato le differenti soluzioni finalizzate al miglioramento delle prestazioni del legno; una serie di informazioni fissate nella memoria grazie alle interessanti prove pratiche che hanno arricchito il pomeriggio di formazione. Protagonisti pomeridiani sono stati infatti i materiali raccontati attraverso la loro messa in opera e l’analisi dei loro comportamenti. I partecipanti hanno potuto così conoscere al meglio i sistemi impermeabilizzanti a base di membrane bitumepolimero-autoadesive multifunzionali, apprendere la posa dei sistemi per l’isolamento al calpestio e chiudere la

giornata con le dimostrazioni pratiche di impermeabilizzanti a base acqua mono-componente pronto all’uso, e di alcune innovative soluzioni per fugature esposte ad aggressioni chimiche. Il pomeriggio è servito quindi a eviscerare tutte le informazioni trasmesse dai vari relatori intervenuti negli incontri della mattina nei quali si è discusso ad esempio, con il contributo di Roberto Grasso (consulente tecnico di Index), della corretta scelta dei materiali e dei dettagli esecutivi per la protezione dall’acqua delle strutture in legno. Tema dei due successivi approfondimenti mattutini sono stati invece l’isolamento acustico degli edifici in legno, tenuto dall’ingegner Cristiano Vassanelli, e l’impermeabilizzazione delle strutture in legno con i prodotti liquidi a base acqua e l’applicazione di pavimenti e rivestimenti con collanti e fuganti di nuova concezione, contenuti affrontati nell’incontro finale guidato da Carlo Palombi, direttore commerciale di Index.

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bigmat international BIGMAT MARKET E BIGMAT DAYS: LE FIERE COMMERCIALI BIGMAT PER FARE BUSINESS, INNOVAZIONE E FORMAZIONE Le fiere non sono tutte uguali e alcune presentano opportunità irripetibili, soprattutto se sviluppano situazioni aggregative e condizioni commerciali favorevoli. Temi attuali sui quali si fondano alcune esperienze e proposte delle realtà francese, spagnola e belga di BigMat: la fiera BigMat. Questa iniziativa, che in ogni stato membro si presenta con nomi e modalità operative leggermente differenti, nasce con l’intento di fornire ai punti vendita nazionali un momento espositivo dedicato esclusivamente a loro. Un appuntamento dove i protagonisti sono i titolari e i fornitori convenzionati BigMat e un’occasione unica per scoprire le ultime tendenze innovatrici del mercato in termini di prodotti e tecniche e di sfruttare speciali sconti creati ad hoc per l’occasione. Il titolare può quindi incontrare e confrontarsi con colleghi e fornitori sulle dinamiche del mercato, conoscere tutta la gamma

PMO BigMarket 2012 Belgio

di prodotti trattati da BigMat e carpirne le potenzialità per il mercato d’interesse. Ma i vantaggi non terminano qui. Oltre a conoscere direttamente il fornitore, i titolari delle rivendite BigMat hanno la possibilità di sfruttare una serie di condizioni commerciali favorevoli per agevolare l’acquisto anche di grandi quantità di prodotti. Al

Julie Seny - Coordinatrice BigMat Belgio

BigMarket 2013 Francia

Joël Armary Presidente del direttorio BigMat Francia

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bigmat international

Jesus Maria Prieto Ibáñez Direttore generale BigMat Spagna

piacere dell’affare si abbinano inoltre la socializzazione e i momenti conviviali: gli appuntamenti delle fiere BigMat vengono arricchite, infatti, da una serie di iniziative collaterali nelle quali, come è avvenuto durante l’appuntamento in Belgio dello scorso dicembre, a situazioni prettamente commerciali si affiancano momenti ludici e sociali. E la formula piace, almeno questo raccontano i numeri delle esperienze sin qui fatte, tanto che in Francia si è già proiettati al 2014 con il settimo appuntamento, la Spagna segue a ruota con le sue cinque edizioni e la prima edizione belga è stata da tutto esaurito. Seppur caratterizzati da alcuni aspetti comuni, le singole iniziative dei tre Stati presentano ciascuna le proprie peculiarità. Per anzianità, sei edizioni che dimostrano la fortuna dell’iniziativa, è giusto partire dalla Francia parlando di quello che viene chiamato BigMarket, un evento coordinato dal presidente del direttorio Joël Armary. I due appuntamenti, svolti nel 2013, hanno registrato una larga partecipazione dei titolari dei punti vendita francesi. Due, e qui sta la grossa differenza rispetto alle altre nazioni, perché BigMat Francia ha intuito le potenzialità e la comodità del doppio appuntamento svolto in punti geografici strategici. Nel 2013 quindi BigMarket si è tenuto il 6 e 7 febbraio a Mâcon in

BigMat Day 2013 Spagna

Borgogna e a Poitier, città del centro ovest francese, il 20 e 21 febbraio. I fornitori partner di BigMat Francia si sono così incontrati con i numerosi titolari dei punti vendita, e i loro collaboratori, accorsi per esplorare l’offerta presente negli oltre cento stand. Tra prove pratiche dei prodotti, dialoghi e confronti con i colleghi, numerosi sono stati gli accordi vantaggiosi siglati in occasione dell’ultimo BigMarket. In Spagna la due giorni di fiera si chiama invece BigMat Day, è coordinata dal direttore generale Jesus Maria Prieto Ibáñez e si dipana con una modalità leggermente differente. Il secondo giorno, infatti, diventano protagonisti anche i clienti dei singoli punti vendita. Una soluzione che permette di aumentare il senso di professionalità manifestato dai titolari BigMat e consente agli stessi di coccolare e fidelizzare il cliente finale. Naturalmente questa seconda giornata è puramente informativa e gli accordi commerciali vengono conclusi solo nel primo giorno di BigMat Day. L’appuntamento spagnolo, a differenza del modello francese, viene racchiuso

annualmente in un singolo fine settimana e quest’anno, dopo un’edizione nel sud della Spagna, si è svolto nuovamente nella centralissima Madrid il 24 e il 25 aprile. Una prima edizione bagnata dal successo è stata, in ultimo, PMO BigMarket, la fiera organizzata a Marche-enFamenne, in Vallonia, da BigMat Belgio e coordinata da Julie Seny. Il 100% dei titolari dei punti vendita BigMat locali, circa 85 persone, ha partecipato con entusiasmo a questo primo appuntamento svoltosi nello scorso dicembre. E la scelta di avviare questa iniziativa si è rivelata azzeccata: i partecipanti hanno avuto l’occasione di girare tra gli oltre 69 stand e di soffermarsi a dialogare e stringere accordi con gli oltre 170 rappresentanti dei fornitori BigMat. Una due giorni nella quale, oltre alle possibilità commerciali, i partecipanti hanno vissuto momenti di allegra socializzazione con la cena di gala e lo spettacolo di cabaret che ha allietato la serata conclusiva. A quando una versione italiana della fiera BigMat? Restate sintonizzati...

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